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J^acbatti CoUrgc Librare
FRDM THE GlfT OF
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VENEZIA
PREM. 8TABIL. TIP. DI PIETRO NARATOVICU
IR73.
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Eagione del libro.
// Regio Ministero deU Istruzione Pubblica^ in una lettera
dei /. itiglio p. p. esprimeva alla Direzione sottoscritta il desi-
derio die, insieme cogli altri Istituti^ fosse rappresentato nel-
r Esposizione Universale in Vienna del i815 il R. Archivio
Generale di Venezia « tanto lodato per la sua importanza e pel
suo ordinamento. »
E aggiungeva che, quanto al modo^ reputava il piti conve-
niente « una relazione sulla instituzione , vicende, importanza
» scientifica di esso Archivio^ e su quant altro possa dare un
» concetto di qxmnto vi si fa e si trova di più prezioso. »
Questa relazione si doveva trasmettere al Ministero entro
il mese di njovembre iS12.
La Direzione^ posto ordine alla parte amministrativa del
lavoro ^, non potè accingervisi che nel settembre^ onde questo
libro., di stampa non breve né agevole, è quasi tutto opera di circa
tre mesi.
Ciò le varrà a scusa delle imperfezioni ch'esso potesse avere.,
le quali verranno toUe in edizioni successive. Frattanto le è
^ La Direzione dovette aiche preparare alcune notizie sulla Scuola di
Paleografia e Storia Veneta, anaessa a questo Archivio Generale, per la mede-
sima Esposizione Universale in \ienna.
graixi di aver avuto occasione, per ì<i prima volta^ di riunire
in un volume^ stampato in Italia^ e per impulso del Govei'no
Nazionale^ le principali notizie di una instituzione illustrata
finora quasi esclusivamente da dotti di altre nazioni.
iVe, senza laiuto degli esperti ed operosi officiali di questo
Archivio, sarebbesi potuto metter assieme., in un periodo di tempo
sì breve, queste pagine ; per ciò anche a loro va attribuita parte di
quel merito qualunque cui per avventura esse potessero aspirare.
Dalla Direzione del R. Archivio Generale di Venezia
TEODORO TODERINI direttole,
BARTOLOMEO CECCHETTI CAPOBEzigNE.
/
INDICE.
PARTE I.
1. Storia degli archivii veneti antichi pag. 1
2. Magistrati della ex-Bepublica Veneta ' » 95
3. Note statistiche degli archivii veneti antichi .... „ 105
4. Prospetti di confronto tra i magistrati della cx-Repu-
blica veneta e i moderni „ 165
5. Cenni sugli UfiSzii dei Governi succeduti alla Republica
Veneta, e note statistiche degli archivii rispettivi ;
di Agostino Cottin » 171
APPENDICE.
6. Scritture in cifra, usate dalla Republica Veneta; di Luigi
Pasini pag. 289
7. Delle fonti per la storia delle provincie delFex Stato
Veneto ; di Tomaso Luciani e di Riccardo Predelli. n 329
PARTE II.
1. Andamento delF Ufficio pag. 367
2. Ordinamento materiale e scientifico » 375
Studio ^387
— VI —
4. Scuola di paleografia e storia veneta pag. 413
5. Quesiti proposti dalla Giunta per TEsposizione Univer-
sale in Vienna del 1873 n 419
6. Note e documenti ^ 425
7. Bibliografia degli archivii delF ex Stato veneto . . ^ 465
PARTE m.
I. Prospetto.
II. Chiostro detto della Trinità.
m. Sale.
lY. Pianta terrena dell' edificio ad uso del R. Archivio
Generale ai Frari.
V. Mezzadi del pianterreno.
VI. Primo piano.
VII. Secondo piano. *
--.^T \'\n r\/ì.o/^^^ .^^
PARTE PRIMA.
,>
I.
STORIA DEGLI ARCHIVI VENETI ANTICHI
1200»1872.
SOMMARIO
Intboduzionb. — I. Antichità ; — li. Volumi antichi ; — III. Capitolari di
magristrati ; — IV. Registri antichi di vari magistrati ; — V. Volumi
antichi del Maggior Consiglio, del Collegio, del Senato, e della Quaranta
Criminale ; — VI. Copie delle leggi in volumi ; « compilazione delle
^6firgì • ; — VII. Inventarli antichi di archivi — rubriche di scritture,
disegni e modelli ; — VIII. Volumi e documenti perduti e distrutti, in-
cendi, distruzione di documenti publici o privati decretata, documenti tra-
fugati; — IX. Cancellerie (Ducale, Secreta^ Inferiore) ; — X. Consiglio
dei Dieci, Inquisitori di Stato ; - XI. Archivi giudiziari ; — XII. Annali ;
istoriografl publici ; — XIII. Scarti od espurghi ; — XIV. Sec. XIX. ~
Costituzione e vicende principali deirArchivio generale di Venezia.
<:*=<!b€5>C»<i^
INTRODUZIONE
Jja storia degli archivi ha stretto rapporto collo svolgi-
mento della civiltà.
Ogni popolo eenti il bisogno di serhar ricordo delle proprie
vicende, ad ammaestramento e conforto degli avvenire. Donde
la scrittura, dal seguo ideografico al lineare-fonetico.
Lo studio delle reliquie dei tempi trascorsi, fornì gli
elementi e i canoni scientifici airarcheologia e all'archivistica.
Ogni Governo riconobhe la necessità di raccogliere, coordi-
nare e conservare le carte. Furore di plebi, eccitate dagli
avversari di un ordinamento politico, distrusse in breve tempo
il frurttj di cure lunghe e amorose, ~ e codici e carte prege-
voli finirono sul fuoco. D'altra parte la noncuranza e l'igna-
via dì rozzi custodi produssero, in un tempo piii lungo, gli
effetti medesimi. Cosi documenti preziosi, non solo por inte-
resse storico, ma per uso amministrativo, deperirono, e anda-
rono dispersi: e alla luce de' nuovi tempi parve quasi una
utopia la paziente opera degli antichi spesa a raccogliere i
dettami della esperienza, o a confortare le generazioni future
nell'opera faticosa del progresso, col racconto delle glorie
patrie, e delle azioni lodevoli.
La stampa, potente ministra di civiltà, mentre sorse a
moltiplicare le opere intellettuali, e a farne parte a tutti i
I popoli, tolse roccasioue e l'uso agli estensori dei documenti
- 4 —
pubblici, dei codici scientifici, ed agli alluminatori, di tracciar
con diligenza ogni scrittura, come un piccolo monumento di
forme elette ed artistiche. La facilità di riprodurre l'opera dello
scrittore, le leggi ed altri atti del Governo, col mezzo della
stampa, tolse perciò anche alla venustà delle carte. Né può
farsi sempre confronto tra le scritture antiche, e quelle dei
moderni, senza che queste non ne scapitino.
Ma dopo i fatti politici, che sulla fine del secolo scorso
impressero alla società un nuovo indirizzo, si riaccese quel-
r antico affetto alle memorie e agli studi che è ingenito
nell'anima dell'uomo. Nobile senso che lega il passato all'av-
venire coi più dolci vincoli dell'ammirazione e della grati-
tudine. Gli archivi furono raccolti, ordinati e studiati. Si
volle cancellare ogni traccia dei tempi barbari, antichi e
moderni, ricostituendo l'edificio eretto dall'antichità; onde
l'Archivio fosse l'imagine del Governo come questo lo era,
in molti paesi, del popolo.
Venezia riguardo agli Archivi, non ebbe molto a patire
dai torbidi politici alla caduta della sua Republica: e se in
seguito le furono tolti pregevoli documenti , l'atto doloroso fu
poi largamente riparato.
Ma nei ricchi archivi di Venezia non vi ha solo da attin-
gere materiali per la storia universale. Un esame diligente
fa conoscere l'amore cho la Republica avea posto ai docu-
menti del suo passato ; il lavoro paziente de' suoi cancellieri
e dei notai ; la bellezza dei codici, veri monumenti che atte-
stano da sei secoli il posto che spetta a Venezia in questa
parte gentile e feconda della civiltà.
Le presenti notizie intorno quegli archivi , speriamo
varranno ad onorare Venezia, e a togliere dall'obblio qualche
nome che merita di essere ricordato.
Antichità,.
Carlo Curtius, in una scrittura « Il Metroon, archivio di
Stato in Atene ' » . eh' egli intitolò assai modestamente
ricerca archeologica, ha raccolto le principali notizie risguar-
danti le antichità e le vicende degli archivi.
Lasciamo al dotto prussiano, ennmerarp le cure amore-
voli de' popoli civili per la conser\'aziono delle memorie sto-
riche, e il culto universale della scrittura e di tutti gP inge-
gni, che furono usati a riprodurre con segni materiali P opera
del pensiero.
Le iscrizioni sepolcrali, votive e commemorative, ed i
monumenti innalzati nelle città della terraferma veneta, prima
Hello incursioni dei barbari (se raancas.scro allo storico altri
argomenti] basterebbero a dimostrare con abbondanza di prove,
r antica civiltà di quelle genti che nel secolo V. e nei suc-
cessivi, scelsero ad asilo e a soggiorno le isole di Venezia.
Non è dunque strano, che le istituzioni politiche ed am-
ministrative dei reneii secondi, fossero sin dalle origini impron-
tate deU' antica civiltà. Più presto non si saprebbe dar ragione
dell' imbarbarimento dello arti e dell' oscura vita di quel popolo
nei primi secoli della sua autonomia, se non fosse ragionevole
supporre, che esso dovesse concentrare le sue forze nelle in-
dustrie, nei commerci e nella difesa del breve ano Stato da
□uovi invasori.
Se pertanto ci mancano lapidi, monunienti e scritture del
primo periodo della crrnsocifizimie veneta, del governo speciale
dello isolette, delle ronc-Zw»' o comizi gfueralì, dei primi atti del
governo republicano, non ò da supporre che mai, o di rado, —
come accade di notare anche presso popoli moderni — si afti-
■ Berlino, Weldmanii, ]B(J8.
dassero alla scrittura le deliberazioni del Governo, o i privati
negozi.
Poiché, con tale supposizione, i patti internazionali fra la
Kepubblica ed altri Stati, del secolo IX, cioè di circa trecento
anni dalle prime immigrazioni dei veneti in queste isole — ci
farebbero apparire d' un tratto civile e potente im popolo che
poco prima sarebbe giaciuto oscuramente nella barbarie e nel-
r inerzia politica.
Fu sventura che le tumultuose elezioni e deposizioni dei
primi dogi, il trasferimento della sede del Governo da Eraclea
a Malamocco (742), e a Venezia (810), le sommosse e gl'in-
cendi, abbiano distratto quasi intieramente le scritture dei
primi sei secoli del dominio veneto. Onde rari sono gli origi-
nali 0 gli esemplari degli atti diplomatici e delle leggi, prima
del 1200, e per ciò manca ogni guida neir oscura storia delle
origini e dello svolgimento della nazione.
Gli usi, le costumanze, la tempra morale dei veneziani,
le loro gesta civili e politiche, il linguaggio, in quel lungo e
importante periodo, ci souo perciò poco meno che ignoti. Né
valgono ad illustrare quella oscura storia, frasi e denomina-
zioni sparse nel testo farraginoso degli antichi istrumenti
privati, che custoditi gelosamente nei chiostri, sfuggirono
agli incendi e alle dispersioni.
La nitida scrittura e la forma regolare e legale delle
carte venete-, del secolo XI e dei precedenti (quale possiamo
riconoscerla dagli esemplari di esse) attestano il grande pregio
in cui si teneano i documenti publici, che si conservavano nel
Palazzo Ducale e nel Tesoro della Basilica.
A ricomporre tuttavia, per quanto è possibile, la storia
primitiva di Venezia e dei Veneti, si dovrebbe risalire alle
inscrizioni del periodo romano, sparse nelle città della Terra-
ferma; alle monete imperiali ed autonome; alle più antiche
carte di materia politica e giuridica, orìgmah\ o trascritte nei
volumi detti Paitt e nel codice TrevJsaneo.
Le scritture private, che formano parte degli archivi dei
conventi soppressi dalla Repubblica veneta o dal primo Regno
d'Italia, anteriori al 1100, sommano a circa trecento; e sono
in parecchio centinaia quelle del secolo XII.
Fino dai tempi rcmtjti il Governo e i cittadini usavano
di far estenderò nitidamente e con tutte le forme legali, i propri
atti. Non v' avea certamente difetto di notai e di cancellieri.
.■Vlcuni decreti dell' antico Maggior Consiglio [cwiciwie), giunti
fino a noi in originale, sono aoUoscì-itti dal doge, da magistrati,
da gran numero di maggiorenti e di popolani. Ogni tenue
cedola è segnata almeno da due testimoni. Sono scritture re-
golari, alcune splendide e gentili per venustà e dolcezza di
linee.
Orso, vescovo di Olivolo, nel suo testamento del febbraio
853, lascia alla èasiìiea del beato Lorenzo di Venezia, alcuni
eodici (liói'os eorisrrip^).
Nel 1013 Giovanni e Domenico di Martino Falier danno
al monastero di s. Michele arcangelo di Brondolo, la chiesa di
B. Benedetto, e fra gli oggetti che le appartengono, sono indi-
cati tutti i li&ri grandi e piccoli, dhiìvmli e noUumali. In carte
del secolo XIll è cenno di qualche òi5liolera.
Già anticamente s' invigila sui falsari, e si sottopongono
ad esame grafico, i Òreri notarili.
Il doge Enrico Dandolo nella sna jìromiss'orìe. del 21 giu-
gno 1192 (il più antico capitolare dei dogi rimastoci) giurava:
« De universis chartulis falsis que nobis estense fuerint, stu-
» diosi erimus {ad earum excerpHoTiem) faciendam secundum
» usum patriae nostrae. »
Un Pietro Fmnm., cappellano di s. Marco e notaio, viene
deposto dal suo ufficio, solenìiemente, nel giovedì santo del
1164, da Michele Bonoso, per ordine del doge Vitale Michiel
IL '. Addì 15 luglio 1224 si fa obbligo al doge di far giu-
stizia delle carte false '. E vi hanno casi parecchi di tali giu-
' CIÒ 6 rÌMinluto lo an documento de
fhìi'ìo del convento dì S. Zaccaria.
"> De chartulis qae ìnveniuntur taìee,
(■dendam • libtr pltgioruw Comunii, p !
1178 dicembre, spettante all'or
teoeatur eipreeaim ad Justiciam
2, doc. 256.
dizi. Da ciò il nome di Esaminatori ad alcuni giudici i qnali
ebbero sino dal secolo XII principale incarico di esaminare la
legalità ed autenticità dei documenti, e in prova di essa, di
sottoscriverli.
Per diminuire, ai falsari la facilità di alterare i docu-
menti, l'imperatore Federico II, nel 1231, obbligava i notai
a trascrivere su pergamena i loro atti estesi su carta di
cotone. Il vecchio titolo però di òomÒidne, rimasto nel lin-
guaggio cancelleresco, dice abbastanza che quella legge non
ebbe, né in Sicilia né in altre parti d'Italia, piena esecuzione.
La Republica veneta la decretò, nel 1*291 '. Ma l'uso che
si faceva di quella carta nel tempo anteriore, e che si con-
tinuò in appresso, (u molto limitato. Appena qualche liber-
colo di carta bambagina, e [lOchi volumi che contengono scrit-
ture di lieve importanza, ci attestano che nel medio evo la
pergamena non dominò sola fra noi nel regno della scrittura.
Moltissimi notai avevano sede in Venezia, d'autorità
veneta, apostolica e imperiale. Fungevano presso i magistrati
e nelle cancellerie del Governo.
È naturalo adunque il supporre che da tempi remoti, e
certamente dal princìpio del secolo IX, notai e cancellieri
negli Uffici scrivessero regolarmente leggi, termÌ7ta:Ì07ti, pro-
cessi, atti diversi, e li ordinassero, costituendo cxtsì collezioni
ed archivi. Già il cronista Andrea Dandolo \ scrivendo d'un
incendio al quale soggiacque nel 1200 il Tesoro attiguo alla
Basilica di san Marco, accennava che « reliquias plures et
(lucalia privilegia concremavit. »
Tuttavia, volendo scrivere la storia degli archivi veneti
sulla base dei documenti, non possiamo risalire a tempo ante-
Pletto ZloDi doge, nel mese di luglio lfiS6 fece inwHvero nel Mei- pic-
ftoriiiH (doc. 397, e. 47 t.) d'aver comandato al pudici del Proprio e ni loro
notalo, di Don rilasciar ad Ola Gritti di a. Giustina, alcun eeemiiliire di certo
carte dtk essa osate in giodiilo, o dlchìBrato dai oottà/alst.
• Magg. Cena. 3 marao 1291. Libro d'Oro, II, UO t.
' Codice già della libreria Tlepolo poi del fti conte Girolamo Dandolo
ora collocato nel Museo Ciiico di Veneiia. V, a. e. 103.
d
riore al 1200. Io quel secolo cbbei-o hiogo le riforme più
importanti dello Statuto, ad opera di Ranieri Daudolo, vice-
doge del padre Enrico; poi del doge Jacopo Tiepolo e dei
successori; vennero ordinate le leggi, regolata la materia
cancelleresca degli Uffici, poeto ordine insomma anche alle
parti secondarie del congegno governativo.
Perciò la Signoria, cioè il Doge e i suoi Consiglieri,
stabilirono, che si dovesse tener ricordo di alcuni atti diplo-
matici ' e delle cauzioni prestate al Governo per oggetti
diversi, in un volume detto liber Cojnunis^ o dei pieggi [ple-
giornm), pregevole registro che per isfortima abbraccia un
periodo assai breve (1223-1253)'.
II.
Volumi antichi.
La legislazione veneta degli archivi, come quella degli
altri Stati, rjsguarda la costituzione delle serie dei documenti
e degli archivi speciali; l'ordinamento, la custodia e T ammi-
nistrazione di essi.
Della consistenza e delle vicende degli archivi veneti
ne' tempi antichi , poche notizie giunsero fino a noi. Solo è
dato supporre che, trasferita in Venezia la sede del Governo,
■ Al presente te oarU dlplom&ticlie aciolle (Atti) o riUDlte in Tolumi nel
R. Areli. Gen. di Veoezìa, sono coordinai in sei serie-, 1.° dei Poeta; 3." Atti
diplamatici, lecoads serie: 3," Atti diplomatid restituiti dal Goveroo Austriaco
nel 1668; 4." MiscellaDea manoscritti; 5° Miscellan a codici; 6.° Miscellaneu
codici restituiti dal Gov. Austr. nei 1B69. Ora. si sta uoificando tntte queste
^ In un inventario antico degli archivi castoditi nella « Secreta » oltre
SI volumetto delle « pieggiarie et altro, 1222 » se ne trova segnato colla lettera
■i UBO che comprendeva il periodo 1511 - 15^1.
Del liter iiìegiorum, 1223-1S53, liB cominciato a pubblicare il regesto il
talente ufficiale nel R. Arch. Gen. di Venezia signor Riccardo Predelli. nel pe-
riodico " Archivio Veneto » del 1872.
Io es o n e. 41 t. e 44 t. si trovano elenchi di documenti diplomatici af-
fidati ad inviati ad Acri e a Boma.
si provvedesse a raccogliere e a conservare con cura i docu-
menti public! e i privati, nel palazzo del doffe, nei loCrali ove
teneano ragione i magistrati, e nei conventi. Infatti l'esi-
stenza (li archivi o collezioni di volumi e di ruotoli, ci è
attestata dalle stesse serie dì elidici nei quali sono trascritti
i docnmeuti piii importanti di politica, dì diritto internazio-
nale, di Governo, quali nel secolo XIII i ■paUÌ e i commemo-
ì-iali. E nelle leggi del secolo medesimo troviamo ricordo fre-
quente di capi-lalari dei magistrati, di volumi dei loro atti
per esteso e per estratto, n in mòrica ; di leggi in esemplari
moltiplici; e di tutti quegli amminicoli cancellereschi ai quali
non si può pensare, se non si abbia prima bene ordinata la
materia degli Uffici.
Nel 126(j (30 giugno) il Maggior Consiglio decreta che
tutti i decreti o consigli (consulta) autentici, debbano venir
trascritti, onde se ne abbia un esemplare anche nella Qua-
rantia. Nel 1271 (26 agosto), e nel 1292 (25 febbraio ' ),
che gli Avogadori di Comun restituiscano i documenti, dopo
usati nelle discussioni, tengano nel toro Ufficio un libro nel
quale si notino le accuse, le testimonianze, le cause da essi
placitate in Maggior Consiglio, le leggi e le correzioni. Do-
vevano restituire le sentenze ricevute da qualche magistrato;
se ne volessero far uso ad agio, ne domandassero una copia.
Nella fine dello stesso secolo Xlll (decreto 1291, 3 marzo
citato) veniva imposto agli officinli all' arwar di trascrivere,
.«( pergamena^ lo cifre degli aeerì del Goeenìo: <•. id quod
receptiun esset per predecessores suos, >■ note che erano pri-
ma registrate su carta di bambagia. Ma la leggo più impor-
tante, ò dovuta al doge Giovanni Dandolo, che sebbene cre-
duto fautore del popolo, mostrò di volet sopratutto In rego-
larità la disciplina e il buon governo. Addi 27 ottobre 1283
{M. C, Comvne /.), egli publicava un decreto nel quaJf, dopo
aver accennato cBe le leggi si trovavano allora disjierse in
dieci lOri, dice che per procurare chiarezza nei giudizi e
' M. e. Bifron» e. 21 e 81 t.
nell' amroinistrMione, egli aveva, per autorità del può Consi-
; ffUo minore e del maggiore, eletto cinque patrizi affine di
por ordine a quell' oscura e confusa collezione.
Giacomo Querini, N icolò Milani, Marco da Canale, Lo-
renzo Belli ed Enrico Doro, furono incaricati di quella compi-
lazione e della scelta. Aljolirono alcune leggi perchè cadute in
disuso, scelsero fra altre affini, le più acconcie, fecero corredare
i volumi di rubriche. R i volumi furono dapprima due: uno
detto Còmum I. l'altro Coiuune II; gli altri recano titoli can-
cellereschi capriccioei e bizzarri.
Ma rubriche cartacee dei consigli esistevano già prima '
. come dice il cronista Dandolo, anche liÒrì di leggi. E di
questi il Fraetus (1240-1282), che contiene molte parti can-
cellate dagli scrivani d' ordiuo del doge, e (T altri a ciò eletti, e
che si ebbe probabilmente a guida nella nuova compilazione
del 1283.
Neir archivio dell' Avogaria di Comun si trovano altri
volumi delle leggi del Maggior Consiglio trascritte su perga-
mene in folio massimo, dal principio del secolo XIV in seguito.
Altre copie dei volumi del Maggior Consiglio furono fatte nei
tempi posteriori ',
' Per es. una contiene Ih indicazioni dei consigli (parti o deliberazioni)
I I. A tulto CCCLXXU dal 30 Inolio 1S68 al 28 dicembre 1S69,
* Qui abbiamo biso^o di ripetere che in queate indicaxioni vediamo benis-
30 tntta la via che sarebbe da percorrere per giungere alla necessaria esat-
ta, ma nellu brevità del tempo ci è Irapossibple fare di più. Qaeeki libru è un
t>rìmo faggio, cbe nessuuo può (ìtrcl culpa dì aver, per dovere, tentato.
Lo serie dei volumi delle doliberazigni del Mag^or Consig-lio souo tre :
1. aulica, conh-mporanea in parte alle minute. È coatituitn di 12 volumi
idi cui ntio 6 tioppio. p. Hi custodiva gifk Biiticamente, come adesso, nella Can-
celleria Secreta). Eccone i nomi ;
OpBiun« /. 123S-13B2 ; l'vmuKe I, altro esemplare con documenti meno aa-
lichlemoltl cancellati; fomunt II. 1248-1282; Freeliit 1240-1282 Luna Za-
I mtla Pilotua 1288-1299; bagnai et Capi-iromun 1299.1808; PfesliiUr 1308-1318;
' CUriemé titXUi 1316-1318: /'rcnMt> 1318-1325; Spirilus 1325-1349; iVat>«ffa
I3S0-1S84: Salnn,u> 1349-1378.
Ai volume Nosella fìi segulbi la serie degli originali appartenenti all'ar-
chivio pifoprio del Maggior Consiglio, nel quale si custodiscono anche gli eeem-
Sotto il principato dello stesso doge Giovanni Dandolo,
il Maggior Consiglio stabiliva (1291,18 dicembre) che venisse
istituito un libro nel quale fossero trascritti i prirìlegi, i patti
e tutte le carte delle giurisdizioni dol Comune, Ma quel codice
non può essere il prezioso liòer Alòus. che contiene special-
plari dei vr>lumi : Luna ; Zanata ; PìIosue ; MagnuB et Capricor. : Preebiter ; Cle-
ri(.-U3 clvlcus ; Fronesis : BpiritUH ; NoTetla.
I volumi orì^Duli «odo: Leona 1384-141S; Urta U15-U54; Begina
1455-1419; Siella 1460-1502; Dedit 1503-1521; Diana 1522-1536; NoBut
1537-1551 ; Jìocea 1552-1565; Jnnelut 1566-1574 ; Angtiu» 16G&-77; Frlgeriut
1571-1588; flarianui 1588-1600; Firul 1601-160(5 ; ^«/efniu» 1607-1S16; Ar-
cangclus 1617-1624; (J(/uAuwt(j primujr 1625-1630; 0»oioni«./fii«» 1625-1630;
Padavinut 1631-1039; Marcia 1640-1647; V^anolus 1648-1657; Ballannut patir
1658-1669; Ballarinu» Jilitti 1670-1686; Miina 1687-1696; Su>eneUUM 1697-
1704; nacenti 1705-1716: Fieforifl 1717-1722; Catnlia 1723-1731; Jaannet
1732-1747; Sarlolinut 1748-1761; Colombo 1762-1779; Gabrifl 1780-1793.
Inflno n^ir archivio dell' Avogaria di Cotnat] si custodiEcoiio 1 aeguenli
reeistri delle deliberazioni dello eteseo Maggior Consiglio, in esemplari del
secoli XIV .XVn ;
S./ron>
- 1232
a Aprile -
1300
Gennaio
Cerbtrui
- 1282
28 ApJBto -
1299
12
Uagnut
- 1294
3 Dicembre -
1308
20
Agosto
Neptunut
- 1312
6 Magtrio
1324
26
Aprile
Srutut
- 1324
27 Aprile -
1334
11
Febbraio
Pktlipieui
- 1335
5 MarM
1349
7
Aprile
Spirti tt*
- 1371
6 MflftBlo -
1442
29
Sett«mbre
Fabrieiut
/ - 1634
28 Mano
1631
31
Ottobre
Fabrieiut
// - 1«S1
10 Novembre -
1712
7
Aprile
A
- 1309
-^
1418
31
Mario
C
— 1415
12 Gennaio —
1464
Ottobre
D
- 1464
25 Noveiribre —
1504
10
Febbraio
B.
- 1496
21 Agosto —
1702
26
Agosto
F.
— 1424
6 Mono —
1578
28
Febbraio
e.
- 1553
7 Novembre -
1569
19
Agosto
1.
- 1611
9 Settembre
1119
4
Maggio
p.
- 1324
3 Agosto -
1545
2
Marzo
r.z
- 1647
C Novembre —
1643
6
Febbraio
Baemiilarì moderni delle deliberaxion) del M. C. si conservano ancbe presso
r archivio della <' Compilaxìone delle leggi v Lo studioso farà bene a con-
sultare, al bisogno, tutte le serie antiche.
*
mente le copie dei trattati fra la Republica e 1' Oriente , come
il liòer Blancus ooinpiende quelli coli' Occidente. Perchè al
hber Alhìts precede un decreto, senza data, ma del doge Andrea
Dandolo (134^1-1354) dio dà ragione dell' opera. I documenti
più anticlii trascrittivi sono delia seconda metà del secolo IX.
Sulla fine del secolo SUI, o nei primi anni del successivo,
furono intraprese due collezioni preziosissime: dei Patti e dei
ComniemoHaU.
Abbiamo dettocheidocumenti originali dei rapporti politici
di Venezia cogli altri Stati, furono custoditi dapprima nel Te-
soro della Basilica di s. Marco. In seguito nel palazzo ducale e
(quando fu institiiita) nella Cancelleria Ducale (Sez. Secreta).
Molte carte originali, relative specialmente alla Basilica, rima-
sero nell'archivio dei procuratori di S. Marco de sufra. Per in-
curia di questi deperirono, fino a che nel 1636 l'abate cassinese
Fortunato Olmo ebbe incarico di toglier dal lezzo in cuigiaeetam
le carte ancora integre, e di ordinarle, L' Olmo collaborava con
altri ufficiali nella Cancelleria Secreta, e compilò nel 1647 un
« Direttorio et arte per intender le publiche scritture » ecc.,
Ubro del quale parleremo, e eh' era, pei tempi,, di molta erudi-
zione. Nel 1642-43, addi 7 gennaio, l'Olmo presentava ai Pro-
curatori de stipm una relazione del lavoro quasi terminato, e
chiedeva un compenso che pare gli si volesse negare, perchè il
di/eOo preso jtella visione di tante belle scritture, dovesse valergli
per pa//mìiento. Egli compilò t'inventario di duecento e piiì
«crittnre pubbliche, di quasi altrettante della Procuratia, e di
tremila e più volumi o filze.
« Ridotto che sia il negotio a perfettione (così scriveva il
» Dall'Olmo), potranno l'Eccellenze Vostre lllustrisaime insti-
» tuirc una Cancelleria o officio per dar le copie di testamenti
» e scritture che vi saranno in numero grandissimo, a partico-
» lari interessati. ...»
Le carte pubbliche più antiche, coordinate da lui, furono
poscia raccolte in due volumi consegnati alla Libreria Publica,
ora Biblioteca Marciana, e assunsero i numeri LXXI e LXXU
della claase XIV latina.
Quei documenti sono fra i pochi antichi originali di Vene-
zia che ci rimangono '.
Un provvedimento che rende benemerita della storia la
Republica di Venezia, è l'uso di far trascrivere dalle filze o
dagli originali le carte più impoj-tanti, su volumi pergaraeni, in
nitida scrittura e con abbondanza di rubriche e d' inventari
particolari e generali.
Sul dorso delle carte originali si scriveva un numero
romano entro un circoletto, p. e. (cLini), oppure un segno
convenzionale.
Poi si copiavano in volumi, e si corredavano d' inventar!.
Sulla pergamena o carta originale si notava la registrazione
eseguita (Veggasi, p. es,, il codice 428 della Miscellanea Codici
nel R. Archivio generale, eh' è un inventario di carte diplo-
matiche relative a Stati diversi, eoa note circa la trascrizione
di essi nei Cbnimemoria/i, segnate sugi' involucri che li copri-
vano).
I libri ilfiMus ed alòvs, i sette libri dei patti, quelli di
Trieste, di Ferrara, e di Cremona, negli ultimi tempi della Re-
publica Veneta erano considerati come collezioni stanche.
Non v'ha un ordine esatto nella serie dei documenti che
■ Dell' iaventario del Dall'Olmo ai conserva nel R. Archivio Geaerole
fra carte di materia archiristica, uno minuta: » 1641, 3 dicembre. "
Gran parl« di quei documenti andò nuovamente confusa e Di trovata uet
IBIS sotto il tetto della Baaillcn, «opra la secutidu arcate delia facciata prin-
cipale verso l'Orologio, ed In una Bufflttit o piombi del palano ducale, sopra
il locale già di reaidenis della (tuarantia flvii nopd. Trasportati allora Del-
l' es convenlo di S. Giovaiini Laterano dov' era collocalo 1' Architio Notarile,
la I. R. Proaura della Corte di Appello oomiai) una commissione, composta
dj Girolamo Romano, ordinatore ilell' Archivio Giudliiorio, Marco Solari com-
mesao dipendente dell'Archivio poi i lieo- go vernali vo, Filippo Mademi viceooD-
aervalore dell'Archivio Notarile, perchè aeporasBero i documenti notanti da
quelli jxililici. La separazione fu eseguita senza criteri sdenUAci. Vennero
consegnate all' Archivio Notarile carte spettanti all'Archivio politico, perchè
Cline (rome quasi tutte le carte publiche] da nalal. Bd ora sono oonaervate
nel R. Archivio Nnterile (specialmente nella Casaclla 1. notai antichi, dal
1038) e oeir Archivio Generale {Vueali rd alti diplomatica). Si può leggere
in propofllte il rapporto del Moderni alla Procum di Appello al N. 023, del
l'i agosU 1814, Arch. Proc. di App. — uel R. Ardi. Gener di Veneiia
- 15 —
vi furono copiati. Approfittando di alcune carte vuote, s' intro-
dussero nei volumi scritture e memorie diverse ^.
V hanno parecchi indici dei patti ^. Ma il più accurato
e nitido è un inventario compilato nel 1538, nel quale i docu-
menti sono notati per regioni, provincie e tempi ^.
GP indici, estratti dalFesemplare dei Patti, che si conserva
ael R. Archìvio di Corte e Stato in Vienna, furono publicati
dal Thomas nel 1855 *. Quella copia fu eseguita nel secolo
XVII, e venne ceduta al Governo Austriaco per virtù del trat-
tato intemazionale 14 luglio 1868.
Nei CommemMnali si trascrissero dal 1295 al 1787 atti
diplomatici, ducali, bolle, carte notevoli — memx/iràbilia.
Sono trentatre volumi, quasi tutti in gran foglio di per-
gamena ^.
* n liber blancus è un codice in fol. di e. 288, e colla rubrica, 292.
V*ha un elenco dei patti in Buropam ; un indice deUe cose e delle materie,
scritto in inchiostri violetto, roseo, verdastro e nericcio.
— Al liher albus precede, come al blancus, un prologo alquanto letterario
ed enfatico del doge Andrea Dandolo (1343-1354) nel quale è detto : « prìvi-
>" legia, jurisditiones, et pacta sanctissimae urbis nostrae diversis retro tem-
9 poribus a praedecessoribus nostris et nobis honorabiliter procurata, vigili
» perquirente examine invenimus, ea per multa librorum volumina, rerum, lo-
« oomm vel temporum discretione non habita, in certis sed in propriis verius
» sedibus pervagari .... — ea quae ad Romaniae, Syriae, Harmeniae et Cipri
•' provincias pertinebant, in presenti volumine specialiter inserentes. »
Ha rubriche (elenchi) degli Stati di Europa , Asia, Africa, Siria, Fé-
nieia; delle materie e delle cose; è di carte CCLXXV. Tempi, 1123-1348,
cioè dalla creazione del mondo 6656-6827. Da carte 252 a 275 ha vari docu-
menti relativi a Trieste e air Istria. - La Rubrica è comune ai due codici
Blancus ed Albus.
' Per es. un « Index rerum [domi) forisque gestarum in libros ....
pactorum a secretis. » Volumetto cartaceo corroso, che fU con miglior ordine
trascritto nell* indice pergamene dei Patti.
5 Un elegante libricciuolo in 16.° contiene la rubrica, o registro dei patti :
Libellus rerum quae ad ordinem dispositionemque indicis in pactorum libros IX
a secretis ])ertinent veneti Senatus.
* Tafel e Thomas : Indici dei libri Pacta I-VII ed Albus e Blancm nel
« Der Doge Andreas Dandolo. » Monaco, 1855.
'* Quattro volumi di « Memorie antiche importanti » possono supplire in
parte al vacuo dei commemoriali, e contengono notizie su « relazioni di Casti-
glia, case regnanti, fortezze, precedenze diplomatiche e cose storiche dei Regni. »
- 16 -
Se ne hanno indici antichi latini ai quali precedono al-
cune avvertenze.
H signor prof. A. S. Minotto ne intraprese un regesto in
latino ^ Nel R. Arch. Generale ne fii cominciato nell' anno
1870 uno in italiano, dall' officiale Riccardo Predelli, e si con-
tinua.
Anche dei Commemoriali fu curata dalla Republica Veneta
la trascrizione ; ma non fii portata più oltre al voi. X e al 1417,
sebbene l'importanza di tale opera si facesse di frequente
sentire.
Per esempio Nicolò Contarini, sopraintendente alla Se-
creta, nel 3 dicembre 1626 proponeva un compenso ad Alvise
Zancaruol e a Giorgio Porro i quali per decreto del Consiglio
dei Dieci avevano trascritto alcuni volumi dei Commemoriali,
eh' erano ridotti in lettere cadenti^ corrose e quasi qf atto inintel-
ligibili ... « Essi hanno fatto grande opera » e il decreto del
Consiglio Eccellentissimo « è stato veramente degno della
» sua gran sapienza; perchè nelli libri che si procura di ritor-
» nar alla luce e levarli dalle tenebre .... si contengono
» molte singolari preheminentie della Republica, molti attestati
» di papi, imperatori et altri principi delle opere egregie de'
» nostri maggiori, molte deliberationi di gran momento di
» Consigli, giurisditioni confessate da Pontefici, molti privi-
» legi, molte ragioni che tiene il Serenissimo Dominio in
» molti paesi e città ; e pur queste cose tanto pretiose erano
» sotterate nell' oblivione ...»
^ n prof. Minotto diede notizia del suo lavoro nella memoria « I Com>
memoriali deirArohivio Generale di Venezia » eoe. — Venezia, tip. Visentini,
1S67, 8." '.Atti deir Ateneo veneto, voi. Ili, punt. 3). Ha poi cominciato la
pubblicazione dei regesti : « Acta et diplomata e R. Tabularlo Veneto, usque
ad rfoedium saeculum XV summatlm regesta : « Documenta ad Forun^ulii
Patriarcbatum Aquilejensem, Tergestum, Istriam, Goritiam spectantia ; voi. I,
sect. 1. Venetiis, Cecchini 1870 ; id. ad Belunum, Cenetam, Feltria, Tarvi-
sium spectantia, voi. II, sect. 1 e 2 ; id. ib. 1871.
17 -
III.
Capitolari di magistrati.
Abbiamo detto che V esistenza dei capitolari dei magistrati
nel secolo XIII e prima, è documento della regolare ammini-
strazione del Governo e dell' esistenza degli archivi. Perchè in
quei volumi, che comprendevano dapprima soltanto gli obbli-
ghi del magistrato, coordinati in un tutto completo, si tra-
scrissero in seguito, per esteso, i decreti dei Consigli o di
Uffici superiori; sicché da ultimo, moltiplicati in numero fino
a costituire serie copiose, si cangiarono in altrettanti volumi
della legislazione generale o speciale ad un ramo di ammini-
strazione Ora è agevole dedurre da queste pratiche di ordine^
anche queir altra e fondamentale di raccogliere e coordinare i
documenti, senza di che sarebbero riuscite inutili le collezioni
delle leggi, ed impossibile ai magistrati di giustificare la pro-
pria gestione.
A far capo dal secolo XIII noi troviamo raccolti nel liòer
plegionim alcuni di quei capitolari p. e. degli elettori dei Capi
di contrade e dei consiglieri di Venezia (doc. n. 703 e 704).
Nella fine del secolo stesso, i decreti del Maggior Consi-
glio ci ricordano per esempio i capitolari :
dei msdomini al fontego dei tedeschi (1284, 8 luglio, M. C.
Luna 39);
degli elettori (1286, 20 agosto, Zaneta, 15) ;
dei msdomini da mar (1287, 11 nov., 36 t.) ;
» ìnasseri alla moneta d^ argento (1287, 15 nov., Zaneta, 37 t.) ;
» consoli dei mercanti (1287 16 die, Zaneta, 38 t);
» signori di notte al Crimin/il e dei V allapace^ corretti (1290,
4 magg., Zaneta 74 e 1291, 17 marzo, Pilosus p. 8);
degli officiali sopra F armamento (1291, 3 marzo, Pilosus, 7 t.);
» » » Rialto (1292, 27 sett., Pilosus, 24 t.) ; •
dei Consiglien^ del quale già citammo uno precedente (1292
15 genn., Pilo^s, 26 t. ) ;
» visdomini alla l'emana (1292, 14 fcbbr., Pilosus, 27 t.) ;
2
~ 18 -
degli officiali alle merci (al commercio) del Levante (1292, 26
febb., PHosus, 28) ;
dei gitidici del Procurator (1294, 1 ed 8 agosto, correzione del
capitolare, Pilosus, e. 43 t.) ;
Capitolare degli iifflciali al frumento (1296, 13 nov. Pilosus
e. 65, t.).
» Cancellieri (1317, 16 luglio Clericus civicus, e. 110 1.);
Cotesti capitolari erano in fascicoli di poche carte, o in
ruotoli.
Parecchi di essi ci pervennero nel medesimo esemplare
antico ^ Furono riformati nel 1376.
IV.
Registri antichi di vari magistrati.
Nel secolo decimoterzo tutti i magistrati veneti avevano
certamente registri dei propri atti. Troviamo, come dissi, nel
1270 *, fatto obbligo agli avogadori di Commi, di registrare
in un volumetto tutte le accuse, le testimonianze, le cause pia-
citate in Maggior Consiglio, i consigli o decreti, e le correzioni
di essi ; nel 1285 ^ ai camerlenghi di tener nota in un libro,
degli argenti, dei tappeti, delle sete^ e d' altro che non fosse
denaro, e appartenesse al Comune. Nel 1291 * si fa aggiun-
gere al capitolare dei consiglieri, che si scrivano in un volume
come accennammo « omnes jurisdictiones Comunis Vene-
» tiarum , et specialitor Ducatus^ et omnia privilegia que
» faciunt ad jurisdictionem Comunis Venetiarum ». Altri do-
* Sono raccolti in un volume (Miscellanea Codictf Arch. Gen., cod.
133) e no fa publicato 1* elenco nel « Doge di Venezia » di B. Cecchetti
(Venezia, Naratovich, 1864, p. 85). Ora si aggiunge il titolo di alcuni altri
che esistevano nel secolo XV e nel principio di questo secolo, e che anda-
rono dispersi. (Veggansi in fine i documenti sotto il N. I).
« 1270, 26 ag. M. C, Bifrons, 21, e a t.
5 1285, 3 marzo, M. C. Luna e. 54 t.
♦ 1291, 18 die. M. C. Pilosus e. 16 t.
-- 19 -
cumenti congeneri vengano copiati per autorità del doge, e
dei Consigli minore e maggiore ; i consiglieri curino che siano
conservati. Quindi abbiamo memoria di registri e quaderni
dei lasciti a favore del Governo * dei visdomini da mar '
dei salinieri di Chioggia ^ di commissioni ai rettori ^ del
resto rilasciate ad essi su ruotoli di pergamena in tempi ben
anteriori.
Presso i Cingile alla pace si tenevano tre registri, due dei
èanditi^ ed uno delle sentenze^ tutti di ufta identica copia. Sor-
gevano perciò dubbi, per correzioni eseguite nell' uno e nel-
r altro no. Nel 1340 ^ il Maggior Consiglio stabiliva che se
ne istituisse uno solo per le sentenze e pei banditi.
Nel 1358 6 s' ingiungeva a due camerlenghi, coli' aiuto
di due scrivani, di registrare le cedule di assegno di danaro,
scrivendovi su V anno e il giorno del pagamento.
V aveano fin dal 1319 ^ presso la Quarantia registri dei
patrizi che aspiravano ad entrare nel Maggior Consiglio prima
dell'età normale, mediante il sorteggio e la grazia estratta nel
giorno di s. Barbara, — cioè della òaìla (f oro. I procuratori di
s. Marco de citra e de ultra tenevano inventari dei beni dei de-
funti, e quaderni *; i registri di carico e scarico dei metalli
(rame^ stagno^ ecc.) i visdomini da mar. ®
Un notaio era deputato « ad scribendum rectores et offi-
» ciales et alios qui eliguntur tam ambaxatores, et de Consilio
» Rogatorum » *^ e un secolo dopo si instituiva un volume
da custodirsi nella Cancelleria Ducale, per registrarvi le date
* M. C. 1293 17 maggio. Libro d' Oro H. 139.
< M. C. 1289-90 12 gennaio m. v. Zaneta 69.
3 M. e. 1289 ult. febbp. m. v. Zaneta 70 t.
* M. C. 1292 4 ott. Pilosus 24 t.
="• 1340, 6 genn. m. v., Spiritus e. 113 t.
« 1358, 21 sett. M. C, Novella, e. 64.
' 1319, 25 nov. M. C, Fronesis, 27 t.
» 1322, 20 febbr. m. v. M. C, Fronesis, 104.
9 1324, 10 febb. m. v.^M. C, Fronesis, 148 t.
*« 1437, 14 sett. M. C, Ursa 114 t.
- 20 -
delV entrata e dell' uscita di carica dei rettori \ Non occorre
far rilevare V importanza di questi volumi per compilare la
serie dei magistrati ordinari e dei rettori nello Stato; i super-
stiti corrispondono ad una matricola del personale. Aveano
anticamente capitolari e registri gli vociali agV imprestidi '.
Nel 1412 3 il Consiglio dei Dieci istituiva un quaderno
pergamene per alfabeto e con rubrica, nel quale si dovevano
iscrivere i nomi delle persone « de quibus Consilium habebit
» agore per denuncitm vel accusationem factam » e le deli-
berazioni rispettive. Ordinava che fossero rubricate le scrit-
ture e i processi esistenti nella cassa superiore della Quaran-
tia; né si potessero aprire le casse dove si conservavano le
carte del Consiglio dei Dieci se non presenti due dei capi che
ne avevano essi soli le chiavi. Un libro delle denuncio s' isti-
tuiva nel 1442 « cum nomine denunciantis. » *
< Altri volumi antichi dei Reggimenti e dei Consigli (libri ofQciorum
re^minum et Conslliorum) avevano i titoli segruenti:
Universum vetus, 1456-74; —Universum novum, 1475-92; —
Offlciorum vetus, 1492-1523; — Offlciorum novum, 1523-1536; -
Bulletinorum P., 1472-90; II, 1491-1524; III, 1524-1536; —
Regiminum vetus, 1492-1523; novum 1524-1536; —
Introytus Regriminum, vetus I, 1437-91 ; II, 1491-1524 ; novum, 1524-36 ; —
Consiliorum vetuSy 1492-1521; novurn, 1522-1536.
^ I. Capitulare dominorum de super imprestitis (Hubeus parvus), di e. 37,
1255-1346, 21 febbr. m. v.
II. Coeruleus (nobilium virorum dominorum officialium imprestitorum)
Coerulei nomen assumpsit iste. Prima data, 1255, 1 agosto — 1450, 18 mag-
gio; di e. 37.
III. Niger tnagnus, docum. dal 1254, 29 die. — 1529, 17 marzo con copie
di leggi, e con note del sec. XVI, dal 1171, di e. 74, alcune non scritte.
IV. Rubens magnus, 1447, 9 luglio — 1520, 8 genn. m. v., di carte 148.
V. Conditiones capital ium imprestitorum de ratione montis novi solum-
modo, et erit cathasticus primus montis novi; 1482, 26 sett. — 1498, 5 otto-
bre; di e. 98.
VI. Niger parvus vocabitur iste. Contiene parti del Senato e del C. X.
intomo gr imprestidi ; di e. 35.
VII. Suhrubeus parvus nomen istius erit. — Parti del Senato, 1509, 21
settembre; — 1533, 14 marzo; di e. 39.
3 28 settembre. C. X. Misti reg. 9, e. 93.
4 31 agosto, C. X. Misti reg. 12, e. 115 t.
- 21 -
V.
Volumi antichi
del Maggior Consiguo, del Collegio, del Senato
e della Quarantla Criminale.
Se è da deplorare che, tranne poche e ben note costituzioni^
quali la prima legge criminale e la prima annonaria, manchino
i più antichi monumenti della legislazione veneta, non è mi-
nore il danno che viene agli studi dalle lacune nelle serie degli
stessi archivi che il tempo ha risparmiato. Possediamo però la
collezione completa delle deliberazioni del Consiglio maggiore dal
1232 al 1797. 1 primi volumi, come accennammo, sono il Co-
mune I e II, nei quali i decreti si trovano coordinati sotto la
classe dei magistrati ai quali hanno attinenza. I titoli sono
trascritti nel principio a modo di rubrica, e riportati sopra la
copia di ciascun decreto. Negli altri le parti o leggi sono
disposte in ordine di tempo.
Presso parecchi magistrati veneti, si notavano atti o ri-
cordi diversi, in volumi detti notatarìi; contengono le scritture,
a così dire, del giorno. Marino Sanudo ci lasciò di suo pugno
un volumetto cartaceo (di e. 38) che comprende estratti di
notatorii di Collegio 1291-1393: Notaòilia in notatorio rosato^
rosa^ secando, tertio, quarto^ sexto^ 7.'"' antiquo^ 9^ — Forse furono
estratti da una serie particolare, o meglio, da quella delle con-
sulte del doge coi consiglieri^ non della Signoria e dei Savii cioè
del Collegio ; perchè la instituzione dei notatorii di Collegio fu
decretata soltanto nel 1318 * e il primo volume, pergamene,
comprende il periodo 1327, 3 marzo 1333, 23 novembre.
Segue in antichità e in grado gerarchico alla serie di
quei volumi, quella dei Misti del Senato « continentes res
« terrestres et maritimas. » Erano sessanta; i primi tredici
1 2 luglio M. e. ClericuS'Civicus, e. 153 t.
- 22 —
andarono bruciati ; contenevano gli atti dal 1293 al 1331 *.
La denominazione di quei volumi, la cui serie si arresta al
1440 (pari nel titolo alla più antica dei decreti del Consiglio
dei X) è appropriata alle materie diverse che vi si compren-
dono, relative ai dominii di Venezia, del Dogado e di una parte
della Terraferma, o del Levante, dell' Istria e della Dalmazia,
di amministrazione generale, o politica.
Circa un secolo prima che si abbandonasse la serie dei
Mtsti^ cioè dal 1345 si cominciò a trascrivere in volumi se-
parati, e segnati con lettere di alfabeto, alcune deliberazioni del
Senato in materia secreta, dette perciò Secreti. Ma la col-
lezione generale dei registri pergameni {numerales) comincia
soltanto dal 1401 '; essa corrisponde dal 1510 al 1630, colle
filze delle minute ^ La serie alfabetica era di diecinove vo-
lumi, detti liòri alfabetici ^ che contenevano decreti di materie
^ Essi comprendevano i documenti degli anni seguenti:
Libri Rogatorum comunes in bombicinis, primus, 1293 aprilis ; —
secunduB, 1303 martii; — tertius, 1307 julii; — quartus, 1313 febr. ; — quin-
tus, 1317 maii; — sextus, 1320 aprilis; — septimus, 1322 martii; — octavus,
1824 aprilis; — nonus, 1325 martii; — decimus, 1326 octobris; — undecimus,
1838 28 maii; — duodecimus, 1329 martii; — tertiusdecimus, 1330 martii; —
quartus decimus, 1331 martii ; —
JBxtra in membranis, RogatoTum
XV 1832 martii eto.
— Per un caso curioso, ci resta parte del primo dei suddetti libri, cioè
da e. 101 a e. 193 (ultima nella rubrica) e recto 194. Veggasi, circa altri
Yolumi antichi perduti, il documento li in fine.
^ Il primo comincia: Liber secretorum Consilii Rogatorum, inceptus in
millesimo quadringentesimo primo, indicione nona, ducante Serenissimo domino
Michaele Steno dei gratia inclito duce Venetiarum etc. diebus et mensibus
inAascriptis. MCCCCI nonae indictionis, die decimo Aprilis — quarto maii
Mccccim.
3 Quello del 1509, 1 giugno, a 21 febbraio, N. XLII era stato deposto
« apud dominos capita Consilii X cum sua filcia de mandato publico. » Ora
manca la filza.
^ Libri Secretorum Senatus alpbabetici (anteriori alla serie 1401-1630).
A, credentiae et partes captae in Consilio Rogatorum et XL." prò facto
Jadrae, 1345ag. —48; (esiste).
B, in Consilio Rogatorum et XL.", 1348 marzo-150 (esiste).
C, » y> XXV Sapientum electorum per Maius Consilium centra
Januam; 1350 febbr. — 52.
- 23 —
particolari. Ce ne rimasero quattro soli '. Abbandonati i misti
nel 1440, le parti del Senato vennero distribuite in volumi
D. in Consilio Ro^torum et sapientum contra Januam 1352 ott. — 53.
B. » » de XXX contra Januam, 1353 dee. — 55;
F. » » » XXV » Januenses, 1355 maprg. — 57;
G. » » Rogatorum et XL." contra regem Hungariae , 135*7
magg. 63;
M. » » » » super facto rebeUionis insulae
Cretae, 1363 nov. 67;
/. » » » » contra Tergestum , 1367 luglio
- 70;
X » » » et Zontae, 1370 luglio — 73;
X. » » » et additionis, 1376 maggio — 76 3 febbr.
(esiste).
Z. bis » » » » 1373-78;
■^. _—_—.__— ^^___ 13 . .
N, 13 . .
0. in Consilio Rogatorum et addicionis, 1384 sett. — 85
P. » » » » 1385 ott. — 86
Q. • » » » 1386 ott. — 87
B. » » » » 1388 marzo — 97; (esiste).
S. » » » » 1397 app. — 1400 febbr.
In fine hujusce libri sunt Statuta Tridenti, non compaginata.
Poi il primo-1401 aprile e la serie continua sino al 1630.
Nel secolo XVII (Inventario della Secreta, 1669, p. 19, Armario XV) non
esìatevano più tutti 1 volumi sopra enumerati, nò i superstiti recavano le
lettere medesime:
Armarlo IV. JLW,
Colto Secondo.
Deliberazioni antiche del Senato segnate per alfabeto.
N. 27 e 28 — 1354 - fin 1359.
A. principia 1335 — aprile — agosto.
è di cose spettanti air Istria.
1345 — agosto — fin marzo 1348.
1348 — marzo — » febbr. 1350.
è anco del Consiglio di XL.
1376 — marzo — fin febbr. -
1388 — maggio — - » aprile 1397.
Deliberazioni secreto del Collegio.
1382 — genn. — fin sett. 1385.
— intitolato Petrus Gradonico : sono lettere
Ducali — principia 1308 sett. — luglio 1310.
Deliberazioni del Consiglio di XL.
1299 — luglio - 1303.
di Pieggiarie et altro come in sommario, 1222.
Pieggiarie -- 1511 — fin 1531.
* A. 1345, indicione 13, mensis augusti.
liber iste continet credentias et partes captas in Consilio Rogatorum et
XL tempore illustris domini domini Andree Dandulo incliti Venetiarum ducis
temporibus infrascriptis, prò facto Jadrae; da XXVIIII agosto 1345 —MCCCXL Vili
XX un marzo.
B.
»
C,
»
D.
»
B.
»
F.
»
a.
libro
H,
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M.
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1
— 25 -
D volume più antico rimasto comprende il periodo dal
1347, 23 luglio al 1370, 9 ottobre, poi all' 8 agosto 1375,
Di recente si sono troyati due quinternetti delle parti suddette da 1352
gennaio m. y. fino a 1354, 23 marzo, di e. 18; e da 1366, 6 marzo a 1366,
15 gennaio m. y. di e. 22.
— Di queste parti alcune che non esistono più nei regristri, si troyano
trascritte in un oodicetto di pugno di Marino Sanudo: « Leggi e processi
criminali antichi, specialmente contro ecclesiastici » 1333 sin 1491; p. es.
alcune relatiye allo sfregio fotto al doge Marino Falier da Michieletto Steno
ed altri (1354, 20 noy.). Da una rubrica che si serba neir archiyio del Mag-
gior Consiglio risulterebbe che nel secolo XV non esistessero più diecisette
dei primi 19 yolumetti della XL.» 1 quali infatti si troyano indicati come
■egne:
Libri Consilii de XL:
Primus — secundus - tercius — quartus - quintus - sextus — septimus —
octayus -- nonus — decimus — undecimus - duodecimus, 1312 decembris —
tertiusdecimus — quartusdecimus — quintusdecimus - sextusdecimus - deci-
musseptìmus, 1326, octobris — decimusoctayus - decimusnonus —
XX, 1333 julii - 1337 martii ;
XXI, 1337 decembris — 1341 januarii;
XXII, 1342 martii - 1343 februarii;
XXIII, 1344 martii — 1347 julii;
XXIIII, 1347 julii - 1352 febr.;
XXV, 1352 januarii (sic) — 1355 junii ;
XXVI, 1355 junu — 1358 julii;
XXVII, 1358 julii — 1361 aprilis;
XXVUI, 1361 aprilis — 1365 febr. ;
XXVIin, 1366 martii — 1370 ootobr. ;
XXX, 1370 octobr. - 1375 aprilis;
XXXI, 1375 noy — 1382 decembr. ;
XXXII, 1382 jan. — 1390 aprilis;
XXXUl, 1390 aprilis — 1397 mail;
XXXIUI, 1397 mali — 1409 febr. ;
XXXV, 1410 martii — 1421 aprilis;
XXXVI, 1422 martU — 1441 octobr.
Nella rubrica suddetta si trovano indicate anche queste serie di registri :
Proposta Majoris Consilij,
1. 1324 aprilis;
2. 1325 may ;
3. 1329 Jung;
4. 13... aprilis;
5. 1288 may ;
6.
7.
8.
9. 1295 may ;
10.
- 26 —
ed è il quaderno XXIV.** andarono adunque perduti i primi
ventitre ed altri dei successivi.
11. 1345
12.
13.
14.
15. 1352
17. •
18. 1358
19.
20. 1363
21. 1366
22. 1368
23. 1871
24. 1375
25. 1378
26. 1382
27. 1385
28. 1389
ms4j;
marty;
septembris ;
deoembris;
matj;
aprilis ;
juny ;
marty ;
ma^;
jtiny ;
noyembris ;
juiy;
29. 1392
30. 1395
31. 1397
32. 1399
33. 1401
34. 1404
35. 1406
36. 1410
37. 1414
38. 1418
39. 1424
40. 1431
41. 1437
42. 1442
43. 1448
44. 1454
45. 1459
ma^;
marty ;
maij;
may ;
augusti;
maij ;
july ;
septembris ;
jaltì;
decembris ;
aprilis ;
marty ;
aprilis ;
mart^;
id.
id
augusti.
decimus, 1391 octobr. ;
undecimus, 1397 decembr. ;
duodecimus, 1406 aprilis;
terciusdecimus, 1414 martij;
quartusdecimus, 1424 novembr. ;
quintusdecimus, 1439 martii;
sextusdeoimus, 1444 martii;
decimus septimus, 1453 mali.
Natatoria (?)
Primus, 1330 septembris;
secundus, 1341 febr.;
tercius, 1344 aug.;
quartus, 1348 decembris;
quintus, 1358 juiy ;
sextus, 1360 octobris;
septimus, 1367 martij;
octavus, 1375 juiy ;
nonus, 1381 nov. ;
Aggiungo infine le note dei reg^istri di Senato^ Incanti di galere e del
primo delle Taglie:
1469, 11 genn. in Rogatis - 1489, febbr. 17.
Liber incantuum galearum a mercato, inceptus ducante Serenissimo Prin-
cipe et Excellentissimo domino, domino Cbristoforo Mauro, dei gratia inclito
duce Tenetiarum etc. di e. 134.
Id. Agost. Barbarigo.
1488, 3 febbr. — 1496, 17 febbr. — di o. 59.
Liber incantuum quartus — inceptus die XXX mail 1525 — 1548, 28
aprile — di e. 105.
Galearum onerariarum incantus.
Liber quintus, duce Francisco Donato, 1548, 31 genn. — 1569, 8 giu-
gno — di e. 59.
Talearum terrestrium et maritimarum excellentissimi Senatus, incipit a
mense martii MDXLUII, duce Sereniss. D. D. 0. Pietro Landò.
1 marzo 1544 — 1547, 28 febbraio m. v.
w^^mmmm'mm^m
- 27 -
VI.
Copia delle leggi in volumi, « compilazione delle leggi. »
Pei tempi antichi, dobbiamo parlare del contenuto degli
archivi, per indurne V esistenza del contenente.
Fu cura del Governo veneto di raccogliere e far estendere
nitidamente, e talora con isplendidezza, le leggi o le determi-
nazioni dei magistrati inferiori, che per V autorità ad essi de-
legata acquistavano vigore di legge. Come volevasi che in
ciascuna adunanza del Maggior Consiglio le cose da trattarsi
fossero raccolte in scrittura * — che equivaleva ad un ordine
del giorno — così, dopo deliberate, se ne moltiplicavano gli
esemplari : tutti i consigli (è come abbiamo detto una legge del
30 giugno 1266) qiie sunt autentica supra palacio., vengano
trascritti, e si conservino in Quarantia come si trovano in
palazzo. Due notai veneti debbano assistere per ciò alle adu-
nanze di quel Consiglio.
Circa alla conservazione dei documenti, si commetteva
la copia delle scritture pubbliche dai registri di carta di co-
tone ' in volumi di pergamena; circa alla epurazione delle
I^gi, era data facoltà e fatto dovere ai consiglieri, di togliere
quelle spirate o cadjite in disuso.
Per cancellare i decreti del Maggior Consiglio, dissueti o
aboliti, si eleggeva un notaio che doveva scrivere sotto di essi,
in nome di chi li aveva cancellati, se per volere unanime dei
commissarii o di alcuni di essi, e tracciare il segno del suo
tabellionato. Anche i commissarii dovevano sottoscrivere, o il
notaio in loro vece, se non sapevaiw scrìvere. ^ Ciò non dà, per
vero, un concetto molto favorevole della cultura di quei sindaci
della vecchia legislazione veneta.
< 1264, 5 luglio, M. C. D' Oro, 1, 58.
« Leggre cit. 1291, 3 marzo, M. C, Pilosus e. 7. t.
3 1280, 3 agosto, M. C, D' Oro /, 193.
- 28 -
Quando a quando il Governo eleggeva correttori delle leggi
e dei capitolari de' magistrati. Nel 1401 * il Maggior Consiglio
incaricava gli avogadori di Comun di cancellare le postille al
margine dei volumi degli statuti (capitolari) delle giudicature
ed ufficila fatte da particolari per illustrazione propria, e decre-^
tava che non se ne scrivessero in avvenire altre.
Nel 1302 5 il Maggior Consiglio decretava : « debeant
colligi in unum omnia statuta, ordines, et Consilia que spectant
ad navilia, ad modum navigandi et ad mercadantiam et de ipsis
fieri duo libri per se » ; uno da custodirsi in Cwrìa majori, l'altro
presso ì provveditori in Rialto (?); e quegli ordinamenti dovevano
leggersi publicamente ciascun anno colà nel giorno di s. Mi-
chele.
Le collezioni dei decreti fondamentali, per ciascun magi-
strato, si formavano gradualmente, poiché i notai dei diversi
Uffici dovevano intervenire alle adunanze del Maggior Consi-
glio, per registrare le deliberazioni spettanti al proprio Ufficio '•
Vi assistevano quelli della Quarantia ; e almeno uno dell' Avo-
garia.
I giudici di palazzo erano obbligati a porre in iscritto le
loro sentenze o ter?ninazimii \ affinchè « semper per scripturam
appareat quod terminatum est. »
Ingiimzioni simili, a volerle pazientemente ricercare, tro-
veremmo fatte a tutti i magistrati, e raccomandata poi loro la
chiarezza materiale della scrittura ^ e da certa epoca, 1' uso del
volgare. — Gli esami o costituti eseguiti nel Consiglio dei
Dieci dal Collegio criminale, è conveniente che vengano estesi
con grande proprietà, perchè siano airintelligenza di tutti. Per-
< 1401, 3 magerio, M. C, Leona e. 115 t.
* 1302, 19 genn., M. C, Magnus et Caprtcornus, p. 41.
3 1304, 17 firenn., M. C, Magnus et Capricornus^ e. 75 t.
* M. C, 1340, 24 agosto, Spiritus, e. Ili t.
•' Il Senato nel 1665 26 agosto (Roano VI, 63 t.) decretava che le parti
estese dai segretari! fossero senza cassazioni, e tutte scritte del medesimo
carattere. Qualunque aggiunta volessero far?i i Savii, sia estesa, prima di leg-
gerla al Senato, dal seg^tario.
_^ M .^-*— w»^ — - ' ■« ■ !■> ^'m L^w»i «j '^ r*
ciò tutti i processi « scribantur de cetero per notarios
huius Consilii in lingua materna^ videlicet in vulgari. * »
Le sentenze, terminazioni ed altri atti si estendano in vol-
gare^ come saranno pronunciati dal giudice '.
Il Consiglio dei Dieci, addì 15 novembre 1486 ' volle che
Zaccaria de Antiquis, e Bernardino de Ambrosiis, due rubrica-
tori della Secreta, per un certo termine, in un libro pergamene
« solicitissime et diligentissime direxisse et suas rubricas et
juxta propriam phantasiam uniuscujusque ipsorum extendisse
ordinatissime et perfectissiìm omnes leges et ordines et declara-
tiones per tempora facias per Conisilia et Dominium nostrum sicuti
iUas habent jam collectas in particularibus libris eorum : et
semper omnia et precipue debeant omnia ordinamenta perti-
nentia ad maius Consilium, electiones et regulamenta illius
scorsimi in eodem libro ita disponere quod in omnem eventum
et casum praesto semper haberi et intelligi possint omnia in
quacumque materia et casu. »
Notai appositi erano incaricati nella Secreta « ingrossandi
literas sécretarum deliberationum Consilii nostri Rogatorum,
et copias secretas » *.
Citeremo ancora pochi esempì. Il Senato, nel 1675, ^ incarica
il segretàrio della Camera dei confini, di far continuare la copia
in registri, di tutti i decreti propri relativi ai confini, coi dise-
gni ecc. Il Consiglio dei Dieci, nel 1735, ^ determina che si pon-
gano « in maggior chiarezza le leggi generali che servon di
base alle elettioni nel Maggior Consiglio, nel Senato, nel Colle-
gio, » e se ne formi un repertorio nuovo. Cotali volumi furono
detti libri d! oro (vecchio e nuovo), i quali comprendevano le
leggi del M. C, come altri contenenti del pari leggi statutarie,
si denominarono libri Roano per le parti del Senato, e Verde per
* e. X 1472 2 aprile, Misti, n. 17, p. 156.
« M. C. 1668, 11 marzo. Ballar inus pater, p. 229.
3 C. X. Misti, n. 23, p. 62, e v. anche 1479 30 giufirno.
* 1498, 30 marzo, C. X., Misti, r. 27, p. 155.
^ 1675, 30 marzo 1, Senato, Rettori, reg. 50, e. 15 t.
6 20 luglio e. X. Comuni, reg. 185, e. 88 t.
- 30 -
quelle del Collegio. La copia era sopravegliata dal Cancellier
Grande ; riuscì, pel libro doro^ di venti tomi, riveduti diligen-
temente dai segretari del Cons. dei Dieci, che doveano rilasciar
certificato della perfezione del libro.
Nel 1740 ' il Senato, accennando essergli acuore la trascri-
zione delle leggi statutarie del Maggior Consiglio dal 1244 al
1739, della cui revisione era stato incaricato il Segretario Gi-
rolamo Vignola, — raccomandava si usasse della maggior esat-
tezza e nitore ; e prescriveva ogni piccola particolarità, perfino
della carta e del numero dei fogli.
Cotesti intelligenti amanuensi si pagavano allora egregia-
mente. Giangirolamo Zuccate, Cancellier grande, informa che
Angelo Maria Giacomazzi, inasser custode della Cancelleria Du-
cale, ha compiuto in due mesi la copia delle parti del Maggior
Consiglio, 1748-1779, e del principio del 1780-81, cioè undici
trienni, e gli propone il pagamento di ducati 264 V. C, cioè di
lire it. 818 . 40.
Come sui trattati internazionali e su altre scritture politi-
che, dopo copiate nei volumi dei Patti e dei Commemoriali si se-
gnavano alcune marche particolari % così le filze cartacee
trascritte nei registri, solitamente di pergamene, si segnavano
d' una E [registrata).
Il bisogno di coordinare le leggi, di sopprimere quelle ca-
dute in disuso, e di formare della legislazione un corpo chiaro
^ \t settembre C. X. Comuni, reg. 190, p. 160.
^ Arch. Gener., Misceli. Codici, n. 428. Inventario di carte diplomatiche
relative a Stati diversi, con note sulla trascrizione di esse nei CommemoriaU
e sugi* involucri che li coprivano, con segni particolari.
In una collezione di carte archivistiche antiche è un elenco di scritture
legate e riposte, con marche di lettere, linee ed altri segni capricciosi. Fra
esse, p. es., « Instru mento in bergamina, senza bolla et molto vecchio de
patti fra V Imperator Federico Barbarossa et la Signoria de Venetla nel tempo
del Serenissimo Doge Sebastiano Ziani, del 1177.
— Bolla de papa Alessandro Sesto, 1495.
— Una lettera in bombasina vetustissima, del duca di Milano, senza mi-
leslmo, data in Milano a* 12 marzo, in materia de far pace con Zenoesi, » ecc.
e rivo, senza membra morte o disarmoniclie, — fu sentito dalla
Repubblica veneta assai anticamente.
Gli sialuii furono dapprima oggetto delle cure del legi-
slatore. Vennero poi le leggi dei magistrati diversi. E alla
commissione dei cinque nolnli eletta dal doge Giovanni Dan-
dolo, altre ne succedettero nei tempi, e da ultimo un Ufficio
particolare dei Compilatori delle leggi, e deputati al sommario
di esse. '
Né fra le cure continue cbe la Kepublica dedicava ai propri
' archivi, dimenticò il vantaggio che poteva derivare a' cultori
delle scienze dalla conoscenza di codici pregevoli per la sostanza
0 per le forme artistiche.
Venuta a sapere che certo libro mandato in dono al «Turco »
era opera mirabile e da aversi carissima « propter novas et no-
tabiles res bellicas in ilio scriptas et designatas » ' voleva che
ne fosse entro breve tempo fatta copia, e poi si restituisse al-
l'ambasciatore del papa che doveva spedirlo. Donati dal nob. Al-
vise Contarini cav. ambasciatore al congresso di Mtinster, quat-
tro libri di cosmografia (di paesi, sih\ e delie pertinenze de Prin-
e^) il Senato decretava che venissero consegnati al soprainten-
dente della Secreta per esservi custoditi. *
Il breviario del card. Domenico G rimani (la cui storia è
oramai notissima per le fotografie del Perini, V illustrazione
del cav, de Mas Latrie ed un opuscolo del nob, Camillo So-
' Il conte Unrlno Acgreli proponera nel 1688 on metodo di compila-
]^ne delle lepgi « legnai venetarum compilatarum methodua ; » Venetila,
' Piselli, 2 voi., onde lervir putta per giocamtnto de' tudiiii e per facile e
certa diniionc iti giadi'cj civili e criminali.
Nel nSB (termin. dei fiopraintend. ni Sommario delle leggi 35 sett., o
Senato decT. 4 giugno 1789) veniva eletto deputai» &I aomn ari o delle leggi,
Jacopo q. Pier Ant. Chiodo, che fu poi direttore dell'Archivio politico di
•. Teodoro, e primo direttore dell'Archivio Generale ai Frari,
V'hanno a stampa alcune eolleiioni particolari di leggi venete, p. ea,
■ Compilazione delie leggi del Serenissimo M. C, Ecce! lentissimo Senato,
Eccelso Cddb. di X, Ecc. Cons. di XL ai Ciiinina), ecc., in materia di ofBcU
e banchi di ghetto » Veneiia, Pinelli. 1786, tom. 5.
' 1*62. 12 giugno, C. X., Misti, t. IC, e. 64 t.
' 1650. 29 sett.. Senato, lettor!, reg. 2i, 0. 135 t.
ranzo ' ) restituito alla Republica dal patriarca di Àquileìa Gio-
vanni nell'ottobre del 1593 veniva tosto consegnato ai Procura-
tori di S. Marco de supra ' perchè lo custodissero nel Tesoro.
Considerandosi poi alcuni volumi, più che amministrativi
e d' uso pel governo, affatto scientifici, sia per la qualità delle
scritture, sia per V epoca dalla quale derivavano, — li volle
assegnati alla Libreria publica, e il Consiglio dei Dieci con de-
creto 1786, 28 settembre ^ ne trasmetteva a quell' Istituto
ventisei di materia istorica e scientifica fra' quali il liber blan-
cus^ le Assise di Oerusàlemme^ « una storia dell' Impero
d'Oriente, da Costantino alla presa di Costantinopoli, in lingua
greca; una storia dei Mori e dei Turchi, prima che la casa
ottomana facesse l' acquisto di Costantinopoli, in lingua orien-
tale; una storia della casa ottomana, del 1548, nella lingua
stessa; una prefazione autografa della storia veneta di Paolo
Paruta, presentata nel 1580; un volume degli annali veneti (sic)
del doge Andrea Dandolo ; un trattato delle rappresentazioni
teatrali, di Paolo Contarini » \
VII.
Inventari anticM di archivi, rubriche di scritture ;
disegni e modèlli.
Di queste norme di buon ordine e di sintesi, occorrono
frequenti memorie nei documenti veneti. Registri della spe-
dizione delle lettere v' aveano nei primi anni del secolo XIV.
•
^ Un* occhiata al breviario del Cardinale Domenico Grimani esistente nella
R. Biblioteca Marciana in Venezia. Venezia coi tipi Ripamonti Ottolini, 1870.
« 1593, 4 nov. Senato Terra, r. 63, p. 116.
3 Comuni y f. 1265. Veggasi la scrittura del n. a. Zaccaria Vallaresso,
inserta in quel decreto.
4 II cav. procurator Marco Foscarini bibliotecario e sopraintendente alla
Cancelleria Secreta, riconobbe per incarico del Senato i molti volumi, già di
mons. Giusto Fontanini, che si trovavano nella Secreta, e compilò due cata-
loghi, uno di quelli da conservarsi nella Cancelleria stessa, T altro di quelli
da trasferirsi nella Libreria pubblica. Sono inserti, assieme ad una scrittura
di lui, nel decreto del Senato 1746 12 marzo. (Senato Rettori ^a 270).
- 88 -
« Il cancelliere e gli scrivani della Curia maggiore debbano
» iscrivere le lettere in un volume prima di darle al dc^e
» per esser poi bollate » *
Degli atti si compilavano mbricJis^ e degli archivi, m-
ventaH.
Numerose sono le leggi che risguardano i ruhricatori. Nella
Cancelleria Secreta a quelli che n' erano incaricati, si aggiun-
gevano nel 1458 altri tre notai ^ per « rubricare partes et
» ordines nostros *. »
Già dalla fine del secolo XIII o dal principio del successivo
s' erano intraprese rubriche dei decreti del Senato Misti *.
Nel 1465 si delegava un notaio della Cancelleria Ducale
alla rubricazione di tutti i libri di essa, perchè « sebbene le
» scritture custoditevi siano tutte ottimamente scritte nei
» libri del Senato e del Maggior Consiglio, tuttavia non se ne
» poteva aver al bisogno pronta conoscenza, perchè non erano
» ruòricate. » "^
Malgrado queste cure, sullo scorcio del secolo stesso, il
numero dei volumi mancanti di rubriche era considerevole ; e
troviamo nel 1479 ^ incaricato il segretario Lodovico Beaciani
d'istruire tre notai della Cancelleria nel rubricare 200 vo-
lumi— del Maggior Consiglio, del Consiglio dei X, del Senato
e della Quarantia, e di delegarne uno alla rubrica dei Com-
memoriali.
GV indici antichi di questi preziosi volumi che ci restano,
sono : I.'"" la Siha^ seu index antiquismrms^ alfabetico (p. e.
Ariminum., Anconay Armata inaris ecc.) che manda alla pagina
* 1808, 5 luglio, M. C. Magnus et Capricornus, e. 73 t.
« 1458, 26 lugrlio, C. X., Mistiy n. 15, p. 156 t.
3 Si leg-gono i nomi di alcuni degli eletti, sotto il decreto 24 gennaio 1458,
C. X. Afistt, 15. p. 168.
^ Nel volume I.® di esse sta scritto: « Haec sunt rubrice consiliorum
de Rogatis et Quadraginta, distinctae particulariterque notate, sumpto ini-
cio a primo libro Rogatorum qui incipit currente anno domini nostri Jesu
Christi millesimo CCLXXXXIII.^ »
•"■ 19 febbr. C. X., Muti n. 16, e. 190.
♦•• 1479, 30 giugno, C. X, Misti, n. 19, e. 137 t.
- 34 —
particolare dove si trovano indicazioni, ma senza data, del
documento e della carta del volume. Pare specialmente V indice
dei volumi 3. e 4 ; — 2.'' gV indici dei primi Commemoriali dal
1295 al 1535 ^ Nei successivi una breve rubrica sta unita
al volume.
Essendo doge Andrea Gritti, nel 1538, fu compilato Tindice
dei patti^ a cura di Andrea Franceschi cancellier grande, e di
Pietro Bresciani (Bressan) segretario. Contiene un elenco per
alfabeto delle provincie e delle regioni (p. es. Achaja^ AegiptvSy
Albania^ Epinis ecc.), dei paesi, de' tempi, dei documenti, del
titolo di essi, colle date, il numero del volume e della carta in
cui si trovano.
Precedono alcune avvertenze al lettore^ circa la divisiono
deir/?w//re, nitido ed elegante quanto mai si può dire *.
DegF intentarl (per uscire al più presto da questo ispido elenco
bibliografico) citeremo soltanto (juello generale della Cancet-
ìeria Ducale^ e quello del Coìisiylio dei Bied. Ecco il titolo
farraginoso del primo (IGIO, 1 agosto) :
Motto : hminii svò te labores.
« Revisione, regolatione et indice formato da me Bonifacio
AntelmiGran Cancelliere, de tutti i libri, registri, filze, lettere, ot
d' ogni altra sorte di scritture, che ora si trovano nella Cancel-
leria Ducalo, tanto negli armari della Camera, che ho fatto
nuovauiente accomodare, et in quelli della soffitta vecchi et
* Le rubriche dei CommeiHorìaìi sono unite in tre buste ; alcune sono doppie.
Nel libretto H ò un'avvertenza sul modo in cui sono coordinate lo noti-
zie raccolte in quelle rubriche. Altri cenni sì trovano nel I. j^er eseuipio: Index
hic in Commemori ale primuM. Pn'Mo pruvincias et regiunes. oppidave atqne
loca in aìphabetum redactc, cum chartarum ac paginaruM numeris compierti'
tur suis. Bt modo una prvrincia, una i^giOy unuot oppiduf/t, unus hcus per
se insurgity modo pìura conjuncta siìnuì, ctc.
- Eccone il titolo : Eicncus sive index eorum quao IX bisce pactoruin
continentur libri», quao quidem olim altissiinis oljsita tencbriu situque diu-
turno sepult:!, lon{^Ì8 post »4*culis nunc primuni in lucom edita uunt, in usnni
Reipublicae SenatuR<iue Veneti. Audreae Oriti prinripis sapientissinii authori-
tate et auspiciis Andreae Francisci magni CanccUarii o^x^ra, et Petri Bri-
xiani a Secretis opera; anno salutis 1538.
- 35 -
altri che ho di nuovo fatti fabbricare, quanto in quelli della
medesima Cancelleria ancora, dove con particolar et minuta
revisione di tutte le cose, ho separato et distintamente fatto
mettere insieme con la mia cotidiana assistenza ogni materia,
sia in filza o in libri, secondo V ordine de tempi et de gli ar-
mari, essendosi smarrito o aòòrucdato ne fuochi del Palazzo et
ne tempi passati^ tutto quello che inanti i suddetti millesimi et da
quelli sino cU presente ci era ... * »
Comincia coli' elenco dei registri delle filze di Senato,
Terra alle quali seguono quelle Mar^ Sereiiiss. Signoria lettere
sottoscritte da terra e da rnar^ notatorii di Collegio^ possessi di Se-
nato e di Collegio^ Senato Taglie^ lettere di Collegio comuni^ man-
dati di Collegio, Suppliche delle diverse serie, del Maggior Con-
siglio^ della Qfuarantia Criminale^ Senato incanti di galere^ e
biave, proposte del Maggior Consiglio ; tasse e decima ; commis-
sioni d rettori ; prove di nobili per entrar nel Magg. Cons. ed altri
registri antichi. Nel 1720 ilnob. u. Pietro Garzoni soprintenden-
te della Secreta propose un indice generale delle materie di essa
« in cui si raccogliessero le materie più importanti e le publiche
deliberationi intorno ad esse. » ^ Secondo le sue istruzioni il
segretario di Senato Giovanni Filippi, compì queir inventario
dal 1600 al 1606, nel quale gli appunti sono coordinati così :
1600 e 1601 —
Corti.
Materie di Roma^
» giurisdizionali risguardanti Roma, Vienna ed altri
Principi;
Economia^
Cmmercio,
Militar^
Magistrati,
Costantinopoli 2.
^ Veggansi i decreti del Cons. dei X, 1720 24 luglio, Comuni reg. 170,
p. 127; e 1731 17 agosto, Comuni^ reg. 181, pag. 98.
« Sono tomi XI dal 1600 al 1619; e due dal 1740 al 1743: questi due
ultimi hanno indica più particolareggiato.
- à6 -
Il Garzoni aggiungeva : « ben si comprende la mole far-
» raginosa del lavoro, che da un sola mano, pej* quanto esperta
» ed infaticabile esser possa, non può se non lentamente pro-
» seguirsi. »
Uno dei più vecchi inventari dell' archivio del Cons. dei
X, è del 1611 \
Savia determinazione fii quella contenuta nel decreto del
Consiglio dei Dieci 27 febbraio 1459 m. v. ^ il quale, affinchè il
Groverno avesse presenti le figure, dimensioni, confini ecc. delle
terre dello Stato, ingiungeva ai Rettori che « habito bono et
» vero Consilio a civibus terre et ab aliis praticis et intel-
» ligentibus civitatis aut loci sui, designari faciant terram,
» locum et districtum suum por signa ventorum et orientis
» et ponentis, castella, flumina, planiciem et distantiam de
» loco ad locum, et loca vicina nobis, et distantiam eorum, et
» illarum designationem ordinate depictam faciant diligenter
» a doctis et praticis. examinari si bene et recto depicta est. »
Cotesti disegni doveano venir trasmessi al Governo centrale \
Potrà parere che in luogo di trattar degli archivi, si vada
tessendo la storia minuta e la descrizione dei volumi, che li
^ « Inventario di filze, libri e registri delle parti e lettere deir Eccelso
Consìglio di X, de notatorii, filze de lettere et altri atti de gli eccellentissimi
signori capi, separatamente e distintamente per i tempi che servono, fatto di
ordine et alla presenza degrill.m» Signori Francesco Contarini oav."" et An-
drea Morosini, eletti per la regolatione delle leggi e scritture, e presentato
neir Eccelso Cons. di X ai 27 di luglio 1611. »
I primi volumi dei Misti ivi indicati sono: I, serve 1300-301-302 (ma
non appartiene al Consiglio dei Dieci); — II, 1315 fino 1324; - III, 1329-
80; - IV, 1848-1358; - V, manca; —VI, 1363-1374; VII, 1383-1391 ecc. Dal
1892 (Vni) al 1525 ; in tutto n. 48. Si osserva però che dal IV al VI non
vi ha in fatto alcuna lacuna.
« Misti, n. 15, e. 197.
3 Nella Miscellanea Manoscritti, f. 123, Archivio Generale di Venezia^ si
trovano: elenco delle carte geografiche di confine; simile di disegni; memo-
rie e scritture del feldmaresciallo Scoulemburg pervenute in pubblico dopo
la sua morte ecc.
— Nel decreto del Senato 1759 28 novembre ( Rettori filza 300) si trova un
elenco di 184 modelli e 449 disegni, intitolato: Catalogo dei modelli, e dise-
gni della maggior parte delle Piazze possedute dalla Ser.ma Republica di
- 37 -
compongono. Ma nel ricercare i principi! delle serie diverse di
scritture, si giunge anche a conoscere le origini degli archivi,
il grado della conservazione, ed altre vicende di essi. Ora
diremo di queste.
vm.
Volumi e documenti perduti e distrutti, incendi,
distruzione di documenti publici o privati decretata,
documenti trafugati.
L'uso durato in Venezia, anche nei secoli XV, e XVI, di
costruire le case di tavole, e la prossimità fra loro, rendeva
facili e gravi gli incendi. Né vi soggiacquero le sole abitazioni
dei privati ; il Tesow della Basilica, il palazzo ducale, chiese,
intero contrade, bruciarono parecchie volte. Il GallicioUi * trasse
da cronache e publicò alcuni ricordi, dal secolo V. in seguito,
degP incendi accaduti in Venezia. Gli archivi dei magistrati
politici, che aveano sede nel palazzo ducale, andarono bruciati
nel 976, nella sommossa popolare in cui restò ucciso il doge
Pietro Candiano IV; poi nel 1479 e nel 1483 ^, e con più gravi
conseguenze nel 1577 ^.
Venezia — , nelle varie Provincie del Levante, Albania, Dalmazia e Terra-
Fenna, non che di quelle dell! dne Regni di Cipro e Candia; il tntto esi-
stente neir archivio del Magistrato Ecc.i"» alle Fortezze, per il cui comando
furono con diligenza numerati e disposti in ordinata serie, nello differenti
categorie delle rispettive sunnominate Provincie; ed epilograte in nn tempo
quelle più particolari nozioni che (a maggior facilità per Tuso) da cadauno
di essi modelli, e disegr^i» sonosi potute dedurre. E ciò colla personale assi-
stenza del sergente general Rossini nel 1759.
* n Gallicciolli registra accaduti in Venezia un incendio nel secolo V —
uno del IX - tre del XII — due del XIU - due del XIV — dodici del XV —
quattordici del XVI - otto del XVH - e trentasei del XVHI.
* Brown Rawdon, « l'Archivio di Venezia; » Venezia, Antonelli, 1865,
p. 68. — Romanin, Storia docum. di Venezia, IV, 418. « Andarono bruciate
nel palazzo ducale la sala delle due nappe, e la stanza ov' erano dipinti tutti
ì dogi, e vedovasi il mappamondo e l'Italia in due gran quadri recentemente
fotti da Prete Antonio do Leonardi, distinto cosmografo. Con gran fatica si
poterono salvare la sala dei Pregadi, la Cancelleria e la Chiesa di S. Marco. »
5 LMncendio cominciò (1577, 20 die.) nella Sala dello Scrutinio, e in
meno di mezz' ora si comunicò a quella del Gran Consiglio ; « et perchè nel
- 88 -
Distrusse buona parte dei documenti dei magistrati di
Rialto un incendio che, scoppiato nella notte del 10 gennaio
1514, arse V ufficio degli imprestiti, quelli di ventisette altri
magistrati, e si comunicò al di là del ponte di Rialto, allora
di legno ^ .
E chi potrebbe dire fra tanta ricchezza, qual nuova luce
verrebbe alla storia di Venezia e a quella d' Italia, se il fuoco
e altri agenti nocivi, avessero risparmiato le lettere dei rap-
presentanti della Repubblica, dei principi, lo relazioni che
gli ambasciatori erano obbligati a fare sino dal secolo XIII!
Onde riguardo a quest'ultime importantissime scritture, vedia-
mo il Maggior Consiglio decretare fino dal 1325 che quelle dei
rettori dello Stato si consegnassero (le già esistenti e le nuove)
ai provveditori di Comun, perchè le facessero eseguire nella
parte relativa ai bisogni delle terre soggette. E V obbligo di
leggere quelle relazioni, fra quindici giorni dal ripatrio, è
vivamente raccomandato in varie epoche agli ambasciatori
della Repubblica.
Ma già nel secolo XIV i congiurati Tiepolo-Qurini ave-
vano bruciato le scritture relative a banditi e condannati
custodite neir ufficio dei Cinqìie alla pace \
luogo ove si riducova il Collegio dei XII, il Collegfio dei XX Savii e la Qua-
rantia nuova vi erano di molti piani, scale di legno, e il ricettacolo dei pro-
tocolli dei nodari, il fuoco trovando materia di rinchiudersi, si fermò per
divorar ogni cosa » Romanin, St. doc. VI, S53 ; Memorie Molin, cod. DLUI,
Marciana.
^ Suir assiceUa prima del capitolare 4 degli Officiali agi' imprestidi,
denominato Rubeus Magnus, il notaio Vittore Ziliolo fece nota deir incendio
scoppiato in Rialto, nel martedì 10 g^ennaio 1513 m. v. alle 2 di notte. Esso
(dice il ZUiolo) bruciò l' Ufficio degl* Imprestidi, con 27 offlcii di Rialto, i
banchi di scritta, botteghe, la chiesa di S. Giovanni di Rialto, e tutto, dalla
riva del Ferro fino al fondaco delle farine, inclusive, e fino al ponte detto
dal oio; e dal ponte di Rialto fino alla chiesa di S. Silvestro.
^ 1310, 15 giugno. In una lettera del Collegio air ambasciator veneto a
Roma 1310 10 luglio (Lettere scerete Collegio 1308-10, p. 95 t.) nella quale
gli si comunicava la suddetta congiura, si leggo: « Venerunt in Rivo alto,
et ibi Cameram quinque de pace dirupcrunt, quaternos et scripta omnia dila-
cerantes et incendio concremantes, cameras fontici de frumento similiter fre-
gerunt .... » V. anche Cicognia, Iscrizioni veneziane, I, 29.
-- 39 -
Non sempre però fu il caso che distrusse documenti del
Governo o dei privati. Lo stesso Governo, per motivi poli-
tici fece gettar sul fuoco atti publici, perchè non onorevoli
alla Republicà, o scritture private per le quali potevano dif-
fondersi notizie contrarie al vero.
Adì 30 luglio 1365 ^ il Consiglio dei Dieci decreta che
per buoni riguardi siano lacerate e distrutte certe testimo-
nianze ed altre scritture, lette, intorno Lorenzo Gelsi [doge
morto da sóli dodici giom()^ né se ne debba più far menzione
per bene dello Stato, non essendo ciò necessario '. Più im-
portante per la storia sarebbe stato il conoscere di quali
decreti poco onorevoli alla Republicà^ abbia il Senato promosso
la distruzione coli' atto 1 marzo 1384 «^ « Siccome (così
» suona la traduzione del decreto) nel tempo della guerra
» ora passata col re di Ungheria, coi Genovesi, col Signore
» di Padova, col patriarca e la chiesa di Aquileia, furono
» prese molte parti ed ordini nel Consiglio dei Savii alla
» guerra, nel Pregadi e Zonta^ alle quali il Senato dovette
» accondiscendere forzatamente ( « ad qttas partes et ordhies
» ConsUium ttmc condescendit coacte^ licet per Dei gratiam nul-
» lum ìutbuerint effectum ») cosiffatte scritture o decreti
» non si debbano conservare o leggere in modo alcuno, per
» molti buoni riguardi ; si delibera che quelle parti e scrit-
» ture debbano distruggersi, annichilarsi e bruciarsi, di guisa
» che non siano più da alcuno vedute, per onore del nostro Go-
» verno. »
Lo stesso Consiglio, con decreto 6 luglio 1418, impo-
neva al nob. Antonio Morosini, di presentare ai Capi di esso
due libri da lui scritti, denominati cronacJiC ; e poco appresso
* e. X. Misti, n. 6, e. 30.
' Questa fu la parte presa, e non toglie, materialmente, come fu asserito
da alcuni, ogni sospetto sulla memoria del CeW. Secondo altra parte, pro-
ix)sta, ma che riportò tre soli voti, si avrebbe dovuto publicare nella prima
adunanza del Maggior Ck)nsiglio, che esaminate quelle carte era risultato
« illam infamiam nullatenus esse veram »
3 Senato, Misti, reg. 38, e. 102 t.
40
ordinava la distruzione di quei volumi, perchè contenenti
scritture scandalose ^.
Per egual causa venivano bruciate (1425) * due crona-
che trovate presso Bartolomeo de Armano, e Damiano, scri-
vano delle carceri, come infette di cose disoneste e false
(« quae continent aliqua inhonesta et falsa »).
Il Consiglio di Dieci ^ decretava che le raspe dei con-
dannati dai Cinque alla pace, non avessero valore fino al
giorno dell'incendio in Rialto (10 gennaio 1514) e quelle
delle precedenti che ancora rimanessero, si bruciassero.
I decreti che ordinavano la distruzione di quei documenti,
potrebbero giudicarsi meno che degni di un Governo civile, e
indizio che esso aveva a temerne una trista sentenza dai po-
steri. D' altra parte il vqler bruciati alcuni scritti istorici,
potrebbe dar motivo a credere che si volesse scritta la storia
secondo gl'intendimenti del Governo. Tuttavia pare assai
onesto e legale ogni atto che sia fatto alla luce del giorno,
dinanzi un Consiglio di molti, e aflBdato alla scrittura. E a
quei fatti potrebbero contrapporsene altri, sui quali non può
cadere alcun dubbio. Nel 1275 *, addì 5 maggio è stabilito dal
Maggior Consiglio che : « litere que de cetero fueriut proiecte
» ita quod veniant ad manus aliquorum voi alicuius, et non
» fuerint eis presentate per eos qui proiecerint eas, ita quod
» de illis qui eas proiecerint non poterit sciri, coniAv/rantur
» ex tqto. »
Forse pochi Governi possono vantare un decreto somi-
gliante intorno la distruzione delle lettere mumime^ nel secolo
XIII ; od un esempio eguale a quello offerto da una parte della
Quarantia Criminale 1352, 23 gennaio (XL«. Cr. Parti, voi. II)
con cui un Nicolotto Manolesso fìi condannato ad un' ammenda
(di lire 10, e glie se n' erano proposte 25) per aver ricevuto
< Misti, e. X n. 9. p. 184.
« 16 agosto, Misti, C. X. n. 10, p. 77.
5 1514, 27 genn. m. v. Misti, reg. 38, e 38 t.
4 M. C. Fractus p. 96. E vedi C. X 1388 31 ottobre. Libro verde I 28.
- 41 -
una lettera diretta ad altra persona e contro la volontà di que-
sta, apertala e bruciatala.
Sarebbe lunga la enumerazione dei danni recati agli Ar-
chivi veneti dalla noncuranza in cui furono lasciati nei tempi
della Republica, e dai trafugamenti che vi operarono ministri
infedeli. Basterà accennare che alcune serie di carte preziose,
quali i dispacci degli ainbasciatori veneti^ mostrano traccio evi-
denti di esser rimasti per lungo tempo al contatto dell' acqua,
e adesso, al tocco più leggero, molti di essi si sciolgono in
brani ed in polvere. Molti documenti furono gettati, per ordine
di officiali ignoranti e disonesti. Né questo è da rimprove-
rarsi alla sola antica Republica !
Accenneremo tuttavia che mancano nel nostro Archivio
Generale (sebbene esistessero nel principio di questo secolo
neir Archivio politico di s. Teodoro e negli altri) molte carte e
volumi di materia finanziaria ^ ; che nel 1865 ci fu restituito il
capitolare (volumi due) degli officiali alla Messctaria ; nel 1868
lettere con firme autografe di Elisabetta regina d' Inghilterra,
di Jacopo I e II, di Carlo 1. e II d' Inghilterra ecc. ; che capi-
tolari di magistrati, volumi dei loro atti, pergamene sciolte,
passarono presso antiquari e raccoglitori nazionali e stranieri.
Già vivente la Republica, sparivano dagli Archivi, codici
pregevoli e processi importanti.
Il Consiglio dei Dieci nel 1481, *, fa st ridare nel Maggior
Consiglio che fra otto giorni chi avesse asportato dalla sala
d'armi, dove con altre spoglie si conservava, un bellissimo libro
contenente le genealogie dei Carraresi, coi loro ritratti, dovesse
restituirlo :
« Inter spolia quac nostrum Dominium habuit dominorum
^ Per es. quelli relativi ai forni publici, alle dogane di transito, da mar,
da terra, ag-li officiali alla tavola deir entrada e delP insida. Nel 1741, nel-
r archìvio del Consiglio dei X si trovavano molti libri e mazzi di carte rela-
tivi alla Tana, al dazio del legname, delle piere, estraordinario (libri 7)
Vscida, fontico dei Todeschi (fra filze e registri 49, ora non s* ha che il capi-
tolare dei visdomini), ternaria nova, novo stallaggio, dazio della grascia
ternaria deU'oglio (31), legne (198).
« 30 agosto, Misti, reg. 20, e. 78.
- 42 -
» Padute, erat liber quidam genologic prefatorum domìnorum,
» in quo scripte et picte erant imagines proprie et naturales
» omnium prefatorum dominorum, a prima origine uniuscui-
» usque ipsorum, usque ad ultimum ; qui liber preterquam
» quod erat pulcherrimus, per perfectionem picture imaginum,
» erat etiam dignus perpetue memorie, et teneb^tur inter
» excellcntes res que habentur in muni tiene huius Consilìi;
» et tenebatur in cameris munitionum et armorum Consilii X;
» qui quidem liber furto sublatus est, et sit facienda omnis
» esperientia veniendi in lucem eorum qui babent buiusmodi
» librum prò honore nostri Dominii » etc.
Neir inventario dei « processi e carte restituite, e carte
che sono negli armari \TI da basso, e negli armari VI, cassette
Vili e due cassoni di sopra » v' ba la nota di parecchi trafu-
gamenti di carte nella Secreta, e di processi iniziati per sco-
prirne i rei ^
Fu indicato diflFusamente in una memoria pubblicata negli
Atti dcir Ateneo Veneto ^ per quali modi siano stati decimati
dagli agenti di Governi stranieri i documenti degli archivi
veneti. Ora è da aggiungere qualche notizia intomo le false
voci di asporti e i primi trafugatori.
Morto il direttore generale degli archivi del Regno d'Ita-
lia, cav. Giuseppe Bossi, la sua collezione di oggetti d'arte e di
letteratura divenne proprietà di mons. Pompeo Piantiinida,
canonico della metropolitana di Milano. Al Governatore di Ve-
nezia * sorse dubbio che, essendo il Bossi qui venuto come uno
' Vi si Icg^ indicato un « elenco delle persone processate nel secolo
XVI-XVin, col numero del mazzo o quello di progressione, disposti per
nome, alfabeticamente.
Fra queste: « Venezia, 1622: Antonio Foscarini cav. fu de ser Nicolò,
sue difese e testamento, per la mole diviso in due mazzi seg^nati r uno e
r altro, mazzo 50, n. 1.
* Cecchetti B. — La restituzioni scientifiche ed artistiche fatto dal Governo
Austriaco nel 1868. « Atti deir Ateneo Veneto. Vedi anche « Una visita agli
Archivi della Repubblica di Venezia dello stesso » ; Venezia, tip. del Com-
mercio, 1866 [Atti suddetti).
3 Sua lettera 20 nov. 1816, n. 5097, al conte Carli Rubbi, allora addetto
air archivio di S. Teodoro.
liei commissari della Republica francese, potessero trovarsi in
quella collezione, manoscritti spettanti agli Archivi veneti.
Ma U march. Marco Solari (allora comìnesf!0 paleografo dell'Ar-
chivio di S. Teodoro) purgava il defunto di quel sospetto.
Anche il conte Agostino Carli Rubbi ' giustificava il
■ Bossi, ma narrava ch'egli aveva dovuto accompagnare la Com-
missione Francese nelle visite alla Marciana o pei conventi.
Prese dei pattuiti monoscritti fissati in 500, solo 470, e pei
30 residui, il cammeo « Giove Elgioco. » « Sul finire poi della
Municipalità provvisoria, dovette il Bossi assistere un certo
Brumai (chef rance&h tls7ionomein Brunet J ed un certo Patnn,
ora morto, ed essi andarono pei concenti e fecero un nuovo
asporto, con asserta autorizzazione dp! Governo Francoee, e si
fecero dare anche dei libri stampati .... Alcuni reli-
giosi ebbfli-o r avvertenza dì voler la ricevuta, e taluno anco
la desiderò con della insistenza. La maggior parte, sia per indo-
lenza 0 soggezione, o imprudente fiducia, non so la fece fare.
Per esempio esistevano nella Biblioteca della Salute due au-
perlw raccolte di disegni. Ed il cav. e cons. Morelli ed io,
sappiamo che nel 1797, chiusa la Zecca, e non percependo più
i religiosi gì' interessi dei loro capitali, ondo poter vivere, ven-
dettero tuttociò che poterono, o chi ebbe pochi contanti gia-
centi fu a portata di fare do' begli acquisti o per proprio uso o
per speculazione .... ; frati e cherici regolari .... serba-
rono 0 trafugarono quanto poterono. E quindi impossibile il
tener dietro a questo indagini. »
So in Francia la « Rivoluzione » mandò le pergamene
antiche all' Arsenale per farne cariattime, o battervi sopra la
generale, in Venezia le pergamene finirono all'ufficio di stender
l'oro in foglioline sotto il maglio de! battim'O. Lo stesso conim.
Subbi trovò tagliato presso un cosi fatto artefice alcune per-
gamene degli anni 1424, 1562, 1581, relative ad incanti dei
4ast di qitei fe}npi\ e k deliberazioni del Senato a ciò relative.
« Eccfl — esclama il Rubbi — come in parte furono rovi-
' Sna rÌB[K>sU al Governo 3
. 1816 (GoT. Presidio, III, 7„).
a
44 -
nati i pubblici archivi nei secoli passati, per Y indolenza dei
magistrati, l'arbitrio e la non sorvegliata rapacità degl'im-
piegati subalterni ! »
— Gli Archivi veneti soggiacquero a un fatto nuovo
per essi e per Venezia, il bombardamento eseguito dagli Au-
striaci dal 29 luglio al 22 agosto 1849.
Neir Archivio Generale, abbandonato dal suo Direttore,
si riunirono gli accessisti fu Federico Martens e sig. Cesare
Foucard, con alcuni inservienti. Dai proiettili (dei quali fii
compilato dal sig. Foucard un elenco) i volumi e le filze non
soffersero alcun danno ^.
IX.
Cancellerie (ducale^ secreta^ inferiore).
La « Secreteria Regia » si divideva in Cancelleria Dv^
cale e secreta.
Ne era sopraintendente il Cancellier grande scelto fra i
cittadini originarii, e che aveva il titolo di ISccellenza. Le due
parti della Cancelleria erano nel tempo stesso, archivii ; cioè
gli archivii andavano formandosi, come risultato della vita di
quelle Cancellerie. Sparirono governanti, notai, amanuensi ;
rimasero gli archivi : t amministrazione e la politica del tempo
divennero storia e scienza ; le sedi delle carte, oggetto di cu-
riosità. Un paziente raccoglitore ne ricercò le vicende sui docu-
menti, e un grosso in-folio^ è là pronto a narrarle (').
La cancelleria ducale pubblica conteneva, fra altri, gli
archivi del Maggior Consiglio, del Senato Terra^ Mar, Arsenal
< Dalla nota citata appare che cadessero sul fabbricato dell'Archivio 82
palle (15 inftiocate, 2 pezzi di granata, 65 palle fredde).
* Lorenzi G iovam batista : « Monumenti intorno il Palazzo ducale di Ve-
nezia ; Venezia, tip. del Commercio, parte I : — E veggasi « Il forastiero
guidato nel cospicuo appartamento in cui risiedeva il Gabinetto della Rep.
Veneta ed ora l'Imperiai Regio Tribunale Generale di Appello » Venezia,
1817, Tip Pinelliana.
^ 45 -
Militar^ ecc. del Collegio^ della Signoria f Fisco e possessi eccle-
^iastìct)^ del Savio Cassier^ del Segretario alle voci ; serie tutte
di carte d'amministrazione.
La Secreta^ diretta da un deputato^ eletto dal CanccUier
grande, assistito da segretari, e scrittori delle rubriche, con-
teneva i Paiti^ i trattati originali, i Comrnsmoriali^ le serie dello
deliberazioni di Senato più gelose e più antiche [Misti^ Se-
creti^ Corti ^ Rettori^ Roma, Reggenze africane), le esposizioni
Roma e Principi, i dispacci relativi, quelli delle altre amba-
sciate, delle cariche d' armata e dei provveditori generali da
mar, le relazioni^ le commissioni, le lettere di principi al Col-
legio, le carte dei consultori in jure e dei sindici inquisitoì'i^
l'archivio della camera dei confini ecc.
Aggiungiamo fra i documenti lo schema della Secreta
quale era sotto la Repubblica Veneta (Doc. III).
Le leggi relative a quelle secreto officine degli affari
politici e diplomatici, ne disciplinavano l'accesso, curavano
l'ordinamento dei volumi, la copia, la conservazione di essi
e lo studio ^
Fino dal 1340 ' (ed è naturale che esistesse assai prima)
troviamo indicato un ampliamento della Cancelleria ducale —
Ospitia Cunzelarie ; nel 1445 ^ si convoca il Consiglio dei X
per proporre alcune riforme da farvisi ; nel 1443 * affine di aver
sempre persone istruite e fide, si assumono dodici giovani
cittadini veneti da' dodici anni in su, col salario annuo di ducati
10, che debbano frequentar le scuole e apprender grammatica,
retorica ed altre scienze opportune, e bella mano di scritto.
Intanto vengano nel Maggior Consiglio a portar in giro i
bossoli dei voti, e a prestar altri piccoli servigi. Se ne con-
servi sempre il numero completo. E ciò « erit contentamen-
tum et spes plurimorum civium nostrorum popularium, qui
* Pubblichiamo, intorno alle norme per lo studio nella Cancelleria Se-
ero^, un decreto del Consiglio dei Dieci, 1716 26 agosto. (Vedi Documenti^ IV.)
^ 17 e 28 die. M. C. Sptrihu% e. 112 t. 113.
3 1145, 25 ag., C. X, Misti, p. 13, n. 11.
* 1443, 16 apr., M C, Ur8a,.p. 144.
».
■ n
~ 46 -
sub hac spe facient filios suos studere et adiscere, ut perve-
nire possint ad commodum et beneficium supra scriptum. »
Tre anni dopo * il Senato, considerando che per la Cancel-
leria Ducale passavano « omnia facta Status nostri et publica
et secreta » e che perciò occorreva, che Y amministrazione di
essa fosse affidata a persone idonee, voleva obbligati i gio-
vani, ut doctissimi efficiantur^ a pagare un maestro che il
Governo avrebbe scelto, con 100 ducati annui. Abitasse in
piazza 0 poco lontano; osservasse quali degli allievi fossero
atti all'apprendere, quali inetti, e li allontanasse. I giovani
erano allora sedici. Quanto alla valentia dei precettori, basti
il dire che fu stipendiato Antonio Telesio *.
Veniamo al secolo XVIII. Nel 1743 * si trasportavano
nella nuova Cancelleria Ducale le carte publiche. N' era allora
tnasser^ o custode, il circospetto Bortolo Giacomazzi. Le filze e
i volumi sommavano a circa 3600, coordinati àaìfedel G. B.
Venier che attendeva anche all' ordinamento di una « quantità
» considerabile di lettere di vecchia data dei publici rappre-
» sentanti trovate in confuso. » Un altro numero considerevole
riusciva, pel peso, « di pregiudizio notabile al soffitto della
» Sala delle quattro porte ed anti Collegio. »
Anche questo Archivio, o questa pregevole collezione di
archivi, soggiacque a vicende dannosissime, delle quali por-
tano segni i volumi e le filze : V umidità, o meglio V acqua co-
piosa che penetrava dal tetto del palazzo ducale, e Y ignoranza
de' ministri antichi e moderni.
Il Groverno austriaco * facendo sgomberare i soffitti del
palazzo suddetto sopra la Cancelleria Ducale '^, sul parere del
* 1446, 7 giugno, Terra reg. 1, 193.
'^ Cons. dei X, Comuni 1527 24 settembre, 1530 30 aprile, 1531 7 agosto.
3 4 maggio, Senato TerrOy reg. 324, e. 94 t.
^ n Governo Generale, col decr. 5 sett. 1805 n. 18898, incaricava la
Ragionateria Generale di esaminare alcuni libri di materia economica.
Veggasi anche il decreto del Governo stesso 25 luglio 1805, n. 15993.
•' Nel decr. del Cons. dei X, 1743, 10 maggio [Cof/iuni, reg. 193, p. 59)
si trovano i dicati i requisiti per gli straordinari della Cancelleria ducale,
r età loro, gli aspiri, ecc.
Celai, destinava all' espurgo fra altri volumi di materia econo-
mica, alcuni alfabeti contenenti i numi delle milizie nei vai-i
dipartimenti delio Stato.
Per l'i^uardi polititi o per convcuiouzc di amministra-
zione bì pensò assai anticamente alla custodia delle carte dei
magistrati, più gelose ed importanti. Per esempio, nel 1419 '
si decretava cLo i proceasi dei Signori di notte al cnminal, spe-
dili, venissero collocati nelle casse apposite, nella Procuratia
(ove anco in principio del secolo XIII si davauo in custodia
i documenti di privati, e si collocavano in saccJteUi) e i processi
I correnti si chiudessero in certo cassett-o a quattro cliiavi. Nel
' 167(;, * per toglier i disordini nella custodia delle scritture e
I risposte scerete dei magistrati « con ìndecoro e con pericolo di
» pessime conseguenze » — si prescriveva che esse « e li mazzi
» e li registri di tutte le materie che ricercano secretezza,
» debbano restar sempre custodite sotto chiavi dalli soli se-
» cretari de' magistrati medesimi» uè se ne potesse rilasciar
copia senza loro terminazione.
Due decreti del Maggior Consiglio (1413 e 1779) » sono
rivolti ad allontanare il pericolo del fuoco dalle Cancellerie
Ducale e Segreta.
«. Massima costante d' ogni ben regolato Governo essendo
> » quella della gelosa custodia dei publici archivi dove sono
» riposti li più preziosi documenti che servono di fondamento
» ai sovrani diritti e di norma ai Consigli negl' importanti pu-
» blici affari, tutta ricercasi la più accurata diligenza, alfine
» di allontauame ogni eventuale pericolo, massime d' incendi,
» e per agevolarne eziandio il loro uso con una ben ordinata
» distribuzione. »
• 1419, 1 ott. M. C. Una, 26.
' 1676, 11 aggsto, C. X. Comuni, rag:. 126, e. 151 t.
' 1413, 88 die. M. C. Lenna, 227 — 1778, 11 geon., tn, ». M. C, CoJomòo,
0. 311. t.
1413. Si diatrusgn. un cumino che possa per la Cancelleria, da un»
I endua sottu di essa. — 1779. Si vieta l'uso del fuoco in una alanxa del
lfaJun> ducale contigua alla Cancelleria Secreta, occupata da alcuno della
n bmìglia del dogi.
- 48 -
Giusta il suddetto decreto del Maggior Consiglio del
1413 non si potevano estrarre dalla Cancelleria pei: gli usi di
nessuno, scritture secreto. Chi è autorizzato a leggerle si rechi
sul sito ; soli il doge e la Signoria abbiano facoltà di estrarle
per servirsene entro il palazzo; poi le facciano riporre. Questa
pirte è quasi riprodotta da una anteriore in dialetto ^
Circa il rilascio delle copie estratte dalla Cancellena Se-
creta^ può vedersi la terminazione della Signoria 1784, 20
agosto.
Fa un curioso contrasto colla fama di mistero che circonda
ancora le memorie della Repubblica Veneta, il tenore delle sue
leggi relative alla Secreta^ le quali ci apprendono, che le scrit-
ture vi erano custodite con pochissima cautela, potendo chiun-
que voleva, esaminarle e trarne copia. Onde si prescriveva che
tutti i libri secreti, delle parti e delle lettere^ si collocassero in
sito acconcio, riservato, in custodia di un notaio solo, sotto una
sola chiave, a lui affidata. Egli le scriva, le rubrichi; in Can-
celleria tenga un libro corrente di quegli atti ; ma chiuso, nes-
suno lo vegga, tranne i Savj di Collegio e il Cancellier Grande.
Primo di quei notai fu Domenico Stella.
Potevano per legge entrare nella Cancelleria Secreta i se-
gretari del Senato, i cifristi, gli ordinari, i deputati a scriver
le materie segrete, e « quelli destinati a partir con lo cariche
« elette (p. es., cogli arabasciatori) che hanno ottenuto decreti
« di permissione per estrar copie, da esser scritte in anti-
« secreta ' ».
Malgrado però alle leggi, vediamo il Consiglio dei Dieci
nel 1451 attestare che entravano « nella Cancelleria secreta
« molte persone della città e forestiere, non per propri affari,
* 1402, 23 aprile, M. C. Leona, e. 125 t.
^ « Non siano più dato copie agli eccellentissimi signori savj del Colle-
gio, deir una e dell' altra mano, noppur con il loro nomo al margine, nò a
chi si sìa. - - Delle copie che fossero ricorcate, non se no possino rilasiriar
che previa la permissione della Serenissima Signoria. -- Che li Segretari
tutti che servono li magistrati non passano ottener copie senza previa pre-
sentazione del da mo' (il nostro brevi 7nanu) che lasceranno alla Segreta, con
la ricevuta a piedi della medesima, delle copie perme^Ke. >>
« ma per esplorare alcuu die, e leggere i nostri libri,
« finora liliero a tutti 1' entrarvi ' ; nam de Mris secretis reperii
v/uel'untin maniònsaligiiomin ad qvosnonspexìtaòant» ed or-
dinava restrizioni. Faceva aprire certa finestra, eli' era al di
dietro dello sgabello del Cancellier Grande, e per essa si dove-
vano da»a leggere le sci^tture permesse.
Undici anni appresso si riconosceva die quella legge
aveva inutilmente minacciato ai nobili che la avessero violata,
resclusionc del Maggior Consiglio per sei mesi — ai popolari,
il bando da s. Marco e da Rialto, — e ai forestieri il carcere
per sei mesi. « Continua gran moltitudine di persone a fre-
« quentarla e a toccare i libri e le scritture. ' » Si ripeteva per-
ciò cbe non era permesso di entrare nella Secreta a chi non
fosse del Collegio o del Senato. E al Collegio spettava il dai-
licenza ai Consultori in jure di leggere documenti della Secreta
per occasione di pareri pubblici, presente un segretario *.
« E disposto per leggo » — cosi quel Consesso — * « e per
antica consuetudine, che delle scritture e lettere che si trovano
nella Canceliena Secreta, non si pub dar copia di alcuna di esse
a chi 81 sia privata persona, se quelle non sono prima Tedute et
ben considerate dalla Serenissima Signoria et con espressa sua
licentia. Et ben spesso occorre, che da diversi viene ricercata
copia di esso scritture per suo particolar interesse, et ciò si
concetle facilissimamente con un semplice ordine di essa Sere-
nÌBs. Signoria dato in voce, et senza che appari nota di alcuna
éorto » \
Ordini importanti circa la Secreta si pubblicavano col de-
creto dei decemviri 30 maggio 1024, " il quale prescriveva la
più rigorosa custodia di essa ; non potessero entrarvi che quei
' CircA l' ìngrerao nella Cancplleria Secreta, veggaal U decreto 1476, 4
mno, C. X. irisli, r. 19, e. m t.
' 1462, n agoBto, C. S. Miali, n, 16, e, 70 t.
» 1611, 14 ott. Sen. Terra, leg. 8), e. 130 t.
* 1611/12, SO gennaio. Collegio Notatorio 107. p. 113.
' Clrea le trascrizioni in Cancelleria Secreta, vengasi nuclie il decreto
del Coostglio dei Dieci, 1451, 19 gennaio. Miiti, r 14, e. 95 t
« C. X., Omtunt, n. 74, p. 85.
>- 50
soli che avevano accesso al Senato^ i savii del Collegio e i Con-
sultori, i quali soli e non altri, possano prender note e copie
delle carte. I segretari tengano registro delle licenze di copie.
Non si uniscano in filza le minute di kUere e diparti con postille
e depennature per correttioni aggiorde et riforme^ ma i segretari
debbano trascrivere le lettere e parti da loro notate, prima di
collocarle nelle filze, affinchè non possa « causarsi scandalosi
« concetti et sinistre interpretationi da tali postille o dcpenna-
« ture, che almeno possano sumministrare apparenti sospetti di
« male conseguenze. »
Se non si voleva che corressero in publico o fra magistrati
che non vi aveano diritto, i documenti originali ^ non poteva
concedersi senza qualche restrizione di estrarne copia. Queste
discipline datano dalla fine del sec. XIII ^. Si chiedeva spesso il
parere dei consultori in jure. Nel 1737 * si accorda al vescovo
di Macarsca di poter trar copia d' un disegno topografico, seiiìr
liti quei Consultori^ e purché essa venga eseguita dall'ingegnere
proto alle acque.
Né dalle suppliche erano esenti le Città e i Principi. La
città di Bergamo * prega la Republica di concederle copia delle
informazioni dei Consultori intorno i diplomi di cittadinanza
originaria di quella città. Il marchese di Mantova Sigismondo
Gonzaga ^, — le domanda copia dei diplomi di nobiltà veneta
concessi alla sua famiglia. Di alcuni documenti non si per-
metteva la copia, e lo si avvertiva nel margine: no7i detvr
exemphim^ neqne ostendatur alieni ^. E si corresse anche V abuso
^ Per la estrazione dagli archivi anche di documenti amministrativi
occorreva una terminazione di qualche magistrato. Per es. la Signoria addi
28 sett. 1729 concede V estrazione dalla Cancell. Due. di alcune carte inserte
in un decreto del Senato, e la consegna di esse agli officiali alle artiglierie,
verso ricevuta ed inventario. Il Senato (1773, 20 marzo) concede agl'Inqui-
sitori alle Casse del Levante, Dalmazia ed Albania Testrazione delle carte che
loro potevano occorrere.
« 1271, 26 ag. M. C, Bi/rons, p. 21.
3 1737, 26 aprile.
* 1737, 19 giugno.
5 1739, 9 giugno.
^ Per es. 1771, 26 sett., Collegio.
di stampare con fiovorchia facilità carte relative a liti [stampe
ift causa) 0 in appoggio di esse, cm somtno discapito delpvòlico
interesse *.
Le leggi però non avtiano, pare, molto successo ; perchè
nel 1716 (25 giugno) il sopraintendentc dalla Secreta P. Gar-
zoni, Gcrfvendo al Senato, avvertiva gli abusi; le copie di scrit-
tnre che si traevano dalla Secreta, la necessità che i segretari
invigilassero alla custodia di essa.
H numero dei notai nella Cancelleria Ducale o Supei-iwe,
e nella sezione di essa, Secreta, fu considerevole '. Erano dap-
prima una quindicina ' « ad serviendum Dominio, sapienti-
bus utriusque manus et ordinum, et ad scribendum secreta
tantum ; » altri « attendebant ad registra non secreta, et ad lit-
teras et ad alias res comuues et specialium personarum ; » poi
fino a 50 ; siccliè il Maggior Consiglio volle si riducessero a
40, e per la Secreta 1 6 oltre i 3 niimcaion *.
— Fra le effemeridi della Cancelleria Secreta noterò che un
Antonio di Corrado vi aveva collocato un libro conc^tcTiaius in
vno armariolo, che trattava de gestis hijus nostre civitatis ; e
pare (dice il decreto del Consiglio dei Dieci, 1455, 23 luglio *)
che siano case mm rere. Venga adunque tolto di là, e si custo-
disca altrove, chiuso, affinchè dal fatto del sito ove si trova,
'taa acquisti valore officiale.
Una riforma notevole della Caiicelleria Secreta ebbe luogo in
Bi^fuito al decreto del Consiglio dei Dieci 1458, 24 genn. m. v, ^.
che comincia : « Cumzosia corno se intende le facende del Stado
« noBtro importantissime che doverla esser eecretìssimo comò
• 1774, 1 die. Senato, Terra, reg. 887 p. 87.
• 1451, 28 magg. C. X., Sfiult, n. 14, e. 51.
'Propriamente 14; C. X, 1451, 28 mag-gio, Migli, t. 14, e. 51 t, A
ilsputati allo matorìe secreto potevano esser privati, oltre gli ordinarti, gli
tàtnordi natii che tono capaci di concorrere ic legrelarii di Senato |C. X.,
1*7!», 28 tnatrsrio) Comuni t. 175 p. 62.
t 14E8. 15 marni, C. X.. MiUi, n. 14. p. 104; 1456, 11 aprile M. C,
Sts'na. e. « t; 1490. 13 apr. C, X,, M'tli, n, Ifl, p. 183.
'' MttU, Il 15, e. 63 t.
' atiiU, n. 15, e. W7 t
- isè -
« quelle che tocha el cuor e la vita nostra, pervien a noticia
« de quelli ai quali le doveria esser occulte, cum grandissiifio
« pericolo de le cosse nostre ... ».
Siccome entravano in Collegio, in Senato e nella Segreta
tutti i notai, si prescriveva che d' ora innanzi vi avessero ac-
cesso soltanto :
« il Cancellier grande che attende ai Savii del CJonsiglio,
« i notai del Consiglio dei Dieci,
« uno che attende alle cedule,
« due notai col Cancelliere, per servizio della Signoria,
« due pei savii di Terraferma,
« due per quelli agli ordini. »
Altri non possano entrare in Collegio e in Senato. Oltre i
tre notai a ciò deputati, il Consiglio dei Dieci incaricava altri
dodici notai, a scrivere le cose segrete e a star in Cancelleria.
Se fu riconosciuta in tutti i tempi la necessità di formar
buone rubriche delle scritture dei magistrati, — a maggior ra-
gione se ne provvidero le serie dei volumi custoditi nella Can-
celleria Secreta e Bucale.
Pietro Bressano, circa il 1538, compiva il rubricario dei
IX patti, poi ordinava in XXXX casselle le scritture au-
tentiche che si trovavano in soffitta ; rubricava XXII commemo-
riali. Nel 1545 ^ il Consiglio dei Dieci gli commetteva di for-
mar « uno Libro a parte, con le sue rubriche et titoli, di tutti li
« indulti, autorità et concessioni fatte per li pontefici romani
« alla Signoria Nostra in diversi tempi et materie, le quali tutte
« cose ecclesiastiche sono divise et sparse per tutti li covime"
« moriali^ patti et scritture da lui viste et maneggiate, dalle
« qual è necessario che sieno excepte et ridute in uno solo
« volume.
E, a proposito di cataloghi ed inventari della Secreta,
soffra il lettore che gli riportiamo il lunghissimo titolo d' un
libro, che può dirsi un saggio di archivistica e di critica
paleografica veneta, del p. Fortunato Olmo. E — il « Direttorio
^ 1544, 10 gennaio m. v. Comuni, reg. 16, p. 111.
» et arte per intender le publiehe scritture, e dove sono a certi
» punti oscure, illumiuarle e dar loro l'anima, massime a quelle
» della Cancellarla Segreta, indirizzo a ben conoscer il valore
» et uso delle medesime, esamina di molte di esse le più prin-
» cipali, fattavi diligentemente sopra, con la dichiaratione
» dove non siano così cbiare, dimostratione e prova della so-
» stanza di loro tutte; nelle quali, dopo ben pesate cbe siino,
» sempre risplende la prudenza e giustitia, maestà e libertà
» della Serenissima Republica, insieme con molti documenti
» per saper illustrarle, con V aiuto de' libri ed altre publiehe
» scritture che anco si dichiarano -vicendevolmente una con
» r altra, e particolarmente per saper ritrovare i nomi, anni
» della data, et i nefiotii che in esse scritture non si leggono
» et è al tutto necessario che si sappiano. Di che tutto si danno
» diverse regole. Aggiontivi molti salutiferi ricordi intomo
» ad esse, in quanto che possino patire, o habhiano patiti prc-
» giuditii importantissimi, con gli rimedii sicuri et opportuni
» per gli patiti et le cautele nell' avvenire. — Opera segreta^
» da tum, stamparsi né darsi furyrì: et assai utile agli eccollen-
» tiBsimi signori savii et altri studiosi senatori che no siino
» curiosi, Cancellier grande e segretari!. Fatica di piìi anni, di
» domino Fortunato Olmo, da! tempo che cominciò, nel 1632,
» ad esser impiegato per parte dell'Eccellentissimo Senato, in
» servir la Segreta ; bora finalmente rivista e ridotta alla me-
» glior perfettione possibile, con molti accrescimenti tratti
» particolarmente da libri; in quest'anno MDCXLVH, dogando
» il Serenissimo Principe D, D, Francesco Molino, in tempo
» dell' ingiustissima guerra mossa da Ibraim Gran Turco a
» Candia, che Dio confonda e dia vittoria a questa Chrietia-
» Dissima Republica. »
Circa la copia delle scritture in materia secreta, si può
vedere il decreto del C. X. Secreti 1633, 24 settembre, che ne
incaricava quattro ordinarii della Cancelleria Ducale, e stabiliva
alcune norme per la elezione di essi; e circa la sorveglianza
alla Secreta, 1' altro decreto 17 35, 5 luglio, che « strettamente
» obbligava il Cancellier grande a riveder frequentemente la
54 -
» Secreta ed Antisecreta, ed invigilare aflRnchè ivi non scrivano
» se non quelli che dalle leggi vi sono abilitati, e questi poi non
» facciano altre copie se non quelle che agli usi publici sono
» decretate, dovendo egli di tre in tre mesi riferire in iscritto
» al Tribunale, con giuramento, se la predetta e le altre leggi
» in questa materia siano obbedite. »
Della copia dei registri e delF indice generale della Se-
creta trattano parecchi decreti del Senato ^
La Cancelleria inferiore o scrittoio ed archivio particolare
dei dogi, diretta da due Cancellieri detti inferiori della Cancel-
leria ducale, nominati dal doge e confermati dal Pien Collegio,
comprendeva le promissioni ducali o statuti dei loro obblighi e
diritti, gli atti dei correttori di quegli statuti, e degP inquisi-
tori del doge defunto; le carte dei giuspatronati del doge, e dei
luoghi pii dipendenti da lui, le elezioni dei cavalieri di san
Marco, — infine le cedule notarili, quindi V Archivio dei notai.
Esisteva la Cancelleria eii/fenorc già nel 1316 ', anno nel
quale s' incaricavano i procuratori di s. Marco di far riattare
e costruire a nuovo alcuni banchi in quell' archivio per con-
servarvi gP istrumenti e le carte notarili. — Essa era rac-
comandata al doge '.
Il Maggior Consiglio nel 1772 deliberava questa parte: ♦
« Fra le fondamentali sovrane leggi di questa Repub-
» blica, provida egualmente e necessaria risulta V erezione sin
» da remoti tempi prescritta dell' Ufficio della Cancelleria In-
» foriere, destinato a ricevere, e come in sicuro asilo in sé
< Per es. Senato^ 1712, 14 aprile. Cons. X, 1731, 17 agosto: — 1763,
23nov., è incaricato deir indice il nob. u. Nicolò Barbarigo deputato alla Secreta.
« 22 agosto, M. C. Clericus et Civicus, pag. 55.
3 Non potevano i preti , (1474,19 gen.) esser eletti cancellieri inferiori^
ricercatori (repertori) coadiutori ecc.; ma a tali carichi dovevano eleggersi
« cittadini nostri originari, per età, dottrina, bontà et ogni qualità idonei »'
(1521, 28 giugno, M. C. Libro d' Oro X, 220).
La scelta dei repertori o coadiutori nella Cancelleria inferiore ^ doveva
esser fatta dai Cancellieri, e confermata dai Consiglieri (1538, 7 genn. M. C.
D'Oro, Xn, 57).
4 20 apr. M. C. Colombo, p. 185 t.
» cautamente conservavp, le ultime volontà degli uomini, cho
» disponendo de' proprii beni con pienezza di iacoltà, danno
» legge ai rispettivi patrimonii delle famiglie, che da quelli
» autentici fondamenti ricavano la pììi sicura base cui si ap-
» poggia il tranquillo possedimento delie loro sostanze. E qne-
» Bto Officio restò inoltre prescritto a raccogliere li documenti
» delle prerogative, iuspatronatì, rendite di serenissimi dogi
» e custodirli con gli atti tutti ducali, a cura dei succes-
» sori. »
Quel gelosissimo arcliivio fu con sfortunato consiglio «tra-
dotto e stabilito in due stanze terrene ne! 1474, ed ivi espo-
sto air umidità », e subì « quei detrimenti e quei danni, che
-> ingranditi dalla stagion di tre secoli, lo ridussero alla più
» deplorabile costituzione, e ad un tale scompiglio, originato
» dalla trascurata collocazione de' testamenti da tanto tempo
» Colà confusamente riposti » e da altro ....
Fu provveduto allora trasportando quelle carte nella sala
di residenza del Collegio delta Milizia da mar\ ma anche là
c'era mala custodia; dunque si permette al Doge « di sepa-
rai-e dalla ducale abitazione la stanza . . . contigua alia
Conceliefia^ ove, raccolti li testamenti e li alfabeti delle persone
Tiventi, se ne renda sicura la custodia » ecc.
Quell' archivio fu ordinato nel 1774 * da Lauro Barto-
lini Cancelliere Inferiore « colla scelta de' moderni testamenti
n^ti dai nodari viventi, cho fi-ammiscbiati con 130,000 an-
teriori, da circa due secoli giacevano nei vecchi armcri ; »>
e lo stesso Bartolini ordinò anche un ammasso copioso di carte
precedenti al 1474, tempo della istilìi.-ìone degli alfabeti^ che
forma la responsabilità della consernaimie e nistodia. Coordinò
300,000 testamenti non pifMlicaii ; restavano da ordinare i te-
stamenti di G90 notai. II numero complessivo dei testamenti
si calcolava un milione.
Il Bartolini aveva servito 45 anni, e pe' suoi meriti il
' 1T74. 7 apr. Senato, Tfi
Tina reg. 381 e. 394 t.
o V. 1771 30 genn. i
I. Seuabi
- 56 -
Senato gli faceva coniare una medaglia * d'oro del valore di
zecchini 150, e commetteva ai Riformatori allo Studio di Pa-
dova di « far affiggere nella Cancelleria inferiore una cor-
rispondente iscrizione che tramandi a' posteri la memoria di
chi imaginò e condusse a felice termine V opera stessa, »
X
Consiglio dei Dieci; Inquisitori di Stato.
Fra le prime cure del Governo che risguardano TArchivio
del Consiglio dei Dieci fu quella della nitidezza dei volumi che
contenevano le leggi statutarie ad esso relative ; quindi il ca-
pitolare. Troviamo che nel 1328 ^ lo si vuol trascritto in buona
lettera., perche è assai confuso ; e nel 1424 ^ si decreta, che siano
raccolte in un libro tutte le parti spettanti ad esso Consiglio.
Parecchi di cotesti volumi sussistono anche oggidì: il Ma-
gnus comprende i decreti del Consiglio dal 1310 al 1609 * ;
il Rubmis, dal 1503 al 1522 ;
il PrimuSy dal 1550 al 1567, ecc. ^
^ n punzone della medaglia si conservava nella Zecca di Venezia. —
Esso reca in un lato il leone nimbato, in molòca, e le parole: Aloysio Mo-
cenico duce -auspice inclyto - ducale archivum inferlus — recognitum in-
stauratum — anno salutis — MDCCLXXIV. — e dall'altro: Lauro Bartolini —
Ducali Cancellario Inf. — dirigenti — ex — S. C. — monumentum.
« C. X. 22 sett. MisU, r. 3, p. 40.
3 1424, 29 nov. C. X., Misti r. 10, e. 72 t.
^ Cons, dei Dieci j Magnu8:\Z\0, 17 giugno — 1609, 20 nov. (e 1618, 10
ottobre con rubrica). Nella copia :
^< Liber partium et ordinum Consilii do Decem; ex libri» dicti Consilii
nempe principio ejusdem incipiens, a capitulari, apposita in fine rubrica di-
ligenter ordine alfabetico disposita » inceptus manu q. Joaunis Ga8i>arini usque
ad paginas 412 et exinde, perfectus a doctore Francisco Carbone ad hoc ab
Bxcelso Cons. X. deputato.
'-> Il rubeuSy ha rubrica, e comprende il periodo 1503, 6 marzo — 1521
29 gennaio m. v. ;
il primuSy 1550, 11 marzo — 1567, 18 apr. con rubrica
il secundus, 1567 16 marzo — 1575, 30 luglio, senza rubrica;
il tertiuSy 1576, 7 marzo - 1588, ult. felìhr. m. v. con rubrica,
il quartus, 1588, 23 febbr. ~ 1591, 15 maggio.
■t.i ■ wl^
I
E degli esemplari antichi fu fatta esegxiirc una copia.
— Notei-cmo alcune particolarità.
La serie più antica dei dncumenti del Consiglio dei Dieci,
è quella dei Muti '
Il primo volume dei Misti^ così ritenuto anticamente, co-
mincia dal 1300; evidentemente non poteva essere del Consi-
glio dei Dieci; ed è invece il primo dei Misti del Senato colla cui
rubrica corrisponde, — curiosamente superstite alla distruzione
degli altri 13 che giungono, fino al 1332. È di carte 194, ma co-
mincia colla 101.' Perciò, e pei guasti dell'umidità, le primepcr^z
che possediamo sono del 1315, V hanno due lacune. Il tomo
quinto mancava fino dal 1611 ; il 7.", inscritto in un inven-
tario di queir anno, fu poi riconosciuto per un registro del Col-
legio {notalorio^ 1383-91) e riposto in quell'archivio.
V aveauo alcune serie ili volumi che ora più non esistono,
p. es., dei mandati segnU '.
Alcuni processi si custodivano in un cassone (sec. XV];
per aprirlo occorreva una licenza del Consiglio ; le tre chiavi si
custodivano dai capi di mese, affinchè fosse diminuita la facilità
di aprirlo, come avveniva spesso per lo suppliche dei condannati
ciie impetravano grazia \
Per ragioni di sccretezza, tutti i libri e le scritture del
Consiglio che si trovavano nm banchi di sopra, presso l'entrata
della Cancelleria, si facevano trasferire suòiìts Cancellariam,
nella Camera dei capi *, ivi soltanto potevano i segretari regi-
strare 0 scrivere carte del Consiglio ; Ì suoi processi non spe-
diti si riponevano nella cassa e nei colti o palchetti appositi.
Il Consiglio dei Dieci comunicava al Senato alcune carte
■ Veggaai nel doc. V la spiegazione dei titoli di alcune aene dell' Ar-
cfaiiio del CoDeiglìo dei Dieci.
'- C. S. U59, U nov.. Misti, n. 15, p 1S2; p. U64, 13 nov. C. X.
-* Fra 1 tegifitrì del Cuns. dei X, sono: un indice di ricevuto dì processi
l e di altra carte foramte col rito del Senato 1622, 3 marzo — 1S59, 3 detto ;
' libro di procemi coiiBegnati nella Secreta, 1617, 14 agoelo - 1759, 25
\ moggio; — «libro dei processi espediti ut posti nelll cassoni dal 1595 in
a • : ma b un elenco di nomi per alfrtbeto poco più che cotninciato.
• l*eO, 21) se»., C, X, M,Hi, n. H, p. lOS.
- 58 -
segrete, nella loro inteff rità^ o corrette (modificate). E le comu-
nicava anche al Collegio ; ma pare a voce^ donde non si può
credere all' esistenza di serie comunicate al Collegio ^
Neir archivio del Consiglio dei Dieci si custodivano anche
volumi e documenti estranei. Per es., nel 1471 tutti i privilegi
che il conte Vinciguerra ed altri de'CoUalto avevano impetrato
dall'Imperatore a Ratisbona ^. Carte politiche importanti e pro-
cessi, custodiva il Cons. dei Dieci in una cassa bianca^ nella
soffitta, la quale non poteva aprirsi senza permesso dei capi del
Consiglio *.
Sullo scorcio del secolo XVIII * P archivio dei decemviri
era in condizioni pessime, riguardo al sito e airordinamento. Il
Senato lo conobbe, e avvisò V urgenza dei restauri, affine di
preservare « i pregevoli documenti che in essi esistono, in parte
anche danneggiati dalle imperfezioni del luogo stesso, » ap-
provando un piano dell'architetto Filippo Rossi, colla proposta
aggiunta del soffittone contiguo ; per render piii capace l'archi-
vio. Per metter poi un po' d'ordine nell' archivio disordinatis-
simo, « si adotta il provvido suggerimento d' istituire una per-
manente presidenza coperta da soggetto in attualità del Con-
siglio dei X, e per ciò si delibera che d'ora innanzi sia fatta
annualmente, nel primo Consiglio del mese di ottobre, elezione
di un solo deputato alle sale^ e che in luogo dell' altro, per non
aggiungere maggior peso alli cittadini componenti il Consiglio
medesimo, sia eletto un irresidente delT Archivio^ la cui ispezione
sia quella d' invigilare alla custodia e al buon ordine del me-
desimo ». Si nomina poi a deputato alla separazione ed ordi-
* Cons. dei X, 1473, 17 maggio, Misti, n. 18, p. 10. Si invitano nel
Cons. dei X i Savii del Consiglio di Terraferma, perchè ascoltino certa rela-
ziono fatta ai Capi dei Dieci.
Una delle più antiche comunicale ai Senato sì legge nel volume del
Cons. dei Dicci. Afisti, n. 22, p. 87, addì 2 die 1184. Comunicazione di let-
tere dirette al Cons. dei X. dall' Arcivescovo di Antivari circ^ Tlnterdetto,
e deir ambasciatore in Milano, cav. Antonio Vctturi.
« 26 sett., Misti, n. 17, e. 138 t.
3 C. X. Secreti, 1586 19 maggio n. 13, e. 32 t. e 118 t.
* 1785, 9 sett., C. X, Comuni, r. 235, e. 246 t.
namento delle filze e doi registiì, colla dipendenza dal nobil
uomo preBÌdentc, e culi' assistenza d' uà coadiutore, Giuseppe
Francesco Olivieri.
n u. u. Zaccaria Vallaresao, altro presidente dell'Archivio
del Consiglio dei Dieci, nel 1786 riferiva (C. X, 21 luglio)
essefuc compiuto l'oniinamento, e proponeva di sgombrare il
locale dei modelli e disegni antichi di piazze, consegnandoli
« al magistrato alle fortezze, presso il quale altri simili se ne
conservano. » Era coadiutore Domenico Caliari Fantinelli. Ri-
conosceva necessario di sbarazzare t'archiviu « di molte filze,
mazzetti, libri e carte di epoca lontana risguardanti li tempi
addietro sino al principio del secolo corrente, logore e quasi
consunte, contenenti rifcrte di capi di contrada, e lettere vec-
chie di publici rappresentanti, e cose simili che non sono utili
uè meritano alcun riflesso ...» ■
Dopo quanto ne ha scritto nel periodico « Archìvio Ve-
neto » (1871 e seg.) il siguor prof Rinaldo cav. Fulin, sarebbe
inutile che si tratta.sse qui particolarmente dell' origine e della
storia degli Inquisitoi'ì di Stata, coevi ai membri del Consiglio
dei Dieci. Diremo piuttosto della suppellettile, assai decimata,
e non molto pregevole del loro archivio.
Esso si compone : di lettere dirette dagl' Inquisitori a rap-
presentanti il Governo nello Stato e presso le Corti straniere;
— minute del Tribunale e miasive restituite dagli ambascia-
tori, rettori 0 confidenti cui erano etate dirette :
delle lettere mandate dagU ambasciatori ecc. agi' inquisitori ;
di processi per reati politici e delitti comuni ;
di Carte spettanti ai mestieri [Arti), a strade, contrabbandi, ne-
goziazioni segrete.
Ecco il programma d'ordinamento delle varie serie di quei
documenti, quale è seguito dai signori Luigi Pasini e Giuseppe
Oiùuu), officiali uel R. Archivio Generale, i quali hanno ormai
posto ordine a quasi tutte le singole scritture.
-~ 60 -
Capitolare.
Genere I.^ Carte proprie (A.)
Classe L' Minute dei Secretori ;
» 2/ Lettere degV Inquisitori.
Genere 2.* Carte degV Inquisitori.
Classe 3/ Suppliche., petizioni., memoriali al Tribunale.
Classe 4.' Lettere e scritture dei rappresentanti., agenti^ ministri,
e persone private :
del Capitan grande ;
dei confidenti — nella città di Venezia ;
degli albergatori ( qui le carte « Forestieri » ) ;
di altri ; ^
denunzie sottoscritte, od anonime ;
dei rettfiri ;
dei confidenti — nelle provincie;
degli ambasciatori ;
dei confidenti — all' estero.
Genere 3.*^ Carte proprie ( B* )
Classe 5.» Processi : a« ) diversi ;
b* ) per contrabbando ;
Classe 6/ Sentenze (carte relative a prigioni, confinati, esiliati,
condannati alla galera, a morte ) ;
Classe 7.« Polizze di spese ;
Classe 8.' Diverse.
Riassunto :
Classe 1.' e 2.' Massime;
Interno v .
e*
Interno l d.
Stato
Estero
)^:
3.*
Dmnande;
4."
Informazioni ;
5.*
Inquisizioni ;
6.'
Pene;
7.'
Cassa ;
8.'
Diverse.
Il procedimento sommario degP Inquisitori potrebbe far
credere che non tenessero nota delle cose trattate. Ora avevano
invece registri di memorie, e collezione di norme o capitolare.
Nel 1652 ' gì' Inquisitori doler ni inavano la instituzione
di «D libro « cariato ed alfabetato, dove sia obbligato il segre-
« tario di scrivere di tempo in tempo le querele, processi et
« negotii gravi che succederanno, della maniera in tutto e per
« tutto clic si prattica nello Eccelso Consilio, et all' incontro
« siano pure contrascritte note degli atti che anderan succe-
« dendo, onde sempre resti sotto 1' ocoliio le materie tutte, e
« quello che sarà stato operato e risolto, così ordinando che
« sia annotato. »
Di alcune di quelle note dalle quali certi registri presero
il nome di mhimi delle Annotazioni., doveva darsi lettura dal
segretario dcgP Inquisitori nel primo giorno di riduzione^ dei
nuovi. '
Eccone qualche notizia.
Annotazioni degl' Inijiiisitori di Stato, 1643-1797.
Il primo volume 1643-1647 (a. 290 della Collezione di
codici restituiti dal Governo Austriaco nel 1869) è una semplice
rubrica alfabetica di noto, colla data e t;oll' oggetto dello scrit-
ture ricevute (lagP Inquisitori dt Stato o da essi dirette ad
ambasciatori o ad altri jiepsonaggi, con richiami a mazzi se-
gnati con lettere romane maiuscole, o a filze dell' archivio del
Cons, dei X per le deliberazioni di esso Consiglio sopra pro-
poste degli Inquisitori.
Il volume primo propriamente detto delle Annotazioni (n.
292) comprende il periodo dal 1652 al 1673; gli precede una
rubrica, e nella prima pagina è scritta la deliberazione degl'in-
quisitori 1652, 12 ottobre, d' istituire la presente serie dei vo-
lumi dello Annotazioni. Le note sono piii diffuse, disposte per
epoca, taluna sottoscritta da' tre Inquisitori, estese a sinistra
di chi legge; nel mezzo foglio corrispondente, v'La la nota
della evasione od esito dell' aSare.
> 12 ottobre. Cadici della ex - collezione Brera, N 2S2.
* Terni. loq. 1661, 19 Bett. AnnotaUoni voi. 1
- 62 -
I periodi compresi dagli altri volumi sono : (2.' delle An-
notazioni senza num.) 30 marzo 1684 - 1685, 12 febbraio m. v.;
» 291 7 marzo 1686 — 1701, 1 sett.
» 294 4 nov. 1701 — 1719, 5 sett., ed una del 1736,
29 gennaio m. v. ;
» 295 — 1719, 3 agosto — 1723, 1 maggio;
» 296 — 1723, 8 maggio — 1729, 30 agosto;
» 297 — 1729, 7 sett. — 1737, 10 settembre;
» 298 — 1737, sett. — 1746, 29 settembre;
» 299 — rubrica diffusa da ott. 1746 a 1796, 28 feb.;m.v.
» 300 — 1746, 5 ottobre — 1755, 29 settembre;
» 301 — 1755, 5 ottobre — 1759, 26 settembre;
» 302 — 1759, 9 ottobre — 1763, 29 settembre;
» 303 — 1763, 5 ottobre — 1769, 29 settembre;
» 304 — 1769, 19 ottobre — 1776, 27 febbraio; m. v.
» 305 — 1777, 8 marzo — 1785, 7 dicembre;
» 306 — 1786, 11 aprile — 1793, 27 settembre;
» 307 — 1793, 19 ottobre — 1797, 6 marzo.
Le date sono quelle à^W annotazione \ non ActWesaurinì^nto^
eh' è quindi posteriore ^
I dieciotto volumi non contengono notizie di tale impor-
tanza che giustifichino la fama attribuita ad essi come a tutto
l'archivio degli Inquisitori di Stato. Sono note di polizia, pochis-.
sime d' interesso diplomatico; in parte studiate e publicate dal
distinto cav. Augusto Bazzoni noW^ Archivio storico italiano^ serie
III, P dispensa del 1870 e seguenti, 57." della Collezione (Fi-
renze, Vicusseux, 1870, p. 45) dall' avv. Giulio Crivellari, per
* n comm. Agostino Carli Rubbi, in uno dei rapporti che dirigeva al
Governo Generale, intorno le carte più importanti che trovava nell'archivio
degli Inquisitori dì Stato, addì 15 aprile 1822 scriveva: «Dirò anco che io
ho veduto nella stanza di riduzione dol Tribunale, accanto al httrò del Se-
gretario, l'armadio ove stavano i libri usuali, cioò i notn(orì> ch'erano in fo-
gliu col taglio alternante, rigato di colore celeste, rosso e bianco, i quali qui
non sono puranco da Milano stati restituiti ; i libri delle annotazioni, e delle
sentenze. Nelle quattro stanze superiori poi tencansi i proccssetti e le carte e
corrispondenze importanti. »>
Non crederemmo che si potesse, sulla sola asserzione del Rubbi, ritenere
che gl'Inquisitori usassero di notatola diversi dai volumi ììoWq Annotazioni.
1 Sila opera inedita dei dinlto peiuilc della Rep. rettela, e dal
tcav. Armando Jiascìtet{Lt's Arcliives de Vcniseeto. Parie, 1870),
H sef^retario degl' Inquisitori di Stato, scriveva ancliR in
r registri oblunghi [vacchette] ' per alfabeto e colle date, alcune
memorie delle cose eseguite dal Tribunale. Queste memorie o
noterelle si segnavano anche sul dorso dei processi. Ne restano
i|uattro volumi, dal 1771, 7 agosto al 1797, 21 aprile. Anche
gì' Inquisitori, come il Cons. dei X, custodivano processi ed
altre carte in uno scrigno '.
Molto fu discusso sul capitolare dogi' inquisitori. Avreb-
tsi dovuto credere che sino al 1755, " non ne possedessero,
llperchè nelle Annotazioni si trova questa memoria:
« Mancando assolutamL'nte in questo Archivio ogni do-
I» cumento della istituzione di questo tremendo venerabile
\» Tribunale, base ferma e sicura della conservazione e felicità
I» dello Stato, della grande sua potestà e delle materie di tempo
in tempo ad esso raccomandate, s' incarica il circospetto Se-
I» gretario D. M. Cavalli che fu segretario per due anni, di
raccogliere dai libri e filze de iu questo sacro e impene-
trabile recesso si custodiscono, li fondamenti accennati, e for-
marne un piccol libro a guisa di capitolare del Triìnmah ; e
perchè inoltre sono difettivi di molti anni li registri dell' in-
• dice e del diario che servir debbono di guida per rinvenire li
' lumi occorrenti in ogni materia » viene incaricato il segreta-
rio di ciò, e gli ei assegnano ducati 30 al mese.
II coipitolare invece si conserva in due esemplari, 1' uno
H^ncir Archivio di Venezia ' e 1' altro nella coliezione Cicogna
presso il Musoo Civico Correr ^
' Questa deoomi Dazione di ana ben nata specie di registri ubitinpbl, Hi
\ (òrw per t>i prima vulta nel decreto dei Consigrllo dei Dieci, Milli reg.
I» p. IS, HBO, 17 luglio.
* C. X Secreti 1595 24 febbr. m. v. reg. 13 u, 147 t,
' VTSb, 29 sett. Aniiutacioni Inquis. di Stato, eod. ei-Srera u. 300 p.
• L'ceeniplare dell'Arcbiirirt è cartaceo, del sec. XVm, di pag. 66, 1411
- 1793, S6 aprile. Il itfcrturio e parte dei testo, è dj pagno di ud
brio dfgt' Inquisitori Suo a pog. 74; Suo alla 9l3 di altri due.
'' RoiDMiin, nella « Storia docum, di Venezia; V'Cuezia, Naratovich, 1857
- (U -
Ai segretari era commesso di redigere una relazione oti^
nuak. Di cotali relazioni se ne conservano nell' Archivio Ve-
neto, sessantasei, dal 1715 al 1796, e pochi frammenti. Con-
tengono ricordi, specialmente della gestione economica, delle
cose più notevoli di polizia interna, delle note dei prigioni dei
confidenti stranieri, (alcuni, gli stessi residenti delle Potenze
estere ). Per verità quelle relazioni danno un concetto assai
meschino del Tribunale degP Inquisitori, pur ritenuto tanto
importante ! Né le prescrizioni di essi, sebben fosse nella fama
publica circondato di tanto mistero, erano sempre obbedite.
Circa alla restituzione delle lettere che i rappresentanti ave-
vano ricevuto dagP Inquisitori, essi ingiungevano che « chi-
» unque, al suo ritorno da publico carico sostenuto, debba rc-
» stituir al Tribunale ... le stesse lettere originali quali li
» furono rilasciate, onde per nessun caso mai possano esser
» neppur vedute. » Questo preciso dovere era però negletto
dagli ambasciatori, residenti e consoli. Tutti i rappresentanti
adunque ( così si prescrive) debbano al ritorno in patria resti-
tuire le carte del Tribunale al segretario di esso ; e così tutti
i consoli, ma restituendole di volta in volta. Ai successori si
lascino le sole lettere di commissione; si mandino tosto a Ve-
nezia quelle che furono custodite in deposito negli archivi
degli ambasciatori e residenti alle Corti.
L' obbligo dei rappresentanti il Governo nello Stato, di
restituire al loro ritorno scritture scerete, era antico. Lo si
trova ricordato nel 1518 ^ ; quei documenti (decretavasi allora)
si custodiscano in sito apposito, e fra quindici giorni si ritirino
quelli relativi alla guerra passata.
t. VI, p. 109-197, ha pubblicato il Capitular deìli Inquisitori di Stato, codice
che add\ 5 maggio 1797 passò in mano di un nobile, poi di un Giuseppe
Pasquali, raccoglitore di libri rari, dalla cui vedova lo acquistò Andrea Tes-
sìer, che lo cedette al fu cav. Em. Cicogna. — La collezione di quei docu-
menti, che il coTipi latore denominò Capitolare, fu eseguita, non per commis-
sione ma spontaneamente da Angelo Nicolosi segr. degrinquisitori distato, nobili
uomini Giov. Francesco Barbarigo, Angelo Emo, e Giacomo Querini cav. ai
quali fu da lui presentato.
* 1518, 30 giugno, C. X., Misti r. 42, e. 60 t.
Confrontando il catalogo tiell'archivio degrinquisitori quale
era sotto la Repubblica ' colla povera e disordinata miscella-
nea cb' è giunta a noi, la mente ricorre agli eccessi della De-
mocrazia e alle rapine francesi, « Accorreva il popolo spo-
» gliava, stracciava gli archivi del Consiglio dei Dieci e degli
» Inquisitori * ». Il Bassal per incarico del generale Serrurier
(23 nov. 1797) foce il resto. I privati continuarono per anni
parecchi a chiedere e ad ottenere dal fatale Archivio, carte com-
promettenti. Di qui so^e scritture degl' Inquisitori si trovano
sparse presso parecchi *.
Agli asporti e al disordine succedettero le reintegrazioni
e gli ordinamenti. 11 Governo' Austriaco incaricò il comm. Ago-
stino Carli Rubbi — assegnato in servigio dell' Archivio poli-
tico in s. Teodoro — di scegliere le carte più importanti de-
gl'Inquisitori e preparare lo stralcio di quelle che, d'accordo col
Chiodo, gli paressero inutili. Il Rubbi cominciò allora col Go -
Terno un carteggio che continuò circa dieci anni. Considerava
l'archivio degl' Inqui.sitori come quello segreto di Sua Maestà *;
e con graud'enfasi si vantava di aver « l'onore di essere crea-
tura della Eccelsa Presidenza Governativa* ». Nel 1812 quando
pose piede nell' archivio di s. Teodoro, trovò nel vestibolo di
• è intitolato come abbiamo detto: >■■ Procesai e carte reatituite, e carte
ohe SODO ne^li armari VII da basso, negli armari VI, cassette Vili e due
OMBoni di sopra, v
' Romanin, IX 114, 620; X, 280,
^ Esiste presso la vedova di Samaele HoinaDÌD In copia dì un " Somma-
rio dulie carie che esistevano nell'archivio degl' Inquisitori di Stato, noD che
l'elenco di molte altre relative alle ultime vicende della Repubblica Veneta,
quali reuoero asportate dal commissario francese Bassa) nel 1797. « [N. B.
In queste nltinie vi è il sommario della relazione fatta dal segretario Giu-
Gradenign sull' adempì mento dell' incarico cti'ertiglì stato impoeto nel
1197. d'ingiungere cioè al conte di Lilla I Luigi XVIII 1 l'immediato allon-
ttnauento da Verona e dagli Stati della Rtpubblitti).
> Sua lettera al Presidio del Gov. Austr.. 1819, 14 ag., N. 47.
' Brft stato nominato ad officiale nell'Archivio di S, Teodoro dal Mioi-
deirinleroo dell'ex - Regno d'Italia (disp. 5 agosto 1813, n, 22152).
L'Incaiioo dell'ordinamento dell'archivio degl'Inquisitori gli era venuto dalla
l'reeid. del Gov. Austriaco decr. 6 aett, 1815, n. 31215-2113.;
- 66 -
quella ex-Scuola « le carte degP Inquisitori accatastate e am-
« mucchiate dall'azzardo, congerie fatta dalla paura^ dalla fretta^
« e dalì ignoranza ». Informò poi il Groverno di ogni menoma
scoperta nell'Archivio, e del come ordinava gli scarti *. Ma le
operazioni del Rubbi non servirono a metter la luce dell'ordine
fra le carte degl' Inquisitori. E prova n' è il presente ordina-
mento che se ne deve fare.
Una parola dell' uso di quelle carte terribili^ sotto il Go-
verno passato.
Sua Maestà l' imperatore Francesco I, con risoluzione 14
giugno 1824, ordinava che quell' archivio dovesse « restare
coìm prima segreto ed inaccessibile ; e che niente se ne potesse
estrarre per famiglie o privati. Soltanto in casi aflfatto parti-
colari, e per carte le quali fossero di riconosciuta proprietà, può
aver luogo un' eccezione, quando dagli atti risulti che le carte
si trovano nell' Archivio, solo per accidente^ od almeno, che la
loro deposizione e confisca non erano un argomento delle delibera^
zioni degl' Inquisitori.
Nel 1828 * lo stesso imperatore aggiungeva : « Volendo
io che non sieno più a lungo trattenuti alle parti ( i privati) li
privati documenti originali esistenti nell' archivio dei già In-
quisitori di Stato in Venezia, quando le parti stesse ne fanno
la ricerca, e ritenuto sempre che trattisi di originali^ e di resti-
tuirli ai veri proprietari sopra loro domanda .... trovo di
ordinare che per l' avvenire sia sopra ogni ricorso di parti pel
conseguimento di privati documenti originali, sentito prima
sempre il direttore dell' Archivio, se cioè dessi si ritrovano
neir Archivio, se il diritto di proprietà dei petenti è sufficiente-
mente dimostrato » ecc.
Dunque il veto di esaminare quelle carte ad altri che non
fossero il presidente del Governo, il direttore generale di Poli-
^ Per 68.. circa le carte criminali e di polizìa^ il Rubbi giudicava da
gettarsi quelle relative a licenze^ piccole gratificazioni, soccorsi, lettere inter-
cette, riferte, piccoli affari di finanza e di contrabbando, affari giudiziari e
letterari di nessuna entità.
* V. Governo Austr., Presidio, 1828, IV 10-22.
zia e quello dell' Archivio, provenne specialmente per l' abuso
che se ne feceva. Ma in verità chi ha svolto le corrispondenze
e i documenti degl' Inquisitori, può attestare esservi assai poco
che anche il Governo più assoluto potesse desiderare che re-
stasse ignoto a tutti.
XI.
Archivi Giudiziari.
Fra le materie amministrative alle quali la Republica
rivolse il vigore delle sue leggi fin dai primi tempi della sua
costituzione, fu la materia giudiziaria. Lo dimostrano la rego-
larità delle scritture notarili, V esattezza e la lucidità dei vo-
lumi, la esistenza di giudici civili, coetanea ai primi documenti
di Venezia che ci restano.
Alla metà del secolo XIII si obbligavano i giudici del
Proprio e gli altri, a metter in scrittura tutto che sembrasse
loro utile da aggiungere o togliere nell' aìidamento dei loro
UfEcii ' e consegnassero questi ricordi alla Signoria, nel-
r uscir di carica. La Signoria farebbe registrare quei savi am-
monimenti « in quaterno Comunis, ad memoriam retinendam. »
Le scritture dei Signori di Notte al Criminal si volevano
' custodite in un baìico nel loro archivio, cioè i quaderni delle
inquisizioni dei delitti ; il quaderno dei banditi ecc. si chiuda
a due chiavi, custodite da due dei tre Signori. Altro òanco si
costruisca nella Prucuratia di s. Marco, per serbarvi tutte le
scritture e ìnqmsiziwii dei banditi, e il libro di questi sia te-
nuto in cwrente da notai sorvogìiati da uno del Magistrato.
Le cedule nelle quali sì raccolgono le dichiarazioni dei
testimoni dinanzi i giudici di palazzo, fra otto giorni dovevano
Mgifitrarsi in quaderni a cura di notai ^.
E con altri decreti, s'iustituivano registri di atti giudiziari
' 1250 12 sett. M. C. D'Oro. I. 10.
* U. 0, 1310, 19 Beltembre, Novella <■. IST t.
- tó -
delle Corti inferiori o tribunali di !•. istanza ^, e si escludevano
dagli ufficii del basso ministero, i sacerdoti. Dopo aver servito
per secoli a stilare gli atti privati, e a stender scritture giudi-
ziarie, venne tempo che ebbero il congedo. Così i frati. I casi
moderni non sono dunque nuovi.
« El non è conveniente che i preti di questa cita nostra,
» i qual per la profession soa dieno attender al culto divino,
» se mettano ad esercitii al tutto de quelli alieni, zoe a i
» officii [di notaio o scrivano) di nostri zudegadi de palazo : ai
» qual officii stariano ben nostri citadini laici che hanno
» exposte le fortune et persone soe per el stado nostro » *.
I numerosi documenti relativi agli archivi delle giudica-
ture venete ( « delle scritture vecchie del palazziO » ) ci fanno
conoscere i gravi danni che essi patirono per la noncuranza e
per la venalità di chi li aveva in custodia. E sebbene nei secoli
XVII e XVIII ne fosse affidata la sorveglianza ai conservatori
ed esecutori delle leggio tuttavia la condizione di quegli archivi
non migliorò grandemente.
« I libri delle sentenze et altri atti delle Corti e magi-
» strati di palazzo ... se intende esser tenuti confusamente
» et senza la custodia che si conviene ....'» Ne mancano
alcuni, ed altri « sono stati anco a vilissimo prezzo venduti
» nelle botteghe de' vivandieri et smarriti con mali modi, et
» altri pochi sotto li piombi del palazzo restano esposti al-
» r ingiurie de' tempi e pioggie ».
Ogni massaro, o in mancanza di lui, ogni notaio dei magi-
< 1471, 28 sett., M. C, Libro d'oro, Vili, 132 t SMnstituisce un libro
pergameno in ciascun Ufficio, diviso in sei sestieri^ nel quale i notai regi-
strino gli atti di vendita, pagamenti di dote ecc., non essendovi presso le
giudicature del Proprio, Esaminador, e Procurator, tranne quello dei Coman-
dadori. — 1478, 11 maggio, M. C, Regina^ 176 t.
In un locale attiguo air ufficio del Proprio si costruiscano armadi ed altri
ripostigli per custodire i registri dei cogniti e delle strìde del Proprio, finora
in mano dei banditori; i notai tengano un registro scontro degli atti da far
eseguire dai banditori.
2 1474, 19 genn. M. C, Regina, 145.
3 Senato, 1632, 1 maggrio Teìra, r. 107, I, p. 103 t.
strati giudiziari, « furmi i}uanto prima un inventario distinto,
» et separato per i tempi et per materie, di tutti i libri et re-
» gistri eìie sono et nell' avvenire saranno formati nell' Ufficio
iove servono. » Si assegnino, per riporvi quello t^arte, luoghi
vm armari., il Collegio vi nomini un soprintendente; il Can-
cellicr grande dia in proposito i suoi savi consigli '.
I sindici e giudici straordinari dovranno riconoscere (de-
creto del Senato 1636 25 luglio ' « da quali magistrati sarà
» stato osservato T obbligo di mandar li libri all' Archivio,
» e di quei cbe mancassero, obbligar li ministri ad essequirlo
> dentro quel più breve termine che loro paresse poter bastare.
> Li ministri di qualunque magi.strato, obbligato di mandar H
» libri all' Archivio predetto, non doveran tenerne alcuno dei
» vecchi; né che serva per più tempo dell' anno corrente o
* dell' antecedente, sì che non habliino in loro potere gli atti
» di più lungo tempo di due anni. »
La custodia dei libri delle sentenze e degli atti dei magi-
strati di Venezia si appoggiava in seguito intieramente ai
Conservatori delle leggi, come sopraintendenti ai ministri che
lebbono inventariare e mbricare i registri '. Abbiano facoltà
r inquisizione circa una perdita di 60 libri, accaduta, e circa
ra^ressioni che fossero state commesse; ricuperino i libri
ihe fossero presentati presso magistrati ed esaminino le qua-
btà del cvilode dell' Are Aimo.
Poo) appresso (essendo condotto a termine 1' ordinamento
dei libri e delle scritture de'magistrati alle Corti ed altri ofEcii
, Marco, e formatone un diligento inventario) si lodano
delle cure i Conservatori delle leggi. « Al disordine poi scoperto
* nel Inogo dei noclari morti, delle 40,000 minute non regi-
* jftrate e facili a perdersi, deveranno detti Conservatori prov-
» vedere, con incaricare il Collegio dei nodari al loro registro,
»■ 0 col dividergliele, o co! far che da esso sia deputato chi vi
Vedi circa il hiogcy per qaelt'arohivio {lopra li oJStH delle Curii) il de-
creto del Senato. Ttrra WM, 13 magig^D.
Senato Terra reg. lU p. 196.
1571, 14 agosto. Senato, Terra reg. 183 e. a04 t,
» supplisca dentro il più breve termine. Ordineranno anclie
» che si faccia un inventario dei protocolli e d' altre scritture
» che esistessero nel luogo dei notari morti, da consegnarsi al
» custode, il quale dovrà tener nota delle carte, protocolli eoa
» ricevuti. »
Ma i disordini non cessarono. I conservatori ed esecutori
alle leggi (1712) *, ne rimarcavano in tutti gli archivi delle
Corti, ad eccezione di quelle del Procurator e del Proprio ; e
raccomandavano la buona custodia e la reintegrazione di quegli
archivi.
Nel 1719 (27 aprile) il Senato * rinnovava al magistrato
suddetto la raccomandazione d^ ingiungere ai ministri, gli or-
dini per la custodia, V alfabeto e la rubricazione delle scritture *.
Ed essi incaricavano un officiale [Paolo Legremt) di completar
le rubriche e gli alfabeti « di tutti i libri, scritture, processi e
» carte delli offitii illustriss. di Pettzion, Fsaminador^ Forestiera
» Mobile^ Procv/rator e Proprio^ e dei magistrati del Piovego^ Cai-
» taver^ Sindico^ CoUegio dei Signori di Notte al civile descriver
» in cadauno separatamente ogni sorta di materia secondo lì
» ordini d' offitii e magistrati, cosicché sia per sempre facilitato
» il modo a particolari di ritrovar Y occorrente, e si conservi
» a perpetua memoria. »
Anche qualche officiale ebbe parte nel disordine di quegli
archivi ; e citeremo un Antonio Antelmi, che lasciò V archivio
delle scritture vecchie delpahzzo in pessimo stato, onde il Senato
scriveva : « sono ben ragionevoli li motivi per i quali non si
trova per anco ridotta a perfezione V opera malagevole ed in-
voluta della riordinazione dell'archivio lasciato sconvolto *. . . »
< 1712, 12 magg. Senato Terra reg. 268 e. 125. — 1717, 31 Inglio, circa
il disordine neir archivio delle sentenze ed altre scritture di Palazzo. Senato
Terra reg. 274 e. 299 t.
2 Sen. Terra reg. 277 p. 106.
^ Veggasi anche la Scrittura dei Conserv. ai Senato 22 gen. 1719 m. v.
^ 1772, 30 maggio, Sen, e V. 1771, 20 sett. : la Sereniss. Signoria decreta
^1 trasporto delle carte gelose della Quarantia civil vecchia in un luogo attiguo
a quello dell* Archivio.
Da un « piano formato per ordine dell' Eccellentissimo
» Magistrato de Conservatori et esecutori delle leggi (1778
» n dicembre) dimostrativo a colonna per colonna la quantità
» e qualità de libri che si attruvano nell' archivio delle scrit-
» ture vecchie del palazzo » risulta che sulla fine del secolo
passato i volumi e le filze di quegli archivi ', ammontavano
à 13, 945.
Nel 1780 (9 marzo, Senato) si raccomandava la consegna
' Archivio, dei libri delle Corti, ogni due anni ; e la nomina
dell' archivista [custode dell' Archivio) si rimetteva al Consiglio
lei XL al Criminal.
Fra le ultime vicende di uno degli archivi giudiziari,
quello àdV FsainÌTiador — quasi un UfBcio delle ipoteche — è
I notare che la Municipalità provvisoria ' decretava la conti-
huazione delle registrazioni coi soliti metodi, ed eleggeva una
commissione di tre membri per versare sul luogo dove rac-
Hjoglier r archivio dell' Esaminador, il ministero necessario, gli
stìpendii ecc. Per ora « siano trasportate in nn solo archivio
tutte le carte ed atti giudiziarii sparsi per li diversi ex-magi-
Mrati, ex-Consigli e CoUegii giudiziarii, assieme a quelle già
esistenti nel così detto Ài'chÌTto delle scritture vecchie del Pa-
Ìa2!0 ».
Ag^iuugeremo qualche appunto intorno gli archivi notarili.
« I notai debbano tenere una copia autentica dei testa-
menti e degli altri atti loro, nei proprii quaderni, sottoscritta
dai testimonii : i quaderni, sìnora di carta di cotone, si facciano
di pergamena » *.
In un grande volume pergamene, si registreranno, fra tre
giorni dall' atto, i nomi degli attori, del notaio, e il genere del
documento. I notai forniranno queste notizie ai Cancellieri in-
fmori, e ai loro assistenti [proti). Fioora (1449, 28 dicembre)
' Aaditot Vecohlo, EBamìnudor, Mobile, Catuvei, Forestler, Signori i
Ifotta, Proprio, Plovego. Slndico, Procurstor. Petizion, MìiiiBt«riaII.
' Procluma 9 agoato 1791. Gridario I. n. 344,
* 1307, 1 giugno, M. C, Magnuif et Caprirvrnut e. 44.
72 -
le copie dei testamenti e d' altri istrumenti, estratte dai proto-
colli ed affidate agli esecutori^ andavano perdute. *
Quando partiranno da Venezia dovranno consegnare i pro-
tocolli alla Cancelleria inferiore, i cui officiali sorveglieranno
a ciò, e alla consegna dei protocolli dei notai morti \
A tenore di un decreto del Maggior Consiglio 1485 11
novembre, si doveano assoggettare ad esame « de sufficientia,
pcritia, et experientia artis tahellionatus, quam de legalitate,
vita moribus et fama » tutti i notai che esercitavano V arte
in Venezia, per autorità veneta, apostolica o imperiale. AlF e-
sperimento doveva assistere il doge, o incaricare persona a
sostituirlo. Si inscrivano in un registro nella Cancelleria, si
rilasci loro un attestato, — tutto gratuito.
Le scritture, stilate secondo il costume veneziano {per mo-
dum Venetìarum) dei notai morti o che lasciano Venezia per
più di due mesi, non si consegnino piii a notai privati, ma
si portino tutte alla Cancelleria. Il Cancellier grande ne fec-
cia un inventario e le dia in custodia a due notai.
xn.
Annali. - Istoriografi pubblici.
Come abbiamo detto, già nel secolo XIII, la Republica
pensò a raccogliere le proprie leggi, i trattati internazionali,
e documenti di altra specie. Quelle collezioni servivano sol-
tanto in parte, e per un certo periodo, agli usi dell' ammini-
strazione. In seguito divenivano collezioni storiche.
Questo intelletto dell' avvenire risplende in ogni atto so-
1 enne de' Governi e de' popoli passati. Pare, fra le turbinose vi-
cende del medio evo, che riservati a pochi 1' amore e il culto
delle lettere e degli studi, vi si dedicassero coli' affetto pre-
« M. e. Upsa p. 170.
^ Nel decreto si accenna ad un registro alfabetico delle carte di dote e
dei testamenti, che sarebbe da farsi dai proti della Cancelleria, verso compenso.
3 Stella 59.
maroso e riverente di cui si circondava allora la reìigione ;
e attendessero, piii che ai favori della fortuna e ad una fama
passeggera, a produrre opere durevoli ed utili ai propri posteri.
Le scritture pubbliche, diligeatemeute raccolte in serie
particolari, e queste ordinate in archivi, non parvero al Go-
verno Veneto sufficienti ad istruire i patrizi e il popolo del
procesBO istorico degli avvenimenti, del carattere delle nazioni,
dei principi, e dei rapporti che con essi ebbe Venezia. Volle
esso perciò che dei fatti principali, raccolti e quasi narrati
dalle stesse memorie contemporanee scritte je segrete, si for-
masse una storia veritiera.
Cotesta storia si divideva e miuistrava in due forme :
jmiòlica, dettata da istoriografi per decreto del Governo, e da
stamparsi; jjnVfl^, scritta dai segretari del senato, gli ÀJinali.
Diremo prima di questi.
Nel 1571 29 nov. il Consiglio dei dieci • deliberava:
« Fu preso in questo Consiglio del 1551 a' 18 del mese
» di decembre, * che per il Collegio nostro, con l'intervento
» delli Capi di questo Consiglio /cwse eletto vm dei Secretati
» nostri di Pregadi^ ' il quale per 3 anni continm avesse carico
y> di scriver li nostri annali, nella 'nostra liiigua volgare^ de tempo
« in tempo, notando tutte le proposte de'principi fattecosi alla Si-
» gnoria nostra, come a nostri ambassadori in materia di Stado;
-» et similmente tutte le deliberationi nostre, commemorando le
* occorrentie cosi in guerra come in pace, dei Principi, con li
» quali si avesse commertio, et finalmente tutte quelle cose che
* li paressero degne di memoria, separatamente l' una dall' al-
* tra, con uno indice ; et occorrendo trattarsi cosa alcuna per-
* tinente a giurisditioue della Signoria nostra, di quella dovesse
^ tener distinta et particolar memoria, et mostrar di tempo in
- ' C. X Comuni r. 30 e. 72 t.
» C. S Comuni r. 20 e. 71 t.
^ Primo eletto addì !9 dicembre 1551 ta Girolamo Polverini, lo surrogò
A 19 agosto 155S Alvise Bnrghi, e dopo la di lui morta, Febo CapuUa addi
^e loglio 1556.
Oli annali si cuslodivano in Cancell. Secreta, né potcvascne dar oopia ad
%lcano.
- 74 -
» tempo quanto Tavesse scritto ad uno delli savi nostri da Terra
» Ferma, al qual fosse per il Collegio nostro dato questo carico,
» si come si osserva nel dar il carico della scrittura et delle
» ordinarne .... »
Ora si stabilisce che il segretario non possa nel tempo
limitato dalla sua elezione esser astretto ad andar fuori della
città in servizio pubblico.
E nel 1675 XV III maggio^ il Senato decretava : *
« Se in altri tempi dalla prudenza del Governo fu ripu-
» tata bisognosa la facitura degP Annali, bora che fuori del-
» r antico uso s^ è di molto dilatata la scrittura, non ba dubio
» che si rende sommamente necessaria.
« A causa perciò di varii accidenti essendo stata inter-
» messa questa non meno utile, che lodevole opera, conviene
» ravvivarsene la pratica, acciochè perfettionati gli Annali
» moderni per li tempi interrotti, e continuati poi fino a' pre-
» senti, habbia anco in avvenire a proseguirsene con pontua-
» lità la scrittura, onde raccolte con forma ordinata le materie
» in ristretto, possa con facilità comprendersene la sostanza,
)> e ricavarsene all' occasioni quel frutto, che fii d' intentione
)> dell' instituto sapientissimo.
» L' anderà parte che nella prima riduttione del Collegio
» nostro sia per nominatione di esso fatta elettione di due se-
» gretarii di questo Consiglio, che s' intendano deputati a scri-
» ver gli annali, con le conditioni espresse nel decreto del Con-
» siglio di Dieci XXVIIII Novembre MDLXXI et habbiano
» ad esercitarne l' incombenza per anni tre prossimi, passati li
» quali, sia fatta elettione d' altri soggetti in luoco loro, o pure
» siano essi medesimi confirmati, e cosi successivamente di tre
» in tre anni, dovendo sempre supplirsi con nuova pronta sosti-
» tutione, quando per qualunque accidente mancasse l' attualità
» dell' impiego d' alcuno degli eletti.
» Obbligatione del superior di balle doverà esser di per-
» fettionare gli annali in quei tempi che sono interrotti, e ter-
1 Terra reg. 190 p. 123.
» minarli fino al MDCXL. L'altro poi doverà applicarsi alla
» formatioDt' delli niedemi dal MDCXL fino alli tempi presenti.
» Ultimati li quali sarà incombenza de' Savii del Collegio
» nostro istituire la regola, che più crederanno agginstata,
» perchè da due segretari, oppure da un solo, che deveranno
» in ogni caso essere eletti con l' ordine predetto, si prose-
» guisca alla formatione degli annali in avvenire, cosi che
» non vada per nessun modo in resto così necessaria et ira-
» portante scrittura, che può all'occasione servire di molto
» profitto all' interesse della Signoria Nostra.
» Per buon incaminamento et essecutione deir opera, sia
» anco eletto dal Collegio di tempo in tempo un savio di
» terraferma con obìigo di riferire nel Collegio nostro ogni
» primo giorno di mese lo stato dell'opera, por lume, et in
» conformitìi di quanto resta disposto dalla parte suddetta
» XXVniI Novembre MDLXXl. Non potendo li detti Segre-
» tarij conseguire l'assegnamento eolito per tal impiego se
» non presenteranno ai Capi del Consiglio dei X anco fede
» del Savio predetto di terraferma d' liaver a portione del
» tempo intieramente adempito il suo debito, la qual fedo
» doverà esserli fatta solamente per quel tempo, che saranno
» stati effettivamente registrati assi annali »,
Gli annali non sono tutti compilati di un modo stesso.
Alcuni sono racimolature di documenti, ordinati per Staio;
altri arieggiano la storia. 1 volumi rimastici comiuciano circa
la metà del secolo XVI, e vanno ai primi anni del XVIII ',
Precede a parecchi una prefazione; ne riferiremo qualcuna.
' Beco la serie dei volami oh*i si conservano nel R. Archivio Generale
4 Veneita ;
1649- 1512 tannai! VMchi squaito,
o Mbrattafogliol
1»«-1S70,
ISTI.
1OT2- 1573,
1574-1579,
1580-1583,
1584-1S90,
1591-1592,
1593-1594.
1590-1596,
1599-1600,
ItJOl- 1602,
1603-1606,
1606,
1607 - 1608 ,
1609- 1611,
1612- 1813,
1614- 1615,
1616,
1617, Diario a maggio
1617, {^agno- agosto
- 76 -
Il segretario Giambattista Fadavin scrive in maniera
letteraria e assai ampollosa : * « Maraviglia non è, Serenis-
» simo Principe, che gli huomini benché di raro ingegno, et
» di canuta esperienza, non sappiano distinguere né risol-
» vere qual più stupenda cosa sia, o la qualità del sito di
» Venetià, o la forma del Govèrno . . . . » Narra che 36 anni
sono, trovandosi alla residenza di Milano, udì un soggetto
distinto dire : « parerle Venetia un ritratto del mondo, o piut-
» tosto picciol mondo » maravigliarsi che « in città la
» quale per gratia di Dio ha dominato per tanti secoli, senza
» mai mutar patrone, né patito sacco, o invasione interna de
» nemici — onde con giusto titolo fu sempre chiamata gran
» madre di libertà, et vero propugnacolo contro chi mira sog-
» gettar tutti i principi, non si trovino più antiche memorie
» de' gesti suoi che di trecento anni in circa. Tornato eh' io fili
» da Milano, et ricevuto che ebbi T honore di servir V Eccelso
» Consiglio di X, fui impiegato nel ridur sotto capi di materie
» le leggi, et regolar insieme le scritture secreto riposte in
» confuso nelle soffitte per gì' incendii seguiti nel palazzo a'
» giorni nostri. » Ebbe allora occasione di conoscere che « il
» primo che con publico decreto ebbe carico di scrivere le
» historie venete dopo trapassati molti secoli , fu l' illustr.
» signor Andrea Navagiero, il quale, gionto all' estremo di
» vita, senza haver potuto riveder et corregger li scritti suoi.
1617,
settembre - novembre ,
1627,
dicembre - 1628 giugno ,
»
dicembre - febbrajo m.
V.
1635,
marzo -febbrajo m. v.
1618,
marzo - giugno ,
1636.
, » settembre ,
»
luglio - ottobre
»
settembre - febbrajo m. v.
V
novembre - febbrajo m.
V.
1640,
marzo - febbrajo m. v.
1619,
marzo - agosto ,
1651,
, abbozzo d' «nnali ,
»
settembre - febbraio m.
V.
1675,
dicembre -1677, settembre
1620,
marzo - agosto ,
1677,
ottobre 1678, ott. (voi. 2),
»
settembre - febbrajo m.
V.
1678,
» 1678, sett. (id.).
1621,
marzo - agosto ,
1679
, ottobre - febbrsgo m. v.
1624,
» »
1680
, marzo - febbrajo m. v.
V
settembre - febbrajo m.
V.
1681
, » »
1625,
marzo - agosto ,
1682
» »
»
settembre - febbrajo m.
V.
1710
-1711 ivol. 2.),
1626,
marzo -agosto,
1712
, marzo - febbrajo m. v. (voi. 2)
1626,
settembre - febbrajo m.
V.
1718
, settembre a 1719 agosto.
1627,
marzo - febbrajo m. v.
< 1630, 1 marzo, Annali, voi. 389, CkKÌici ex-Brera.
» vuolso alla sua presenza farli atbruggiare. » Gli successe il
card. Bembo, « dopo la cui morte fu deliberato a' 6 settem-
»I)ro 1548 che li suoi volumi fussero revisti dagli illusti'.'
» Reffijpmatori dello Studio di Padova et poi mandati alla stam-
» pa, et al signor Vincenzo Rizzo segretario a quei tempi dì
lOlto nome, fu ingiùnto carico di sopraintendere acciocché
» la stampa ne fusse ben formata et corretta. Né parendo alla
» publica sapienza [ammonita forse dal pregiudicio ricevuto
nei tempi andati che tanto bastasse), fu a' 15 dicembre 1551
» deliberato, che essendo una delle più utili cose al buon go-
verno di Stato la notitia delle cose passate, con la quale si
'» conosce qual sia da seguire et quale da fugire, nel che es-
sendosi fin air bora pretermesso di usar la debita diligenza,
» con perdita non solo deUi escmpj delle attieni passate, ma
» con smarrimento di molte ragioni et con notabile danno pu-
» blico, fusse eletto et deputato uno de' secretarii del Senato a
» scrivere nella nostra volgar lingua gli annali^ notando le
» proposte de principi in materia di Stato, le risposte, i de-
» creti, le occorrenze così in guerra come in pace de' principi,
con li quali si ha commercio, finalmente tutte le cose degne
» di memoria, separatamente 1' una dall' altra, con distìnta et
particolar nota di quelle che concernessero materia di giu-
» TÌsdittione, Tali apponto sono lo formali parole del suddetto
i> decreto conflrmato et ampliato con nuova deliberatione a' 29
» novembre 1571 . Il primo che ebbe questo carico fu il signor
*> Alvise Borghi segretario, il quale intitolò i suoi scritti pan-
» iitte, et scrisse anco in forma di historia tm picciol libro,
^ che mi raccordo haver letto già nella Secreta ».
» Dopo lui hanno scritto successivamente altri, sotto nome
» propriamente de Annali. L' ordine e stile tenuto da loro è
* stato di trar semplicemente copia delle espositioni d'amha-
» sciatori, de' decreti del Senato, et de capitoli di lettere, senza
* altro metodo che de' tempi. » Cotesti annali mancando delle
illustrazioni delle quali è ricca la storia, talvolta riescono oscu-
ri- « Ma air incontro non si può negare che gli annali scritti
» dal segretario non siano maggiormente adequati et più frut-
- 78 -
» tuosi all^ oggetto pel quale furono instituiti : la ragione ne è,
» perchè non sempre gV historici hanno V adito di poter entrar
» nei Consigli secreti, né meno lor è permesso mandar alla
» stampa li più reconditi arcani et rispetti publici . . dovendo
» r opera di lui servir a' soli senatori, et a quei che di tempo
» in tempo hanno da presieder al Governo, cavando egli lume
» certo, non offuscato da passioni o da affetti, quasi da vero
» fonte r acqua limpida et chiara, senza discorsi o timore di
» tacer alcuna cosa, non per satisfar alla semplice curiosila,
» overo per apportar diletto ad alcuno, et molto meno per
)> acquistar fama o merito a sé stesso, ma per una semplice
» et candida narratione dei sensi publici, conforme alle ma-
» terie et agli accidenti portati dai tempi. »
Gli annali privati si possono più tosto dir Diarii^ o me-
morie di cose seguite e note a tutti.
« Quest' opera, ancorché costrutta da soggetto di podi
» attitudine, come io sono, riuscirà in ogni modo fruttuosa anco *
» nel scriver V historia, perche in effetto gli annali con voce
» più propria possono chiamarsi commentarti o memoriali. »
Angelo Nicolosi fa una prefazione al volume degli annali
del 1679, principiando dal 1 ottobre 1677 ; accenna alle cure
che gli furono necessarie per raccogliere i documenti da tra-
scrivere negli Annali^ che giacevano sparsi nelle casselle dei
segretari e nelle Cancellerie Secreta e Ducale.
« Insomma T oggetto mio è stato di far che ciascheduno
» possa in pochi giorni restar fondatamente informato di tutto
» quello é seguito in un anno Le materie .... sono
» registrate in due volumi, nel primo si trovano quelle at-
» tinenti alle Corti di Roma, Malta, Germania, Trento, Polonia,
» Francia e Spagna ; nel secondo quelle di Milano, Napoli,
» Inghilterra, Savoia, Mantova, Fiorenza, Svizzeri, Provvedi-
» tor generale da mar, provv. general in Dalmatia et Albania,
» Ragusi e Costantinopoli ...»
Nel principio del volume 1718-19 il segretario Vendra-
mino Bianchi discorre del modo con cui ha formato queglL
annali ; si è diffuso sulle vertenze confinarie coi Turchi, ch^
libero luogo nel 1718; « dall' universale delle materie ho se-
sparato quelle di Roma expulsìs, scrivendo per anco in que-
ste le soie deliberazioni politiche et importanti, e tralasciando
le altre, per le quali è riservato il suo luogo piuttosto nelle
rubriche de' registri che negli annali, come sono li possessi
temporali de' vescovati e cose simili, che seco non portano
\ certi riflessi 0 contraddizioni o direzioni di maneggi. Hostu-
t diato la possibile brevitìi ...» Non riferi per esteso, come
hanno latto altri segretari, le scritture, ma, eh' è meglio, la
ì di esse.
La compilazione degli annali era sorvegliata da un savio
di terraferma, cioè del Collegio o Gabinetto,
La stona i>eneta sui doatmenti non è dunque un trovato del
nostro secolo. E, sebbene, riveduta e corretta a suo modo dal
Governo, potesse riuscire talvolta parziale, o tacerne gli errori,
tettavia non è da riputarsi fattura intieramente sua.
Alle deche di Marc' Antonio Sabellico, e ai famosi Diarii
di Marino Sanudo [opera questa privata) facevano seguito le
storie di Pietro Bembo, eletto ad istoriografo nel 1530, poi car-
dinale. « Esscndt» de grandissima reputation alli Stati, et
» summa utilità aquelli chegovernanoleRupublichelamemoria
» delle cose passate, quale si leggono nelle historie, perciochè
» ammaestrati da quelle meglio sanno disponer le cose, che da
sliora in hora trattano et cum maggior prudentia antivedono
» quelle che hanno ad venire, et cognoscendosi certo, eh' el
» nome et grandezza de Romani, Greci et altri che hanno ha-
» vute gran Signorie è processo in gran parte (appresso la
* virtù dei capitani) dall' excellentia de' scriptori che le loro
* Opere hanno mandato a memoria ; è ben conveniente de non
I » mancar all' honor et gloria del Stato nostro, per conservation
" et exaltation del quale se mai in alcun tempo passato si legge
I > baversi operato per li maiori nostri cose grande, certamente
J » quelle delle guerre prossime passate sono degne di immortai
K» lande et commendatìone ; et essendo mancato el q. nobil An-
|.»drea Navager, qual liavca carico de seguir la dieta memoria
I » delle cose nostre , comenzando da poi le deche del q. domino
- 80 -
» Marc' Antonio Sabellico, se die al tutto proveder de un* altra
» persona che sia de singular letteratura .... » Per ciò
eleggevasi il Bembo.
Si raccomandava la veracità delle cose, e la buona lin-
gua. Né solo r istoriografo pubblico, ma qualunque privato a-
vesse dettato di storia veneta, doveva presentare alla revisione
superiore l'opera sua, onde non corressero in pubblico cose
inesatte o* false.
« Intende cadauno di questo Consiglio » (così un decreto
» del 21 maggio 1552 dei Dieci) * « per sua prudentia, di quanta
» reputatione, utilità et importantia sia ad una Repubblica, che
» le historie di quella siano scritte fedelmente et con since-
» rità ; et però essendo corso hormai molto tempo dopo la morte
» del rev. card. Bembo il quale scriveva l' liistoria di questa
» Repubblica, né scrivendosi quella da alcuno . . . , , è neces-
» sario proveder di persona atta a questo importante carico,
» per beneficio delle cose del Stato nostro ; il qual carico, per
» quanto si ha inteso, saria accettato volentieri da molti ho-
» norevoli et sufficienti nobili nostri, senza alcuna spesa della
» Signoria Nostra ; et però » si decretava 1' elezione di un no-
bile al carico di istoriografo ; che dovesse dettar la storia
veneta in latino ; ed assoggettasse ai Riformatori dello Studio
di Padova il suo manoscritto il quale sarebbesi custodito nella
Secreta fino all' epoca della pubblicazione.
Nel 1577 * si eleggeva al carico di dettar la storia veneta,
Alvise Contarini cav. « onde scriva delle cose veneziane con-^^
» sincerità, giudizio e stil buono ed elegante ; » e dopo lui Paok
Paruta e Andrea Morosini, affinché continui la storia dal 152!
al 1600.
E fra gli altri furono Nicolò Contarini, Giambattista Nanii
Michele Foscarini, Nicolò Dona, Girolamo Grimani, Francese» ^?r!
Dona 3.
^ CiWiuni reg 20 e. 115 t.
^13 marzo, C. X. Comuni reg. 33 p. 3.
3 Paruta, C. X, 1580, 22 febbr. m. v. Morosini, 1599, 29 dicembre. Nico
Contarini, 1626, 22 aprile. Nani, 1651, 13 marzo. Foscarini, 1678, 19 aprii
Nicolò Dona Senato, 1763, 28 penn. Grimani C. X, 1765, 17 sett. Dona Fi
C. X, 1781, 20 ag. e 1784, 26 maggio.
A quest' ultimo ÌI Consiglio dei Dieci concedeva larghezza
di mezzi e di aiuti, e scriveva : « Resta accolta con par-
» ticolar compiacenza ed egual aggradimento la serie pur di-
» plomatica dei documenti custoditi nella Cancelleria Secreta,
» che il predetto isterico publico trasse dagli autografi del
» benemerito suo padre, la qual serie servendo di documento
» alla storia antica summenzionata, et inoltre di comodo r&-
» pertorio alU libri dei commemoriali e dei patti che abbrac-
» ciano tutto il diplomatico della Repubblica dal secolo XIII,
» oltre varie carte dei secoli precedenti, dovrà esser la serie
• stessa passata nella Cancelleria Secreta per servir a co-
»modo e studio de' cittadini. Pienamente approvandosi poi la
» massima di trar dal /mite certo deipuhlid archivi la materia
» dia storia moderna politica, civile ed economica della Repu-
»Òiica, ben volentieri questo Consiglio concorre a fornire il
» detto nobil uomo dei mezzi che gli facilitino l' opera invo-
» lutissima di cui s,entesi con piacere completo anche il primo
libro. » Gli si assegnava in aiuto un notaio della Cancelleria
ducale *.
« Plausibile ancora ed utile [così continua il decreto) al
decoro della Republica e ad illustrazione dei fatti avvolti
tra le contraddizioni di tanti esteri scrittori di cose venete,
il divisamento esposto dal raedesirao istoriografo di aggiun-
gere alli quattro libri dell' istoria del fu n. u. suo padre, an-
notazioni che marchino li fondamenti dell' asserzioni conte-
nute nella medesima, e dell' inganno degli esteri, che man-
canti dei veri documenti, asseriscono cose che, non reggendo
al vero, oscurano la gloria delle azioni della Republica no-
» stra e de' suoi illustri cittadini, resta eccitato il n. u. stesso
► ad impiegarvisi anche in preferenza dell' altra opera, con
y quella virtù ed erudizione che lo distinguono. »
n Senato infine, in un decreto del 27 agosto 1789, accen-
lava così ad uno dei sussidi dello storico, — il praticismo cioè
Ielle scritture antiche :
• C. X, 1781, SO figa^to. Comuni 231 C. 122 t.
- 82 -
« U Senato munito trovando il fedel Alessandro Maria
» Conti, degP importanti requisiti di vera fede e di adattata
» abilità per V esame dei codici esistenti nella Cancelleria Se-
» creta, scritti in caratteri gotici e logori, assente che possa
» esercitar temporariamente, per quanto occorrerà al suddetto
» nobil uomo istoriografo Francesco Dona, le incombenze me-
» desime, e con la di lui sopraintendenza aver possa V in-
)> grosso nella Secreta stessa ».
XIII.
Scarti od espurghi.
La sola disgrazia che possa toccare agli Archivi non è
quella degli incendi : ma ò pur sventura gravissima che essi
cadano in mani d' uomini avidi di lucro, e non diretti da animo
intelligente ed onesto. Allora è una vera pietà. Volumi e docu-
menti pregevolissimi, o almeno assai utili agli studi, non val-
gono più di quanto pesano ; considerati come ingombro inutile
si gittano nella gualchiera o sul banco del venditore di vi-
vande ; e in pochi giorni V opera paziente degli antichi, o le
cure dei reggitori moderni, naufragano per sempre. Tornano
la confusione ed il buio. Si serbano, ò vero — quasi per saggio —
poche note, o qualche volume delle serie distrutte; ma sono
poveri e sparsi materiali di un edificio scrollato dall' ignoranza
e dair avidità.
Certamente negli archivi non è tutf oro di zecca ; v' ha in
copia la borra ; ma chi può dire di saper sem pre e da solo, giu-
dicare inutile, per ogni tempo avvenire, un documento o una
collezione di scritture che a lui sembrano da gittarsi ?
E fuori di dubbio che maggiori danni alle amministrazioni
dei Governi e agli studi provennero dagli espurghi sconsigliati,
che dalla diligente e piena conservazione dei documenti.
Ora vediamo, in qualche parte, i danni di quelle opera-
zioni che equivalgono a rapine iai punite.
Sino dal giugno 1802, il Governo Austriaco aveva pro-
posto alla R. Corte la distruzione di alcune carte, estratto dagli
Mchivì del Consiglio dei Dieci, della Cancdìeria Ducale, e dei
Bevisori e regolatori alla Scrittura, sentito il Gassler, attesa
opportunità cM qui egli si tmcava. Acconcio e competente
OQsuItore ' I
* Sebbene siano stati altrove minutamente descritti gli asporti eaegulti
e^H Archift veneti e milanesi dai commissari francesi ne) 1797, dal Gassler nel
18IK. dal OoTerno Austriaco nel 1796, 1B37 e 1842, e dall' ab. Beda Dudieli nel
1866, tuttavia noe è iuutile riferire qui alcune altre notizie intorno le prlnie
epilazioni. GiovaDcl Dolfla scrivendo tiel 1804 al Governo GeneraLe, narra
suo merito se si ottennero dai Commisaarl ftanoesi tre copie delle
icsvute delle carte che asportavano; una pel commiesaHo francese, una pel
lamlasario veneto, una pei rispettivi archìvistli e corrispondenti certificati
T gli archivi elio lasciavano intatti. Egli rendeva conto di tutto, segretamente,
ir incaricalo di afibri delta Corte di Vienna cav. bar. di Humburg. La De-
utazìone degli archivi aveva un personale apposito.
Poco prima di lasciar posto al Regno d'Italia, cioè sulla fine del auo
itlmo dominio in queste Provincie, il Governo Austriaco incaricava il aegre-
I Francesco Volpi x di richiamare du tutti quelli che la Democrazia, e
pecialmeule uefii ultimi mesi dell'anno 1797 avevano in cuslodia archivii
A Repubblica, le originati ricevute ai medesimi rilasciate, ovvero
1 certificato dei commissari stessi che il loro archivio rimase intatto ».
Il Volpi, esaurendo il suo compito, presentava al Governo l'elenco delle per-
use presso le quali si trovavano carte pubbliche; i certificati originali; la
icbiaraiioni raccolte dagl'iodivldui descritti nell'elenco; n ma ne mancano
Idotto nomi, sedici dei quali non fu possibile di trovarli, per esser morti o
Étentl, e due non consegnarono la chiesta dichiarazione u.
Aggiungeva ch'erano stati assai manomessi gli archivi AéiV Avogaria di
iMHM e quello delle Minìtre, il quale ultimo andò assai soggetto a disper-
mie di carte e di ^etti (forse un saggio dì mintrali); — dall'archivio delle
rtexie I Francesi asportarono carte e disegni.
(A proposito di disegni, il Ooveroo Austriaco, svendo trovati nelle sof-
bB del palazzo ducale annesse alla Cancelleria Due. nove disegni di &b-
Icati regli, e 51 dì rortiScaiionì, confini, litorali e lagune, torrenti e fiumi,
ledeva alla Cancelleria Aulica che cosa fosse da fìtrno. Non sorgeva nep-
iifi U dubbio che fosse opportuno di conservarli agli archivi I E cjuella Can
kllerìa decideva die il Governo consegnasse i disegni delle fortificaidoDÌ al
indo Generale, e quelle del fabbricati camerali situati In Dalmazia ed
Ibania, al governatore civile e militare di quelle provincle barone Brady.
KM 2S Dov.)
Nell'archìvio del Consiglio di Dieci esistevano ancora nel 1786 alcuni
oegnl, ed i modelli di Candia, Corfìi, Zara, Palma e Bergamo. (V> decr, Cons.
, 1786, 21 luglio, ComuMi, b. 12tS3i.
Documenti dell' inqaisttorato agli ai-i t monete, e del Piovrgo esìstevano
wno Girolamo Caolorta e Alessandro Armani.
^ «4 -
Non è certo da far gran colpa agli autori dei primi scarti^
di aver preparato e fatto vendere 1185 volumi \ di « mandati
di provvigionati », e gli atti relativi alle visite dei bastimenti
con altri volumi, in tutto sei mila, dal 1580 in seguito ^ ; ma
è da dubitare suU' opportunità di quegli espurghi, eseguiti
da persone inesperte, coll^ entusiasmo di una operazione che
avesse dovuto condurre a qualche risultato utile ad altro
che a procurare qualche migliaio di lire.
Ottaviano Giuseppe Gelsi (segretario aggiunto della regi-
stratura del Governo) partecipava al Consiglio di esso (1805) di
aver consegnato a persona incaricata la carta derivante dallo
stralcio da lui eseguito con suo figlio Lorenzo e col porUere
I Francesi asportarono carte dagli archivi segruenti :
Adige, Sopramonasteri ^ Acque^ Beni comunali, Deputati alla provvision de
denaro puhlico, Decime del clero. Feudi, Inquisitori di Stato (6 ricevute) Se-
creta ricevute 23, fhi le quali « d^ un servo del generale Baraguai d'HilUers^
di una cassa contenente disegni, da spedirsi al generale Bonaparte » 6 otto-
bre 1797.
Rilasciarono certiflcati per arcMvl visitati da loro senza asportarne do-
cumenti:
Magistrato alle Arti, Artiglierie, Censori, Revisori e regolatori delle
entrate publiche. Sopraprovveditori della giustizia vecchia. Cancelleria Du-
cale, Provveditori di Comun, Quarantia civil nova e vecchia. Collega dei XV
e XXV, Quarantia Criminale.
Da un prospetto degli archivi, delle persone che li avevano in consegna,
con note delle vicende da essi patite, si raccoglie che gli archivi visitati
furono 98, le persone che vi aveano ingerenze 187, le dichiarazioni rilar
sciate 186.
— Anche V archivista co. Stefano Andrea Guerra era stato invitato (V. 11
suo rapporto al Consiglio di Governo 30 nov. 1804) a rassegnare gì' inventari!
degli Archivi della ex-Republica, suir asserzione del nob. uomo Franoeaoo
Dona. Brano essi custoditi in due filze A e B, contenenti 271 inventari
Egli li custodì gelosamente, ma poi li consegnò « al sig. archivarìo Gassler
dietro ad ordini Reali ricevuti, di somministrar ad esso tuttociò che ei fosse
per ricercare ». (V. anche in fine il doc. VI.).
^ V. Decr. Cane. Aulica, Vienna, 3 ag. 1804, n. 794, e veggasi una
proposta del Gelsi al Consiglio del Governo, 12 ottobre 1805, numero 22300-
1457.
^ Veggasi: Governo Generale 1805 n. 23218-1589. Fra i volumi si citane
le raspe del Consiglio dei Dieci che « contenevano il nome del casato, la pa-
tria, il delitto e la qualità del castigo. »
Giovanni Polacco. Quella depataiime fu da lui sostenuta per
due anni. Circa alJa quantità della carta gettata •.< basta il dire,
» che dalle solo carte sparse sul suolo uscirono 42 balle^ ossia-
■» no 20,000 libbre. » Era questo un merito da lui vantato per
icliiodere e sperare più larga la pimunepazioiie. Ed è lo scopo
principale cui hanno mirato quasi sempre gli ufficiali addetti
'od uno stralcio.
Egli aveva anche proposto la distruzione dei bilanci tri-
mestrali del ia«co^?ro, e di molti registri di materia economica ;
ina la R. Corte più guardinga di lui li volle conservati :
» tanto in riflesso alla connessione eh' essi hanno e colla parte
» storica e colla parte amministrativa di questa istituzione,
» quanto principalmente perchè fra li casi umani essendovi
» anche quello di \m infortunio della loro perenzione, non sarà
» mai un'inutilità 1' averne un duplicato in un altro archivio. »
Considerazione savissima.
Il medesimo Gelsi, fra' più zelanti invero in questa ma-
teria, invece di pensare ai mezzi per conservar i documenti,
a pensiero del come poterli distruggere. Lo vediamo
addì 8 ottobre 1805 partecipare al Governo che « da un
numero di pergamene furono separate tutte le dìtcali in quan-
tità di circa 500, dirette in copia, tratte dalle originali, agli
ambasciatori, residenti e publici rappresentanti, che essi poi
restituivano al loro ritorno in patria. Di queste, unite ad altre
molte inutili, marcite e lacere, non si saprebbe qual uso fame,
né rome disfarseiie, se non col fuoco.
Anche qui il Governo fu più cauto del suo agente ; e
per allora^ le ducali furono conservate.
Abbondanti dunque si succedettero gli scarti. Nel 1805
irono vendute libbre 42,512 di carta proveniente da libri di
materia di revisiona daziaria giudicati inutili, e se ne ottennero
lire auatr. 11802.
Ma il Gelsi insisteva nelle sue proposte di semplificazione. '
Rinveniva « un copioso ammasso di lettere sciolte del XV e suc-
Éuo rapporto al Gov, 20 Bell. 180&, al Governativo n. 20535-126T.
- 86 -
» cessivi secoli, negli armadj, ch'era ignoto persino ai più vec-
» chi serventi, perchè coperto da altri, postivi a ridosso . . .
» che, eccettuato e conservato picciol numero di esse contenenti
» aflfari di confinazione, di navigazione, di commercio e mo-
» lestio degli Uscocchi, per la qualità degli oggetti che le
» altre comprendono, cioè Daziarie^ Militari^ Idrauliche^ ricorsi
» di sudditi^ e altri affari intemi e relativi alla rispettiva prò-
» ùnda 0 riparto fìlj io considero ingombranti soltanto o
» qfatto inutili *. »
Solo il Chiiìdo pose qualche argine a questo sciupìo.
» Lo stralcio degli Archivi — egli scriveva addi 23 ot-
» tobre 1821 — è argomento pili serio che non pare, per la
» difficoltà di poter calcolar con sicurezza veramente inutili
» le carte. Il fatto di alcuno singolari ricerche importanti, ha
» comprovato con quanta ponderazione si debba procedere allo
» stralcio. »
Ciò che può destare qualche maggior meraviglia è, che
stralci inconsiderati si siano eseguiti anche di recente; e
che li abbiano talvolta ordinati queglino stessi che aveano fatto
uso pubblico dei documenti che ora più non si trovano.
Che se a queste devastazioni il Governo Austriaco potè
talvolta metter qualche freno, non è meno corto che in tempi
successivi^ ciò eh' èra destinato allo scarto toccò la sua sorte;
perchè negli Archivi veneti le serie di scritturo delle quali
si proponeva la distruzione, più non si trovano.
XIV.
Secolo XIX. — Costituzione e vicende principali
dell' Archivio Generale di Venezia.
Abbiamo veduto che sotto la Repubblica Veneta alle cure
* Nò gli Archivi notarili andarono esenti da cosi fatti infortuni, lì Con-
serv. Giammatteo Madorni, ■ addi 16 genn. 1827 scriveva alla Presidenza del
Gov. Austriaco (fase. IV. '^'/j^J intorno certa vendita arbitraria fatta da un
Cancelliere, di carte antiche trasportate dall'Archivio notarile di Chioggia.
Erano 350 libbre vendute al Ch. Fu sospesa la procedura per mancanza di
prove legali,
- 87 -
più diligenti e amorose per conservare i documenti e gli ar-
chivi, si alternarono la dimenticanza e il dispregio perfino
dei me^zi comuni e più ovvi per assicurarne la conservazione.
E sorte non dissimile toccò agli Archivi nei tempi nostri.
Lasciamo i ricordi delle vicende cui soggiacquero gli
Archivi Veneti, per cagione delle persone che furono ad essi
preposte.
Alla caduta della Repubblica, gli Archivi giacevano nelle
sedi dei diversi magistrati. Non monta qui ricercarle tutte e
riferirle. Basterà dire che gli archivi politici furono raccolti
neir ex Scuola di S. Teodoro a S. Salvatore, con a capo V ar-
chivista nob. Carlo Antonio Marin ; i giudiziari nel? ex-con-
vento dei canonici regolari a S. Giov. Laterano — direttore
il nob. Giovanni Balbi ; — i demaniali in un locale a S. Proco-
lo, sotto la direzione deir archivista co : Stefano Andrea Guerra.
Questa riunione ebbe luogo nei primordi nel Regno d' Italia,
per decreto di S. A. I. R. Eugenio Napoleone viceré. Gli ar-
chivi dipendevano dal Ministero del? Interno. Era prefetto ge-
nerale degli Archivi del Regno d' Italia il conte cav. Luigi
Bossi (1812). In quello di S. Teodoro (1815) erano 11 officiali,
alcuni alunni, e due inservienti ; vi si spendevano annue lire
^t. 14,575.
Costituiti gli Archivi, o più veramente ammassati in quei
iocali, gli archivisti ne trasmisero al prefetto del Dipartimento
deir Adriatico una relazione. * Non è da tener molto conto di
quelle scritture, perchè danno un'idea troppo imperfetta degli
a. lochivi, e sono più che altro dissertazioni enfatiche sulla storia
cìi Venezia.
Nella relazione del Marin è notevole la dichiarazione circa
^irchivio degli Inquisitori di Stato ^ che egli dice di aver ricevuto
* Per es. « Relazione di tutti gli archivi governativi concentrati in que-
generale in s. Teodoro, insti tuitì sotto gli augusti auspici di S. A. I.
- Eugenio Napoleone, principe nostro e viceré d'Italia ». In queir Archivio
«^no unite le serie diverse della Cancelleria Ducale , della Secreta, della
mpilazione delle leggi, della Registratura del Governo Austriaco, ^la sola
^rte poi il tea del Consiglio dei X.
- 88 -
a portello aperte, soggetto ad ogni spoglio. E aggiunge:
« si attrovarono poi alquanti libri che erano negli armadi del
Collegio. Erano questi memorie, giuramenti, obbligazioni di
segretari, altre cariche ossia impieghi, — gettati quasi sopra
il suolo, confusi con altre carte. Caddero sotto V esame e furono
considerati di veruna importanza, ed in conseguenza uniti e
vari mazzi di carte inutili e da distruggersi. » Accenna
infine a partite di carte stralciate sotto il passato GovemoAustriaco^
ma non vendute^ collocate a s. Isidoro (^sicj ; e avverte che sareòòe
utile di esaminarle per vedere se si trovasse gualche carta oJUza
da conservare. Fra le filze e i volumi indicati, alcuni ora non
esistono più.
Nel 1814 il personale dei tre archivi era questo:
Politico : 1 archivista, 3 coadiutori, 1 aggiunto straordinario,
4 commessi, 2 scrittori, 3 alunni, 2 inservienti;
Giudiziario: 1 conservatore, un vice conservatore;
Demaniali: 1 direttore, un assistente.
Si confronti col personale presente di questo Archivio Ge-
nerale, nel quale non è bensì compreso il Notarile, ma fim)no
concentrati i voluminosi archivi moderni; — si considerino
le nuove esigenze deir amministrazione e degli studi, e ci si
dica se nei primi tempi della costituzione degli Archivi, si
potesse 0 no far molto di più, almeno per l'ordinamento più
grossolano e per la conservazione materiale di essi.
Fino dal 1804 s'era pensato a concentrare in uno solo gli
archivi diversi. E V Ispezione alle fabbriche ^ calcolato il nu-
mero degli archivi, in 42 (?!), asseriva occorrere uno spazio di
p. q. 32,024. Il Chiodo, informando il Magistrato Civile, del suo
Ufficio, di se, e come soleva di frequente, delle sue opere
burocratiche, nel 22 aprile 1806, esponeva alcune sue consi-
derazioni intorno la legislazione, la conservazione e concen-
trazione degli archivi della Repubblica, lusingandosi nel caso
della costruzione di un Archivio Geìierale^ di potervi essere pre-
posto.
< In seguito al decreto del Governo 30 seti. 1804, n. 19608.
I
Né il some andò perduto. Ripristinato dopo il Regno A' I-
talia, il Governo Austriaco, S. M. P imperatore Francesco I,
con rÌBoluzione 13 dicembre 1815, stabiliva la concentrazione
in un solo degli arcliivì veneti sparsi nei trs Istituti e presso
gli Uffici, alcuni dei quali avevano continuato coi sistemi bu-
rocratici antichi ; e ne nominava direttore Jacopo Cluodo, che
alla morte AqW archivista noò. Carlo Ant. Marin (20 aprile
1815) aveva assunto la direzione dell' archivio di S. Teodoro-
Tré giorni dopo, il Governo incaricava il Chiodo di sce-
gliere un locale per gli Archivi veneti, di concerto col capi-
tano ingegnere Ganassa.
E il Chiodo era tale iniattì da poterli raccogliere e coor-
dinare, dopo tante vicende, in un solo grandioso Istituto.
Compilatore delle loggi ed archivista della Republica,
non solo erudito della storia di essa, ma di quegli interni or-
dinamenti governativi che assai imperfetti e sbiaditi si rac-
colgono negli scrittori ; quell' onesto p venerabile uomo può
dirsi il vero fondatore dell' Archivio generale di Venezia, nel
quale con cure solerti provvidde al collocamento dell' ingente
congerie di documenti antichi e moderni; a quella prima si-
stemazione che vi rendesse possibile qualche ricerca; e a riven-
dicare i documenti asportati in paesi stranieri.
Cataloghi archivistici, consulte al Governo in materia
scientifica e giuridica, e ima guida o piano sistematico degli
Architi *, che gli valse la gran medaglia d'oro pel merito
civile, sono opere di quel valente Direttore. '
' Fino dal 10 dicembre 1815 il Chiodo atevR compilato un i elenco
rftgìooaUi defili archivi cbc sodo stati centrati ia totalità od In frannueutl
nair L R. Archivio Generale Governatilo di S. Teodoro, dopo le manomis-
sioni, dJBpersiuni e traslocamcntì che hanno solTerto nelle passate vicende,
ordinato con ia sistematica anione e distribuxioiie che si considera conven ire
alla nuova regolare costituzione e riforma del Generale Archivio medesimo ».
SoDfì unite, dove caddero in acconcio, brevi indicazioni dei " rooltj ed tmjior-
laati documenti che furono asportati deliberatamente nelle vicende politiche
del tempi tr.iscorsi ».
» La biografia del Chiodo può leggersi nell'opera <■ La cadut» della Re-
I pvblica Veneta ed 1 suoi ultimi cinquant' anni •> del ti conto Girolamo Dan-
dolo (Venezia, tip. Naratovich, 1859, voi. I, p. 363).
90 -
— Gli archivi allora erano sparsi, oltre che nelle sedi
degli Archivi Politico, DonaniaU e Giudiziario, — neir ex-
convento di S. Zaccaria, sotto i piombi del palazzo ducale : in
questo sopra le sale della Corte d' Appello, nell' ex-Scuola degli
Orefici e nelle fabhricìie nuove a Rialto,
Non era facile trovare un locale che offrisse le qualità
necessarie di ampiezza e di buona conservazione, di decoro e
di economia.
Già prima il n. u. Marin aveva escluso, per inopportu-
nità, r ex-convento di S. M. della Salute. Il Chiodo, col Ga-
nassa, proponeva la ex-chiesa dei santi Rocco e Margherita,
il convento di S. Stefano, e la vicina chiesa di S. Angelo ora
distrutta. Poi il convento dei francescani detto. e/«? /Varz che
serviva in parte ancora nel 1817 alla Coìnmissione militare
delle monture e dei generi dell' amministrazione militare dei forni.
Il Governo lo approvava in quell'anno stesso, e la Camera
Aulica nel 1819. Si provvedeva all'adattamento di esso; i tra-
sporti degli archivi vi seguitarono per anni parecchi.
Il vasto fabbricato dell' ex convento dei Frari ha un pe-
rimetro di m." 560; occupa una superficie di m.- 5471. 88;
coi cortili, 7800.61, e coli' ex convento di S. Nicoletto attiguo,
compreso il cortile, m.' 8860. 61. 1 locali sono 264; — 192 ad
uso, 0 adattabili ad uso, di archivio; i palchetti 21,113. ^
^ I suggelli usati neir archivio di s. Teodoro e in questo Generale ai
Frari sono i seguenti:
I. a e«ra laeca
Campo liscio. In griro: Arrhivio di s. Teodoro in Venezia.
Aquila bicipite collo scudo del Lombardo e del Veneto : In giro : da destra
a sinistra: /. R. Archivio di s. Teodoro in Venezia.
Aquila a teste nimbate, nel corpo lo scudo ed F. /., in giro da sinistra ^-
a destra: /. H. Archivio Generale Governativo.
Aquila bicipite collo stemma imperiale. In giro: da destra a sinistra: /. R
Direzione dell' Archivio Generale in Venezia.
Leone stante, e sotto: Z. V. Da sinistra a destra : D irei ione dell' Aixh ir ii
Generale Veneto.
Aquila: 1. R. Direzi>.ne dell' Archivio Generale tu Venezia.
Simile di dimensioni inferiori.
Stemma di casa di Savoia , sormontato da corona. Da sinistra a destra^
Regio Archivio Generale Veneto.
V'ebbero stanza nei Capitoli generali fino a circa 2000
fi-ati '. Paro che un ultimo restauro vi sì eseguisse nel 1689,
0 almeno questa è la data degli ornamenti di stile barocco,
ma d'un assieme non affatto spregevole, collocati nel chiostro
della Trinità e altrove '.
Per le concentrazioni di archivi moderni e pei ricuperi
dtìgli antichi, la suppellettile dell'Archivio Veneto raggiunse
ora (1872) la somma di 310 archivi, di 198, 782 circa, tra filze
0 volumi, di 52,878 pergamene, e di alcune migliaia di dise-
gni. Cifre, del resto, che sono ben diverse da quelle ritenute
dal Chiodo, quando consegnava l'Arcliivio al nuovo direttore
Giovanni Ninfa Friuli (28 sett. 1840), cioè di 809 archivi
antichi, 458 moderni; e non giustificabili neppure calcolando
singolarmente le diverse serie delle grandi collezioni della Can-
celleria SecretaDucale, come costituenti ciascuna un archivio,
nò separatamente i quinquennii degli atti degli archivii mo-
derni.
Aquila a teste nimbate in neizo lettere F. I. Da einlBtra a destra : /. R,
JirrlUrio Omerale Oovemetivo.
Cscapo vuoto. Da deatra a sintetra: Àrekitio 0enerat Oiudiiiario Ve-
Leone stante. Da sinistra a destra: DìresioM dtW Arehirto Generale
Veneto.
Aquila. Da destra a sinistra: B. Direttone dell' Archivio Generale in
Fenesia.
t Piccolo, obtuogo, eormontato da aquiletta : /. S. Diretiotte dell' Archivio
GeneraU in Venezia.
Stemma di casa Savctìa sormontato da oorona ; scritta da destra a siDistra :
'., Anhieìo Oeneralt Veneto.
' Il Senato Veoeto, cou decr. 7 giugno 1546 [Terra, t. 3) concedo al
■invento dei Frari mi sussidio per le Bi>ese straordinarie in un captMo gene-
rate al quale aEslsteraDO 1800 TraU. Tale adunanza è ricordata nella inserì-
I posta sulla colonna a. deatra accosto M' l'rjanu nel tempio del Frari.
* Sopra l'arco del poiio, nel chiostro di S. Antonio è la iscrizione: B.
t. l9»tpk Ceeena de Pe.yuìa F. F.- MDCl XXX Villi ; ed È ripetuta sull'ar-
■la della porta del Refettorio, ove si custodiscono alcune carte del Governo
Ltutriaco, ma III l'anno è: MDCLXXX7X; e sopra 1' arco de) poxzo nel cortile
eU& Tr.nili', Deo uni et trino honorum omnium fonti — Wagister frater — An-
imiiui Pitoni Venetns — dedicavit anno MDCCXIV ; 1' ultimo restauro in questo
ebiOBtn) è del 1864: ResUtutum anno MDCCCLXIV.
- 92 -
Dopo di aver provveduto alla conservazione degli Archivi,
il governo Austriaco pensò al loro ordinamento, e nominò
una Commissione, della quale, a vero dire, non v'era bisogno,
quando s'aveva un profondo conoscitore degli archivi della
portata del Chiodo *.
Addì 8 luglio 1828, egli trasmetteva al Governo il
» suo piano sistematico per la distribuzione e collocazione di
» tutti gli Archivi centrati e da centrarsi nello stabilimento
» generale degli Archivi a S. M. Gloriosa delT^ron in Venezia,
» con indice dei riparti , delle divisioni , sezioni e classi del-
» l'Archivio suddetto ; ed indice separato degli archivi e delle
» serie delle carte. »
La eccelsa Cancelleria Aulica Riunita (disp. 2 maggio
1829, n. 9700, Governo, 25 detto, n. 17913) lodava il lavoro
del Chiodo con queste parole: « il piano sistematico per lo
» stabilimento generale degli archivi inS.M. Gloriosa dei Frari,
» ò una luminosa prova del distinto zelo e delle estese cogni-
» zioni negli aflfari archiviali del direttore dell'Archivio Gene-
» rale Giacomo Chiodo, e se dall'un canto, come osserva Y I.
» R. Governo, lascia desiderare più semplicità, è questa com-
» pensata da una singoiar chiarezza e precisione che distin-
» guono questo veramente arduo lavoro. »
Jacopo Chiodo nel trasmettere al Governo l'atto di conse-
gna deirUfficio a Giov. Ant. Ninfa-Priuli scriveva : « Io lascio,
» Eccelso Governo, il mio Ufficio e i miei impiegati, come un
» padre si stacca per sempre dal suo diletto soggiorno o dagli
» amati figliuoli ; e quindi spero trovare indulgenza, se dovendo
» produrmi per l'ultima volta a codesta Superiorità.,, racco—
» mando tutti e ciascuno, nella coscienza che ciascuno e tutti mL
< Fu eletta dalla Cancelleria Àulica, col dispaccio 28 sett. 1821, d. 27049—
1283; era composta del Chiodo, del co. Renier Daniele cons. di Governo,
presidente ; Grippa Gaetano vicedeleg. per la Delegaz. provinciale ; Luig-i
nob. de Crespi vicecommiss. per la Ragionateria Centrale ; Francesco nobile
Bembo I. per la Direzione del Demanio; Vincenzo Lazarì per TUfflcio fiscale
centrale; Daniele nob. Barbaro per la Direz. delle Degnane.
» coadiuvarono utilmente neir erezione e sistemazione di un
» tanto Stabilimento; e in modo particolare poi quelli tra loro
» i quali per anzianità, per posizione d' ufficio e per dovizia
» di cognizioni, più si sono adoperati nel servizio e quindi
» più meritarono la mia gratitudine, e si resero degni dei
' » riguardi della Superiorità. »
Nel 14 febbraio 1848 succedeva al Ninfa-Priuli, nominato
I direttore nel 21 nov. 1840, Ìl cav. Fabio nob. Mutinelli, e a
questi nel 30 appile 1861 il conte Girolamo Dandolo, segre-
tario di Luogotenenza.
Per consiglio del Dandolo, fu aggiunta nel 1864, all'in-
segnamento paleografico, nella scuola annessa all'Archivio,
ima lettura settimanale di storia veneta.
Non si deve tacere, a guarentigia degli archivisti, che
negli anni 1864, 1865 e 1866, cioè .sotto la direzione de!
conte Dandolo, furono eseguiti alcuni scarti,' principalmente
negli archivi moderni, pei quali andarono distrutti documenti
di qualche importanza.
Primo direttore (e successore al Dandolo) nominato dal
l Governo Nazionale con decreto 28 marzo 1807, fu il cav,
I Tommaso Gar, che assunse la direzione addì 15 aprile success.
Col Decreto Reale 14 gennaio 1872 venne eletto a suc-
il nob cav, Teodoro Toderini, caposezione nell' Ar-
\ chivio stesso.
Il personale deli' Archivio Generale in seguito ai decreti
I di S. M. il Re d'Italia 1 e 22 marzo 1868, 16 aprile 1871,
I 14 gcnn. ed 11 aprile 1872, è questo:
I Direttore — Teodoro nob. cav. Toderini;
I Ct^ìsez-ione — Bart. cav. Cocclietti (docente di paleo-
grafia) ;
Segrettli f" Classe — Francesco Gregolin {dirigente la Sez.!');
» 2'' » — Dazio Aliprando Tadini (dirigente la
Sez."" 2.'"' od economo) ;
Applic. tìi t' » — Luigi Pasini;
2'" » — Filippo Legnani;
» » — Tommaso Luciani ;
- 94 —
AffJic. di a/' »
— Giuseppe Giorno;
5" »
— Carlo nob. Dalla Rovere;
4' »
— Agostino Cottin ;
» »
— Riccardo Predelli ;
» »
— Vincenzo Padovan ;
» »
— Edoardo Jàger;
» »
— Augusto Negri ;
» »
— Massimiliano Mazzi ;
AUiem gratuiti
— Bartolomeo Calore ;
» »
— Bruno TiUzzana;
» »
— Pietro De Nat ;
» »
— Giuseppe Gallovich ;
» »
— Carlo Torresan.
( N. B. Questo primo capitolo è tratto, dagli Atti del R. Istituto
Veneto di scienze^ lettere ed artij.
-<éL>=i>d^:>^s><»>-
IT.
MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA VENETA
697«1797
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I
"^7
MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA VENETA
(697-1797).
MAGGIOR CONSIGLIO SENATO *
(numero indeterminato). (60 Senatori, 60 dell'Aggiunta,
^ Zonta yi 6 decani ottuagenari!
in vita, 24 Segretari).
Doge
(Capi di XL Superiori, nel Consiglio di XL al Criminal);
Consiglio minore — 6 Consiglieri di Venezia;
straord. Correttori della promissione ducale, 5 ;
„ j, delle leggi e del palazzo, 5.
Collegio — C 16 Savii,
^ 10 membri della Signoria,
6 Savii grandi, o del Senato ;
5 agli ordini ;
Savio alla Scrittura ;
y^ alle ordinanze ;
„ cassier;
„ ai da md ;
„ ai ceremoniali ^)
* Neir Eccellentissimo Senato avevano ingresso i procuratori di S. Marco
a vita, i Consiglieri, il Consiglio dei X, gli Avogadori attuali ed usciti ^ i
Censori attuali ed usciti, i Sessanta del Consiglio di Pregadi, i Sessanta della
Zonta, le Quarantie : Criminale, Civil vecchia e nuova, i Collegii dei XXV e
dei XV, con voto. E senza voto, i sopra conti, i sopra dazii, i sopra offlzii, Cazude,
esecutori alle acque, pompe, sopra banchi, e i dieci Savii sopra le decime.
* Nel Pien Collegio entravano oltre questi, i sei Savii del Consiglio,
usciti, i 5 di Terraferma, usciti, i 5 agli ordini, usciti.
16 Savii
/
- 98 -
Straord. Leggi -— 2 soprainiendenti al sommario delle leggi del
Maggior Consiglio, del Senato, ecc.
17 „ 1 compilatore delle leggi criminali.
assistenti.
„ „ 2 aggiunti ai sopraintendenti per la riforma del
codice criminale.
Cancelleria Secreta — (deputato 1 segret. di Senato).
— custodi.
Cancellier grande.
Consiglio dei Dieci.
(Voci — Segretario di Senato alle).
Ambasciatori (baili, nobili, segretarii e residenti presso le Corti).
(Cancellieri ducali. — Cancellier grande reggente la Cancelleria '
(vicereggente Tanziano dei Segretari; 4 Segretarii del C. X.;
2 segretarii in contumacia; Segretarii deirEcc. Senato, fra i
quali erano scelti i residenti presso le Corti e i leggisti,
2 cancellieri inferiori; Notai ducali ordin. e straord.).
Confini — (2 provved. e sopraintendente alla Camera dei).
Consiglio dei Dieci.
Rettori e rappresentanti nello Stato (bailo, camerlengo, camerlengo
e castellano, capitanio, castellano, conte e capitarne, capi-
tanio e castellano, conte e provveditor general, provveditor,
tesorier, miniscalco, podestà, podestà e capitanio, podestà e
provveditor, rettore e provveditor, provveditor e castellano
ordinario, provveditor e capitanio, provveditor estraordina-
rio, consiglieri, salinier, corrieri della Serenissima Signoria).
Armamento — 5 pagatori;
armar — 3 provveditori;
armata — provv. generale da mar;
„ — „ ,, in Dalmazia ed Albania.
„ — provveditore ;
„ — patrono delle navi;
„ — nobili di nave;
* Il Cancellier Grande era presidente deir ùnorando Collegio dei notai.
Jì
- 99 -
armata •— goyernatori di nave;
n — governador dei condannati;
— capitano in Golfo;
— jf estraord. delle navi;
— almirante delle navi;
^ — sopracomiti ;
arsenale — 3 patroni;
y, — 3 provveditori;
„ — 3 inquisitori;
artiglierie — 3 provveditori;
camere — 3 provved. sopra;
esecutori delle deliberazioni del Senato, 3;
fortezze — (3 provved. alle);
galere dei condannati (3 governatori delle);
legne e boschi — 3 provveditori;
milizia da mar — 3 presidenti;
n « — 1 aggiunto;
Montello (3 provveditori sopra il bosco del);
capitano alla Quizza;
j, ad Alpago.
Montona (2 deputati alla valle di);
ruoli militari — (3 inquisitori ai);
(Savii agli ordini — 5);
Savio alle ordinanze o cernide]
Tana (3 visdomini alla).
(Acque — 3 esecutori;
j, — 3 Savii;
j, — Collegio ;
T» — aggiunto inquisitore) ;
Adige — 3 provveditori;
A-vogadori di Gomun, 3; *
'^^Jichi (3 provved. sopra);
O^^stemmia esecutori contro la);
bi^Ye — 3 provveditori;
«s, — 2 sopraprovveditori,
c^ttaver (3 officiaK al).
' Dair Avogarìa di Comun dipendevano due notai primarii, 10 altri notai,
^VToeato fiscale, e il Collegio dei pubblici Ragionati,
- 100 —
Censori — 2;
^ aggiunto inquisitore;
Consiglio dei Dieci — 10 membri;
yf — 4 segretarii;
V — aggiunta ;
y, — (camerlengo alla cassa del)
Consiglio di XL al Criminal — 3 capi (scelti fra i consiglieri);
40 consiglieri;
ebrei — (3 inquisitori agli);
esatninador (giudici dell');
feudi (3 provved. sopra);
frumento a s. Marco — 5 officiali;
a Rialto — jf
giustizia vecchia — 4 officiali,
T) 1» — 5 provveditori alla;
n nova — 4 provveditori;
^ — 5 soprapro weditori;
inquisitori di Stato, 3;
legne e boschi (3 provveditori alle);
yf T» (t» sopraprovv. alle);
officii — (3 provveditori o capi superiori sopra);
9 — (3 presidenti sopra, nel Cons. di XL al criminal ;
olii — (3 provved. sopra);
ospitale della pietà (2 deputati alF);
ospitali e luoghi pii (3 provveditori sopra);
pace — (5 provved. alla);
piovego — (3 giudici del);
pompe — (3 provved. alle);
^ — (2 sopraprovved. alle);
„ — (collegio dei VII alle);
„ — (1 di rispetto alle);
procuratori di s. Marco — 3 de ultra ;
— 3 de citra;
— 3 de supra;
comun — 3 provveditori di;
sanità — (3 provved. alla);
— (2 sopraprovved. alla);
(scansadori delle spose superflue);
scuole grandi — 3 inquisitori e regolatori;
signori (officiali) di notte al civil, 6) ' ;
* Uno per Sestiere, i civili come i criminali.
- 101 —
signori di notte al criminal, 6;
(Voci, segretario alle — 1 segretario di Senato);
(Zecca — massari o stimatori all'argento e all'oro;
— provveditori sopra ori e monete;
— inquisitore agli ori e monete).
Auditori vecchi delle sentenze, 3;
„ novi, 3;
„ novissimi, 3;
avvocati — 6 per gli Uffizii di Rialto;
— 18 per le Corti;
— 2 ai prigioni;
— 6 ai Consigli;
siraord. — Fiscali dei magistrati, num. indeterminato;
— „ della Signoria, 2 avvocati;
1 procurator;
Cancelleria inferiore — 2 cancellieri inferiori;
(Collegio di giudicatura, XXX-XXV-XXSavii del Corpo dei XL);
„ „ Xn-XV Savii del Corpo dei XL);
( „ dei X poi XX Savii del Corpo del Senato);
(Consiglio dei Dieci);
Consiglio dei XL Civil novo — 3 capi;
40 consiglieri;
Consiglio dei XL Civil vecchio — 3 capi;
— 40 consiglieri;
(consultori in juré)]
esaminador — (3 giudici dell');
(estraordinario — 5 officiali all');
forestier — (3 giudici del);
gastaldi ducali, 2;
leggi — (3 conservatori ed esecutori delle);
ministeriali di palazzo, 4;
mobile — (3 giudici del);
(notai ducali num. indeterm.);
(offizii — 3 presidenti sopra offizi nel Consiglio di XL al Criminal);
petizion — (3 giudici del);
{piovego — 3 giudici del);
procurator ~ (3 giudici del);
droprio — (3 ?> )?
— 102 -
(signori di notte al oiyil);
„ „ al criminal);
straord. — sindici inquisitori in Venezia, Terraferma, Istria, Di
mazia, Levante;
sindico — 3 sindici e giudici straordinarìi di palazzo;
sopragastaldo — (3 officiali al);
superior, o sopratti del sopragastaldo 3.
Acque — 1 aggiunto inquisitore;
appuntadure (1 inquisitore alle);
leccarle — 4 officiali;
„ — 2 provveditori;
„ — inquisitore, aggiunto;
biave — (3 provveditori alle);
„ — 2 sopraprovveditori;
bolla ducale — cassiere;
(camere provveditori sopra);
camerlenghi di Comun, 3;
cazude (8 officiali alle);
conti (8 provveditori sopra);
crediti publici (3 inquisitori sopra T esazione dei);
danari (3 provveditori sopra i);
dazii (3 provved. sopra);
„ (5 revisori e regolatori dei);
„ (inquisitore sopra);
dazio del vin (5 officiali al);
decime del clero (3 sopraintcndenti alle);
„ — 10 savii sopra le decime in Rialto) ;
entrade pubbliche (3 governadori delle);
„ (1 esattore ai detti);
„ (3 revisori regolatori delle);
esazione del denaro publico — (3 sopra la) ;
„ „ — 3 presidenti alle vendite;
(esecutori delle deliberazioni del Senato);
straord. — estraordinario (5 ufficiali all');
„ — soprastanti al Lido;
„ — provveditori sopra rivi, canali e piscine;
messetaria (4 offiziali alla);
(milizia da mar);
~- 103 -
miniere (3 deputati del G. X. alle);
offizii (provveditori sopra);
prowision del danaro (2 aggiunti alla);
,, „ (3 deputati alla);
rasati vecchie (3 officiali alle);
„ nove (3 esattori alle);
„ „ (3 officiali alle)
Sai (4 provveditori al);
Savio Gassier;
Scansadori e regolatori delle spese superflue, 3;
scrittura (3 revisori e regolatori alla);
tariffe mercantili (3 deputati alla regolazione delle);
tavola iéìY entrada (6 offizìali o visdomini alla);
„ „ insida (3 offiziali alla);
ternaria nova (6 offiziali alla);
„ vecchia (4 offiziali alla);
Zecca (revisori e regolatori delle entradc pubbliche in);
„ (3 provveditori in);
„ proweditor agli ori ed argenti;
„ aggiunto al suddetto;
„ — soprastanti alla foglia d'oro;
„ provveditori ai prò in e fiiori di Zecca;
„ depositario dei depositi dei privati;
,; (conservatori dei depositi publiei in);
„ (camerlengo di Gomun in);
„ massari o stimatori all'argento 2, ali* oro 2;
„ 3 provveditori sopra ori e monete;
., inquisitore agli ori e monete.
Arti — inquisitore;
(cattaver^ officiali al);
consoli dei mercanti, 3;
sopraconsoli dei mercanti, 4;
(consoli e viceconsoli nelle piazze mercantili);
straord. — provveditori al cottimo di Alessandria, 11;
„ „ „ Damasco, 11;
V » n Londra, 11;
dogana da mar (6 officiali alla):
„ terra „
fonte go dei tedeschi (5 visdomini al);
104 -
proprio (3 giudici del);
{banchi prowed. sopra);
bancogiro — 1 depositario;
(ebrei — inquisitori agli);
mercanzia (5 savii alla);
(comun — provyeditori di).
Acque — 3 esecutori;
„ — 3 savii;
„ — 15, poi 25, poi 75 del Collegio;
„ — aggiunto inquisitore.
Adige — 3 provveditori;
„ — 1 aggiunto deputato alF asciugamento delle valli veronesi
di Ronco e Tomba;
beni inculti (3 provveditori sopra);
„ — aggiunto deputato al ritratto delle Valli Veronesi;
„ — deputato ali Agricoltura;
beni comunali — 3 prowed,;
„ — 2 revisori a quelli di Terraferma.
Libreria publica — bibliotecario;
Studio di Padova (3 riformatori dello);
„ „ — aggiunto.
Bestemmia (4 esecutori contro la);
bolla clementina — (conservatore della) ;
consultori in jure — revisore dei brevi;
„ „ — teologo canonista;
„ „ — consultore di Stato;
eresia — 3 savii (inquisitori al Santo Uffizio);
monasteri (3 prowed. sopra):
ti (aggiunto sopra);
pias causas (3 deputati ad);
straord. — decime inquisitorato (parte dei X Savii sopra le decime).
m,
NOTE STATISTICHE
OBOU
ARGHIVII VENETI ANTICHI
---■N^vv\Arjv\Aro\A(vv^/->----
I*t
A queste « Notb » che vengono qui riprodotte * col-
Taggiunta dei volumi, delle filze, e dei documenti sciolti resti-
tuiti dal Groverno Austriaco all'Italia nel 1868, avremmo
dovuto far precedere alcuni cenni intorno ciascun magistrato
della Repubblica Veneta.
Non abbiamo però stimato di poterlo fare prima di aver
stabilito l'epoca della instituzione dei diversi magistrati veneti,
e ben accertatene le facoltà e la giurisdizione, coU'esame di
moltissimi documenti; al che stiamo da qualche tempo at-
tendendo.
Le illustrazioni infatti che si leggono in parecchi libri,
anche di qualche mole, sono ben lungi da quell'esattezza che è
il principal merito di tali studi; e non possono fornire un
ooncetto prossimo ài vero dell' antico Governo di Venezia.
Per ora adunque gradiscano gli studiosi queste nude
C5ifpe: non inutili, se potranno metterli sulla via di qualche
ricerca ; e facciano voti con noi, perchè agli officiali dell' Ar-
C5hivio di Venezia non manchino zelo e lena, e il GrOverno
X*Jazionale sia in grado di publicare gl'inventari e i regesti
dei nostri Archivi, come fanno od hanno già fatto da parecchi
snni la Francia ed il Belgio.
* Se ne vegga la prima edizione in foglio massimo, e in 16.", stampata
nel 1866, Venezia, tip. Naratovich.
150. Collezione di codici a penna 422 ;
id. già custoditi ncdla Biblioteca di Brera in Milano, 292.
177. Sopragast/xldo, 1473-1797, fi-a tìizc e regiatri 1003. Non ord. —
Ne esìste il processo verbale di consegna.
Superior, o sopra atti del Sojtraffastnldo, eec. XVII-XVIII, 529.
Non ord.
Ministeriali di palazzo, 1312-1797, f. e r. 434; p. v. e.
Quarantia criminale e iiresidenii sopra affisi nel C'ona. di XL al
Crim. 1347-1797; — 758. Non ord. p. y. e. 1824, e dei presìd. 9.
off: p. T. e. 1809 ed altri.
tóO. Atti del Co. di Belgrado Sec. XVI-XVIII pacchi 304 misceli.
181. Fropno (Giudici del, 1343-1797 f. e r. 1495, non ord. Inv. mo-
derno delle perg. n. 382.
Fetiàon , 1314-1797 ord. f. 1062.
Foreatier „ 1321-1797 ord. f. 250
Mobile , 1285-1797 ord. f. 465.
Procurator „ 1380-1797 f. e r. 3214, non ord.
Bsaminador „ 1359-1797 f. e r. 758 non ord. P. v. e.
1824. Inv. mod. delle perg. N." 120.
A questo e agli altri 5 archivi delle Prime istanze precede una
miscellanea di circa 500 pergamene dal sec. XIII.
Colitelo dei XX pwXXKàV;, 1272- 1797 f. e. r. 400 non ord.
Quarantia Ciìyil Nuvay 1499-1797 f. e r. 628 ord. ind. mod.
Quarantia Civil Vecchia, 1465-1794 f, e r. 461 ord. indice moderno.
CaUaver 1527- 1797 f. 469 non ord. p. v. e. 1823.
Collegio dei XII poi XV Savi del Corpo del Senato, eeo. XVI al
XVIII f. e r. 44 non ordinati.
182. /';aofflÌnodor(Giuilici dell') sec. XVI al 1806 f. e r. 1034 non ord.
Coluto dei Xpoi XX Havì del Corpo del Senato 1405 al 1797
ter. 400 ord. Indice mod.
Collegio dei XII poi XV Savi del Corpo del Senato, sec.
XVU-XVm f. e r. 665, parte non ord.
183. Luogotenente di Udine, 1420-1797, 369. Ord. Ind. mod.
84. Goternadori ed esattori delle entrade pubbliche, sec, XV -XVIII
(1448-1724), reg. 15 non ord. p. v. e. 1822.
* I locali che porl»DO numeri uon compresi In (luceto eleticn, coiiteiiguiio
rdiJvU luoderul, o servono ad ubo di UfQclo.
SUBII .^^.^oìxX-^^o
Revisori e regolat'Ori delle entrade pubbliche, tra fasci e teg. <
700 (v. st. 185, 18C) non ord. p. v. e.
Infjuisitoraio sopra pubblici credili, 1786-1797, reg. 3 b, 4 non
ordin.
186. Govern. ed esali, delle entrade ptiblìcke, 428(v.Bt. 184) non ord.
Revis. e regolatori delle entrade pMicìie, 572 (v. et. 184 e 186)
non ord.
186. Govern. ed esali, delle ettlrade pubi., 610 (v. st. 184 e 185) non ord.
Bevis. e regol. delle entrade pubHche, sec. SV-XVIII, (1497-1799),
212 non ord.
187. X SavìsopraledecimeinRiallo,Um-imB, U-i,0iA.p.'v.c.lS22.
Sopraintendenti alle decime del clero (1407) 1564-1809, 381, p.T. e.
Provveditori sopra Camere, 1625-1797 (ed allegati dal sec. Sili),
470. ord. p. T. e, Ind. mod.
Provved. sopra feudi, 1587-1797 (ed allegati più antichi) 1190;
disegni ruot. 3, n. 29. Ord. Ind. mod. ed indice delle famiglie
inscritte nel libro d' oro dei reri tiiolaiì.
Diplomi comitali spettanti a persone private. Ord. b. 27.
188. Miscellanea di lettere dirette ai Capi del C'ons. dei X da amba-
sciatori e rettori, sec, X\7-XVin, pacchi n. 250. Non ord.
Stampo di Magistrali Veneti antichi, buste 213.
Ducali del Senato agli ambasciatori veneti a Roma, 1632 - 1794.
f. 154. Ord.
Simili agli ambasciatori veneti in Spagna 1648-1797, £ 86. Ord.
189. Procuratori di S. Marco de supra, 1089-1797, b. e voi. 413.
Ord. Inv. mod.
Onciali alle appunt^ure, eec. XVII-XVIII, b. 250. Non ord.
Pergamene spettanti alle Mani Morte, b. 193. Ord,
190. Avogaria di Comun, 988 (v. st. 191). Ord.
191. Deputati ed aggiunti alla jirovvision del denaro puhlico, 16ÓS-
1799, 1017, e disegni, aee. XVII-XVm, mot. 2, n. 24. Ord.
Avogaria di Comim- Libri d'oro Nascite 1506-1801. r. 17-
Matrimonii 1526-1801 reg. 10.
Avogaria di Comun e parte araldica, 1232-1797, 2497. Ord.
p. T. e. e della serie araldica. Indice mod. dei ragiouati,
cancellieri ed assessori. (V. st. 190).
Cinque amiani alla pace, sec. Xin-1601, 10. Ord.
(Savio di Terraferma alfa Scrittura, 109 (v. st. 222) Ord.)
Inquisitori all'amministrazione dei jHiblici ruoli, Trrra « Mar,
aec. XVU-XVm, 1056. Ord. p. v. e.
»
Esecutori delle deliberazioni del Senato, deputali alle jìttbtiche
spedizioni, 1570-1797, 64. Ord.
Jfrocveditori alla Sanità, 1485-1808, 1009, dia., b. 13. Ord. p.
T. e. 1823. Ind. mod.
Officiali alle rason vecchie, 1260-1797, 445. Ord. Ind. mod.
„ „ 7iove, 1295-1797, 9; dia. Ord. p. v. e. ruot.
3., sec. XVI- XTm, n. 33, Ord.
Frowedif, sopraintendenti alla Camera dei Confini, copie dal
925-1860, 313; die. b. 27. Ord. Ind. mod.
Prot'vedil. sopra denaro pvblico, 1571 -1797, 57. Ord.
Deputati ed aggiunti sopra V esazione del denaro puliHco pre-
sidenti alle vendite, 1604-1797, 454. Ord. p. v. e. Ind. mod.
l92,Cinque Savii alla Mercanzia, 285 (v. et. 193). Non ord.
Scritture in materia commerciale, sec. XIII-XVIII. b. 198.
Ocd. Ind. mod.
Poste e corrieri, sec. SVl-XIS, fasci e libri 300. Non ord.
p. T. e.
193. Cinque Savii alla Mercanzia, eee. XVI-XIX e Deputasione alla
regolazione del Commercio, sec. XVIII, p. v. e. 1812-13,
fasci e reg. 782. Ord.
{Provveditori al cottimo di Alessandria € Damasco, ìioMc^Mdi&n).
(l'isdomini al Fonlego dei Tedeschi, il solo capitolare).
Collegio della Miliiia da mar, sec. X\T-XIX (1519-1306), fasci
e reg. 688. Non ord.
\9i.Collegio Milìzia da mar, 100, e disegni 23 (v. st. 193). Non
ord. p. V. e. 1808.
Censori, aeo. XVI-XVIII, reg. e fasci 109. Non ord.
Inqtàsitorato agli ebrei, sec. XVII-XVIII, fase. 65. Non ofir"
Consoli e sopraeons. dei mercanti, 272 (v. st. 195). Non ord.
{Deputati alla regolazione delle tariffe mercanfili, sec. XVlIi ed
allegati di epoche precedenti, 107. Non ord. p. v. e.)
195. (Inqui.'iìttìrato agli el/rei, 126 v. 8t. 194. Non ord.)
Revisori e regolatori alla Scrittura, soc. XVI-XVIU (1581-1797),
334. Non ord. p. v. e. I8I3 e 1821.
(Consoli e sopraconsoli dei mercanti, 156 (v. st, 199). Non ord.
^^.Cancelleria inferiore, 1478-1797 (ed allegati dal 1205), 284.
Ord. P. V. e. Elenco dei Cavalieri di S. Marco.
Fraterna prigioni, eec. XlV-XVIIl, r. 40. Non ord.
Procuratoridi S. Marco desupra b. e r. 31, perg. 1 10, aee. XIV-XVI.
Non ord.
— 112 ~
Starna
Procuratori di S. Marco de cifra b. e r. 120, ducali 280, eec. XVEL
Non ord. p. y. o.
„ „ de ultra b. er. 57, perg. n. 5400 dalP an-
no 1030 al 1680, 51 busta. —
Kon ord.
Uj^ali alle cazude (1510) 1515-1801, 13 Ord. p. v. e.
Provveditori alle pompe^ 1334-1797 m. v., 26. Ord.
\91. Maggior Consiglio^ rubriche dal 1268 al sec. XVII, r. 6. Ord.
„ „ deliberazioni^ 1282-1793 m. v., r. 39 v. st 206.
„ ff „ 1507-1797, f. 96.
Serenissima Signoria (I) Liber plegioruni^ 1223-1253, r. 1.
„ Lettere sottoscritte Terra^ 1555-1797, f. 264, p. v. e.
Collegio^ lettere 1500, r. 1; 1517-1517, m. v. Ord. r. 1.; 1556-
1583, r. 3.
Serenissima Signoria (I) lettere id. 1492-1675, f. 20. Ord.
„ „ (h) Possessi, 1576-1609, r. 5.
„ » „ '^ 1560-1609, £ 11.
„ „ (m) Fisco, b. 144, indice dei processi,
r. 2. p. V. e.
y, n ji 7ì Scritture dei Savii Cassieri
al Senato, relative a cause
civili contro il Publico, eoe*
1795-1798, r. 1.
^ „ „ Fiscali decreti, 1782-1798, r. 1.
„ „ „ « atti, 1492-1614, r. 1.
Collegio (I) Notatone, 1549-1797, f. 627, p. v. e. Ord.
, „ „ 1327-1791 m. v., r. 224.
ji t, fi estratti deiNotatorii di pugno di Marin
Sanudo, 1292-1393, r. 1.
Serenissima Signoria (I) Possessi ecclesiastici, 1609-30, r. 2.
Collegio (I) Possessi ecclesiastici, 1609-49, f. 12.
„ (IV) lettere, 1521-1786, f. 211 e fasci 4, p. v. e.
„ (VI) risposte di dentro (commesse e suppliche di den-
tro) 1563-1796, m. v., f. 310, p. v. e.
„ „ risposte di fuori (suppliche e commesse di fuori)
1554-1797, f. 219, p. v. e.
^ „ commesse ai Savi, 1627-1797, f. 70, p. v. e.
^ „ risposte suppliche al Collegio, 1610-1740, f. 5.
„ „ „ presentate, 1630-1797, f. 187, p. v. o.
^ „ costituti al, 1648-1797 f. 103, p. v. e.
~ 118
Stanza
fi
197. SencUo (I) deliberazioni Terra, 1543-1797, f. 3128. Ordin. p. v. e.
„ 71 n rubriche 1440-1645, r. 7.
„ „ „ 1440-1786 m. v., r. 411.
„ „ Mar, 1545-1797, f. 1286 p. v. e.
w li ri rubriche, 1440-1639, r. 7.
« w T» 1440-1796 m. v., r. 247.
Collegio, Biave, 1596 m. v. - 1602, £ 1.
Senato, incanti di galere (terminazioui dei Y Savi agli Ordini),
1469, m. V. - 1569, r. 4
„ Arsenal, 1715-1797, f. 181, ord. p. v. e.
„ Possessi ecclesiastici, 1554-1728, r. 14.
„ w II 1554-1797, f. 250, ord. p. v. e.
„ Taglie, 1548-1636, b. 19.
Cancellier grande, 1554-1797, reg. e b. 39 (ed alleg. dal 1244).
Ord. p. V. e.
Cassiere alla bolla ducal (grazie dei poveri al pevere, dei 100
offict, mariegola, ecc.) (1308); 1383-1796, r. 13.
„ Ghrazie del Magg. Gens, rubriche 5, p. v. e.
„ „ „ atti 1529 m. v. - 1767, r. 12.
, „ „ 1547-1796, f. 105.
Segretario alle voci, 1349-1797 (miscellanea di registri di ele-
zioni, acccttazioni di cariche, ecc.), r. 66, (decreti, lettere,
elezioni nel M. Cons. e in Senato), b. e reg. 145, ord.
Senato, Zecca, 1583-1664, m. v., f. 171. Ord.
„ „ 1583-1647, r. 17.
198. Revisori e regolat. alla Scrittura, reg. e fasci, circa 650 (v.
st 195). Non ord.
Consoli e sopraconaoli dei mercanti, fasci circa 150 (v. st 199).
Non ord.
199. Bevisor. e regol. alla Scrittura, fra reg. e fasci 500 (v. et 195).
Non ord.
Officiali al dazio del vin; Provveditori sopra dazi, sec. XVI-
XYJJUL, fasci e reg. 160. Misceli, p. v. e.
Deputati ad pias causas, sec. XYIII , £ 85. Non ord. P. v. e. 1823.
(Consoli e sopraconsoli dei mercanti, sec. XVUl, fasci e reg. 124).
Non ord.
200. Revisori e regolatori alla Scrittura (v, st. 195). Non ord.
Savii sopra conti, sec. XVI - JSLVIU. ìfon ord. ; Inquisitorato sopra
dazi, sec. XVI-XVJII p. v. e; Inquisitorato alle Arti, sec.
XVni; in complesso, 675, non ord.
o
^ 114 -
Stanza
Parte . dell' arch. del patr. di Venezia, seo. XI-XVlll. b. 51.
Non ord.
Aggiùnto sopra monasteri" sec. XVII-XVllL r. e £ 226. Ord.
(Indice degli istrumènti di vendita dei beni dei conventi soppressi
nel 1770). ' .
201. 6Vwo/«. piccole e suflfragt sec. XIII-XIX, b. 675. Ord. Ind. mod.
' S. Agnese, priorato in s. Barnaba.
Agonizzanti in s. Raffaele Arcangelo.
„ in s. Martino.
jf . in s. Stin,
S. Alessandro e s. Yìdcenzo in s. Silvestro.
S. Alban, Domenico ed Orso in s. Martino di Burano.
Ss. Ambrogio, Carlo Borromeo e s. Giov. Battista (scuola dei Mi-
lanesi in s. M. Gloriosa dei Frari).
S. Andrea in s. Andrea.
. „ .' e s. Giuseppe in s. Martino di Burano.
S. Angelo custode in ss. Apostoli.
S. Anna di Castello.
„ . in s. Gioy. Grisostomo.
. „ in s. Stefano.
Anime del Purgatorio in Burano.
„ „ Caorle.
„ „ Chioggia, (s. Giacomo).
jf ^ s. Giov. Battista di Jesolo.
S. Antonio di Padova in s. Cassiano.
„ „ Cava di Chioggia.
„ „ s. Giov. Grisostomo.
n ^ Grisolera.
„ „ s. Leonardo.
„ „ in s. Luca.
y, r> &1I& Madonna deir Orto.
„ „ in s. Nicolò.
„ „ s. Eufemia della Giudecca.
ji ^ s. Maria Gloriosa dei Frari.
„ . „ s. Michele del Quarto.
„ „ Torre di Mosto.
„ abbate in s. Paolo.
„ „ Torre di Mosto.
S. Apollonia in s. Barnaba.
Ss. Apostoli in ss. Apostoli.
- 115 -
Starna
B. y. Addolorata in s. Alvise.
j, yi e 8. Liberale in s. Paterniano.
yt j, 8. Ubaldo.
B. y. degli Angeli in s. Tornita.
9 àeìT Anconeta alV Anconeta.
ji Annunciata (dei zoppi) in s. Angelo.
ft „ in 8. Apollinare.
,) „ in s. Bartolomeo (scuola della nazione ale-
manna).
„ jt 8. Cassiano.
B. y. della Pietà in 8. Canciano.
jt dell'Annunciazione in s. Gioy. Battista in Bragora.
^ ^ s. Giacomo dall'Orio.
,9 „ santa Margherita.
n jt s. Maria Mater Domini.
r, ji dei Servi.
ji T) Zobenigo.
B. y. Assunta in s. Maria Zobenigo.
„ ^ 8. Canciano.
j, M Caorle.
r, . jf alla Celestia.
„ ^ 8. Fosca.
ff n 8. Maria in brolioj ali* Ascensione.
1» I» D maggiore.
„ ft Murano.
n , 8. Paolo.
TI y, B. Salvatore.
r, Ti e 8*. Matteo in s. Samuele.
„ ^ di Sedrina^ in s. Giacomo di Rialto.
ji ^8. Stin.
M M 8. Eustachio.
9,8. Sofia.
B. y. del Carmine in s. Angelo di Concordia alla Giudecca.
9 jt a 8. Apollinare.
n ji e del Rosario in Caorle.
ji 9 8. Francesco di Chioggia.
jf y, alla Cava in Getulo.
B. y. della Concezione in s. Martino di Burano.
„ ,8. Francesco della yigna.
« « 8. M. Gloriosa dei Frari.
- 116 -
Stanza
B. y. della Concezione in s. Geremia.
^ ^ ai Gesuiti.
„ jf a 8. Giacomo dalFOrio.
B. y. della Cintura detta di Costantinopoli^ in s. Giuseppe di
Castello.
Id. in s. Stefano.
B. y. della Consolazione in s. Felice.
^ del Gonfalone in s. Bernardo di Murano.
jf delle Grazie, nelP isola delle Grazie.
^ ^ in s. Marina.
„ M in s. Marcuola.
Compagnia dei 150 in s. Marcuola.
B. y. delle Grazie in s. Marziale.
„ dei Mascoli in s. Marco.
^ della Natività in s. Angelo Raffaele.
^ ji ss. Apostoli.
^ ^ 8. Benedetto.
^ ^ s. Barnaba.
^ ^ 8. GioY. Decollato.
^ V s. Maurizio.
M „ detta dei ciechi^ in s. Moisè.
„ ^ in 8. Procolo (fraterna dei sacerdoti).
^ ^ 8. Trovaso.
^ della Navicella in Chioggia (Sottomarina).
^ della Neve in s. Girolamo.
,) n 8. Luca.
^ della Pace in s. Croce.
^ ^ 8. Giov. e Paolo.
^ del Parto ai Gesuati.
ji „ a 8. Gregorio.
^ ^ allo Spirito Santo.
^ del Pianto in s. Bartolomeo.
^ della Pietà in s. Silvestro.
^ „ 8. Giobbe.
„ del Popolo in s. Geremia.
^ della Purificazione in s. Giovanni nuovo.
n /; s. Maria Formosa.
„ del Rosario in s. Angelo Raffaele.
T, ^8. Antonino.
» n Burano.
-- 117 -
Stanza .^fl^S^OXXdLlTl.^
B. V. del Rosario in s. Caterina.
, „ Chioggia.
ji ^ s. Domenico di Castello.
y, ^ ss. Eufemia della GKudecca.
„ ^ ss. Filippo e Giacomo.
^ „ s. Gallo.
^ ^ e s. Luigi, in s. Giov. Grisostomo.
^ ^ alla Grisolera.
jt ji s. Margarita.
/ ^ ^ s. Magno delle tre Palelle.
y, y, e s. Caterina, in s. M. Zobenigo.
jf „ s. Martino.
yf y, s, Matteo di Rialto.
^ ^ Mazzorbo.
yt „ s. Michiele del Quarto.
„ „ s. Nicolò.
„ „ s. Paterniano.
t, ^ s. Pietro Martire di Murano.
„ y^ s. Samuele.
„ „ s. Simeone profeta.
„ „ allo Spirito Santo.
„ „ Torcello.
^ 17 a Torre di Mosto.
yf della Salute in s. Michele Arcangelo di Mazzorbo.
„ del Soldo in s. Biagio.
„ del Terremoto in s. Bartolomeo.
yt deir Umiltà in s. Leone.
„ della Visitazione in s. Severo.
y, yf detta dei Voltolini in s. Giuliano.
„ del Buon consiglio in s. Basso.
Santa Barbara in s. M. Formosa (scuola dei bombardieri).
Buona morte in s. Geminian.
it r> s* Miohiel del Quarto.
„ ^ s. Sebastiano.
yt » B. Silvestro.
Ss. Carlo e Valentino alla Cava di Chioggia.
S. Caterina in s. Geminiano.
„ s. Eustachio.
S. Cecilia in s. Cassiano.
„ s. Martino.
- 118 —
Stanza
Ss. Cosma e Damiano in s. Giov. Novo.
Consorelle del ss. Rosario in s. Giov. Decollato.
Convincinato in s. Marcìlian.
Gonfalone in ss. Erinagora e Fortunato.
S. Corona di Spine in s. AJvise.
S. Croce in s. Apollinare.
Gonfalone o santissima Croce (confraternita) in
^ s. Croce di Chioggia.
S. Croce in s. Croce di Venezia.
jt s. GioY. in Gctulo (Cava Zuccherina),
n 8. Moisè.
^ s. Pietro di Castello.
jf s. Samuele.
Santissima Croce in s. Salvatore (v. Morti suffragio della santis-
sima Croce in s. Salvatore).
Ss. Crocefisso all'Angelo Raffaele.
^ in s. Andrea.
^ s. Giacomo della Giudecca.
^ s. Gregorio.
^ ss. Ermagora e Fortunato.
y, 8. M. Maggiore.
^ (confraternita) in Poveglìa.
S. Cuore di Gesù in s. Fantino.
S. Maria e s. Cristoforo dei Mercanti.
S. Diego in s. Giobbe.
S. Domenico di Suriano in s. Domenico di Castello.
J9 in Ss. Giov. e Paolo.
S. Dòrotea in s. Simeon piccolo.
S. Elisabetta in s. Toma.
S. Eustachio e s. Lorenzo Giustiniani in s. Stc^.
S. Febronia in s. Domenico di Castello.
S. Filippo Neri, sovvegno dei sacerdoti secolari in s. Canciano.
S. Filippo Neri in s. Martino.
y, ai Mendicanti.
S. Fosca in Torcello.
S. Francesco in s. Francesco della Vigna.
„ 8. M. Gloriosa dei Erari.
n di Paola in s. Sofia.
S. Francesca romana ai Tolcntini.
8. Gaetano in s. Fantino.
-119
Suiiiia
„ 8. Vito.
S. Gerolamo in s. Oirolamo. . .
■ •
S. Giacomo in 8. Giacomo dall'Orio. .
^ di Gallizià alla Giudecca.
S. Giobbe in s. Giobbe.
S. Giov. Battista del Tempio, detto dei Fùrìani.
jf alle Gambarare. *
^ in ss. Ermagora e.Fortunato.
,1 dei batfudi in Murano.
S. Giuliano e Carlo in 8. Giuliano.
S. Giuseppe in s. Fosca.
y, 8. Giuseppe di Castello.
^ 8. Silvestro.
y, 8. Sofia.
y, 8. Stin.
S. Gottardo in 8. Apollinare.
S. Gregorio in s. Gregorio.
S. Liberalo ai Carmini.
„ in Torcello.
S. Lorenzo Giustiniani in ss. M. e Donato di Murano.
S. Lucia in s. Giacomo.
S. Luigi in 8. Croce della Giudecca.
„ 8. Gallo.
S. Maria e s. Cristoforo dei Mercanti, alla Madonna dell'Orto.
S. Maria Nova in s. Salvatore.
S. Margarita in s. Pietro di Mazzorbo.
S. Marina in s. Marina.
S. Martino in Burano.
S. Mattia Apostolo in s. Bartolomeo.
S. Michele Arcangelo alla Madonna dell'Orto.
Morti, sufeagio in s. Agnese.
8. Alvise.
all' Angelo Ra&ele.
8. Basilio.
8. Basso.
8. Martino di Burano.
8. Canciano. .
8. Eufemia della Giudecca.
Ss. Filippo e Giacomo.
3. Geremia.
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- 120 -
Stanza
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Morti, suffragio in s. Qiacomo.
8. Giovanni in Bragora.
8. Giovanni Novo.
8. Gregorio.
8. Maria Mater Domini,
8. Martino di Burano.
8. Matteo di Rialto,
s. Pasquale.
88. Salvatore.
della 88. Croce in ss. Salvatore.
8. Tornita.
Ss. Vito e Modesto.
S. Nicola da Tolentino in Chioggia.
„ jy s. Stefano.
S. Nicolò ed Antonio in s. Martino di Burano.
,, dei marineri in s. Antonio di Castello.
„ „ „ Chioggia.
Ss. Nicolò e Leonardo in s. Salvatore.
„ in 8. Stefano.
Ss. Nome di Dio in s. Domenico di Castello.
„ „ 88. Giovanni e Paolo.
,y di Gesù in s. Francesco della Vigna.
„ „ s. Maria Gloriosa dei Frari.
,, di Maria in s. Antonio di Castello.
S. Orsola in ss. Giov. e Pàolo.
S. Osvaldo in s. Silvestro.
„ 8. Sofia,
S. Pasquale Baylon in s. Francesco della Vigna.
Ss. Passione, scuola grande ai Frari.
S. PierettOy scuola in Chioggia.
S. Pietro, scuola in ss. Ermagora e Fortunato.
„ „ 8. Simeon profeta.
„ e Paolo in s. Marziale.
„ della volta a Chioggia.
S. Pio ed Ermagora e Fortunato, scuola in s. Giovanni del
Tempio.
„ in s. Antonin.
S. Rocco, scuola in ss. Apostoli.
?? ?? Chioggia.
„ „ 8. Giuliano.
- 121
Slama
8. Rocco scuola alla Ghrisolera.
w
W
s. Martino di Bnrano.
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e Margarita, scuola in ss. Rocco e Margarita.
Ss. f
Sacramento, scuola in Caorle.
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„ Cavazuccherina.
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„ s. Giovanni Elemosinario.
)9
„ alla Granza delle tre Palade.
99
,, alla Grisolera.
99
1
,, s. Nicolò.
99
„ ,, di Murano,
99
„ 6. Pietro in volta.
•9
„ ss. Salvatore di Murano.
»99
„ s. Samuele.
Sacerdoti fraterna
in s. Angelo.
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99
s. Benedetto.
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•
Canciano.
n
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Giov. in bragora.
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s. Marina.
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ss. Ermagora Fortunato.
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s. Maria Formosa.
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„ Maddalena.
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s. Marcilian.
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s. Maria Mater Domini
n
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s. Moisò.
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s. Pantaleone.
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99
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8. Procolo.
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Spirito Santo.
n
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8. Stefano in s. Giacomo dalFOrio.
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J9
99
Spirito Santo in s. Gregorio.
ìì
»
W
„ „ alle Zattere.
n „ „ s. Stefano in s. Stefano.
Le Stimmate di s. Francesco/Chioggia.
„ jy „ s. M. Formosa.
,, ,, ,, s. Fran. della Vigna.
Ss. Trinità in Ghioggia.
„ e riscatto degli schiavi in s. M. Formosa.
yj yy ,, S. M. dclU SdlUte.
Transito di s. Giuseppe in s. Basilio.
S. Tranquillino in s. Canciano.
S. Valentino in s. Simeone profeta.
-- 122 -
Stanza
S. Vettore in s. M. Nova.
S. Veneranda al Corpus domini.
S. Vincenzo Ferrerio in s. Agostino.
,, „ „ „ ss. Gio. e Paolo.
„ „ „ ^y s. Silvestro.
„ „ ,, ,, s. M. Zobenìgo.
,, ,, „ „ 8. Pietro mart. di Murano.
„ „ „ „ Torre di Mosto.
202. Provveditori sopra monasteri^ sec. XVI -XVIII, f. e reg. 311 ; p.
V. e. 1823 e 1824; Aggiunto sojira monasteri^ sec. XVIU,
reg. e f. 29 (v. si 203). Ord.
203. Provveditori alle beccarie^ sec. XV -XVIII, 71 Ord. p. v. e.
Officiali alformento in ò. Marco e a Rialto, 5. Ord.
Provveditori e sopraprovveditori alle biave^ sec. XV-XVIII, reg.
e f. 114. Ord.
Provveditori sopra olii^ sec. XVI-XVIII, reg. e fasci 100. Non ord.
Inguisitorato alle scuole Grandi^ (v. st. 204) Ord.
Provveditori ed Agg. sopra monasteri^ sec. XVI - XVIII (V. st
202). Ord.
204. Provveditori sopra olii^ 206 (v. st. 203). Non ord.
Collegio della Giustizia Nova^ sec. XIII-XVIII, reg. e fasci 54.
Non ord. p. v. e.
Provveditori e sopraprovveditori alla Giustizia vecchia^ sec. XVI-
XVIII, fasci e reg. 487. Non ord. p. v. e. 1797.
Inquisitorato alle Scuole Grandi j sec. XVI- XIX 84. Ord. p. v. e
1798 e 1823.
205. Auditor vecchio^ sec. XVI al 1797 f. e r. 900. Non ord.
Auditor novo e novissimo sec. XIV, al 1797 f. e. r. 937. Non ord.
Provveditori sopra ospitali e luoghi piij 1620-1798, 369. Non ord.
p. V. e. 1832.
Scansadori e regolatori alle spese superflue^ 1652-1796 m. v.,
262. Non ord., p. v. e.
Atti del podestà di Malamoccoy sec. XVI-XVQI pacchi 200. Mise.
„ di Ckioggia^ sec. XV-XVIII, pacchi 200. Misceli.
„ del Podestà di Murano r. e. pacchi 170. Non ord.
„ di Asolo^ 1732- 1805, fasci circa 227. Misceli.
„ di Caorle, sec. XV-XVIII, fasci 54 da farne 200. Misceli.
Provveditori generali da mar^ (processi trattati da essi), sec.
XVI- XVin, fasci 80. Non ord.
Avogaria di Comun^ sec. XIII-XVIII, fasci circa 1000. Misceli.
Podestarie di Torcello, p. v. e. (1818), Borano, eec. XHI-XVIII,
faBci circa 720. Misceli.
Officiali al quintello (1569-1806) e a//o messetaria (1636-1806),
Bec. XVI-XIX, fasci circa 743. Non ord. p. v. 0. 1839.
Sindico, 1569-1794, fasci circa 600. Non on!.
Pi&vego, B6C. XV -XVm, reg. 225, faeci circa 400. Non ord.
Signori di Notte al Civil, 1503-1797, fra libretti e fasci circa
1600. Non ord.
„ al Criminal, 1289-1712, reg. 17; fasci circa 400. Non ord.
ProwcdUori di Comun, sec. XVI-XVllI, r. e fasci 268. Non ord.
P- y- e.
Atti dei Consolali: Acri, Àleppo, AleseandrettR, Alessandria,
Amsterdam, Ancona, Bari, Barletta, Cadice, Cagliari, Cairo,
Cesena, Cipro, Civitavecchia, Costantinopoli, Durazzo, Ge-
nova, Lepanto, Livorno, Manfredonia, Marsiglia, Messina,
Modonp, Monopoli, Napoli, Palermo, l'atraHSo, Kimini, Trani,
Trapani, Sinigaglia, Smirne, Trieste, sec. XVELI, fasci 250.
Non ord. p. v. e.
HaUProvveditori e Co//c3Ìo ai) HU al 1624 sec. XIU al XVIIL
Buste e registri 546.
206
207 i
208 f
209 ' Serie di carte costituenti l'archivio della Cancelleria Se-
210 I ereta, intiera»! eute ordinate ':
212 )
213 ■
M6 Esposizioni di vari ministri di Principi nel loro primo ingresso
in Collegio e nsposte diverse dell' Eccellentissimo Senato, ec-
colo xvii-xvm, b. 1.
Collegio III. Secreta >:
' Questo invenUirio fu eseguilo Del QOvcuibre del 1868 dai distinti offlciiiii
I ™ E, Archivio Oeneralc di Venezia, sigugH Luìg'i Pasiui e Giuseppe Gionio,
< 1 volami Hegueotì ruroco trasportati rieilB stanza 244. — Leg^s U.
I C. 1232-n91, voi, XLI. - Indice o Repertorio generale delle Leeffi A -Z.
|lS3a-I797. voi. 5. - ludica generale della Secreta (Roma, Corti, Traltati,
|"fUtar, Turchi, Persia, Ragusa, Uscoectii, Acummecti, Ebrei, Coinniereio,
xjnomia, MagistraU 1600-1743) Rut)r. 2, t. 11. Libro d'oro novo 1599-1657,
'^•'1. 1. - Dotto reechio, con capital, del M- C. 1275-1628, Voi, I. - Rubriche
■^^l Libro d'oro voi. 4. — Libro d' oro 1232-1570, voi. U. Copio dei Libri
''oro 1875-1737. IUiiho o Verdi; sec. XVl-XVU, b. 3.
- 124 -
Stanza ..^^X*0]3.lTr±0 Reg. FUie
EspoBÌzioni Principi 1541-1797 — 179
„ 1620-1744 — I
Note diverse circa Principi . . sec. XVI-XVn — 1
Esposizioni diverse ....... 1660-1570 — 1
Esposizioni in Collegio degli Ambaseia"
tori di Savoja 1614-1621 — 1
Negotii particolari con Principi:
Duca di Urbino, 1598; — Gran Duca
di Toscana, 1587-88; — Spagna,
1609;Prancia, 1562-1608; Germania — — 1
Esposizioni Principi delF ambasciatore
dell'imperatore Cesareo, franchigia
case degli ambasciatori — — 1
Esposizioni Principi 1541-1794 m.>. 130 —
1*^ „ JBoma (rubricar!) . . • .1622-1628 6 —
( „ .... 1567-1797 — 63
„ . . 1567-1795m.v. 56 —
Capitolare dei Savii del Collegio . . 168^ 1 —
„ di hggi diverse . . . sec. XV-XVI 1 —
Collegio lettere 1308-1310 1 —
„ 1436-37, 1484-89, 1513-
1666 — — 53
e framm. di copia d' un reg. del 1363.
* Ldber secretorum Collegii .... 1382-1385 1 — '
* Scritture secreto del Collegio . . 1354-1363 1 —
Maggior Consiglio deliberazioni (ori-
ginali) 1232-1384 11 —
Mandati di Collegio '' per retention e
liberation de religiosi claustrali e
preti secolari „ 1619-1654 — 2
Id. in materia pecuniaria 1507-1508 1 —
* Relazione dell' ambasciatore Cesareo,
marchese di Pnè 1749-1753 — 1
* Risposte del Senato air ambasciatore
Cesareo. . 1747-1784 - 6
* Ufficii fatti presentare al Collegio
dall'ambasciatore Cesareo . . . 1754-1784 — 5
* Le filze 0 i regristri segnati coli' * furono restituiti o consegnati da
Governo Austriaco nel 1868.
-- 1^ -
Stanza .iAha?OllJLirl.O Reg. Filie
* Rescritti delle Maestà Imperiali e
lettere di vari Ministri 1749-1765 15 -
* Dispacci dell^ ambasciatore Durazzo. 1775 — 1
* „ di S. Ecc. Brenner . . . 1788-1791 — 2
* Indice dell'Archivio dell'ambascia-
tore Durazzò e rubrica — — 2
* Promemorie e Yiglietti ai Ministri
Imp. Regii 1703-1796 - 5
* Raccolta dì yarì documenti relativi
al Cerimoniale — — 1
* Memoriali non letti dai ministri fo-
restieri 1739-1797 ~~ 3
Grazie e privilegi diversi 1299-1539 29 —
'^ Oratiarum^concessiones a tribus pri-
mariis Rcip. Consiliis coUatae „ . . 1501 - 1575 1 —
Concessiones 1559-1572 1 —
'' Repertorio dei privilegi, terminatione
et ordinatione dell'illustrissimi Si-
gnori Rettori „ 1444-1612 1 —
Ceremonìali, sec. XVII — 1 —
Geremoniali, sec. XVII — 3 —
Geremoniali ^ del cavalier del Doge,
Giuseppe Ferrari . 1797 2 —
Geremoniali» 1464-1797 6 —
Formulario dei titoli ohe dai principi
sogliono praticarsi verso la Serenis-
sima Repubblica di Venezia ... 1738 — — 1. 1.
Simile della Repubblica ai principi . 1555-1637 1 —
jt per le lettere ai principi e cardinali 1562 - 1575 — 1
Titolarlo — - 3
" Scritture et inserte circa ceremoniali
e deputati nelle venute di principi, del
n. uomo Andrea Mommo, fu Savio di
terraferma ai ceremoniali .... 1769 — — 1. 1 .
*
' « CeremoDiall che si usano dalf Governo veneto in tutte le Ainzioni et
^ tutti li consessi tanto ordinarii che straordinari i, così pure quelli che riguar-
*^o li principi e ministri forestieri. »
^ Nel primo la miniatura della dogaressa in veste di gioia e di lutto, e di
lei e del do^ morti.
i
SUBta .^^lC»Oll.4^in.O Reg. Filie
Ceremoniali (funeral Beaufort, 1669,
2 ottobre, deliberazioni in passaggio
del re di Francia, 1574, 27 luglio;
alloggio del signor Principe di Polo-
nia, 1624 e 1625; alloggio del Gran
Duca, 1628) - — 1
Ceremoniali (venute dei principi a Ve-
nezia, note del Savio ai ceremo-
niaU) 1577-1764(1766) — 9
Ceremoniale per Tambasciator di Fran-
cia in Venezia 1608-10; documenti
circa spedir ambasc. estraord. al Re
di Francia 1643-1774 1 —
Discorso delle ragioni della Sereniss.
Repubblica sopra gli elettori dell' Im-
perio, su materia di precedenza, di
Scipion Ferramosca, 1640; delle pre-
cedenze in universale e del luogo e
modo dMncontrare tutti i principi;
ceremoniali nella festa delF Ascen-
sione; ceremoniale d'ambasciatori
veneti in corti estere, precedenze dei
Principi e differenze di Savoia con Ve-
nezia 1730; ceremoniali della Corte
di Londra
Ceremoniali dell' ambasciatore di Spa-
gna in Venezia 1608 - 1609, note; id.
della corte di Francia 1660 e 1739.
id. , della corte di Spagna, 1688-
1741. id. della corte di Germania,
1658-1744 — — 1
Capitolari dei consiglieri di Venezia
( . . . . 1292 al 1396 e promissione
ducale 1382) — 1 —
Accurata Sereniss. Reipub. titulorum.
ergaprincipes rubrica, hodiernis tem-
poribus accomodata, 1742. ... — 1 —
Liber ceremoniarum 1600-1611 1 —
Registro di cerimoniali, di avvenimenti
più riguardevoli di Venezia . . . 1593-1758 1 -
Slama .AJTOllJLirl.^ Heg. Pilie
207. Relazioni di ambasciatori ^ . . . . 1551-1577 4 —
„ „ Africa 1621 — 1
^ „ Costantinopoli . . 1553-1793* — 5
^ ^ Francia .... 1535-1791 — 5
^ ^ Germania. . . . 1504-1793 — 5
y, jf Baviera^ Germania 1533-1736 — 1
^ n Inghilterra . . . 1531-1763 — 1
n ^ iteZia 1527-1761 — 10
» , Lorena^ Moscovia. 1572-1620
^ „ Paesi Bassi. . .1610-1620 -i
^ „ Persia 1572
^ ^ Polonia, Portogallo 1574-1581 — 1
V fi Spagna .... 1559-1754 — 4
^ n Svizzera. . . .1497-1625 — 1
Relazioni miste (rettori ed oratori) . . 1524-1563 2 —
^ 9. parte terrae 1558-1586 2 —
» par<« mam 1550-1585 4 —
Relazioni Rettori il^o/a 1587
fl ^ Bassana .... 1736 •-i
„ ;» Cm(2a; di Belluno 1536 - 1792
« fl Bergamo. . . . 1525-1793 ~ 2
n „ Brescia .... 1525-1792 — 2
„ ^ iSo/ò e Biv. Bresc. 1533-1778 — 1
y, j, Chioggia .... 1559-1797 — 1
n li Conegliano . . . 1606-1703 ^
n „ Crma 1525-1795
n ^ Feltre 1526-1791 — 1
^ „ Legnago .... 1537-1738 ^
« ^ Orzi nuovi . . . 1556-1734
„ , Padova .... 1533-1793 — 2
^ , Po/wa 1596-1789 — 2
ff „ Peschiera. . . . 1554-1734 ^
„ jBot^Vo 1525-1619
„ ^ /ìori^ro 1621-1796 - 1
^ „ Treviso .... 1525-1896 — 1
„ „ Udine 158.-1797 o,
„ „ Cividal del Friuli . 1587 - 1621
„ „ Verona 1525-1796 — 2
„ „ Vicenza .... 1524-1791 - 2
1 Di tutte le relazioni fa compilato V inventario.
- 198 -
Stania .il^a^OllJLirl.^ R«g. Pilla
Belaz. Proyyed. Terraferma e armata. 1670-1754 — "2
,, Consolato Aleppo 1614-1628 ^
Belaz. Consolato iSoria . . • * . .1574-1611
ProYved. generali in Terraferma . .1528-1744 — 2
Belaz. Sindici Inquisitori in T. P. . . — — 1
„ Savii agli ordini, Arsenal . .1602-1713 — 2
,, deiBettori:CandtaMiUtar. .1595-1651 — 1
„ „ Canea 1544-1644 ^
„ „ CeHgo 1553-1729
„ „ Capodistria . . . 1560-1796 — ^
„ „ Fola 1638-1650
„ „ Cattaro .... 1553-1771 —
), ,, Castelnuovo. . • 1729 ^
„ „ Glissa 1650
Belazioni Provv. Istria 1588-1634 — 1
,, sopra sali in Istria 1627 - 1629 — 1
„ „ Dahnazia. . . . 1588-1651 — 1
„ Bettori Marano .... 1561 - 1733 ^
„ „ Baspo ..... 1635-1784
„ „ Prepesa .... 1727 —
„ „ Settimo .... 1573-1628
„ „ Sodi 1515
,, ,, Spinalunga . . . 1598 ^
„ „ Suda 1577-1598
„ „ Tine 1584-1640
„ „ Santa Maura • . 1545 . . .
„ „ Scizia 1612 . . .
„ „ Sebenico .... 1583-1639 —
„ „ Spalato .... 1557-1648 ^
„ „ Traù 1569-1650
„ „ Veglia 1559-1587 — ^
„ „ Zara 1543-1642
„ „ Zante 1552-1771 — 1
„ Prow. Bettori gener. ed inqui-
sitori in Candia. 1541 - 1661 ^
„ Viceprovveditori in ilsso . .1597-1609
„ Provv. e baili, in Coi/m . . .1535-1753 — c^i
„ „ gener. in Corone . . . sec. XVI
„ „ gener. in Dalmazia . . 1559 - 1795 — 5 *
^ tJna di queste restituita dal Governo Austriaco.
— 129 —
Stanzn .J^lPGlaSr%r±^ Rcg. Filze
Relazioni Capitano alle guardie contro
Uscoccbi, e Capitano delle
isole del Quarner contro
Uscocchi 1588-1620 — 1
„ Provv. della Cavalleria in Dal-
mazia. . 1567-1639
„ Capitano in golfo 1583 ^
„ Provv. alla Sanità e peste . .1608-1763
„ Inqui. delle guardie in L^fan^e 1615^1652 — 1
„ Capit. Provv. gener. da Mar in
Levante 1552-1794 — 2
„ Provv. gener. ed altri in Morea 1690-1711 — 1
„ „ in Cefalonia . . .1560-1766 — 1
„ „ beni Comunali ecc.. . 1586-1641 — 1
„ ,, alle Fortezze di Levante
e di Cipro. . 1534- 1562 m.v. — 1
„ „ sopra beni comunali . 1605-1639
„ „ „ boschi .... 1586-1638 ^
„ „ „ i fiumi Adige,
Chiampò, Piave e Po . . . 1602 - 1641
„ Provv. sopra frumenti ... .
„ Revisione della Guardia di
Candia 1584-1683 — 2
„ Sommario dei sindici Emo e
Basadonna delle cose di Le-
vante 1566 — 1
„ Sindici Inquisit. in Dalmazia 155 3 — 1
Deliberazioni del Senato secreto . . 1510-1630 — 143
Rubricano dei decreti del Senato e
Consiglio dei X sec. XVI — 1
Rubriche del Senato 1774-1797 — 6
„ deliber. spedite mss. . . . 1784-1795 — 1
Da mo' con ricevuta 1795-1797 — 1
Rubriche dell' Eccoli. Senato. . . . 1774-1795 — 4
Cons. X scritture 1599-1788 — 1
Lettere Magistrati per conferenze . . sec. XVHI — 1
Leggi del Maggior Consiglio . . . 1637 -- 1
Senato Jlfi5<«, indici 1293-1440 4 —
voi. L < 1300-1302 1 —
1» 15
Maocano lo prime 100 ;mginc.
9
- 130 -
Starna
Senato misti dal voi. XV al LX. • . 1332 - 1440 45 —
Repertorio — 2 —
Rubricano dei Misti. — 1 —
Rubrica generale del Senato Secreti. 1401-1630 10 —
Secreta Consilii Rogatorum (lettere A,
B, R)ecop 1345-1397 5 —
Senato Secreti 1401-1630 134 — p.v.c.
* Senato prò factis Istriae - 1335 4 apr. 10 ag. 2 —
* Pro guerra Ducum Aastriae (Se-
creti lett L. orig. e copia) 1376, 15 magg. a 3 feb. 2 — '
Senato Rettori 1630- 1797 — 424
„ Militar . 1700-1701 — 1
„ „ 1721-1782 — 106
„ ^e«ori (rubriche) 1638-1713 13 —
„ „ 1630-1691 66 —
208. „ Militar 1782-1797 — 45
„ „ in Terra Ferma . .1700-1797 -— 47
„ „ 1721-1796 30 —
„ „ in Terra Ferma . . 1700-1738 13 —
„ Deliberazioni spettanti alPUffi-
zio delle Fortezze .... 1593-1683 — 3
„ Poste 1765-1794 3 —
„ „ 1765-1796 — 6
„ Provv. alla Sanità in Dalmazia^
Istria e Terraferma . . .1731-1785 3 1
„ Provv. sopra la Sanità in Dal-
mazia 1732-1765 — 4
„ Inquisitori aWArsenal . . . 1732-1796 4 —
„ sopra scritturo delP Inquisito-
raìo aìY Arsenal 1732-1796 — 16
„ circa spontanee offerte . . . 1796-1797 — 4
„ Banco Giro 1619-1638 3 —
„ „ (instituzione ecc.) 1619-1652 — 22
„ Registro monete Banco Giro . 1626-1738 1 —
„ Parti circa Y affrancazione della
Zecca 1637-1673 — 2
„ Affrancazioni della Zecca . . 1660-1675 1 —
< Dioci di questi restituiti dal Governo Austriaco.
- Uno di questi ò c<f^)ia del 1684.
- 131 —
Stallia .^lLJi^Ol:uLirlO Keg. Filze
Baìico Giroj registro tenuto in Collegio 1619 1 —
Contro jmblici debitori d'ogni sorte . 1724-1740 1 —
Inquisitorato sopra l'esazione dei pu-
Mici crediti 1786-1796 — 7
Senato, Provv. Estraord. in Albania . 1768-1769 1 —
„ Inquisitorato in Levante e Dal-
mazia 1746-1751 1 —
„ Provv. estr. in Albania . . 1768-1769 — 1
Sindici Inquisitori in Levante e Dal-
mazia 1746-1751 — 2
„ in Terraferma 1743-1751 — 1
1744-1774 — 3
^ ^ 1769-1772 1 —
„ sopra Biave 1764 i 1
Inquisitor ai Governatori àeWEntrade
publiche e deliberazioni e
scritture sopra scritture del
deputato allo spoglio dei li-
bri dei governadori . . . 1724-1740 — 4
Senato, Cor« < ' 1630-1797 —484
„ Costantinopoli ...... 1556-1796 62 —
„ Costantinopoli .1558-1797 — 94^
„ Reggenze africane .... 1784-1794 3 14 ^
Conti per ristauro del publico palazzo
di s. Marco in Roma .... 1688 — 1
Sensiio^ Deliberazioni Roma oràinBna. 1560-1791 — 263
„ Deliberazioni Roma „ . . 1560-1584 5 —
„ Rettori 1692-1769 80 —
209. jBowa ordin. deliberazioni . . . .1791-1797 — 11
„ Materie Ecclesiastiche . . .1784-1797 — 32
„ Expulsis 1674-1796 m.v. — 158
ry ordin. deliberazioni . . . .1584-1796 116 —
Commissioni e Sindicati . . . 1510-1794 m. v. — 33
id. ^ 1329 - 1638 m. v. 19 —
Commissioni secreto di Collegio . . 1408-1413 1 —
* 42 restituite dal Governo austriaco.
2 Delle quali tre nuove.
^ Tre reg^istri ed otto filze nuove. cf
* Quindici Yol. restituiti dai Governo Austriaco.
— 132 -
Stanza /\ l^fnTl'lTrl fT Reg. Filze
Lettere dei Rettori di Belluno al Sen. 1602-1737 — 32
^ „ ^ Bergamo » . 1602-1733 — 106
ji ji ji Brescia ^ • 1602-1737 — 135
^ „ „ Cre)na ^ . 1602-1737 — 84
„ „ „ /'Vftr^j ^ . 1602-1737 — 30
„ „ „ Padova « . 1602-1737 -^ 115
jf del Provv/ gencr. di Pa//wa. 1593-1757
ji Cinque Provv. ' nella Patria g
del Friuli. 1593-1794
ji Rettori Bovigo e Polesine
(Adria, Badia, Lendinara,
Cavarzere) 1602-1737 - 96
^ Treviso 1602-1737 — 128
„ Udine 1602-1681 — 68
„ (Principi) al Collegio da : Germania 1563 - 1786 — 2
„ ^ Casa d'^u5<ria. 1536-1797 — 4
„ „ Elettori deir Im-
pero 1647-1796 — 2
„ „ Vescovi di Trento. 1623-1796 — 2
,, ^ 6fran Maestro di
Malta .... 1647-1695 — 1
,, „ Svezia - Boemia . ^
„ „ Moscovia - Ungile- 1 ]
ria I I
„ „ ilfoWat^a - Tran- / 1567-1689 — 1
silrania . . . i i
„ „ Valacchia e Gaa/>- ? *
pon^ ....
„ „ Czar di Mosco-
via 1741-1796 — 1
„ „ Persia^ Pi'ussiay Da-
nimarca e Svezia 1637 - 1 780 — 1
„ „ Polonia .... 1569-1772 — 2
„ „ Città eTerre libere 1517-1788 — 2
„ „ Grigioni . . . . 1535-1611 — 1
„ „ Grigioni e Sviz-
zeri 1581-1640 — 1
„ „ Cantoni Svizzeri^
S. Gallo^ Leghe
Grigie .... 1646-1696 - 1
- 138 -
Stanza .AtJ^GlCkXTTl.O Reg. Filze
Lettere al Collegio àa Città Libere .1790-1788 — 1
?>
55
Principi di Fran-
cia e Lorena . 1516-1623 —
1
)>
55
Re di Francia e
Republica. . . 1515-1795 —
8
>5
55
Re e Regine d^ In-
ghilterra . . . 1570-1796 —
2
55
55
Paesi Bassi^ Fian-
dra 1571-1630 —
1
5)
59
Napoli , Sicilia ,
Malta .... 1515-1624 —
1
55
55
Napoli .... 1761-1793 —
1
55
55
Portogallo^ Napoli
e Sardegna . . 1716-1785 —
1
55
55
Portogallo . . . 1777-1795 —
1
55
55
Duchi di Savoia
e Lorena. . . 1568-1737 —
1
V
55
Milano .... 1516-1639 —
1
55
55
Ferrara e Modena 1516-1611 —
1
55
55
Duchi di Urbino. 1515-1627 —
1
55
55
Granduca di To-
scana e Casa de
Medici. . . . 1567-1623 —
1
55
55
Granduca di To-
seam .... 1625-1791 —
1
55
55
Duca di Parma . 1570-1731 —
1
55
55
Duca di Mantova,
Casa Gonzaga . 1571 - 1629 —
1
55
55
Duchi e Prìncipi
à! Italia . . . 1636-1795 -
2
55
55
Prìncipe d'Orante,
-
Olanda e Stati
Generali . . . 1606-1696 —
1
51
55
Genova, Monaco,
Mirandola, Luc-
ca, Correggio,
Ragusi, Coirà e
Ginevra . . . 1566-1791 —
1
55
55
Duchi e Bepu-
Miche .... 1635-1647 -
1
- 134 -
)9
SUinia
Lettore al Collegio da Principi . . .
„ patenti deirimper. Napoleo-
ne I. colle quali '^ accorda nno stem-
ma particolare e delle livree alla
buona città di Venezia „ * . . .
Deliberazioni del Magg. Cons. . . .
Autografi d'artisti e d'uomini celebri ^ .
Senato, Rettori
Roma Expulsis papalistis. • • • .
210 Dispacci Rettori: Udine
Verona e Veronese.
Vicenza e Vicentino
Dogado (Malamoc-
co^ Chioggia^ Tor-
cetto^ Loreoj Mu"
rano^ Caorle^ Gra-
do^ ecc.) ....
Istria^ Maran^ Gra-
do^ Capodistria .
Raspo (rettori del-
l' Istria) ....
, Dalmazia ed Istria
Dalmazia ( Zara ,
Sebenico^ Spalato)
Cattaro . .
Candia . .
Cipro-Nicosia
Cefalonia .
Corfii. . .
Zante . .
Provv. gener. in Terraferma.
Rejr. Filic
1605-1645 —
febb. 1813
mag. 1797 —
1770-1774 5
1674-1796 35
1682-1737 —
1602-1737 —
1602-1736 —
»
»
»
n
»
>»
lì
ìì
»
»
»
1»
»
straord. in Terrafermc^
gener. a Treviso . .
1602-1760
1674-1752
1563-1573
1602-1734
1650-1780
1580-1653
1555-1566
1602-1675
1558-1784
1554-1740
1578-1796
1509 - 1529
1701-1746
1797
1
4
41
133
93
1602-1792 — 32
106
4
1
67
11
25
8
16
37
31
109
14
26
1
< Sta unito a questo libro 1' atto originale di cessione della città di Vene-
zia al Governo Italiano, fatta nel 19 ottobre 18t)6.
* Sacchetto contenente amuleti, agnus-dei, rosari, cerini, carte da {riiioco
adoperati dallo streghe.
Vari sigilli di argento ed uno d'oro attaccati a documenti in pergamena.
- 135 —
Sian»
Ro.g. Filxe
Rappresentante di Verona .... 1796-1797
Provv. estraord. in Terraferma. . . 1796-1797
„ oltre il Mincio 1606-1630
„ in Campo 1629-1630
„ in Polesine e Padovana. . . 1606-1607
„ Inquis. in Terraferma . . . 1611
,; in Campo 1616-1618
Commissari e pagatori in Campo . . 1616-1621
Provv. in Cadore .1615-1617
„ a Cividal del Friul .... 1615-1618
„ a Peschiera 1617-1622
„ Orzi nuovi 1617-1622
„ Asola 1616-1622
„ Bergamo 1617-1618
„ Crema 1617-1618
„ della Cayalleria in Croazia ed
Albania 1616-1622
„ in Valcamonica 1620-1622
„ sopra il loffo di Oarda . . . 1616-1623
Tre Inquisitori in Campo 1617
Governator dell'Esercito 1616-1617
Sindici in Terraferma ...... 1619-1623
Provveditori in Terraferma .... 1625 - 1629
Provved. e Commiss. Generale in T. F. 1607 - 1643
Provv. Generale di Cavalleria . . . 1622 - 1623
, Commissari in Terraferma .... 1624-1625
" Prov. della Cavalleria in Terraferma . 1624-1625
Provveditori in Valcamonica. . . . 1624-1626
^ ;; Crema 1626 - 1626
Lettere del Commissario in Terraferma 1626 - 1631
li Ti lì sopra le rassegne . 1630
„ „ Provved. in Valcamonica . 1635
„ dei Sindici in Terrq/ferma . . 1634-1635
y, „ Prov. sopra Boschi . . 1636-1638
ji j, Delegati sopra l' Estimo
di Brescia 1643-1648
ji degli inquisitori in Terrafertna 1645
fl dei Prov. sopra la Piave . . 1642-1647
« del Prov. in Friul .... 1646 - 1664
„ ^ Prov. a Crema .... 1648
6
4
12
2
2
2
1
1
1
1
2
3
1
1
1
1
1
1
1
2
1
— 136 -
Stanta .^^l^OlXJL'V^^ Rcg. Filie
Lettere del Prov. della Cavalleria
Croata ed Albanese . .1626-1627 — 1
„ e suppliche diverse per oggetti
militari in Terraferma . . 1611-1621 — 3
„ dei Sindiei Inquisitori nel Regno
di Morea 1701-1704 — 1
„ degl' Inquisitori in Lef?an/^ . . 1635-1636 — * 1
„ dei Comm. (sindici catasticatori)
àel Regno di Morea . . . .1688-1691 — 1
„ del Prov. estraord. in Armata di
qua di Dalmazia^ Prov. ed Inquis.
in Campo 1643 — 1
„ „ Gomm.epagatorinCam/>o 1643 — 1
„ „ Prov. in Campo — Comm.
ed inquisitore .... 1643-1644 — 2
„ „ Pagator in Cam/w . . . 1643-1644 — 1
„ „ Commiss, in Terra/ferma . 1646-1647 — 1
„ „ „ sopra viveri in
Armata . . . 1647-1654 — 2
„ da Terraferma del Oen. Stainau 1706 - 1 7 1 1 — 1
„ del Comm. sopra le rassegne e
pagamenti di milizie in Terra-
ferma 1704-1706 — 3
„ deir Inquis. in ^rma^a . ... 1617 — 1
„ dei Prov. gener. in T^rrq/er^wa 1509-1513 — 1
idem 1733-1734 1 —
„ Sindici ed Inquis. in Terrafer-
ma 1672-1699 m.v. — 6
„ délV luqxxÌQ. sopra Boschi . . . 1703-1705 — 1
„ del Provv. ord. ed estr. di Aso-
la^ Peschiera^ Orzinovi^ Fon-
tecchio 1647-1648 — 1
„ del Prov. estraord. ad Orzinovi^
Asola , Peschiera , Cittadel-
la ecc 1733-1739 — 1
„ Provv. Commissario in Loreo . 1634-1635 — 1
„ „ Polesine . 1642-1643 — 1
„ „ sopra la sanità in Pole-
sine 1690-1691 — 1
„ Commissario a Veglia .... 1618 m. v. — 1
-- 137 —
Slamo ./^3^C]l±irlO Reg. Filze
Lettere dei Provv. sopra V Adige . .1677-78 — 1
„ Provv. sopra Boschi e sopra
commestibili della Cavalleria^
Revisori sopra ¥ AdigCy Pa-
tron slW Arsemi 1628 — 1
Sanitày Lazzareti e circa peste . . 1576 — 1
Provv. alla Sanità ai confini del Man-
tovano 1713-1714 — 1
„ sopra la Samtó oltre il Mincio. 1712-1714 — 3
„ „ in Terraferma . 1680-1681 — 2
„ „ in Friuli e Mon-
faUon . . . 1598-1714 — 8
„ „ Bassano. . .1739-1740 — 1
„ „ in Bassano, Udi-
ne, Istria, Porto-
gruaro* e Adria .1714-1728 — 1
Rapporti Samtó 1752-1789 — 6
Avogador, Provv. ed Inquis. sopra i
frumenti 1647-1648 — 1
Inquisitor alle Biave in Terraferma . 1767-1768 — 1
„ agli olii^ sale e tabacco 1719 - 1720 m. v. — 1
„ nella Patria del Friuli . 1707 — 1
Inquis. sopra salij e sopra la Camera
di Verona 1723-1726 — 1
„ la Camera di Treviso . 1724-1726 — 1
„ dazii in Terraferma. .1730-1735 — 1
Sindici Inquis. in Terraferma . . . 1720-1772 — 15
„ sopra le Camere in Ter-
raferma y Brescia e
Salò 1725 — 1
Provv. della CaraKma 1619-1620 — 1
Rubrica lettere Prow. di là del Min-
cio 1616-1617 — 1
„ Prow. gener. dell' ar-
me in Terraferma 1616 - 1616 m. v. — 1
Provv. gener. deZ^arm^ in Terra/erma. 1616-1630 — 13
„ in Terraferma^ Provv. ol-
tre al Mincio 1629 — 1
(^omm. in T. F. Milano^ Firenze e
Zurigo 1629 — 2
9 ♦
Slama -A.J^OlX±irlO Reg. Filxe
Bubrìcarìo lettere Provv. generali in
T. F. 1617-1704 — 7
Publici rappresentanti militari in T. F.
dispacci 1733-35 — 4
Proyy^ditor alla custodia dei confini
dell'issa 1600-1602 - 2
Capitano a Raspo 1612-1614 — 1
Inquisitor e Provv. generale in Istria. 1714-33 — 17
Inquisitori in Capodistria 1651 — - 1
Prow. generale in Istria 1616 — 1
„ dell'armi in Terra-
ferma ed Istria. . 1616-1618 — 7
„ sopra la Sanità in Capodistria . 1679 - 1744 — 9
„ sopra la Sanità in Monfalcan 1690- 1713 m. v. — 2
„ estraordinario a Poto e in (?o{/(>. 1646 — 1
,, generale in Dalmazia ed Alba-
niaj e sindici inquis. (rubri-
carii) 1616-1768 — 49 ^
Provv. generali in Dalmazia ed Alba-
nia (dispacci) 1589-1797 — 249
Rettori e Prow. straord. a Cattaro . 1666-1785 — 23
Provv. generale della Cavalleria in
Dalmazia ed Albania . . . 1644-1784 m. v. — 4
Provv. straord. alla Sanità in Istria. 1764 — 1
Dispacci 1548
Rubrica di lettere del Provv. gen. da 23
Mar 1618-1731
„ Provv. general dell' Armi in
Candia. 1611-1670 - 8
„ „ „ Canea . 1638 - 1643 — 1
Rubricari (frammenti) di Candia e Ca-
nea 1603 — 1
Candia^ avvisi di denari a cambi . . 1584-1597 — 2
Ordini lasciati in Candia 1589 — 1
Candia^ dispacci protv. generale . . 1570-1649 — 71
Lettere al Collegio Roma e Città della
Chiesa 1568-1626 — 1
Fatriarchi e Vescovi 1555-1604 — 2
* Una restituita dal Governo Austriaco.
— 189 —
Stanza J!h^'JIP<3lClSr%rl.^ Reg. Filze
LetL Vescovi ed altri Ecclesiastici . 1607-1628 — 1
„ Cardinali 1560-1797 — 25
Senato Settori deliberazioni .... 1775-1795 20 —
Senato Coriiy rubrìca generale . . . 1631-1735 15 —
„ deliberazioni .... 1630-1634 6 —
21 l.Candia, Dispacci Provv. generale . . 1649-1670 — 25 *
Provv. estraordinario in S. Maura . 1684-1762 — 3
Capitan della Guardia di Canata . . 1604-1627 — 2
Provvedimenti per Candia . . 1637 m. v.- 1639 — 1
Governator dello galere di Candia . 1554-1563 — 1
Capitano delle galere di Candia . . 1558-1585 — 1
CandiOj Cerigo^ Tine e Spinalunga . 1654-1656 — 1
Provv. generale a Corfìi, 1619 — 1
Fortificazioni Ciirro^ Candia^ Corfù^
Asso e Zara 1558-1601 — 1
Candta Fortezza 1537-1591 — 3
Can^a Provv 1644-1645 — 1
Consulta di Andrea Corner provv. gene-
rale di Candia e Domenico Tiefxylo
estr. delle Galeazze 1646 — 1
Dispacci del Commissario in Armata e
Candia 1665-1669 — 1
Inquisitori in Armata e Commissarìi
sopra i viveri in Candia . . 1646 m. v. - 1650 — 1
Dispacci del Provv. generale in Morea. 1690-1719 — 1
Provv. estr. in Morea 1687-1715 — 17
„ „ rubriche. . . 1688]- 1715 — 10
Rubriche lettere dei Sindici catastica-
tori in Morea 1688-1691 — 1
Provv. in Armata e Capit. in Gol/o . 1643 m. v. — 1
Suda^ Ceriffo^ Tine^ Orahusse^ Spina-
lunga, Milo e Parisi. 1654-1703 — 11
Provv. Riarmata 1608-1612 — 1
Rettori a Tine 1676-1686 — 1
Tenedo e Limono (Lemno) .... 1656-1657 — 1
Provveditore alle Carabuse e Cerigoj
ed estr. di Spinalonga ecc. . . . 1675-1693 — 1
Lettere del Provv. d'armata. . . . 1618-1619 — 1
^ Una restituita dal Governo Austrìaco.
- 140 -
Stanza .^^l*OlX±ino Reg. Filze
Rubrica lettere Provv. d' armata (gen.
da mar) 1677-1737 — 1
Prow. generale da Mar 1593-1797 — 143
Capit. generale da Mar . . . 1558-1700 m. v. — 59
Rubrica Inquisitori in Levante . . . 1636-1638 — 1
„ Tre Isole del Levante . . 1654-1718 — 9
Inquisitor in Let7an/e .... 1636 m. v.- 1639 — 2
„ e Prow. generale alle tre
e gucUtro Isole del Levante . 1622- 1718 m. v. 29
Rubrica lettere Prow. generale ed In-
qui8. alle Tre Isole ...... 1647-1654 — 1
Prow^. estr. alle Isole del Levante . 1787 — 1
Frammenti di dispacci di Angelo Emo. 1778-1795 — 1
* Dispacci del Cap. straord. alle Navi^
Angelo Emo 1784-1791 — 4
* Dispacci di Andrea Querini. . . . 1783 — 1
Dispacci Patrona poi capitano delle
Navi 1786- 1795 m.v. — 3
Prow^editore dell' armata 1562 - 1565 — 1
„ „ 1602-1606 — 1
„ „ 1613-1637 — 9
Inquisitor in armata 1633-1635 — 1
Commiss, ed ìnquis. in armata in Le-
vante. 1642-1643 — 3
„ „ „ 1645-1665 — 4
Prow. generale in armata .... 1657-1662 — 1
Inquisitor in armata 1661-1663 — 1
Commiss, pagador 1669-1714 — 8
Prow. dell' armata 1638-1740 — 18
Commiss, in armata 1603-1621 — 3
Prow. dell' armata 1554-1562 - 3
Capitano della guardia delle isole del
Quarner . 1702-1704 — 2
Prow. dell'armata 1640-1757 — 3
Capitano in Go//b 1554-1565 ~ 1
„ ;, 1602-1796 — 48
Prow. gener. in Golfo contro Uscoechi. 1592 - 1598 — 2
,j da mar in Golfo . . . 1593 — 1
Capit. contro Uscoechi 1590-1618 — 4
Capi da mar 1645-1651 — 2
— 141 ^
SUnia -A.J^Olll.'V^O Reg. Filze
Capitani delle navi armate, almirante,
patrona, capitano delle galere . . 1608-1778 — 22
Governador di nave in Golfo . . . 1694-1700 — 1
Patrona delle navi 1704-1736 — 2
Almiranti delle navi 1694-1797 — 6
Capitano delle Fttó^e . . . /. .1554-1570'— 1
àeUe Galeazze . . . 1607 - 1641 m. v. — 14
jj
„ delle Galee grosse e Galeoni . 1589 - 1638 — 1
„ ordin. e straord. delle Ga-
leazze 1645-1739 — 9
Due Galere armate ad uso di guerra. 1611-1660 — 1
Galion, Galie grosse, Navi armate,
scritture diverse circa V assicurazion
della navigazione 1607-1626 — 1
Governatori estraordinari di nave. . 1684-1690 — 1
„ Galee di condannati IQQQ" 1138 m.Y. — 8
Capitano della Galere di Alessandria . 1556-1564 m. v. 1
Nobili in armata^ direttori di convo-
gli^ Governatori di nave e dì galere. 1650-1694 — 2
Ordini e terminazioni del Sindico ed In-
quisitore nell'isola di Tine e Candia. 1612-1630 — 1
Provv. della Cavalleria in Ariano e
Legfiago Commiss, in Campo. . . 1643-1644 — 1
Rettori diversi per sesini o quattrini
falsi 1603 - 1603 m. V. 1
Dispacci degl'Inquisitori in Levante . 1703-1704 — 1
* Costuntinopoli dispacci (rubriche) . . 1558-1794 — 52
„ dispacci ' 1527-1796 — 251
* „ lettere in cifra ... — — 1
♦Lettere e scritture Turchesche • . . 1558-1762 — 6
* „ „ senza data ... — ~ 2
* Francia dispacci, rubriche .... 1558-1762 — 50
* Fra/ic/a disp. ^ 1540-1797 — 281
* Lorena dispacci 1609 — 1
* Corrispondenze diplomatiche dell' anno 1797 •— 18
' (remama dispacci 2 1592-1769 — 3
* 6 restituito dal Governo austriaco.
2 6 idem.
^ Donate all'Archivio Generale dal sig. Cav. Federigo Stefani.
- 142 —
SUDia -A.J^O]ll.ino Reg. Filie
* Inghilterra disperaci (Tubnche) . . .1603-1748 — 20
„ dispacci 1554-1778 — 130
Senato Corti 1635-1708 80 —
212. Inghilterra dìBpacei ^ ..... .1778-1797 — 10
* Basilea „ 1792-1795 — 3
* Firenze „ (rubriche) . . 1560-1641 — 9
„ „ « 1579-1675 — 83
* Ancona Console 1611-1620 — 1
OenovaConBOÌe(l5 resi, dal Oav.Austr.) 1556-1797 — 45
* Ltvonio Consoli . .1655-1792 — 4
* Jtfo/to dispacci 1552-1797 — 2
* Mantova disp. (rubriche) 1588-1618 — 3
Mantova dispacci (2 rest. Gov. Austr.), 1613-1649 — 25
Jlft7a«o disp. (rubriche) 1536-1622 — 6
„ dispacci (8 rest. Gov. Austr.). 1547 - 1797 — 245
Copie à^ avvisi e lettere da Milano . 1615-1743 — 1
Modena dìap 1642-1643 — 3
Napoli disp. (rubricarii) 1575-1738 — 4
y, repertorio 1620-1621 — 1
jt deliberazioni del Re ... . 1753 — 1
„ dispacci (7 rest. Gov. Austr.). 1564-1797 — 180
Circa la casa veneta dell' Amb. nel Re-
gno di Napoli 1706 — 1
Inventari del palazzo del Residente
in Napoli 1700 — 4
Rubricar! Spagna^ Savoia^ Milano e
Napoli 1621-1622 - 1
„ dispacci di Ferrara^ Napoli^
e frammenti . . . sec. XVI-XVII — 1
Roma dispacci repertorio 1620-1651 — 1
^ (rubricari;52 rest. Gov. Austr.). 1557-1752 — 71
^ (rubriche diverse) 1620-1622 — 1
j, Di8pacci(131 re5^ Gov. ^us^r.). 1502-1797 — 342
* „ Expulsisy dispacci 1617-1793 — 49
* Raccolta di stampe 1760-1762 — 1
* Lettere di Ottoboni 1697 - 1699 — 2
< Quattro restituite dal Governo Austriaco.
2 Tre idem.
Stania .^^l*OlX±in^ Beg. Filze
* Negoziazioni deUMfM&o^c. Veneto sotto
Clemente XI 1690-1706 — 1
* Nizza amb. straordinario 1538 — 1
* Savoia disp. (rubricano) 1560-1742 — 18
Savoia disp 1570-1670 — 75
Torino disp. (23 rest. Qov. Austr.) . 1570-1789 — 52
Munsier disp 1643-1650 — 11
Ratisbona disp 1663-1669 — 3
Signori Stati disp. (rubriche) . . . 1616-1623 — 1
Signori Stati dispacci 1610-1631 — 27
Haya dispacci (rubriche) 1624-1744 — 3
^ dispacci 1632-1744 — 26
* Pietroburgo 1748-1797 — 5
Polonia (rubr. 4 rest. Gov. Austr.) . 1573- 17 i 6 — 7
^ dispacci 1574-1718 — 20
Spagna (rubriche; 23 resU Gov. Au-
str.) 1593-1761 — 25
^ dispacci {7rest.Gov. Austr.). 1554-1797 — 195
Lettere del Ministro di Spagna all' Amb.
Veneto 1624-1634 — 1
Svizzera disp. repertorio 1572-1620 — 4
„ dispacci ....... 1569-1762 — 38
Senato Corti 1709-1787 78 —
213. ZwriV/o disp. (rubriche) 1615-1636 — 3
„ dispacci (3 rest. Gov. Austr.) . 1624-1719 — 54
Grigionij dispacci Rettori .... 1589-1603 — 1
* Considerazioni sulla Lega Retica . . 1635 — 1
Coirà dispacci 1706-1762 — 3
Valtellina disp 1624-1626 — 7
* Lettere ConsoK Vene Magis.adamb. 1622-1797 — 15
fl di persone diverse agli amb. 1633-1771 — 10
^ di Ministri e di persone ve-
nete e straniere agli amb. 1773-1786 — 2
* „ scritto a persone diverse . . 1780-1797 — 2
* Materie diverse 1561-1797 — 3
* Passaporti ed altri atti legali . . . 1635-1778 — 1
* Lettere dei Magistrati di Venezia a Bai-
lo di Costantinopoli alVamb. a Vienna. 1691 - 1792 — 6
* Lettere dei Magistrati^ Rappresentanti
e Consoli, all' amb. a Roma . . . 1766-1791 — 18
— 144 —
Stanza -A.J^O]l±irl^ Krg. Filze
* Lettere dei proyv. alla Sanità alVamh.
aRofna 1691-1746 — 2
* Stampe, disegni e carte in materie di
acque 1739-1751 ^
* Carte dell' amb. Zf</iam al Pontefice . 1789-1793
* Carte diplomatiche lasciate dal signor
Pietro Vignala 1741-1743 - 1
jf relative all' affare dei possidenti
veneti nello Stato Pontificio . 1748-1775 — 1
* Lettere di vari wa^rf^^ratf . . . .1702-1791 — 5
ji di varie magistrature al Pode-
stà di Serravalle .... — — 1
Comunicazioni del Cons. dei X lette
al Senato 1582-1769 — 25
j, id. non lette .... 1679-1787 — 6
^ Expulsis 1707-1740 — 1
Pacta indice antico 1050-1409
^ indice 1538
Patti 883-1496
Pacta Ferrariae 1230-1393
„ „ 1191-1538
Pacta Tergesti 1370-1371
Fxemplum libri pactorum Austriae^
Tergesti^ Paduae^ ctim cónfinibus la-
nue et traditio Tarvisii Ducibus Au-
striae < 1370-1381
Codice Trevisane© ^- 630-1394
Liber blancus et albm^ index ... --
^ albus —
ji blancus —
Padua e Moncelese^ pax et concordia
Inter Comune Montissilicis et Comu-
ne Pernumiae 1157-1308 1
Commemoriali 1295-1787 33
Indice antico dei Commemoriali . . — 2
« dei Commemoriali - 8
* Copia del 1G72.
•^ Esemplare del Seo. XVF.
- 145 -
Sunia .A.J^OlX±ino Reg. Fìlie.
Silva seu index aniiquissimus Gomme"
morialium sec. XV 1 —
Rubriche dei Commemorialij lib. 26 . — — 3
Filza regìsfarata nei Commemorìali,
N. 23, 24, 25 — — 1
lÀher blancm et albusj Index ... — 1 —
Commemoriali 1342-1362 — 1
Memorie antiche importanti che pos-
sono supplire in parte al vacuo dei
Commemoriali — 4 —
Capitolazioni^ concordatij decreti di
Principi ed altre carte importanti. 1595-1618 — 1
Trattati e convenzioni tra Principi . 1356-1569 — 1
Documenti diplomatici vart .... — — 1
Trattati di Ftewna • .1735-1736 — 1
Patti, Serie I. < 1200-1779 — 49
Documenti (46) greci. — — 2
* Patti, Serie TI. (doc. 368, con inv.) 883 (e 743 in copia) 1797 28
Commissioni a Rettori .... sec. Xni-XVII — 2
Lettere dei Rettori sec. XIV-XV — 1
Docum. Dipi. Misceli, (con inv.). sec. XII-XVIII — 17
Pergamene diverse private dei nob. Dandolo — — 3
Bolle ed atti della Curia Romana (con
invent.). . (sec. Vili in copia) sec. XII-XVIII — 30
Ducali (con invent.) sec. X al 1797 — 70
Copie Ducali dee. Cons. X secreti . — 1 —
Documenti Turchi' e Persiani ... — — 9
„ Greci ed Armeni . .* . — — 3
* Aquileia, Gradisca e Gorizia. ... — 5 —
214 Consultori in jure sec. X cop.-XVDI. f. e r. 559. . \
Sindici inquisitori in Terraferma, catasticatori in Morea,
ed allegati, sec XV-XVm, 115.
Correttori delle leggi (1780) sec. XIV-XVIH, 27.
Poste e corrieri, sec. XVI-XVIU, 27. I Non
Corrieri matricole 1489-1743, 2. f ord.
Catastico (descrizione e disegni) della città di Brescia,
1611, 1. 1. - id. di Bergamo, 1596, 1. 1.
Senato deliberazioni, e scritture dei magistrati in ma-
teria di valute, 1602-1608, f. 1. /
* Più che 1000 documeuti con schede.
10
%
- 146 -
Stanza
Senato deliberazioni relative ad affrancazioni della Zecca^
1670-75, f. 1; documenti relativi all' instituzione ed
affrancazione dei Monti^ 1171-1600, f. 1.
Ordini e sentenze del capitanio estraordinario delle
navi, 1684-1686, f. 1.
„ e regole diverse delli Provveditori alla Sanità I
• i n 11 1 • XT_ • •*r'ntf H tra à 1 -t '
Non
ord.
in tempo della peste in Venezia, 1575-1584, 1. 1.
Ducali, e decreti al, dispacci del Provveditor della Sa-
nità in Polesene e Padovana, 1772, f. 1; id. del
Provv. gener. di Palma, esistente in Istria, per con-
iagio nella Dalmazia, ed epidemia bovini in Terra-
ferma, 1788-1785, f. 2.
Risposte a brevi licenziati in Collegio, rescritti, bolle ed altro
1642-1797 m. v., f. 188. Ord.
215. Archivio degli Inquisitori di Stato, in corso di ordinamento:
Lettere di rappresentanti pubblici della Terraferma e Dalma-
zia al Tribunale 1597-1797 — buste 77.
Lettere di ambasciatori, residenti, consoli ed altri rappresen-
tanti veneti all' estero, al Tribunale — buste 93 :
Ancona, Barbaria, Cantoni (Algeri, Tripoli, Tunisi), Barletta,
Bologna, Brindisi, Cattolica, 1585-1796; Costantinopoli, 1585-
1795; Durazzo, 1719-21; Ferrara, 1621-1742; Firenze, 1585-
1733; Genova, 1610-1796; Haya, 1617-1761; Larissa, 1668;
Livorno, 1681-1774; Londra, 1611-1797; Mantova 1610-1769 ;
Marsiglia, 1765-66; Malta, 1645-1766; Milano, 1589-1794;
Modena e Monaco, 1643-1751; Napoli, 1587-1797; Otranto,
1725-28; Parigi, 1586-1790; Polonia, 1586-1754; Pesaro,
Parma, Pietroburgo, Piacenza e Pisa, 1610-1787; Rimini,
1670-1775; Roma, 1585-1783; Spagna, 1586-1790; Smirne,
Siria, Svizzera, Tine, 1612-1717; Trieste, 1731-96; Torino,
1588-1791.
Lettere comunicate dei Capi dei X agli Inquisitori e carte pri-
vate sequestrate (Sec. XVII e XVIII) — fasci 20.
Forestieri 1728-1797 — buste 24.
Confidenti, sec. XVI - XVIH — buste 92.
Confidente presso la Nunziatura 1608-1711 — buste 19.
Registri Annotazioni 1643-1797 ~ r. 18 in buste 8.
Suppliche 1622-1797 — buste 29.
Arti e Mestieri 1624-1787 — buste 28.
Ricevute 1583-1796 — buste 54.
- 141 -
Starna
Atti relatiyi al processo fatto ai procurator di S. Marco Giorgio
Pisani 1780-1790 -- buste 7.
Registri Cassa 1626-1796 — buste 6.
Processi e carte criminali; 1600-1797, f. 43.
Delitti vari, fasci 100.
n politici 1700-97, f. 25.
Processi e carte criminali, 1595-1797, fasci 61.
Altri processi, 1700-97, fasci 60.
Miscellanea di carte da ordinare, pacchi 161 da formarne
circa 450.
216. Archiyio del Consiglio dei Dieci, ordinato :
Capi del Cofis. dei X. Sentenze dei rettori, 1674-1796, b. 26.
n » ;/ Terminazioni per liberazione di banditi,
1629-1705, b. 25.
» jf n Offerte per liberazione di bando e pri-
gione, 1629-30, b. 1.
ff n „ . Liberazione banditi , miscellanea, ecc.
sec. XVI-XVm, r. 38.
„ „ I, Malviventi della Terraferma, 1782-96, b.30.
Camerlenghi del Cons. dei X. Ristretti di cassa, 1716-62, b. 3.
Diversoruntj 1779-96, b. 7.
Miscellanea, b. 14.
Lettere, 1712-96, b. 4.
Decreti per abilità, 1715-37, b. 1.
Lettere di rappresentanti 1664-
96 b. 4.
Raspe dei rettori, 1544-1796, b. 67.
Quaderni ec, sec. XVI-XVm, 45.
Esecutori contro la bestemmia^ 1668-1797, ord. b. 47.
n n „ Altri atti, sec. XVI-XVm, r. 40.
Ord. Ind. mod.
Santo Uffizio^ 1541-1794, b. 158. Ordinati scientificamente.
Inv. mod. in schede.
Chiavi di Ci/re usate dai rappresentanti ed ambasciatori della
Repubblica, trattati, teorie ed altro, buste 7.
Inquisitori di Stato. Ind. mod. dell' Archivio e di alcune serie.
n Ti Lettere ai rappresentanti di Terraferma ed
oltre mare, 1610-1797, b. 190.
Lettere di rappresentanti publici della Terraferma e Dalmazia
al Magistrato 1597-1797 — buste 118.
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- 148-
Starna
217. Capi del Cons. dei X Lettere sottoscritte 1768-93, b. 9.
;, Beerete, 1525-1797, b. 369.
Notatorio, 1542-1793 b. 60 e r. 56.
Cariche, 1746-97, b. 9, r. 10.
Raccordi e denunzie 1603-1773, b. 3.
Mazzetti^ 1749-97, b. 7.
Lettere poste a parte 1779-97, b. 16.
Giudiziì, 1745-81, b. 2.
Sentenze, 1709-31, b. 2.
Costituti, 1675-96, b. 10.
Indice processi per divorzii^ r. 1.
Annotazioni per divorzii, 1782-97 r. 2.
Suppliche per divorzii, 1782-88, b. 2.
Divorzii, processi, 1688-96, b. 6.
Consulti e memorie sui divorzii, b. 2.
Titoli di chiese, 1650-1797, b. 45.
Pievano dis. Giuliano, 1620-21, f. 1.
Pedi dei pievani, 1715-68, b. 1.
n pei chierici, 1752-97, b. 6.
Miscellanea licenze d'armi, r. 10.
Ruoli dei capitani, 1654-97, b. 2.
n fi 1) Decreti relativi ad oggetti ecclesiastici o
alla bolla Clementina, 1727-68,
b. 1.
Capi del Cons. dei X, Lettere criminali, 1575-1666, b. 16.
jf „ ^ Ehrocessi criminali, Dogado 1630-1797, b.
e reg, 58.
n li -n Elenchi dei processi dei rettori, 1644-
1796, b. 8.
» „ „ Sentenze dei rettori, 1574-1673, f. 3.
Conservatore alla bolla Clementina (istruzione mons. Cosmi),
tomi 4.
Camerlenghi del Cons. dei X (Decreti del C. X e del Senato
relativi ai), 1462-1796, b. 10.
w „ » (Registri, decreti relativi ai) 1 600-
1795, r. 12.
yy n f} Termiuazioui, 1715-78, b. 2.
fy ^ rs Scritture, rubrica 1760-90, r, 2.
^ „ n Suppliche, 1714 m. v. -1751 ni.
V., r. 2.
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— 149 -
Sunia
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Camerlenghi del Cons. dei X, terminazioni e proclami, 1715-
1796 m. V., reg. 3.
ji jt n pieggierie dei reggimenti, 1735-
97, b. 6.
^ „ y, amministrazione dell' arca del
Santo in Padova, documenti,
b. 2.
y, n n miscellanea registri, giuramenti,
pieggierie ecc. r. 18.
Capi del Cotis. dei X, Notatorio, 1561-90, b. 2.
„ „ ;, parti, 1312-1797, b. 5.
,, „ „ lettere responsive ai capi, 1500-1797)
b. 31.
„ note dei prigioni, sec. XVII-XYllI, b. 2.
jf suppliche ai capi, 1486-1796, b. 4
„ capi-contrada, raspe, b. 1.
Cotis. dei X, parti criminali, 1502-1795, r. 206.
Miscellanea registri e fasci, in complesso 150.
Leggi e processi criminali antichi, specialmente in materia
ecclesiastica, 1333-1514, r. 1.
218. Cons, dei X, processi criminali, delegati a Brescia, 1791-95,
b. 9.
a Capodistria, 1750-96, b. 25.
Chioggia e Crema, r. 1.
„ 1751-94, b. 5.
Crema, 1748-88, b. 2.
Dalmazia, Albania e Fola, r. 1.
„ ed Albania, 1750-94, b. 32.
Peltre, 1761-94, b. 9.
in Levante, 1751-91, b. 16.
a Padova, 1750-95, b. 71.
Palma, 1744-93, b. 13.
Pola, 1776-82, b. 2.
Raspo, 1750-92, b. 17.
Rovigo, 1750-95, b. 13.
Salò, 1750-95, b. 17.
Treviso, 1749-96, b. 60.
Udine, 1744-96, b. 57.
Verona, 1749-96, b. 52.
Vicenza, 1743-96, b. 44.
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— 150 —
Starna ./^J^OÀlirlO
Capi del Cùìis. dei Xj diarii, r. 10, fascicoli 7.
„ „ lettere, 1473-1655, b. 67.
„ „ „ sottoscritte 1510-1767, b. 122.
Cons. dei -X", parti comunij 1712-1791, r. 80.
Diari Cam. X, 1605 al 1797 registri 95.
219. Cons. dei X, parti comuni 1784-97, b. 99.
„ „ „ secrete^ 1525-1797, b. 82.
„ „ Zecca, 1543-82, r. 4.
„ „ „ 1570-82, b. 3.
„ „ Biade, 1558-79, r. 3.
„ „ proclami, 1457-1797, b. 59.
„ „ criminali, 1502-1797, b. 160.
ducali per delegazione di processi ai rettori,
1611-1795, b. 5.
processi delegati ai rettori, 1594-1645, b. 3.
criminali, Dogado 1607-1796, b. 45.
delegati a Corfù, 1776, b. 12.
Vicenza, 1 766, b. 2.
Bassano, 1751-93,
b. 2.
Belluno, 1751-96,
b. 12.
Belluno e Bassano.
r. 1.
Bergamo, 1745-97,
b. 58.
Brescia, 1743-91,
b. 102.
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parti comuni, 1632-1711, r. 80.
220. „ „ „ „ 1642-1784, b. 753.
„ „ „ „ 1525-1632, r. 81.
221. „ „ miscellanea capitolari del Consiglio dei Capi ec.
parti miste, (Misti), 1315-1524, r. 44.
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1477-1524, b. 55.
comuni, 1525-1642, b. 494.
secreti 1525— 1717 r. 22.
„ Roma 1573-1678 r. 7, f. 8.
„ taglie 1598-1739, r. 8.
222. Conservatori ed esecutori delle leggi, 1554-1802, r. e f. 696 ord.
Frovveditori sopra batichi (di scritta e bancogiro) e depositario
al bancogiro, 1627-1806, 72, ord. p. v. e.
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11
- 151 -
Stanza
Provveditori alle fortezze^ 1542-1797, 80 ord.
„ alle artiglierie (alleg. dal sec. XVI), 1738-97, 38
ord. p. V. e.
Provveditori all'armar (alleg. dal sec. XVI), 1613-1797, r. e f.
387 ord. p. v. e.
Savio di Terraferma alla Scrittura^ 1700-97, r. e f. 178 ord.
Camerlenghi di Comun^ sec. XVIII- XIX, r. 115 — p. v. framm.
1825.
223. Senato Zecca, 1665-1797, f. 783. (v. st. 197). Ord.
Savio Cassier, 1683-1797, b. 398. Ord. p. v. e; documenti di
cassa sec. XV-XVIII, b. 235. Ord.
Zecca (provveditori alla), 1358-1797, f. e r. 2053 (v. st. 214). Ord.
p. V. e.
Arrenai {patroni e provveditori all'), sec. XIII-XIX, 592. Ord*
p. V. e.
Imprestidi (officiali agli) sec. XIII-XVI, r. 6.
Boschi e legne (provveditori sopra), 1566-1805, f. e r. 29, deputati
al bosco del MontcUo : disegni, 1556-1669, b. 2, reg. del 1780,
1 ; sec. XVII-XVin, f. 1 ; •— e alla valle e bosco di Montona,
secolo XVni, f. 2 ; atti relativi a boschi diversi, sec. XVI-
XVni, f. 2. Ord. p. V. e. Ind. mod.
Amministrazione forestale Veneta sec. XVIII buste e registri
228.
224. Mani morte. Nelle note statistiche relative alle corporazioni
religiose soppresse, alle scuole grandi e piccole, ai suffragi, e
alle fraglie dello arti, vennero indicate alcune epoche tal-
volta precise, taPaltra approssimative. Sì ommise qualunque
indicazione, quando non era possibile, senza dubbio evidente,
il fissare il secolo o i secoli delle carte di quegli archivi.
Le cifre che seguono alle indicazioni degli archivi miscella-
nei, dinotano il numero approssimativo delle buste che se
ne formeranno.
Sala: Scuola iotta. grande di S. Maria del Carmine (1312) 1593-1804,
n. 49 (di cui b. 1 di pergamene). Ord.
Religione di Malta, gran priorato di Venezia 1101, sec. XIX, 202.
Ord.
— 152 -
Starna
Scuola ^ran(2^ di 8. GKoy. vangelista, 1261- scc. XIX, 513 (delle
quali b. 4 di pergamene).
Scuola grande di S. M. della Yalverde (Misericordia) 1261-1806,
357 (perg. b. 19; vedi stanza 233). Ord.
Scuola ffrande dis. Marco, 1348-1805, 237. Ord.
„ ji ji Teodoro, sec. XV-XES, 114. Ord.
„ „ „ Rocco 1302-1806, 716. Ord.
„ „ ;, Maria della Carità (1227?; 1247) 1260-1806,
355 (perg. b. 2). Ord. o.
„ deUsL grande di s. Maria della Consolazione deputata alla
Giustìzia in s. Fantìn 1562-1805, 42. Ord.
y, j, „ di S. M. del Rosario, sec. Xin-1806, 368
(perg. b. 5) Ord.
S. Andrea del Lido, certosini, 1219-1808, 49 (perg. b. 4). Ord.
„ Antonio di Castello, canonici regolari (1242) 1290-1761, 93
Ord.
„ Clemente, eremiti camaldolesi, sec. XYI-XIX, 35. Ord.
jf Cristoforo della pace, eremiti agostiniani 1332-1805, 21. Ord.
» Domenico di Castello frati predicatori, 1312-1806, 100 (perg.
b. 9) Ord.
Congregazione dei rr. pp. Filippini di Venezia, 150. Non ord.
„ „ „ „ Chioggia 6. Non ord.
S. Elena in isola, Olivetani 70; pergamene del scc. XV, 109.
Non ord.
„ Francesco della Vigna, francescani minori osservanti, 20. Non
ord.
„ „ di Paola, minimi, 24.
Gesuatì, domenicani, 170. Non ord.
(Santa Maria degli Angeli in Murano, 26. Non ord.).
S. Giacomo della Giudecca - Servi di Maria, pacchi 10. Non ord.
„ Giobbe, minori osservanti, 25. Non ord.
„ Giorgio in alga (isola), carmelitani, 16. Non ord.
„ „ maggiore (isola), benedettini. Ord. b. e r. 134.
Ss. Giov. e Paolo, predicatori, 1234-1804, 139 (v. sala).
Abbazia di s. Gregorio, benedettini, perg. dal 1028. Ord. b. e r. 90.
S. M. della Carità, canonici lateranensi (perg. dal 1142 al 1185,
b. 12). Ord. b. e r. 76.
8. Maria del Carmine, carmelitani calzati, 1212-1805, 65. Ord.
„ Maria Gloriosa dei Frari, minori couvcntuaii, 1142-1812, 66
(pcrg. b. 4). Ord.
Madonna dell' Orto, Cistercienai, 1190-300. XVIII, 24 (perg. b. 3.
S. M. dei Servi (serviti) perg. dal aee, XIII busto 1 1 ; altri atti
1316 fino al 1806 b. e r. 64.
B. V. della Salute (aomaBChi) perg. 1261-1764 b. U altri atti
1592-1797 b. e r 169.
Scalzi (carmelitani scalzi) perg. 1403-1626 b. 1; altri atti b. 10.
8. MatHa di Murano (camaldolesi) perg. b. 11. altri atti b. e
r. 58.
„ Pietro Martire di Murano (predicatori) perg. 1401-1685, b. 3
altri atti b. e r. SI.
„ Nicolò della lattuga, minori conventuali b. 26.
„ Michele in isola (presso Murano) camaldolesi perg. b. 19
altri atti 1407 — 1806 b. e r. 106.
B Nicolò del lido (Lido piccolo) Benedettini perg. sec. XII al sec.
XVU b. 12; altri atti 1539 al 1776 b. 46.
q Salvatore canonici regolari b. 117.
„ Sebastiano eremiti b. 91.
„ Secondo (isola, benedettini) b. 10.
„ S. Stefano (eremiti agostiniani) perg. sec. XIIl-XVI b. 7, altri
atti b. 67.
3\f oxi.a.sterl.
S. Alvise (agostiniane) perg. SUI XIV b. 1 altri atti b. 42.
« S. Andrea (de ztVada) perg. dal 1148 al 1399 b. 3. altri atti
b.66.
226. Miniere, deputati del Cons. dei X allo, 1488-1799, 571; disegni,
sec. XVU-XVIII, mot. I. dìs. e prospetti 10. Ord. p. v. e. 1818.
Acque inquisitorato, sec. XVI-XIX, 70. Ord.
„ (Savii ed esecutori alle), disegni (1433-1797) (ree .XV-XVIU,
562. Ord.
(Livcnza, ruotoli 2, dìs. 17; Piave, r. 25, dìs. 125; Po, ruot. 36,
dis. 192;Sile, ruot. 6, dia. 34; Tartaro, ruot. 5,dÌ3. 17; diversi
fiumi, ruot. 31, dis. 177.)
227. Acque inquisitorato 552 (v. st. 226). Ord.
„ (Savii ed eaecutort alle) discg-ni; Adige, ruot. 21, dia. 176j
Acque, Bacchiglione, r. 2. dis. 7 ; Brenta, r. 24, die. 147;
- 154
Stanza
Acque, Frassine, r. 1, dis. 10; Gorzone, r. 2, dis 9;
ji Laguna, r. 31, dis. 66; Lìdi, r. 14, dis. 66;
„ LiTenza, r. 5 (v. si 226). Ord. p. v. e. 1823.
(Beni inculti provveditori disegni, Vicenza, r. 27. Ord.)
(Adige-prowed; all' — seo. XVII-XVm, dis. r. 17, n. 81. Ord.,
p. V. e. 1823).
228. (Beni inculti provveditori, disegni: Verona, r. 28, in tutto
dis. 2040. Vicenza r. 1 16, in tutto dis. 1550. Ord.)
(Acque savii ed esecutori, 784. Ord).
229. (Beni inculti provveditori, disegni: Verona, r. 120 v. st. 228. Ord.)
Adige (provveditori all') e deputati alle valli veronesi, 1411-1797,
376. Ord. p. v. e, 823. Inv. mod.
Acque (savii ed esecutori all') 1433-1797, 175. Ord. Inv. mod.
. (Beni comunali provv. sopra sec. XV-XIX, 107. Ord.)
230. „ „ ^ „ 259. Ord.
jt j, n it disegni, b. 145. Ord.
„ inculti n „ sec. XVI-XVHI (allegati dal sec
Xni) 292. Ord. Inv. mod. dei
processi.
r, » T» T) deputati all' Agricol. sec. XVIII,
29. Ord.
231. ni, „ '^ 559. Ord. p. v. e, 823.
jt n li it dis. Friuli e Treviso ; Bassano, Bel-
Inno, Bergamo, r. 84; in tutto
dis. 978 ; Padova, Polesine, r.
72, in tutto dis. 502; Verona,
r. 36 (v. st. 228). Ord. Inv. mod.
di tutti i disogni.
233. Dimosse di Murano, fasci 14, perg. dal sec. XIV, 13. Kon ord.
Eremite di s. Trovaso, fasci 1. Non ord.
„ „ Eufemia di Mazzorbo, fasci 47. Non ord.
S. Francesco in Cbioggia, b. 14. Ord.
Gesù e Maria, fasci 15. Non ord.
S. Giacomo di Murano, fasci 13, perg. dal s(?c. XIII, 37.
„ Giov. evangelista in Torcello, fasci 84. Kon ord.
» „ laterano, fasci 80. Non ord.
„ Giuseppe di Castello, fasci 87. Non ord.
„ „ Murano, fasci 1. Non ord.
„ Giustina, fasci 60 (perg. dal sec. XII). Non ord.
„ Girolamo, fasci 33 perg. dal sec. XIU, 25. Non ord.
— 155 —
Stanza
S. Lucia, fasci 50. Non ord.
„ Matteo di Mazzorbo, fasci 31.
n Maria deir Orazione in Malamocco, fasci 20. Non ord.
j, Marta, fasci 65 perg. dal scc. XTTT, 75. Non ord.
n Martino di Murano, fasci 32, pcrg. dal sec. XIV, 70. Non ord.
„ Matteo in Mazzorbo, fasci 40 perg. dal sec. XII, 329. Non ord.
'„ Mauro in Burano, fasci 20. Non ord.
„ Maria dei Miracoli, fasci 8. Non ord.
Ognissanti, fasci 41, pcrg. dal sec. XIV, 100. Non ord.
234. 8. Croco della Giudecca, fas. 141. Non ord.
„ Daniele, fasci 80, perg. dal sec. XII, 90. Non ord.
Dimesse di Murano, fasci 20. Non ord.
Ognissanti, fasci 13. Non ord.
Orsoline, fasci 2. Non ord.
Ss. Rocco e Margarita, fasci 25. Non ord.
Ss. Sepolcro fasci 115 pcrg. dal scc. XV, 34. Non ord.
8. Servilio (isola) 8. M. dell' Umiltà, fasci 150 porg. dal 939, 21.
Non ord.
Spirito Santo, fasci 120, perg. dal sec. XVI, 18. Non ord.
8. Teresa fasci 60. Non ord.
Terziario di s. Barnaba, fasci 5. Non ord.
„ „ Francesco della Vigna, fase. 5. Non ord.
„ jf Girolamo, fasci 5. Non ord.
„ „ Martino, fasci 6. Non. ord.
Le Vergini, buste 98. Ord.
Ss. Vito e Modesto (Burano), fasci 40. Non ord.
8. Zaccaria, buste 218. Ord.
235. Ss. Nazaro e Celso di Verona, sec. XII-XVIII, 152. Ord. Inv. mod.
„ Marco e Andrea di Murano, scc. XVI-XVIQ, 24. Ord. Inv
mod.
S. M. Maggiore di Venezia, sec. XVI-XVIII. fasci 37.Ord.Inv. mod.
Fraterna grande di s. Antonino, 456 (v. st. 236) Ord. Inv. mod.
236. (Fraterna grande di 8. Antonino. Ord. (v. st. 235).
• Inv. mod.
Collezione ordinata, b. 185.
8. Agnese
„ Agostino.
yt Angelo Raffaele (8. Raffaele arcang.)
8. Apollinare.
Ss. Apostoli
S. Barnaba
, Bartolomeo
, Basilio
■ Basso
a Benedetto
* Kagio
, Soldo (S. Ubaldo)
, Canùano
■ Casùano
, Croce
, Eufemia della Qiudecca
, Fantino
, Felice
, Foaoa
, Geminiano
, GeroRiia
, Oiaoomo dall' Orio
, Qiov. decollato
, , elemosinano
, , gli BOB tomo
, g in bragora
n « noto (m oleo).
, Gregorio
, Giuliano
, Giustina
» Leonardo.
, Leone (b. Lio)
, Loca
y, Lucia
„ Marcuola (Ss. Ermagora e Fortunato)
, Margarita
n Maria Pormosa
„ „ Maddalena
n » Mater Domini
, n nova
, „ del Giglio {Zobenigo)
„ Marina
„ Martino in Burano
, „ „ Murano
- 157 -
S. Martino in Venezia
j, Marcilian (S. Marziale)
jf Matteo
n Maurizio
ff Michele arcangelo.
„ Moisè
„ Nicolò
ji Pantaleone
ji Paterniano
jf Pietro di Castello
„ Polo (S. Paolo ap.)
jt Provolo (8. Procolo)
SS. Salvatore
S. Samuele
„ Severo
„ Silvestro
j, Simeon piccolo (Ss. Simeone e Giuda)
^ ji grande (S. ^ profeta.)
j, Sofia
n Stae (S. Eustachio)
„ Stin (S. Stefano prete)
^ Tornita (S3. T r inità)
„ Toma (S. Tomaso ap.)
„ Trovaso (Ss. Gervasio e Protasio)
^ Vidal (S. Vitale)
ji Vio (Ss. Vito e modesto).
Archivio privato del co : Demetrio Perulli 52.
Acquavite, battioro-tlemanni, battioro-stagnoli (di foglia, di sta*
gno) berretteri, biavaroli^ boccaleri, boUadori e lìgadori,
botteri, burchieri e cavacanali, burchieri da legna e da
stuoie, caldereri e zavateri, calegheri, oalegheri tedeschi, ca-
lafati, fabbricatori di calze, cappelleri,carteri (libreri da conti
e carta bianca), casaroli, casselleri, cesteri, conzacurame,
coroneri, corteleri e spaderi, cordaroli, fabbri, finestreri,
filacancvo, filatoi, fioreri, fomeri, fritoleri, galineri e buti-
ranti, galineri e polaroli, giia (aguzza) cortelini, lasagneri,
libreri, stampadori e ligadorì, dipintori, linarolì, lugane-
- 158 -
Stanta
gheri, marangoni, malrgariterì, marzerì, mureri, naranseri,
orefici e gioiellieri, ortolani, osti — Buste 409, ord.
237. Mercanti da seda, parrucchieri e barbieri, passamaneri, pesa-
dori di Comun, pegoloti, perleri, pestrineri, petteneri da
testa, pistori, pittori, revendigoli, remeri, salumieri, sar-
tori, scaletteri, scorzeri, selleri, bolzeri e tappezzieri, se-
molini, sensori, squeraroli, specchieri, spezìeri, stramazze-
ri, tajapiera, telar oli, terrazzeri, tesseri da tela, testori da
panni di seta e d'oro, tintori, tira-butiro, tornidori e bos-
soleri, travasadori portatori e venditori di vino, travasa-
dori da olio, varoteri, vetrari di Murano — Fase. 140,
non ord.
Corpus domini (Venezia), b. 15. Non ord.
9 „ (Chioggia) 5. Non ord.
Convertite, Giudeoca, 148. Non ord.
Ss. Cosma e Damiano della Giudecca, 42; perg. dal sec. XY,
80 e f. 1. Non ord.
S. Croce, Chioggia, 8. Non ord.
„ Giudecca, 80. Non ord.
„ Venezia, 20, perg. dal sec. XII, 265. Non ord.
„ Caterina in Chioggia, 24. Non ord.
„ Mazzorbo, 24. Non ord.
Carmelitane scalze. Murano 7. Non ord.
S. M. della Celestia, monache cistcrciensi, 40, perg. dal sec.
Xm, 50. Non ord.
„ Chiara in Venezia, 112, perg. dal sec. XII, 133. Non ord.
„ Murano, 28. Non ord.
Nicola dei Tolentini (PP. Teatini), 65; perg. dal sec. XI.
200. Non ord.
r»
in Venezia e nel-
r antico Dogado soppressi dalla Repubblica Veneta nel
1767 e nel 1770, e dal primo Regno d' Italia nel 1806-10.
(Le indicazioni seguono Y ordine in cui sono disposte le
carte; alcuni essendo assai confusi vengono indicati in com-
plessi di due, tre o più archivii).
S. Andrea in bmco (prov. di Treviso), fase. 27; perg. dal sec.
XV, 146. Non ord.
„ Maria degli Angeli in Bacile; s. Maria Annunziata di No-
venta; s. Andrea di Oarmignano (Vicentino); s. Antonio
- 159 —
Stanza
di Conegliano (Treviso); s. Angelo di Asolo (Treviso) —
in tutto 32. Non ord.
S. Antonio di Gemona (Friuli); di Latisana (Friuli) perg. dal
sec. XV, 530, e di Vienna (Padova) in tutte 100. Non ord.
„ Bartolomeo in Monte (Verona) 5. Non ord.
„ „ (Vicenza) 100 perg. dal secolo XIII,
1291 e fasci 1. Non ord.
n Bernardo di Crema, 1. Non ord.
„ Benedetto di Montagnana (Padova), perg. dal sec. XIV, 63,
e di Crema, fase. 1. Non ord.
^ Bona di Vidor (Treviso) 8. Non ord.
B. V. della Sabbionera in Latisana (Friuli) 1. Non ord.
S. Michele di Candiana (Padova) 79. Non ord.
Cappuccine di Severe (Bergamo) 1. Non ord.
Minori conventuali di Valcamonica (Brescia) 1. Non ord.
Abbazia di s. Stefano di Carrara (Padova) 4. Non ord.
Carmelitane di Udine, 3. Non ord.
S. Caterina di Bassano, 17. Non ord.
„ Treviso, 4. Non ord.
Certosa di Camposampiero (Padova) fasci 30, perg. dal sec. XIII,
360. Non ord.
„ Vedana (Belluno) fasci 38 perg. dal sec. XV, 368.
Non ord.
Minori conventuali di Pordenone (Friuli) 1. Non ord.
S. Cristoforo dell'Olmo (Padova) 2. Non ord.
„ Daniele in Monte (Padova) 37. Non ord.
^ Francesco di Bassano, s. Daniele in Monte (Vicenza) ; s. Eu-
femìa di Villanova (Vicenza); s. Domenico di Chioggia;
88. Felice e Fortunato di Cologna (Verona); s. Francesco
di Cividal del Friuli; di Lendinara (Polesine); di Bassano
(Vicenza); di Gemona (Friuli); di Monselice (Padova) —
in tutto 60. Non ord.
238. Pergamene in miscellanea, fra ruotoli e sciolte, sommate una
ad una, molte riunite, taluna lunga fino 12 metri; altre
larghe fino ad 85 centimetri (in tutte n. 30552 — redi stanza
236). Non ord.
S. Maria degli Angeli di Murano, 30 (perg. dal secolo XII).
Non ord.
„ Anna di Castello 70; perg. dal sec. XIV, 340. Non ord.
„ Antonio di Torcello 66; perg. dal sec. XIII, 340. Non ord.
- 160 -
S. Bernardo di Marano 38, perg. dal sec. XDI, 38. Non ord.
y, Biagio e Cataldo (Giudecoa) 50. Non ord.
Cappuccine di Castello, Chioggia, e del Pianto 3. Non ord.
S. Caterina di Venezia, 64. Non ord.
„ Chioggia, 10. Non ord.
„ Francesco a Montagnana (Padova) 8, perg. dal sec. XIY,
208. Non ord.
„ Piove di Sacco (Padova) 12. Non ord.
„ Portogruaro, 4. Non ord.
Gesuiti di Padova, 172; perg. dal sec. XVI, 57. Non ord.
y, Belluno, Verona (perg. dal sec. XIV, 33), e Vicenza
(perg. dal sec. XTT, 143), in tutto 64. Non ord.
S. Giacomo di Castelfranco (Treviso) 20. Non ord.
y, Polcenigo (Friuli) 4. Non ord.
„ Giov. Battista di Venda (Padova) 22. Non ord.
„ „ SerravaJle (Treviso) 4. Non ord.
„ „ Venzon (Friuli) 8. Non ord.
„ Giovanni di Verdara (Padova) 245. Non ord.
„ Lucia di Udine, 8; perg. dal sec. XIV, fasci 1. Non ord.
Abbazia di s. Leonardo in Monte (Verona) 50; perg. dal secolo
XIV, 341. Non ord.
Maddalene di Padova, 57; Treviso 14; Vicenza, 43. Non ord.
S. Maria degli Angeli (Padova) ; Madonna della Concezione di
Longuello (Bergamo); s. M. degli Angeli di Vicenza e di
Rovigo — in tutto 60. Non ord. •
„ Maria della fraglia di Rovigo, 17. Non ord.
„ „ ffiara di Verona, 20. Non ord.
„ delle grazie di Este, 24. Non ord.
„ „ „ della Motta di Padova e di Vicenza
40. Non ord.
„ di Lispida (Padova) 44, perg. dal sec. XIV, 1 72. Non ord.
„ maggiore di Treviso, 76. Non ord.
„ Marco di Montegalda (Vicenza); s. Maria di Monte Sumano
(Vie.) e di Monte in Conegliano, 22. Non ord.
„ Maria della Misericordia di Pontevico (Bergamo); s. M. dei
Miracoli di Lonigo (Vicenza); e del Paradiso di Ve-
rona — 73. Non ord.
„ del prato, di Feltro, 14. Non ord.
„ Maria della Riviera (Brescia) 23. Non ord.
„ Michele di Vicenza, 8. Non ord.
- 1(51 -
Slnnza
S. Maria dei Servi di Vicenza, 71. Non ord.
„ jf tremiti (Napoli) 1. Non ord.
Minimi di Vicenza, 30. Non ord.
Minori conventuali di Legnago (Verona) 6. Non ord.
S. Pietro di Villanuova degli Olivetani (Verona); e s. Pantaleone
di Spiiimbergo, 11. Non ord.
Ognissanti di Feltro, e ss. Quaranta di Treviso, 4. Non ord.
S. Rocco di Marostica, 20. Non ord.
S. Stefano di Monselice, 8. Non ord.
Serviti di Castelfranco, 3. Non ord.
S. Teodoro di Fola, 40. Non ord.
Certosini (di s. Andrea del Lido) 2. Non ord.
Ss. Vito e Modesto di Cerea (Verona) 15. Non ord.
240. Ducali in copia dirette a vari ambasciatori sec. XVII -XVIII,
filze 237.
241. Archivio proprio del bailo di Costantinopoli 1546-1797, buste 530.
Miscellanea di atti diversi manoscritti^ buste 135.
243. Compilazione delle leggi^ b. 381. Ord. Inv. mod.
244. Riformatori dello studio di Padova, 1542-1797, 574. Ord. p. v. e.
Inv. mod.
Provveditori alla fabbrica del ponte di Rialto 1501-1594, 15; di-
segni ruot. 1. Ord.
Compilazione delle leggi, raccolte per la riforma dei codici civ. e
crim. secolo XIII-XVIII, 46. Ord.
Sommario delle leggi del M. Cons. voi. 41.
Libri di leggi detti d' Oro, Roano e Verde, voi. 66.
245. Stanza vuota con mappe della laguna (1692) ed altre.
246. Lettere di vari rappresentanti ed ambasciatori ai Capi del
Cons. dei X, buste 38. •
Documenti storici relativi alla Sacra Inquisizione ed altro,
buste 13.
Lettere ai capi Cons. X ed altri atti storici, pacchi 20. da ord.
Duca di Candia 1225-1669, buste 90.
Libri provenienti dalle biblioteche delle Corporazioni religiose
soppresse dal presente Regno d'Italia, opere incomplete,
scaffali 3, pacchetti 15.
11
«ip«p«
iPH«^PiP*HBB
- 162 —
Lcttfre mn
soscnzioni autografe sorhnto neììe vetrine
(Iella Secreta.
Stanza 208.
1548.
Carlo V, imperatore.
1567.
Massimiliano II.
1569.
Filippo il di Spagna.
1571.
D. Giovanni d' Austria.
1578.
Stefano re di Polonia.
1581.
Elisabetta d' Inghilterra.
1589.
Sigismondo Bathorj, princ. di Transilv.
1609.
Carlo duca d' Yorch e di Albania.
1620.
Giacomo d' Inghilterra (ricco diploma, con orna
menti dorati).
1625.
Carlo I.
1634.
Henrietfe Marie, Londra.
1640.
Vladislao, re di Polonia.
1657.
Oliv. Cromwell.
1659.
Guglielmo Leuthall, capo del pari, inglese.
1666.
Carlo II.
1668.
Cristina Alessandra, reg. di Svezia.
1685.
Giovanni re di Polonia.
1696.
Guglielmo 111. d' Inghilterra.
1709.
Federico di Danimarca.
1710.
Pietro il grande.
1770.
Maria Teresa.
1777.
Caterina II.
1780.
Giuseppe II.
1792.
Francesco I.
1869.
Eugenia di Francia.
Stanza 209.
■
1414-35.
•
Giovanna d' Aragona.
1474.
Caterina di Cipro.
1516.
Alfonso d' Esto.
1525.
Carlo contestab. di Borl)one.
1528.
Francesco I. di Francia.
1567.
Carlo IX di Francia.
1568.
Caterina de' Medici.
T)
Cosimo I. di Toscana
1571.
Marc' Antonio Colonna.
1572.
Doge e governatori di Genova.
1574.
Enrico ITI. di Francia.
— 163 "
1574.
Eleonora d' Este.
T»
Emanuele Filiberto.
•
1578.
Francesco Maria de' Medici.
1579.
Paolo Giordano Orsino.
1582.
Bianca Cappello grand, di Toscana.
1595,
Enrico IV di Francia.
1586,
Ottavio Farnese.
1616.
Frane. Maria TT. duca di Urbino.
1626.
Maria di Francia.
1699.
LuigiAlV— Colbert.
1738.
Carlo V di Napoli.
1792.
Luigi XVI.
1796.
Bonaparte generale.
1806.
Princ. Eugenio Napoleone.
Stanza 210.
1523.
Palma Giacomo.
1551.
Paolo Veronese.
1562.
Andrea Palladio.
1565.
Giacomo Tintoretto.
1618.
Fra Paolo Sarpi.
1639.
^ Fulgenzio.
1767.
Gaspare Gozzi.
1774.
Tommaso Temanza.
1792.
Melchior Cesarotti.
1818,
Antonio Canova.
T»
Leopoldo Cicognara.
1500,
Paolo Manuzio. Carlo Sigone. Fra Felice Peretti.
1513.
Leone X — Pietro Bembo.
1514.
Pietro Bembo.
1526.
Clemente VII.
1560.
Pio IV.
1566.
. V.
1605.
Paolo V.
1689.
Alessandro \IIi.
1700,
Clemente XT.
1721.
Innocenzo Xllf.
1724.
Benedetto W\\.
1730.
Clemente XIT.
1740.
Benedetto XIV.
1758.
Clemente XIII.
1769
. XIV.
1775.
Pio VI.
- 164 —
8tanza21h
883. Diploma di Carlo il grosso con sigillo di cera.
911. „ di Berengario, ^ •
920. Id.
1166. Documento con sottoscrizione del doge Michiel
Vitale n.
1176. Documento con sottoscrizione del dogo Seba-
stiano Ziani —e di Enrico Dandolo (giudice)
1354. 1(1. con firma di Marino Falier.
• 434. ^ jf Francesco Foscari.
Fotografìa di un documento armeno.
Documento in carattere siriaco.
Id. in arabo -ed altro simile con tugra dorato e miniato.
Pezzi di sciamito d' oro, entro i quali venivano involti i firmani.
Stanza 207.
Ceremoniale aperto nelle pagine sulle quali sono miniati i costumi
della dogaressa in abito solenne e di lutto.
Cassetta contenente pergamene, con sottoscrizioni di vart dogi,
fra i quali :
1134. Domenico Morosini (in qualità di privato).
1237. Iacopo Tiepolo.
1270. Lorenzo Tiepolo.
1283. Giovanni Dandolo.
1 3 1 1 . Pietro Gradcnigo.
1329. Francesco Dandolo.
1353. Andrea Dandolo.
1406. Michele Steno.
1467. Cristoforo Moro.
1571. Pasquale Cicogna.
Stanza 212.
1312, 17 febbraio. Avignone.
Bolla di Clemente V. al doge di Venezia e Comune — nella quale
si registrano i patti stabiliti per la pace tra la sua città di
Ferrara e il Comune di Venezia.
RIASSUNTO
Tra filze e registri N. 90,520
Pcrgamcno ^ 52,S78
Disegni ^ 6,303
IV.
PROSPETTI DI CONFRONTO
TRA I MAGISTRATI DELLA REPUBLICA VENETA
E QUELLI DEI GOVERNI AD ESSA SUCCEDUTI ^
-^5>i>5:«>i>
* Un raffronto esatto fra i magistrati della Repubblica Veneta e quelli dei
Governi succeduti ad essa, non è possibile. Venezia fino al 12 maggio 1797
fu sede del Governo Centrale, e V amministrazione politica non era separata
dalla Comunale. Tutti i magistrati erano governativi.
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V.
CENNI
SUGLI UFFIZII DEI GOVERNI SUCCEDUTI ALLA
REPUBBLICA VENETA, E NOTE STATISTICHE
DEGLI ARCHIVII RISPETTIVI *
--^\/>/\AAAAAA^W\A/N^— — •
< La Direzione, approfittando di an manoscritto del sìg. Agostino Cottin
officiale in questo Archivio Generale ha stimato di qualche interesse il com-
pilare alcuni cenni sulla istituzione dei magistrati dei Governi succeduti alla
Republica di Venezia, e sulle materie della loro amministrazione. Le vicende
politiche alle quali, dopo una lunghissima autonomia, soggiacquero le Pro-
vincie Venete, ne cangiarono così di frequente gli ordinamenti amministrativi,
che, senza qualche guida, è impossibile farsi un concetto dell' andamento del
Governo della Venezia dal maggio 1797, air ottobre 1866 ; conoscere la specie
delle carte od atti degli Ufficii, e saperli all'uopo trovare
I.
EPOCA DEMOCRATICA
16 maggio 1797 — 17 gennaio 1798.
Municipalità provvisoria di Venezia-
li Maggior Consiglio dichiarò sciolta la Repubblica Ve-
neta colla deliberazione 12 maggio 1797, e il patriziato ab-
dicò a favore del popolo. Si costituì allora un governo detto
Municipalità provvisoria^ composto di sessanta persone tratte
dalle diverse classi sociali e rappresentanti la così detta « so-
vranità del popolo ».
Era composta di otto Comitati:
L** Comitato di Salute pìibblica per la sorveglianza alla co-
stituzione del nuovo governo, V alta polizia, la sicurezza pu-
blica, le relazioni colle provincie dell' Istria, della Dalmazia, Al-
bania e Levante, e pei carteggi diplomatici cogli altri Stati.
Nominava i pubblici funzionarii, che venivano poi con-
fermati dalla Municipalità.
IL* Ckyìn. alle finanze e zecca: economia pubblica, esazione
delle imposte e dei dazii, sorveglianza economica sugli istituti
di culto e sulle pie fondazioni, redazione del bilancio dei ca-
pitali di zecca, prospetto dei pagamenti giornalieri delle spese
civili e militari.
III.o Com. al Bancogiro commercio ed arti: progresso del-
l' industria , del commercio, statistica dell' importazione e
deir esportazione, vicende economiche del Banco giro, ammi-
nistrazione doganale ( meno la parte daziaria di spettanza del
Com. delle finanze); carteggio coi consoli in materia di
commercio.
- 174 -
IV.® Com, alle sussistenze ed ai publici soccorsi : previdenze
per la classe indigente ; diminuzione del prezzo delle vettova-
glie di prima necessità, aiuto agli spedali, ai luoghi di benefi-
cenza (e di accordo col Com. di salute publica) al vagabondaggio
ed air accattonaggio.
V.* Cam. alla Sanità : igiene pubblica interna ed esterna,
sorveglianza sulle gravezze imposte alla navigazione ed al com-
mercio, e sui provveditori e sopraprovveditori alla sanità.
VI.° Com, all' arsenale ed alla marina : sorveglianza al-
^' arsenale nei riguardi amministrativi e disciplinari, su tutti
i boschi erariali di alto fusto ed atti alla costruzione navale ;
presiedeva alla leva di mare e doveva trasmettere alla Mu-
nicipalità r elenco degli operai e dei militi più distinti pel ser-
vizio navale.
VII.® Com. air istruzione puòlica : doveva promuovere T e-
ducazione del popolo, presentare alla Municipalità il piano delle
feste nazionali, degli spettacoli pubblici e delle rappresenta-
zioni teatrali considerate come mezzi di istruzione.
Vili.** Comitato al militare : presiedeva all' arruolamento
delle milizie, air organizzazione ed al movimento delle forze di
terra e di mare, al Genio, alP artiglieria, alle munizioni e for-
tificazioni militari ; organizzava la guardia nazionale, vegliava
sulla polizia militare, proponeva alla Municipalità i meritevoli
di premi.
ARCHIVIO.
Note statistiche.
Staniu 14 —
Municipalità provvisoria buste N. 26
Comitato di salute publica » » 9
» alle finanze e zecca » » 30
» al Bancogiro, commercio ed arti . . » » 17
» alle sussist(>nze e pubblici soc(N)rsi . >^ » 0
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» airArscMuilo e inariiui ^> ^^ VI
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»
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»
»
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»
»
3
»
»
3
175 -
Gommissioni varie.
Commissione alle pie fondazioni (Comitato alle sussistenze e
pubblici soccorsi) buste N. 2
Progetti economici (Comitato alle finanze e zecca
Culto — Istruzione pubblica — Censura ed altro
Processo Chomcl
» contro gli Inquisitori di stato . .
Municipalità del Levante e Dalmazia . . .
Atti varii — buste 3.
Goimnìssione dei Cinque cogli aggiunti
2 agosto 1797 — 18 gennaio 1798.
Formava parte del Comitato alle finanze e 2ecca\ ripar-
tiva in egual misura su tutti i possidenti le gravezze pub-
liche, esclusane afiatto la classe povera.
Ordinò per questo scopo la notifica dei beni immobili e
dei fondi.
Stanza 14
Commissione dei Cinque buste N. 2
Capisoldi e provvigioni » » 2
Stanza 9
Noti fiche per beni immobili e fondi ... » » 62
Commissione alle ricerche francesi.
Requisiva i viveri e gli alloggi per la truppa francese,
ne quiditava l'importo da pagarsi dal Comitato alle finanze.
Stanza 14 — buste 3.
Commissione pel risarcimento dei danneggiati nella
giornata del 12 maggio
12 giugno 1797— gennaio 1798.
Composta d'un certo numero di membri con un presi-
dente ed un segretario, si riduceva ogni giorno nei locali già
sede dell'ex Collegio àUa Milìzia da Mar , TiceTeva le insi-
nnazioiii e i reclanii dei cittadini pel risarcimento dei danni
aofierti nella giornata del 12 ma^o. A tal uopo emanò il
27 messìdoTO (15 luglio) un proclama con coi invitò tutti i
danneggiati a produrre entro otto giorni le loro petizioni, racco-
mandando la ma^poT esattezza nel documentare i danni.
Era sotto la direzione del Comitato alla salate publica.
SUmta 14 — buste 4
Guardia Nazionale.
28 maggio 1797 — 18 gennaio 1798.
n Comitato al Militare instituì una Commissione per
compilare un Regolamento ed un piano d'oiganizzazìpne per
r iatruzione dei cittadini, la formazione dei corpi, e l' uni-
forme militare.
n Regolamento e il piano approvato dalla Municipalità
Provvisoria (2 giugno) furono posti in attività il 3 luglio, e
venne demandata alla Commissione per l' organizzazione della
Guardia Nazionale l' applicazione dì queste norme e la forma-
zione del corpo.
Stoma 14 — buste 1.
Deputazione al lotto.
1/ amministrazione di essa era gestita dal Comitato alle
Pivaaze e Zecca con un rappresentante [Guizzetti Domenico)
per sorvegliare 1' apparato di tutti i prenditori dei puòòlici
banchi^ per regolare le loro partite, provvedere agli incassi,
verificare le vincite ed esigere dal Comitato suddetto le som-
me pel pagamento di esse.
Stanza 9 * —
< Veggasf al titolo stesso negrll srchiTii della 1. epoca nustrlaca e
j tromiBi nnito le carte di questa DepntaxJone.
Monte dì Pietà.
Nel 23 maggio 1797 fu proposta T istituzione di un
Monte di Pietà.
Furono eletti 5 probi cittadini perchè entro un mese pro-
ponessero un piano per V erezione di un Monte di Pietà ; in-
tanto fi Comitato alla salute publica poneva al pubblico incanto
tutti i pegni esistenti presso gli osti e i bastioneri.
Stanza 14 — buste 1.
Commissione di Polizia.
11 corpo della polizia dei sestieri era composto di un pre-
side, 6 commissari e alcuni vicecommissarì, che si valevano
del braccio degli ispettori, presidenti e capi pattuglia.
Addì 26 novembre 1797 fu istituita una Commissione
straordinaria per reprimere i frequenti disordini.
Stanza 14 — buste 5.
Magistrature giudiziarie
13 maggio 1797 a tutto marzo 1798.
Il Tribunale d' appellazione istituito nel 22 messidoro
(10 giugno) era composto di quattro Camere, con una detta
Direttrice^ e pronunziava sentenza sopra la decisione del Trib.
di 1. Istanza rimettendola al laudo^ al taglio, o alla riforma.
La Camera Direttrice ebbe la sopraintendenza al Collegio
ed all' ufficio dei Nodari, che già spettava air ex - Magistrato
dei Conservatori alle Leggi.
II Tribunale Civile di I. Istanza, era diviso in tre Ca-
mere dette : Direttrice^ /. e //. Giudicavano per turno tutte le
cause che venivano licenziate dai Giudici di Pace per non aver
potuto conciliare gli attori coi rei convenuti.
I sei Burò di pace, uno per sestiere, avevano P ufficio di
conciliare le parti dovendo sul momento comporre le liti me-
diante accordo, o rimetterle al giudizio del Tribunale Civile.
Stanza 264 — in complesso buste 60.
12
- ITO -
IL
PRIMA EPOCA AUSTRIACA.
18 gennaio 1798—18 gennaio 1806.
Acqae [Commissione o Commissariato alle)
29 novembre 1803 - 18 gennaio 1806.
Subentrò nella giurisdizione dell' ex-Congregazione de-
legata per la materia delle acque, ma fu resa indipendente
dal Capitanato Provinciale, coli' editto 24 nov. 1803; prima
formava una sezione della Congregazione stessa.
Stanza 24 — buste 126, protocolli 2, indici 4.
Per vigore dell' editto Imperiale 27 febbraio 1804 ebbe
r incarico di assumere e rivedere tutte le notifiche d' acque
dei singoli proprietarii, e di approvarle o no, compilando nel
tempo stesso un prospetto statistico di tutti i diritti d' acqua.
Stanza 242
buste d'atti per alfabeto 36, protocolli 1, indici 1.
Camerale Ammiiiistrazioiie.
1804 al 16 gennaio 1806.
Installata nel gennaio del 1804 le erano soggetti gli
Ispettorati di Padova, Vicenza, Verona, Treviso od Udine aperti
il 1. febbraio susseguente.
Erano di sua competenza tutti gli oggetti camerali tranno
il Lotto, Zecca, Posto, Censo, Tasse, rendite dei Bosclii, Beni,
Comunali, Feudi e qualunque altra investitura, oggetti tutti
che restarono sotto la dipendenza del Govorno.
Stanza 114 e 115
buste 83 protocolli 5, rubriche 6, numenche 3.
- 179 -
Camerale Gommissìone
1798 11 aprile - 30 settembre.
Istituita il 31 marzo 1798 dal governatore imp. Co. Oli-
viero di Wallis affinchè i diritti del principato fossero sot-
toposti ad una tutela, e che vi fosse un corpo rappresentante
la R. Camera. ^
Erano materie di sua spettanza:
Conservazione dei diritti del principato; censimento ec-
clesiastico e laico ; sopraintendenza alle amministrazioni pub-
bliche della città ; corpi territoriali, castelli e comunità ; beni
comunali ; confini ; studi e scuole, censura dei libri e stampe ;
arti e commercio ; agricoltura ; fiere e mercati ; cemide ; mi-
niere; acque; lagune; lidi; amministrazione dei beni fiscali;
tasse ereditarie e lotterie; feudi; regii patronati e soprain-
tendenza economica sopra la chiesa ducale di S. Marco, banco-
giro ; zecca ; monete ; pesi ; misure ; poste ; araldica.
Decideva su tutti i ricorsi prodotti dalle città, corpi terri-
toriali, castelli e comunità del Veneto ; giudicava in grado d'ap-
pello tutte le questioni insorte fra i privati e la Congregazione
Delegata.
Fu sciolta nel settembre 1798 e gli oggetti di sua attri-
bu^one furono divisi fra il Magistrato Camerale^ la Congrega-
zione Delegata, ed il Governo Generale.
Stanza 56
buste 41, pacchi 5, protocolli 1, rubriche 1, registri 3.
Camerale Magistrato
1798, 1. ottobre 1803, 3 febbraio.
Instituita r Intendenza Generale delle finanze fu soppressa
la Commissione Camerale, e gli oggetti economici, cioè il cen-
simento ecclesiastico e laico, i beni comunali, il commercio,
le fiere e mercati, le miniere, V amministrazione dei beni fi-
scali, le tasse ereditarie, le lotterie, il bancogiro, la zecca,
-iso-
le monete, e le poste, vennero affidate ad un dipartimento com-
posto di cinque membri, denominato Magistrato Camerale^ e
presieduto dall' Intendente generale delle finanze.
Cessò il 4 febbraio 1803, e gli oggetti di sua spettanza
furono concentrati nel Governo generale.
Stanza 56
buste 809 pacchi 22, protocolli 18, rubriche 10, regi-
stri 14.
Capitanato Frovlncìale
26 nov. 1803. — 11 febb. 1806.
L' ex- Stato Veneto per V editto 16 marzo 1803 fu diviso
in sette provincie.
Venezia e Dogado^ Friuli, Treviso, Padova, Vicenza,
Verona e Belluno. In ciascuno di quei capiluoghi fu isti-
tuito un Capitanato Provinciale incaricato delPamministra-
zione publica, dal quale dipendevano tutte le città, i Consigli
generali, i CoUegii [frazioni)^ Castelli, Borghi, feudi e gli
stessi magistrati politici della provincia. Corrispondeva egli
solo col Governo Generale.
Attribuzioni : conservazione dei diritti del Principato,
perlustrazione annua della provincia, oggetti di culto e pie
fondazioni, istruzione pubblica, polizia, conservazione e difesa
delle regalie, confini, commercio e industria, pesi e misure,
agricoltura, sanità, boschi, strade, ponti, traghetti, poste,
e in generale tutti gli afiari già trattati dalla disciolta nobile
Congregazione Delegata.
Stanza 57 — buste 38, protocolli 18, registri 2.
Caseggiato [Ufficio dei)
dal 1802 al 1808.
Accoglieva le notifiche delle case, botteghe, e locali di
Venezia e del Dogado (Estuario) coirindicazionc del prezzo
delle pigioni, e ne fissava l'imposta del 5 p. ^|^^\ teneva presso
- 181 -
di se gli squarzi (squarci) delle imposte allibrate a ciascun
stabile, e del loro pagamento.
Stanza 13 — buste 29, registri 20, quaderni 10.
Censo {Oommùsione Provinciale del)
dal 25 febbraio 1805 al 1806.
Istituita col decreto del Governo Austriaco 1805 24
gennaio per obbligare i possidenti a notificare i loro beni, affine
di ripartire sulle rendite di essi la spesa che il Governo
doveva sostenere per la riparazione delle strade delle Pro-
vincie venete a vantaggio del commercio e dell'agricoltura.
Eguali Commissioni furono istituite nelle altre provincic.
Stanza 12 — buste 41, pacchi 1, protocolli 7, registri 46.
Congregazione nobile delegata
11 aprile 1798 — 1803.
La nobile congregazione Delegata istituita in seguito
alPorganizzazione 31 marzo 1798 del Co. Wallis, era com-
posta di patrizii veneti, e rappresentava la Città e il Dogado
di Venezia. Per le importanti materie di sua giurisdizione fu
divisa, nel 10 aprile successivo, nei seguenti quattro Riparti o
Deputazioni :
1. Acque e strade, IL Militare ed edilizia^ III. Censo ed
imposte^ IV. Annona o vettovaglie.
11 Consiglio di essa, composto di 9 nobili ed un segretario,
decideva in prima istanza, salvo sempre il ricorso in appello
alla Commissione^ poi Magistrato Camerale.
Soppressa la Commissione Cam^rak^ tutti gli oggetti
concernenti le arti, la laguna, i lidi, i fiumi, i pesi e le mi-
sure, e la sopraintendenza economica sulla basilica di S. Marco,
passarono alla nx>bile Congregazione^ e fu anche incaricata
dell'amministrazione degli spedali, monasteri, e fondazioni pie.
La nobile Congregazione cessò coll'istituzione del Capitanato
Provinciale.
Stanza 57 — buste 35, protocolli 4, registri 1,
- 182 —
Da notificazioni 31 ottobre 1798, e 27 maggio 1799,
furono chiamati tutti i possessori d'acque a comprovare i
loro diritti ad essa Commissione, affine di ottenerne la con-
ferma. Pertanto in seno ad essa fucostituita una sezione
speciale di ciò incaricata, che durò fino all'istituzione della
Commissione alle acque^ cioè dal 31 ottobre 1798 al 25 no-
vembre 1803.
Stoma 24
Atti d'ufficio buste 42, indici 1.
Stanza 242
Notifiche buste 7, indici 1, registri 3.
Conti democratici [Oommissione centrale per la revisione dei)
dal 1805 al 1806.
Per notificazione 19 luglio 1805 fu istituita in Venezia
una Commissione Centrale composta di tre consiglieri di Grovemo,
di uno d'Appello, e di due ragionati, allo scopo di rivedere e
liquidare i conti e le restanze democratiche delle Comunità
e dei Corpi territoriali delle provincic venete.
Le cause intentate o da essa o contro di essa venivano
passate al Tribunale Civile, e V Ufficio Fiscale rappresentava
il Governo, tanto come attore che come reo convenuto.
Stanza 14 — buste 222.
Deputazione o Delegazione alle cause pie
31 marzo al 27 settembre 1798.
La sopraintendenza al regolamento ed amministrazione
degli ospitali, monasteri, scuole, e pie fondazioni, nel 31 marzo
1798 fu affidata ad una Delegazione^ alla quale dovevano
render conto le amministrazioni dei vari Istituti ; procu-
rava di migliorarle e di sopprimere le spese superflue.
Abolita tale Delegazione col decreto 27 settembre detto
anno, gli oggetti di sua attribuzione furono affidati alla Nobile
Congregazione Delegata.
- 188 -
Stanza 9
buste 70, pacchi 28, protocolli 5, indici 4, registri 24 *
Stanza 203
buste 8 òj^ Aulica Deputazione alle fondazioni^ di può-
blico soccorso.
Finanze {Intendenza Generale e Provinciale delle)
18 aprile 1798 — 1803.
Il barone de Lottingher fu nominato per decreto 18 aprile
1798 intendente generale delle finanze delle provincie venete e
dell'Istria, Dalmazia ed Albania, affine di sistemare questo
ramo importantissimo della pubblica amministrazione. Perciò
egli istituì nel 10 maggio dell'anno stesso, sette Intendenze
con residenza nei capoluoghi di provincia, tutte dipendenti
dalla Intendenza Generale residente in Venezia, e regolate
secondo il sistema vigente nel 1796.
Nel 1803 addì 4 febbraio cessò V Intendenza Generale, e
i suoi attributi passarono nel Governo Generale sino > all' isti-
tuzione à!\m* Amministrazione Generale di finanza detta Camerale.,
avvenuta nel 1804.
Stanza 115
Intendenza Generale buste 66, protocolli 12, rubriche 7.
Stanza 114
Intendenza Provinciale buste 17, protocolli 7, rubriche 6
Fiscale Commissione Grovemativa
27 gennaro 1798 — 1805.
La Commissione fiscale istituita col decreto 27 gennaro
1798 riuniva le attribuzioni dell'ex Comitato di Finanze e
* Queste cifre abbracciano, oltre gli atti della Delegaxione quando for-
maya ufficio a se, cioè dal 81 marzo al 27 settembre 1798, anche quelli del-
l'epoca in cui formava una sezione della Congregazione Delegata, e poscia
del Capitanato,
— 184 -
Zecca^ e della Deputazione alle confische. Era incaricata dellV
sazione delle tanse sui beni fondi (a diflferenza dell'Ufficio
del Caseggiato), sul commercio, sulla navigazione e sull'in-
dustria, che le riscuoteva sugli stabili, e su qualunque altro
credito maturato dipendentemente àsìX^ Aulico DipaHimento
di Jinanza.
Stanza 9 — buste 15 registri 27.
Fiscale Ufficio
31 marzo 1798 — 1806.
Col decreto di organizzazione del Co. Wallis "31 marzo
1798 articolo 64, furono istituiti 5 avvocati fiscali aventi
Tobbligo di promuovere e difendere i diritti camerali contro
i terzi, e decidere sopra questioni amministrative agitate dal
Governo, dalle Autorità Camerali, dal Tribunale Revisorio,
ed in generale da tutti gli Ufficii pubblici.
Tutte le cause nelle quali il Fisco doveva intervenire,
0 come attore o come reo convenuto, neirinteressc dell'Erario,
quantunque fossero state di competenza dei Tribunali di ter-
raferma, venivano devolute a quello di Venezia colle, pratiche
e norme in corso sotto la cessata Republica.
Stanza 76
buste 195, pacchi 1, protocolli 11, indici 3, rubriche 1,
registri 32.
Giudicature forensi
1803 . 1807.
Nei varii distretti della provincia risiedevano alcuni giu-
dici di Pace^ i quali con poteri limitati entro una detcrminata
cerchia, dovevano conciliare le parti, tanto nelle questioni civili
che nelle politiche.
Il giudice di pace forense era anche ufficiale di polizia,
e teneva corrispondenza col Governo Generale.
Se non poteva ottenere un accordo, o la questione oltre-
- 185 -
passava la sfera dei suoi poteri, egli formulava Y istruttoria
del processo e la rimetteva ai Tribunali.
Stanza 256.
Biancade *, Burano, Concordia, Grado, Malamocco, Mestre,
Murano, Oriago, Padova, Palmanova, Piove, Portogruaro, Tor-
cello e Treviso, buste 40.
Governo Aulico centrale provvisorio
28 gennaio a tutto sett. 1798.
Stabilitosi addì 18 gennaio 1798 in parte dello Stato ex
Veneto il Governo imperiale austriaco (in seguito del trat-
tato di Campo Formio 17 ottobre 1797) nell'attesa di una for-
ma di Governo stabile e permanente, il generale d' artiglieria
Co. Wallis comandante Tarmata d'Italia, con decreto 19 stesso,
ordinò che rimanessero fermi tutti i magistrati e le Auto-
rità civili, e la Municipalità fu convertita in un Governo detto
Aulico centrale provvisorio^ composto di un presidente, 9 mem-
bri ed un segretario — con residenza a Padova. Naturalmente
esso durò poco tempo e nel 31 marzo fu costituito il Governo
Generale.
Stanza 80 — buste 41, protocolli 4, indici 1.
Governo Generale
1 ottobre 1798 - 25 gennaio 1806.
Il Governo Generale istituito nel 31 marzo 1798 e po-
sto in attività nel primo ottobre successivo rappresentava il
supremo diritto maiestatico ed era perciò a lui riservato il deci-
dere sui casi dubbii o di rilevante importanza. Giudicava
del pari in terza istanza le questioni fra i privati e la Con-
gregazione Delegata, ed in seconda quelle intentate contro la
Commissione Camerale.
< Non è noto il perchè si troYÌno in questo archivio le carte di giudi-
cature forensi diverse da quelle della Provincia di Venezia.
— 186 —
Al Governo in generale erano riservati tutti i ricorsi
in caso di gravame, le suppliche per ottenere in via di gra-
zia la dispensa o la moderazione della legge, i regolamenti
generali, e le massime direttive, V interpretazione della legge
nei casi dubbii, la disposizione del denaro camerale, la sti-
pulazione dei contratti coli' obbligazione della R. Camera, V a-
lienazione dei beni erariali o comunali ; V imposizione e V au-
mento dei campatici e delle tasse ; le nomine, le sospensioni,
e le dimissioni di tutti i pubblici funzionarii.
Soppressa la Commissione Camerale, furono ad esso affi-
dati gli oggetti concernenti i diritti del Principato,* le arti,
le manifatture e le fabbriche la sopraintendenza alle ammi-
nistrazioni publiche della Città e dei luoghi tutti delle Pro-
vincie venete, V istruzióne publica, la censura sulla stampa,
le cemide, i feudi, i regi patronati, e V araldica ; e dalla sop-
pressione del Magistrato Camerale all' attivazione dell' ammi-
nistrazione generale di finanza, furono ad esso devoluti tutti
gli oggetti finanziarii.
Aveva ingerenza nell'amministrazione dei boschi, esclusi
quelli del MontcUo, Cansiglio, di Auronzo, e Caiada, che rima-
sero sempre soggetti al Comando della Marina.
Stanze 80 ed 81
buste 1922, protocolli 70, indici 76. Presidenza, buste 154,
protocolli 1, indici 4.
Polizia-buste 13
Fortificazioni - buste 5, protocolli 1.
Lotto {Direzione generale o /Sopraintendenza al)
1798 - 23 maggio 1806.
L' amministrazione del lotto dipendente prima dalla Coni"
lìiissione poi Magistrato Camerale^ e da ultimo dal Gorerno (re-
aerale^ fu costituita in Direzione Generale conservando tutte
le prerogative che aveva all' epoca democratica, ed era rappre-
sentata da Deputati o Consiglieri.
Stanza 9 — buste 20, registri 3.
- 187 -
Marina {Presidenza dell'Arsenale e)
20 dicembre 1798 - 18 gennaio 1806.
L' importante amministrazione del R. Arsenale e della
Marina in Venezia e in Trieste, fu affidata ad un presidente
(iiob. Andrea Querini) al quale fu aggiunto V obbligo di con-
servare e migliorare i boschi erariali, affine di mantenere al-
l' armata navale il legname per le costruzioni, regolando tale
azienda secondo il piano boschivo 22 marzo e 3 maggio 1792.
In seguito poi all' editto 3 novembre 1803 la sua sorveglianza
fu limitata ai boschi del Montello, Cansiglio, di Auronzo di
Cadore e Caiada, e tutti gli altri passarono sotto !a giuri-
sdizione del Governo Generale.
Stanze 9 e 17.
Presidenza dell' Arsenale 1799-1802 buste 42, protocolli
5 indici 1. *
Comando generale della Marina 1799-1806 buste 164,
protocolli 32 indici 1. '
Stanze 9 e 18.
Ufficio agli armamenti 1798-1805 buste 36.
Inquisitori sopra i ruoli 1798-1806 buste 39.
Matrimoiliali {Commissione alle carne),
1804 — 1806.
Il copioso lavoro che era affidato alla Direzione Generale
di Polizia circa le cause matrimoniali, fu nel 1804 col de-
creto del Governo 18 ottobre demandato, in via di prima istanza,
per la città di Venezia e Dogado (salvo V appello al Groverno
in seconda istanza) ad una Commissione provvisoria istituita
in Udine e presieduta da quel presidente del Tribunale d'ap-
pello.
* Quando assunse la presidenza U Comandante L'Bspine, gli atti dell* ar-
senale farono uniti a quelli della marina.
^ Gli atti relativi air amministrazione boschiva si tennero separati ; veg-
gasi al titolo Boschi negli archivii della II. epoca austriaca.
- 188 - •
Erano norme dì essa le massime e le discipline contenute
nel decreto 12 aprile 1788 dell' ex Consiglio dei Dieci, a ri-
serva però deìT it^amenùum calumniae che veniva prestato
dagli avvocati ecclesiastici scelti dalle parti.
Stanza 12 — busto 7.
Mercantile Deputazione
2 aprile 1798 — 18 ottobre 1806.
Sostituita agli ex Cinque Savi alla Mercanzia^ cominciò
il 2 aprile 1798, terminò il 18 febbraio 1806. Dipendeva prima
dui Magistrato Camerale, quindi dal Governo. Era propria-
mente detta Dipartimento del Commercio^ pesi, misure^ e poste ;
(^ dipendevano da essa il ministro ai banchi del ghetto, quello
por gli aflEari postali, e la stessa Commissione per gli affari
(lei sudditi Ottomani, pel qual oggetto avea un dragomanno
Stanza 56 — pacchi 25, registri 22.
Miniere {Deputati alle).
1 Deputati alle Miniere furono conservati tanto sotto
Tepoca democratica, che sotto la prima austriaca colle mede-
simo attribuzioni. Le modificazioni ebbero luogo nella prima
opoca italica fVediJ.
Ottomani (Commissione delegata per gli affari dei sudditi)
1798 . 1807.
Dipendeva dal Comitato al Bancogiro^ Commercio ed Arti;
\\\A 1798 fu unita alla Deputazione Mercantile, soggetta al
Magistrato Camerale, e quindi al Governo come Diparti-
mento.
Erano sue attribuzioni: regolare il commercio dei sud-
diti ottomani , prendendo in esame le importazioni e le
AS|H>rtazioni, ed informando la Deputazione Mercantilo sulla
^wuoossione o meno del libero passaggio di quei legni pei
porti, e sul pagamento delle relative tasse di carico e sca-
rico.
Stanza 56 — pacchi 31, registri 21.
Polizia f Aulica provvisoria Oommissume di).
La Commissione straordinaria di Polizia istituita addì
26 novembre 1797 affine di reprimere i continui disordini,
continuò col titolo di Aulica provvisoria facendo parte del
Governo Aulico generale fino all'istituzione d'una stabile
magistratura politica avvenuta in seguito al piano d'orga-
nizzazione del Co. di Wallis.
Stanm 68 — buste 4, registri 3.
Polizia [Direzione Generale di)
15 aprile 1798 a tutto 1805.
Per tutti indistintamente gli oggetti di Polizia fu isti-
tuita il 31 marzo 1798 una Direzione Generale annessa al
Governo, e* in ciascun sestiere un Commissariato, il quale
doveva invigilare sulla condotta e sulla disciplina degli abi-
tanti per mantenere la tranquillità e la sicurezza publica.
Il Direttore generale e i Commissari si valevano del-
l'opera dei Capi Contrada loro immediatamente soggetti.
Stanza 68 — buste 46, protocolli 16, indici 9, registri 15.
Porto [Capitano del)
5 lugUo 1798 - 1806.
Il Presidente dell'Arsenale e Marina, con decreto 5 luglio
1798, instituì l'Ufficio così detto del Porto coU'incarico.di tenere
in ordine tutti i legni mercantili e le altre barche lungo il
canale di S. Marco, onde rimanesse spazio ai legni imperiali
entrati in porto, di eseguire le necessarie evoluzioni. Per
tale oggetto dovevano prestargli aiuto tutti i Direttori, Capi-
tani, Gastaldi ecc. sotto pene militari da esser inflitte dalla
»!:. » ^-i."
-. 190 -
Presidenza dell^ Arsenale e Marina, dalla quale il Capitano
stesso dipendeva.
fVeggansi le note statistiche allo stesso titolo negli archivi
della seconda epoca austriacaj.
Prede (Commissiom governativa alle)
16 maggio 1799 - 1804.
Nel 1798, allo scopo di giudicare sulla validità o meno
delle prede fatte dai legni austriaci sui legni nemici, venne
radunata per comando del Presidente dell' Arsenale e Marina
una Commissione la quale rassegnava di volta in volta il
relativo processo al Presidente suddetto, che approvava o
meno il voto di essa, e lo faceva eseguire impadronendosi, se
era il caso, del legno e di tutti gli effetti in esso contenuti.
Nel regolamento della Marina Veneta sono tracciate le
norme sul giudizio, sulla liquidazione e sul riparto delle prede
fra r equipaggio ; e nelle istruzioni emesse dal Presidente del-
l' Arsenale, 16 maggio 1799, sono fissate le regole per giu-
dicare sulla qualità di esse.
Stanza 12 — buste 6, registri 11.
Ragioneria Generale
1. maggio 1798-1806.
La Ragioneria austriaca sotto i vari titoli di Computiste-
ria, di Ragioneria Camerale e Governativa^ d' Ufficio di Revi-
sione^ e di Tesoreria Centrale^ doveva rivedere e liquidare tutti
i conti tanto dello Stato che dei Comuni, e dei corpi tute-
lati, in base alle quali operazioni si effettuavano i pagamenti.
Stanza 56 — buste 65, pacchi 12, protocolli 14, indici 5,
registri 13.
Sali [Amministrazione dei)
1798 - 1806.
Il Governo Aulico Centrale, con decreto 26 gennaio 1798
istituiva un' amministrazione pel consumo dei sali di Venezia
e del dipartimento.
-« 191 -
Essa proibì a chiunque V introduzione dei sali per mare
0 per via di terra senza speciale licenza.
L' Amministratore doveva attenersi alle leggi, discipline,
e tariffe approvate dall' ex Senato Veneto, e doveva regolare
le condotte del sale che da Pirano veniva esportato per varie
destinazioni, e perciò sotto la dipendenza del Viceintendente
di Capo d' Istria teneva conto della qualità e quantità del
sale esportato, e del luogo al quale era diretto. Un Direttore od
Agente, ed un Masser per ciascuna Salerà^ (salina) costi-
tuivano il personale subalterno e responsabile verso V Ammi-
nistratore che era subordinato all' intendente generale.
Stanza 56 — buste 14, registri 6.
Sanità ( Tribunale supremo di )
11 aprile 1798 - 14 Febbraio 1806.
Fino al 12 maggio 1797 funzionò in Venezia il Magi-
strato della Sanità. Colla organizzazione 31 marzo 1798 fìi
instituito un Tribunale Supremo.
Era composto di un Consigliere, 4 Aggiunti ed un No-
taio; invigilava sulla diffusione delle malattie contagiose e
delle epidemie, prescriveva contumacie agli equipaggi pro-
venienti da luoghi infetti, sospendeva il libero commercio fra
una città e V altra, infliggeva multe, e all' uopo, pene carce-
rarie a chiunque avesse trasgredito agli ordini di Sanità pu-
blica. Regolava la vendita dei viveri, affinchè non fossero no-
civi alla salute, sorvegliava alla mondezza stradale, diramava
ordinanze o discipline agli Uffici tutti per migliorare l' igiene
publica nelle città e nelle campagne della Provincia.
Stanza 16 — buste 122, protocolli 7, indici 6.
Tribimale d' Appello Fendale
6 dicembre 1798 - 8 luglio 1803.
Ufficio dei Tribunali feudali d' Appello di Belgrado, Con-
cordia, Cordignano, Colognola, Latisana e Valmareno, ripri-
fftinati in forza degli artìcoli 4^ 5. e 6. dell' Orgamzzaxione 6
febbraio 1798, era di fiEtr entrare nel libero godimento dei pro-
pri diritti tutti i feudatari che per le istituzioni democratiche
li avevano perduti.
I tribunali esaminavano le relative investiture ed i con-
tratti; la condotta politica dei feudatarii durante il 1797, e
quindi a seconda delle circostanze immettevano o no i pe-
tenti nel godimento dei diritti feudali.
Stcmza 264 — buste 15, protocolli 1.
Trìbanale d' Appello Generale
2 aprile 1803 - a tutto ottobre 1807.
Sciolti nel 2 aprile 1803 tutti i singoli Tribunali Pro-
vinciali d' Appello, fii istituito in Venezia un Triòunale S Ap-
pello Generale per tutte le sette provincie venete ; cessò coll'in-
Htituzione della Corte d' Appello avvenuta nel 1807.
Stmze 262, 263 — buste 428, indici 6, registri 63.
Tribunale d' Appello ProvinciaJe
6 febbraro 1798 - 31 marzo 1803.
Iti ofifni (•apohiogo di provincia fu instituito il 6 febbraio
1798 1111 Tribimiiln d' Appello il quale doveva giudicare sopra
\i\ Hi\\\U\\v/M (Ini Triljunali Civili e Criminali della propria pro-
vincia, portanti una condanna non maggiore di tre anni di
•arcciNì 0 galnra, <i non ec(*,(Hlento la multa dei ducati 300.
\é{s alin» v\i\\H{\ i\ i j)rocesHÌ dovevano venir rassegnati, colla
rolal.iva iHtniitoria, al yW^//w//e 7(!m5or/o residente in Venezia.
InHtitniio il Tribinuile d' Appello generale, furono sciolti
UiU'OHHariainonh^ (pugili d' Appello provinciali.
Slmt:v y(i:i '2(54
Ddinn busto i?9, indici 4
\ rroua ^> 0 ^> 1
\ U'cu/.a ^^ l ^^ 1
Treviso ^^ 1 ^^ 1, [>rotocolli G.
Padova ^^ SG
ViMuv.ia ^^ 47.
(
~ 193 —
Tribunale Civile di prima istanza
1. aprile 1798, - 13 ottobre 1807.
Instituito coir articolo 28 à^ Organizzazione 31 marzo
1798, era destinato alla trattazione delle cause civili ordina-
rie, escluse le mercantili e le commerciali.
Le petizioni ad esso insinuate dovevano esser. corredate
da un libello contenente le prove e i documenti ; le sentenze
potevano esser appellate tanto in IL che in IH. istanza, cioè al-
l' Appello^ ed al Triinmale Bemsorio.
Era libero alle parti valersi del giudizio degli Arbitri,
e qualora nella petizione detta Compromesso avessero rinun-
ciato al diritto d' appellazione, il verdetto degli Arbitri era
inappellabile.
Stanza 262 — buste 482, indici 1, registri 57.
Tribunale Civile Sommario definitivo
1 aprile 1798 - 31 marzo 1803.
Istituito per effetto dell' articolo 28 dell' Organizzazione
31 marzo 1798, giudicava in via sommaria definitiva tutte
le cause non oltrepassanti i ducati 200, ed esclusa qualunque
disputa. .
Se però fosse insorta questione, la causa veniva decisa
inappellabilmente dal Preside di quel Tribunale.
Colla nuova sistemazione giudiziaria (1803, aprile) esso
cessò, e gli oggetti di sua attribuzione passarono nel Tribu-
nale Civile di prima istanza.
Stanza 264 — buste 12.
Tribunale Criminale
1. aprile 1798-1807.
Instituito nel marzo 1798 per giudicare le gravi trasgres-
sioni politiche e i reati criminosi, aveva un certo numero di
18
- 194 -
membri, e tre Giudici, uno per ogni due Sestieri della Città,
i quali non potevano infligger pene maggiori di 15 giorni
d' arresto, e dieci ducati di multa, spettando la giudicatura in
aflFari di maggiore entità al Tribunale.
Esso però non poteva pronunciare sentenze che avessero
oltrepassato la pena di tre anni di carcere o galera, e trecento
ducati di multa, ma doveva col proprio voto rimettere il pro-
cesso al Tribunale di Appello.
Stanza 256 -^ buste 12, pacchi 31, registri 34.
Tribunale Mercantile Marittimo
1 aprile 1798 - 26 novembre 1806.
Instituito coli' art. 54 dell' Organizzazione Wallis, spetta-
vano ad esso tutte le cause mercantili e relative ad affari ma-
rittimi. Giudicava in via sommaria ed inappellabilmente
quelle che non oltrepassavano i ducati 200 ; aveva l' ispezione
sugli accordi dei falliti, dovendo però seguire il metodo pra-
ticato dall' ex-Magistrato dei Sopra Consoli. SuU' inappeljabi-
lità delle cause decise dagli Arbitri, osservavansi le stesse
norme in corso presso il Tribunale Civile di prima istanza.
Stanza 257 — buste 113.
Tribunale Revisorio
6 febbraio 17*98-31 marzo 1803.
Qualora fra le due sentenze, 1' una del Tribunale Civile,
Commerciale e Criminale, e V altra dell' Appello provinciale
avesse avuto luogo qualche differenza, decideva il Tribunale
Revisorio, per tutte le provincie venete, instituito coli' arti-
colo 56 dell' organizzazione Wallis.
Per ricorrere al giudizio di esso bisognava provare la
nullità e la manifesta ingiustizia della sentenza di I. e IL
istanza.
Gli era riservata inoltre la revisione dei processi por-
tanti pena capitale.
- 105 -
Il giudizio degli àrbitri che era in facoltà degli attori
e dei rei convenuti il domandare o no, veniva regolato colle
norme del Tribunale Civile.
Nel 1803 per la instituzione d' un Tribunale Supremo in
Vienna, il Tribunale Revisorio cessò dalle sue funzioni.
Stanza 264 — buste 273, protocolli 33, indici 8, registri 15
ITI.
L EPOCA ITALICA
Acque [Magistrato Oentrak cP)
21 gennaio 1806 — 24 maggio 1808.
Dal 21 gennaio al 6 febbraio 1806 l'amministrazione
alle acque fu provvisoria, fino a che, nel 10 febbraio, venne
instituito un Magistrato Centrale^ il quale riuniva in sé stesso
tutte le attribuzioni già devolute per lo passato alle varie
magistrature d'acque.
Questo magistrato, residente in Venezia, corrispondeva
coi vari ispettori dei lavori publici, delle acque, ponti e strade,
e pronunciava il proprio parere sulle domande fattegli dalle
singole Provincie in tali materie. Era sotto l'immediata cor-
rispondenza della Direzione Generale residente in Milano, e
componevasi di vari individui tratti dai singoli dipartimenti
veneti. Teneva un fondo di scorta per provvedere in caso di
urgenza ai lavori dei fiumi del Veneto. Due ispettori gene-
rali componevano il Consiglio e si occupavano uno nella visita
dei Dipartimenti, l'altro nella direzione interna dell'Ufficio.
In Venezia faceva le veci di Magistrato Dipartimentale
lo stesso Magistrato Centrale : nelle altre provincie era eser-
citato dai rispettivi Consigli di Prefettura.
Cessò in seguito al decreto Reale 6 maggio 1808, essendo
incaricata la Direzione generale in Milano dell'amministra-
zione di questo Dipartimento, che doveva però conciliare
colla sicurezza di Venezia, V esecuzion'e dei lavori che rende-
vansi necessari nei dipartimenti del Metauro^ Musone e Tronto.
Stanza 24 — buste 40, protocolli 4, indici 5.
Acque e Strade (Direzione Oenerah d')
6 maggio 1806 — a tutto 1813.
Instituita per decreto Reale 6 maggio 1806, e residente in
Milano, era composta di 114 ingegneri, fra i quali 6 Ispet-
tori Generali che regolavano tutta la materia delle acque, ponti
e strade del Regno, tenendo corrispondenza coi Magistrati
centrali e cogli Ispettori Civili.
Gr interessi del dipartimento dell' Adriatico le furono affi-
dati soltanto nel 1808, in seguito al decreto 6 maggio, col
quale fu soppresso il Magistrato Centrale.
Stanza 24 — Atti risguardanti le provincie Venete, buste
249, indice 1, registro di Sezione, 1.
Ispettorato ai lavori publìci, acque, ponti e strade
8 febbraio 1806 — 9 aprile 1807.
Informava il Magistrato Centrale di tutte le operazioni
che giudicava urgenti, no presentava lo stato di spesa, e ne
dirigeva i lavori.
Riunite (19 gennaio 1807) nel Magistrato Centrale le
funzioni di Magistrato Dipartimentale per l'Adriatico, V Ispet-
torato dovette cessare dal suo compito.
Stanza 24 — buste 11, protocollo 1, indice 1, repertorio 1.
Acque e Stl^ade {Sezione della Prefettìira diparlimenlale) :
dal 24 maggio 1808 — a tutto 1815.
Soppresso il Magistrato Centrale, il Direttore Generale in
Milano, con decreto 5 aprile 1808, N. 2109, iustituì pr(?sso
la locale Prefettura dipartimentale una Sezi(me d' acque <*
strade, incaricandola di compilare uno stato generale di tutte
le partite dei lavori affidati agli appaltatori.
Stanza 60 — buste 94, protocolli 3, indici 2.
Acque — Laguna — Ingegnere in capo Valle
1807 — 1817.
Era incaricato di formare una pianta idrografica della
laguna di Venezia.
Instituita una Commissione provvisoria alle acque (9 giu-
gno 1815) fu incaricato di sostituire V Ingegnere in Capo del
dipartimento dell'Adriatico.
Stanza 24 — buste 10.
Archivio Generale Veneto
13 marzo 1806 — 1872.
Fino dal 1803 Jacopo Chiodo, già compilatore delle leggi
sotto la Repubblica Veneta, propose al Governo Austriaco di
riunire gli archivi in un solo locale.
Sotto il primo Regno d' Italia egli ripropose quell' unifi-
cazione (22 aprile 1806), ed ottenne, con dispaccio 16 marzo
1807, N. 3G46 del Ministero dell'Interno, il trasporto degli Ar-
chivi politici nella ex Scuola di s. Teodoro.
L' occasione propizia per conseguire Tinstituzione di un
Archivio Generale si oSerse al Chiodo nella visita fatta dal-
l'Imperatore Francesco I. nel 5 dicembre 1815 all'Archivio di
s. Teodoro.
E in seguito alle sue istanze, con Sovrana Risoluzione
del 13 stesso, fu decretata l'insliituzione di un Archivio Ge-
nerale, ed egli venne incaricato di trovare il luogo più oppor-
tuno per raccogliere tutti gli archivi politici^ camerali e giu-
diziari Questo locale fu V ex convento dei Minori Conven-
tuali detto di S. M. Gloriosa dei Frari.
Gli atti di Ufficio dal 13 marzo 1806 a tutto il 1872,
collocati nella stanza 242, sono buste 478, protocolli, indici
e registri 122.
- - 198 —
Brenta e Bacchiglione [Magistrato civile
per la sis temanone dei Fiumi)
24 ottobre 1811 — 22 agosto 1816.
In seguito ad un progetto dell'Ispettore Artico per la
regolazione, delle acque dei fiumi Brenta, Bacchiglione e loro
influenti e diversivi, approvato con decreto Reale 27 giugno
1811, fu instituito un Magistrato Civile composto di un rap-
presentante per ciascuno dei tre dipartimenti, Adriatico, Brenta
e Bacchigliene, e da un rappresentante dei proprietari dei ter-
reni contribuenti.
Risiedeva in Padova, era presieduto dal Prefetto del Bren-
ta, dipendeva dalla Direzione Generale in Milano ed era inca-
ricato dell' attivazione e riparto delle tasse e delle imposte per
la sistemazione suddetta.
Stanza 24 — buste 17, protocollo 1, indice 1, rubrica 1.
Caseggiato {Uj^io del)
dal 1808 al 1809.
Teneva i quaderni d' imposta prediale delle case di Ve-
nezia, quelli del censo, per verificare quali ditte fossero incorse
in mora, ed infligger quindi i relativi caposoldi, o rimetterli
poi all' asta giudiziale.
Tra questi quaderni si trovano anche quelli di Padova,
Treviso, Chioggia, Pellestrina, Malamocco, Murano, Gamba-
rare e Cavarzere.
Stanza 162 — registri 294, indici 19.
Censo [Cancellieri del)
1806 - 1813.
In ogni Cantone v' era un Cancelliere del Censo il quale
doveva custodire i libri censuarì dei Comuni compresi nel pro-
prio Cantone, e farvi lo opportune annotazioni in caso di t^a-
- 199 -
slazione di dominio. Doveva inoltre custodire le mappe e i
catasti, eseguire i trasporti d' estimo, tenere i ruoli del perso-
nale, e del contributo degli esercenti le professioni liberali,
arti e commercio.
I detti cancellieri dipendevano dalla rispettiva Direzione
Compartimentale del Censo, e facevano anche lo veci di uf-
ficiali politici, rappresentando lo Stato in faccia ai Comuni,
e nelle adunanze consigliari.
Stanza 176 —
Dal 1809 al 1840 per Venezia — pacchi 15, registri 1068;
» per Burano, Treporti e Cavallino » 246 ;
» » Murano, S. Erasmo, Vignole,
Malamocco » 263 ;
Dal 1809-1811-perCavazuccherina, Torre
di Mosto, Grisolera,
Porte Grandi . . » 16.
Corte d' Appello
19 febbraio 1806-30 giugno 1815.
Le Corti d'Appello giudicavano sulle sentenze proferite
dagli arbitri dei Tribunali Civili e Correzionali, dei Tribù- ,
«
nali Commerciali, dei giudici di pace, ed in generale sulle
sentenze delle Corti di prima istanza.
Se le cause erano superiori al valore di dieci mila lire,
era in facoltà delle parti di chiedere da esse una sentenza inap-
pellabile.
In Italia due sole erano le corti d' Appello, una in Ve-
nezia, Paltra in Milano, e la loro giurisdizione estendevasi nelle
Provincie venete per la prima, nelle lombarde per la seconda.
Queste Corti furono installate nel 1807, ed erano com-
poste d' un primo Presidente, d' un Presidente, 14 Giudici, un
Procuratore Generale, un sostituto ed un Cancelliere.
II Procuratore Generale col proprio Sostituto formavano
un Ufficio a se, collo scopo di rappresentare il Ministero fra
le parti ed i giudici.
- 200 -
Stoma 262 —
Corte d'Appello . buste 164, registri 12;
Procura d' Appello . » 83, » 16.
Corte di Ginstizìa Civile e Crìminale
19 febbraio 1806 — 30 giugno 1815.
Ogni dipartimento aveva una Corte di prima istanza, ci-
vile e criminale. La sezione civile giudicava tutte le cause
personali, reali, e miste che non erano di competenza dei Giu-
dici di pace ; e le sentenze erano inappellabili sino alla somma
di lire 1200 della cosa in controversia, o di lire 60 se si trat-
tava di un reddito annuo.
Giudicava poi in ultima istanza le sentenze dei Giudici di
Pace.
La Sezione criminale teneva publici dibattimenti, e deli-
berava in secreto.
Anch' essa, come la Corte d' Appello, aveva un Procura-
tore, ed erigevasi in Corte speciale per giudicare inappellabil-
mente i delitti di Stato.
Stanza 255 —
Corte di Giustizia, Sezione Civile, buste 281, registri 79
» » Criminale, » 10, » 7
» » Arretrati, » 26, » 7
Procura Generale » 196.
Delegato governativo di Portogruaro
20 agosto 1808 — 31 dicembre 1809.
Il Delegato governativo di Portogruaro nominato dal Pre-
fetto del Tagliamento nel 12 luglio 1808 sotto l'immediata
dipendenza del Viceprefetto del distretto di Pordenone, doveva
sorvegliare al buon andamento ed alla publica sicurezza di
quel Cantone e invigilare sulF annona e sui calmieri.
Cessò nel 31 dicembre 1809 per V attivazione dei Can-
cellieri del Censo.
Stanza 57 — buste 13, protocollo 1.
- 201 -
Demanio (Direzione dipartimentale del)
3 marzo a tutto die. 1807 — 17 aprile 1812 — 30 giugno 1815,
In seguito al decreto Reale 17 aprile 1806, fu costituita
in ogni Dipartimento una Direzione del Demanio e Diritti Uniti^
con un Cassiere per gì' introiti e per le spese. Le erano affi-
date le rendite e i beni nazionali od erariali di qualunque spe-
cie, posti nella rispettiva provincia, le proprietà riversibili ed
avocabili al Demanio, i beni e gli effetti tutti delle corpora-
zioni religiose e di culto, che per la legge 8 giugno 1805
dovevano esser avocati, e l'amministrazione od alienazione
di essi.
Corrispondevano coi singoli Direttori delle altre Provin-
cie per quello che poteva interessare al proprio dipartimento,
e colla Direzione generale in Milano per tutti gli oggetti di
massima.
Nel 31 marzo 1808, essendosi eseguita la cessione delle
case e beni demaniali posti nel dipartimento dell' Adriatico,
alla Municipalità, al Commercio di Venezia, ed alla lista civile,
fu soppressa la Direzione dell'Adriatico, e le altre attribuzioni
furono affidate ad un Economato.
Pel decreto poi 10 aprile 1812, fu ricostituita la Direzione
suddetta, nell' amministrazione della quale vennero compresi i
Dipartimenti del Brenta e Tagliamento, mentre quelli del
Bacchigliene e del Mella furono riuniti nella Direzione del-
l'Adige.
Stanze 99 — 101 —
Dal 3 marzo a tutto die. 1807 — protocolli 20, indici 5;
» 17 aprile 1812 al 30 giugno 1815 — » 9, » 8.
» 1806all813— buste 172, indice 1;
» 1814 al 1815— » 108.
presidiali dal 1806 al 1813 — buste 4, indici 1 ;
atti relativi a dichiarazioni d' affigliazione a monasteri
soppressi — 1810 — buste 32.
- 202 —
Economato Demaniale
1806 — 1813.
(Veggasi al titolo Demanio - Economato negli archivi della
IL epoca austriaca).
Feudali notiflche (Commissione alla revisione delle)
1807.
Col decreto 12 gennaio 1807 furono incaricate le singole
Direzioni dipartimentali del Demanio di ricevere tutte le
dichiarazioni che i privati dovevano produrre per giustificare
i loro titoli sui beni e redditi feudali posseduti nei vari
dipartimenti. I Direttori stessi poi dovevano prendere sotto
sequestro tutti quei beni e redditi feudali che non fossero stati
notificati entro il febbraio di detto anno.
Stanza 13 — Adige, Bacchigliene, Basso Po, Brenta, Pas-
seriano e Tagliamento — buste 77, indice 1.
Finanza (Commissione temporanea di)
5 gennaio — 24 aprile 1814.
Fu instituita per decreto viccreale, affine di conoscere i
bisogni di tutti i rami d'amministrazione e proporvi i neces-
sari rimedi; di informare S. A. dei debiti insoluti di ogni am-
ministrazione, a tutto dicembre 1813, e di redigere infine un
preventivo generale delle spese indispensabili per un trimestre.
Era composta del Prefetto che ne era il Preside, del Pode-
stà, dell'Intendente di finanza e del Direttore del Demanio;
risiedeva presso la Prefettura delP Adriatico.
Stanza 60 — buste 15, protocollo 1.
Finanza (Intendenza di)
5 febbraio 1806 — a tutto 1809.
Per r articolo 3.° del decreto Reale 17 aprile 1806 in ogni
capoluogo di Dipartimento fu instituita un' Intendenza di
- 208 -
finanza colla relativa Cassa, nella quale dovevano versare ì
loro introiti le amministrazioni del Lotto e delle Poste.
Queste Intendenze erano divise in quattro classi, e quella
di Venezia costituiva una classe unica.
Alla cassa d^ Intendenza fu unita anche quella del Dema-
nio e nel 1810, quando cessò V Ispettorato Generale delle
Finanze, V Intendenza dovette assumere V amministrazione di
tutti i redditi e ragioni demaniali, onde fu denominata : Inten-
denza dipartimentale di Finanza e Demanio dal 1810 al 24
aprile 1814. Le sue attribuzioni, in aflfari di demanio, erano
quelle di a£Bttare, mediante asta publica, tutti i beni stabili,
case, edifici e decime attive spettanti ai corpi d' ogni classe,
esaminare le investiture dei pigionatarì, e proporne la rettifica
alla Direzione Generale in Milano, se fossero state trovate
informi.
Stanze 113 e 114 —
Intend. di finanza in Venezia — buste 96, prot. 19, ind. 5, nu-
meriche 1.
Intend. di finanza di Venezia e Dem. — buste 207, prot. 39,
ind. 2, numeriche 6.
Atti presidiali dal 1806 al 1814. V. titolo stesso nella II. epoca
austriaca.
Stanza 12. —
Atti contabili dal 1806 al 1813 — buste 158, registri 14.
Finanza (Ispettorato Qeneraic di)
Fu instituito col decreto 17 aprile 1806, con sede in Vene-
zia e colle incumbenze seguenti :
aj assicurare la custodia degli archivi e delle carte dell' am-
ministrazione precedente;
bj verificare e regolare i conti a tutto aprile 1806 ;
cj sollecitare V esazione degli arretrati ;
dj provvedere nei casi d' urgenza, e in tutti quelli nei quali
si fosse trattato d' oggetti comuni a pili amministrazioni o
dipartimenti ;
ej sor vegliare le amministrazioni locali e più vicine ;
fj provocare le istruzioni del Ministero delle Finanze sugli
oggetti d^ ogni specie, interessanti le sue attribuzioni ;
g) fungere infine le veci di Capo della Commissione del Censo
che doveva in seguito venir stabilita.
Soppressa la Direzione compartimentale del demanio, T E-
conomo che doveva far le veci del Demanio assieme col Ra-
gioniere ed Archivista di essa, passarono sotto T Ispettorato,
che chiamossi quindi Ispettorato Qenemle di Finanza e De-
manio.
L' Ufficio fìi diviso in sei riparti :
I. Segretariato^ che teneva il carteggio con tutte le au-
torità superiori, trattava le pensioni, i salari, le spese tutte di
cancelleria e d'archivio, e gli oggetti disciplinari e di massima.
IL Economato^ per le vendite dei beni, case, livelli ecc.
per la custodia degli effetti mobili, la percezione dei frutti,
censi, affitti e livelli, V affrancazione dei capitali maturati ed
in mora, e in generale V amministrazione economica di tutti
gli enti demaniali.
IIL Ragioneria., per la tenuta dei registri di tutti i rami
d'amministrazione, per la revisione dell'operato dei Cancel-
lieri delle tasse, per la trasmissione agli esattori cantonali
dei ruoli dei debitori, e infine per la corrispondenza colla cassa
e per la redazione dei relativi stati e bilanci mensili.
IV. Sezione /. , per gli affari relativi alle tasse giudiziario
a vecchio e nuovo metodo, per quelle amministrative, pei ro-
giti notarili e per gli arretrati di Messetaria^ Quintello^ Re-
gistro ed Ipoteche.
V. Sezione 2.^ per le Dogane, portofranco, dazi di con-
sumo, olio, pesci salati, grani, strade di commercio, fiumi, ca-
nali, porti, sanità marittima e tasse relative.
VI. Sezione 5, , per le pnvative^ sali^ tabacchi, polveri e nitri.
Nel dicembre 1809 T Ispettorato cessò, e tutti gli affari
di sua attribuzione furono concentrati nelP Intendenza di Fi-
nanza e Demanio.
Stanza 114 — buste 168, protocolli 22, indici 2, rubri-
che 11, numerica 1, registri 2.
Fiscali Agenzie Economiche
1806-1832.
L' esazione dei crediti di finanza e demanio fu affidata in
ogTii capoluogo di provincia ad un Esattore fiscale delegato
a ciò dalle Direzioni di finanza e demanio.
A tale esazione furono ammessi tutti quei crediti ch'e-
rano capaci d' una pubHca amministrazione, e che potevano
dare una sicurtà corrispondente all' importanza dell' esazione.
Gli esattori fiscali procedevano contro i debitori con in-
timazioni, oppignorazioni, sequestri e vendite all'asta pubblica,
ed il loro operato era soggetto alla controlleria della Ragio-
neria di Finanza e Demanio ; ricevevano ogni trimestre un
tanto per cento da regolarsi secondo l' entità della somma data
in iscossa, su tutte le esazioni realizzate e versate in cassa,
sulle partite aggiudicate all' amministrazione, e su quelle in-
solute per titoli giustificati.
Stanza 8 — buste 700, registri 244.
Lotto (Direzione dipartimentale del)
22 luglio 1806 — 23 aprile 1814.
L' amministrazione del Lotto in Italia fu affidata a tre
Direzioni, una a Venezia, T altra a Bologna, la terza a Mantova.
Queste Direzioni ricevevano tutte le norme regolatrici dalla
Direzione Generale in Milano, e dipendevano dagl' Ispettori ed
intendenti di finanza del rispettivo Dipartimento.
Stanza 9 — buste 13, protocolli 4, Ìndici 2.
Magistrato Civile
12 febbraio — 25 agosto 1806.
Il Magistrato Civile d' ogni dipartimento riuniva in sé
tutte le attribuzioni già della Municipalità provvisoria, ed am-
ministrava coi medesimi principi e nelle stesse forme stabi-
lite in seguito per le Prefetture. Corrispondeva direttamente
col Governatore ; e aveva mi Segretario Generale. Nominava
- 206 -
i singoli Direttori del Demanio della propria provincia, propo-
neva le Comuni nelle quali credeva utile stabilire un ufficiale
del Registro, e gli assegnava il sito di residenza.
Stanza 57 — pacchi 100, busta 1, protocolli 7, indici 3.
Marina (Ufficio Centrale et iscnzione marittima)
1807 — 1813.
Per eflfetto del Decreto 25 luglio 1806 fii stabilito in Ve-
nezia un Ufficio generale d* iscrizione marittima, il quale, se-
condo le risultanze dei registri dipartimentali dava gli ordini
della leva di mare ai magistrati che dovevano eseguirli.
Stanze 9 e 16. — Inscrizione marittima — buste 84.
Stanza 17. —
Ministero della guerra, \i
Commissariato generale
Ufficio armamenti
» alle ispezioni
» » rassegne
Stanza 9 —
Cantieri ed officine
Stanza 16 —
Consigli di guerra permanenti e speciali, 1806-13, buste 5
Bagni marittimi di Venezia e Genova » » 6
Cassa generale — 1806-14 ... »
6-14 . . .
buste 228
» ....
» 106
» ....
» 141
» ....
» 14
» ....
» 41
»
»
31;
»
gente a
mare —
»
»
invalidi
—
»
»
prede
—
»
»
soccorsi
—
»
»
depositi
—
»
MarittliTìo
Sinda<
1806 —
1814.
»
»
»
»
»
24
3
2
1
1
2.
Il territorio marittimo del Regno, per decreto 22 giugno
1806, fu diviso in otto sindacati. Il distretto di Venezia (dal
Porto di Malamocco a quello dei Treporit) formava il settimo
sindacato.
I Sindaci venivano scelti fra i cittadini che avevano reso
utili servigi nel ramo della marina, neir armata di terra e nel-
Tamministrazione, ed erano incaricati di curare la formazione e
la tenuta delle matricole di tutti gl'individui soggetti all'inscri-
zione marittima, prendendo gli opportuni concerti col Podestà
e coi sindaci dei diversi Comuni. Erano soggetti all'immediata
dipendenza del Commissariato Generale della Marina.
Stoma 16 — buste 60.
Militare Gommissione
1813 — 14.
Fu attivata in seno alla Prefettura dell' Adriatico nel 30
settembre 1813, per approvigionar le piazze forti del Regno.
Ne era preside il Prefetto stesso.
Stanza 60 — buste 17.
Militare (Commissione di leva)
1807 — 1814.
Ne era preside il Prefetto dell' Adriatico. Essa teneva
presso di sé le liste di coscrizione, e i relativi protocolli di
assento che servivano di base per la compilazione del pro-
spetto del contingente militare.
Stanza 67 — pacchi 3.
Miniere (Direzione in Treviso delle).
Instituita per effetto dell'editto 16 settembre 1803, doveva
regolare gli oggetti relativi all' arte, economia, costruzioni, e
possessioni personali sulle miniere, e alla monetazione, in di-
pendenza della Camera Aulica di Vienna, poi Consiglio delle
miniere in Milano.
II Giudice Consigliere presso di essa giudicava in prima
istanza i ricorsi dell'Ispettorato d'Agordo, dell'Ufficio forestale
in Belluno, e dei Giudici di Verona, Padova, Treviso, Asolo,
Feltre, Cadore ed Udine.
n giudizio in seconda istanza spettava al Tribunale d^ Ap-
pello in Venezia,
StanM 176 — pacchi 100, registri 98.
Pace (Gitùdicature di)
14 ottobre 1807 — 30 giugno 1815.
I Giudici di pace erano nel loro circondario anche giudici
di polizia, e come tali punivano le trasgressioni, colla deten-
zione di giorni dieci, e con una multa non maggiore d^ italiane
lire 50. Fungevano le veci di viceprefetti cantonali. Le sole
sentenze per detenzione, o per una multa superiore alle dette
lire 50, potevano esser presentate in appello alla Corte di pri-
ma istanza.
Come ufficiale di polizia, il Giudice di pace estendeva il
processo criminale contro i delinquenti e sospetti, e lo trasmet-
teva al Tribunale competente.
In ogni Dipartimento ve n' erano due o più, detti anche
di Mandamento^ e nelle cause civili giudicavano inappellabil-
mente sino al valore di lire 100, appellabilmente sino alle lire
600 ; esercitavano quella parte di volontaria ed onoraria giuri-
sdizione cV era loro devoluta dal Codice Napoleonico, e negli
afiari contenziosi avevano il solo compito di conciliatori, pel
qual ufficio riscuotevano dai privati un mezzo per cento.
Nella città di Venezia v^ erano due Giudici ; uno pei
sestieri al di qua del Canalgrande verso s. Marco, colle isole
prospettive, e dicevasi del 1.® Circondario^ l'altro per quelli al
di là, colle relative isole, ed era denominato del 2.^ Circondario.
Altri giudici v' erano : uno alle Gambarare, uno a Mura-
no, uno a Burano, uno a Caorle, uno a Chioggia, uno a Pelle-
strina ed uno a Cavarzere.
In seguito al regolamento organico 13 giugno 1806 in
ogni Giudicatura di Pace furono nominati due negozianti, chia-
mati Assessori^ per decidere in uno al Giudice le questioni com-
merciali.
- 209 -
Starna 256 —
1.® Circondario — pacchi 117, registri 43;
2.« » » 53 » 8.
Giudicatura di Murano, 1807-1818 — pacchi 34;
» » Burano » » 36.
Palazzi Reali
10 novembre 1805 — 31 luglio 1820.
Nell'azienda dei palazzi e delle ville reali fa d'uopo distin-
guere quella che ha per oggetto l' edilizia, da quella relativa
all' economia.
Per la prima, sin dall' ottobre 1806 fu delegato un archi-
tetto nella persona del prof. Antolini, il quale aveva anche l'in-
carico dell' ammobigliamento ; per la seconda, fu nominato nel
21 settembre 1807 un Agente detto detta Corona^ il quale, per
la parte puramente amministrativa, era sotto gli ordini, prima
dell' Intendente Generale residente in Milano, poi della Dire-
zione del Demanio di Venezia.
Stofnza 12 — buste 11 6, protocolli 20, indici 13, registri 28.
Polizia (Commissariato Omerale di)
1806 - 1814.
Il Direttore generale nello Stato Veneto fu mantenuto
anche sotto il regime italico. Corrispondeva col Ministero del-
l'Interno e col Direttore generale della Polizia in Milano. Nei
dipartimenti del Bacchigliene, Tagliamento, Piave, Passeriano
ed Istria furono soppressi i delegati, e le loro attribuzioni ven-
nero affidate ai relativi magistrati civili.
In Venezia nel 1808 furono istituiti sei Commissari, uno
per sestiere, colle attribuzioni dei Giudici di Pace.
Il Commissariato Generale cessò nel settembre 1814, es-
sendosi attivata la Direzione Generale per le provincie venete.
Stanza 68 buste 241, protocolli 60, indici 26, registri 5.
14
— 210 -
Porto (Capitanato del)
1806 — 1813.
Ebbe le attribuzioni stesse che aveva sotto il cessato Go-
verno Austriaco della prima epoca ; e così nella 2.* epoca au-
striaca (V. al titolo stesso).
Porto (Commissione ai lavori del)
2 gennaio 1810 — 31 dicembre 1813.
La direzione dei lavori nel porto e litorale di Venezia fii
affidata ad un Ingegnere in capo ; la sorveglianza ed ammini-
strazione economica alla Municipalità.
Pei lavori di riparazione del porto, escavazione e ripuli-
mento dei grandi canali, manutenzione e continuazione delle
scogliere e dei muri al litorale di Pellestrina e Chioggia, fu
stabilita una somma annua non minore d^italiane lire 100 mila,
e di 600 mila per lavori di maggior entità.
Stanza 24 — protocolli 5.
Poste (Direzione Superiore delle)
18 aprile 1806-1813.
Era regolata da una Direzione Generale in Milano, da una
Superiore in Venezia, e da vari Direttori Dipartimentali.
L'archivio della Direzione Generale qui centrato abbrac-
cia r epoca dal 1792 al 1848, e la divisione per materie seguita
ncir ordine degli atti, non offre nessuna linea di demarcazione
fra il periodo 1792-1805 (epoca d(*lla Rcpublica italiana) Tal-
tré 1806-1814 (epoca italica) ed il terzo 1814-1848 (epoca
austriaca).
Per questo archivio veggasi quindi al titolo stesso nel-
r epoca 2.* austriaca.
Stanza 172 — Direzione superiore in Venezia -busto 153,
protocolli 11 rubriche 5.
~ 211 -
Prefetture dipartimentali
26 agosto 1806 — 31 gennaio 1816.
Il Regno d' Italia fu diviso in dipartimenti, distretti e
cantoni ; e quindi le provincie venete costituirono sette di-
partimenti denominati dal fiume principale che li bagnava.
In ciascun dipartimento fu creata una Prefettura con un
Consiglio di Prefettura, ed uno generala
Il Prefetto era il preside del Dipartimento; incaricato del-
l' amministrazione di esso, sottoponeva all' approvazione del
Ministero le delibera zioni del Consiglio di Prefettura, da lui
presieduto, approvava e sospendeva quelle dei Consigli di-
strettuali e comunali.
Il Consiglio di Prefettura pronunciava sulle difficoltà che
insorgevano fra i contribuenti ^ V erario, fra V amministra-
zione pubblica e gli appaltatori, fra lo Stato e i cittadini.
Il Consiglio generale, composto di quaranta membri, si
univa ogni anno in sessioni non maggiori di quindici giorni,
e riconosciuto lo stato ed i bisogni di tutto il dipartimento,
innalzava particolareggiato rapporto al Ministero dell' Interno.
Al Prefetto spettava la nomina dei Sindaci e dei Con-
sigli comunali di terza classe.
Ogni anno doveva fare una visita nel Dipartimento affine
di raccoglier lumi sul modo di regolare la publica ammini-
strazione.
Era di sua spettanza qualunque oggetto d'amministra-
zione politica (compresa la polizia dipartimentale) tanto come
rappresentante governativo, quanto come preside del Dipar-
timento.
Stanze 57 e 58. — Buste 665, protocolli 82, indici 47,
registri 9.
Ragioneria, pacchi 133, protocolli 10.
Registro (Oonservatorato del)
1806 — 1813.
In Venezia, come in tutti i capiluoghi di Dipartimento,
fu costituito con decreto Reale 17 aprile 1806 un Oonserva-
torato del Registro degli atti e dei contratti.
Per tale instituzione cessarono tutti gli uffici sopra dazi,
testamenti, quintello od eredità, istromenti, stride, messetaria^
e su ogni altro dazio o tassa avente la natura del Registro.
La giurisdizione dei Conservatori estendevasi nel terri-
torio soggetto al Tribunale di prima istanza.
(Per le note statistiche V. allo stesso titolo della 2. epoca
austriaca).
»
Retrodati (Economato dei beni)
1 giugno 1811 — 21 aprile 1818. .
L' Economo dei beni, retrodati veniva nominato dalla Pre-
fettura dello stesso dipartimento, ed era incaricato dell' am-
ministrazione di tutti i beni divenuti proprietà del corpo d' e-
stimo procedenti da retrodazioni riconosciute regolari ed am-
messe a scarico dei ricevitori generali per partite anteriori
alla terza rata d' imposte dirette del 1809.
Percepiva un tanto per cento sulle somme versate nella
cassa dipartimentale dipendentemente dai fitti e dai prezzi dei
fondi.
Le attribuzioni tutte inerenti a tale ufiìcio furono divise
in quattro sezioni, e V Economo, come capo d' Ufficio, ora re-
sponsabile di qualunque mancanza o ritardo, tanto per parte
propria, quanto dei suoi commessi, ed era obbligato a rifon-
dere col proprio quel danno o spesa qualunque che fosse de-
rivata al corpo d'estimo od ai terzi.
A tale uopo doveva prestare una cauzione proporzionata
air ammontare degF introiti.
Nei Comuni, Cantoni e distretti della Provincia egli si
faceva rappresentare da un Delegato.
- 213 —
Alla Prefettura spettava la sorveglianza, onde di tratto in
tratto essa nominava una Commissione, affine di rivederne
l'amministrazione; così avvenne, per esempio, nel dicembre
del 1814.
Fu soppresso in conseguenza di gravi disordini, con di-
spaccio del Governo 21 aprile 1818 (2.' epoca austriaca) nelle
Provincie di Venezia, Treviso e Vicenza, e V azienda ne fu ri-
messa alle rispettive Congregazioni Provinciali.
Stanza 68. — buste 46.
Sali (Agenzia degli Emforei de%)
26 giugno 1809 — a tutto 1813.
Le saline e i così detti Emporei (luoghi in cui si conserva
anche attualmente il sale per gli usi del commercio) furono
affidati ad un agente, sotto T immediata dipendenza dell' auto-
rità camerale e di finanza, perchè costituivano un diritto di
privativa dello Stato.
Il modo di procedere nello smercio del sale era uguale a
quello del Governo democratico; ed i privilegi che alcune
città godevano di esportarlo liberamente, furono in gran parte
confermati.
Stanza 56 — pacchi 1, protocolli 2.
Sanità Marittima (Magistrato di)
1 giugno 1806 — 20 aprile 1814.
In seguito al Begolamento sulla polizia medica approvato
con decreto 5 settembre 1806, fu istituito un magistrato di sa-
nità marittima, composto di quattro persone nominate dal Re
fra le quali il Capitano del Porto.
Questo Ufficio corrispondeva coli' estero, ed esercitava
un' ispezione sulle Commissioni dipartimentali nei riguardi
della sanità marittima, e sui Deputati del litorale di tutto il
Regno.
Doveva invigilare, conoscere, prevenire, e punire tutte le
contravvenzioni ai regolamenti sanitari.
- 214 -
VfC IS^^T no fu creato preside il Podestà di Venezia, che
n -' -«v» :' Capitano del Porto con voto, quando si trattavano
^y^-ct: i: J'ua attribuzione.
.^^sM.y 9 e 16 — buste 27, protocolli 12, indici 11.
Sanità (Commissione clipaHimentale di)
gennaio 1807 — 4 marzo 1811.
ì.^ CVwimissioni di Sanità marittima erano composte di
i*t nAUAV un chirurgo ed uno speziale ; ne era deputato il Ca-
:rìixc\^ àol {H^rto nei luoghi dove esisteva.
^J:u>slo Commissioni corrispondevano col Magistrato di
^^.^ Marittima, e i Deputati colle Commissioni.
Ks^'^roitavano tutte le ispezioni e facoltà attribuite dalla
\,VS^ tì tìorile ed 8 termidoro, anno VI (Era Francese) alle Com-
tt^^^wi allora esistenti, onde prevenire e togliere le epizoozie.
\ orano anche Commissioni incaricate della Sanità Conti-
t^%ul«\ 0 risiedevano nei capihioghi di Provincia in seno alle
ìS^^f urt^ : n' era preside il Prefetto.
0<^«5sarono coir istituzione della Commissione provinciale
,v\»^53 in sono alla Delegazione Provinciale.
.^ii.v* 9 — buste 19.
Stato Civile
16 giugno 1806 — 28 febbraio 1817.
Oirni Comune del Regno doveva tenere i registri degli atti
^O nascite, dei matrimoni e delle morti, od ossi erano tenuti
' vato dei Savii componenti la Municipalità, chiamato perciò
' -Kouih' ^^^^^ Stato Civile, fino al 1. gennaio 1810, epoca in
,r taH registri v(^nn(U'0 dati in custodia ai rispettivi paroehi
.^'v^ la sorveglianza delle Delegazioni Provinciali.
Stanze 163 - 1(56.
Registri di tutti i Dipartimenti, Distretti, Cantoni e Co-
ituni delle Provincie Venete — buste 74, pacchi o351, regi-
363.
- 215 —
Tribnnale d* Appello Generale
14 ottobre 1807 — a tutto 1811.
Malgrado T instituzione della Corte d'Appello, continuò
questo Tribunale tanto per definire le cause pendenti nelle Pro-
vincie Venete, a metodo austriaco, quanto come Ufficio di revi-
sione per gli afiari della Dalmazia.
Stanza 262.
I. per le cause delle Provincie Venete — buste 57, indici 7,
numeriche 2;
IL per gli affari della Dalmazia — buste 11, protocolli 3.
Tribunale dì Commercio
30 ottobre 1807 — 30 giugno 1815.
•
Spettava ad esso il giudizio su tutti gli affari commerciali
di terra e di mare, in prima ed ultima istanza, su oggetti il cui
valore non avesse superato lire 1200.
I ricorsi in appello erano devoluti ad una speciale Sezione
di esso.
Esercitava giurisdizione su tutto il territorio compreso dal
Tribunale Civile di !.• istanza, e nelle Provincie Venete v' erano
Tribunali di commercio nelle città di Padova, Udine, Verona
e Vicenza.
Per tale istituzione cessarono le Camere di Commercio
attivate nel 26 agosto 1802.
Stanza 257 — buste 56.
Viceprefetture
26 agosto 1806 — 31 gennaio 1816.
In ogni distretto fu instituita una Viceprefettura con un
Consiglio distrettuale composto di undici membri.
II Viceprefetto era il Delegato del Prefetto per T ammini-
strazione del distretto, dava il proprio parere motivato su tutti
- 216 -'
gli Oggetti che lo risguardavano, e provvedeva direttamente
in caso d' urgenza, rendendone poi conto al Prefetto.
Il Consiglio si univa ogni anno in sessioni aperte per soli
15 giorni, nelle quali fissava le sovrimposte distrettuali, sul
preventivo portato in seduta dal Viceprefetto, formulava il pro-
prio parere sui bisogni del distretto e lo dirigeva al rispettivo
Prefetto.
Le Viceprefetture si dividevano in tre classi. Quella di
Chioggia apparteneva alla 1.', quella di S. Dona alla 2.'
I. Viceprefettura di Chioggia, dal 2 luglio 1807 al 31 gen-
naio 1816.
Stanza 57 — buste 42, protocolli 12, indici 2.
II. Viceprefettura di S. Dona, indi Portogruaro, dal 7 aprile
1808 al 3 gennaio 1816.
Stanza 57 — buste 153.
IV.
SECONDA EPOCA AUSTRIACA
19 aprile 1814 — 18 marzo 1848.
Ac(iue (Ispezione Centrale d'Acqm e Strade)
11 giugno 1815 — 11 aprile 1824.
Col decreto del Governo Austriaco 9 giugno 1815 fu isti-
tuita una Commissione provvisoria alle acque composta d' un
Ispettore Generale e due Ingegneri in capo. Risiedeva in Ve-
nezia, e doveva riconoscere lo stato delle arginature dei fiumi,
i bisogni più urgenti per la riparazione prima delle piene au-
tunnali, proporre un piano sistematico pei fiumi e i torrenti, e
i mezzi per sostenere le spese.
Divenne stabile nel 21 dello stesso mese e fu denominata
Ispezione Centrale.
Presso ogni capoluogo di Provincia risiedeva un Inge-
gnere in capo con ufficio proprio.
— 217 -
L'Ispezione cessò quando fu attivata la Direzione delle
Pubbliche Costruzioni per le Provincie Venete (1824).
Stanza 24 — buste 196, protocolli 13, indici 6, registri 12.
Ragioneria, buste 14, protocolli 14, indici 3, registri 20.
Araldica Gommissìone
19 febbraro 1816 — 26 agosto 1828.
Colla notificazione del Governo 28 dicembre 1815 fu di-
chiarato esser mente delP Imperatore di conservare T antica e
la nuova nobiltà. Venne perciò istituita una Commissione aral-
dica in seno al Governo, la quale doveva esaminare i titoli pre-
sentati, e proporne al Governo stesso la conferma, il quale poi
con tina consulta cumulativa provocava la Sovrana Risoluzione.
A questa Commissione venne devoluto eziandio T esame
dei titoli araldici nobiliari dell' Istria, della Dalmazia, e delle
altre provincie e città già soggette alla Repubblica Veneta,
come Brescia, Bergamo, Crema.
Stanza 47.
Patrizii Veneti, buste 20, protocolli 8, indici 2, registri 3.
Prov. di Padova » 18
12
16
14
15
15
16
18
16
14
12
1
17
Albona, Cherso, Capodistria, Cittanova, Monfalcone, Os-
sero, Parenzo, Pirano, Pola, Umago, Rovigno . . buste 11.
Budua, Almissa, Cattare, Curzola, Lesina, Lissa, Macarsca,
»
Vicenza
»
»
Verona
»
»
Rovigo
»
»
Treviso
»
»
Belluno
»
»
Udine
»
»
Venezia
»
»
Bergamo »
»
Brescia
»
»
Crema
»
Città di Asola
»
Atti di
massima
»
- 218 —
Nona, Perasto, Scardona, Scbenico, Spalato, Traù,
Veglia, Zara buste 16.
Oggetti di massima del Litorale » 1.
Oggetti di massima della Dalmazia ed Albania . » 2.
Stemmi colorati » 2.
» ceralacca » 1.
Documenti antichi prodotti dai privati. ...» 27.
Basilica di S. Marco
(Commissione direttrice i lavori della)
dal 13 gennaro 1823 al 7 marzo 1855.
Per poter mettere in atto i lavori di ristauro della Chiesa
patriarcale di S. Marco in Venezia secondo il preventivo del-
ringegnere Capitano Ganassa approvato dal Governo nel 1818,
e per migliorare P amministrazione delle sostanze costituenti
la dotazione di quella Chiesa, il Governo nel luglio dell' anno
stesso nominò una Commissione composta di alcuni membri
dell'Accademia delle Belle Arti, della Commissione all' ornato,
della Ragioneria Centrale, e della Fabbriceria stessa, doman-
dandole r incarico di stralciare dal succitato preventivo quella
parte dei lavori che dovevano considerarsi i più urgenti affine
di provvedere intanto all'esecuzione di essi.
Questa Commissione continuò a dirigere i lavori succes-
sivi fino al 1855.
Stanza 9 — buste 31, protocolli 7, indici 4.
Beneficenza (Commissione di pubblica)
29 settembre 1816 — 2 giugno 1821.
Allo scopo di soccorrere i cittadini indigenti, e diminuire
r accattonaggio, il Governo determinò d'istituire una Commis-
sione di pubblica beneficenza, la quale colle libere e volontarie
sottoscrizioni cittadine, e con 120,000 e più lire austriache
assegnate dall'Imperatore, formasse un fondo, le cui rendite si
dispensassero ai poveri.
- 219 ~
Di questa Commissione fu eletto preside il Patriarca, as-
sistito da sei Amministratori (probabilmente uno per sestiere)
da cinque elemosinieri, e da un segretario senza verun salario.
Fu posta in attività nel luglio 1817, coadiuvata da sei
Deputazioni, una per sestiere, e dalle fraterne parrocchiali.
Venne quindi vietata la questua, e si punirono colParresto
tutti gli oziosi, i vagabondi, e gli accattoni.
Stanza 12 — .
Questua — buste 11, protocolli 1, indici 1, registri 2.
Stanza 160 —
1815. Prospetti dell' amministrazione di beneficenza nelle
Provincie venete — registri 30.
Bollettarii fUf/ido dei libri)
14 Dicembre 1818 a tutto 1822.
Dipendeva dalla Direzione del Demanio, aveva T incarico
di somministrare a tutti gli ufficii contabili delle provincie ve-
nete da essa dipendenti i bollettarii per le esazioni d' imposte
dirette ed indirette; fu sorrogato da un Ufficio Centrale insti-
tuito nel 1830.
Stanza 99 — protocollo 1, indici 3.
Bollettarii (Ufficio dei libri)
1815-1830.
In seguito air attivazione della Ragioneria centrale avve-
nuta nel 1 luglio 1815 e dell' annessovi Ufficio di Revisione, fu
incaricata la Direz. Generale delle Dogane di aprire in seno ad
essa un Ufficio dei libri Bollettarii come si praticava nelle al-
tre Provincie della Monarchia, il quale aveva Tincarico di som-
ministrare tali libri a tutte le Intendenze, ed Ufficii finanziarii
tenendo conto di quelli già consunti.
Fu soppresso nel 1830, e gli fu sostituito l'ufficio Centra-
le del Bollo - carta e Bollettarii,
Stanza 175 — pacchi 56
- 220 —
Bollo - carta e bollettarii (Ufficio Centrale dei)
1 agosto 1830 — 20 Novembre 1854.
Fu messo in attività per effetto di una notificazione go-
vernativa 15 giugno 1830 nell'agosto successivo con dipenden-
za dal Magistrato Camerale, e venne incaricato di corrisponde-
re direttamente con tutti i dicasteri ed ufficii per la sommini-
strazione dei bollettarii e delle stampe occorrenti ai medesimi
in tutte le provincie venete.
Stanza 175. — buste 245, protocolli 13, indici 18, guide 1,
registri 142, pacchi 107.
Boschi (Ispettorato generale dei)
L' amministrazione dei boschi era stata regolata :
Dal 1797 al 1798, da un sopraintendente generale e da va-
rie ispezioni forestali.
Dal 1799 al 1806, dalla presidenza dell' Arsenale e Marina la
quale aveva la sorveglianza sugli Ispet-
torati boschivi, e sul Conservatorato
provvisionale al bosco del Consiglio per
regolare i boschi che dovevano servire
alla R. Marina.
Dal 1807 al 1815, tutti gli agenti forestali passarono sotto
la dipendenza d' un Conservatorato in
Treviso.
Dal 1816 al 1829, il conservatorato passò alla dipendenza
della Direzione del Demanio.
Dal 1830 al 18G7, fu traslocato (1830) a Venezia con dipen-
denza dal Magistrato Camerale, o po-
scia dalla Prefettura delle finanze, sotto
il nome (prima non stabile) di Ispetto-
rato Generale dei Boschi,
Nel 1868 vennero divisi gli atti di quest'archivio da (][uelli
spettanti alle singole provincie, e gli
- Sài -
altri fiirono consegnati alle Prefetture
provinciali, e al Ministero d' Agricoltu-
ra, Industria e Commercio in Firenze.
Stanza 78 — pezzi 941 fra buste, protocolli, indici e
registri.
Camerale Magistrato.
Era un magistrato superiore che regolava tutti i rami di
finanza delle provincie venete comprese nel circondario della
propria giurisdizione, e giudicava in grado d' appello in tutte
le decisioni emesse dalle Intendenze di Finanza, e dagli altri
ufficii camerali ad esso immediatamente soggetti. Fu istituito
nel 1830 in luogo del Senato Governativo di Finanza e delle
Direzioni delle dogane e del Demanio.
La sua giurisdizione estendevasi lungo il territorio sog-
getto alla giurisdizione governativa, cioè su tutte le 8 provin-
cie del Veneto.
Dipendevano immediatamente da esso :
aj le direzioni della Zecca e Lotto;
hj le intendenze provinciali di finaiiza ;
e) la Cassa Centrale ;
d) gP Ispettorati delle fabbriche tabacchi, nitri e polveri ;
ej r ufficio delle tasse ;
fj r agenzia dei sali ;
g) r Ispettorato alle miniere in Agordo ;
h) » generale dei boschi;
ij r ufficio del Bollo, e libri boUettarii.
Erano di sua competenza tutte le imposte dirette, i beni
del Demanio e Corona, le privative, i diritti regali, le miniere,
e la zecca, gli oggetti fiscali, il debito pubblico, il soldo degli
impiegati, e le Cancellerie, ecc., ed al Governo era lasciato
lo stabilire le imposte dirette, il modo di ripartirle e di esi-
gerle.
In diritto il Magistrato Camerale era presso che eguale
al Governo, dipendeva dalla Camera Aulica generale in Vienna,
e corrispondeva col Viceré.
L' ufficio fiscale e la Contabilità Centrale, ne erano sus-
sidiarii, dovendo il primo esser interpellato su tutti gli afiari
in cui trattavasi di qualche diritto o di materie giudiziarie ;
il secondo, doveva essere informato di tutti gli assegni a ca-
rico della Cassa Centrale, e venir consultato su tutti i con-
tratti, compensi ed oggetti in cui fosse implicata la parte
contabile, onde verificare V osservanza o nò delle norme allora
vigenti e V ammissibilità di essi. *
Gli afiari, secondo l' importanza, si trattavano in sessioni
ordinarie e straordinarie, erano divisi in referati o Diparti-
menti, a capo di ciascun dei quali eravi un consigliere, as-
sistito da un segretario, e da un vice segretario, ed in ge-
nerale si dividevano in tre categorie :
I. quelli sopra i quali occorreva riportare la decisione
della Camera Aulica;
IL quelli che dovevano esser decisi immediatamente da
esso;
III. quelli che concernevano Y ispezione e la sorveglianza
sugli uffici subalterni.
Il Magistrato Camerale fu abolito col proclama 26 Luglio
1848 del Maresciallo Radetsky, e gli fu sostituito V Ufficio del
Commissario Imperiale Montecuccoli residente in Verona.
Gli atti però di questo Magistrato, continuarono dal 22
marzo 1848 a tutto il 29 agosto 1849 coir aggiunta d? Go-
verno Piwvisorio^ e formano quindi l'ultimo quinquennio 1845-
1849.
Stanza 28 —
1830-1834 buste 998, prot. 53, rub. 20 num. 5, indici 8.
1835-1839 » 998, » fiO, » 28 » 3, reg. uor. 1.
1840-1844 » 967, » 60, » 33 » 5,
1845 -1849 » 947, » 52, » 31 » 9.
Allegati 1840-1844 — 70
» 1821-1859— 19.
* Il Magistrato Camerale era nello stesso grado gerarchico del Govenio,
del Tribunale d'Appello, del Comando Generale militare, e del Comando
Superiore della Marina.
- 2lì8 -
Direzione degli Uffici d' ordine.
In seno al Magistrato Camerale fu costituita per decreto
Vicereale 29 agosto 1830 una Direzione degli ufficii d' ordine
con un Direttore, il quale era il capo di tutti i rami di ma-
nipolazione, cioè del Protocollo, Spedizione, e Registratura.
Era coadiuvato da due aggiunti, e da un numero di im-
piegati detti et ordine.
Stanze 28, 118, 161 — buste 110, pacchi 20, protocolli
9, indici 4.
Stanza 28 — Ordini di pagamento 1828 al 1848, buste 28.
Stanza 161 — Circolari litografate 1831 - 1849, buste 67.
Stanza 48 — Presidenza 1830-1849 buste 217, indici 6,
numeriche 8.
Camerali Realità (Commissione per la vendita delle)
dal 19 gennaro 1821 al 24 agosto 1849.
Con decreto circolare del Governo 20 marzo 1821 fu isti-
tuita una Commissione speciale per T alienazione delle realità
camerali i prodotti, della quale costituirono un fondo pel Monte
del Regno Lombardo Veneto assumente il debito publico dello
Stato.
Fu presieduta dal Governatore delle provincie venete, e
composta del Vice-presidente di Governo e di due Consiglieri
di esso, del Direttore generale del Demanio, del Consigliere e
Procuratore Camerale, del Direttore della Ragioneria Centrale,
deir Assessore della Direzione Generale, e d' un Segretario di
Governo.
Stanza 11 — buste 172, protocolli 38.
Censura (Dipartimento di)
15 giugno 1815 — 11 aprile 1848.
Attivato in Venezia il 15 giugno 1815, fu posto sotto
r immediata direzione del Governo Generale.
- è^ -
Rivedeva tutti gli stampati e i manoscritti da stampare,
cioè tutti i libri e le incisioni provenienti dall'estero, quelli che
si volevano dare alla stampa, a riserva delle gazzette estere e
nazionali, clie venivano censurate dal Governo e dai Regii
Delegati.
La censura sulle produzioni teatrali, ma non sulla stampa
di esse, fu affidata agli ufficii di polizia.
In ogni capoluogo di Provincia eravi un Censore dipen-
dente dal Delegato.
Questo dicastero fu regolato da norme apposite e da un
piano generale di Censura per le Provincie Venete.
Proclamata la libertà di stampa nel 20 marzo 1848, V uf-
ficio di Censura fu abolito.
Stanza 72 — buste 289, pacchi 23, registri 102.
Colèra (Commissione governativa sul)
12 luglio 1831 — 21 settembre 1836.
Quantunque a tutto settembre 1831 lo stato della salute
pubblica nelle Provincie Venete e nelle limitrofe tedesche
fosse soddisfacente, pure affine d' impedire la propagazione del
Colèra già comparso nella Monarchia, fu attivato un cordono
sanitario e dopo alcuni studii fu instituita nel!' ottobre una
Commissione la quale dovette attenersi alle norme emanate
per le Provincie Austriache nel 1770 per la peste orientale,
alla Sovrana patente 21 maggio 1805, per le prescrizioni e le
trasgressioni sanitarie, e a quelle del 19 gennaio 181(5, 20 di-
cembre 1830 e 5 luglio 1831.
Stanza 12 — buste 16, protocolli 8, indici 3, registri 2.
Commercio ed industria (Commissio^ie governativa di)
9 dicembre 1832 — 25 gennaro 1848.
Il Presidente del Governo Veneto con decreto (5 dicem-
bre 1832, in obbedienza agli ordini emanati dal vicerò, avuto
riguardo alle altre provincie disila Monarchia, istituì presso il
Governo una Commissione, la quale sotto la presidenza del re-
- 225 -
ferente del commercio, doveva discutere gli oggetti più im-
portanti del commercio, dell' industria, e dell' economia rurale.
Questa Commissione fu composta di due fra i più accre-
ditati proprietarii di fabbriche e stabilimenti d' industria na-
zionale, di alcune persone più esperte nella navigazione, e di
varii possidenti versati nell' economia rurale e nelle scienze
tecnico - economicbe.
Le sue attribuzioni erano :
aj la compilazione d' un prospetto statistico del commercio,
deir industria, e dell' economia rurale ;
bj la raccolta delle notizie sull' andamento del sistema dei
privilegi all' industria ;
cj le informazioni sui risultati dei mercati annuali, e la
produzione degli elaborati relativi ;
d) l'annua compilazione d'una relazione generale sullo stato
dell'economia rurale ; dell' industria e del commercio ;
sugli ostacoli cbe vi si frapponevano, e sui mezzi
affine di toglierli e promuovere il benessere na-
zionale.
Stanza 12 — buste 9, protocolli 1, indici 1.
Congregazione Centrale
1 febbraio 1816 — 10 Aprile 1848.
Affine di poter provvedere con esattezza e nelle vie regolari
ai desiderii e ai bisogni degli abitanti del Regno Lombardo
Veneto e mettere a profitto nella pubblica amministrazione i
lumi e i consigli che i loro rappresentanti potevano sommini-
strare a vantaggio della patria, S. M. con Sovrana Patente 24
aprile 1815 costituì nel Regno alcuni CoUegii permanenti,
composti di persone nazionali tratte da varie classi sociali.
A tale oggetto fu istituita una Congregazione Centrale a
Milano pel Lombardo, ed a Venezia pel Veneto.
Queste Congregazioni erano composte d' estimati nobili,
di estimati non nobili scelti dalla Provincia, e dai rappresen-
tanti le città regie ; erano presiedute dal Grovernatore.
15
Ogni provincia proponeva un individuo per ciascuna delle
due prime classi, e la nomina d' essi era riservata all' Impera-
tore. Duravano in carica sei anni, ed ogni tre anni se ne rin-
novava la metà, godevano un annuo assegno di fiorini 2000 e
prestavano il loro giuramento nelle mani del Governatore,
cui oggetti di loro attribuzione erano :
a) il riparto e V incasso delle contribuzioni stabilite ;
6) le operazioni censuarie.
e) V esame delle entrate e delle spese, ed il determinare a
chi stessero a carico le seconde ;
d) il riparto e conguaglio delle prestazioni militari ;
e) l'ispezione e direzione dei lavori d'acque e strade;
fj la sorveglianza ed amministrazione degli stabilimenti di
pubblica beneficenza.
In seguito al decreto del Governo Provvisorio della Repu-
blica di Venezia 31 marzo 1848, la Congregazione Centrale
fu soppressa nel 10 aprile seguente, e le furono sostituiti tre
Consultori per ogni provincia, scelti liberamente dal popolo.
Stanze 24 e 25
buste 846, protocolli 49, indici 41, numeriche 6, registri 3.
Congregazione Provinciale
1 febbraio 1816 a tutto marzo 1827.
Oltre alla Congregazione Centrale pel territorio Veneto,
esisteva in ciascuna provincia una Congregazione provinciale,
presieduta dal Delegato, e composta di otto, sei o tre membri,
secondo ch'essa apparteneva alla 1, 2 o 3 classe, i quali dura-
vano in carica sei anni, potevano esser rieletti, e la loro nomi-
na veniva confermata dalla Congregazione Centrale sopra una
terna. Prestavano giuramento nello mani del Delegato e ave-
vano eguali incombenze della Conf>:regazi()ne Centrale, ma
limitatament(* alla provincia, e subordinatamente a quella Con-
gregazione.
Stanza 67
buste 151, protocolli 30, indici 12, guide 10, registri 8.
— 227 -
Consolato di Sardegna
dal 1816 al 1859
poi d'Italia in Venezia fino al 1866.
Stanm^iAf)
buste 30, pacchi 95, protocolli 30, registri 49.
Consolato di Napoli e delle due Sicilie In Venezia.
1797 - 1866.
buste 39, pacchi 54, registri 74.
Viceconsolato id.
1815 - 1853.
buste 21, registri 6.
Costruzioni pubbliche (Direzione della)
12 aprile 1824 — 28 febbraro 1863.
Con Risobizione Sovrana 25 gennaro 1824, fu instituita
nelle provincie venete una Direzione delle pubbliche costru-
zioni, composta d' un Direttore e di tre Ingegneri aggiunti, il
primo pel ramo strade, il secondo pei fiumi, il terzo per la la-
guna, lidi e porti.
Questa Direzione fu installata il 12 aprile, ed assunse le
attribuzioni della disciolta Ispezione centrale.
Presso ciascun capo luogo di provincia risiedeva un In-
gegnere in capo, con ufficio proprio, chiamato Direzione Pro-
vinciale^ e tanto queste Direzioni quanto la succitata, dipende-
vano dalle rispettive autorità politiche locali, fino a che fu in-
stituita la Direzione Superiore in Verona.
Sciolta questa nel 31 Ottobre 1853, gli oggetti relativi
alle costruzioni idrauliche, stradali ed edilizie delle provincie
venete, vennero affidati alla Direzione veneta ed a quella di
Milano quelli della Lombardia.
Nel 1863 fii sciolta anche questa Direzione, e vennero
aperti due Dipartimenti in seno alla locale Luogotenenza, chia-
mati r uno Tecnico - Scientifico, V altro Tecnico Contabile.
Riguardo poi agli Ufficii provinciali e ai rispettivi Riparti
idraulici stradali, essi continuarono nella medesima sfera
Ki
I
j à^ortitvliia* tanto rispetto alle Regie Delegazioni,
..^»v»' -iilo ultjv autorità politiche e camerali. Soltanto nel
o;.»o v/iiaciv assoggettati alla Luogotenenza.
cuo L^Oy^ ^»rv>toeolli 152, indici 39, numeriche 39, guide 1 ;
mcifi'i sul jH^rsonale 5;
Miisx^j^ Stradale —pacchi 4 ;
W «»\ igazione 1851 - 53 buste 6 ;
tv. e wv^ 0 iH)utìuenti 1841 » 2 ;
Delegazione provinciale
1. febbraio 1816 a tutto il 1862. ^
Soppresse colla Patente Sovrana 7 aprile 1815 le Prefet-
ture 0 Viceprefetture, furono instituite nel 1. febbraro 1816 le
Delegazioni, e le Cancellerie del Censo , poi dette Commissa-
iHati Distrettuali con immediata dipendenza del Governo.
Le Delegazioni costituivano V autorità politico-ammini-
strativa nell' estensione del territorio loro affidato, ed esercita-
vano il loro potere immediato ed assoluto sulle Cancellerie del
Censo, sugli Ufficii municipali, sulle Congregazioni di Carità,
Licci, Ginnasii, Scuole normali. Ingegneri d' acque e strade.
Economi ecclesiastici, fabbricierie ecc., e in generale su tutti
gli Ufficii e gli impiegati soggetti alla tutela governativa, che
avevano un rapporto limitato alla periferia della provincia. Gli
affari sui quali le Regie Delegazioni esercitavano la loro auto-
rità erano :
I. Quelli che avevano rapporto colla costituzione politica e
colla integrità formale del proprio territorio ;
IL gli oggetti di religione e di culto;
III. la pubblica istruzione ;
IV. la beneficenza ;
V. la polizia;
< Gli atti dal 1863 all'ottobre 1866, noi quale cessò la Delejiraziono, si
custodiscono presso la R. Prefettura di Venezia.
- 229 —
VI. r ornato, ed i pubblici spettacoli ;
VII. r agricoltura, e V industria nazionale ;
VII! gli oggetti militari, ove però abbisognava la cooperazione
politica deir autorità ;
IX. la publica economia.
Le Delegazioni risiedevano nei capoluoghi di provincia ;
nel Veneto ve n'erano otto, e nove nella Lombardia.
Stanze 58 - 67
buste n. 5254, protocolli 563, rubriche 257, numeriche 47,
guide 1 ;
registri normali 2, altri registri 6;
Presidenza, buste 112, pacchi 14;
protocolli 26, indici 30 (stanza interna alla 180).
Delegazione (Economato)
1818 — 1824
Instituita nel 1816 la suddetta Delegazione fa eretto in seno
ad essa un Ufficio di Economia per Pamministrazione della Dele-
gazione e della Congregazione Provinciale, affine di provvedere
alla fornitura dei mobili e degli oggetti di cancelleria, di tene-
re la contabilità interna, di versare nella Cassa Provinciale (Ri-
cevitoria) gl'importi delle tasse d'Archivio e della Registratu-
ra, e di curare le riparazioni e manutenzioni dei locali d' Uf-
ficio.
Stanza 68 — pacchi 4.
Demanio (Direzione generale del)
1 luglio 1815, a tutto luglio 1830.
Nel 1 luglio 1815 fa instituita la provvisoria amministra-
zione generale del Demanio, Corona, Diritti uniti e Boschi,
per le provincie Venete residente in Venezia, allo scopo di
avere una Direzione che potesse regolare tutti gli oggetti de-
maniali pertrattati dai singoli Direttori Provinciali.
- 230 -
Ad essa pertanto fii affidata la sorveglianza :
aj su tutti i beni e le rendite del Demanio e Corona;
hj su quelle rendite delle quali esso Demanio e Corona era-
no semplici amministratori, indipendentemente da
qualunque proprietà, quali erano i fondi appresi a
sudditi assenti, le rendite delle mense e beneficii va-
canti, ed i sequestri ai debitori morosi ;
cj sulle diverse proprietà, stabili e mobiliari sottratte dal
cessato Governo italico agli emigrati debitori d' im-
poste, con vendite, cessioni, ed investiture;
dj su tutti i boscbi dello Stato, dei Comuni e degli stabili-
menti pubblici dai quali esso percepiva una rendita
pei regolamenti d'amministrazione, mentre sui bo-
schi privati esercitava unicamente l'alto dominio;
ej su tutti i beni della Corona, tranne i palazzi reali di Ve-
nezia e Strà, che continuarono ad esser diretti da un
. agente sotto la dipendenza del Governo.
Tutti gli aflfari burocratici di tale Direzione erano distri-
buiti nelle seguenti Divisioni e Sezioni.
1. Amministrazione propriamente detta che abbracciava
le sezioni :
1. del Bollo -Carta, e Diritti uniti;
2. del Demanio -Corona e Boschi;
3. della Cassa d'Ammortizzazione;
4. della Segretaria.
IL Ragioneria con quattro Sezioni per la parte contabile-
Per r amministrazione poi dei boschi, si ora costituita in seno
ad essa Direzione, un Ispezione pur generale dei Boschi e Fab-
briche, composta d' un Ispettore e di un Archivista delle Map-
pe, per gli affari del Bollo un'altra Sezione denominata Ufficio
Centrale del Bollo^ composta d'un Direttore di un Magazzinie-
re, un Controllore ed un Capo bollatore.
Nel 13 aprile 1816, da amministrazione provvisoria ch'era,
divenne Direzione Generale del Demanio^ Corona e Boschi^ in so-
stituzione delle Amministrazioni : Bancale-Demanio, Corona, Bo-
schi-Tabacchi e Bollo, che cessarono col 30 marzo di quell'anno.
281 —
Stanze 87 e 99
1815 — 19 buste 846, protocolli 42, rubriche 13, registri 23
1820 — 24 » 1263 » 62 » 15 » Il
lg25 — 30 » 1234 » 80 » 18 » 9
1815 — 19 massime 159
1820 — 24 » 80
1815 — 30 buste 47 affittanze e contratti per le partite de-
maniali.
1551 [sic) — 1827 buste 1 oggetti di massima.
Prbsidenza
1815 — 30 buste 82, protocolli 10, indici 1, registri 4.
Economato
1818 — 1829, protocolli 10, rubriche 10.
Commissione pel realizzo dei crediti arretrati.
Stanza 99 — 1823 — 1824 protocolli 1.
Commissione per le restanze italiche.
Stanze 15 e 174
1806 — 1830, buste 25, protocolli 3, indici 1.
Demanio (Ispettorato del)
1 luglio 4815, a tutto luglio 1830.
Nel 1815 col decreto Presidiale 13 giugno furono costi-
tuiti in Direzioni del Demanio gli Ufficii di Padova e di Trevi-
so, ritenute quelle di Udine, Verona e Venezia, riservandosi di
istituirle a Vicenza e a Rovigo, e tenuto fermo per allora, che
Vicenza dovesse dipendere dalla Direzione di Verona, e Rovigo
da Padova.
Queste Direzioni chiamate poi Ispettorati, dipendevano
dalla Generale, e la loro azienda era circoscritta alle provincie
ad esse affidate.
La Direzione di Vicenza fu poi instituita nel 29 agosto
deir anno stesso, e quella di Rovigo andò in attività nel 24
gennajo 1816,
- 232 —
Stanze l&l — 168 e 169
buste 940, protocolli 77, rubriche 21, guide 1.
Prbsidbnza
1814 - 1823 — buste 3.
Demanio (Economato per la vendita dei beni del)
1806 — 1830.
Soppressa col decreto 10 marzo 1808 dell'Imperatore Na-
poleone I. la Direzione del Demanio nel Dipartimento dell' A-
driatico, fu nominato dal Ministero delle Finanze in Milano
un Economo, il quale assistito da un Ragioniere e da un Ar-
chivista e facendo parte dell' Ispettorato Generale delle Finan-
ze, esercitasse tutte le funzioni attribuite al Direttore del De-
manio, coir incarico speciale di custodire e venderne tutti i
beni.
Stanza 99 — buste 28, indici 1.
Dogane (Direzione generale delle)
1 gennaio 1816 — 31 luglio 1830.
• Sciolte per decreto 13 aprile 1816, le diverse amministra-
zioni, fu costituita la Direzione Generalp delle Dogane, privati-
ve e Dazio Consumo, divisa nei cinque riparti :
1. Dogane
2. Dazio consumo
3. Sali, polveri e nitri
4. Tabacchi
5. Forza armata.
Il Direttore era assistito da un Segretario, ed altro Diret-
tore aveva le ispezioni di dettiiglio nella fabbrica dei tabacchi.
La Ragioneria, presieduta da un Capo Ragioniere, era com-
posta anch'essa di 5 Sezioni.
Il territorio soggetto alla giurisdizione della suddetta ma-
gistratura era tutto il Veneto, e perciò tutti gli Ufficii delle 8
Provincie dipendevano immediatamente da essa.
— 233 —
Sla^ 172 - 175.
buste 1069, protocolli 170, indici 70, numeriche 73, registri 42.
Presidenza
buste 159, protocolli 10, indici 7, registri 3.
Commissione per gli arretrati
Stanza 175
1823 . 1830.
buste 56, protocolli 9, indici 2, numeriche 2.
Commissione liquidatrice dei crediti di finanza
Stanza 174
1815 . 1819.
buste 87, protocolli 7, indici 2, registri 9.
Economato
1815 - 1830.
protocolli 20, indici 4, registri 6.
Fabbriche (Ufficio alle)
1818 - 1826.
La custodia e direzione delle fabbriche erariali nelle Pro-
vincie Venete, fii appoggiata alla Direzione Generale del De-
manio, che provvedeva alla conservazione di esse, sempre però
in dipendenza degli ordini impartiti dal Governo.
A tale scopo la Direzione aveva sotto di se un Ufficio spe-
ciale, composto d'un architetto, un aggiunto ed un dis^natore.
Quest'Ufficio aveva sotto la sua ispezione tutte le febbri-
che pubbliche, esclusi i palazzi Reali e i locali del Grenio Mili-
tare ; doveva raccogliere i materiali per formare un catasto
generale, prestarsi alla rilevazione dei fabbisogni di costru-
zione e riparazione ed alle nozioni richieste daUe Autorità
superiori.
In ogni provincia eranvi uno o più Ingegneri di ciò inca-
ricati.
Stanza 87 — buste 26.
- 284 -
Feudi (Commissione ai)
dicembre 1819 a tutto 1845.
affine di garantire legalmente nel Regno L. V. i diritti e i
titoli spettanti ai privati sui beni feudali, con Sovrana patente 3
maggio 1817, pubblicata in Venezia nel 2 maggio 1818, furono
chiamati tutti coloro che possedevano beni e redditi feudali di
qualunque specie, derivanti da collazione mediata od imme-
diata del Principe o dello Stato, a farne formale denunzia,
entro 4 mesi, ai rispettivi Governi di Milano e Venezia col ter-
mine perentorio a tutto gennaio 1823.
Stanza 187 — buste 101, protocolli 12, indici 4, registri 15.
Finanza [Oivdizio Superiore di)
15 aprile 1836 a tutto maggio 1849.
Attivata la nuova legge penale sulle contravvenzioni di
Finanza, decretata TU luglio 1835, e che doveva aver vi-
gore col 1 aprile 1836, fu costituito un Giudizio Superiore
di Finanza in Venezia, composto del Presidente d' Appello, di
4 Assessori tolti dai Consiglieri pure d' Appello, di altri 4 del
Magistrato Camerale, e di due protocollisti di Consiglio, uno
ordinario V altro straordinario.
Furono pure istituite alcune Giudicature di Finanza pres-
so le Intendenze provinciali, composte di 4 assessori, tratti
dai Consiglieri Criminali, e d'altri 4 fra gli Impiegati di con-
cetto delle stesse Intendenze.
Lo scopo di tali Magistrature era di giudicare in II istanza,
tutte le contravvenzioni alla legge di finanza, che por lo pas-
sato venivano giudicate dalle Intendenze e dal Magistrato Ca-
merale.
Stanza 28 — buste 52, protocolli 4, indici 3.
235 -
Finanza (Intendenza prov. di)
1814 — 1851.
Le Intendenze provinciali di Finanza continuarono^ come
sotto il regime italico, a dirigere, ciascuna per la rispettiva
provincia, V azienda delle pubbliche entrate e del tesoro, colle
stesse norme ed attribuzioni.
Stanne 104-113 — buste 2997, protocolli 524, rubriche
129, numeriche 37.
Presidenza
1806 — 1824.
Stanze 9 ed 1 1 — buste 80, registri 25..
Ragioneria
1814 — 1832.
Stanze 9 e 12 — buste 254, registri 33.
Contravvenzioni
1838 — 1856.
Stanza 9 — registri 88.
Finanza e Demanio (Intendenza in Rovigo)
26 gennaro 1816 al 1862.
La provincia di Rovigo prima soggetta all' Intendenza di
Padova 1 dicembre 1815-25 gennaro 1816) si costituì in
amministrazione provvisoria nel 26 gennaro 1816) e conti-
nuò fino al 23 maggio 1818, epoca in cui le fu unita anche
la parte demaniale, e perciò fu denominata:
Intendenza provinciale di Finanza e Demanio.
La sua gestione era uguale a quella di tutte le altre, e
suo superiore immediato era il Magistrato Camerale.
Stanze 9, 10 ed 11 — buste 505, protocolli 256, rubriche
62, numeriche 6, guide 17.
Atti Riservati
1830 — 1867.
xUfffffji^ 1 0 — kiisto 50, protocolli 12, rubriche 6.
Ufficio dei Bollettari
1829 — 1847.
ìnAìci h n^ìstri 9.
Finanza {Senato Governativo di)
« mapgio 1816 — 31 luglio 1830.
Il <>rt>wrno tli Vonozia, per effetto della notificazione 13
april<^ ISUV fu diviso in due Sezioni: Senato Politico, Senato
<^^xv^w^^i^^^ <li Finanza, entrambe presiedute dal Governatore.
U So«ttto di Finanza concentrava, in istanza superiore ed
A)tfANlul(i« r ispezione su tutti gli affari finanziarii - camerali,
Ws^l omHUìiUrio assegnato al Governo.
l**^ mutorie di attribuzione di questo Senato erano spe-
v^^^Uuouto: Imposte indirette - Diritti demaniali - Beni della Co-
VNum t^ do! Demanio -Regalie- Fabbriche erariali - Oggetti Mon-
t^uintioì 0 Monetari - Lotto - Poste - Oggetti fiscali e stabilimenti
di ortnlito pubblico - Debito dello Stato - Sovvenzioni, rimuue-
ia/.ùmi, e pensioni - Dotazioni del militare e di altre autorità -
TiìhIo dello Stato - Casse e Personale finanziario.
INni' (juanto concerneva le imposte dirette, esse apparte-
uovHUi» alla Sezione politica, di pieno accordo però col Senato
di Kimmza.
(?esHÒ per T istituzione del Magistrato Camerale, avve-
uuta nel 1830.
Stanza 28 — buste 1710, protocolli 171, indici 15, rubri-
rho (5.
Finanze indirette [amministrazione delle)
0
Bancale amministrazione provvisoria
25 aprile 1814 — 26 aprile 1816.
L'amministrazione provvisoria pei Sali, Tabacchi, Dogano,
Dazio Consumo Murato e forense, dal 25 aprile al 31 ottobre
1814, trovasi unita all' Amministrazione provvisoria generale
per le Finanze indirette dal 1 novembre 1814 al 15 luglio
1815, e quest' ultima è compenetrata nella Bancale ammini-
strazione di Finanza, dal 16 luglio 1815 al 26 aprile 1816,
epoca in cui furono riunite tutte queste amministrazioni in
una sola chiamata Direzione Generale delle Dogane.
Stanza 174
Amministrazione Provvisoria generale per le finanze indirette
1 novembre 1814 — 15 luglio 1815.
Buste 42, protocolli 5, indici 4.
Bancale Amministrazione di finanza
16 lugUo 1815-26 aprile 1816.
Buste 81, protocolli 10, indici 4.
Bollo carta {Amministrazione del)
1 novembre 1814, a tutto maggio 1816.
Buste 23, protocolli 3, indici 3.
Diritti Uniti {Amministrazione dei)
7 gennaio 1815 a tutto maggio 1816.
Buste 10.
Fiscale Ufficio Centrale
1 luglio 1815 -a tutto 1849.
Essendo stabilito che col 1. luglio 1815, dovesse esser
posto in attività, il Regolamento giudiziario civile Austriaco,
il Governo Generale ordinò Y istituzione provvisoria d' un Uf-
ficio Fiscale Centrale in Venezia, e destinò allo scopo mede-
simo un Aggiunto Fiscale in ognuna delle altre città, capi-
luoghi di provincia.
Le attribuzioni, tanto dell' Ufficio Centrale, quanto degli
aggiunti provinciali, erano di tutelare i diritti del R. Erario,
e per conseguenza il Fisco era obbligato ad intervenire alle
- 288 —
Corti di giustizia e ai Tribunali, tanto quale attore, che come
reo convenuto, a nome di esso Erario.
Era tenuto d' informare il Governo dell' andamento delle
cause, e proporre un motivato rapporto se o meno conveniva
procedere nella lite, sopirla con una convenzione, od annullarla.
Instituiti i Giudizii provinciali di finanza (1836) cessa-
rono gli Aggiunti fiscali provinciali, ad eccezione di quello di
Verona, che fu ritenuto quale rappresentante V Erario militare
presso il Giudizio Superiore Militare colà stabilito.
Stanze 76 e 77.
buste 1229, protocolli 109, indici 47, registri 3.
Francia (Commissione "pei crediti verso la)
27 maggio 1815 a tutto 1817.
Pel trattato di pace firmato a Parigi il 30 maggio 1814, e
per l'efietto dell' articolo 19.® di esso, fa nominata in seno al
Governo veneto una Commissione allo scopo di rivedere e liqui-
dare i crediti dei privati verso il cessato Governo francese.
Tale Commissione cessò, avendo esaurito il proprio compito.
Stanza 12 — buste 4, protocolli 1.
Genio (Dipartimento Governativo del)
1843 . 1849.
S. M. con risoluzione 18 marzo 1843, approvò lo sciogli-
mento del Dipartimento del Genio (Fabbriche) presso gli Ufficii
provinciali di Contabilità, e col primo maggio dell' anno stesso
stabilì che passasse all' immediata dipendenza del Governo, per
quanto risguardava gli oggetti puramente tecnici.
Da allora la Direzione delle Pubbliche Costruzioni, anzi-
ché dirigere i progetti e i collaudi alla Contabilità Centrale,
col proprio parere, dovette avanzarli al Governo, il quale deci-
deva, dopo sentito il parere del Dipartimento del Genio.
Questo Dipartimento fu soppresso in seguito alla istitu-
zione della Direzione Generale delle Pubbliche Costruzioni in
Verona, quantunque fosse stato sospeso col decreto 1. aprile
1848 del Governo provvisorio.
Stanza 24 — buste 10.
Ginnasi (Direziom Oenerale dei)
1823-1859.
Al Governo spettava la direzione e la sorveglianza sui
Ginnasii pubblici delle Provincie Venete.
Il Delegato era il Direttore di tutti i Ginnasii esistenti
nella propria Provincia, e a lui spettava la proposta del Vice-
direttore e del Prefetto di ciascuno di essi, esclusi quelli Ve-
scovili.
Il Direttore Generale era contemporaneamente direttore
locale per quelli di Venezia, onde fu sollevato di tale direzione
il Delegato, e doveva aiutare colle sue cognizioni il referente
del Governo nelP amministrazione, di cui era incaricato.
Doveva infine visitare, almeno una volta ogni tre anni,
tutti i Ginnasii del Veneto, e farne relazione al Governo.
Stanza 177 — buste 455, protocolli 25.
Governo Veneto
8 novembre 1813 — 22 marzo 1848.
Air arrivo delle truppe austriache dal Tirolo italiano e
dalle Provincie Illiriche in Italia, fa emanato dal Quartier Ge-
nerale in Trento nell' 8 novembre 1813 un editto del barone
di Killer, col quale farono dichiarati provvisoriamente perma-
nenti gli ex dipartimenti italici colle loro divisioni in Distretti,
Cantoni e Comuni ; confermati provvisoriamente gli impiegati
regii e comunali, i Consigli generali distrettuali e comunali -
e l'amministrazione delle provincie o dipartimenti venne affi-
data agli stessi Prefetti i quali dovevano carteggiare diretta-
mente col barone di Hiller e formò il così detto :
/. H, Commissariato Civile dei dipartimenti italiani
dal 21 novembre a tutto dicembre 1813.
- 240 —
Giunto il 18 dicembre 1813 S. A, il Principe Enrico XV
di Reiiss Plauen a Venezia in qualità di Governatore Civile Mi-
litare di S. M. r Imperatore d' Austria Francesco I., tutti gli
Ufficii dipendettero da lui e dovettero dirigergli il loro carteg-
gio, che prima trasmettevano al detto Commissariato, per tal
modo soppresso.
In forza poi d'una convenzione fatta fra i comandanti
generali in capo delle armate austro-francesi, la città di Vene-
zia nel 20 aprile 1814 fu occupata stabilmente dalle armi au-
striache, e il suddetto Principe assunse il nome di :
Oo^ematore Oenerale Civile e Militare $ Italia in Padova
dal 21 aprile 1814 al 15 giugno 1815.
Per Sovrana patente 7 aprile 1815 le provincie Lombardo-
Venete in tutta la loro estensione fino al Lago Maggiore, ai
fiumi Ticino e Po, quella porzione del territorio Mantovano che
è situata sulla riva destra di quest' ultimo fiume, la Valtellina,
e le contee di Chiavenna e Bormio, furono erette in Regno col
titolo di LomAardo- Veneto rappresentato da un Viceré (prima
l'Arciduca Antonio fratello di Francesco I. nominato il 7 marzo
1816, poi r Arciduca Rainieri altro fratello dello stesso, nomi-
nato il 3 gennaio 1818).
Questo Regno così rappresentato, fu diviso in due territorii
governativi separati dal Mincio, la parte alla destra di esso fu .
chiamata Oovemo Milanese (sic) quello a sinistra, Goveìmo
Veneto.
Ciascuno di questi due Governi fu diviso in provincie,
distretti, comuni, e frazioni.
Le Provincie venete erano otto, le lombarde nove.
Nel territorio di ciascun Governo la direzione generale di
tutti gli affari venne affidata ad un Governator(\ e ad un Col-
legio (Consiglio) governativo, clic risiedevano rispettivamente
in Milano ed in Venezia, ed esercitavano il loro ufficio colla
dovuta dipendenza dagli Aulici Dicasteri a \ icuina, e dal Viceré
obbligato a risiedere sei mesi nella prima città, e sei mesi in
questa.
Stanze 82 - 84
1813 - 1814, buste 266, protocolli 16, indici 7.
1815 » 336, pacchi 3, protocolli 20, indici 3, guide
1, registri 3. «
1816 - 1818, » 808, pacchi 6, prot. 52 » 7, rubri-
che 29, registri nmmdLi 1.
St4ime 83, 84 - 31.
1819 - 1824, buste 1266, pacchi 14, protocolli 73, indici 12,
rubriche 54, registri 4, registri wyr-
malto.
1824. Matricola degli invalidi della Marina mercantile pel sus-
sidio giornaliero.
Stanze 30 - 32.
1825 - 29, buste 805, pacchi 12, protocolli 60, indici 10, rubri-
che 23, registri normali 5, numeriche 1.
1825 Progetto Japelli pel ristauro dell'Università di Padova.
1830 — 1834, buste 982, pacchi 10, protocolli 60, indici 10,
rubriche 21, registri normali 4.
1835 — 1839, buste 1136, pacchi 10, protocolli 60, indici 10,
rubriche 23, registri normali 4.
1838 Progetto Milani per la strada ferrata jfra Milano e Ve-
nezia.
Stanze 31, 83 e 84
1840 — 1844, buste 1156, pacchi 8, prot. 60, indici 10, rubri-
che 21, regiistri normali 3.
Stanze 81, 82
1845 — 1849, buste 1032, pacchi 14, protocolli 49, indici 8,
rubriche 22, registri normali 2.
Stanza 13
1841 — 1857 Ordini di pagamento, buste 86.
Stanza 12
Ufficii d'ordine
21 marzo 1814 — 1 febb. 1847
buste 63, protocolli 4, indici 3, registri 1
Stanze 49, 50
16
-- 242 -
Presidenza
24 nov. 1813 — 22 marzo 1848.
buste 1366, pacchi 8, prot. 169, ind. 27, guide 32, rub. 1.
Sezione ai passaporti per V estero
3 giugno 1839 — 10 gennaio 1847.
pacchi 10, protoc. 8, indici 7.
Istituti Pii {Ingegnere degV)
daU' ottobre 1835 al 6 luglio 1857.
La R. Delegazione alla quale spettava la tutela degli Isti-
tuti pii, e di pubblica beneficenza, doveva provvedere alla
buona amministrazione, nominare l'Ingegnere incaricato dei
ristauri delle proprietà immobiliari di essi, e rivederne To-
perato.
Tale Ingegnere riconosceva nella Delegazione T unica au-
torità immediata fra se e la Direzione dei pii istituti, né poteva
senza il consenso della prima, dar ascolto alla Direzione.
Stanza 67 — buste 6, protoc. 1, ind. 1.
Liceo Convitto di S. Caterina in Venezia
(Direzione Superiore del)
dal 1. gennaio 1848 a tutto novembre 1860.
In base al regolamento del 1833 parte I articolo 4, il De-
legato Provinciale era il Presidente del R. Liceo Convitto di
S. Caterina, e perciò presso di esso doveva custodirsi tutto il
carteggio concernente la direzione Superiore del Liceo Con-
vitto. Era assistito da due membri scelti dal Governo.
Tuttavia ciò non ebbe luogo dal 1833 a tutto il 1847,
giacché i due membri d' allora esclusero col fatto qualunque
ingerenza in tale amministrazione per parte del Delegato, (^
tennero presso di essi tutta la corrispondenza.
Nominato a reggere la Provincia un nuovo Delegato, ri-
scontrando egli in tale materia qualche* iiiconv(*niente, termo nel
- WS —
proposito di non deviare dai doveri impostigli dal snllodato re-
golamento, volle ed ottenne, che il Governo con decreto 4 di-
cembre 1847 n. 44651, ordinasse a quei membri la consegna
di tutti gli atti alla Delegazione, con incarico di risiedere nei
locali di essa, ond' essere sempre alla portata di consultare col
Preside.
Non si ha alcuna traccia degli atti anteriori al 1848.
Stanza 177 — buste 18, prot. 1, registri 7.
Lotto [Ispettorato — poi Direzione del)
l. aprile 1814 — 21 marzo 1848, e dal 1850 al 1852.
Sospeso per l'editto 8 novembre 1813 del barone di Hiller,
il giuoco del Lotto, fii riattivato per decreto 18 marzo 1814 di
Enrico XV Principe di Reiiss - Plauen.
Sulla base del Regolamento 30 luglio 1813, e delle rela-
tive istruzioni a stampa 30 agosto successivo, l'Ispettore del
Lotto assunse nel 1. aprile 1814, le relative incumbenze con
residenza interinale a Padova e poscia a Venezia, onde in quel
giorno, tutti i ricevitori dei varii Dipartimenti assunsero le
loro funzioni nelle stesse Comuni e località del cessato regime
italico; e nel 1816 con notificazione del Governo 13 aprile,
questo Ufficio fu denominato Direzione del Lotto in Venezia.
Il giuoco del lotto venne sospeso dal Governo Provvisorio che
lo considerò immorale, e ripristinato dal Governo Austriaco.
Stanze 9 e 18.
pacchi 461, prot. 70, indici 25, rubriche 29.
Marina {Boschi delle Agenzie delV Istria e del Veneto
della BegiaMarina).
14 gennaio 1814 a tutto ottobre 1843.
I due agenti forestali della R. Marina, uno pei boschi del-
l' Istria, r altro per quelli del Veneto, avevano la sorveglianza
sui tagli e curazioni di essi e ne ricevevano i rapporti giorna-
lieri dai varii custodi.
- S44 -
Questi agenti prendevano gli opportuni concerti coi Con-
servatorati dei Boschi dell' Istria, della Dalmazia, e del Veneto
(in Treviso) ed assoggettavano il loro operato alla Presidenza
deir Arsenale dalla quale immediatamente dipendevano.
St/ima 16 — Agenzia per l'Istria — buste 56.
Agenzia pel Veneto — buste 37.
Militare fOommùsione Centrale di Leva)
34 dicembre 1820 — 13 novembre 1831.
Colla sovrana patente 17 settembre 1820 al § 51 fu insti-
tuita una Commissione governativa, e per decreto del Gover-
no 19 dicembre successivo, venne composta del Governatore,
del Generale d' Artiglieria, del Vicepresidente di Governo, del
Relatore in oggetti militari, del Commissario di guerra, e del
Chirurgo in Capo militare, e tenne la prima seduta nel 23
stesso.
Aveva per iscopo di proporre una nuova forma di regola-
mento che avesse dovuto servir di base alle autorità civili e
militari pel giudizio sulle imperfezioni fisiche dei coscritti, e
di fissare le istruzioni da diramarsi alle autorità subalterne per
r esecuzione della leva militare, sulla base del regolamento 30
settembre 1814.
Erano poi incaricate della leva militare le singole Delega-
zioni provinciali, che tenevano nel loro Ufficio la lista di coscri-
zione, ed i protocolli d' assento.
Stanza 12 — buste 36, protocolli 11, indici 5.
Sta7ize 67, 68
liste di coscrizione e protocolli d' asse/ito
1814 — 1816, e 1820 — 1847 pacchi 34.
Militari {Cmnmissione alle preslazioni)
10 aprile 1822 — 15 maggio 1849.
Gli studi e le proposte por la liquidazione e il pap^amento
delle somministrazioni fatte dalle provincio v(uiete al Militare,
- 245 —
durante la guerra del 1813-14, spettavano alla Congrega-
zione Centrale ed al Governo.
Trasmesse a S. M. quelle proposte, furono in seguito sta-
bilite alcune norme, e per applicarle la Cancelleria Aulica riu-
nita ordinò, che si istituisse apposita Commissione, il compito
della quale era di compensare tutte le somministrazioni mi-
litari appoggiate a titoli di diritto privato come :
1. i prestiti in danaro;
2. le forniture con contratti;
3. le requisizioni non tacitate.
Nel 22 gennaro 1822 venne deciso, che riconosciuta la
somma totale del debito, alla tacitazione delle pretese per pre-
stazioni militari, dovessero concorrere tutte le provincie venete
occupate dallo truppe imperiali, e fu proposto un prestito da
ripartirsi sulle stesse provincie sotto garanzia dello Stato, estin-
guendo capitale ed interessi con un'imposta addizionale.
Stanza 13 — buste 82, protocolli 7, registri 22.
Pace (Giudicature di) e
POLFTICI fOiudiziiJ.
Ritenute in generale le due Giudicature di Pace nei va-
rii distretti come lo erano nell' epoca italica, vennero aflBdate
ad esse le incombenze di polizia, in modo che ciascuna nel
rispettivo circondario nel quale avesse avuto luogo qualche
trasgressione, doveva esaurirne la procedura e pronunciarne
il giudizio nei casi e colle forme additati dal Codice sulle gravi
trasgressioni politiche, attivato nel luglio 1814.
Invece nelle città capoluoghi di provincia, furono con No-
tificazione governativa 19 dicembre 1817, eretti alcuni Giudi-
zii Politici, affine di giudicare sulle gravi trasgressioni di poli-
zia, onde in Venezia si ebbero:
due Giudicatwre dipaceipeì processi sommari civili dal 5
luglio 1815 a tutto 1816.
due giudizii politici per le gravi trasgressioni di polizia, dal
1815 al 31 maggio 1832.
. - 246 -
A ciascuna di esse Giudicature e dei Giudizi fa assegnato
il circondario, che ebbe per linea di demarcazione il Canal
grande come sotto il regime italico.
Starna 178
Giudicature di Pace
L Circondario buste 47, protocolli 6, indici 9, registri 1.
II » pacchi 14.
Per le Giudicature di Pace di Murano e Burano a tutto
1818, vedi I. Epoca italica.
Stanza 154
GlUDIZn POLITICI.
I. Circondario buste 53^ protocolli 55, indici 27, r^. 2.
IL » » 6, » 25, » 4.
Murano 1807 - 1825, buste 6, protocolli 1 ^
Burano 1807-1818, » 5 «
Passaporti Marittimi
1817-1825.
Il Capitano del Porto doveva rassegnare al Governo tutte
le domande di passaporti marittimi, corredate dei seguenti al-
legati :
aj Certificato del costruttore del Legno;
6J » di misurazione » »
cj » di nascita e domicilio del proprietario;
dj atto d' acquisto ;
ej giuramento del proprietario sulla qualità del Legno;
fj certificato di nascita e domicilio del padrone;
gj » di autorizzazione al padroneggio;
kj atto di giuramento del padrone.
* Per Sovrana risoluzione 23 luglio 1824 Murano coi suoi circondarii
passò sotto la giurisdizione della Pretura di Venezia (1. gennaio 1825).
^ Il giudizio politico di Burano nel 1818 fu concentrato in quello di Mu-
rano, il qual ultimo passò sotto la Pretura di Venezia.
- 247 - -
In base a tali allegati il Governo rilasciava o nò il chie-
sto passaporto.
Stanza 12, — buste 6, indici 1.
Polizia (Direzione generale di)
1 ottobre 1814-31 marzo 1848.
L' Autorità Superiore di Polizia nel territorio veneto era
la Direzione Generale^ presieduta da un Direttore, nel tempo
stesso Consigliere di Governo.
Nel suo seno eranvi un Ufficio di Revisione dei libri e
stampe, e un Commissario per gli stampati esteri presso la
Dogana della Salute.
Immediatamente a lei soggetti, erano i Commissariati dei
Sestieri e i due Commissari, uno alla Stazione di terra, l'altro
a quella di mare.
La Direzione in generale amministrava la polizia nelle
Provincie Venete, ed era rappresentata da tanti Commissarii
Superiori, quante erano le provincie : dipendeva dal Governo
e dal Dicastero Supremo in Vienna.
Il Commissario superiore era il referente di polizia presso
le Delegazioni provinciali, ma sempre in dipendenza della Di-
rezione Generale.
Tutte le leggi e le istruzioni anteriori, furono confermate
colle conseguenti del 24 novembre 1813, e del 14 novembre
1814.
L' attività della Direzione generale era rivolta a preve-
nire i delitti, tutelare la sicurezza personale e la proprietà,
mantenere l'ordine, il costume pubblico, il rispetto alla reli-
gione ecc.
Stanze 68 e 72, — buste 1815, protocolli 325, indici 131.
Guardia civile di pubblica sicurezza o satellizio
Stanza 72 —
1818-1833.
Ruoli delle paghe 1829-33, buste 5.
- 248 -
Protocolli dal 4 gennaio 1818 al 13 settembre 1122,
protocolli 6.
Guardia Militare
28 marzo 1814-16 marzo 1848.
buste 35, protocolli 5, indici 1, registri 1.
Polizia marittima (Commissariato di)
maggio 1814 al 1841.
L'incaricato della Polizia . marittima, residente presso il
Magistrato di sanità, aveva l'obbligo di accompagnare al Gk>-
verno generale l'elenco dei bastimenti entrati ed usciti dal
Porto, denunciando e facendo tradurre ad esso tutte le persone
dell' equipaggio, ree o sospette di diserzione o di altri delitti, o
mancanti delle necessarie carte di via ; doveva infine eseguire
la leva di mare per le città di Venezia e Chioggia, per la Dal-
mazia e r Albania.
Stame 9 e 14 — buste 35, protocolli 17, rotoli 1.
Porto (Capitanato del)
17 marzo 1808 a tutto 1828.
I lavori relativi alla costruzione, riparazione e conserva-
zione dei porti per gli usi del commercio, spettavano alla Dire-
zione Generale delle acque e strade in Milano, dipendente dal
Ministero dell'Interno; quelli concernenti le rade, i porti mi-
litari, i forti, le batterie, ed altre opere difensive, erano di at-
tribuzione del Ministero della Guerra e Marina, e per conseguen-
za i Capitani, Luogotenenti, ed altri Impiegati formanti la Ca-
pitaneria del Porto, dipendevano da ambedue questi dicasteri.
Stanza 16 — buste 65.
- 249 -
Poste (Direzione generale e Rovine, in Milano) *
1800 — 1849
e Direzione Provinciale di Venezia
1814 — 1856.
Le Poste in Milano furono per lungo tempo amministrate
da un Corriere maggiore^ che corrispondeva col Governo Gene-
rale dello Stato in Milano e col Supremo Consiglio denominato
di Spagna in Vienna fino al 1736, epoca in cui, tornato il Go-
verno Austriaco , le Poste furono affidate ad un Gran Cam,-
celliere.
Subentrato poi il Governo italico, fu creata una Direzione
Generale nel Regno d'Italia, la quale venne ridotta a Direzione
delle Prov. Lombarde nella successiva epoca austriaca.
La Direzione Superiore di Venezia fu pur essa costituita
in Direzione delle Provincie Venete fino dal 1816, e in base ai
regolamenti del 1822 ed alle istruzioni del 1832, ambedue fu-
rono sottoposte air immediata dipendenza dell' Aulica Ammini-
strazione Superiore in Vienna, dei Governi territoriali, e dei
rispettivi Magistrati Camerali.
Gli oggetti di loro attribuzione erano :
aj le poste lettere;
bj le poste cavalli ;
cj i corrieri, le stafiette, i pedoni, le diligenze^ e le mes-
saggerie di terra ed acqua ;
dj le convenzioni cogli Ufficii di Posta esteri.
Sotto la loro dipendenza immediata trovavansi gli Ispet-
tori, Amministratori, Commessi, Mastri di posta, ecc., compre-
si nel territorio governativo.
Nel periodo del Governo provvisorio, assunsero il titolo di
Consiglio Nazionale delle Poste, ma nulla fii innovato nelle
loro attribuzioni.
^ Questo Archìvio non ha alcun rapporto colle proTlnde Tenete, e potrà
venir trasmesso alla Direzione degli Archivi! Governativi in Milano. — Vi si
trovano atti di massima fino del secolo XVII.
- 250 -
Archivio Lombardo.
Stanza 18
buste 364, protocolli 100, indici 70, numeriche 31, registri 9,
Archivio Veneto.
Stame 169 — 172
buste 2066, prot. 54, ind. 39, num. 9, registri 48.
Preture Civili e Penali
2 marzo 1818 al 1863.
Nei capiluoghi di provincia, v'erano Preture urbane le
quali esercitavano giurisdizione nel distretto del Tribunale di
prima istanza.
Nella città di Venezia, ve n' erano due secondo i due cir-
condarli di qua e di là del Canal Grande colle isole prospicienti.
Tanto le Preture Urbane, quanto le forensi, esercitavano
nel loro distretto la giurisdizione in affari civili, ad eccezione
di quelli relativi allo scioglimento di matrimonii, e contro le
Comunità e corporazioni (considerate come persone morali),
quelli di commercio, e gli affari di contrabbando, che erano de-
voluti ai Tribunali suddetti.
Le Preture urbane non avevano alcuna ingerenza negli
affari di volontaria giurisdizione o co7icorsi\ mentre le forensi
abbracciavano queste attribuzioni.
Negli affari criminali, entrambe potevano esser delegate
dai Tribunali, sottomettendo però ad essi gli atti pel giudizio.
I due Comuni di Murano e Burano appartenenti al I.'*
distretto di Venezia, furono costituiti in Pretura con sede in
Murano, sicché la Provincia di Venezia comprendeva due Pre-
ture Urbane, una suburbana, e sette forensi.
Tutte queste Preture furono istituite con notificazione
governativa 4 febbraio 1818, e cessarono in tal guisa tutte le
Giudicature di Pace, rimanendo però i singoli Giudizii politici.
Per Sovrana risoluzione 23 luglio 1824, vennero sopj)resse
nel Veneto molte Preture, fra le quali quella di Murano, che col
1. gennaro 1825 fu concentrata con, quella di Venezia.
~- 251 —
Nel 1. giugno 1832 in base alle Sovrane risoluzioni 7 feb-
braio 1825, 15 luglio 1827, e 20 dicembre 1830, fu stabilita
la istituzione di due Preture Urbane una civile^ V altra penale
nei capiluoghi di distretto, senza riguardo ai circondarii nei
quali le città erano divise.
Queste Preture giudicavano come per lo passato entro al
loro distretto, che era il medesimo del rispettivo Tribunale di
prima istanza civile o penale, a tenore della patente Sovrana
29 settembre 1819.
Cessarono quindi le Preture civili dei Circondarii, e i Giu-
dizii politici.
Stanze 178 — 180
Pretura Civile del I.^ Circondario
dal 2 marzo 1818 al 31 maggio 1832
buste 565, protocolli 17, indici 33, registri 1.
Pretura Civile del II.^ Circondario
buste 365, protocolli 19, indici 26, registri 7.
Stanza 255
Pretura di Murano
p acchi 43.
Stanze 178 e 180
Pretura Urbana Civile
dal 1. giugno 1832 al 1863
buste 1655, protoc. 62, indici 111, numeriche 23, registri 632.
Stanza 154
Pretura Urbana Penale
dal 1. giugno 1832 al 1856
buste 438, protocolli 54, indici 29, registri 21.
-^ 252 -^
Ragionateria Centrale (OontahUiià di Stato)
1814 — 1848 *.
Ragioneria Provinciale.
Presso la R. Delegazione risiedeva un Ufficio dei conti
detto Ragioneria^ il quale doveva occuparsi della revisione dei
bilanci di tutti i rami d^ amministrazione, esclusi i camerali e
i finanziarii, di tutti i preventivi e consuntivi dei Comuni e
corpi tutelati, e del Censo della rispettiva provincia.
Stanze 67, 68 e 162
buste 464, protocolli 41, indici 1, registri 432.
Registro e Tasse fConservaiorato del)
5 maggio 1806 — 6 novembre 1852.
Aveva il compito d'inscrivere tutti gli atti e contratti
privati, di esigere le tasse relative, comprese quelle ereditarie
e giudiziarie, come fu ordinato con decreto 5 maggio 1806.
Dal 1806 a tutto agosto 1807, T Amministrazione delle
tasse e del registro, risiedeva in ogni Cantone.
Dal 1808 a tutto ottobre 1842, tutti gli Ufficii cantonali
furono riuniti nei provinciali, e nel 1. novembre 1842, in
seguito alla nuova legge sul bollo e tasse 27 gennaio 1840,
essendosi diminuiti gli affari del ramo tasse, tale Ufficio fu
concentrato nelle singole Intendenze provinciali di finanza,
le quali per questa parte passarono sotto la dipendenza dell'Uf-
ficio Aulico in Milano. Donde si ebbero :
1. 1806 - 1807. Amminist. Cantonale del Registro e Tasse;
2. 1808, all'ottobre 1842. Amminist. Provine. » »
3. novembre 1842 - 1852. Sezione VII, delFlntendeuza. Uffi-
ciò del Registro e Tasse.
< Quella parte di atti che esisteva in questo Archivio Generale fu conse-
gnata alia Contabilità di Stato, il cui Ufficio di Stralcio li custodisce ed am-
ministra separatamente in un locale attiguo air Archivio Generale, e in altri.
I.
Pei cantoni di Mestre, Murano, Burano, S. Dona, Caorle,
Dolo e Gambarare — pacclii 7.
IL
Stame dalla 256 alla 259
buste 1058, pacchi 216, protocolli 45, registri 684.
Atti riservati 1830 - 1842 — buste 7, protocolli 2.
in.
Stanze 105- 106 — buste 117, protocolli 11, rubriche 1,
numeriche 10.
Stanza 10 — Ufficio del Registro ed Ipoteche in Rovigo,
protocolli dal 1818 al 1839, protocolli 14.
Retrodati (Amministrazione provvisoria dei)
21 aprile 1818 — 30 aprile 1824.
Instituita per decreto Governativo 21 aprile 1818, in
seguito ai gravi disordini riscontrati negli Economati di Ve-
nezia, Vicenza e Treviso, fii assunta interinalmente dalle
rispettive Congregazioni Provinciali col mezzo d' uno dei loro
membri a ciò prescelto ed assistito dalla Ragioneria della Con-
gregazione.
Limitavasi all'esecuzione di quelle opere la cui sospen- "^
sione poteva recar qualche danno all'Amministrazione.
Per le nuove disposizioni emesse dal Governo col dispac-
cio 30 aprile 1824, N. 15117, circa le operazioni da verificarsi
onde promuovere la riscossione dei vistosi crediti verso il
Corpo d' Estimo e le Comuni in causa delle retrodazioni per
imposte dirette a tutta la 3.* rata 1814, cessò l'Amministra-
zione suddetta e ne fa eretta una provinciale.
Stanza 68 — buste 32.
- 254 -
Retrodati (Amministrazione Provinciale dei)
dal 1. maggio 1824 al 1842.
Promulgate dal Governo di Venezia le nuove disposizioni
addì 30 aprile 1824, tale azienda venne affidata alla R. De-
legazione, e precisamente alla persona del Vice Delegato, tanto
por la città di Venezia (Amministrazione interna) quanto per
lo comuni della Provincia (Amministrazione esterna) ed in pari
tempo venne instituita una Commissione composta d'un Depu-
tato Provinciale, e d' un perito, allo scopo di riconoscere e veri-
ficare :
aj gli stabili affittati, e la regolarità del titolo di locazione ;
bj quelli bisognosi di ristauro, e l'importo di esso;
cj i rovinosi e gli incapaci di miglioria ;
dj la porzione di casa in amministrazione se non fosse stata
retrodata per intero ;
ej il fitto attribuibile alle singole case per la rinnovazione
delle affittanze.
Scorsi 5 mesi, la Commissione suddetta produsse detta-
gliato rapporto su tutto ciò alla Delegazione, lasciando quindi
ul II. Vice Delegato V ulteriore amministrazione.
Stanze (58 e 16^
buHtc 366, protocolli 11, indici 2, registri 68.
Ricevitoria Provinciale
1. marzo 1820 a tutto febbraro 1826.
Il Ricevitore Provinciale assumeva le scossioni e i paga-
nienti d'imposte dirette, fondi provinciali e delegatizii, a scosso
(i non scosso, por un triennio, a termini della Sovrana patente
IH april(5 1816, e del relativo regolamento, pubblicato il 28 gen-
naro 1820.
Il controllo di tale amministrazione, era tenuto dalla Ra-
^noncM'ia provinciale, e T immediata sua supcrioritii, era la De-
putazione provinciale.
- &55 -
Nel 1. marzo 1820 furono poste in attività le Ricevitorie
Provinciali, che continuarono a tutto il febbraio 1826, epoca in
cui per le provincie di Venezia, Vicenza, Treviso e Belluno
tale amministrazione venne unita alla Cassa di Finanza e De-
manio, la contabilità agli esattori, e della relativa procedura
fiscale in odio ad essi, vennero incaricate le regie Delegazioni.
Subentrate tanto la Cassa di Finanza e Demanio, quanto
le Delegazioni in questa parte di attribuzioni, dovettero esse
attenersi al Regolamento disciplinare suaccennato, sottoponen-
dosi air immediata dipendenza della Ragioneria Centrale qui
residente.
Stanza 68 — pacchi 44.
Ricevitrice Società
(Commissione Governativa 'per V ultimazione dei conti della)
1807 - 1809.
Per ordine di S. E. il Ministro dell' Interno, e in seguito
al Vicereale dispaccio 25 agosto 1827, fu composta una Com-
missione per liquidare e definire le pendenze col già Ricevi-
tore provinciale Damaso Boiani pel triennio 1807-1809 nei
dipartimenti del Brenta e Bacchigliene, pel periodo da 1 gen-
naio a tutto 4 novembre 1813, e da queir epoca a tutto 1816
pel Dipartimento del Brenta, aggiunta quella parte del Polesine
pel periodo in cui essa fii aggregata a quel Dipartimento.
Questa Commissione fu presieduta dal barone Galvagna
Vicepresidente di Governo, e composta del Direttore della Con-
tabilità Centrale, dell'Aggiunto fiscale, d' un Consigliere della
Direzione Generale di Polizia e d' un Deputato della Congre-
gazione Centrale.
Essa si unì per la prima volta il 29 ottobre 1827, e cessò
in agosto del 1845, avendo esaurito il suo incarico.
Stanza 12 — pacchi 2, protocolli 3.
Sali (Agenzia degli emporei dei)
1814 — 1845.
L' Agente degli Emporei era nominato dal ministro delle
Finanze dietro proposta, prima del Magistrato Camerale, poi
della Prefettura delle Finanze dalle quali autorità dipendeva.
Bra assistito da un Ragioniere, da un Magazziniere, e
da un Controllore.
Stanza 56 — buste 355, protocolli 32, indici 28, rubriche
1, registri 124.
Sanità Continentale (Commissione provinciale)
29 febb. 1816, a tutto ottobre 1819.
Sulle basi del decreto 5 Settembre 1106, e colle attribu-
zioni e facoltà stesse impartite dalla legge 22 fiorile ed 1 ter-
midoro anno VI (E. F.) fu costituita in seno alla R. Delega-
zione una Commissione che doveva invigilare sulla Sanità del
Continente, d'accordo col Magistrato di Sanità Marittima, come
era stato adottato sotto il regime italico, con convegno 1 ago-
sto 1807, e ciò per tutte le materie relative ai rapporti fra
i legni esteri, e la terraferma o continente.
Stanaa 67 — buste 60, protocolli 6, indici 2.
Sanità Marittima (Magistrato di)
1827 — 1844.
Cogli stessi attributi che aveva sotto il Governo italico
tale magistrato continuò a regolare la Sanità marittima.
Stanza 9 — buste 57 *
Scuole Elementari (Ispettorato Generale e provinciale delle)
1820 a tutto 1859.
L' ispezione superiore su tutte le scuole clcMnentari spet-
tava al Governo, o a Milano e a Venezia eranvi un Ispettore
generale, Ispettori provinciali o distrettuali, (^ direttori locali.
L' Ispettore Generale aveva la sorvi'crliaiiza su tutte le
Scuole Elementari che erano sotto la giurisdizione del Governo,
^ NoD si conosce per qual motivo manchino gli ulti dal 1814 al 1826.
- 257 -
e parimenti gli altri secondo la loro giurisdizione, dipendendo
sempre V uno dall' altro, e dai rispettivi Delegati e Cancellieri
del Censo per la parte economico-amministrativa.
L' Ispettore generale era anche Ispettore distrettuale, poi-
ché furono costituiti alcuni distretti scolastici di più parroc-
chie d' una stessa provincia, possibilmente secondo i distretti
dei Cancellieri del Censo.
Tale istituzione ebbe luogo nel 1820 in seguito alla No-
tificazione del Governo 22 novembre 1818.
Ispettorato Gbnebalb.
Stoma 177 — buste 584, protocolli 45.
Presidenza
protocolli 1, registri 27.
Ispettorato Provinciale
buste 167, protocolli 21.
Tasse anliche (Ufficio centrale delle)
15 maggio 1816 a tutto 1852.
Come nelle altre provincie dello Stato fii istituito anche
nel Veneto, addì 15 maggio 1816, un Ufficio centrale detto
delle Tasse Aulic/ce per V esazione di tutte le tasse sulle con-
cessioni sovrane, sulle cartelle pubbliche, sulle placitazioni
ecclesiastiche, sui titoli araldici nobiliari, sui privilegii, sulle
sentenze in Corte di Revisione, sulle nomine a pubblici im-
pieghi, sui diritti feudali, sulle patenti di mare e di cabot-
taggio, sulla custodia dei depositi, sugli esami di professioni
liberali, sulle licenze per la caccia ecc.
Questo Ufficio, in forza della nuova legge sul bollo e tasse
27 gennaro 1840, fu concentrato nell'Intendenza di Finanza,
e formò appunto nel 1 novembre 1842 la Sezione VII d' essa
Intendenza, in seno alla quale trovasi il carteggio dal 1842,
a tutto il 1852.
Stanze 259-260. Atti dal 1816 all'ottobre 1842, buste
321, pacchi 6, protocolli 21, indici 21, registri 5.
17
- 258 -
Dal 1. Novembre 1847 a tutto 1852 V. registro e tasse
(Conservatorato del).
Tribunale Civile di L Istanza in Venezia
1 luglio 1816 al 1861.
Estendeva la sua giurisdizione su tutta la Provincia, e per
le sole cause fiscali, su tutte le provincie venete.
Anche a Padova, Verona, Treviso, Vicenza, ed Udine ne
furono istituiti altri provinciali, che comprendevano tutta la
giudicatura civile, criminale e commerciale, ad eccezione però
delle cause fiscali.
Tanto r uno che gli altri furono posti in attività in se-
guito a notificazione Governativa 15 giugno 1816, e dovet-
tero riconoscere la loro dipendenza in IL istanza dal Senato
Italiano residente in Verona, e costituito il 1 agosto susse-
guente, mentre il Tribunale d' Appello per le Provincie Venete
od Ufficio di li. istanza aveva sede in Venezia.
Coli' instituzione delle preture urbane e forensi (2 marzo
1818) la giudicatura civile fii divisa in modo che al Tribu-
nale di I. Istanza spettavano le cause matrimoniali, e quelle
contro le Comunità e corporazioni, considerate come persone
morali, quelle su oggetti di commercio, e di contrabbando, di
tutte le Provincie, e gli affari di volontaria giurisdizione e con-
carsi del rispettivo distretto, in cui essi risiedevano. Alcune
altre modificazioni avvennero in seguito, ma qui basta dire, che
col progresso del tempo, esso fu chiamato Tribunale Prorin-
ciak Sezione civile.
Stanza 248-254. buste 3504, protocolli 108, indici 192,
numeriche 106.
Tribunale Criminale o Penale
dal 1 luglio 1816 al 1861.
Il Tribunale Criminale di Venezia estendeva la propria
giurisdizione su tutta la provincia secondo il conipartiinento
- 2X5Q -
territoriale 30 novembre 1815 *. Dipendevano dal Tribunale
d' Appello di Venezia tutti i Tribunali succitati come seconda
istanza, e dal Senato Lombardo- Veneto in Verona quale terza
istanza, in qualunque aflare giudiziario. In seguito poi questo
Tribunale fu chiamato Tribunale provinciale Sezione Penale.
Stanze 154 e 159
buste 2218, protocolli 71, indici 46, rubriche 23, registri 114.
Tribunale Mercantile Marittimo
dal 4 luglio 1815 a tutto 1858.
Istituito in esecuzione del Sovrano rescritto 2 settembre
1815, e posto in attività il 1. luglio 1816, aveva giurisdizione
sulla provincia di Venezia secondo il compartimento territo-
riale 30 novembre 1815. Così i Tribunali delle altre provincie.
La giudicatura di II.' istanza per tutti, era il Tribunale
Generale d' Appello residente in Venezia, ed il ricorso in III.
istanza si faceva presso il Senato Lombardo- Veneto in Verona.
Per quanto risguarda gli oggetti marittimi, il Tribunale
di Venezia si estendeva su tutte le provincie del Regno Lom-
bardo-Veneto.
Stanza 153.
buste 1794, pacchi 6, protoc. 281, indici 63, rub. 1, regis. 10.
Presidenza
1815 - 1825.
buste 2, protocolli 1.
* La parte criminale nelle provincie venete era compenetrata nei Tribu-
nali Provinciali.
- 260 -
V.
GOVERNO PROVVISORIO
22 marzo 1848 — 24 agosto 1849.
Assemblea
31 marzo 1848 — 4 agosto 1849.
Nel 31 marzo 1848 fu stabilito che ogni provincia che
aveva aderito alla Republica Veneta eleggesse ed inviasse a
Venezia tre Consultori.
Tale Consulta costituiva l'Assemblea del popolo, e doveva
dare il proprio voto in tutti gli affari più rilevanti proposti dal
Governo.
Siccome però molte città s'erano staccate da Venezia, così
nel 3 giugno fu decretato di convocare un'Assemblea di Depu-
tati scelti fra gli abitanti della città, affine di deliberare sul
tempo in cui doveva esser decisa la questione se Venezia vo-
lesse governarsi da sé od unirsi al Piemonte.
Questa annessione fu decretata appunto nel 5 luglio, e in
seguito secondo le circostanze l'Assemblea concedeva o toglieva
facoltà al preside ed ai membri del Governo, sino a che nel 6
agosto 1849 concentrò tutti i poteri nel Presidente Manin, per
che provvedesse all' onore e alla salvezza della patria.
(Vedi le note statistiche al titolo Governo Provvisorio - Con-
sulta.)
Auditorati militari
6 aprile — 24 agosto 1849.
Nel fi aprile 1849 furono istituiti :
I. un aicditorato di brigata per le truppe di terra, composto
d'un capitano auditore, d'un attuare, e d' un cancellista:
II. un aiulitorato di gìmmigione e fortezza ;
III. id. di marina ;
- 261 —
IV. un Qmsiglio di guerra di prima istanza per le truppe di
terra, composto d' un presidente col grado di maggiore,
d' un capitano, d' un primo tenente, d' un sottotenente,
d'un sergente, e d'un caporale ;
V. un Consiglio militare di seconda istanza per le truppe di
terra presso il Comando superiore della città e fortezza,
presieduto dal Comandante, e composto di tre ufficiali
superiori, due consiglieri d'Appello, e dell' auditor gene-
rale di guerra ;
VI. un Consiglio militare di seconda istanza^ presso quel Co-
mando generale, presieduto dal Comandante generale, e
composto di tre ufficiali superiori di quell'arma, di due
consiglieri d'appello, e dell'Auditor generale di marina ;
VII. un Consiglio militare di terza istanza per le truppe di terra
e per quelle di mare, presieduto dal Capo del Diparti-
mento della Guerra e Marina, e composto di due ufficiali
generali, d' un consigliere del Consiglio stesso, della
Commissione di Revisione, e d' un assessore legale ad-
detto ai due succitati dipartimenti.
Nel 26 aprile la competenza giurisdizionale degli Audito-
rati di Brigata fii esercitata per circondarii, ed ai quattro Au-
ditorati di Brigata .vennero assegnati i seguenti :
aj ad un Auditorato il I. circondario di Marghera ;
• ^ ad un altro il II. circondario del Lido, ed il IV. di Treporti
e Burano ;
cj al terzo il III. circ. di Chioggia ;
(^ ed al quarto il V. circ. di Pellestrina ed Alberoni.
Tutta la guarnigione di Venezia fii posta sotto l'Auditorato
di Guarnigione.
(Vedi le note statistiche al titolo Governo Pivwisorio).
Banca Nazionale (Commissione Governativa alla)
11 agosto 1848 — 3 agosto 1849.
Col decreto 25 luglio 1848 venne istituita a Venezia una
Banca di depositi e di conti correnti, sotto il titolo di Società
anonima.
- 262 —
Per far poi che le operazioni di essa fossero mantenute
entro i limiti stabiliti dagli statuti, venne prescritto, che non
fosse valida alcuna deliberazione senza V intervento del Com-
missario 0 Vice-Commissario governativo.
Questa Banca dovette farsi sovventrice di lire it. 1,500,000
in correspettivo, pel qual prestito il Governo rilasciò alla detta
Banca òuoni di lire 1000, 2000, 3000, fruttanti V annuo inte-
resse del 6 p. ^/q.
Stoma 18 — buste 1, protocolli 1.
G-endannerìa (Capo militare di)
28 marzo 1848 — 28 febbraio 1850.
Addi 28 marzo 1848 fii aperto in ogni sestiere della città
un arruolamento volontario per un Corpo di gendarmeria mili-
tare destinato a sorvegliare P ordine interno della Republica.
Vi si potevano inscrivere tutti quelli che avevano com-
plessione robusta, statura conveniente, ed età dai 20 ai 40
anni, coU^ ingaggio di anni tre.
Nel 1. marzo 1850 la Gendarmeria fu denominata Guardia
Mvmdpale.
(Vedi note statistiche al titolo Governo Provvisorio).
Governo Provvisorio
22 marzo 1848 — 24 agosto 1849.
Il Governatore civile Luigi Co. di PalflFy con notificazione
22 marzo 1848, annunciò la Sovrana Patente 15 stesso, con cui
S. M. r Imperatore Ferdinando I. concedeva ai suoi sudditi la li-
bertà della stampa, la costituzione^ e la guardia nazionale.
Nello stesso giorno scoppiò in Venezia la rivoluzione, ed il
Governatore cedette la città nelle mani del tenente maresciallo
Co. Ferdinando Zichy, che proclamò lo scioglimento del Go-
verno civile e militare al cospetto di una commissione cit-
tadina.
Tale commissione consegnò il Governo al comandante
della Guardia civica Mengaldo, e nel giorno susseguente fu
— 263 —
nominato per acclamazione il Governo provvisorio della JRepu-
hlica Veneta col presidente Daniele Manin.
Esso fu composto dei Ministeri :
Esteri e Presidenza — CuUo ed IstTU2Ì(me — Giustizia —
Finanze — Guerra — Marina — Internò e Costruzioni — Clm-
mercio — e con un artiere rappresentante il popojo, senza por-
tafoglio.
Accaduta ed approvata nel 27 luglio 1848 l'annessione col
Piemonte, il potere esecutivo, che prima risiedeva nel Presi-
dente, passò nel Re (Carlo Alberto rappresentato da' regi Com-
missarii straordinarii Colli e Cibrario), e la trattazione degli
affari in Venezia fii distribuita nei sei dipartimenti :
1. Esteri e Presidenza — 2. Finanze, commercio, arti e
manifatture — 3. giustizia ed interno — 4. Culto ed Istruzione
Publica — 5. Marina — 6. Guerra.
Ripristinato il Governo provvisorio di Venezia, in seguito
al disastro di Novara, il 2 aprile 1849, Manin fu dall'Assemblea
Nazionale investito di poteri illimitati, nel maggio fu autoriz-
zato a continuare le trattative diplomatiche già iniziate, e nel
l'agosto fii incaricato di provvedere come meglio credeva all'o-
nore e alla salvezza della città. Nel 24 di quel mese il Governo
Provvisorio cedette la città al Municipio che pubblicò tosto il
proclama del feld-Maresciallo Co. Radetzky, 14 agosto 1849,
ed il processo verbale 22 detto stipulato nella villa Papadopoli
a Marocco, presso Mestre, col quale i rappresentanti di Vene-
zia capitolarono all'armata imperiale austriaca.
Stanze 239 e 247
Governo Provvisorio .... buste 136
Assemblea e Consulta .... » 5 proti, ind. 1
Atti presidiali » 1
Dipartimento Guerra . • . . » 216
detto Marina .... » 18
Comitato e Consiglio di Guerra edifesa » 23
Commissariato di Guerra ... » 41
detto a Marghera . . » 6
Comando superiore di città e fortezza » 22
- 264 —
Auditorati buste 16
Protomedico ...,...» 14
Gendarmeria » 9
Sussistenze militari ed ospitali . » 1
Varie » 58
Protocolli, indici, ruoli, rubriche,
matricole » 218
Gruerra e difesa (Comitati e Consigli di)
28 marzo 1848 — 24 agosto 1849.
Nel 28 marzo 1848 fii istituito un Comitato di difesa» com-
posto di antichi militari, di provata fede e valore, il quale do-
veva assistere il Governo e il Ministero nelle deliberazioni
concernenti l'ordinamento militare, e la difesa del paese.
A quel Comitato fii sostituito quello di guerra^ composto di
un Presidente e 4 Assessori.
Il Presidente esercitava le funzioni del Ministero della
Guerra, e gli Assessori lo assistevano.
Air epoca poi dell' annessione cogli Stati Sardi essendosi
fatto più allarmante lo stato della città, fu istituito un Comitati
di Onerra presieduto da un membro del Governo, ed un Consi-
glio di difesa dipendente dal Generale in capo, e composto di
due membri del Governo, del Comandante della Marina, e dei
capi degli altri rami e corpi militari.
(Vedi note statistiche al titolo Governo Pìwvisorio),
Militari sussistenze (Comitato alle)
6 aprile 1848 — 24 agosto 1849.
Istituito nel 6 aprile 1848 per la sorveglianza delle sussi-
stenze e degli ospitali militari.
(Vedi note statistiche al titolo Governo Pwvvisorio),
Ordine publico (PrefeUura Centrale dell)
2 aprile 1848 — 26 agosto 1849.
Soppressa nel 2 aprile 1848 la Direzione Generalo di Po-
lizia, vi fu sostituita una Pnfettv.ra Centrale delV ordine pvMìco.
- 266 ~
In sussidio di essa venne pur istituito un Comitato Centrale
di piiòlica sorveglianza^ il quale doveva occuparsi di scoprire gli
occulti nemici della patria e le persone pericolose e sospette,
coadiuvato dalla guardia civica, dalle autorità tutte e dalla Gen-
darmeria.
In ciascuno dei capiluoghi di Mestre, Dolo, Cavarzere,
Ariano, e nella cittàdi ve Chioggia, nnero aperti altrettanti Co-
mitati Jigliali^ ognuno entro il proprio distretto, che ricevevano
gli ordini necessarii dalla Prefettura e dal Comitato Centrale.
La Prefettura fu pure incaricata di giudicare le contrav-
venzioni alle notifiche e consegna degli ori ed argenti per sop-
perire ai bisogni della patria.
Contro le decisioni di essa era libero il ricorso al Governo
fra tre giorni.
Stanza 70 — buste 163, protocolli 9, rubr. 4.
Politico Provvisorio (Magistrato)
25 marzo 1848—31 agosto 1849.
Istituito nel 25 marzo 1848, dipendeva dal Governo Prov-
visorio.
(Vedi note statistiche al titolo Governo Veneto dell' epoca
precedente).
Stanza 49 — Presidenza, buste 2.
Sanità (Commissione Centrale di)
30 luglio — 9 settembre 1849 *.
Presso il Dipartimento Governativo delF Interno, fii per
decreto 30 luglio 1849 costituita una Commissione Centrale Sa-
nitaria^ in seguito allo sviluppo del colera in questa città; e
presso le Commissioni Annonarie dei varii Circondarii fu no-
minata una Giunta Sanitaria.
La Commissione e le Giunte furono sciolte per ordine del
Governo Civile e Militare nel 9 settembre 1849 pel progressivo
decremento del morbo.
Stanza 12 — buste 13, indici 1.
^ Continuò durante il periodo 1848-49 anche il Magistrato di Sanità ma-
rittima, del quale però non si custodiscono gli atti in questo Arqhivio.
-~ 266
VI.
TERZA EPOCA AUSTRIACA
dal 27 agosto 1849 al 16 ottobre 1866.
Commissario imperiale plenipotenziario (MontecuccoU)
20 ottobre 1848, 10 ottobre 1849.
Colla circolare 23 settembre 1848 S. E. il Ministro di
Stato MontecuccoU rese noto alle città e alle provincie sog-
gette all'Austria, T incarico aflBiclatogli da S. M. P Imperatore,
di organizzare ed amministrare le provincie del Regno Lom-
bardo-Veneto, al qual uopo trasferì la sua residenza da Milano
a Verona.
Egli assunse tutti gli affari amministrativi, pob'tici e
finanziarii del Regno Lombardo- Veneto e il feld-maresciallo
conte Radetzky i rami della Polizia e delle Poste col personale
relativo.
Nel 27 agosto 1848 anche il Governatore civile e militare
Gorzkowzky che reggeva il Governo di Venezia, dovette rico-
noscere in essi la suprema ed immediata autorità.
Il voluminoso carteggio tenuto dal commissario suddetto
si divideva in politico e camerale^ e ciascuno di essi in due
sezioni Lombarda e Veneta.
Archivio politico — sezione veneta
Stanza 81 — buste 68, protocolli 8, indici 1.
Archivio camerale - sezione veneta
Stanza 28 — buste 63, protocolli 16, indici 1.
- 267 -
Costruzioni pubbliche (Direzione generale o superiore delle)
15 giugno 1849 — 31 ottobre 1853.
Affine di' uniformare T amministrazione delle costruzioni
pubbliche e delle strade ferrate nel Regno Lombardo- Veneto, ai
nuovi sistemi, e per semplificarne ed agevolarne V amministra-
zione, il Ministero dei Lavori pubblici con dispaccio 12 giugno
1 849 istituì in Verona una Direzione generale delle Pubbliche
costruzioni, alla quale fu demandata la Direzione dei lavori e
deir esercizio delle strade ferrate, e quella dei lavori d' acque e
strade, architettura civile, e telegrafi del Regno Lombardo-
Veneto.
Questa Direzione dipendeva dal Ministero suddetto ed
aveva sotto di se tutte le Direzioni provinciali, le quali da
quel momento furono svincolate dalla dipendenza politica.
Fu sciolta in seguito a risoluzione sovrana 5 dicembre
1852, e gli oggetti relativi alla costruzione delle strade fer-
rate vennero affidati ad una Direzione per la costruzione delle
strade-ferrate Lombardo- Venete, residente in Verona, che andò
in attività nel 1. novembre 1853. Gli oggetti relativi alle co-
struzioni idrauliche, stradali ed edilizie, passarono alle singole
Direzioni di Milano e Venezia.
Stanza 24
buste 352, protocolli 14, indici 5, numeriche 2.
Finanze Lomb. - Venete (Direzione Superiore in Verona)
1 gennaro 1850 — 14 aprile 1851.
Istituita nel 1850 e dipendente dal Commissario imperiale
Montecuccoli, teneva i proprii atti divisi nelle due sezioni Lom-
barda e Veneta.
Cessò nel 15 aprile 1851 per l'istituzione delle Prefetture
Lombarda e Veneta., e gli atti di essa, furono divisi per ragion
di giurisdizione fra le due autorità succitate.
Stanza 28
buste 233, protocolli 13, rubriche 17, numeriche 3.
- 268 -
Stanza 48
Atti riservati
buste 2, protocolli 3.
Stanza 161
Circolari litografate
buste 11.
Finanza (Gituiizio superiore di)
15 aprae 1851 al 1867.
Colla circolare datata da Milano il 12 luglio 1849 fii riat-
tivato provvisoriamente in Milano stessa il Giudizio stij^erìore
dijmanza^ che estendeva però la sua giurisdizione su tutte le
Provincie venete, sotto la Presidenza del Tribunale d' Appello
Lombardo.
Colla conseguente notificazione 6 aprile 1851 datata da
Verona, tale Ufficio fu sciolto, ed essendo già istituite le Pre-
fetture di finanza in Milano ed a Venezia, fu diviso nei due Giu-
dizii superiori di finanza residenti in esse città, con tutte le
attribuzioni che avevano prima del 1848.
Tutti i processi pendenti vennero consegnati ai Giudizii
Superiori di Milano e Venezia, secondo che apparten(*vano
air uno 0 air altro per giurisdizione territoriale.
Stanz-a 28 — buste 108, protocolli 15, indici 2, registri 18.
Finanze (Prefettura veneta delle)
15 aprile 1851 a tutto 1861.
Colla Sovrana risoluzione 29 luglio 1850 comunicata dal
Governo generale Lombardo- Veneto in data 30 marzo 1851
furono instituitc nel Regno Lombardo- Veneto due Prefetture
delle finanze, a Milano e a Venezia, ed entrarono in attività il
15 aprile susseguente.
Furono loro assegnate le imposte dirette ed indirette^ il
derrtanio^ Comna^ loschi^ .pricatire^ diritti regali^ manifattvre.
lìiiniere^ zecche^ tasse ^ gli oggetti fiscali, il Monte dello Stato
(per quella di Milano) il Monte Lombardo- Veneto (per Paltra di
Venezia) nel 1859, e tutte le spese camerali. Dipendevano da
loro i pubblici funzionari degli Ufficii finanziarii e camerali.
I Prefetti posti a reggere tali Ufficii vennero investiti del
carattere di Consiglien.
Nel 6 luglio 1851 la Prefettura locale assunse tutte le
incumbenze già demandate alla Commissione per la vendita
delle Realità camerali che da allora fu sciolta.
Stanza 28 — dal 1851 - 1856
buste 1318, pacchi 3, protocolli 137, rubriche 37, numeriche
5, guide 22, registri 61.
Stanze 115-117 — dal 1857 - 1861
buste 992, protocolli 137, rubriche 30, numeriche 5.
Prbsu)enza *
Stanze 47 e 48 — dal 1851 - 1867
buste 636, protocolli 30, rubriche 12, numeriche 11.
Circolari litografate
Stunza 161 — 1852 - 1867, buste 41.
Hagionerla.
stanze 118 e 119 — 1861 - 1869
buste 38, pacchi 22, protocolli 10, indici 4, registri 105.
Fiscale [Ufficio centrale)
0
Procura di Finanza
1850 — 1859.
Tutte le incumbenze che in via eccezionale erano state
demandate durante il blocco di Venezia al Tribunale Provin-
ciale ed air Ufficio fiscale di Verona, con notificazione 1 marzo
1849 n. 1677 Camerale Veneto per la susseguente 13 otto-
bre n. 5890 Camerale Veneto furono riassunte dal Tribunale
Civile e dal locale Ufficio fiscale.
1 Neir ottobre del 1866 subentrò aUa Presidenza prima la Commissione
di Prefettura, poi la Delegazione di finanza, e V Ufficio <ft iS'/raleto della Dele-
gazione stessa, gii atti delle quali furono tenuti uniti a quelli della Prefettura.
~«0 -
OoMl^tlkimO Ufficio poi fu prOTTÌsoriamente costituito, in
i dell' organioMnooe giudiziaria, con tutte le incui
berne inerenti ad .una Pnxnm Camerale, come fu poi ordioj
■tibiimrate con Sovrana BieiduzioDe 21 luglio 1854.
Stoma n — boato 347, protocolli 32, ludici 10.
SeitoDfi della Frocan dì Finanza in Verona
1856 — 1860.
bnate 37, protoooUi 5, indici 1, registri 3.
OovenU) dTìle e militare
SfT agosto — fi novembre 1849.
n 24 agoato 1849, in salito alla capitolazione della città
di Venuia ali* Austria, fd costituita una Commissione Govcr-
natìva, computa del Podestà e di 14 membri, nella quale ven-
nero interinalmente c(scentt-ati tutti i poteri del Governo
PntTTisorio.
Tre giorni dopo giunse in Venezia il generale Gorzkowzkj
in qualità dì Governatore civile e militare, dipendente però sem-
pre da S. K. il Commissario imperiale Montecuccoli, die fino ,
dal 26 luglio 1848 aveva assunto l'organizzazione e il go-
verno dell' azienda amministrativa di tutte le provincie fino
allora occupate, e dal Governatore Generale del Regno L. V.
Conte Radetzky, che nel 1. novembre aperse in Verona la Se-
zione Civile.
Nel 10 novembre di quell'anno il Governatore di Vaie-
zia fxx nominato Luogotenente delle Provincie Venete.
*Steww8 81. — buste 23, protocolli 1, indici 3.
Imposta sulla rendita {pyrnmissione centrale dell')
15 luglio 1851 — 30 giugno 1854.
A tenore del § 36 della Sovrana patente 11 aprile 1851,
colla quale fu ordinato il pagamento dell' imposta che doveva
comprendere tutte le rendite provenienti da capitali, fondi, case
- 2»yi -
e da ogni altra fonte di guadagno, fu attivata nel 15 giu-
gno di quell'anno una Commissione Centrale in seno alla Luo-
gotenenza, allo scopo di ricevere, esaminare, e rettificare le
denunzie delle rendite e commisurarne le imposte.
Varie altre piccole Commissioni furono pur attivate nelle
Delegazioni provinciali e nei Commissariati distrettuali.
Coir ultimo giugno del 1854, la Commissione Centrale
fu sciolta per disposizione del Ministero delle finanze, e le fun-
zioni di essa passarono alla competenza della Prefettv/ra per
ÌQ, Jinanze venete.
Stanza 11 — buste 47, pacchi 18, protocolli 3, indici 1.
Luogotenenza delle Provincie Venete
dal 10 novembre 1849 al 1861.
Il Governatore civile e militare Gorzkowzky pubblicò nel
9 novembre 1849 Y ordine del governatore generale del Re-
gno L. V. conte Radetzky, col quale fu attivata una Luogo-
tenenza nelle provincie venete, colle stesse attribuzioni del
cessato governo veneto ; e colla Sovrana ordinanza 31 dicem-
bre 1850 veniva organizzata nel Regno Lombardo- Veneto Tam-
ministrazione politica, e determinato il trattamento normale de-
gli impiegati regii.
Quest' organizzazione è pressoché eguale a quella che
vigeva prima del 1848, colla sola differenza che a capo delle
due amministrazioni Lombarda e Veneta, furono posti due
Luogotenenti, dipendenti prima dal Governatore Generale in
Verona, e poscia (1857) dall' Arciduca Ferdinando Massimi-
liano, Governatore Generale residente a Milano e a Venezia.
Fu solo dopo la guerra del 1859 che il Luogotenente di
Venezia dipendette immediatamente dal Ministero dell'Interno,
perchè cessò il Governatore Generale ; ed essendosigli affidata
quella parte del Mantovano che ancora rimaneva in potere
dell'Austria, egli assunse il titolo di Luogotenente del Lombardo
Veneto.
Stanze 79, 80 e 81
buste 2624, pacchi 38, protocolli 149, indici 27, rubriche 44,
numeriche 13, guide 2, registri 62.
Luogotenenza Lombarda in Mantova
dal 6 al 25 giugno 1859
Stanza 80.
buste 8, protocolli 1, indici 1.
Nella stanza 79 si trovano i seguenti modelli :
1. curaporti;
2. branda per caserma ;
3. due mantici per gli asfìtici ;
4 molino;
5. due brande per le carceri.
Stanza 49 —
Circolari litografate- 1859 - 1866
buste 1, indice 1
Monte Lombardo-Veneto {Prefettura del)
dal 20 giugno 1859 al 5 gennaro 1866.
La maggior parte dei diritti e delle obbligazioni del Monte
Napoleone passarono nel 1822 al Monte Lombardo- Veneto allo-
ra eretto in Milano. Lo scopo e le attribuzioni di esso erano
di assicurare, mediante i fondi assegnatigli, V esatto adem-
pimento degli obblighi incontrati dal Governo coi credi-
tori, e di effettuare il progressivo ammortizzamento del de-
bito in esso inscritto. Perciò egli assegnava le rendite, rila-
sciava le obbligazioni [cartelk]^ pagava gli interessi, esegui-
va le volture, e riceveva in deposito le cauzioni degli impie-
gati.
Nel 1859, passatele provincie lombarde sotto la dominazio-
ne Sarda, questo Monte fu disciolto, e por gli articoli Vili del
trattato di Zurigo, e VII del consoguonte trattato fra TAustria,
la Francia, e la Sardegna, tutte lo passività di esso furono as-
sunte per ^/5 dal Governo Lombardo, e per 'Vs J^^ quello del-
l' Austria.
- 273 —
Compiuto per tal modo il suo compito, il Monte Lombardo
Veneto si suddivise nei due separati: Monte Lombardo^ e Monte
Veneto o Lwnbardo Veneto per la parte del Mantovano, e que-
st' ultimo passò sotto la Prefettura delle Finanze in Venezia
fino all' agosto del 1866 nella qua? epoca Sua Maestà con So-
vrana Risoluzione 10 detto, ordinò che fosse sciolto il Monte
L. V., che i suoi affari fossero demandati alla Prefettura sud-
detta, e rispettivamente alla Cassa principale di Venezia, e
che quest' ultima per tal causa dovesse chiamarsi Cassa Prin-
cipale del Demanio e Cassa del Monte.
Stanza 118 — buste 19, protocolli 9, indici 2.
Palazzi Reali {Ufficio del Qran Maggiordomo dei)
1857 — 1859.
Neil' aprile del 1857 l'amministrazione dei palazzi reali, e
beni della Corona, fu affidata al gran maggiordomo di S. A. I.
l'Arciduca Massimiliano Governatore Generale del Regno L. V.
— e in seguito col dispaccio 11 maggio 1859 del Ministero delle
Finanze, tale amministrazione fu trasferita alla Prefettura delle
finanze venete (Dipartimento VII) con dipendenza da quel Mi-
nistero.
Stanza 12 — buste 13, protocolli 6, indici 2.
Polizia {Cffieio centrale dell'ordine pubblico
poi Direzione Generale di)
dal 27 agosto 1849 a tutto 1853.
All'arrivo del generale Gorzkowsky in qualità di Gover-
natore civile e militare di Venezia, la Polizia fii intitolata « Uffi-
cio Centrale dell'ordine pubblico » , e nel 4 settembre 1849 fu
in esso concentrato l'Ufficio di censura letteraria e politica per
Venezia e l' estuario.
In seguito (1851) assunse il primitivo suo titolo di Dire-
zione Generale di Polizia per le prùoincie venete, colle stesse at-
tribuzioni che aveva prima del 1848, ed assistito dai Commis-
18
-aw -
sanati Superiori deQe altre città e dei sestieri interni di VeoL^
zia, e dagli Ispettorati di pubblica vigilanza per quella jtarte
che comprendeva la forza armata di polizia.
Dei sei sestieri di Venezia non si custodiscono in questo
Archivio che gli atti del Commissapiato del sestiere di Castello,
qui centrato dopo rinstallazioue del Governo italiano nelie pro-
TÌnde venete.
iS^mui 70 — buste 581, protocolli 33, indici 17.
StatKa 12 — Sestiere di Castello
1850 - 1860
Buste 132, protocolli 11, indici 11.
Viti [Commissione per la malattia delle)
11 gennaro 1856 — 27 gennaro 1858.
Per Sovrana Risoluzione 38 dicembre 1855 fu stabilito di
accordare ai possidenti di quei Comuni del Regno L. V. nei quali
la coltivazione delle uve era prevalente, un sussidio propor-
zionato al danno sofferto per rinfuriare della malattia.
Il sussidio consisteva in un abbuono proporzionato di
l'annua imposta prediale, o ciò soltanto per gli anni 1854-1855,
determinando Timporto a Cbmune per Comune.
La Commissione incaricata di ciò fu presieduta dal Con-
sigliere di Luogotenenza conte Marzani, e fu composta di un
altro Consigliere Luogotenenziale, d'uno di finanza, del Diret-
tore del censo, d'un Impiegato di contabilita e d^un Àttuaro, ed
aperse il proprio protocollo nel gennaro 1856 in seno alla Luo-
13 — buste 126, pacchi 6, protocolli 1.
le»
35.*
— 275 —
VII.
SECONDA EPOCA ITALICA
(Governo Nazionale).
Costruzioni Pubbliche [Ufficio Centrale delle)
dal 10 ottobre 1866 a tutto 1869.
Per l'articolo 6 del decreto 10 ottobre 1866 del Re d' Ita-
lia, le Sezioni tecnico-scientifica e tecnico-contabile costituite
nel 1863, quali dipartimenti della Luogotenenza L. V. furono
mantenute, ma rese indipendenti, e si costituirono in Ufficio
centrale delle Pubbliche Costruzioni per le provtnde venete e
mantovane^ con dipendenza immediata dal Ministero dei lavori
pubblici allora residente a Firenze.
Stanza 24 — buste 80, protocolli 6, indici 2, registri 2.
Finanze {Ufficio dei Delegati speciali per le)
19 luglio — 16 ottobre 1866.
L'Ufficio dei Delegati fii diviso in due sezioni, la prima si
occupava dell'amministrazione attiva di finanza, la seconda delle
casse e della contabilità dello Stato.
Per ciascuna di esse fu nominato un Delegato, e la loro
residenza in Padova fu precaria, fino a che Venezia fosse stata
evacuata dalle truppe austriache. La loro sfera d'azione com-
prendeva tutte le Provincie venete mano a mano che esse ve-
nivano occupate dall' esercito italiano, compreso il territorio
Mantovano. I Delegati furono installati nel 19 luglio 1866, e il
1 6 ottobre dello stesso anno presero residenza in Venezia, uno (il
cav. Cacciamali) all'Intendenza, l'altro (il cav. Pizzagalli) alla
Contabilità di Stato.
Stanza 118 — buste 13, protocolli 2.
^wp
"*" li
RIASSUNTO S
T^^^^^^H
deUe note statistiche degli aroMvl^ m
àlrJL ■
Locali occupati da
Archivii 189.
archivii 137.
78435
5509
16099
1910
304
5
Volumi a stampa
Disegni, niotoli
Modelli
Somma ....
102,262
1
2TJ -
EPOCA DEMOCRATICA ( 13 maggio 1797 — 17 gmnaro 1798).
I a
Amministrazione politico-camerale-militare.
Comitato alla salute pubblica,
militare.
finanze, e zecca,
bancogiro, commercio, ed arti,
sussistenze, e pubblici soccorsi,
sanità.
arsenale, e marina,
istruzione pubblica.
»
»
»
»
»
»
»
Ufficio del Caseggiato.
I. EPOCA AUSTRIACA ( 18 genmro 1798 — 18 gmmro 1806).
Amministrazione politica.
II
9
/ Àulica Commissione di Polizia
poi
Direzione generale.
Nobile Congregazione delegata
poi
Capitanato Provinciale.
Presidenza dell'Arsenale e Marina.
Commissione fiscale governativa.
Commissione provinciale del Censo.
Ragioneria generale.
Cassa centrale. ^
Tribunale Supremo di Sanità.
\ Archivio governativo.
Commissione alle cause matrimoniali.
Commissione alle acque.
Deputazione alle cause pie.
/ Capitanato del Porto.
( Commissione alle prede.
Ufficio del Caseggiato.
Magistrato di sanità marittima.
^ Tutte le magistrature esistenti in città continuarono neir amministrazione col
sistema veneto.
In questi prospetti il primo titolo indica il magistrato superiore, i titoli contrapposti,
nella seconda colonna, sono quelli degli Uffici! subalterni, dai quali dipendono i magistrati
inscritti nella terza colonna, nella linea medesima.
^ Alcuni registri della Cassa Centrale erano qui custoditi, ma nel 1868 passarono
alla Contabilità di Stato ove conservasi T intiero archivio.
- 278 —
I
EPOCA ITALICA (19 genmro 1806 — 18 aprile 1814).
a S
Ck>mmÌ8sariato generale di Polizia.
Magistrato centrale d* acque e strade.
Ispettorato civile d* acque e strade.
Commissarii dei sestieri.
Magistrato civile per la sistemazlona del
Brenta e del Bacchigiione.
Sindacato marittimo.
Magistrato di sanità ma-
rittima.
Commissione dipaitiineD-
tale di sanità
Presidenza deir Arsenale e Marina.
Cancellerie dei Censo ^
Ufficio del Caseggiato.
Commissione di leva.
Economato dei beni retrodati.
Archivio governativo politico.
Capitanato del Porto.
II. EPOCA AUSTRIACA (19 aprile 1814 — 18 marzo 1848).
GOVERNO PROVVISORIO (19 marzo 1848 — 29 agosto 1849).
m. EPOCA AUSTRIACA (30 agosto 1849 — 16 ottoòre 1866).
Dir. gen. di Polizia ed Ordine pubblico. | Commissari dei sestieri.
Commissari distrettuali. 3
Direzione provinciale dei beni retrodati.
Ispott. Prov. delle Scuole elementari
Direz. sup. del Liceo S. Catterina.
Ispett. Centr. d'Acque e Strade.
Comm. prov. di Sanità continentale.
e
h
e
Delegazione Provinciale.
* Del Cancelliere del Censo non si conserva in questo Archivio verun atto.
^ Ai Governo per la parte politica precedettero: — Governo Civile e Militare dei
dipartimenti italiani - Governo generale civile e militare; — succedettero: — Governo
provvisorio — Commissione plenipotenziaria in Verona — Governo Civ. e XAÌ, — Luo-
gotenenza, prima Veneta^ poi Lombardo veneta (1859-18G6;.
Dal succitato Governo dipendevano le seguenti Commissioni; Araldica-feudale; -
per la malattia delle viti : — di sanità; — pel ( olerà del 1832 e del 1849 ; — ai lavori
della basilica di S. Marco; - per l'imposta sulla rendita, che cessarono dopo aver esau-
rito il loro compito.
Alla Delegazione provinciale orano soggette la Direzione degli istituti pii, o b
Commissione generale di pubblica beneficenza, gli atti delle quali non furono qui
centrati.
2 Dell'Ufficio del Commissariato distrettuale di qui non si conservano che alcuni
registri d'estimo.
d
9
- 279 -
Magistrato di Sanità marittima e Ca-
pitanato del Porto.
Direz. del Censo ed imposte indirette. '
Dipartimento govem. del Genio civile.
Direzione generale delle Pubi. Costr.
Direzione generale dei Ginnasii.
Ispettorato gen. delle Scuole elem.
Ufficio di revisione libri e stampe.
Archivio Generale.
\ Congregazione centrale.
Commissariati distrettuali.
Direzione ' prov. delle Pubi. Costr.
Congregazione provinciale.
EPOCA DEMOCRATICA (13 maggio 1797 — 17 genmro 1798),
Amministrazione Camerale.
( V. Amministrazione poHtico-camerale-tnilitare).
I.
EPOCA AUSTRIACA ( l8 genmro 1798 — 18 getmaro 1806).
} Ragioneria camerale.
/ Magistrato Camerale poi Amministra-
zione camerale di finanza.
Direzione dipartimentale del Demanio.
fl
k
Intendenza dipartimentale di finanza.
Deputati alle Miniere.
Amministrazione dei Sali.
Intendenza generale di finanza.
Soprintendenti al lotto.
Ufficio fiscale.
Commissione liquidatrice del debito pub-
blico. -
Amministrazione delle Poste.
Direzione generale della Zecca. ^
\ Conservatorato dei boschi. ^
< Non esistono in Archivio gli atti di questo Ufficio.
- Non si conserva verun atto della Commissione liquidatrice del debito pubblico
la quale risiedeva in Milano; ma bensì qualche pacco di documenti d'insinuazioni
fatte alla stessa col tramite della Direzione Dipartimentale del Demanio.
^ La Direzione generale della Zecca non ha mai versato in questo Archivio i suoi
atti.
^ Il conservatorato dei boschi divenne poscia Ispettorato generale dei boschi, prima
in Treviso, indi in Venezia.
- 280 -
/
EPOCA ITALICA (19 gennaro 1806 — 18 aprik 1814).
ei
M
d
«
s
a
4^
Ispettorato gen. di Finanza e Demanio.
Intendenza dii>artim6ntale di floan
Agenzia fiscale economica.
Economato per la vendita dei beni
maniali.
Agenzia degli emporei dei sali.
Commissione temporaria di flnanit
Direzione del lotto.
Ufficio fiscale.
Direzione del Censo.
Agenzia della Corona.
Conservatorato delle Miniere.
id. del Registro e tasse.
id. dei Boschi.
Direzione superiore delle Poste.
id. della Zecca. <
Cancellerie del Censo. <
Intendenza dei palazzi reali.
IL EPOCA AUSTRIACA (19 aprile 1814 — 18 marzo 1848).
GOVERNO PROVVISORIO ( 19 marzo 1848 — 29 agosto 1849]
HI. EPOCA AUSTRIACA (30 agosto 1849 — 16 ottobre 1866).
' Direzione generale delle Dogane ^ | UfQcio del bollo-carta e boUettarii.
CA
Direzione generale del Demanio.
Ispettorato demaniale.
Ufflcio per le fabbriche demaniali.
Economato per la vendita dei beni <
maniali.
Ufficio pei libri bollettarii.
\^ Agenzia dei sali.
* La Direziono del Censo non centrò mai i proprii atti, come neppure le Cancel
lerie del Censo.
* Anche la Direz. superiore della Zecca non centrò mai i proprii atti nelT Arch
Generale.
3 Ai Magistrato Camerale precedettero per l'azienda camerale i segmenti UfHcii -
Governo generale - Senato governativo di finanza. Gli sussepruirono invece: Commission
sup. plenipotenziaria in Verona — Direzione superiore delle finanze pure in Verona
Prefettura delle finanze prima venete poi lombardo-venete (1859-1866).
^ Prima che fossero istituite le due Direzioni generali delle Dogane e del Doma
nio, la pertrattazione di tali affari era affidata ad un' amministrazione detta bancaìe.
"' In seno alle succitate due Direzioni risiedevano due Commissioni per la liquidi
zione dei crediti arretrati di finanza e demanio.
fli
II
a
9
s
- 281 -
lùtendenza provinciale di finanza.
Direzione del lotto.
Ufficio fiscale, indi Procura di finanza.
Direzione del Censo.
Agenzia della Corona.
Ispettorato delle Miniere.
Conservatorati del Registro e tasse.
id. delle ipoteche. <
Ispettorato Generale dei boschi.
Direzione Sup. poi Prov. delle Poste.
Direzione della Zecca.
Ufficio centrale del Bollo-carta.
Giudizio Superiore di finanza.
Prefettura del Monte Lomb.-Veneto. ^
Contabilità di Stato.
l Cassa Centrale.
Cancellieri del Censo indi Commissa-
riati distrettuali.
Intendenza dei palazzi reali.
Giudizio Provinciale di finanza.
EPOCA DEMOCRATICA (13 magffio 1797 — 17 ffenmro 1798).
Amministrazioiie Giudiziaria.
■ e
ti
Camera Direttrice di I. istanza
con due Camere , Tuna ci-
vile, r altra commerciale.
Tribunale Mercantile o di com-
mercio.
Tribunale correz. criminale.
Tre Camere sommarie dette di
Pace, una pel civile, 1* altra
pel commerciale, la terza
pel criminale.
Sei burò di pace,
uno per sestiere.
* Non esiste in questo Archivio verun atto dei detti Ufficii.
^ Gli atti della Prefettura del Monte L. V. abbracciano l'epoca dal 1859 al 1866.
L EPOCA AUSTRIACA (18 gauum 1708 - 18 gmmm 1806),"
li\
£2«
11!
I Tribunale prov. d'Appello.
[ Trtbuuali prav. Teud. d'Appello. <
I Tribunale oivile dì L istanza.
/ TribDDale Mcroantile marittimo.
f Tribanale CrimlnaJe.
ITribontJe cìtìIq di I, latanca,
Tribunale MercnnUle Msrìtt.
Tribunale Criminale.
Trìbniiale C- '
vile, 1
definìtÌTO-
GJudicature di pace iti tualerìa civile.
Giudicature di pace in materia e:
■*
EPOCA ITALICA (19 geman 1806 — 18 sjmk 1814).
ili
Corte di Giustìzia civile e oFimlaale e
Procura generale delta stessa.
Tribunale di CoTaDMKto.
Giadieature di paco del I. e U. dic(»iil.
id di Boraoo e Mutano.
II. EPOCA AUSTRL\CA (19 ajmk 1814—18 mam 1848).
GOVERNO PROVVISORIO (19 rmrzo 1848 — 29 agosto 1849).
III. EPOCA AUSTRIACA (30 agosto 1849 — 16 otUAre 1166).
il
Trìbonale civile di I. Istatua.
[ Giudicatore di Pace del 1. e U. o
poi
( Pretura Urbana oìtUc.
TriboDale Mercantile Cambiario-Uarittlmo.
Tribunale Criminale.
I Qiudizìi politici del I. e II. drcood.
poi
( Pretura Urbana peuale.
■ Dal 1798 al mano 1603 gli UfBcii giudiziarìi dipendettero dal Tribunale Revi-
sorio; e dal 1803 al 1B06 furono con diiibrente sistemazione poeti sotto ladipeodenB
del Tribunale d'Appello generale.
1 n Tribunale Generale d' Appello non ha mai qui centralo il proprio arcUrio.
- 283 -^
di atti e di libri a stampa non costituenti archivii.
Stanza 49 Araldi delle promnde Venete
Presidio del Governo Austriaco fase. XVI Vij 1835-
39 : modelli degli Araldi delle provincia venete.
» 162 Arti (Corporazioni delle)
Atti relativi alla soppressione di esse : 1806 e 1 807
pacchi 1.
» 47 Bentivoglio (condominio sul monte)
Atti camerali presidiali: 1847-56 buste 3.
» 162 Carità (Congregazione di)
Verbali, elenchi ecc. relativi allo stralcio di essa:
1826-27 pacchi 1.
» 160 Censuaria (statistica) delle provincie Venete
e riparto per corpi d'estimo, per provincie, distretti, co-
muni e frazioni: 1820 volumi 1, 1822-1835 voi.
14: 1839-43 voi. 1 (la sola parte prima).
» 28 Corografia.
Corografia delle prov. venete dimostrante il comparti-
mento territoriale per Tamministrazione politica e
giudiziaria: 1853 Prefett. dellefinanze fase. XXVII,
» 162 Debito pubblico (Commissione liquida-
trice del debito pubblico) prima presso la Prefettura
dell' Adriatico, poscia in seno alla Delegazione
1807-1824, pacchi 8.
id. 58 bollettarii d' inscrizione delle cartelle
sul Monte Napoleone.
1838-42, indice delle ditte che insinuarono i loro
crediti alla Commissione liquidatrice del debito
pubblico in Milano per diritti r^ali avocati allo
— 284 -
Stato (serve di guida pel rinvenimento de^li atti
di corrispondenza relativi).
Giornale di prenotazione delle istanze dei crediti
verso lo Stato che non vennero amnxesse (serve
di guida per gli atti di Governo e della Com-
missione suddetta).
Stanza 28 Disegni vani.
Rotoli circa 300.
» 49 Francesco L imperatore S Austria^
1835-39. Presidio di Governo fase. XVI */§ monu-
mento ed iscrizioni per le solenni esequie del-
l'Imperatore Francesco I.
Oiofmali.
» 47 Gazzetta privilegiata di Venezia dal 1826 a tutto
1867, voi. 91, meno gli anni 1829, 1830, 1831
(Indice relativo, V. Legislativa Libreria).
» 247 Giornali del 1848-49, buste 55.
» 160 Giornale delle Publiche Costruzioni dell' ingegnere
Cristoforo Forster 1836-1856, buste 15.
Gazzetta privilegiata di Venezia dal 1833 al 1851
V. 131 (se ne conservano più copie).
» 49 Guardia 'nobile
Presidio di Governo, fase. XV ^/^ 1840-44 disegni
del palazzo della Guardia nobile e Statuto.
» 47 Impiegati camerali finanziarii.
Tabelle di servizio a tutto il 1862 buste 25, indici 1.
Giuramenti dal 1814 al 1866 » 16. » 1.
Tabelle di servigio, che si trova-
no nel fascicolo X '"^/^g del Ma-
gistrato Cam. pel quinquennio
1845-49 » - » 1.
» 47 Legislativa (libreria)
Leggi deir Austria, Tirolo, Voralborg", Boemia, Dal-
mazia, Galizia, Slesia, Moravia, Salisburgo, Stiria,
Galizia Lodomiria, Lemberg, lUiria ecc. 1814 - 45
voi. 330.
Stanza 245 Bollettini officiali e provinciali, e collezione di leg-
gi dal 1797 a tutto 1872 volumi 440.
Indice relativo, 1.
» 161 Deposito leggi, istruzioni e regolamenti 1802-1859
pacchi 172.
Gridarii a stampa dal 1797 al 1806, volumi 30
id. dal 1814 in seguito .... » C
Disposizioni di massima in oggetti camerali 1838-
1843 fas. 9.
» 1 62 Perizie e stime degP ingegneri, d' epoche diverse
fas. 50.
» 13 Prestito nazionale austriaco 1854
(presso la Luogotenenza Veneta).
Protocollo dal 20 giugno 1854 al 29 gennaro 1861,
registri 9, buste 17.
» 71 Detto, 1854-66.
Atti della Ragionateria Delegatizia.
Protocollo dal 16 luglio 1854 al 28 maggio 1866,
reg. 2.
Registri 4, buste 25, elenco delle buste 1.
1850-54
/^attt della Ragionateria DeUgatiziaJ
buste 24, elenco delle buste.
» 47 Scolastici programmi
Programmi di varie città del Lombardo- Veneto, bu-
ste 7, dal 1850 al 1856, Università di Padova bu-
ste 2, dal 1820 al 1848.
» 1 60 Stampati sciolti.
Dal 1770 al 1866 pacchi 112, indici 1.
Registri stampati governativi 2 lesi inutili per la
compilazione dell' indice succitato.
» 28 Statistica Demaniale.
Registri demaniali 163, indice 1.
160 Statistici [prospetti) delle protinde venete
di Quadri Antonio 1817-18, voi. I.
Statistica stradale dello Provincie Venete parte I,
voi. 1.
Statistica dei fiumi, laghi e canali navigabili nelle
Provincie Lombarde con tavole suppletorie del
1825 stampate nel 1833 e 1847, copie 33, pac-
chi 1.
id. per le provincie venete 1825, stampata nel 1832
e 1837, copie 22, pacchi 1.
id. per le provincie tedesche, copie 82.
SLENCO DEGLI ARCHIVII ANTICHI
nei qiiaji sì trovano atti Baoderni.
Staiuit 150 MiKelknQa codici a penna — 607-1834.
» 180 Ccntea di Belgrado — dal seo. XVI al XIX.
» 182 Bsaminador — 13S9 - 1806.
» 183 Luogotenente di Udine — 1420 - 1807.
» 186 Revieori e Regolatori all' entrate pubbliche —
dal sec. XV al XIX.
» 187 X Savi sopra le decime in Rialto — 1463-1808.
Sopraintendeuti alle Decime del Clero — 1564-1809.
» Ì91 Deputati ed aggiunti alla provvisione del denaro
pubblico — 1658-1799.
Provveditori e sopraintendeuti alla Camera dei con-
fini — 925-1798.
Disegni dei confini — 1860.
Provveditori alla Sanità — 1485-1808.
» 192 Poste e Corrieri — dal sec. XM al XIX.
» 193 V Savj alla Mercanzia — dal sec. XVI al XIX.
Collegio della Milizia da Mar — 1519-1806.
» 196 Ufficiali alle Cazude — 1515-1801.
- 287 -
Stanza 197 Serenissima Signoria Fisco - Scritture dei Sa vii
Cassieri al Senato, relative a cause civili con-
tro il PubbHco — 1795-1798.
Fiscali Decreti — 1782-1798.
» 204 Inquisitorato alle scuole grandi — dal XVI al XIX.
» 205 Provveditori sopra Ospitali e luoghi Pii — 1620-
1798.
OflBciali al Quintello ed alla Messettaria — 1636-
1806.
Podesterie di Asolo e Torcello — 1732-1805.
» di Malamocco, Caorle e Chioggia ^- dal
sec. XVI al XIX.
Consolato di Genova — sec. XVIII e XIX.
Statuto di Murano — 1501-1803.
» 209 Lettere patenti (febbraro 1813) colle quali S. M.
rimperatore e Re Napoleone I accorda uno stem-
ma particolare e delle livree alla buona città di
Venezia — 1813.
Atto di cessione della Venezia all'Italia 19 ottobre
1866.
» 213 Bolle ed atti della Curia Romana — 780-1799.
» 222 Camerlenghi di Comun dal sec. XVIII al XIX.
Provveditori sopra banchi di scritta e depositario
al banco giro — 1627-1806.
Conservatori ed esecutori delle leggi — 1554-1802*
» 223 Arsenal, patroni e provveditori alF — dal sec. XIII
al XIX.
Boschi e legne, provveditori sopra — 1566-1805.
» 224 Scuole Grandi, S. M. del Carmine — 1593-1804.
Religione di Malta - Gran Priorato — dal sec. XII
al XIX.
S. Giovanni Evangelista dal XII al XIX.
S. Maria dellaValverde (Misericordia) — 1261-1806.
S. Marco — 1348-1805.
S. Teodoro — dal sec. XV al XIX.
S. Rocco — 1302-1806.
I S24 S. M. della Consolazione deputata alla Giustizia
ia S. Fantin — 1562-1805.
S. M. del Rosario — dal sec. XIII al 1806.
Conventi — S. Andrea del Lido (certosini) -~ 1219-
1808.
S. Clemente (eremiti camaldolesi) — dal sec. XVI al
XIX.
S. Cristoforo della Pace (eremiti agostiniani) —
1332-1805.
aUomenico di Castello (predicatori) — 1312-180G.
SS. Gìo. e Paolo (predicatori) — 1234-1804
S. M. del Carmine [scalzi) — 1212-1800.
S. M, Gloriosa dei Frari (minori conventuali) —
1142-1812.
226 Acquo, inquisitorato — dal sec. XVI al XIX.
229 Beni Comunali Provveditori — dal sec. XV al XIX
241 Miscellanea manoscritti di materia storica, buro-
cratica, scientifica — 1814.
N. £. — Oltre gli Arcliivi qui sopradescritti, si
trovano in molti altri atti moderni, p. e. in quelli
delle Corporazioni Religiose soppresse o Memi
Morte. -^
APPEOICE.
VI.
DELLE SCRITTURE IN CIFRA
USATE DALLA REPUBBLICA DI VENEZIA,
DI
LUIGI PASINI.
19
DELLE SCRITTURE IN CIFRA
USATE DALLA REPUBBLICA VENETA,
DI IjUICII PASINI.
I
»
I.
Scopo della presente pubblicazione è di dar un sag-
gio di quanto intorno alle scritture ocnilte nella Diplomaiia
Veneziana si conserva nell' Archivio Generale di Venezia ; di
far conoscere i più valenti eìfristU le principali disposizioni
che regolarono ne' tempi questo importante amminicolo del-
l'arte di Stato nel Governo Aristocratico di Venezia; e dì offrire,
in tal guisa, una breve notizia di quella scrittura, delle sue
specie, e della sue vicende.
Nel 1870 si eseguì nell'Archivio Generale il riordino delle
chiavi, 0 scontri di ci fra, e di altre carte relative a questa ma-
teria che giacevano confuse in una delle stanze dove si trova
l'ai'chivio degli Inquisitori di Stato. Queste chiati, che ascen-
dono ad oltre 400, con alcuni trattati, studi, teorie ed altro, sono
disposte in ordine cronologico, e diviso secondo la loro specie
in otto grandi buste. Ne venne compilato uu catalogo in cui
sono indicati il numero progressivo, l'epoca, l' esponente della
chiave, chi ne faceva uso, il numero delle pezze, il numero della
busta, e nella finca ^ellc ossemaiioni alcuni decreti che appro-
vavano 0 vietavano per ragioni di secretezza, 1' uso di una
chiave.
II.
Delle antichità delle scritture in cifra.
Per ripetere gli accenni del eh. prof, comm." B. Cecchetti,
attuale Capo Sezione del R. Archivio Generale di Venezia, Ietti
nel 1809 al R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, nella
sua memoria sulle scritture occulte nella Diplomazìa Veneziana,
a
se bì Tolease rintrscoiare prima del secolo XV, in cui cominciò
roBO delle e^it nelle scritture presso i Veneziani, qualche sag-
gio di scrittore occoltH, se ne potrebbe vedere un indizio fino
dal secolo XIII (1^20 13 marzo] nel liber plegiorvm Ontinni»
m Coi le lettere di qualche nome o frase sono intercalate dalla
lettera majoscola X, ripetuta fico a cinque volte ; ciò che po-
trebbe render Innga ed anche difficile la lettura, specialmente
essendo quelle parole anche abbreviate <.
In un oodioe gUi custodito dal Consiglio dei Dieci ed ioti-*'
telato semplicemente Registrami si trovano u&ate lettere greche
ed ebraiche (che non tutti avrelibero potuto allora leggere) fra
n testo latino, quando si vuole indicare qualche nome o qualche
frase importante. Gli esempii sono dogli auui 1200 e 1291.
.Alametfc del secolo XIV si ha qualche saggio dell'uso di
BOnttnra oonTenzionale in affari diplomatici, stabilendo per con-
Tensione che ad una lettera dell'alfabeto, o a un altro segno,
oorrìspondesse il nomo o il titolo di un regnante, o di un perso-
naggio, e attribuendosi specialmente ai nomi un significato
diverso dal comunei
Per esempio nel registro marcato «£sftY/^tì'(/(HA'otóft)«'rfc/
OoUegm 1291-1468 » scritti di mauo di Marin Sanuto, a carte
^ tergo si I^^e :
1350 dù 27 septemÒria
biformatio data ambaziatores (ne) ad dominum regem Hong»-
rie destinatis quando voluerìt scribere secreto Dominationi.
Pro domino duce intelligator B.
» domino rege Hungarie^ F.
» domino papa V.
» ipsìs ambfóiatoribus L.
» baronibus suis coosiliarìjs P.
» domina regina matre sua M.
< Liber plegioruta p. 44. « Ibi vero InconUnenti, fiicto sacramento, no-
minsTlt lllnro bomlnem sllicet pr XXXX eb XXX t XXXX r XXXXX m
X ao XXXX b XXXXX m. pi XXXX b X n XXXXX m. a X net XXX
J XXXX au XXX a d XXXX e XXXX li X t XXX; cioè prttbUtrum se
bo%e mtmorte pkbanum tancti Joannit decollati.
- 293 —
prò domina regina consorte sua . . . . G.
» negotijs sibi comissis -fi;
» Apulea maritima S.
» domino cardinali legato «.
» regalibus carzeratis +.
» d. Ludovico regine Jeanne marito . A.
» regina predicta g.
In un volumetto di scritture secrete del Collegio \ alP anno
1358 si trova questo ricordo: « Nota quod in 1358. 10 decem-
bris infrascripta informatio data fuit nuntio misso in Alema-
niam, videlicet :
« Quando vuy scrivere per lo nome del doxe de Ostoricho
scrivere meser Antonio ; per meser V imperador scrivere meser
Nicoleto ; per lo Friul scrivere Modena ; per la Trevisana scri-
vere Rezo ».
Un saggio più esteso di questa scrittura, dello stesso anno
1358, è a carte 46 del volume stesso :
« IVota quod in 1358 die 12dezembris infrascripta infor-
matio dimisit Petrus Balduinus missus ad Dominum Impera-
torem.
Primo namque prò domino Imperatore io dire Rigo
per lo Doxe de ostaricho io dire Corado
per nome de Vicario io dire Bolfardo
per nome de Capetanio io dire Oristano
per nome de Ambassador io dire messo
per nome de baron io dire homo
per homo de cavalo io dire pelle 1. over li-
bre 1. de Rame.
per elmo uno io dire fiorino \ doro
per lo Friul io dire modena
per la Trevisana io dire reco [sic]
per lombardia io dire Milan
per padoa io dire Cremona
Se aviena se fesse asunanza scrive che lo vien tanti coli
de specie de rosian E simel mente de praga o do altri luogi.
* Restituito dal Governo Austriaco nell'anno 1868.
Se vuj me mande letere a viena niaiidele a la stazon de
matia baratane apotechario che sta acanti san Stefano, eie le-
tere chio piero raandere a venesia manderele a la stazon do
nicoleto gorgiera dal sarasin in spicieria e se vuy mande letcro
algune a praga mandele a la botega de ser Uguzon apotecario.
E per messi corieri eh io mandasse o che me fosse man-
dadi diremo hota 1. de vin de crede,
E se asunanza se fesse diremo che la se fase de merc»-
dantia. ,
PIERO BALDUIN »
Questa maniera di scrittura secreta, appoggiata ad un lin-
guaggio convenzionale mutabilissimo, fu in Venezia certamenta
la pili antica, e sfugge alle indagini dei decifratori più una
delle crittografie, o scritture composte di cifre, di lettere, di
numeri e di segni convenzionali.
Le scritture in cifra usate dai veneziani nel secolo XV
sono formate principalmente di segni tratti dall' alfabeto greco
e dal latino, e nei secoli XVI al XVIIl, di lettere semplici 0
munite di lineette che ne tagliano le aste, di numeri, di
lettere unite con numeri, e di figure o segni immaginati a
capriccio per esprimere dizioni differenti e pili o meno estese.
Alla fine del secolo XV e in principio del 'X.Yl, come si
può conoscere dal saggio nella Tavola II, con tre o quattro
segni si indicava una certa lettera dell' alfabeto, mentre poi
i titoli di regnanti o di altri personaggi o i nomi dello città si
nascondevano sotto un nome diverso. In altre cifre dell' epoca
stessa, ad altri segni di lettere tagliate, o di segni inventati, si
attribuì il significato di sillabe, che nella chiave o teorva sono
disposte alfabeticamente, p. e. ba, be, bi, bo, bu ; ca, ce, ci, co^
cu, ecc. Alcuni segni corrispondono ad una o a due parole ; p. e.
Italia, Francia, Germania, Summ»s Pontifea; Vostra Sereni-
la, ecc. Vi sono finalmente i segni superavi, per render più difE-
* Qal è un Kgno cosUtDlto da un circolo tagliato a metà da ana line*
oriuontsie che ai prolunga e fa gomito a destra termiDando all'insii in
croce. Nel cerchio la linea è intersecata da una tue antica. — È forse una m:
coDVQiuiODaJe.
— ^'^■>-
I
citi i tentativi del dccifcratore o trarlo ia inganno. Eguale siste-
ma di cifre nel secolo XV veniva adoperato nei documenti del
Ducato di Milano e nei dispacci dei vari suoi rappresentanti.
Lo studio di rilevare le cifre consiste piìi nelle osser-
vazioni pratiche che nella cognizione di determinati precetti.
Trovar poi una ragione dell'uFO di un segno anziché di un altro,
sarebbe indagine frustranea ed inutile, perchè ciò dipendeva
soltanto dal capriccio di chi aveva inventato le cifre, le quali,
anche in numero di parecchie migliaia, potrebbero essere tutte
differenti, secondo il particolare intendimento e T accordo di
chi scrive e di quello a cui scrive.
Lungo sarebbe l' esporre le regole che giovano nella deci-
frazione dei documenti, il cui numero si accresce e cangia a
seconda della qualità delle cifre ; come sarebbe difficile lo sta-
bilire e epiegare con chiarezza i precetti secondo i quali fu-
rono composte le varie specie di cifra. Senza discendere a mi-
nuti particolari, noteremo tuttavia alla sfuggita qualche re-
gola (issa e costante riguardo a cifre semplici alfabetiche.
Quando cade sotto occhio una cifra, formata di lettere,
o di numeri, o di figure, è da riconoscere quali numeri, o let-
tere 0 figure s' incontrino più frequenti ; estenderle sopra un
foglio, e numerarle per vedere se arrivano al numero di 20
0 23 eh' è l'alfabeto. Siccome poi le vocali sono più fi-equeati
nella lingua delle consonanti, così bisogna trovar le vocali per
più facilmente scoprir questo. È necessario adunque constatare
quale dei segni è più adoperato, e notar quante volte lo è ;
quel segno indicherà le vocali delle quali le più usitate sono
r )', e V e.
E necessario offrire un esempio. Viene data a rilevare
una cifra composta di lettere; si dovrà subito riconoscere
qnali lettere vi siano più usate. Si scorgerà p. e. che sono 1' /.
m, », 0, p, q, ecc ; dopo di averlo stabilito, bisognerà nume-
rarle per vedere se sono 20, o 23.
Contate allora lo lettere più frequenti nella scrittura, si
osserverà quale di esse e' incontra più spesso, e si segnerà
con punti il numero delle volte che è posta in uso ; p. a se"
gnate le suddette lettore 1 m u o p q ecc. si troverà, suppon-
gasi, ìl^ adoperato quattro volte, la lettera / due, l' o sei, e -via
via; si noterà il numero delle volte eh' è posta in uso quella
lettera, con altrettante postille o punti. QueUe tra tutte le 23
lettere che dai punti risultano più adoperate, sono lo vocali.
Se dunque, come abbiara detto, V o è usato sei volte, sarà la
vocale ?', se il p quattro, sarà I' e, che son le due più jrequenti,
e le altre, adoperate meno, Faranno le altre vocali.
Per scoprire le cifre di un dizionario complicato ed esteso,
come si può riconoscere dal prospetto qui unito *, sembra che
non possano esservi regole fisse ; e infatti nelle poche carte
di teon'e e stì'-dii conservate neh' Archivio, non ne abbiamo
trovato.
La conoscenza di un dizionario stabilito [o collezione
di sillabe o locuzioni } ci fu di aiuto ( come diremo } alla
formazione delle chiari delle cifre usate nei dispacci d' In-
ghilterra, Francia, Spagna e Costantinopoli, della metà del
secolo XVI e quindi agevola la interpretazione della cifra.
Nelle cifre era regola costante il non usar mai accenti,
asterischi, apostrofi, punti, virgole, parentesi, né segno alcuno
indicante la qualità, l' accorciamento, la disposizione delle pa-
role, 0 la divisione del senso. In poche scritture venete in ci-
fra è indicato il fine del periodo; si scriveva por solito di-
stesamente senza mai andar a capo riga. Oltre a ciò non ai
seguivano regole di ortografia, e perciò nelle parole nelle qiiali
la consonante era doppia, si scriveva in cifra la prima, e si
ommetteva la seconda. Se lo scontro per scrivere aveva segni
superflui 0 nulli, nel principio di ogni scritto in cifra si poneva
qualche numero falso, o figura, o segno falso secondo la dif-
ferente qualità della cifra, e cosi nella fine di ogni periodi);
e questi segni superflui venivano collocati pure nel mezzo delle
parole fra le consonanti e le vocali più frequenti.
Vi era poi l'avvertenza di valersi dei caratteri che signi-
ficassero sillabe 0 locuzioni più che fosse possibile lunghe.
' Vengati U pro8p«tto in foglio dove b1 parla dei dispacci veneti dal IfiM
al 1566, dei qnali manca la tradudone.
l
»
Di più, dovendosi servire di semplici lettere, si mutavano
i caratteri che significavano quelle lettere, e massimamente le
vocali.
Veniva poi osservato ed anche comandato ' a tutti gli
ambasciatori, che il loro secretario avvertisse di non scrivere
in cifra un solo nome o poche parole, pfrrcìtè daìle premesse po-
tendosi c&n facilità catar le siissegv^ii, sarebbe stato facile sco-
prire lo scontro, e perchè, interpretate due o tre sillabe, non
era molto difficile conoscere le altre una por una.
Veniva anche ordinato di astenersi di mettere in cifra
scritture, perchè essendo queste in mano di altri non si ve-
nisse a scoprire lo scontro.
Per far conoscere, a proposito di cifre alfabetiche, un siste-
ma di cifra di dojipìo alfabeto ' oflriamo qui sotto la dimostra-
zione del metodo.
Dimostrazione della cifra di duplice alfabeto.
Supposto che si debbano porre in cifra questo parole: La
RepvMKca di Venezia, è duopo innanzi tutto stabilire, di con-
certo col corrispondente, il dato che è indispensabile in questa
cifra. Suppongasi adunque che il dato sia la parola mondo,
prendendo dinanzi la Tabella, si fa la seguente operazione:
Si scrive prima /a repubblica di Venezia,
poi vi si mette sopra replicata la parola mondo, che è il dato,
fino a che si copre tutto ciò che si vuol scrivere, lettera per let-
tera, p. e. :
mondomondomondomondom
lare pubbli e a d i v e n e t i a
Allora si cerca nelle iniziali della tabella la lettera M e
seguitando in quella casella, si va a trovare la lettera /, a cui
' Decreto 3 mano 1625. Parti Seorete Cons. X.
* 1d un reg'[stro nis. di leg'gì dei M. C. copiato noi Beooto XVI da Bui.
Zomberti è data una dimostrazioDe di cifra di doppio alfabeta.
Nel secolo XVllI veuoe offerto alla Bepubblica uo metodo eguale di cifra.
sta sotto la lettera y p si dice l in ra dà ^ ; indi si segue let-
tera per lettera sino alla fino comenell' esempio:
mondomondomondomondoin
q t mr h cu t y q ti t x x ò y f y in. q s
larepubblic adivenez ia
Giunta la carta posta in cifra al corrispondente, egli vi
stende sopra la stessa parola, ossia il dato inondo, e colla
tabella alla mano traduce lo scritto cercando al centra
q in M dà /, t in 0 dà ffl ecc. come nelP esempio soprascritta
La -singolarità di questa cifra è, che migliaia di persone
possono valersi di essa e della cliave che consiste nella Tabella,
senza che l' uno scopra il secreto dell' altro, e ciò in forza della
sola differenza del dato.
E poi dimostrata l' assoluta impossibilità che quella cifra
venga decifrata da altri che non siano in corrispondenza collo
scrittore, perchè i! segno che si scrive cambia sempre signi-
ficato come si scorge dall' esempio.
Il suo difetto è di essere, forse, un po' tediosa.
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Prìrai documenti veneti in cifra; — primi
e più celebri cifristi.
Il più antico documento ', che si conserva nell' ArcLivip 1
Generale dì Venezia, in cui sono tracciate alcune linee in cifra, i
è una ducale di Michiel Steno diretta ai Nobili Uomini Fantino
Michiel e Bartolomeo Nani, Ambasciatori al Pontefice e a! He j
LadÌBlao per trattare la pace. Questo documento, che ci venne j
additato dal eh. Prof. Cesare Cav. Foucard, ora Direttore dell' Ar- 1
chivio di Modena, è scritto in latino su pergamena, ed ha !a data \
del 28 giugno 141 1 '. Ha 36 linee di scrittura, 29 delle quali: [
' Vedi Tavola 1. — Con cifra, probabilraente egfuale a quella usata nel I
documento in diacorso, è stata scritta la parie del Senato 13 maggio 14IS |
diretta agli anit>aaciatorì veneziani in Polonia (Voi, V, Secreli p, 231, innaiui f
la quale (e. 22 t. ultimo linee) Sanie Vtnier, Savio alla guerra, e NmUt \
Zorti, Savio agli ordini: « Volutit partem lìi/erendi, sed guod debeai tcriif 1
'> per aifThtm, ambaxiatoribui nostri! et dewlart debeat oiiHet informaliom» ì
* et dtclarationes kahltai a magistro Paulo qui nuper vetiil de partibm. I
o Bungarle.
"In quBglo secolo medesimo usavano cifro anehe persone private-,
XVI I Qeeultì, come da una lettera di an Sagredo diretta da Aleppo a tn,'
PmIo Bupl, addi 90 aprile 1609.
« Bicero oonUnni avvisi dalle Indie, dalle quali ho Inteso di loro d» più
penane be particolari molio conaiderabili. L'uno cho nelle Indie li govenis-
tori Portogheei non usano zifra, se non in tempo di guerra, et è pn^Uto
ad altri usarla, essendo solo concessa alll Reverendi Padri gesuiti, cbe df-
oono cosi esser neoesiario per maggior servttio di Dio, et se ne Tagliano ta-
dlnarissimamente, da che. comprendi Vostra Paternità qo&nto sta di meglio U
loro Apostolato In comparatione di quello dei dodici primi Apostoli {Arcb.
Contultori in jure, Adversaria publica, voi. II).
Anofae i conJUentt della Repubblica ecrivevano in cifra nelle loro lettera.
(Parti Seorete C. X. — 31 ottobre 1620) :
« Al Rendente in Napoli »
» Conforme al contenuto nelle tue lettere do 13 di ottobre con le quali
w Bbt)iamo rioeruto anche la ei/ra che ti ha dato it solito confidente, della
» qnal dice di doversi valere » ecc.
Luigi de Canoita confidente degli Inquisitori di Stato nel giorno 1£ ot-
tobre 1681 da Verona scrisse al Segretario dei detti Inquisitori: Potrà V. S_
ili. favorirmi di inviarmi la tifra per render più sicuro il carteggiare.
\
soiio in cifra. È trascritto a carte 184 tergo del voi. IV dei
Secreti del Senato, che abbraccia gli anni dal 1409-1411. Come
il lottore potrà scorgere dal brano litografato, che contiene l'ul-
timo periodo di quella ducale (qui riprodotto nella Tavola /) i
segni di cifra sono per la maggior parte lettere dell' alfabeto,
numeri arabici, punti, lineette «d altri segni, corrispondenti nel
loro assieme al sistema delle cifre sopra accennato. A piedi di
quel documento è posta la deciferazione tratta dal detto volume
IV ; ci riserviamo di formarne la chiave che finora manca.
Eguaio metodo di cifre venne usato dopo la fine del secolo
XV e in principio del XVI, epoca quest'ultima in cui di sovente
si comincia a riscontrare adoperate le cifre nei dispacci conser-
vati nell' Archivio Generale diretti ai Capi del Consiglio dei X
dagli ambasciatori e residenti presso le varie Corti estere, di-
spacci che non hanno avuto la sorte degli altri della medesima
provenienza, e di quelli tutti diretti al Senato Veneto, preda
pur troppo del fuoco negli incendi del palazzo ducale. La serie
invece dei dispacci diretti a! Senato, comincia coU'anuo 1554 e
va fino alla caduta della Repubblica. Di questi parleremo in
seguito.
Ora torna in acconcio trattenere il lettore intorno ad un
valentissimo cifrista della Repubblica veneta che nel 17 settem-
bre 1505 cominciò a servire nel grado di uno dei tveordinm'i
della Cancelleria Ducalo '. Giovanni Soro & stato il piti grande
cifrista veneziano, del quale si parlò con lode ed ammirazione
singolare. Il Cons, dei X nella ^rte 14 luglio 1512 ' così parla
di lui : «Ceterum sicut industria et intelligentia zifraram, estpro-
»Jecto impoTiantissima oc in aumìno predo, et existimatione ha-
» benda : ita convenìt huic Consilio taliter providere Joanni
» Soro secretario nostro, non modo in Siaiu ìwstro, rerum etiam
» in Iota Italia et euira unico qui haòeat eata veram et admiran-
» dam practicam » etc.
' Il <MiHittero della Cancelleria i
Ordinari, ed Btlraoritnari,
- RegìBtra n SS Misti C. X. p.
;i diviso in tre ordini, cioè: Segretari,
A far conoscere a qual fama fosse salito il Soro, basterà
qui riportare un brano dei Diarii di Marin Sanuto che lo
riguarda *.
Voi. 53, fol. 103 (addì 27 aprile 1530) vene il principe di
Salerno accompagnato da 6 Zentilomeni, ecc.
« Noto el dito principe mandò un suo da mi Mann
» Sanudo, dicendo: havia desiderato veder , tre persone, ser
» Piero Bembo, con il qual a Padoa è stato, io Marin Sanudo
» per la fama ho de historico, et ^an dalle zifre, et di
» altro non si curava, per esse homo studioso, et amator di
» lettere e desiderava veder il mio studio. Io mi escusai e non
■ vulsi el venisse. »
Nella filza n. 7 delle parti secrele del Consiglio dei X (anni
1547-1550) havvi una lettera autografa molto interessante di
Alvise 0 Luigi Borghi (autore degli Annali stampati nell'Archi-
vio Storico Italiano) diretta al detto Consiglio, di cui era segre-
tario, e incaricato nel 1546 ' di scriver e trazer tutte le cose piU
secreie di esso III. Consiglio. Dopo di aver dimostrata l'impor-
tanza dello scrivere in cifra e parlato dei vari modi usati in
antico e a' suoi tempi, e dei proprj studi in proposito, soggiim-
ge: « per la fama sparsasi dell'eccellentissimo Soro, jfodre di
» t/uesta rarissiinn rid/\ li Principi Christiani hano quadrupli-
» cato l'alphabeto et messo diversi charatteri in loco delle sil-
» labe, con un altro grandissimo numero di charatteri in 'loco
» delld-ditioni integre, et molti altri charatteri senza signìfi-
» cato alcuno, per &r la scrittura piìl difficild ; il qual modo di
» scriver si usa al presente, ecc. »
Neil' anno 1539 (quattro anni innanzi la sua morte), il
Soro presentò al Consiglio dei X un libro dì cifre, come risulta
da un'annotazione che trovasi nell'Archivio, e che è questa:
« 1539 die 39 marcij. Libar zifrarum presentatus die supra-
' Copia dei Diaij di Maria Sanutu conservata in passato cella Biblioteca
Marciana, ora a Vienna.
" Giovanni Soro mori vecchio nell'anno 1543. Di lui parlò anche l'illn-
atre signor Rawdon Brown nell'appendice li. Hiitiiry <if ilalian cipher del
Voi. II. del suo Calendar Qf 6iaXfi papere and manuscripta exìetiDg in the ar-
ekivet and colUction <•/ Venice. London Longmans etc. 1867.
I
I
» scripto per circumspectum Secretarium Joannem Sorum
» iuxta promissionem ab eo factam et notandum quod totus
» liber est in quatuor pai-tes divisus, videlicet duae in lingua
» itala, et una in lingua gallica, et quarta et ultima in lingua
» hispana et hic repositus est in secreto. — Andreas de Fran-
» ciscis Magnus Cancellarius » *.
E da lamentare poi la mancanza all'Archivio di questa
opera certamente preziosa e nota al Sorghi, clie nella sua sup-
plica, diretta nell'anno stesso della morte del Soro al Consiglio
dei X ' così ne parlò: « Conversai molto con l'Ecc. Soro il
» quale neìl' anno 1537 avea cavate tutte le zifre nelle lingue
» latina, italiana, francese e spagnola et ho studiato il
■ » suo libro de zifre presentato da lui all' 111. Consiglio di X, et
» non manco ogni giorno da simile rarissimo e laudatissinio
» exercitio il quale in vero ha in se più dell' angelico che dcl-
» ì'humano, imperocché con la vivacità dell' inzegno nostro
» scoprirne li secreti delli ribelli et inimici di Vostra Serenità.
» Et li altri principi ' che non hanno simili professori hanno
' Il Sonin una supplica presentatasi CoDsiglio del Xadd'i IT luglio llill,
parlando del suoi eerTÌgi come secretarlo cifrista, cosi al esprime: " Tamen
» come fidellsainio serTtlor non solani è contento invigilar cura luti i aui spi-
o riti ad farse de perito in dieta isterpretatlon peritÌBsimo, ma vole (comeia
" l'bà principiato ad far) cooiponer uno libro, Bopra el qual alano tute le ra-
u son et regule: mediante le qua! lui interpreta le zl&e: annotando separa-
» tamente le regule della lingua latina, da quelle do la lengiia vdlgar, et
» aimiliter quelle de le lengae epagnuola e Francese cadauna per si, come
» è necesearlo; fatica longa, dlfBclle et ingeg-noea, el qual libro se sarà da
» poi la morte ena servato Dell' Ecc. Coitaelo de X et sotum lassato veder a
i> qualclie uno dei Secrelaq cbe aarfi reputa a questo idoneo. Vostra Serenità
« baveri sempre nella sua Cancelleria chi potrà interpretar le lettere inler-
» cepte in zii^, et cuaai vivendo esso Zuane, et da |k)Ì la morie sua de le
u fotiche per lui fatte la ne riceverà grandissimo beneficio •>.
* Filza Parti Secreta (1543 frennaio m. v.).
' Angelo Moroiini, amlmsciatore straordinario in Polonia nella sua rela-
aione finale letta in Senato nell'anno 1685, racconta cbe: «due Secretarli
» minori stanno preeao L Ro \ii Pulonia] di continuo per il aerviiio ordlna-
u rio, e si chiamano della lingua polacca, perchè t&smi) tutte le eapeditìoni
» nella medeaimn. Bì vantano d'aver capacità di rilevare qual ai aia zifra, e
u perciò procurano d'intendere qualche lettera, che possa loro dare materia
" di curioeltà, per acquistare merito presso il re con il rilevarla. »
» spesse volte mandato afla Serenità Vostra le zìfre intercette
» acciò siano cavate qui » '.
Posta, si può dire, dal Soro la pietra fondamentale d' una
delle più importanti materie di Stato, cioè il mezzo di comuni-
care secretamente co'suoi ambasciatori e cogli altri agenti diplo-
matici, 8Ì succedettero gli studi e le invenzioni sulle ciire, e
cominciarono ad essere emanate varie disposizioni e decreti
per guarentire la secretezza nelle deciferazioni e la sicurezza
della custodia degli scontai ài cifra che venivano consegnati in
copia ai rappresentanti la Repubblica quando partivano in paesi
lontani e stranieri '.
GÌ' inventori di nuovi sistemi di scritture in cifra o di
altri metodi, se veniva accettato il racordo o proposta che ne
presentavano, erano ricompensati.
Per citarne alcuno fra i molti, nell' anno 1525 * a certo
Marco Rafael vennero assegnati 100 ducati all' anno per aver
insegnato ai capi del Consiglio dei X un suo sistema per scri-
vere sopra carta o sopra tela bianca senza che fossero visibili
le parole, e col mezzo di un liquido da lui composto la scrittura
compariva. Del resto di cotali inchiostri simpatici sono ricchi
i vecchi e i recenti ricettani alchimistici e chimici.
Nell'anno 1570 * Floriano Mezzovillani Bolognese si offe-
riva dì insegnar il modo di spedir ogni concetto scritto in
qualsivoglia idioma senza che quello che portava le lettere
' NaU'Bnno 1510 il P»i» mandò alla Repnbbllca, per la InterpMtaftoae^
alctme lettere In oifira, delle quali 11 Boro nella suddetta suppUoa 17 In^io
IKU dice d'aver scoperto (1 ^g^Dlfloato, a cum mmma Batisfectloas de la !!•
> ItiBtr. Signorìa vostra per liaver Intaso per quelle molU del andamenti «t
> Moreti del ano inlmid .»
1 Molti dei decreti del Cons. del X relaUvi alla Cifra e ai Cifritti sono
notati anche da GioTannl Rotti nell' elenoo di Codici dell' Ardiivio, edstente
nel voi. XII. del documenti alia sua opera inedita sui costumi e sulle leggi
dei Teneiiani.
> Vedi Parti Beerete Cons. X 1525, 20, 26, 28 sett. e 12 ott,
* Parti ^muni Cons. X fUza 100, 26 aett , 13 e 30 ott. 1570. A. corte 4 ptd
del registro Bacordi del Capi del Consiglio dei X, si trova copiato il sistema
ideato dal Uezzovillani.
sapesse di averle, e neuimeuo di portarle; ed inoltre esse non
sarebbero state intercettate.
I nuovi metodi di cifre da persone private offerti alla
Repubblica, venivano esaminati dai Segretari cifristi che ne
davano in iscritto il loro parere e proponevano o nò die fos-
sero accettati e se ne ricompensassero gli autori.
I cifristi stessi che presentavano nuovi metodi di chiavi
di cifra venivano lodati con decreti speciali, e incoraggiati con
aumenti anche di salario.
II Governo delia Repubblica ha con opportune disposizioni
a misura del tempo e delle circostanze prudentemente disposto
che fosse quando a quando cambiata la cifra, tenendone sem-
pre preparati e custoditi uno o più scontri approvati, affine di
averne alcuno pronto ad ogni bisogno.
Le varie deliberazioni che prescrivono mutazione di cifra
presero principalmente motivo dal tempo dacché era stata
introdotta quella che allora correva, collo scopo di prevenire
gli accidenti possibili. — La cifra in via ordinaria veniva mu-
tata alcune volte dopo soli sette anni, ora dopo dieci, e al piii
dopo venti o venticinque.
Prima dell' anno 1547 veniva usata una sola chiave di
cifra comune a tutti i rappresentanti della Repubblica, Questa
chiave formata dal cifrista Giovanni Soro venne cambiata dal
Consiglio dei X col decreto 31 agosto 1547, prevedendo il pe-
ricolo al quale erano esposte le cose sue più scerete, scriven-
dosi in cifi-a con un solo scontro adoperato da tutti i pubblici
rappresentanti ; onde comandava che si dovesse mutar la cifra
per ciascuno degli oratori e rappresentanti della Repubblica
presenti e futuri, sicché ognuno l'avesse diversa per scrivere
le cose scerete ai capi del Consiglio dei X ed al Senato. Collo
stesso decreto venne prescritto che fosse data ad ogni oratore
e rappresentante per le comunicazioni scerete fra loro, un'altra
cifra separata, eguale per tutti.
Il cifrista Girolamo Franceschi fece allora osservare che gli
ambasciatori ed altri rappresentanti usavano talvolta una cifra
scrivendo sempre con un segno solo, sebbene ogni lettera del-
^
r alfabeto di un dato scontro fosse composta di tre e fin di sei
segni diiferenti per ogni lettera, cou manifesto pericolo clic
fosse levata o decifrata senza scontro.
Innanzi la loro partenza i secretar) degli ambasciatori ed
altri residenti presso le Corti estere dovevano istruirsi e impi
rare la cifra presso i Deputati cifristi, e loro veniva ingiunto d
tenerla secretissima e custodirla diligentissimamente.
Erano incaricati uno o più secretarj del Senato, ovvero ,l
notai ordinari della Cancelleria Ducale • di dispensar gli scoiUrt^-
a quelli cte di tempo iu tempo partivano con pubblici incanclii,
ed erano obbligati di tener un libro con nota particolare della
consegna di essi scontri, con dichiarazione del giorno e delle j
persone a cui li avevano consegnati, e con nota della restituì £
zione, ricevendo da quelli che li restituivano il giuramento dl'l
non averne tenuto copia, né fattili veder ad alcuno; e di tale,!
giuramento era fatto cenno nel detto libro.
La cifra veniva cangiata anche quando si sospettava cht^
fosse stata cavata o scoperta dietro lo intercettamento dll
qualche dispaccio, come accadde nell'anno 1629 in cui dagli' I
Alemanni nello Stato di Mantova venne fatto prigione certo!
Antonio Fascio, al quale dal Segretario Buscnello in Mantova!
vennero consegnati due dispacci scritti la maggior parte in*
cifra.
Veniva pure mutata la cifra in s^uito alla morte di qual-
che segretario di ambasciatore o residente in corti estere, come
avvenne nel principio del 1645 ' in cui morì in Londra il Se-
gretario Agostini, «dubitandosi di ciò che potesse esser se^nHo
» della cifra da lui tenuta ». Così pure per la morte seguita
nell'anno 1647 in Cerigo di Valerio Filippi notaio straordina-
rio della Cancelleria Ducale, dietro lettera di quel Provveditore
straordinario Molìn, che annunziava che la zifra tentUa dal detto
Filippi fosse stata da lui medesimo consegnata ad un suo padre
spirittiale, il Consiglio dei X, con decreto 29 giugno d. a., or-
" Decreto 18 agoalo 1578 (Parti Secreta C. X),
f C. X Parti Secreto 10 marzo 1645.
dinava che fosse cambiata la cifra, per ogni buon riguardo, nel
dubbio che potesse essere stata veduta e copiata.
Infine si operava il cambiamento quando veniva riferito
che la cifra fosse capitata in mano di persona che non era pub-
blico rappresentante, né secretano dell'ordine della Cancelleria
Ducale, o che fossero stati smarriti gli scontri. Ciò appunto ac-
cadde nell'anno 1605 in cui furono chiamati al Tribunale dei
Capi del Consiglio dei X il segretario del Senato Ferigo Mariu
e Pietro Amai notaio ordinario, ambi Deputati al carico delle
cifre, e fu loro commesso di metter a parte tutti gli scontri delle
cifre fino allora usati in qualsivoglia luogo, « formandone dei
nuovi per darli ad ogni Ambasciator, Provveditor Generale,
Bailo, Capi da Mar ed altri pubblici rappresentanti che sodo
soliti nel partire aver cifre ».
Veniva ancora ordinato che non potessero piìi essere usati
in alcun modo gli scontri vecchi, anzi fossero abbrucicUi di volta
in volta secondo che ritornassero gli ambasciatori e i rap-
presentanti suddetti '. E si incaricavano essi Marin e Amai di
formar tosto due libri nei quali fossero registrate distintamente
tutto esse cifre e scontri, così per scnver come per iraduri-e.
Provveduto alla sicurezza delle cifre, venne conosciuta col
decreto 31 agosto 1605 la necessità dell' istruzione « in qvmta
di^dle ed iniportatitissima scienin. »
Nella Cancelleria Ducale alla metà circa del secolo XVI
v' avea un solo cifrista che si occupava nello scrivere e nel tra-
durre lo cifre ; il decreto 15 marzo 1542 del Cons. dei X ce ne
dà la prova dove dice « chel star su un solo che è il Lvdorid
y> è pur troppo difettivo, e seco porta non solo difficoltà e tar-
» dita alla espeditiono, ma forse etiam pericolo che qualche deli-
» beration che doveria passar secretissìma non vada senza zifra
» per non ritrovar chi quella scriva ».
Vennero aggiunti pertanto al Ludovici due segretarj, il
Borghi e il Bonrizzo trovati piii idonei, dietro il parere dato dal
< È probabile dio allora siano Btat« abbruciato le cbiavl o ftoniii delie
B dagrli anib. A' Inghilterra, Franria, Spagna t Ooalanlinopoli nei
' diapaocl degli nani 1554 usque 15C6, dei quali verrii parlato ìo segiiito.
- 308 —
Soro nel 14 marzo 1542, essendo egli in casa per effetto di vec-
cliiaja.
IV.
Istruzione della cifra.
I Segretari cifristi istruivano i giovani nelP arte delle
cifre.
La Repubblica permetteva, ed anzi desiderava che i figli
dei segretari cifristi fossero istruiti dal loro padre nella materia
importante e gelosissima delle cifre, di cui ebbe sempre cura
speciale il Consiglio dei X.
Alla fine del secolo XVI il bravo cifrista Gio. Francesco
Marin, per ordine del Cons. dei X ^ ebbe il carico di insegnar
Parte di tradurre le cifre aliene, senza scmtm^ a Federico suo
figliuolo.
Coi decreti del Consiglio dei Dieci, 1606 25 e 31 agosto,
•svennero scelti Ottavio Medici e Gio. Batt. Lionello ad imparar
la scienza del tradurre le cifre senza scontro^ e nel 24 ottobre
1607 fecero la prova alla presenza dei Capi con V intervento
del Magnifico Cancellier Grande, con grande applauso.
* 1575 de mense January in C. di X.
« L'arte di cavar le zifre aliene senza scontro, nella quale l'antica età so
ben allora fiorirono tante nobilissime et eccell. scientie, non pur è stata su-
perata dalla moderna; ma per quello che si vegga non ha avuto alcuna pra-
tica et esperienza, siccome è rarissima, et a quei Principi che possano aver a
loro servizio alcun soggetto che la posseda, utilissima, così deve essere som-
mamente stimata et avuta cara; onde avendo il circosp. et fedelissimo segre-
tario di questo Cons. Gio. Francesco Marin dimostrato in tal arte per diverse
prove la peritia sua acquistata per naturai dispositione et longo studio, né sa-
pendosi che vi sia al presente tempo alcun 'altra persona eccellente nell'i-
stessa professione, ò grandemente a proposito delle cose nostre provveder che
sotto di lui si possa allevar qualche altro soprgetto. . . .
L'anderà parto che sia dato carico al sud. circosp. et fedelissimo Segre-
tario nostro d" insc'^'nar essa arte di trazcr cifre aliene senza scontro a Fede-
rico suo figliolo, il quale quando avrà data prova di estrazer una cifra aliena
senza scontro, sia assouto nel numero del li Sejrret^'irj del Sonato et Collegio
nostro •
Furono loro astìoguati ducati 10 ai mese, e deputati adin-
seguare la scienza delk cifre.
Per solito nel mese di settembre di ciascun anno venivano
latte le ■prove, le quali consistevano nel tradurre e scriver alla
presenza dellì due cifristi, di più lun^o esercizio, alcune righe
che erano date agli esaminandi dal Tribunale degli Inquisi-
tori ; e quelli che sostenevano l'esame con franchezza e con
esattezza, veuivauo ammessi all' impiego dagli Inquisitori me-
desimi ivi presenti, che ne assumevano tosto il giuramento per
la secretezza e la buona custodia delia cifra.
Colla ^r/e 26 aprile 1633 furono assegnati ducati 10 al
mese a Sebastiano Milledonne notaio straordinario della Can-
celleria Ducale, depitala alla profession delle n/re, doveìido eser-
rilarsi per Mligazione particolare nel tmrre e scriver tutte le
cifre.
Coll'altra parte 4 novembre 17IS il Consiglio dei X stabili
in quattro il numero dei cifristi con salario, in due gli studenti,
e decretò altresì che non essendovi allora tra i Segretari ci-
fristi del Senato, alcuno che avesse figliuoli o nipoti nella pro-
pria famiglia da poter educare in quello studio, acciò non se ne
/lerda, anzi nejorisca la scienza, partzcolarmeìite/ra le famiglie
benemerite, il segretario Maffio Bianchi, ii quale aveva presen-
tato un nuovo scontro di cifra, venne incaricato ad istruire
Agostino Bianchi ' suo nipote e^rfratre.
' AkohUdo Bianchi nell'anno 1733 preHenlò un nuovo scontro di cifra
grande, rhe venne accettato col decreto 1. gin^o d. a,, e distinto col N. 14
per esBore adoperalo ogni volta che snccedesBe il cago e il biso^o di cam-
biarsi quello del N. 13. Dopo 30 anni, cioè nell'anno 1772 (decreto S7 luglio)
luesto scontro venne consegnato agli ambascìalorì e ad altri rapprospn tanti.
Ebgo consta di 290 se^l numerici. Le lellerg fole hanno segni di due o tre
numeri: le sillabe, o parole ooBtituite da tre o quattro sillabe, o do|ipie pit-
role, hanno segni di tre numeri; queste siìlalie o parole vanno di nove hi
nove numeri, cioà dal ISI al 129, dal 131 al 139, dal 141 al 149 e via via.
ommessi sempre i numeri collo zero; termina co! 571 al 579- Fra questi vi
sono numeri blsi. Per rendere più difficile l'interpretazione di questa cirra
composta tutta di numeri arabici, questi sono adoperati senza spazli e inter-
calati spesso con altri, nulli o superflui.
Avvi la seguente nota. Non al considereranno, nel tradurre, li numeri sem-
plici 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, che si troveranno posti al fine di ogni riga,
giacché non fonno altro eS^tto che quello di rendere più difDcile la penetra-
xione della ci(hi.
Questa cifra 6 l'ultima cbn ni trova usata nei dispacci degli ambascia-
tori ed altri rappresentanU dell'antica Repubblica Veneta.
- 310 -
V.
Le cifre alla metà del secolo XYI, e i dispacci
diretti al Senato dal 1554 al 1566.
Alla metà del secolo XVI venne composto un dizionario
per una chiave di cifra eguale per tutti gli ambasciatori desti-
nati alle Corti estere, ma che differiva una dall' altra, nei segni.
Qui appresso diamo un saggio delle cifre usate nei dispacci degli
ambasciatori veneziani in Inghilterra, in Francia, in Spagna ed a
Costantinopoli negli anni dal 1554 circa, al 1566, ai quali non
si trova annessa la deciferazione. Scoperta runiformità delle
dizioni di ogni cifra, ci fri più agevole il formare le chiavi,
ciò che abbiamo già fatto per tutte le cifre usate nei dispacci
delle suddette quattro ambasciate, onde vennero ormai tradotti
tutti i dispacci in cifra delle ambasciate d'Inghilterra dal 1554
al 1558, quelli di Spagna contenuti nella 1. filza dal 1. giugno
1554 all'ultimo febbraio 1555 (m. v.) ; quasi tutti quelli della
1. filza di Francia dall' 11 maggio 1554 al 18 febbrajo 1556
{m. V.), e finalmente alcuni del Bailo a Costantinopoli,
Ecco il dizionario della chiave suddetta la quale serviva
per scrivere in cifra :
a,b.c.d.e.f,g.h.i,l.m.n.o.p.T,s, t , u .x.z & con *
liettere doppie.
bb . ce . dd . ff . gg
mm . nn . pp . rr . zz
mnineri.
1.2.3.4.5.6
7.8.9.0.0.0
ba . bo . bi . bo . bu
ca . ce . ci . co . cu | ha . ho . hi . ho . hu
era . ere . cri . ero . cru
da . de . di . do . da
fa . fé . fi . fo . fu
fra . fre . fri . fro . fru
ga . gè . gì . go . gu
gna . gne . gni . gno . gnu
gra . gre . gri . grò . gru
ja . je . ji . jo . ju
la . le . li . lo . lu
Ila . He . m . Ilo . Un
ma . me . mi . me . mu
na . ne . ni . no . nu
pa . pe . pi . pò . pu
pra . pre . pri . prò . pru
^ Lo lettere a e i n o r Cy il segno &, corno più spesso adoperate nella
scrittura, hanno due segni di cifra, in luogo di uno col quale sono indicate
le altre lettere, affinchè possano essere usati alternativamente.
- 311
qua . que . qui . quo . quu
ra . re ri . ro . ru
sa . se . Bi . so . su
sca . sce . sci . SCO . scu
spa . spe . spi . spo . spu
sta . ste . sii . sto . stu
stra . stre . stri . stro . stru
ssa . sse . ssi . sso . ssu
ta . te . ti . to . tu
tta . tte . tti . tto . ttu
tra . tre . tri . tro . tru
va . ve . vi . vo . vu
za . ze . zi . zo . zu
Acciò
ad
al
alcun
altr
an
Alemag^a
Anglìa
auglesi
anchor
armata
ambassator
Cavai
capit
capi del Cons. di X.
cardinal
che
chi
clarissim
come
commette
comunica
Consiglio di X
conside
conte
conclu
continu
Constantinopoli
Cesare
Contestabile
Dal
danari
del
deside
debbi
ditt
ditta Maestà
dove
Esse
ex
exe
exercito
expedi
Far
fant
Pranza
francesi
Galee
gente
Germania
giom
gli
grand
guerra
Habbia
bave
bora
11
il qual
il che
illustr
illustrissim
Imperator
in
iute
Italia
La qual
le qual
li qual
lettere
liga
Lang^vio
Mai
mal
man
marchese
mente
Milano
mons.or
M.of de Granvella
M.or di Aras
molt
monition
Necess
non
nostr
noi
nonclo
Ogni
one
opera
orator
ordin
Pace
pare
passat
per
perohò
più
Pontefice
Papa
present
princip
prefàt '
preterit
Piasenxa
Qual
qualche
quant
quando
quel
quest
questa Maestà
quella Maestà
Rece
reverend
reverendissim
Re dei Romani
Re Chri8tiani88Ìmo
Re de Anglia
Re de Sootia
Re di Portogallo
rispo
Roma
Scrive
scrip
scudi
Serenissim
Ser.mo principe
Senato
sempre
sia
- 312
signior
Sua Maestà
tutt
signior Turco
Sua Exoellentia
—
spagnoli
Sua Signioria
Vede
stato
Sue Signorie
voi
svizzari
Sua Magnificientia
▼ole
sao
ssim
vegli
sui
—
vostr
sua
Tal
Vostra Serenità
sue
tant
Vittuaglie
Sua Santità
ì
tempo
—
Sua BeaUtudine i
tia
Zont
Sua Ces.* Mai
està
treg^ue
Sua Chri8t.ma
Maestà
Turchi
i
VI.
I dispacci degli Ambasciatori Veneziani presso le Corti
estere diretti al Senato.
I dispacci degli ambasciatori veneziani presso le Corti
estere diretti al Senato, che sono conservati nell'Archi vie Ge-
nerale di Venezia, cominciano quasi tutti coli' anno 1554. Le
filze contenenti i dispacci indirizzati al Senato medesimo negli
anni precedenti, sono disgraziatamente rimaste preda del fuoco
appiccatosi nella Cancelleria secreta negli anni 1574 e 1577.
Le cifre dei dispacci degli ambasciatori d' Inghilterra , di
Francia, di Spagna, e del bailo a Costantinopoli, scritti negli
anni 1554 al 1566, come testé abbiamo detto, sono mancanti
della interpretazione o traduzione, che deve essere stata ese-
guita, tosto ricevuto il dispaccio, dai Secretari deputati alle
cifre ; e i fogli sopra i quali venne estesa la deciferazione anda-
rono smarriti. Non v' era forse Tuso in quel torno di tempo di
tenere uniti ai dispacci i fogli sopra i quali veniva scritta la
deciferazione, come si usò dopo l'anno 1566 e fino al termine
della Repubblica (1797), trovandosi tuttora annessa la decife-
razione ai dispacci cifrati.
Delle suddette cifre poi mancanti della deciferazione non
si rinvenne neir Archivio la chiave.
Le cifre usate noi dispacci da Costantinopoli, come si vedrà
in avanti, sono molto difierenti da quelle delle altre ambasciate,
I
e per consegiienxa sono più difficili da scrivere e da tradurre
per Is qualità dei segni, che non siano quelle dei dispacci d'In-
ghilterra, Francia e Spagna.
INGHILTEKKA..
Le cifre dei dispacci di Giovanni Michie! ambasciatore
in Inghilterra (1554-1557) furono tradotte nell'anno 1869, nel
quale vennero stampati tutti i dispacci del detto ambascia-
tore, diretti al Senato che si conservano nell'Archivio ',
Sopra 101 dispacci (12 giugno 1554 al 26 gennaio 1556
m. V.) 56 hanno scrittura in cifra.
Saggio della cifra.
Dispaccio 6 giugno i ......
1556 da Eichiamont \ « Serenissimo Principe
» Sono stati questi (aerisi di Cales del 28jìn /" ultimo di mag-
» gio) trascritti e tradotti dal francese dalle proprie et originai
» lettere di Mons.' Ulus.'"" Contestabile, scritte a questo Amba-
» sciatore, che per buona via mi son venute in mano; dallo quali
» non mi è parso di restar di far trascrivere anco tutta quella
» parte che era in zifra, notando li medesimi caratteri, li quali
i> se per avventura .saranno intesi dalli ministri di Vostra Se-
) renità di questa professione rf*'
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1 co
lo qui 0
' Les Dépéches de GioTanoi Mìcbiel Anibaasadeur de Venise en Angle-
terre pendant les arniées de 1554 à 155'7, déchUTrées et publlóee d'aprèe tee
documenta conservés aui archives Dationalea de Venìse, par Paul FrìedmaDO.
Venise, Imprimerle du Commerce 1869.
1 dispacci dì Giovanni Micbiel ambssciator Veneto in Inghilterra deci-
frati da Paolo Priedmann. Rettificazioni ed a^g'innte di Luigi Pasini appli-
cato nel B. Archivio generale di \enesia. - Tip. Grlmaldo. 1869.
* Do?relibe essere 11 segno f *' — I ".
jio fi
— 314. —
Vennero tradotti anche gli altri dispacci, che stanno nella
medesima filza, di Michiel Surian successore al n. u. Giovanni
Michiel (1557, 31 marzo — 1558, 15 dicembre). Sopra 37
dispacci 31 hanno cifre. — I segni di cifra di questi dispacci
sono differenti da quelli dei primi. In queste cifre invece di
lettere e numeri arabici sono adoperate sole lettere.
Saggio della cifra
Dispaccio da )
Londra 21 | .... « et SÌ parla di guerra più che mai
aprile 1557 /
ma in quest e ba n de fi n qui
e vfC e ^ t" 1^ n^ O" f n"" ^ c^
più so no le pa ro le che li e flf e
tti perchè le pre pa ra ti one va nn o
W t^ €t a* ^ a?^ et sarà vero ecc. »
molt 0 in lo n go
FRANCIA *.
I dispacci delle sei Ambasciate veneziane alla corte di
Francia dall' anno 1554 al 1566 nei quali si trovano cifre
ascendono a 360, cioè :
Dispacci 14 dell'Ambasciatore Giovanni Capello;
» 5 del suo Segretario Febo Capella.
Sopra 228 dispacci dell' Ambasciator Giacomo Soranzo
169 sono cifrati.
Sopra 163 dispacci dell' Ambasciator Giovanni Michiel 31
sono cifrati.
Sopra 98 dispacci dell' Ambasciator Michiel Surian 29
sono cifrati.
* 11 dotto fraocese Armando Cav. Baschct parla intorno questi dispacci
mancanti della deciferazione a carte 307 usque 313 del suo prcpriato libro:
Les Archives de Venise — Histoire de la Chancelìerie scerete, le Sénat, le Ca-
binet des MinìstreSy le Conscil des Dix et les Inquisiteurs d' étai. dans leurs
rapjports avec la France.
Paris, Henri Plon, imprimeur — éditeur 1870.
L'Ambasciato!" Marc' Antonio Barbaro ba fornito 87 di-
spacci cifrati.
DeirAmbasciator Giacomo Surian 25 dispacci sono cifrati.
N. B. La tavola in. litografata, offre im saggio della cifra usata
in questi dispacci.
SPAGNA.
\* JQza da 1. giugno 1554 all'ultimo febbraio 1555 m. v.
ambasciatori Marc'AntonioDaMulaeFedericoBadoer, dispacci
95; di questi 81 con cifre, che furono tradotti nell'anno 1871.
A'". B. La cifra è eguale a quella dei dispacci di Michiel Surian
ambasciatore in Inghilterra di cui abbiamo dato un sag-
gio. Nella jK^iwV. di questi dispacci di Spagna (1563-1566)
è cambiata la cifra di cui daremo un saggio qui appresso.
IL^lza da 1. marzo 1556 a 28 febbraio 1557 m. v. amba-
sciatori Federico Badoer e Michiel Surian. Dispacci 102 dei
(juali 80 con cifre. (In parte tradotti).
lll.^fiha di Brusselles da 1. marzo 1558 a 10 agosto 1550
da Guant.
Ambasciatori Michiel Surian e Paolo Tiepolo, dispacci 70
in quasi tutti si trovano cifre.
I\'. sfilza da 18 agosto 1559 a 23 febbraro 1562 m. v.
Ajnbasciatori Paolo Tiepolo e Giovanni Soranzo.
Dispacci 120, piùdella metà in cifra.
\'.}U, da 7 marzo 1563 a 20 febbraio 1566, m. v.
Giovanni Soranzo ed Antonio Tiepolo.
Dispacci 84, più della metà in cifra.
Saggio della cifra campata nei dispacci della sfilza V.
Uadrid 8 ,
aprile 1566 i si faccia A* rf^ /" o" e' f*^ r** e* r'
AntoQìo Tie- \ an zi SÌ ere de che alcun a de
palo ambasc. ]
flB ft ^B qU gì (.77 gì ^a ^9 /M gS
Ile co se gi a ordin a te se ra ri
/"" e' r'* /'» r* /'* per gli avvisi » ecc. . .
vo ca ta pò i che
- 316 —
Questa cifra a prima vista sembrerebbe eguale a quella
(lei dispacci d' Inghilterra dell' ambasciator Giovanni Michiel,
essendo formata di lettere e numeri arabici ; ma è da osservare
che i numeri esponenti della chiave dei dispacci da Londra con
dieci lettere dell'alfabeto, vanno dal 10 al 76, onimessi in
ogni decina i n, 3, 8, 9, e che invece nella cifra di Spagna,
di cui parliamo, colle stesse lettere dell'alfabeto i numeri vanno
dal 1 all' 82, ommessi i numeri 10 11 12 14 15 16 17 20
21 22 24 25 26 27 40 41 42 44 45 46 47 50 51 52 54
55 56 57 60 61 62 64 65 66 67 70 71 72 74 75 76.
COSTANTINOPOLI ^
Pilza I. Dispacci 130, quasi tutti in cifra. '
Del bailo Pietro Zen un solo dispaccio colla data 2 otto-
bre 1527, senza cifra.
Di Alvise Badoer un dispaccio, 6 ottobre 1540 senza cifra.
Di Girolamo Zane un dispaccio 4 dicem. 1541 senza cifra.
Di Domenico Trevisan il primo dispaccio del 6 ottobre
1552 con cifra; il secondo pure con cifra 16 marzo 1554 e
di seguito fino al 19 febb. 1557 (ra. v.) ossia 1558, dei baili
Antonio Erizzo, Alvise Renicr e Antonio Barbarigo.
Filzu IL dal 6 marzo 1558 (Andrinopoli) al 5 febb. 15G0
m. V. baili Agostino Barbarigo, Marin di Cavalli e Girolamo
Ferro.
Dispacci 90 quasi tutti in cifra.
Filza III. dal 3. marzo 1561 al 17 febbraio 1562 (in. v.)
baili Girolamo P'erro, Andrea Dandolo e Daniel Barbarigo.
' Come abbiam detto i segni di cifra usati in questi dispacci sono molto
differenti dagli altri adoperati in quelli di Inghilterra, Francia e Spagna.
Il Cons. dei X di sovente raccomandava, che pel bailaggio di Costantino-
poli fosse usata una cifra, anche nell'apparenza più difficile; e fino dall'anno
1587. 26 agosto (P. S. C. X.) disponeva che « convenendosi al buon servizio
■> delle cose nostre, nelT importantissimo carico del Bailaggio di Co.stantino-
•> poli, che siano usate zifre di tal qualità che siano lontane da ogni sospetto
^ di poter divenir comuni, trovarsi grandemente a proposito, che por ogni
» caso d'inquisizione o di violenza, che fosse fatta da Turchi per intendere il
V contenuto delle zifre nostre, restasse celata sempre la vera intelligenza.
- Se ne vegga un saggio nella tavola W .
Dispacci 97 in più di due terzi dei quali si trovano cifre.
Film IV. dal 1 marzo 1563 al 17 febbraio 1504; baili
Daniel Barbarigo, e Vettor Bragadin. (La cifra di quest" ulti-
mo è eguale a quella usata da Michiel Sunan in Inghiltcrrra
(1557-1558) e da Marcantonio Da-Mula e Federico Badoer in
Spagna).
Dispacci 89, piii della metà scritti in cifra.
Per maggior intelligenza del saggio di cifra (Tavola IV)
viene qui trascritto il periodo intiero del dispaccio 7 giugno
1554 nel quale sì trova la cifra.
« Serenissimo Principe,
» Questo Magnifico Governatore ba consegnato in pre-
» sentia del mio segretario al scvivan, et chiecagia de Sa-
» label la borsa con li doi comandamenti del Ser.'"" Signore
» per la missione de qui delle robbe et bomeni tolti sopra la
» nave Barbara, et impostogli, die gli debbi presentar ad esso
» Salahei, referendogli a bocca, cbe gli babbi ad esseguire,
» perchè cosi è l' intentione dei Ser.'"" Signore, et oltra di ciò
» ba commesso in presentia di detto scrivano a Cara MustaSa
» rais eletto capo delle sopradette cinque galee, destinate per
» Barbaria, che debbi sollecitar V esecutione del comandamento
» et portar la risposta di esso, commettendo a l'uno et l'al-
» tro che in questo suo viaggio, non debbino per quanto hanno
» cara la vita loro inferir alcun danno alle cose della Ser.'
» Vostra, r uno et V altro delli qual ordeni gli sopradetti han-
» no risposto, che eseguiranno con ogni diligcntia; (cifre): la
q%al cmsiynatime della ditta borsa a me è parso di teiiir mezzo
cwi il ditto magnijìco Governatore che sia /atta nei modo che
ho ditto di sopra, acciò che itavendo questi udito le parole di sva
'magnificeniia passino rcferir al ditto SalaÒeì esser necessario die
egli obbedisca a ditti comandamenti et appresso mi è parso di far
prometter ai ditto Cara Musta/à che secondo la risposta che egli
» riporterà così sarà riconosciuto di dona cortesia. Il comanda-
)) mento del magnifico governatore ecc. »
T.a cifra dei dispacci di Costantinopoli si può annovorari'
fra \v. cifre di segni. La cifra di soli segni o figure, è la piìi
- 316 -
difficile, la più laboriosa e lunga da scrivere, per la difficoltà
di avvezzar la mano e la memoria a formar segni diversi da
quelli ai quali siamo abituati. Le cifre costituite di iimmeri
e di Utl^re dell' alfabeto esigono la sola fatica della memoria ;
ma la cifTa di segni insoliti, domanda anche la flessibilità e
r educazione della mano, ad un lavoro non ordinario La cifra
inoltre di soli segni non ammette che sole sillabe isolate, e
la significazione di alcuni pochi nomi proprii; onde genera
molta lentezza, occupa il maggior spazio, e costringe il cifri-
sta a tener di continuo sott' occhio, e visitare con frequenza
lo Scontro. Circostanze tutte molto incomode per eseguire
anche la traduzione.
vn.
Ultimo metodo di cifra sotto la Repubblica Veneta — Cu-
stodia della cifra e luogo in cui si scriveva — Ultimi
Cifristi
La cifra coi numeri corsivi, od arabi, alla figura dei quali
sono già assuefatti rocchio e la mano, somministra più di ogni
altra, abbondanza di modi per esprimere con prontezza le sil-
labe, per comporre e variare tutte le parole, per chiudere in
uno due e tre numeri un nome proprio, por occultare il princi-
pio e il fine di ogni periodo. L'uso pertanto di questa fu rico-
nosciuto il pili sicuro e il più frequente, per la facilità di pre-
parare e moltiplicare a così dire i nascondigli delle parole, e
per la difficoltà ad altri di conoscerne Tartificio.
Alla fine del secolo XVII veniva usata una cifra di nu-
meri a tre a tre, presentata da Ottaviano Medici e da Antonio
Padavin. Riveduta dagli Inquisitori di Stato venne approvata
e mandata a tutti gli Ambasciatori e Secretarj residenti. Que-
sta cifra contiene i due principali requisiti, la sicurezza cioè
e la facilità delP uso. È formata tutta di numeri i quali scri-
vendosi con pari distanza Tuno dall'altro e con stile conti-
nuato e unito, impedisce affatto la cognizione, non poten-
dosi sapere se siano i numeri ad uno, a due, a tre, o a più ;
m essi siguificbino una parola iutiera, una sillaba, una con-
sonante, ovvero un semplice numero. L'alfabeto è variato
in tre modi, ed è composto di parole iutiere, di sillabe, conso-
nanti e numeri. È anche alterata rial solito ordine delle parole '
così per l'aggiunta di molte come per la diversità dell'ordine.
Vi sono inserite delle nulle o superflue^ che poste nel principio
e nel fine delle linee, tolgono assolutamente la possibilità di con-
ghietture prossime al vero.
l.a detta cifra venne consegnata agli Ambasciatori e re-
sidenti di Milano, Torino, Francia, Inghilterra, Haya, Spagna,
Miinster ecc.
Saggio della suddetta cifra tratto dal dispaccio da Miinster
25 gennaro 1647 m. v. di Alvise Contarini Cav.' Amb.'
« Tutto ciò non ostante ho travagliato questi giorni per
» un verso et per l'altro et con gli Olandesi ' 1690 147
SUPERFLUE che
331 lOI 316 230 335 432 109 31G 125 230 500 113
se be n la Pranza vi e n al la pace co
241 230 102 330 125 438 110 316 413 96 .^^^ ^^
me la bi sa al in ca n to kdllb. ^
ben la Franza vien alla pace come la bissa all'incanto), Longa-
» villa essibirà domani l'instrumento intiero della pace agli
» Olandesi li quali all' incontro lianno promesso che Spagnoli
» risponderanno prontamente a tutti gli articoli, » ecc.
Nei secoli XVII e XVIII, e principalmente negli ultimi
anni della Repubblica, l'uso di scrivere in cifra sì nei dispacci
che nelle risposte ad essi, era meno frequente, che pei tempi
addietro. In qualche circostanza straordinaria veniva piìi spesso
scritto in cifra. Nel dispaccio da Praga 13 marzo 1617 Gior-
gio Giuatiniau ' così scrive: « Uso la zifra più dell'ordinario,
» perchè trovandosi questo Arciduca qui, non saria gran cosa
» nelle mie lettere di qualche trabalzo ».
< Si niliiile bI sistema del DÌEÌonarÌo di cui abbiamo data la ropia.
1 81 noti (!he tutti I oDnieri sono scritti di aerilo aeunk ftlaun apaxi»
fra l'uno e l'altro.
' FilM N. 58 DlBirficci Germania.
- 820 -
I Segretari cifristi scrivevano le cifre e le traduoevano,
in una stanza del palazzo Ducale sopra la Secreta, e se dove-
vano lavorare di notte, i Deputati alla cifra dovevano stare
nell' anti-segreta , sempre a porte chiuse.
Riguardo alle traduzioni era avvertito e ripetuto negli
ultimi anni, di non porle mai sopra le righe della cifra *, né
sopra la carta medesima in cui era scritta; e negli ultimi
tempi i fogli originali contenenti la cifra^ dopo eseguita la tra-
duzione, venivano lacerati e bruciati ^.
Quando capitavano da qualunque luogo dispacci in cifra
questi venivano immediatamente tradotti, e durante le decife-
razioni non era permesso l'ingresso nel locale in cui stava il
decifratore, neppure a quelli che entravano in Senato ; quando
poi avevano finita la traduzione, i Cifristi la portavano subito
alla Signoria o ai Savj del Collegio, perchè fossero letti corren-
temente i dispacci al Collegio medesimo.
Le risposte che dal Senato o dai Capi del Consiglio dei X
0 dal Consiglio medesimo venivano date agli Ambasciatori e ad
altri rappresentanti da terra e da mare, se per la loro impor-
tanza 0 secretezza erano da scriversi in cifra^ lo si indicava
nel margine del foglio dove era scritta in minuta la lettera re-
sponsiva, col motto « in zifra » , con che il documento veniva
0 in una parte, che era contrassegnata, o per intiero, esteso
in cifra dai Deputati a quest' ufficio.
Tale importante e gelosa materia era affidata alla cura
e alla vigilanza degli Inquisitori di Stato, ai quali doveva ogni
due mesi almeno il Magnifico Cancellier grande riferire come
essa procedeva. Gli Inquisitori custodivano nel loro Archivio
tutte le carte risguardanti le cifre ^.
' Quest'ordine non era talvolta strettamente osservato; trovansi nei di-
spacci alcune volte sopra le righe della cifra posta la traduzione.
- In molte filze di dispacci degli ultimi anni della Repubblica di diverse
ambascierie si riscontra la esistenza della sola traduzione in luogo dei fogli
di cifra. Molti di questi fogli furono trovati confusi colle chiavi e con earte
relative alle cifre.
•' In un registro alfabetato appartenente air Archivio dogli Inquisitori di
Stato dove sono inventariate le varie serie di carte di quel Tribunale si legge:
Armare settimo.
Zifre moltissime e affatto diverse, e istruzioni per scriverle e tradurle.
I Cifristi della Repubblica nell' ultimo decennio furono :
Filippo Giblanzoni.
Domenico Càlliari Fantinelli (destinato cifrista in aspet-
tativa culla parte 11 dicembre 1788 degli Inquisi-
tori di Stato) '.
Antonio Santobio.
Antonio Pebazzo.
Francesco Alberti.
Rocco Sanfrhmo, Cifrista sopranumerario.
Giovanni Dolfin '.
Tutti avevano il salario di Ducati 12 v. e. al mese che
veniva loro pagato di semestre iu semestre.
VIU.
Come fu osservata da alcuni la secretezza della cifra.
Se il Consiglio dei X con decreto 27 settembre 1577
rifiguardò le éfre come materia impoHantissìma di Stato, e ne
ordinò di sovente la più gelosa e secreta custodia, trovò pure
chi ne comprese tutta la gravità, e curò la più stretta osser-
vanza dei suoi ordini.
Come accennò il Cicogna^ nelle sue Iscrizioni Veneziane
(Voi. VI, pag. 382) abbiamo molti esempii di segretarii fodelis-
sipii i quali in qualche critica circostanza saltarono la zifra:
p, e. nel 1521 Girolamo Alberti segretario di Andrea Grìtti
essendo stato fatto prigioniero del Marchese di Mantova « biitsò
svèito lettere, registri et zi/re » (Sanuto Diarii, T. 32, p. 117).
Del 152G « Piero de Franceschi q."" Bortolo secretarlo a Roma
al tempo del sacco fra tanti pericoli preservò la publica ni/era.
Del 1630 Marcantonio Busenello residente della Repubblica iu
Mantova svaleggiato o trattenuto prigione dalli Alemanni, con
denti mangiò la pubblica zifera acciò non fosse ritrovata da ne-
' Registro Annolaiioni 1785 — 1793.
^ Ultimo decreto di nomina di cifrista 1796 15 ottobre. Vedi ultima re-
ginKto AHnvtaiiont C. 102 tergo,
mici » L^aimo ayanti, cioè nel 1629, Girolamo
rio, essendo stato inYiato con dispacci di segato a Gnobutt Sor
raiuBO straordinado ambasciatore al Be di Fraxusia 4e tenendo Im
via del mare e passando appresso Monaco di Genova, fa /da
mia galea di quel principe fermata la sna felacca et ^U trat-
tenuto e condotto al Marchese di Castagneda ambiscsiador 4i
Spagna in Genova; ma conosduto il soggetto ministro deÓt
Repubblica, lo rispettomo, e riveriti i dispacci lo rilamioma
libero, havendo egli ad ogni buon fine e con la solita sua pra-
denra, lacerata prima la cifra, e poi gettata in mare », Martin
nioni, lib. XIII, p. 668).
IX.
Trattati sulle dfre, stampati e manoscrltli
*
Possediamo parecchi trattati stampati e manoscritti sulla
scrittura per mezzo dì cifre.
Ne citeremo i principali.
• Il celebre abate Tritemio ^ il quale scriveva nel secolo XV,
se ne occupò nella sua i^^y^n^pAtiff, hi quale ebbe parecchie edi-
zioni; e propose varii modi di scrivere con cifre nel suo brattato
di stmografia^ più volte ristampato.
Si attribuisce al Duca di Brunswich un libro raro sullo
stesso argomento, intitolato : Chustaoi Seleni enodatio stenoffra-
phitB J. Trithemi 1624 in foglio.
Citeremo pure il libro di G, B. Porta ' stampato a Napoli
nel 1563 col titolo : Defurtivis litterarum Notis vulgo de ziferis
f libri IV J nel quale Tautore napoletano somministra più di 120
modi onde nascondere il proprio pensiero nella scrittura» Questo
libro fu ristampato in Strasburgo nel 1626 col titolo : De occul-
tis liUerarum notis.
Il trattato delle cifre, ossia secreti modi di scrivere per
Biagio di Vigenère * 1586 in 4. « La criptografia racchiudente
* È il primo autore che abbia trattato ex professo e particolarmente del-
l'arte di scrivere in cifra. Morì nel 1516.
* PosseduU) dair Archivio Generale dì Venezia.
3 Morto nell'anno 1596.
la maniera di scrivere secretam&nte per G. R. dn Carici, 1644,
in 12.
L'interpretazione delie cifre tratta daWitaHano di A. M.
Cospi, dal padre Nicéron in 8.
Opus notìimi, praefeclis arcìum, Imperatoribtis exercituum,
earploratoriòus, palriae defetisorièiis,Pereffrinis, Mercatoribìis, mi-
HUhus, Architectis, ac omnis industrizie, et Htteratvrae studiosis,
Pritiàpibus numme ìitih'ssimum prò ctplmris lingua latina, Greca,
Italica et quavis alia multiformiter descriòentiòus interpretan-
disqw. Impressuiu Rumae Anno MDXXVI in 8., carte 44 '.
Trattato (ms.) delle cifre diviso in otto (sic) libri di Ago-
stino Amadi. Secolo XVI '.
11 seguente decreto dà una esatta descrizione del libro del-
l'Amadi,
1588 10 marzo in C. X.
« Li sette volumi del fedelissimo cittadin missier Agostin
'> Amadi mancato ultimamente di vita, che insegnano il scriver
» in zifre semplici, doppie et di piìi alfabetti et Parte di cavar le
'■> zifre aliene senza scontro, tanto de nostra lingua quanto de
« straniera con regole così belle, ctiare et reali cbe se può
i> esser sicuri che ognuno cbe con qualche diligenza si eser-
» citerà anco per breve tempo farà certo profitto, oltre il modo
" di far saper i suoi pensieri secretamente in diverse maniere
< PoBseduto dall' AichìTÌo generale,
^ li CicopnB ne! Voi. VI, pag. 382 delle lacrinioni Veneziane dice : >■ Biasoi-
foat) inutili te indagini da me rutle per rìa-venire lale Opera nell'Archivio
i^enerale. Che ci fOBse non c'è dubbio, trovandosi indicata in un Bleoco ili
Codici dell'Archivio copiato dal Bossi nel volume XII de' documenti alla sua
opera inedita sui eoitumi e svile >egg{ de'Veneiiani a p. 34*7 wwl: « Tarli
trattati e<d esemplati differenti di rifre d! Agostino Amadi 1588 In 4.° coperto
di inatochiu. Di più: Nella nuova serie de' codici mandati a VìeuDa dalla Di-
reifone delia Biblioteca di Brera il 22 febbr^o 1842 insorita a pag. 471 del
Voi. Y dell'Archivio storico Italiano iFirenw 18431 si legge a pag. 474. Co-
dice 313: Tratlnti varii tulio lerivin in cifra di Agostino Amadi, membra-
naceo del secolo XIV (recte XVI) ain verso U fine, dove la carta è ordinaria
legalo in pelle rossa eoo fregi In oro. •>
Qu<^Bla opera pre^vole e curiosa era a Vienna e fu restituita all'Aichì-
vio di Veuetia nell'anno 1868 dal Governo Austriaco con altr« carte e scontri
di cilire.
Tassìourar et fortificar lo zifi-e in modo chS^
» esser intese, li modi di scriver zifre invisibili, non suspette, I
» vivificar lettere caduche et altri secreti di momento, conte- '
» nuti in detti volumi et espresse nelle informationi che hanno i
» sopra essi di ordine delli Capi dato li circ. et fedeli secr.
» Milledonne di questo Cons. e Viaaello del Senato hora lette,
» sono di tanta importanza et così singolari che non è bene per
» servizio del stato nostro, lassar che stando in casa de par-
» ticolari pOEsino passar in altra mano anco estera ; ricom-
» pensando però secondo il solito della MuniC della S. N. li
» figlioli di così benemerito cittadin nostro rimasti in estrema
» povertà» ecc. (viene decretato che due tìgli dell' Amadi rag-
giunta l'età prescritta entrino in Cancelleria e sieno loro con-
cessi in vita ducati 10 al mese).
Di Pietro Partenio si conserva in questo Archivio un esteso
trattato ms. relativo a varie cifre, offerto alla Repubblica in ,
principio del secolo XVI. *
Dello scrivere in ci/ra. Trattato di Crio. Nicolò Doglitmi,
(Col decreto 20 settembre 1621 venne accettata la suddetta
opera ms. di carte 78 con tavole, e carte 9 fra la dedica al
doge di Venezia, e l' indice dei capìtoli contenati nell^opera).
Gìo. Dotfin amh. in Germania col suo dispaccio datato da
Praga 10 dicembre 1591 diretto al Senato, rimette una lettera
di certo Abraham. Cohnà Ferrarese provigionato dall' impera-
tore, colla quale domandaya un privilegio che per 25 anni non
si potesse stampare né vendere negli Stati della Repubblica
Veneta un Ihrattato pertinente allo scrivere oscuro sotto il tìtolo
di Scotogn^hia in cui erano ideati « alcuni nuovi e fecili
» modi che potessero servire universalmente in ogni lingua
» senza temer che gli altri che se ne facessero esperti, ancor-
' Pietn Partenio era an valente cifrìste. Nelle memorie de'Clttadini Ve-
neti ove parlasi delle leggi sulle cifre de' Segretari! si ba: Ottaviano Medici
/u aUteato nel difficile studio delle zi/ere da Pietro Partenio di grido cele-
bre, onde ne inventò e ne scoprì, penetrando eeoreti di principi. Col decreto
1605, 30 gennaro m. v. fli permesso allo stesso Partenio di insegnar le sue inven-
lioiii nella cifra a Qio. Francesco Pinardi Nodaro ordinario della CanoeUeria.
» elle periti in ogni -soi-tc di cifra, possano fiioi- che con la cor-
» rispontleiite intelligenza in alcun modo mai spiegare quello
» che con tal mezzo sarà scritto »
Opere moderne.
«. La Cryptographie dévoilée cu art de traduire ou de dé-
» chiffrer toutes les écritures ea quelque caractèro et en quel-
» que langue que ce soÌt quoiqu' on ne connaisse ni ce cara-
» etère ni cette langue applique aux langues francaise, alle-
» mando, angìaise, latine, italìenne, espagnole, suivi d'un pré-
» cis analytique des langucs écrites an moyen duquel on peut
» lc8 traduire sans on avoir aucune connaiesance préalable;
» par C. F. Vesin de Romanini.
Paris 1857, un voL in 8. di carte 259.
La crj'ptographie ou V art d' ecrire en chifFres. Paris, De-
lahays, 1858.
Un volumetto in 39." di carte 251.
Persone che si occuparono dì cifre nel presente secolo.
Da quanto sappiamo nessun nostro contemporaneo si oc-
cupò della materia delle cifro se non come ricorda il Cicogna
a pag. 583 del Voi. VI dello Inscrizioni Venerane * un illustro
patrizio veneziano Ìl conte Domenico Morosini già podestà di
Venezia il quale diedo alle stampe 1' operetta :
« Lettere del conte Domenico Mcrrosini Noè. Vene:iano al
signor Abate Francesco CoTiceUien di Roma e di questo a qveUo^
intomo ad alcune cifre spettanti all' accadeinia di Lincei. Ve-
nezia, Picotti 1829. » Egli infatti, mercè la prontezza dell'in-
gegno e la pratica noli' arte di leggere le cifre, giunse a ri-
' Aor^he il Co. Girolamo Dandolo nella sua pregi&ta opera La caduta
dilla Repubblica di Teitetia ed i suoi ultimi cinquanta anni (Veneiia, Na-
ratovicb 18^) ricorda il Uoroslni Domenico (pag. 159 del Voi. I).
levare il seneo loro o ne mandava al Cancellieri la spiega-
zione. Ma, cosa sorprendente, il MorOBini non giunse mai a
saper interpretare i dispacci dei veneti ambasciatori scrìtti
nella cifra, di cui parliamo, ritenendoli, come più fiate a me di-
ceva, ÌTiespliraÒili. Ma l' altro eultissimo sig. Domenico Tessari
già segretario della Delegazione provinciale di Belluno, vi riu-
scì. In effetto, avendogli fino dal 1835- 1836 Giacomo Capi-
tanio,già vicedelegato, spediti varii dispacci originali renen'aw
scritti in cifra del 1630 in data 2-11-15-23-30 marzo e 18
maggio, 16 e 18 novembre, diretti agli ambasciatori in Fran-
cia Alvise Contarini, Girolamo Soranzo, Giorgio Giorgi, pregan-
do il Tessari di decifrarli, questi studiò in modo la cifra che
giunse a tradurla, come dalle lettere di esso al Capitanio 1835-
1836-1837 esistenti nella raccolta mss. di quest'ultimo, passata
poscia alla Biblioteca della R. Città di Treviso. Anzi nella let-
tera 11 agosto 1835 il Ttìssari soggiunse al Capitanio ^ Ella
» vedrebbe allora una curiosa invenzione degli antichi veneti,
» una cifra diplomatica ben più ingegnosa di quella de' Lincei
» tradotta dal conte Morosini, una chiave nuova e sorprendente,
» a dir vero , e che io mi chiamo assai contento di avere
» scoperto. Aggiungerò la chiave perfetta e la tradnziODe. »
Della valentìa del Tessari, nello interpretare le cifre parlò a
lungo il conte Gio. Francesco Ferrari Moreni in una sua ijtó-
tem ai Conte M<mo Dottore Vàldrighd^ intorno all'arte d'inter-
pretare fe cifre (Modena tip. Camerale 1832, 8.'). Ma in quel
libretto non v'ha nulla della cifra diplomatico- veneta, la quale,
come vedesi dalle date, fa dal Tessari posteriormente studiata
e scoperta. »
n Sig. cav. ab. Pietro GabòrielU^ ufficiale nel R. Archi-
vio di Stato in Firenze, come leggesi nell' Archivio storico
lùtUavu) [Serie Terza, T. XIV; Firenze, tipograjia Galileiana
1811) incominciò a studiare quasi genialmente sulle cifre
d^li ambasciatori toscani. Sono già oltre le milletrecento le
cifre di cui il Gabbrielli ha trovato la chiave, percorrendo da
quasi tre mila filze degli archivi della Repubblica Fiorentina,
e del Principato mediceo dal secolo XV al XVII, precisamente
- 327 -
dal 1414-1730. — Ben tredici grosse filze di queste chiavi
ha fatto fin qui il Gabbrielli, per milletrecentoundici scrittori
diversi, e circa un terzo di esse, cioè quattrocento, furono
trovate dal primo all^ ultimo elemento e senza soccorso di
sorta.
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VII.
FONTI PER LA STORIA
DELLE PROVINCIE DELL' EX STATO VENETO.
-%/v\AAAAAAAAAAA/v«*—
SULLE FONTI PER LA STORIA
DELLE PROVINCIE DELL' EX STATO VENETO.
IH GENERALE.
Quali tesori per la storia patria si serbino negli Archivi
dell'antica Repubblica di Venezia, è noto a tutte le nazioni
civili, e per la grande fama che essi hanno, e pel largo uso
che ne hanno fatto i dotti nazionali e stranieri. Fra i quali ul-
timi basterà ricordare i nomi dei Ranke, degli Arncth, dei Ga-
chard, Baschct, Mas-Latrie, Brovra, Cérésole, perchè ricorra alla
mente una serie di libri che nel recar nuova luce alla storia,
illuetrarono anche i nostri archivi.
Tuttavia essendo invitati a far conoscere quali sicno le
fonti pili ricche di pregevoli documenti, con riguardo speciale
alla storia delle provincie e dei terrìtorii che formavano parte
dell'ex-Stato Veneto, diremo che alle collezioni dei Patti, dei
Commemoriali, delle diverse serie degli atti diplomatici, dei
MisH e dei Secreti del Senato, poi delle deliberazioni del Senato
Rettori, devesi far ricorso nelle ricerche di scritture che abbiano
interesse politico. Alle^rft" del Maggior Consiglio e del Senato
Terra e Mar, per quelle che risguardano l'amministrazione ge-
nerale ; per la politica più secreta, e di preferenza per l'alta
polizia, ai Misti, e ai Secreti del Consiglio dei Dieci, e in via
subalterna ai Comuni ed ai Crtminah', per gli affari compresi
nello stesso titolo delle due serie. Le lettere dei Capi del Con-
— 833 -
siglio dei Dieci ordinarie e secrete^ quelle del Collegio scerete^
sono altre fonti della storia politica ; mentre le lettere del Col-
legio comtmi^ le suppliche ad esso presentate, toccano più di
frequente casi di grazie, privilegi e di aflfari contenziosi
Le serie cronologiche dei diversi rettori, si formano colle
note contemporanee nei registri del Secretario alle voci.
Le effemeridi amministrative di minor importanza sì tro-
vano nelle lettere dirette dai rettori al Senato, e i £sttti più note-
voli accaduti nel loro reggimento, sono raccolti nelle relazioni
da essi presentate al Collegio, alla fine della carica. A que-
ste stanno spesso uniti alcuni dati statistici. Meriterebbero di
esser conosciute, ma forse non varrebbe la pena di pubblicarle
per esteso, perchè sono parolaie e di poca sostanza.
Le vertenze conjlnarie^ nell'archivio della Camera dei Con-
fini ; gli afiari di beni commudi e beni inculti, negli archivi ri-
spettivi ; disegni e scritture relative ad alcimi fiumi, nell'archi-
vio dei savii ed esecutori alle acque.
Dei rettori manca il carteggio più antico ; e sono perciò di
qualche pregio poche lettere che se ne conservano, del sec. XIV.
Gli archivi speciali a ciascuno restarono in parte nelle
città ; e nei Comuni quelli dei rappresentanti subalterni da loro
nominati. Fa eccezione rarchivio del Duca e del reggimento
di Candia, assai incompleto, qui trasferito quando quel regno
fu abbandonato dai Veneziani. Esso non ha Fimportanza che gli
si è attribuita ; piuttosto sono interessanti le lettere dei rettori
durante il lunghissimo assedio.
Dallo studio di queste fonti non è da credere che possano ve-
nire in luce fatti nuovi ; ma bensì nuovi particolari, anzi i dotta-
gli più minuti, specialmente sulla vera tempra degli uomini
e sul carattere regionale delle diverse genti italiane, nel cui
giudizio i veneziani, " dotati d'un senso pratico finissimo, erano
maestri.
E naturale che accenni a diversi paesi, che ora diciamo
del Veneto^ della Lombardia^ del Levante, di Oltremai^, della
Dalmazia^ à(^VIstna e del Trentino^ si trovino in quasi tutti
gli archivi, per motivi di amministrazione. Ma i materiali che
— 833 —
vi si potrebbero raccogliere servirebbero di rado alla storia
propriamente detta. Se ne possono giovare gli eruditi per
qualche episodio storico, o per la storia delle instituzioni
medio evali.
Chi si accinge a studiare negli Archivi veneti, non isperi
di trovarvi documenti di grande antichità ; in cambio, giunto
a tempi meno remoti, troverà materiali copiosissimi. Per ogni
soggetto isterico, d'importanza anche secondaria, si può metter
assieme tal cumulo di documenti da renderne difficile la illu-
strazione; poiché nella immensa copia è facile divagare, e
render impossibile, nonché un'opera, un libro di modeste pro-
porzioni.
Negli archivi dei Governi rade volte si trovano scritture
propriamente scientifiche; né i minuti particolari della cronaca
locale dei paesi sudditi. Il Governo é disciplina anche della
scienza, non è una instituzione di scienza o di lettere.
A mostrare la specie e la ricchezza delle fonti per la storia
delle città e dei luoghi, che furono compresi nel dominio della
Repubblica Veneta, facciamo qui luogo a due illustrazioni,
prendendo anche occasione dal fatto onorevolissimo che il Mvr-
nicipio di Trento e la Giunta Provinciale delF Istria volevano che
fossero raccolti negli archivi di Venezia tutti i documenti ri-
sguardanti la loro storia, esempio che, imitato o preceduto da
quello dei Comuni di Bergamo e Verona, e da alcuni Municipi
della Sicilia e del Napoletano, speriamo porterà frutto anche
per gli altri del Veneto, e delle provincie Lombarde.
n.
FONTI PER LA STORIA DELL'ISTRIA
NEGLI ARCHIVII DI VENEZIA,
- •
mi T— §■• urcuja
Le rdaiioni tra la Venezia e Tlstrìa sotia antìduni-
ma — La storia deU^Istria sì confixQde con quella ddk Ve-
nezia in modo che non sarebbe possibile di separarne i èxh
cumenti — Non t' ha archivio veneto antico, concentrato in
questo Archivio generale, nel quale non sMncontrino di^load,
documenti, o notizie che riguardino Plstria, come noti vita di-
ploma 0 documento istriano, che non si riferisca, più o mem^
anche alla Venezia. Quindi lo studio delle cose istriane nell^ Ar-
chivio veneto interessa alla Venezia non meno che airistria,
ossia non è a riguardarsi come interesse separato ed estraneo, ma
è veramente interesse nazionale, storico, statistico, etnografico,
economico; è interesse delle scienze storico-politiche in generale.
La storia delFIstria è stata studiata finora, o a troppo lar-
ghi tratti, 0, per certi periodi, in troppo minuti particolari,
mentre altri periodi rimasero quasi inesplorati. Con uno studio
attento e paziente in questo Archivio si potrebbero riempire
molte lacune, e dar migliore proporzione ad alcune parti.
La Venezia e l'Istria sotto Tantico impero romano furono
Provincie abbinate, ed ebbero lungamente Presidi e Correttori
comuni.
La tempesta delle scorribande barbariche non le disgiunse.
Sotto la breve signoria dei Goti, che in Istria durò soltanto
dal 489 al 539, le storie ce le mostrano ancora in istretta
relazione tra loro. Di ciò fanno fede le lettere di Cassiodoro,
Prefetto del Pretorio di Re Vitige, ai Provinciali dell'Istria e
ai Tribuni marittimi della Venezia (538).
Riconquistata Tlstria da Belisario per conto di Giustiniano
(539), essa fu poi di nuovo congiunta alla Venezia marittima,
e vi stette ben a lungo.
I Longobardi, che occuparono stabilmente tanta parte
d'Italia, non ebbero l'Istria che assai tardi (753) e non l'ebbero
tutta; perciò non furono in tempo di innovare là come altrove,
ma abbastanza in tempo di sconvolgere.
I documenti più antichi di questo Archivio li accusano di
aver sconvolto le cose di chiesa.
A questo punto incominciano i documenti veneti che ri-
guardano l'Istria.
I più antichi sono riuniti nel famoso Codice trbvisaneo
del quale, secondo ogni apparenza, l' Archivio possiede l'esem-
plare primitivo che appartenne alla preziosa collezione del nobil
«omo Bernardo Trevisao.
E un codice cartaceo, in fogli di centimetri 33 sopra 22,
intonso, di oltre 400 carte non tutte scritte, e contiene 280
diplomi d' argomenti svariati, disposti in ordine cronologico,
non rigoroso, dal (530 al 1395. — È copia della fine del secolo
XV 0 del principio del XVI, tutta d'una mano, di carattere
fitto, con poco margine, abbastanza leggibile, e corretta, anzi
più che qualche copia posteriore esistente altrove.
Ai dotti di tutte le nazioni è notissimo. Dei nostri vi at-
tinsero largamente l'Ughelli, il Muratori, il Fantuzzi, il De
Rubeis, il Bini, lo Zanetti, il Carli, il Marin, il Romanin, il
Cappelletti, il Kandler ed altri, come vi attinsero Du Mont,
Btìhmer, Lebret, Tafel e Thomas, Lunig, Hormayr ed altri dotti
stranieri. NuUostante è un campo così ricco e fecondo, che
restano ancora alcune parti intatte, e nelle parti già corse c'è
tuttora da mietere. E in queste ed in quelle poi la critica sto-
■ rica ha copiosa materia d'esercitarsi.
I diplomi nei quali è parola, piii o meno, delllstria sono
57, e l'Archivio ne possedè speciale regesto. Sono bolle e brevi
pontifici, privilegi, precetti, decreti imperiali, compromessi e
sentenze, memorie, lettere, promissioni, patti e capitolari, atti
d'investitura, di giuramento, ecc.
I! pili antico diploma è trascritto a carte 2 : lo bì vuole
dell'anno 630. È una bolla di Onorio (I), colla quale partecipa
ai vescovi della Venezia e dell'Istria la seconda definitiva con-
danna di Fortunato, e li eccita a raDegrarsi, che sia stato sma-
scherato il lupo e salvata la gregge.
Prima di questo, a carte 1.', e' è una bolla di papa Grego-
l'ìi) II, dell'anno 725 o 26, ai vescovi e al popolo della Venezia
e dell' Istria : parla di Pietro vescovo di Pela, il quale aveva
arbitrariamente occupato la sede maggiore di Grado. Dal tenore
di questa bolla risulta, che ai vescovi e al popolo della Venezia
insieme e dell' Istria, spettava il diritto di eleggere i vescovi
metropoliti di Grado.
A carte 13 e 14 è uua lamentazione di Giovanni patriarca
di Grado a papa Stefano Ili [anno 764), contro le indebite inge-
renze e le usurpazioni reali dei Longobardi in Istria a danno di
quei fedeli e della sua chiesa ; e a carte 25, è il diploma o privi-
legio col quale Grado, chiamata kuùm Aqiàleia^ yeniva creata
metropoli di tutta la Venezia e dell'Istria. Quest'ultimo diploma
è assegnato nel codice all'anno 806, ma dal suo testo risolta di
epoca assai anteriore. Molti lo sospettano apocrifo, e potrebbe
esserlo quanto alla forma; quanto alla sostanza però contiene
cose vere e confermate da fatti posteriori.
Ma importantissimo &a tutti i diplomi più antichi per la
storia dell'Istria, è quello a carte 21, 22 e 23, che si conosce
comunemente col nome di — placito oparlainento di Ristmo — ■,
dell'anno 804. Nel testo è detto Dijudicatus e Ornvenieìntia^ nelle
sottoscrizioni repromissionis cartula. È conosciutissimo perchè
stampato più volte, specialmente dall'Ughelli nell' Italia sacra,
dal Carli nelle Antichità italiche, e dal Kandler néìYIsin'a e, con
più ampio commento, nel Codice diplomatico istriano. È im-
portantissimo, perchè, enumerando le novità introdotte dai
I
Franchi, mostra il vecchio e nuovo sistema di governo della
provincia, la costituzione romano-bizantina e la franca, e de-
termina, quasi direbbesi, col calendario e coirorologio alla mano
la prima introduzione stabilo degli sciavi (slavi) in Istria, contro
la quale reclamarono vigorosamente i vecchi abitanti. — Co-
desto diploma è uno splendido faro nel buio di un' epoca ne-
fasta per l'Istria, epoca di radicali innovazioni a tutto danno
della sua libertà ; cliÈ l'Istria fino allora aveva goduto in fatto
estese libertà municipali ed era vissuta romanamente,
A misura che avanzano i tempi, i diplomi divengono più
frequenti, e quindi non mancano documenti per riconoscere la
condizione, se non l' origine prima, di molte possessioni, di
molti feudi, di molti diritti ecclesiastici appartenenti in Istria
ai patriarchi di Grado, ai vescovi di Torcello e ai vescovi della
Venezia in generale. Di epoche così lontane tutto è prezioso.
Potendo accertare la condizione di singole terre, si hanno
buone norme per stabilire la condizione delle terre e delle
persone del paese in generale. A questo titolo sono importan-
tissimi i diplomi dell' 803 od 804 a carte 16, del 974 a carte
83 e 84, e del 1177 a carte 220.
Altri diplomi portano luce sulle contenzioni, o, a dir più
giusto, sulle lotte a fuoco ed a sangue durate a lungo tra i
patriarchi di Aquileia e di Grado pel diritto metropolitico del-
l'Istria, ed altri ricordano le velleità d'indipendenza dei vescovi
istriani, — C'è poi la famosa promissione di re Pipino a papa
Gregorio o Stefano II (carte 7 ed 8), nella quale, dopo indicate
varie Provincie dell' Italia media e superiore prosegue, et p&r
bitufieas ducatV'S Venetiarum et Istriae integriter, nim omniòìt-s
dvitatibus^ caslris, oppidts, vicis, parocMis, ecclesiis eis suòsisten-
tiòtis.
Ci sono quindi privilegi ed immunità accordate da Carlo
Magno ai patriarchi, alle chiese ed ai vescovi, e una serie di
tredici decreti o precetti Imperiali, veri patti o trattati di
buona vicinanza, di navigazione, di commercio, di reciproca
garanzia, con stipulazioni per la consegna dei malfattori, per
la retta applicazione della giustizia in civile ed in criminale
— ass-
ai sudditi delle due parti, e accordo fconcordioj per impedire
atti che allora pure si stimavano contrari a giustizia e ad uma-
nità, il commercio dei cristiani, e la evirazione. In tutti questi
diplomi si pattuiscono per gP Istriani immxmità, parità e pri-
vilegi ut prò ctmctis pcpulis italici regni. Il più antico di questi *
patti nel Chdice TVevisaneo è deir840, conchiuso tra il dc^e Pie-
tro Tradonico e l'imperatore Lotario, ed è segnato a Pavia ; ma,
specialmente pei confini tra le terre del ducato veneto e quelle
dell'impero, si allude a patti anteriori segnati a Ravenna, ai
tempi, come è detto, di Paoluccio doge, di Marcello maestro
dei militi e di Aistolfo re. Il testo di questi non esisteva più
al tempo del Trevisan ; altrimenti sarebbe stato riportato nella
sua copia. Gli altri patti sono degli anni 879 od 80. 948 o 955.
967. 983. 1002. 1094. 1111. 1136. 1177. 1197. 1209. e 1220,
e appariscono stipulati tra Carlo il grosso e Orso (Partecipazio),
Berengario e Pietro (Candiano III), Ottone I e Pietro Can-
diano IV, Ottone II e Memmo tribimo, Enrico II e Pietro Or-
seolo II, Enrico IV e Vitale Falier, Enrico V e Ordelafo Fa-
lier, Lotario HI e Pietro Polani, Federico I Barbarossa e
Sebastiano Ziani, Enrico VI ed Enrico Dandolo, Ottone IV (»
Pietro Ziani, e Federico II Barbarossa e Pietro Ziani.
Colla occupazione Franca (789) l'Istria aveva perduto,
come si disse, la sua libertà, e quasi la sua indipendenza,
che i Bizantini lontani, salvo a percepire il tributo ed il do-
nativo, [ea^enia]^ come apparisce dal placito di Risano, prende-
vano ben poca ingerenza nel governo pubblico, lasciata libertà
ai Comuni di eleggersi tribuni, vicari, ìocopositi ecc. ecc.
Alcune terre al mare, Capodistria, Pirano, Umago, e qual-
che altra, erano rimaste ancora ai Bizantini, ma tutto il resto
della provincia aveva dovuto subire i nuovi ordinamenti tanto
contrari alle antiche sue consuetudini, e sottostare all' alto do-
minio di principi, che non seppero fare di meglio, che mercan-
teggiare la provincia pw remedio anirnae^ largheggiando pri-
vilegi, immunità, diritti, giurisdizioni a vescovi e prelati d'o-
gni ordine, divenuti iu breve veri baroni e padroni. I più
beneficati furono, dopo i patriarchi di Aquileia e dì Grado,
i vescovi di Trieste, di Parenzo e di Cittanova. Passata la
corona imperiale ai re di Germania, (961), continuò dal più al
meno lo stesso giuoco; era il mal andazzo dell' epoca. Le Pro-
vincie lontane erano terre da sfruttarsi, più che popolazioni da
governarsi, e, se non venivano adoperate prò remedio animai^
servivano ad arricchire congiunti, o a premiare compagni d'ar-
mi e servitori fedeli.
In mezzo a queste tristi vicende, alterata intieramente la
condizione della proprietà e del possesso, diminuita la libertà
personale, l'Istria ebbe tìtolo di Contea, e venne dichiarata
Contea di confine fMarksckaftJ . Il Comes Imitaneus divenne
Marckgraf, margravio, marchese. Nel secolo X non fu che
titolo e officio, ma nel XI e XII divenne successivamente
beneficio personale, a vita, ereditario, e nel XIII (1230) passù
definitivamente in balia dei patriarchi di Aquileia.
Minacciata perpetuamente dagli Slavi che pirateggiavano
sul mare, espilata da baroni maggiori e minori, ecclesiastici e
militari, abbandonata d'ogni protezione dai Bizantini lontani,
deboli , parolai , la condizione dell' Istria divenne in cotesto
tempo più e più infelice. La popolazione vecchia, fiera delle
sue origini e della sua storia, fortificatasi nelle terre mag-
giori, non si perdette d' animo, è vero, ma dopo le incur-
sioni barbariche era troppo debole e scarsa por sostenere sola
r urto e le insidie di tanti nemici : epperciò ella, che già da
tempo teneasi in buona relazione con Venezia, stese a questa
ambe le braccia. E Venezia che s'era qui già sostituita intie-
ramente ai Bizantini, le corse incontro e le si strinse alleata,
ma guidata dalla sua buona fortuna (che è a diro dalla sua
solerzia, dal suo coraggio, dalla sua saviezza), le divenne pre-
sto protettrice, per larle^i padrona più tardi, cioè quando una
nuova potenza d'oltremente accennava di spingersi al mare. —
L' opporvisi era più che interesse, necessità per Venezia. Que-
sta necessità è la ragiono di tutto le lotte, che Venezia ha
poi sostenuto in Istria e per l'Istria coi patriarchi, coi re dlln-
ghei'ia loro alleati, coi duchi e arciduchi d'Austria, cogli
- S40 -
Uscocchi, cogli imperatori; lotte delle quali dovremo toccare
pili sotto, per dire dei documenti che intorno alle stesse abbon-
dano in questo Archivio.
Intanto prima di staccarci dai secoli intorno il mille
giova far osservare, che se i Bizantini lontani contentavansi
del tributo e dei donativi, i Veneziani vicini vollero firuire
tutti i vantaggi della vicinanza e delP alleanza, vollero aver
libere le acque, i ponti, le strade, usufruttare i porti e le piaz-
ze. Entrati in un luogo colle loro navi e coi loro banchi, e im-
pegnativi una volta i loro interessi^ i Veneziani non tollera-
rono d^ essere giudicati da leggi e da giudici stranieri dipen-
denti da altro signore, ma vollero per se e per le cose loro Fap-
plicazione delle leggi patrie, e giudici indipendenti, della pro-
pria nazione. Quindi la instituzione di Consoli veneti in Pola,
prima che Pola divenisse veneta, e altri Consoli o Vicedomini
in Aquileia, a Segna ed altrove. — Noteremo ancora che i Ve-
neziani col loro contegno, presto destarono in Istria stima e
desiderio di se, tanto che prima che si formasse partito per
sostituirli in tutto ai patriarchi, venivano consultati nelle mag-
giori contingenze, fatti arbitri nelle differenze private e pub-
bliche, eletti alla carica di podestà. Questo naturalmente spia-
ceva ai vecchi signori, i patriarchi, ma la logica inesorabile
dei fatti s' imponeva, e non e' era più tempo di opporsi airo-
pinione pubblica, alla volontà del popolo, che riacquistava
coscienza di se.
Coi diplomi sparsi nel Codice Trevisaneo, nei Patti, nei
Commemoriali, e nelle Miscellanee di ducali, di codici, di atti
diplomatici, di pergamene sciolte, si può tener dietro a molte,
se non a tutte, coteste evoluzioni della storia dell' Istria e
della politica di Venezia, accertarle, chiarirle, illustrarle.
Dar qui distintamente la serie di tali diplomi, sarebbe super-
fluo ed inopportuno, ma gioverà certo additarne alcuni dei
principali.
A carte 67 e 68 e' è un diploma del 932 o 33, col quale
Wintkcro marcliese d'Istria, messo alle ultimo strette da Pie-
tro (Candiano li) doge dei Wueziaiii confessa apevtanieute
lo sue troppe tristizìi.' e i troppi (kiiui recati a Pola ed
altrove alle terre, agli uomini ed alle navi dei Veneziani, dei
patriarchi, dei vescovi; li confessa, e colla interposizione di
Marino (Contarini) patriarca di Grado, chiede ed ottiene sia
fatta la pace e ristabilito il commercio. — Ci 6ono quindi
altri diplomi che contengono accordi cogli istriani, special-
mente con Capodistria e con Fola, per far assieme Io stoh^
ossia per tener purgato il mare dai pirati slavi, (detti « ne-
mici dei Veneziani » già nel diploma di Lotario, 840, carte
:ì9, 40, 41), ed altri che contengono le offerte degli Istriani
al doge e a S. Marco, d' olio, di vino, di canape, di marinai
e di soldati ; gli impegni di retmere honorem beati Marci, di
avvertirli dei pericoli, e di difenderli anche colle armi, aòsgiie
Jussione D. Imperatorìs. — È rimarchevole il diploma del 932
(Cod. trevis, carte 65), col quale Capodistria si obbligava
verso il doge Pietro di Pietro Candiano a contribuirgli an-
uualmente cento anfore di buon vino prodotto dalle sue terre;
0 non meno notevole è l'altro del 1145, col quale Capodi-
stria ed Isola giurando fedeltà a S. Marco, al doge e a' suoi
successori, s' impegnavano di armare una galera o di andare
in fazione coi Veneziani ogni qualvolta il bisogno della co-
mune sicurezza lo esigesse. — Seguono quindi i patti o con-
cordi! del 1150, coi quali giurano fedeltà al doge, a S. Marco,
al Comune di Venezia una dopo 1' altra le città e terre dì
Pola, {e sue ville) di Parenzo, di Cittanova, di Rovigno, di
Umago. Si direbbe che Venezia e l' Istria presentissero il
Barbarossa e si preparassero a resistergli sulla terra e sul
mare. — Seguono atti di fedeltà, giuramenti ed offerte piii
formali tid esplicito quando i ^'eneziani condotti da Enrico
Dandolo partirono in crociata cum, magno exerdtu gaimnim et
l'scerinmm, ac tnuliitudvie mtliium et pedttum, a ricuperar Zara
e conquistare Costantinopoli. Ci sono particolarmente gli atti
di omaggio e dì sommissione di Trieste e di Moggia del-
l'anno 1202 a carte 266. — Nello stesso Codice Trevisaneo
sono pure registrati i primi patti seguiti tra il doge Ottone
(Orseolo) e i vescovi, il clero, il priore e gli abitanti di Os-
- 342 —
sero, di Veglia e di Cafisole (anno 1018 carte 143 e 45);
rinvestitura della contea di Ossero data dal doge Giovanni
Dandolo al nob. uomo Marino Morosini, e il giuramento di
fedeltà da questi prestato (anno 1280, carte 364 */ ), nonché
il concordio seguito tra lo stesso Morosini e gli uomini di
Ossero e Cherso nel 1284 (carte 364 *"") a tacere di molti
altri.
Parecchi di questi diplomi sono, come si disse, stampati ;
ma ciò non scema V importanza del Codice, né dispensa dal
consultarlo. In fatto di antichi diplomi attingendo all^origine
c^ è sempre da guadagnare. Parecchi altri esistenti nel Tre-
yisaneo sono ripetuti nel liòer aUms^ nel òlanctis e in altri
dei Pacta^ e perfino nei Qmmemoriali; ma questo pure non è
che a vantaggio della scienza. Nei casi più incerti ed oscnri,
il confronto di vari esemplari vale meglio di molti commenti.
Prima ancora che i patriarchi di Aquileia divenissero mar-
chesi d^ Istria, si trovarono a contatto coi Veneziani su quel
terreno, perchè possessori, come fii avvertito, di predi, di
castella, di feudi. Superbi poi del doppio carattere di prin-
cipi ecclesiastici e temporali, giuocando sul doppio appoggio
del Papa e dell' Imperatore, due potenze che allora per titoli
diversi, s'imponevano a tutto il mondo, pare non rispettas-
sero gl'interessi e la dignità dei Veneziani quanto questi
esigevano. L' Istria aveva àmbito troppo ristretto per conte-
nere in pace due potentati. Quindi lotte prima latenti poi
palesi per superarsi, per soppiantarsi ; compromessi nel Papa
e nell' Imperatore, accettati, sospesi, ripigliati, riesciti e non
riesciti ; e ostilità e rappresaglie, e patti violati, e tregue e
paci non fide ; quindi tratti nella lotta altri principi congiunti
0 alleati, i re d' Ungheria, le città di Treviso e di Padova,
i conti di Gorizia, e vescovi e baroni minori, e travolte nel
vortice delle ostilità sempre rinascenti lo città di Trieste e
di Capodistria e altre terre delFIstria. Per colmo di sciagura
entrarono in mezzo anche i Genovesi inveleniti contro i Ve-
neziani, laonde la lotta fu lunga e fiera, e della lotta fu troppo
spesso campo e teatro la po\(.'i'a Istria, uscita appena da altre
calamità. I patriarchi insigniti della doppia potestà come i
papi, imitarono il mal' esempio di questi: deposero piii d'una
volta la mitra, la stola e la croce, per coprirsi d'elmo e lorica,
e impugnare la spada. La lotta incominciata nel 1211 dall'im-
prudente patriarca Volchero di Loubrechtekirchen, che pretese
impedire la navigazione e il commercio ai Veneziani nel-
l'Istria, non cessò di fatto che coli' esclusione totale dei pa-
triarchi da tutta quella provincia (1420).
Numerosissimi sono nell'Archivio i codici, i diplomi e i
documenti che narrano e illustrano i tanti fatti ed episodii di
una lotta così lunga e tenace, tanto numerosi che il solo elenco
ci trarrebbe fuori dai limiti convenienti a questo scritto. —
Oltre cinque codici (volumi) speciali sui diritti del patriarcato,
oltre i diplomi che sono nel Codice Trevisaneo, altri se ne tro-
vano nei Patti, nei Commemoriali, nelle Pergamem smlie, nelle
Miscellanee; e moltissimo parti e decreti nei Secreta Cmstlii
^(^fltorHffl (volumi 4 dall'anno 1345 all'anno 1397) nei primi
40 dei Misti, nei primi 7 dei Secreti del Senato, nei primi 17
del Maggior Consiglio, e nei primi 12 Misti del Consiglio dei X,
con di più un codicetto del 1335 segnato ^tm/acA* Sistrìae.
I fatti dell'Istria si confondono con quelli del Friuli, e scru-
tando questi e quelli si raccolgono notizie interessanti per la
"storia di Trieste e di Gorizia. — Senza allontanarci dal Codice
Trevisaneo, citeremo i due documenti riportati a carte 383-385,
nel primo dei quali ritenuto del 1303, sono enumerati i di-
ritti, le possessioni ed i feudi che il patriarca aveva allora in
Istria, enei secondo, pure del 1303,Iedomaude che avrebbe fatto
a Venezia come correspettivo degli stessi. Prima di questi (Hpe-
tiiti anche altrove) si leggono a carte 340-41. 365-67, e 370
.subnumori 1. a 8. inclusivo, parecchi atti di concordia e dì com-
promesso con informazioni e deduzioni, degli anni 1248-1286 e
1289. Nel VI dei Patti e' è poi l'intiero lunghissimo testo della
famosa pace di Torino (1381) con un bel corredo di atti da
essa dipendenti, e nell'Xl dei Commemoriali a carte 118 e 119.
. reinvestitura data dal doge Francesco Foscari nel 1424
- 844 -
1. novembre ad Enrico CJonte di Gorizia, e il giuramento di
fedeltà da esso, per se e pel fratello Gio. Mainardo, solenne-
mente prestato nella piazza di S. Marco.
Come fu avvertito, la lotta durata sì a lungo tra Ve-
nezia e i Patriarchi per superarsi ed escludersi a vicenda,
pose in moto le passioni degli abitanti dell'Istria, e travolse
le città principali. Fola e Capodistria, e qualche terra mi-
nore; sicché dopo i patti, le alleanze, le dediche, i giuramenti
di fedeltà, schizza fuori qualche velleità di sottrarsi ai pro-
messi tributi, qualche atto di debolezza, e forse di connivenza
coi Pisani e coi Genovesi, qualche amoruccio coi vecchi pa-
droni, i Patriarchi, larghi di promesse temporali e spirituali;
e perfino qualche atto gravemente ostile a' rappresentanti
veneti ; errori, debolezze, imprudenze o anche slanci generosi
comuni a tutte le epoche di grandi rivoluzioni o trasforma-
zioni politiche. Sono faitti che talvolta possono perdonarsi
anche dalla parte lesa ; ma Venezia, per la quale ormai il pos-
sesso dell^ Istria era divenuto una necessità, lungi dal perdo-
nare, fii rapida e terribile nel castigare e reprimere. Capo-
distria ,e Pola ebbero lezioni da dover poi ricordarsene a lungo.
Anche circa a questi fatti ci sono nell'Archivio speciali
memorie ; nel II dei Commemoriali ed altrove per Pola, nel V
dei Patti carte 99 a 102, e più ancora nel volume B Secreta
Ccmsiln rogatorum^ per Capodistria.
Intanto, caduta Costantinopoli in potere dei Turchi (1453),
Venezia si trovò presto impegnata sulla terra e sul mare in
una lotta gigante che durò circa tre secoli. Donde nuova serie
di vicende anche per T Istria, che divenuta ormai parte inte-
grante e importante dello Stato veneto, ne divideva gli affetti
e gli entusiasmi.
Alcime bande di Turchi, tra il 1470 e il 1501, si spinsero
sette od otto volte fino ai monti e alle marine dciristria, sul
Carso, intorno Trieste; incendiarono ville dol Goriziano, pre-
sero ripetutamente Monfalcone e Duino, sacclief^fi;iarono Rozzo.
I nuovi pericoli consigliarono l'erezione o ripristino di alcune
torri 0 castella nel territorio di Capodistria, che sono Rosarol,
Lonche, Valmorasa, Monte, Cristovis, Custabona, Geme, Gra-
dina, Antignano, Ospo, Covedo, Popecchio, delle quali è ceuno
frequente nelle relazioni di quei Podestà-Capitani. — In ge-
nerale poi la guerra coi Turchi diede occasione a molti istriani
di distinguersi per abnegazione e valore nell'Istria, nella Dal-
mazia, e in tutto il Levante. Basti per tutti quel Biagio Zu-
liani il quale, anziché cedere un forte a lui affidato (il forte di
S. Teodoro, a due miglia da Canèa), dopo valorosissima resi-
stenza, quando i nemici prevalenti di numero entravano già
da più parti alla sciabola, diede fuoco alle polveri, prece-
dendo d' oltre mezzo secolo il Mica.
Altra consegueuza di questa guerra per l'Istria fu la in-
troduzione di nuove genti {Aibanesi, Bossinesi, Montenegrini,
Dalmati, Jonii), alle quali vennero successivamente assegnate
vaste estensioni di terreni ch'erano rimasti inculti, specialmente
in colpa delle pesti che avevano disertato e continuavano a diser-
tare la sfortunata provincia. L'essere sulla linea di navigazione
coll'oriente, l'avere una costa ricca di ancoraggi e di porti, è
stata a questo riguardo per essa un i/wio infelice che le apportò
infiniti giiai. Le nuove colonie che' incominciarono poco dopo la
metà del secolo X'V' e continuarono fin oltre la metà del secolo
XVII, apportarono all'Istria beni e mali sui quali non è questo
il luogo di ragionare. Ma importa avvertire che, sebbene l'Ar-
chivio veneto non possieda un prospetto generale dei nuovi
abitanti dell'Istria, né un catastico completo dei terreni inculti
loro affidati [non ponendoli in buona coltura entro tempo de-
terminato, 0 cangiando domicilio, decadevano dal beneficio),
documenti che dovevano esistere nell'Archivio del Capitano
di Raspo, tuttavia sono tanti gli atti, i processi, i carteggi
ai quali diedero motivo, che se ne potrebbe ricostituire la
cronaca abbastanza particolareggiata ed interessante. Cotesti
documenti 0 cotesto notizie sono da attingersi nelle serie dei
Dispacci e delle Relazioni dei Provveditori della Dalmazia, dei
Provveditori generali da mar. e particolari del Golfo, nelle de-
liberazioni del Senato rmr, nelle Lett.ore dei Conti di Pola, dei
Capitani di Raspo, dei Podestà Capitani di Capodistria, nei de-
a
- 846 -
creti del Senato Rettori^ nel Collegio, nell'Avogaria, in tutte
quasi le serie della Cancelleria Ducale e della Secreta.
Le sciagure cominciate a danno d^un paese, solitamente
sì attirano e seguono. Così toccò all^Istria. Alle minaccie dei
Turchi, alla desolazione delle pesti, ai danni delle g'uerre
lontane si aggiunsero presto guerre vicine e presenti. Non
era appena stato eliminato dall' Istria V elemento eterogeneo
dei Patriarchi, che alle loro spalle erano già sorti i Duchi
d'Austria col fermo proposito di spingere fino al mare i loro
domini.
Avuto nel 1336 il Carnio, nel 1364 strinsero patti di re-
ciproca successione coi Conti dlstria. Nel 1367 s'ingrasdosi-
rono Trieste, che allora era più che mai in lotta d* interessi
con Capodistria, e in guerra aperta con Venezia. I patti coi
Conti d'Istria, in capo a dieci anni (1374) le avevano fruttato
il possesso di quella Contea, il cui territorio si spingeva come
un cuneo, giii pei monti, nel cuore della provincia. Le prati-
che aperte con Trieste nel 1367, diedero il loro frutto nel 1382,
epoca appunto nella quale Trieste si è data definitivamente ai
duchi d'Austria. Incoraggiati essi da questi successi strinsero
nel 1436, altri patti di mutua successione coi conti di Gorizia,
li rinnovarono nel 1474, e tornarono a confermarli nel 1490 ;
uè valsero le proteste di Venezia dalla quale, come abbiamo
detto, i Conti di Gorizia avevano avuto V investitura dei loro
feudi. — Alcuni dissapori sorti in Istria, tra Veneti e Austriaci
nel 1374 e nel 1451, avevano potuto facilmente quetarsi, ma
quando si aperse il caso della successione alla Contea di Go-
rizia, Massimiliano, senza por tempo in mezzo, la occupò mili-
tarmente. Venezia era troppo impegnata coi Turchi per get-
tarsi all'impazzata in una nuova guerra. Ma la sua prudenza
non le valse. La guerra scoppiò, e prese proporzioni va.stis-
simo. In mezzo ai grandi avvcninìonti (F Europa V Istria an-
ch'essa sofferse pericoli e danni gravissimi. Molti luoghi della
provincia furono presi, ripresi, saccheggiati, incendiati, di-
strutti. Già nel primo impeto (1506) le truppe di Massimiliano
presero Pola, e nel corso delle ostilità riistnissepo Raspo (1510)
e occuparono Castelnovo del Carso. Poi, a tacer di Aquileia,
di Gradisca, di Tolmino, di Ampezzo Goriziano, il Conte Cri-
stoforo Frangipane fece scorrerie dannosissime nell'Istria su-
periore. D'altra parte Venezia occupò Adelsberg, Duino, Trie-
ste, Pisino, e le terre di Piemonte, di Visinada, di Castagna,
di Momiano, e Barbana, e Carsano, o Racize, e Draguccio, e
Verh. e Sovignacco e Lindaro. — Si fecero e si rinnovarono
tregue nel 1512, 1516, 1518, si fecero paci perfino nel 1523
e 20, ma vera paco in Istria non fu cbe nel 1535 in seguito
alla Sentenza di Trento.
Di questo famoso arbitrato, che poso termine alle diffe-
renze di confine e di giurisdizione tra la Republica e V Impero
in Istria, nel Friuli, nel Trentino e lì presso, e che regolò mi-
nutamente moltissimi privati diritti turbati dalla recente guer-
ra, arbitrato pronunciato dai tre Giureconsulti italiani cava-
lier Matteo dogli Avvocati, dottor Antonio Quatta e senatore
Lodovico Porro, l'Archivio serba un originale fra gli atti diplo-
matici, II Serie, n. 33, come serba, trascritti nei volumi XX e
XXI dei Commemoriali, i testi della tregua di Andegavia
(1518). dei capitoli di Worms (1521), della pace di Venezia
(1523) del trattato di Bologna (1529) e di altri atti che a que-
sto importante negozio si riferiscono.
Ad onta della pace materiale però, le parti contendenti
non rinunziarono all' idea tì.ssa di escludersi, T Austria per
aver pienamente libero il mare sul quale teneva già Fiume
e Trieste, Venezia per afforzare il suo confine colla naturale
barriera dell' Alpe.
Entrarono allora in scena gli Uscocchì, i quali diedero
travagli grandissimi alle navi commerciali, alle pubbliche
galee, alle isole del Quamcro, a tutte le terre che siedono su
quel golfo, e ad altre. Soffersero sopratutte Veglia, Aìbona,
Fianona e Rovigno. — E di tutto coteste tristi vicende si
trovano ampie notizie, memorie, documenti nei dispacci e
nelle relazioni dei Provveditori generali da mar in golfo, e
in quelle dei Capitani alle Fuste e contro Uscocchi, nelle let-
— 848 —
tere dei Podestà, e come al solito, nel Senato mar e nelle
serie che lo completano. Sui fatti di Albona che li respìnse,
abbenchè in numero di più centinaia, e di Fianona che ne fu
quasi distrutta, ci sono informazioni assai dettagliate nelle Ltt-
tere dirette da Nicolò Donato provveditor general da nutr in golfo.
1598-99, al Senato (Cancell. Secreta).
Coli' affare gravissimo degli Uscocchi, che mascherava
la questione vitale sul dominio dell'Adriatico, s'incrociarono
le gelosie di Trieste e di Capodistria, i contrasti per la fabbri-
cazione e il commercio dei sali, per le strade, per le fiere fran-
che e molti altri afiari, tanto che accumulatasi nuova esca
scoppiò nuovo incendio di guerra. — Questa -volta la prima
sciagura è toccata a Bogliuno (1600) assalita^ anzi posta a
sacco, dai Veneti che spaziavano già in tutta la contea di Pi-
sino. Nel 1609 distrussero le saline di Trieste, e nel 1612
sorpersero il Castello di Moschienizze, poi tennero occupati
Antignana e Gimino. — Questi i casi più noti, a tacer d'altri
minori, tutti rovinosi per la provincia, tanto nella parte veneta
che nella austriaca. — Nel 1618, fii conclusa la pace, in con-
seguenza della quale i Veneti restituirono Antignana e Gimino
all'Arciduca Ferdinando II, che noli' anno successivo fu eletto
imperatore. — Per i casi di questa guerra oltre le solite fonti
del Senato Collegio e Rettori, si può consultare nella Misceli a-
nea codici in Jilze la busta 118, nella quale e' è una relazione
del vice gerente del Generalato in Istria, successore al Gene-
rale Michiel (1617) ed altra di Bernardo Tiepolo Capitano a
Raspo e poi vice Generale in Istria (1618) relazioni che con-
tengono particolarità molto interessanti.
Durante la penultima guerra, nel 1528, erano stato insti-
tuite anche in Istria lo Ordinanze o Ce^mide (milizia provinciale),
0 pili tardi molte Cernide istriane passarono in Dalmazia pei
bisogni di guerra.
I pericoli sempre rinascenti dei nemici vicini e lontani
avevano suggerito allora, e piii tardi, di erigere opere fortifi-
catorie a Pola e anche a Capodistria, opere che ebbero eflFetto
io parto soltanto.
Durante le stesse lunghissime guerre cogli Arciducali,
cogli Uscocchi, e coi Turchi, i boschi dell'Istria somministra-
rono molto e prezioso legname alla Casa dell' Arsenal, e per
le costruzioni navali o a servigio dell' artiglieria. Nel 1616,
23 gennaio m, v. (Cons. X) fu instituita stabilmente in provin-
cia apposita magistratura detta dei Pìwveditori poi DejJutati
sopra la valle e al bosco di Montana.
Coleste ed altrettali operazioni occasionarono sindicati,
inquisizioni, perizie, conteggi, carteggi, che sono conservati
in gran numero nei varii archivii, e che, esaminati paziente-
mente, svelerebbero l'orditura d' un lavoro sapiente, il movi-
mento d' una vita operosissima nel Governo ed insieme qual-
che lato nuovo nella vita della provincia.
Non v'ha ramo di pubblica amministrazione, non interesee
appunto nella vita della provincia, dei quali T Archivio Gene-
rale non sorbi traccie e ricordi.
n Secretano alle voci ci ah. il nome dei pubblici rappre-
sentanti che tennero per secoli il governo dell'Istria. Indipen-
dentemente poi da questa serie, che incomincia soltanto nel-
l'anno 1349 ed ha alcune interruzioni, sappiamo che in sul ca-
dere del secolo XIII è stato Capitano del Paisenatico aS. Lorenzo
un Marino Falier forse lo stesso che poi come doge ebbe in-
felicissima fine. Sappiamo pure che Andrea Dandolo, lo sto-
rico, prima di esser doge a Venezia, fu podestà di Trieste
(1334) e che il doge Pietro Gradenigo, famoso per la Ser-
rata del Maggior Consiglio, è stato podestà e capitanio di Capo-
distria due volte (1280 e 1289), a tacere dei dogi Giovanni e
Francosco Dandolo, Bertuccio e Giovanni Gradenigo che fti-
rono anch' essi podestà e capitani dì Capodistria negli anni
1279, 1321, 1325, 1328, 1336 e 1352. — Il Sardo alla scrittimi e
^Inquisitori alP amministraziwie dei pubblici ruoli serbano i
nomi di quelli che trattarono le armi per la difesa e 1' onore
della repubblica; — i Deputati ed Aggiunti aila procvision del
denaro e i ProPteditori sopra Camere ci danno conto specializ-
- 850 -
zato e localizzato del denaro pubblico, delle imposte e deUe
spese, e sono ricchi di dati statistici in molti rami della pub-
blica amministrazione anche per T Istria; — i ProvvedHori
sopra fefudi ci spiegano Torigine, V estensione, la natura varia
dei feudi istriani e dei titoli annessivi ; i Deputati ed Aggiunti
sopra Monasteri ci svelano gPinteressi e la vita di molte comu*
nità religiose della provincia; i Proweditori alla sanità c^ìnse-
gnano provvedimenti che meritano studio ; — i Profweditofi
alla Camera dei con/Ini ci fanno assistere a lunghe e sottiU
contestazioni per boschi, acque, pesche e confini a Trieste e
Muggia, nel territorio di Capodistria, a Castelnovo dal Carso,
a S. Servolo^ a Popecchio, nel territorio di Raspo, a Zumesco,
a Grimalda, a Grisignana, a Pisino, in Antignana, a S. Lo-
renzo, a Carsano e Sumber di Àlbona, nella valle dell^Arsa,
a Barbana e Castel Rachelle, e ci mettono sott^occhio docu-
menti antichissimi, ricchi di nozioni storico-locali ed etnogra-
fiche : fra questi, il testo latino, e la vecchia traduzione italiana
della ricognizione dei confini solennemente faitta in tutta la
provincia durante il secolo XIII tra il patriarca Raimondo, e
il Conte d'Istria Alberto. — I Provveditori aUe legne e ai boschi
in generale, e i Deputati atta vaile e bosco di Montana in par-
ticolare ci mostrano V importanza dei boschi e del legname
dell'Istria ; — I Provveditori alle biave ci dicono dei fondachi
e delle pubbliche sovvenzioni e prestanze fatte all'Istria nelle
frequenti sue calamità; — i Provveditori al sai ci danno lo
stato delle saline di Pirano , di Capodistria , di Muggia, il
prodotto e il commercio dei sali; i Provveditori sopra agli ci
mostrano il prodotto, il consumo, e il commercio dell^olio, e
lo stato degli oliveti. Nelle Relavmii dei pubblici rappresentanti
troviamo la corografia e la popolazione della provincia, e lo
stato della laguna di Capodistria, come troviamo nozioni sulle
scuole laiche, sui fondachi, sui monti di pietà, sulla pubblica
istruzione, sui dazi, sulle camere fiscali, sui banditi, sui con-
trabbaudi, sulle ceraide^ sulle gelosio e gare con Trieste, e su
molte e molte altre particolarità. La serie dei Slndicati giova
a confermare e chiarire molte delle vicende già enumerate di
guerre, paci, trattati; le Commissioni, specialmente le prime
che sono del secolo XIII e del principio del XIY, ci illumi-
nano intorno alla trasformazione e al passaggio dal sistema pa-
triarchino al veneto. Gl'Inquisitori e Provveditori straordinari
colle loro Terminazioni, e Redole, sparse specialmente nelle
Filze de! Senato mar e Rettori, ci mettono sott'occbio abusi
e disordini che si riproducevano troppo spesso nell'ammini-
strazione dei Comuni, degli Ospitali, delle Scuole laiche, dei
Fondachi, dei Monti, e i rimedii che vi si applicavano. Nei
Consultori in jure , si trovano non pochi consulti sulle cose
dell' Istria, toccanti a chiese, scuole, beneficii e simili. Molte
cose riguardanti il commercio, le strade, le industrie, la navi-
gazione, le arti, si trovano nel vasto e importante archivio
dei Cinque Savii alla mercanzia. L'Archivio del S. Ufficio ci
dà ben 161 processi, molti dei quali appena iniziati e di po-
chissima entità, ma alcuni completi, e meritevoli di attenta
meditazione. Porremo tra questi il processo contro Baldo Lu-
petino di Albona parente del famoso Mattia Flacio, per lutera-
nismo, e una ben copiosa raccolta di memorie e costituti ap-
parecchiati contro il Vescovo Pietro Paolo Vergerlo di Capo-
distria, e contro quelli che si sospettavano suoi aderenti e affi-
gliati di Capodistria e di Pirano specialmente. Nella Procura-
Ha de sìtpra si trovano carte di amministrazione dell'Abbazia
di S, Maria di Cannetto di Pula, beneficio dipendente dalla ba-
silica di S. Marco. Nella serie Serenissima Signoria Fisco-pro-
cessi trovansi antichi e preziosi documenti circa le contee di
Orsera, di S. Michele di Leme e di altri feudi. Nella Cancel-
leria inferiore si trova il catastico delle chiese, delle scuole
dei benefici dell'isola di Veglia, nonché processi e notizie re-
lative a iuspatronati ecclesiastici, monasteri, conventi, monti
di pietà ecc. Esiste poi separato un codice del 1471 de le an-
tiqv4 jurisdiction de la isola de Vegla, nel quale sono assai mi-
nutamente narrati i casi della città e dell'isola sotto il dominio
dei Frangipani, e la loro esautorazione. — Negli Archivi dei
Monasteri di S. Giorgio maggiore, di S. Nicolò del Lido, di
S. Matteo di Murano e dì altri, trovansi le indicazioni dei
terreni e dei diritti che avevano in Istria, coi relativi istro-
menti ed altri atti antichissimi. Nell'archivio del Ckmstglio dei X
esistono molte buste di processi criminali trattati per delega-
zione dai Conti provveditori di Fola, dai Capitani di Raspo, e
dai Podestà e Capitani di Capodistria , a tacere delle molte
notizie importanti e peregrine che potrebbersi ricavare dal-
I l'esame paziente delle lunghissime serie delle comumcmimi
\ lette al Seiiafo, e non ktte^ e dalle LeUere del Consig-lio e dei
Capi 0 a loro dirette — nelle serie comuni, sotUìScritte, non sot-
toscritte, sex^rete, criminali, ecc.
Non procediamo piìi oltre, perchè quanto abbiamo espo-
sto 6n qui intorno alle fonti delle cose istriane, sarà sufficiente,
speriamo, e a mostrare anche da questo lato la ricchezza del-
l'Archivio Generale Veneto, e a guidare le ricerche di chi
vorrà addentrarsi nella storia interessante di cotesta provincia
4
MmiMf^
m.
DELLE FONTI PER LA STORIA DEL TRENTINO
NEGLI ARCHIVI DI VENEZIA,
BI MIC CARDO PREBBlilil.
Ristretto per confini, ma importante in ogni tempo per
la sua posizione fd quell^ alpestre paese che come cono s^ a-
vanza a dividere a settentrione la veneta dalla pianura lom-
barda, il Trentino, chiave fortissima d^ Italia, serrato al nord
dalla naturai barriera dell^Alpi, e per esse diviso dalla Ger-
mania.
La sua posizione doveva in ogni tempo eccitare i desiderii
di chiunque aspirasse ad un sicuro dominio dell^ ampia valle
del Po, e quindi specialmente di Venezia.
Donde rari e dì poca entità dovettero essere i rapporti fra
la Republica, i vescovi ed altri signori, che quali grandi e
piccoli feudatari dell' Impero Romano Germanico dominarono
nell' attuale provincia di Trento, finché i territori della prima
e dei secondi furono separati da vaste regioni soggette ad
altri principi, e finché Venezia, quasi estranea alle cose dell'I-
talia superiore, aveva diretto la sua politica a rendersi padrona
deir acque estendentisi fra le coste dell'Adriatico, del mar d'A-
zow, della Siria e dell'Africa.
Esaminando invero i documenti di que' tempi non trovia-
mo che fuggevoli menzioni di Trento e delle terre da quella
città dipendenti, e tutte relative a faccende che concernono il
d8
aocu-
iwtAnM I
'ìttìÓl
ciliare^
orse
309"
diritto e gli affari dei privati, anziché il vero diritto di Sta
lì LiÒer plegifMiiM, (il più antico registro d'atti uffiziali "veiu
che sia giunto fino a noi), nota, ad esempio, due concessioni i
Trentini per esportazione di merci [1223 e 1^6, carte 3 e 47Ì
il diritto di rappresaglia decretato a favore di un Miani contv
i sudditi dei vescovo Gerardo I, debitore di quello (1226, cai
47 t); ed a favore di un altro veneziano che non aveva potete
ottenere giustizia dallo stesso prelato (1228, carte 97), docu-
mento quest' ultimo non privo d' interesse per cii'costa
locali.
Ma quando Venezia, conseguita quella potenza marittìffl
che fii la sua più fulgida gloria, cominciai ad immiscliiarBi
negli affari dei vicini Stati di terraferma, e ad aspirare forse
per necessità a grandezza di potenza terrestre, i rapporti di 1*
col Trentino divennero ognora più frequenti, quantunqa
restassero ancor a lungo in un ordine inferiore.
Troviamo infatti che il Governo Veneto nel luglio 1309'
(lettere di Collegio 1308-10 carte 65-66) impetrava dai Ri-
tenti signorotti della Val Lagarina il permesso pe! passaggio
di truppe arruolate per la guerra di Ferrara ; nel IL volume dei
Commemoriali ci occorrono parecchi documenti relativi ad un
deposito di danaro fatto nella Procuratia di S. Marco da Gu-
glielmo di Caetelbarco, (1317-1321, carte 7, 64, 100, 109);
nel IV. volume della stessa collezione altri atti concernenti
l'abrogazione di rappresaglie decretate contro i Trentini (1357,
carte 108-110); nelle Smthm secreie del Collegio 1354r«4,
(carte 101 t.) una lettera del febbraio 1363 con cui Bod(^ '
duca d'Austria chiede soccorsi contro Francesco da Carran,
usurpatore di beni delle chiese d' Àquileia e di Trento, delle
quali il duca era avvocato.
Venuta poi la Repubblica, prima per le guerre M^li Sca-
ligeri e poscia coi Carraresi, in possesso dei territori limitrofi
al Vescovado, e spinta dalla fortuna a bramar di allargare
ognor più il proprio Stato, le sue relazioni con quello si
fecero più intime e più seguite. Già nel febbraio 1405 essa
concludeva un trattato coi Signori delle Valli Lagarina e
I
I
Sugana affine dì esserne coadiuvata neir acquisto di Verona
(Commem. X, 1) ; e presa quella cittìi, il Vescovo tridentino
chiedeva per legati risarcimento di danni che asseriva deri-
vatigli dalla veneta conquista (16 luglio 1405; deliberazioni
secrete del Senato, II, 125 t.]. Noi 1406 Venezia domandava
al Vescovo stesso e al duca d' Austria conte del Tirolo, che
tenessero aperte e sicure le strade conducenti in Germania
(dette, m, 1).
Intanto sorgeva nel Tirolo un emulo formidabile ai futuri
ingrandimenti di Venezia da quella parte. Federico duca d'Au-
stria, aspirava alla signoria del Trentino, e per giungervi co-
minciava collo ecalzare il potere del vescovo, ribellandogli il
paese. Questo prelato, forse prevedendo la tempesta, procurò di
tutelarsi da ogni atto ostile da parte (li Venezia, ma con poco
successo, che il Senato rispose con buone parole ai suoi messi
(1406, luglio e settembre; dette ITI, 31 e 38), probabilmente
per mantenersi libera azione a conseguire i propri fini. I
quali appariscono chiaramente dalle istruzioni segrete che si
diedero a Paolo Lion, mandato in Valsugana presso Siccone
di Caldonazzo, onde d' accordo con costui mantenesse viva
la rivolta seguita in Trento contro il Vescovo; dagli ordini
dati ai rettori di Padova, Vicenza e Verona di tener pronte
truppe ai cenni del Lion ; e dalla deputazione al Collegio degli
ulteriori relativi provvedimenti (1407, febbraio e marzo; dette
m, 38 e 53 t).
D'altra parte Venezia intavolava negoziazioni coi conti
d'Arco per l'acquisto di Riva (dette III, 64). riceveva sotto
la sua protezione Azzoue, Francesco e Guglielmo di Castel-
barco, signori nella Valle Lagarina (17 marzo; Commem. X,
39 t,), e nel maggio seguente stringevasi in lega col duca
Federico, col quale aveva comuni gli scopi (Del Secr. HL,
65 t. e Commem. X, 39).
Questa comunanza però doveva tosto o tardi rompere
la male assortita unione; infitti postosi sotto la protezione
della Repubblica Vinciguerra d'Arco (Commem. X. 45), essa
chiose tosto al duca la restituzione d'un castello da lui occu-
■Bb.
- 366 —
pato a quello (Del. Secr. Ili, 67 ; giugno 9) ; e nel settembre
spediva aiuti d' armati al suo protetto per ricuperare il ca-
stello di Drena (Senato Misti XLYII, 141 t.). Ben mostraya
Venezia di star ligia ai trattati, e spediva a Trento oratori
per comporre le liti fra i ducali ed i signori delle Valli La-
garina e Sugana (detti, 146 : e Del. secr. Ili, 83}} ma abor-
tivano i tentativi di conciliazione, il duca pretendeva sotto-
mettere i baroni, e voleva gli prestassero giuramento di fedeltà
in onta ai legami che li stringevano alla Republìca; onde
questa per proteggerli spediva nella Val Lagarina im amba-
sciatore con ufficio di provveditore (22 gennaio 1408}.
Trento in questo mezzo, imprigionato il vescovo, s'era
eretta in municipio sotto il governo d^ un suo cittadino, Ro-
dolfo Bellenzani, il quale, vedendo forse di non potersi soste-
nere a lungo, offriva la sua patria a Venezia; e il Senato,
sperando di avere con più vantaggio e più sicuramente la
città da Federigo, che pare avesse saputo lusingamelo, tenne
a bada il Bellenzani (Del. Secr. IV, 36; luglio 1409); e il
duca poi sorti con tali pretese cbe non poterono essere ac-
colte (dette, 86; dicembre).
Federigo non rinunziava alle sue esigenze verso i signo-
rotti del Trentino, e moveva guerra a quelli di Caldonazzo.
pretendendo più che mai il voluto giuramento. Venezia spe-
diva da una parte al duca per rimovcrlo dallo sue intraprese
(Commissioni secr. di Collegio 1408-13, passim ; e Sen. Misti
XLVIII, 148) ; dair altra mandava ai baroni perchè stessero
fermi nei loro propositi (1410 marzo e dicembre, Sen. Misti
XLVIII, 131 e 199, e Commiss. cit. 36); cercava di dissua-
dere i conti d' Arco dall' accostarsi al duca, al che mostra-
vano inclinazione, e persistendo poi quest' ultimo nelle sue
pretese, inviava aiuti d' armi a coloro che seguivano i di lei
consigli (Sen. Misti XLIX, 25; giugno 1411), protestandosi
però sempre amica dell'Austriaco, ma persistendo nel voler
rispettati i propri aderenti.
Uno dei più fidi fra questi, Azzone Francesco di Castel-
barco, moriva nel 1410, raccomandando alla Ropublica V u-
riico suo figlio EttLirc, e sostilueiidula nella succi^ssioue a co-
stui nel caso eh' ei venisse a mancare senza prole (Comracm.
XX, 32 t.); ciò accadde infatti nel 1411, e Venezia occupò
tosto i beni così ereditati, cioè lo terre di Ala, Avis e Bren-
tonico con altri luoghi minori, e li occupò tanto più volen-
tieri in quanto che col mezzo di essi poteva opporre valido
argine alla politica di Federico ed alle eventuali incnrsioni
nel Veneto di Sigismondo re d' Ungheria, col quale allora
ardeva la guerra pei possedimenti della Dalmazia. Al governo
delle terre ereditate si spediva Frignano da Sesso (Commiss,
cit., 19 settembre 1411); si confermarono ad esse gli statuti
e si accordarono privilegi (Pacta VII, 22 t.); si provviddo al
riattamento dello fortificazioni (Seii. Misti XLIX, 64), e si
decretò onorifico trattamento alla vedova del benefattore {Pacta
VII, 23 t).
Allo scopo perft di proteggere dalle offese dell' Austriaco
gli altri raccomandati, si spedirono loro aiuti di armati, e si
mandò provveditore a Beseno Andrea Gradenigo onde ve-
gliasse alla difesa dei luoghi senza immischiarsi nell' ammi-
nistrazione (Commiss, cit. 92). E così le nimistà, or latenti or
palesi, fra Venezia e il duca, durarono fino all'agosto del 1413,
nel quale furono concluse fra i due le tregue quinquennali
(Commem. X, 131).
Fra i castellani della Valle Lagarina invitati a riceverò
ne' loro possedimenti i soccorsi veneti, Aldrighetto di Castel-
barco signore di Lizzana e di Rovereto si mostrò recalcitrante
alla protezione che gli si voleva imporre; anzi dava ricetto
ai ribelli della Repubblica, chiudeva i passi, e imponeva dazii
sull'Adige ai legnami cbc si conducevano a Verona; laonde
Venezia decretava (11 sett, 1414, Del. Sec. VI, Il t.) ìl seque-
stro dei di Ini beni nel Veronese ; ma per allora non si pro-
cedette più in là, probabilmente perete accarczzavasi il pen-
siero d'una lega con Federigo, presso il quale la Repubblica
si giustificava dell'accusa di aver soccorso gli assediati di Ca-
stel Ivano (dette 20 t)
In questo frattempo si rinnovò il trattato di aderenza con
Guglielmo di Castclbarco (fcbb. 1415 ; dtrtU', 30 t..) ; si cercò d
ottenere luoghi e fortilizi, tenuti dagli austriaci nel Trentino,
in pegno di prestiti in danaro (dotte, 55, 5r>, 61 e 69) ; si rinno-
varono i patti di raccomandazione coi signori di Ivano e Castel-
nuovo ed i fedeli di Castelbarco (Commem. X, 189 t, ; febb.
1416) ; si cominciò ad immischiarsi negli affari dei signori delle
valli occidentali, i Lodron e gli Arco (Del.Secr. VI, 88 t.); e ei
intavolarono pratiche per un'alleanza con Federico (dette, 96 t.),
le quali però abortirono.
Quest' ultimo mandava a Venezia un suo oratore per aver
soccorsi contro il duca Ernesto ed il re dei Romani, a per la-
gnarsi di danni recati ad Aldrighetfo di Rovereto da Mar(
bruno dì Beseno, protetto della Signoria, la quale offriva la e
mediazione per comporre le cose tra' principi, o giustifica»
Marcabruno promettendo di tenerlo entro i limiti della semplice
difesa de' suoi diritti {dette, 110 t. ; luglio 1416). Aldrigh«
però non si chetava, ed il Senato ordinava ai rettori di Veroni
di spedir genti al signore di Beseno per aintarlo a riacquistai
le terre occupategli dal primo (15 sett. e 6 ott., dette 116 e 118)^^
e pensava ad afforzare la Val Lagarina, avendo saputo che
il duca assisterebbe di buon nerbo il suo protetto {dette, 118 t),
mentre rispondeva agli oratori ducali esst'r Venezia disposta
alla pace, ma volere che il turbolento signorotto desistesse dalle
sue intraprese {dette, 119 t. e 121 1.).
S^piiroDO movimenti di truppe, scaramuccie e trattative
(dette 122 1^ 133, 124, e Commem. X, 204) che finirono colla
cone^Da del castello di Rovereto ai veneti, restando ad Aldri-
ghetto la terra (DeLSecr. VI, 125,1, 128, 129, 136; dio. 1416.
marzo 1417) e dopo varie negoziazioni si riconfermaroDo le tre-
gne quinquennali col Duca (Commem. X, 215; 18 marzo).
Aldrighetto però subiva a malincuore le condizioni impo-
stegli, si arrabbattava per riavere il suo castello, e conduce-
vasi a Federigo ed al re d'Ungheria per ottenerne l'appoggio.
La veneta Signoria poneva in buon assetto la rocca occu-
pata e vi mandava rinforzi ; stabiliva d' impadronirsi di Ro-
vereto colla forza {Del. Secr. VI, 138 t. e 140; marzo-aprile
— 359 -
1417), inamlaiido truppe a darò il guasto allu terre del barone
nemico, a prendere i luoglii di Frataglia e di Nomi ( dette
151 t. e 152 t. ; luglio) ; o respingeva le proposte di accomoda-
mento messe innanzi dal vescovo tridentino (dette, 153). E qui
nuovi combattimenti e negoziazioni [dette, 177 e 177 t.); Ve-
nezia conseguiva Rovereto, vi mandava proprio podestà (Com-
missioni VI, 6), e così piantava saldamente la sua dominazione
nel Trentino.
Troppo maggior spazio e tempo occuperebbe la rassegna
dei fatti posteriori risguardanti quella provincia, ai quali vien
luce dai documenti veneti, se volessimo continuarla nella pro-
porzione fin qui seguita. Reputammo opportuno il diffonderci
per dimostrare quanto profitto possa trarsi dalle sole carte ve-
neziane, per la storia di quell'estremo lembo d'Italia, e come dal
loro esame possano risultare notizie nuove e schiarimenti allo
cose già conosciute.
Ora ci limiteremo ad indicare quali serie di atti degli Ar-
chivi veneti possano giovare ad una più larga ed intima cono-
scenza dei l'atti principali della storia trentina.
Come ^^enezia abbia stabilito il suo governo nel paese,
i-iaulta dal seguito dei registri del Senato Misti e delle Deli-
berazioni Beerete; dalle quali serie, dai Commemofìali e dai Sin-
dicati apprendiamo la politica tenuta dalla Repubblica per an-
nettersi quanto ancora restava in potere dei piccoli signori nella
valle Lagarina; le pratiche di essa per raggiungere, se le
fosse riuscito, il dominio della stessa Trento, opponendosi al
jKicifico ritorno dei vescovi, e co! cercar di renderli in qualche
modo dipendenti. Lo medesime Deliberazioni, e le Lettere del
Collegio ci conservarono il principio dei rapporti della Signo-
ria colla potente casa dei Lodron, dominatrice delle Giudicane
inferiori, sì benemerita della Repubblica nella guerra contro
le truppe di Filippo Maria Visconti guidato dallo Sforza ; ed in
esse e in tutte lo altre serie che hanno rapporto cogli affari di
Stato, troviamo numerosi particolari di quella guerra di cui si
gran parte fu combattuta nel Trentino, e l' esito della quale,
oltre ad aver raffermato la veneta signoria sulla valle Lagarina,
rese sudditi di S. Marco nel 1440, Riva, Turbole, Nago, Penede
e la Val di Ledro.
Seguì a questi rivolgimenti un periodo pacifico abbastanzi
lungo, sfruttato nelFultimare raccomodamento col vescovo di
Trento, che aveva parteggiato pel Visconti e che pretendeva
la restituzione di Riva, e nel regolare V amministrazione dei
paesi conseguiti di fresco (serie citate, specialmente Còmmemo-
rialti Senato Terra^ e Misti del Consiglio dei X).
Lunghe contese arsero in que' tempi fra le case d'Arco e
Lodron, e questi ultimi, sempre accarezzati dalla Repubblica,
n'ebbero valido appoggio; come pure altra lite insorse fra
Riva e i d'Arco per questioni di confine, acquetate, non defi-
nite dalle convenzioni 4 agosto 1480 e 27 sett. 1481 {Cammem.
XVI e XVII).
Non ci fermeremo al fatto privato di un' uccisione perpe-
trata in Bergamo da famigliari di Paride di Lodron, il cui pro-
cesso fii trattato dal Consiglio dei Dieci [Misti^ XXII); né
alla parte avuta da Venezia nel comporre le vertenze fra Si-
gismondo d'Austria e il vescovo di Bressanone (1462) ; né al
trattato di estradizione concluso col medesimo duca ed esteso
al principato di Trento (1466). Ma passeremo all'avvenimento
forse più clamoroso nei fasti della storia veneta nel Trentino.
I duchi d'Austria, conti del Tirolo, non potevano voder di
buon occhio il progresso di una potenza solida ed indipen-
dente in paesi alla cui dominazione essi aspiravano, e sui quali
vantavano, a torto o a ragione, diritti, osercitandovi da tempo
una certa influenza. In onta quindi ai trattati, alle paci giurate,
alle proteste d'amicizia, covava fra lo due potenze una sorda
ruggine che lo induceva a pigliare qualunque pretesto por
danneggiarsi a vicenda. Le contose per ragion di confini» fra
Riva e Torbolo, e i conti d'Arco, le liti di questi coi Lodron,
non ebbero termine dalle convoiizioni; durava il livori* nogli
animi, e gli Archosi sicuri di trovar appoggio noi duca au-
striaco, a cui avevano giurato omaggio, facevano scorrorio a
danno dei loro avversari; d' altra parte Sigismondo d' Austria
che allora governava in Tirolo, sequestrava, sotto futili pretesti.
certe mioierp tenuto da cittadini veneti nella valle di Pritnioro
{1484 ; Collegio Lettere, e Sen. Del. secr.), ed i reclami della
Repubblica contro tali arbitrii a nulla approdavano. Per colino
lo stesso principe faceva arrestare in Bolzano, 13 aprile 1487,
tutti i mercanti veneziani che si erano recati a quella fiera,
confiscando loro le merci.
Questo fatto die il tracollo alla bilancia, e scoppiò laguerra.
Abbondanti materiali per la storia di essa ci sono apprestati
dal registro XXXIII delle Deliberazioni del Senato secrete,
dalle Lettere e dalle Commissioni del Collegio, dagli Atti della
Curia Romana, dalle Lettere dei Capi, e dai Misti del Con-
siglio dei Dieci, dal Registro X del Senato Terra e dal Voi. XVII
dei Commemoriali.La. battaglia di Caliiano, vinta dagli austriaci,
0 meglio dai trentini, colla morte del condottiero veneto Ro-
berto di Sanseverino, pose fine alle ostilità ; s'intromisero il re
dei Romani fPaUi snolti^ b. II, n. 22) ed il papa. Sigismondo,
la cui condotta in questo affare ebbe la disapprovazione im-
periale, mandava suoi commissari a Venezia, la quale, consi-
gliatavi da affari più importanti che chiamavano altrove la sua
attenzione, segnava ai 13 novembre la pace, rimettendo le que-
ptioni pendenti al giudizio di arbitri, e dando nelle mani del
papa i luoghi in questione; i negoziati per l'esecuzione del trat-
tato si prolungarono per qualche tempo.
A titolo di curiosità ci pare interessante un processo
per trattato dal Consiglio dei Dieci [Misti, XXIV) nel 1489 con-
tro Mattea e Giambattista di Collalto, i quali poterono informare
Odorico d'Arco, partigiano dell'Austriaco, delle più segrete de-
cisioni prese dalla RepubbUca in occasione della guerra.
Nel 1489 sorgevano contese fra Venezia e gli Austriaci per
confini nel tenore di Lavarone, e ne abbiamo gli atti nei registri
XXXIV e XXXV delle Deliberazioni del Senato Secrete, nelle
Lettere dei Capi del Cons. dei X, e nelle Dvcali ed Atti Diploìna-
tici. Nelle quali serie, e in quelle del Senato Terra e dei Afisti del
Cons. X si riscontrano altri minori documenti relativi all' am-
ministrazione ed agli affari estori, fino alla lega stretta nel 1495
fra il papa, il re dei Romani, quello di Spagna, Veneaia e Mi-
- 362 -
laao, alla quale ebbe gran parte Udalrico vescovo di Trento
come principale commissario di Massimiliano (gli atti che la
concernono sono contenuti nel voi. XVIII dei Commemoriali),
e progressivamente fino agli sforzi fatti dalla Repubblica per
impedire la discesa di Cesare in Italia, da lei prima invocata,
per la qual cosa era specialmente demandata ai rettori di Ro-
vereto la sorveglianza sui movimenti degli imperiali nel
Trentino.
Nel 1507 Massimiliano disponevasi ad invadere il Milanese
sotto colore di andar a Roma a prender la corona; Venezia
se ne adombrò, donde provvedimenti, maneggi, ordini, lettere,
decreti, istruzioni non poche per la provincia tridentina (se-
lie citate) ; poi venne la guerra combattuta nel Friuli e nel
Trentino, a cui seguì la tregua (durata poco) combinata dal ve-
scovo di Trento e firmata presso Arco (6 giugno 1508 ; Com-
mem. XIX, 112 t.) ; ed anche qui le scritture sono numerose.
Frattanto su Venezia s^ addensava la procella : V infausta
lega di Cambrai colle sue conseguenze a tutti note. Riva
ora ceduta al vescovo di Trento (1 giugno 1509, Del. secr.
XLVIl) e Rovereto agli imperiali (4 giugno ; ibid.). Le truppe
0 i magistrati veneti abbandonavano il Trentino, e finiva così
I)er sempre V ingerenza diretta della Republica nelle cose di
(juella provincia.
Tornando indietro, non tralascieremo di accennare agli
speciali riguardi usati sempre dalla signoria veneta alle fami-
glie dei Lodron e dei Castelbarco che le furono fedeli. Oltre le
provvigioni, i privilegi, le onorificenze loro largite, che si leg-
gono in molti luoghi dei Commemoriali e delle diverse serie
del Senato, ne troviamo fatta menzione come di raccomandati
e confederati, nei vari istrumenti di leghe, di paci ecc. stipu-
late con potenze estere fino al 1500.
Non ommottoremo di ricordare a questo proposito i repri-
stri dei privilegi noi quali si annotavano le conc(\«5sioni della
cittadinanza veneta a forestieri, sia per diritto, sia per onoro,
nei quali registri dal 1377 troviamo memoria di non pochi
trentini.
Dal principio dol secolo XVI in s(.'fj;uito i rapporti diretti
della Republica Vtìneta col Trentino in cose di Stato cessarono;
le facendo risguardantì quel paese vennero quind' innanzi trat-
tate alla Corte imperiale dagli ambasciatori veneti, oppure a
(|Ufllla degli Arciduchi d' Austria, che come conti de! Tirolo
avevano l' avvocazia temporale della cbiesa Trentina ; e dalle
serie : Senato deliberazioni Scerete, — Corti e Rettori^ Esposizifmi
principi, e dispacci degli ambasciatori in Germania, si potreb-
bero trarre copiose notizie su personaggi, su afiàri publici, o
su avvenimenti locali.
Molte cose relative alla guerra rustica, che arse nella pri-
ma metà di quel secolo, si leggono nelle lettere dirette dai ret-
tori delle città venete confinanti, ai capi del Consiglio dei Dieci ;
come pure si trovano nell'Archivio Veneto molti dispacci, scrit-
ture e documenti relativi al congresso tenuto in Trento nel
1534-35, colla sentenza finale che sotto il nome di Senlentia
tridentina (17 giugno 1535} decise molte controversie di giu-
risdizione e di confine pel Tirolo, pel Friuli e per l'Istria.
A proposito di confini noteremo cbe l' archivio dei Prov-
veditori e Sopraintendente alla Camera dei confini, special-
mente nelle serie Belluno, Brescia, Verùìia e Vicenza, contiene
non picciol numero di scritture di varia importanza, per la sto-
ria di Trento; però anche quelle di lieve momento possono ser-
virò alla storia di piccolo località, a stabilire diritti territoriali,
a spargere luce sulla corografia; le carte risguardantì i confini
sono coronate dalle solenni ratificazioni, portanti la firma auto-
grafa di Maria Teresa, e dai trattati di Rovereto del HSl, coi
quali si determinarono i confini fra il Trentino, il Tirolo e la
Republìca. Questi documenti si trovano nella serie dei Patti
sciolti.
Nel 1545 aprivasi in Trento il Concilio ecumenico che
ne prese il nome; Venezia ebbe parte ai negoziati diplomatici
che lo precedettero, e vi tenne suoi amhasciatori, e le serie delle
deliberazioni dei corpi governanti la cosa publica ci conserva-
rono molte cose ad esso relative. Tali scritture però, per quanto
crediamo, nulla possono apprendere di nuovo su quella celebre
assemblea; forse meglio servirebbero i dispacci degli amba-
sciatori stossi, per isventura perduti '.
Di poco interesse sono due filze di lettere autografe di ve-
scovi trentini dirette alla Signoria (1623-1796), conservate
nella serie Lettere Principi. Qualche altra, precedente per epoca
alle suddette è compresa nella serie delle Lettere ai Capi dd^
Consiglio dei X, e fra queste alcune dei celebri prelati Clesio
Madrnzzo.
Per ci6 che riguarda il commercio di Venezia col Tren-
tino e colla Germania per la via di Trento nei tre ultimi secoli^
larga messe ci offrono Tarcbivio dei Cinque Savi alla mercan-
zia, e quello dei Provveditori alle biave. Nei notatorii del Col-
legio sono registrate non infrequenti concessioni fatte ai Ve-
scovi di Trento per esportazioni di merci dal Veneto.
Sono questi i principali (atti della storia antica di una pro-
vìncia che può trovare negli Archivi Veneti nuova illustrazione.
Lo desideriamo vivamente pel progresso degli studii e per onore
della patria italiana.
-^^VUUVVX/UIJIJVIA*
< V. U libro del Big. Cav. Armando Bascbet: Journal du Coneite de Trettte
redige par un Secrétaire VénltioD présent sux seBslona de 1562 à 1563, et
pablié avec d' antres documenta dlplomatlquea relatjb à la misBÌoa dea Am-
baasadeurs de France au Concile. Paris, Henri Plon 1B70.
PARTE SECONDA.
I.
ANDAMENTO DELL'UFFICIO
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ANDAMENTO DELL' UFFICIO.
1. L'UflScio si regge tuttora mediante uno Statuto o Re-
golamento publicato dal Governo Austriaco * sulla fine del-
l' anno 1 864 — e alcune norme od ordini interni, fatti cono-
scere dalla Direzione agli officiali, da essi sottoscritti, e copiati
in un registro detto delle Normali^ custodito nella Sezione I.
slorico-dtplomaiica.
2. Il personale deir Archivio è ripartito come segue :
Direttore ;
Caposezione.
Sezione I. Storico-diplomatica;
» IL Amministrativa;
» HI. Protocollo, Ufficio di Spedizione ed Economato.
Spettano al Caposezione la sorveglianza disciplinare del
personale ; il provvedere allo Studio ; la subdirezione dei lavori
di ordinamento ; e la prima revisione degli atti di Ufficio.
3. Esistono neir Ufficio quattro protocolli :
aj della Direzione o Presidenza ;
hj dell' Ufficio propriamente detto ;
cj della Sezione I.
dj » » II.
4. Le lettere che pervengono air Archivio da parte degli
* Il Regolamento e P organizzazione deir Archivio Generale furono ap-
provati con Risoluzione dell' Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe I. 4
ottobre 1864, comunicata alla ex I. R. Luogotenenza con dispaccio 80 detto,
K. 6927 del Ministero di Stato.
24
- 370 -
Uffici Regi, dai Municipi, dai Corpi morali e da persone pri-
vate, aperte dal Direttore, o da chi ne fa le veci, si fanno regi-
strare secondo la loro qualità nel protocollo presidenziale^ o in
quello generale^ e vengono consegnate ai dirigenti le due Se-
zioni, che le distribuiscono agli officiali ; o sono affidate dal
Direttore ad alcun altro di essi.
5. Le regole che si osservano nella registrazione degli
atti fprotocollazionej nelle note di esaurimento^ nella classifica-
zione archiviale, nella cùpia e spedizione di essi, sono quelle me-
desime che vigevano sotto il Governo Austriaco, comuni anche
adesso a tutti gli Uffici delle provincic venete.
In una rubrica o registro delle materie, si notano il tìtolo
deir Ufficio, 0 il cognome e il nome delle persone che hanno
diretto o presentato una lettera o una istanza ; V oggetto di essa;
il numero del protocollo generak assunto dalF^^ od esibito; e la
cifra àQÌ fascicolo^ o marca di Archivio che gli venne assegnata.
6. Le istanze presentate al Direttore da persone studiose
affine di venir ammesse nella Sala di Studio a leggere o a fcr
copia od estratto di alcuni determinati volumi, filze o carte
sciolte, — vengono registrate nel protocollo della Direzione,
passate al visto delP Ispettore^ che ne prende nota, e che am-
mette alla Sala di Studio la persona che ne abbia ricevuto
licenza.
7. L' ispezione nella Saia di Studio (per la quale fu stabi-
lito un regolamento particolare qui unito) viene eseguita a
turno, dagli officiali della Sezione L II Caposezione o, in di lui
mancanza, il dirigente la Sezione L provvede alle domando
degli studiosi.
I volumi, filze, ruotoli, carte ecc. vengono da esso conse-
fonate a\V Ispettore^ che le registra in un foglio, al quale il Di-
rettore appone il suo mfo, e lo studioso la propria firma, in
prova di ricevuta. In altro registro T Ispettore scrivo il cogno-
mi^ degli studiosi che frequentarono la Sa/<r^ o V' ])resen:e.
8. NcirArcliivlo si tengono, a cura di un officiale, Ie:ioììi
di paìeogrqfìa^ e (juando il ninnerò degli allievi lo comporta,
anche Letlvre di Storia Veneta,
- 871 -
In un Regolamento speciale sono indicate le discipline
colle quali deve reggersi la Scuola, e il modo dell' insegna-
mento.
9. 1 dirigenti le Sezioni L e IL presentano al Caposezione
in ciascuna settimana una relazione dei lavori eseguiti da essi,
dagli officiali, dagli allievi e dai volontari della Sezione rispet-
tiva ; una relazione mensile è presentata al Direttore dal Ca-
posezione; ed una complessiva alla fine del 1. a 2. semestre di
ogni anno, dal Direttore al Ministero.
n.
Statistica delle domande per trasmissione o copia di carte
antiche e moderne, dirette al R. Archivio Generale di Venezia
dagli Uffici Regi o da persone private.
AVVERTENZA.
I numeri delle domande od atti di materia amministrativa
regiirtrati nei protocolli della Direzione e delle due Sezioni, non
possono fornire un concetto esatto della quantità reale delle
ricerche.
Un atto 0 un' istanza in generale, comprende la domanda
di molti documenti : quasi mai di una carta sola. Le istanze
per oggetto di studio, rappresentano Tatto di domanda e di
ammissione d'una persona alla Saia di studio. Le ricerche fatte
dallo studioso sono molteplici, talvolta giornaliere, e costanti
per qualche anno.
Alle donumde e risposte scritte, sono da aggiungere quelle
dirette a voce al Direttore, al Caposezione o ai Dirigenti le
Sezioni, per averne notizie storiche o indicazioni amministra-
tive, affine di poter determinare, in seguito, la domanda in una
istanza speciale; e non sono da ommettere le richieste prelimi-
nari di notizie e di documenti, rivolte al Direttore o a qual-
che ufficiale (che glie ne dà tosto parte) da persone non abi-
tanti in Venezia.
La f[ualìtà, in fine, delle domande cLe vengono presentate,
dagli Uffici 1) da privati, danno all' Archivio Generale di Vene-
zia un carattere sciefniijìfo assai prevalente su quello ammvt-
strativo. Infatti le note, lettei-e od istanze, non comprendono sem-
pre la sola domanda di copia o di trascrizione di carte antieltr
0 moderne custodite negli Archivi ; ma notizie storiche intorno
un ramo di amministrazione in un periodo di tempo detenne
nato, e spesso di parecchi anni o di alcuni secoli.
Or ecco alcune note statistiche:
Furono ammesse alla Sala di studio nel 1868, — 91 pc^
sona; le presenze furono 1302;
nel 1869, ammessi 116; presenze 1394;
nel 1870 » 95; » 842.
Documenti copiati nel 1868 pag. 9429;
» » » 1869 » 13826;
» » » 1870 » 15138,
volumi e filze entrate nella Sala di studio: 18G8 n. 3500
1869 » 3200
1870 » 8837,
La Direzione fa voti che il Governo Nazionale, compreso
dell'importanza dell'Archivio di Venezia, per l'amministrazioiie
e per gli studii, ne voglia accrescer il personale tosto eie lo
permettano le condizioni economiche del Regno; del che ha
già dato promessa.
ÌSOO^ I
1200; I
REGOLAMENTO
per lo stadio nel R. Archìvio generale di Venezia.
1. È libero ad ogni onesta persona lo studio di tutti i docu-
menti degli Archivi speciali dell' ex Repubblica Veneta.
2. Non è del pari vietato lo etudio dello scritture custodite ne-
gli Archivi moderni, che ai possano considerare come saieotiSche e
di universale interesse.
3. A poter intraprendere un determinato studio sui documenti
conservati nell'Archivio generale, occorre che lo studioso presenti
alla Direzione un' istanza, e ne ottenga il permesso.
4. Nella domanda, lo studioso dovrà esprimere con precisione la
materia istorica e amministrativa, di cui sì vuole occupare, indicare
il periodo delle sue ricerche, e l'uso che intende di fare degli estratti
e delle copie dei documenti.
5. A sorvegliare gli studiosi e ad agevolar loro le ricerche e le
copie è destinato dalla Dìredone un impiegato col titolo i^ Ispettore.
6. L'Ispettore ammetter alla Sala di studio le persone che gli con-
sta averne riportato il permesso — riceve dal Dirigente la Sezione I.
1l> filze, i registri, i documenti eco. richieeti dallo studioso ; fa perve-
nire alla Direzione it/offìio di ricerca in cui lo studioso ha indicato i
documenti che desidera di studiare — raccoglie in apposito scaffale i
documenti in corso di studio e le copie e le note eseguito dagli stu-
diosi.
Trattandosi di copio di documenti paleografici, o oacografici,
esse dovranno venir attentamente collazionate cogli originati da
ufficiali delegati a tal uopo.
L'Ispettore devo trovarsi nella Sala di studio prima che sia
aperta agli studiosi; né può allontanarsene se non gli sarà stato sosti-
tuito Un altro impiegato; e ciò d'intelligenza col Dirigente la Sezione
I., il quale poi sarà da lui informato di tutto le infrazioni al presente
regolamento, onde possa averne pronta conoscenza il Direttore.
È obbligo dell'Ispettore di tenere in buon ordine i registri ddla
Sala di studio, e di curare che tutto proceda coir ordine e col de-
coro richiesti dalF istituzione, e dal carattere civile dei frequentatori
Di tatti i registri è tenuto a dare ispezione al Direttore ogni set-
timana,
7. La Sala di studio è aperta in tutti i giorni dalle ore 9 V« ani
alle 3 V^ pom. eccettuati i festivi; e durante Tanno scolastico d'inse-
gnamento della Paleografia, e Storia Veneta, la Sala è chiusa il
lunedi fino alle ore 12 e mezza pom., e tutto il giovedì.
8. La trascrizione dei documenti può esser fatta o dallo studioso,
0 da un amapuense da lui incaricato e di piena fiducia della Di-
rezione.
È raccomandato però all'uno e all'altro di dar in nota all'Ispet-
tore la data e il titolo dei documenti trascritti per intiero o nella loro
parte sostanziale, delle miniature lucidate ecc.; e ciò air unico scopo
di evitare che due o più studiosi, ignari l' uno dell'altro, facciano uso
forse pubblico di uno stesso documento, e affinchè torni anche possi-
bile in avvenire di compilare cogli elementi raccolti una statistica in-
tellettuale.
Sono del pari pregati tutti quelli che pubblicano documenti izatti
dall'Archivio generale di consegnare alla Direzione per la libreria
d'Ufficio, un esemplare del libro od opuscolo da essi stampato.
9. In caso di dubbio sulla lezione di qualche documento, FI-
spettoro farà che lo studioso si rivolga al Dirigente la Sezione I, e dò
pure nel caso che lo studioso desideri di trar copia mediante lucido
da essere trasportato in litografia o a mezzo dell' apparecchio /ò^o^ra-
Jìco^ di qualche lettera o figura alluminata, o di parte, o di tutto intero
uno scritto.
10. Il nome e cognome degli ammessi alla Sala di studio, e
degli amanuensi vengono inscritti in due separati registri ; e in ud
giornale i nomi di coloro che vi si presentano in ciascun giorno.
11. Lo studioso 0 l'amanuense deve rilasciare ricevuta in ap-
posito registro dei documenti, filze ecc., che gli si consegnano a stu-
dio; deve curarne la più diligente conservazione, non appoggiandovi
oggetti che possano insudiciarli o nuocere in qualunque modo alla
loro integrità, né facendovi annotazioni, cancellature ecc., o portan-
doli fuori della stanza destinata allo studio.
12. Per ogni caso di violazione delle presenti disposizioni la
Direzione procederà nelle vie di legge.
Venezia 6 settembre 1867.
Firmalo: T. GAR.
IL
ORDINAMENTO MATERIALE E SCIENTIFICO
-^L>^i>=S>'£>JL>-'
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DELL' ORDINAMENTO MATERIALE E SCIENTIFICO
DEGLI ARCHIVn VENETI ANTICHI.
L
Le carte di una collezione o di un archivio si possono or-
dinare in varii modi : o secondo un ordine stabilito, di specie e
di tempo ; o soltanto di tempo ; o in categorie corrispondenti ai
diversi rami della scienza di Goverrvo^ o deiramministrazione.
Il primo, che è Vordinamento materiale^ è possibile quasi
sempre, e spesso anzi è il solo attuabile ; quello sdentijico può
applicarsi molto raramente, cioè quando le diverse scritture di
un archivio siano sciolte e indipendenti fra loro.
Negli archivi veneti antichi può aver luogo il solo ordi-
namento materiale^ essendo costituiti di documenti legati in
filze, e di volumi che si possono disporre soltanto per ispecie
e per epoca.
Questo ordinamento fu seguito sempre scrupolosamente
dagli uflSciali addetti a questo R. Archivio, anche se in qualche
caso fosse stato possibile allontanarsene. Si ebbe costantemente
in mira di ricostituire gli archivi speciali quali erano presso i
magistrati della RepubbUca Veneta.
Potrebbesi discutere a lungo sui pregi e sulle difficoltà che
presenta l'ordinamento scienti/ico-reale^ cioè la disposizione delle
scritture provenienti dagli Uffici del Governo nelle classi dello
scibile assoluto, e delle materie dell'amministrazione; ma ci
difenderemmo inutilmente in ricerche, le quali pel nostro Ar-
chivio non possono avere alcuna applicazione.
- 318 —
Bensì, lasciando iutatto l'ordine materiale delle carte nef
ArohlTi, si può ottenere il risultato medesimo, e forse migliort^
Qstoaoido da ciascun documento di qualche interesse, la b
stanza ed il succo, coordinando poi i regesti per maceria, p
^oeie, e per alfaieto ; infine facendoli trascrìvere in grandi h
DMtan't sisiemaiici.
Sono ben note le operaKÌoni di ordinamento eseguite sotto
3 dominio austriaco negli Archivi antichi, fra i quali ricordo?
remo le serie costituenti le due grandi collezioni della Canrd-
lena Secreta e Ducale propriamente detta, del Consiglio à^
Dietim gli archivi dei magistrati alle acqve^ ai h^ inculti^ alte
•wwme, ai òent comunali ; quelli della Zecca, AbW Arsena2, dd
Savio Cassier, del Savio alla Scrittura, dGÌVIw/uisitoraio sopì
SwH^ del 3Iagistrato alla Sanità, della Camera dei Omfini, doK
^Avoguria di Coìnun, degli Sstimi, dei Feudi, dei Prorvedtiai
èopra Camere, delle Scuole Grandi e piccole, e di alcuni conventi.
L'opera, più che incominciata, poteva dirsi assai h&Uji
inoltrata, quando Venezia fu restituita all' Italia.
Le difficoltà dei lavori d' ordinamento son note a tutti.
Spesso, superate queste, altro se ne incontrano nella man-
canza dei mezzi materiali, lentamente concessi dalle scane
finanze. Perfino i locali nei quali può compiersi l'ordinamento
non sono sempre acconci, né le stagioni sempre miti Prima
adunque di accusare gli archivisti di lentezza [se qnest^ ac-
cusa fa mai loro diretta) bisognerebbe veder da vicino cose, e
condizioni, e giudicar poi
Aumentato alcun poco il ruolo personale del nostro Ar-
chivio, si potè proseguire con alacrità nell' ordinameitto realtà
sebbene fossero anche cresciute in numero ed importanza le
domande degli studiosi, e la quantità delle copie.
Accenneremo i risultati di un sessennio.
Non era difficile, ma poderoso, l'ordinamento degli archivi
dei magistrati veneti che giudicavano in prima istanza. Tali
quelli del Moòile, Forestier, Peiizion, tre delle sei Corti; contano
in complesso buste 1777, e pergamene 2598.
Copiosissima è la collezione degli archivi dei conventi e
- 379 -
manusteri (come denominavansi dai veneziani i conventi di
monache) delle Sctiole o Confraternite Grandi^ delle piccole ^
delle fraterne (buste 168) e di una, detta Grande^ in S. Antonin
(buste 261, e 52 dell' archivio privato PerulU).
Vennero ordinati gli archivi di :
Ss. Nazaro e Celso di Verona buste 152
S. Zeno » » 41
S. Zaccaria di Venezia » 218
S. Maria Maggiore » » 38
S. Maria della Salute » » 179
S. Maria dei Servi » » 66
Ss. Marco e Andrea di Murano » 25
S. Pietro Martire » » 31
S. Michele » » 106
S. Nicolò del Lido » 58
S. Nicolò dei Frari (della lattuga). ...» 26
S. Mattia di Murano con S. Giovanni della
Giudecca » 38
Carmelitani Scalzi, con S. Maria in Nazaret,
Venezia » 65
Ss. Salvatore in Venezia » 112
S. Sebastiano » » 91
S. Stefano » » 74
S. Secondo » 10
S. Francesco di Chioggia » 14
Le Vergini in Venezia » 98
S. Alvise » » 42
S. Andrea de zirada » » 66
Nell'ordinamento di questi archivi molto tempo doman-
darono le pergamene, talvolta non registrate nei Catastici o
inventarii.
Si è stimato, dalla Direzione, acconcio all'indirizzo pre-
sente degli studi, il far precedere l'ordinamento degli archivi
pili importanti alla politica, e alle scienze economiche.
< Sono 306 piccoli archivi che oontaiio buste 670.
Quello degV/iujì'-ÌS)loTÌ di Siaio, del quale si è già fatto ctìi-
no, presentava molte difEcoltìi. Ed è con vera soddisfazìOEfl rit
si scorge assai proseimo il termine dell'ordinamento di essa
L' archivio del Saìito Uffis'tQ^ clic comprende il perìodo dtl
1541 al 1794, in sole buste 158 ha processi 2910, risguardanti'
persone 3540, scritti su fogli 44177. Non minori cure di que-
sto, ricliiese l'archivio del Dv£a e del reggimento di Cattata, rao-
colto a frammenti da ima miscellanea di processi avogaresclù'
e d'altre carte di minor conto. È di 100 buste, e non giustifia
la sperata importanza.
Volge quasi al fine l'ordinamento delirarchivio dei Cin^
Sad alia mercanzia (bust^ 1000) nel quale vennero disposte pet
alfabeto (ciò che ò possibile assai di rado negli archivi veneti)
1600 puntate di scritture, relative a 470 materie di com-
mercio.
In queir archivio troveranno posto le lettere dirette dii
Consoli veneti al Magistrato alla mercanzia, che frattanto, per
ragione di tempo, si stanno ordinando separatamente.
Tre archivi annouarìi : dei Provveditori alle ieccarie (hu^
71); ani provveditori alle òiare (con 5 volumi degli onciali J'
frumento] buste 119 ; e ùei pwcvedilori sopra olii (buste 200)
furono in breve giro di mesi disposti nel miglior ordine, mentre
ben poco manca a che si possa dir compiuta la sistemazione.
oltre che d' una breve serie di registri e carte d' un Inquisito-
rato alle scuole Grandi (busto 84) degli archivi dei Provreditori
(buste 450) e deli Aggiunto sopra monasteri (buste 200).
Non si dimentica la reintegrazione degli archivi già ordi-
nati, colle filze e coi volumi che si trovino sparsi nella congerie
degli altri ai quali non si poso ancor mano. All'archivio del
Savio Cassier si poterono aggiungere, dopo averle ordinate
e compilatone l' elenco, 230 nuove buste. E facendo valere
presso altre Direzioni la convenienza che le carte spettanti a
questi Archivi ci vengano restituite, potemmo ottenere 325
filze di lettere dei rettori veneti a Bergamo, Brescia, e Crema,
dal 1602 al 1737, che si serbavano presso la Direzione degh
Archivi governativi in Milano.
Altri documenti furono restituiti o donati a questo Archi-
vio, e se ne è già fatto cenno nelle Crmacìie publìlicate nel-
l'ottimo periodico « L' Archivio Veneto » fondato e diretto dai
professori cav. Fulin e cav. Bortoli e che vivo floridamente,
II.
Comprendiamo uòiV Ordinamento scientifico i regesti dei do-
cumenti pel grande Inventario sistematico, e quelle operazioni
di ordinamento, le quali richieggono perfetta conoscenza delle
scritture antiche e dell' oggetto dei documenti, od una spe-
ciale erudizione.
Hanno primo luogo fra questi lavori il regesto dei Com-
metnoriali, compiuto pei tre primi volumi (I, dal 1081 al 1318
regesti 660 ; II. 1220-1326 regesti 500 ; III. dal 1243 al 1358
regesti 681); e del liber PkgÌOT>m. Comvnis, 1223-1253,
compilato dal sìg. Riccardo Predolli, officiale in questo Archi-
vio, al quale la Direzione permise di renderlo pubblico nel pe-
riodico succitato.
Approvate nel 1869 dal fu comm. Tommaso Gar direttore
di questo Archivio alcune norme per V Ordinamento scientifico
generale, si cominciarono i regesti dei decreti del Senato di una
serio numerosa. Sei registri delle deliberazioni dette Senato-
Terra dal 1440 al 1473 fornirono materia o richiami per schede
7000. Novecentoventidue se ne trassero da due volumi di stn-
dicati, 0 procure diplomatiche, 1329-1507.
Le prime furono disposte in sei classi : Culto (e beuefi-
cenza) ; Economia (agricoltura, commercio, edilizia, finanze) ;
Giustizia; Istruzione puòlica; Militare {e m&TÌn&) Politica (di-
plomatica, polizia, e sanità).
Venne intrapreso il regesto dei Misti del Consiglio dei
Dieci. Un solo volumetto dal 1325 al 1331 forni schede 375.
Delle pergamene provenienti da conventi soppressi fu-
rono ordinate finora busto 356, le quali man mano che gli
.archivi rispettivi entrano nell'ordinamento, si collocano uella
loro serie.
- 882 -
Parte importante è la decìferazione dei dispacci degli am-
basciatori veneti presso le diverse Corti, diretti al Senato e
scritti in cifre, delle quali non si possedè la spiegaziona U
sig. Luigi Pasini, che da alcuni anni se ne occupa, ordinò
anche 708 chiavi ufficiali di cifre, o sistemi per scrivere e per
spiegare quelle crittografie.
Qualche persona privata dovendo esaminare, per oggetto
di studio, collezioni di documenti, offerse per lo passato alk
Direzione di coordinarli. E nelle strettezze del personale, si è
creduto utile di dover accogliere Tofferta gentile. Ebbero eoa
ordinamento e regesto, ad opera del sig. ab. Giuseppe Nicoletti,
1200 bolle pontificie dal 1053 al 1773 ; l'archivio dell'ex-Hìon-
vento di s. Giorgio maggiore ; e per cura del sig. cav. Fede-
rigo Stefani molte lettere dirette da ambasciatori e rettori ai
Capi del Consiglio dei X nel secolo XVI e nei successivi.
Per ragione di Ufficio, e per corrispondere alle domande
di studiosi e di magistrati, s' ebbe occasione di redigere un
elenco di cognomi veneziani a tutto il secolo XII, di testamenti
che formano parte degli archivi dei Procuratori di S. Marco de
citra (N. 1222) e de ultra (N. 282), e dei principali documenti
risguardanti l'Istria.
Si è bene inoltrata la ricerca delle relazioni dei rettori che
si trovano unite alle deliberazioni del Senato, del medesimo
titolo (1630-1797).
A tenore della convenzione internazionale 14 luglio 1868
furono cedute al Governo Austro-Ungarico le filze dei dispacci
originali degli ambasciatori veneti alla Corte di Vienna, delle
quali il nostro Governo Nazionale si è obbligato a far eseguire
una copia, a vantaggio degli studii.
La Direzione di quest'Archivio ha curato che la trascri-
zione procedesse con sollecitudine ed esattezza. E in quattro
anni furono copiate 71 filze dal 1541 al 1629.
A (jncste copie sono da aggiungere quelle commesso con
nobile intendimento dai Municipi di Verona, Bergamo, Trento.
Otranto, Monopoli, Gallipoli, ecc. di tutte le scritturo cbo ri-
sguardano la loro storia, e quelle di documenti p<*r oggetto di
amministrazione.
Non ei trascura la trascrizione di documenti corrosi e
prossimi a deperire; e il ravvivamento di essi con agenti chi-
mici innocui.
L' ordinamento scientifico delle carte si può applicare,
anche Tnaiertalmente (cioè disponcndoLe in speciali categorie)
negli archivi moderni. Anzi in qualche Archivio, distrutto
l'ordine dei fascicob' e dei numen di protocollo secondo il
quale gli atti dei diversi Ufficii furono disposti a principio
nelle Registrature ed Archivii particolari, vi si costituisce
r ordinamento seienUJtco : onde in una categoria si trovano
raccoltetutte le carte relative p. es.alle acque^ aìVagì-icoltura occ
in ordine di epoca, e sotto ì suh-titoli, ammessi dal titolo della
materia principale. Questo metodo, già seguito, riguardo alle
voci dominanti sotto il primo Regno d'Italia, è osservato p. es.
dalla Direzione dogli Archivi Governativi in Milano.
Chi consideri la immensa mole degli archivii moderni
custoditi in questo Generale; il buon ordine in cui si tro-
vano per la maggior parte; i mezzi, di protocolli, numeriche
e mòricJie delle materie, dei quali sono muniti, dovrà rico-
noscere che l'applicarvi V ordinatntnto scieìUiJicQ, sarebbe opera
non necessaria, e cosi lunga da non potersene prevedere la
fine anche in un gran numero d'anni, anche con un personale
numeroso, intelligente e addestrato in questa maniera di lavori.
La Direzione adunque, respingendo recisamente quell' or-
dinamento, non può invece che incoraggiare la compilazione
di regesti, e tutti (juei mezzi secondarii, i quali senza alterare
menomamente la disposizione delle carte, contribuiscono a
mettere in maggior luce le materie amministrative, e ad
agevolar quindi le ricerche, come per via di un grande caia-
%o sistematico, o a dir meglio, come dell' indice di vn' opera.
E somiglianti cataloghi stimerebbe utilissimi per la legi-
slazione universale di uno Stato; onde si potesse conoscere in
breve, la serie delle leggi publicate nei diversi tempi intorno
una materia d'amministrazione, e quelle abolite; lo stato
insomma della legislazione circa un ramo in generale e tutti
i suoi membri.
- 384 -
Perciò ha permesso con piacere>«l suo ef&ciale signor Fi-
lippo Legnani, di raccogliere in schede (il cui numero sorpis-
sa già le 40,000) secondo glie ne offrivano occasione le neo-
che d^ Ufficio, gli appunti delle leggi e degli atti di alcune ma-
terie d^ amministrazione importanti specialmente per Venezit;
quali le acqmy V istruzione publica^ la pesca^ e le miniere. Quelle
schede sono ad uso deir Ufficio. Ed ecco il metodo di classifi-
cazione adottato negli Archivi Governativi per ordinarle.
Titoli: 1. acque; 2. agricoltura; 3. albinag^io; 4. annona;
5. araldica; 6. censo; 7. commercio; 8. confini; 9. culto; 10.
feudi; 11. finanza; 12. fondi camerali; 13. giustizia civile; 14
giustizia punitiva ; 15. luoghi pii (beneficenza); 16. militare;
17. polizia; 18. sanità; 19. spettacoli publici; 20. strade; 21.
studii; 22. tesoreria; 23. trattati; 24. tribunali.
Circa poi al Repertorio delle leggi dello Stato ecco le idee
del signor Legnani :
Un repertorio vmversale delle leggio dei decreti ecc. — pu-
blicati nella Gazzetta del Regno^ e nel Bollettino^ porterebbe alla
conoscenza di tutti, i diritti e i doveri dei sudditi, le norme e le
vicende dell' amministrazione, i principii fondamentali dei co-
dici civile e penale, di quelli per la rispettiva procedura, e dei
codici di commercio e militare. In queiropcra si troverebbero
raccolti i materiali per una storia ragionata di tutte le leggi ed
ordini, disposti crouologicamcute e per materie.
Sei sono i Codici finora publicati ; 34 i volumi del Bolkt-
tÌ7io^ e dodici quelli del Supplemento, La connessione che in
alcuno materie hanno le prescrizioni dei codici colle leggi <'
coi decreti, inducono nella persuasione che un Grande Re-
pertono ìiniversale ^ per materia, di tutto il complesso legisla-
* Il sip;Tior cav. Giuseppe Pastori ha raccolto in un <v Rammentatore alfa-
betico popolare >^ (Venezia, tip. Naratovich 1872, un voi. di p. 380), le lepTiri.
i decreti ll(»ali e Ministeriali, le notificazioni pubblicate nel 1871 dalla Gù:-
zcttd Uj/ìciale del Rei) no (V Italia. a(j:{j:innf^endovi notizie aprricolo, commer-
ciali, statistiche ecc. secondo il sistomii (le;rli Stati Uniti d' America 11 vohi-
nie del sip:. consipr. intendente Pastori, va lodato p(*r 1" utilità cln* può recar^
s}»ecialnìeiite alle persone non L-s[)erte depili affari, alla cui portata io pone il
j»rezzo niitissimo, e sarebbe ancora più utile se il cc>nipilatore avei?se se^ruit.'
mi sistema di titoli più scientitl(;o, e soppresse quelle voci ^'•onerali che tol-
gono alla chiarezza, alla facilità e i)recisione dell'uso di cosi tatti repertori i
~ 385 -
tivo sparso nei diflferenti testi sarebbe di somma utilità, al che
non provveggono i diversi indici finora pubblicati, i quali sono
ben lontani dal presentar riunite le parti di ciascun ramo della
materia legislativa.
— E qui il sig. Legnani procede ad enumerare le norme che
dovrebbe seguire chi mettesse mano a quell' opera, di maggior
vantaggio per V Italia, a preferenza d'altre nazioni, chi conside-
ri lo stato di divisione politica in cui essa giacque per secoli,
che produsse legislazioni ed abitudini amministrative sì diver-
se, le quali abbisognano di esser fuse ed unificate.
Affine di procurare a sé e agli studiosi la conoscenza dei
documenti che si trovano in collezioni non appartenenti allo
Stato, e che hanno rapporto con quelli pubblici custoditi negli
Archivii, 0 furono da questi distratti in altri tempi, la Dire-
zione ha raccolto dai Municipii, dalle Curie Vescovili, e da
Corpi morali, dell' ex Stato Veneto, (nel quale sono quindi
comprese anche la Dalmazia, l' Istria e Corfii) alcune notizie
intorno gli archivii rispettivi, che furono già pubblicate. In
seguito ha fatto raccogliere dalle schede e dagli inventarii
del Museo Civico Correr e della Collezione Cicogna ed altre
ad esso incorporate, appunti di codici a penna e di altri mano-
scritti che risguardano la storia veneta, e le cui indicazioni
possono servire a completare la serie dei materiali, ad illustra-
zione dei diversi soggetti storici.
Ha in animo, finalmente, quando potrà disporre dell' opera
di qualche officiale, di fef compilare una Bibliografia dei docu-
menti veneti sinora publicati, — la cui utilità non occorre qui
rilevare.
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PERSONE AMMESSE ALLA SALA DI STUDIO,
UAL 1862 AL 1872.
Acinn Dalbcrg; John 1868 — Rapporti politici e religiosi
tra la Repubblica Veneta e la Corte Romana — 1871 — Concitto di
Trento.
Adami ab. (Vienna) 1872 — Notizie eull'antica famìglia Ciera.
Aiiwfldnl ab. 1871 — Relazioni di Padova dei Podestà Giulio
Giuetinian, 1626; Benedetto Giustinian, 1630; e del Capitano Vincen-
zo GuBsoni, 1626.
Albanme prof. Francesco 1868 — Prooeasi fatti dall'Ufficio
doirinquiaizione in Venezia. — Detto o Camuffo prof. Stanislao, 1869
— Nuove ricerche di processi del S. Ufficio.
AllAnelll prof. 1871 — Appunti intorno allo statuto dello navi
della Bi^pubblica Veneta, e a quello delle tarrele, 1255.
AllKtaan ab. Leone 18T1 - 1872 (Direttore del collegio Raphael
dei P. P, Armeni Mechìtaristi, in Venezia). Documenti spettanti al-
l'Armenia.
Allain Emilio, Lejean Guglielmo 1870 — Catastìco di Napoli
di Romania, sec. XVIII.
AIkcHr ing. Luigi 1862-63 — Scritture diplomatiche relative
s Trieste nel sec. XVIII, cioè dispacci dei patrizi veneti Corner e Ca-
pello, ambasc. etraord. a Carlo VIU, 1728.
Adcoon (R Direzione del Registro) 1868 — Notizie storiche
della famiglia Vulpio.
Andrei* de, dott. Silvio 1869 — Guerre dei Veneziani nel Tren-
tino 1480- 1509.
Angelini Angelo 1862 — Carte araldiche.
Antonini Conto Prospero senatore del Regno 1870 — Docu-
menti in estratto, e notizie circa le principali questioni di confine
del Friuli Veneto coli' Impero Austriaco (Friuli: confìtti gmeratiy
Istria, Marano). 1871 — Investitura dei feudi Aquilejeai, data dalla
Rep. Veo. al co. Enrico di Gorizia nel novembre del 1424. — Rinun-
- 390 -
zia 18 giugno 1445 fatta dal Patriarca di Aquiloja Lodovico Ham-
rota, del dominio temporale a favore della Rep. Veneta.
Arblb Alessandro 1868 — Esistenza politica del Gh>venio T^
neto neir ultimo suo decennio 1872 — - Leggi venete in matem
suntuaria*
Armliiffawd (d^) 1863 — Rapporti politici e commerciali delk
Bop. Yen. coll'Orìente, fino al sec. XIII.
Ascoli avv. 1872 — Ricerca sul porto franco della Bep. Yen., e
Bull' abolizione di esso (1683).
Aseoll prof. Graziadio Isaia 1871 — 72 — Saggi dì dialetti antidiL
AMMilly 1865 — Cavalieri teutonici.
Baew ^azio, di Petervaradino 1870 — Documenti in lingoi
rumena, ed altri per dimostrare T origine latina dei BumenL
Badoer Edoardo 1869 — Storia della famiglia JBadoer e del
suo diritto di priorato nell'ospizio di S. Oio. Evangelista.
BaralM (de) Mircse 1868 - 72 — Documenti relativi all'Un-
gheria, alla Transilvania e a molti altri studii.
Barleliella Yittorio 1863 -^ Documenti risguardanti le fortìfiet-
zioni di Yiccnza (1630), ed altre memorie storiche di quella città.
BarosBl cav. Nicolò, Direttore del Museo civico di Yeneni,
1869 — Ricerche delle pitture di proprietà del Governo, consegnate
a chiese di Yenezia dal 1797 al 1844. — 1872 — Scrittura di Berfca^
ciò Contarini ritornato di provv. sopra i canapi, nel 1592. — Detto,
Gastellazzi ing. Giuseppe, Mikelli dott. Yincenzo. 1870 — Sulla log-
getta eretta dal Sansovino alia base del campanile di S. Marco, e co-
struzione antica di questo.
BarozKl nob. Angelo Mario 1865 — Intorno Gregorio Yalsa-
machi di Cefalonia 1765 - 66.
Bazzoni cav. Augusto 1869 — Estratti dai registri dello Anno-
tazioni degli Inquisitori di Stato, ed altre informazioni storiche — Let-
tere di Francesco Bembo a Bianca Capello — Processo contro i sicari
di fra'P. Sarpi. 1872 — Congresso di Cambrai 1720. Dispacci deiram-
basciatore in Savoja Francesco Michiel, 1669 — 1670. — Notizia
d'un' opera dell' ab. Pedrini intitolata la " Nobiltà „ fatta sequestrare
dagli Inquisitori di Stato nel 1791.
Banehct cav. Armando 1868-71 — Carte diplomatiche rela-
tive alla Francia, dal secolo XIII a tutto il XVI — Storia dei magi-
strati veneti antichi, costituzione dei loro archivi, quesiti di materia
archivistica, specialmente intorno gl'Inquisitori di Stato e il Consiglio
dei X., e in generale intorno la serie di carte che costituiscono la Can-
celleria secreta, e molti altri lavori sussidiarii pel suo libro : « Les Ar-
chiveB de Venìse, « etc. Paris, l'ion, 1 870. — Dispacci diretti da diversi
amb. al Cwns. dei X., pel U. voi. della eua Storia della Diplomazia Ve-
neziana. — Documenti e notizie intoruo il Concilio di Trento. 1872 —
seguito del regesto di tutti i documeuii relativi alla Francia sino al
1550.
Bnttagllnl ing. 1871 — Ricerche storiche su Torcello.
Beaolani prof. Paolino 1867 — Pergamene venete antiche
1869 — Esame dei dispacci dogli amb. veneti alla Corte di Francia,
relativi alla Rivoluzione 1789.
Bvdeudo dott. Pietro 1864 — Intorno il co. Francesco Marti-
nengo ( 1 609 - 50). — Prima investitura feudale dei conti di Polcenigo.
neKmnlBcalia Martino 1865 — Legislazione carceraria veneta
antica.
Berchcl cav. Gu;^lieImo 1862 — Rapporti di Venezia col Mo-
gol, col Giappone, e colla Persia. 1863 — Ricerche sull'India, sulla
Persia, (iuH'Egitto, sull'Abissinia. — Notizie concernenti Marco Polo
e la sua famìglia — Illustri personaggi della famiglia Persico. 1869 —
Carta private della famiglia di Marco Polo. 1871 — Ricerche intorno
Farisiita di MalateBta,mDg]iodt]NÌcolò d'Alberto d'Este,ducadÌ Ferra-
ra, decapitata nel 1425. — 1872 — Ricerca del modello di Jacopo San-
aovino, 1536, pel fabbricato della Zecca in Venezia, e aulla esistenza
primitiva in essa delle inferriate.
Brrehet ing. Federico 1863 — Leggi del Governo Veneto rela-
tive alla conservazione dei monumenti. (Sen. 13 settembre 1661).
nergniuo (archivista di) 1870 -~ Serie dei podestà, oapitani,
castellani, e camerlenghi di Bergamo.
BerK«nio (Municipio) 18G8 — Collezione di tutti i documenti
storici relativi alla città ed al territorio di Bergamo dal sec. XII al
SIX. 1869. Seguito della copia e del regesto di carte storiche risgiiar-
danti il territorio di Bergamo, e ricerca di documenti intorno al di-
ritto di proprietà di quel Comune sui fiumi tierio e Brembo. 1870 —
Documenti storici tratti dai Puf/i e dai C ornine mor iati, relazioni dei
Provved. generali in Terraferma; Senato Terra e Secretila al 1600.
UcrlHu prof. Francesco 1867 — Origini e vicende delle botte-
ghe da caflJ nella Piazza di S. Marco iu Venezia — Testamento poli-
tico attribuito al doge Marco Foscarìnì,' e scritti di lui, quale Riforma-
tore dello studio dì Padova, e ambasciatore a Roma. 1868 - 70 —
Decreti del Sen. veneto d'approvazione di statuti dì città del Dominio ;
documenti diplomatici relativi ai Visconti.
Bernardi mons. Jacopo 1868 — Le antiche carte da giuoco in-
cise in legno.
— 392 —
Berti profl Domenico^ Errerà profl Alberto, Villari prof. Fi-
squalo 1868 — Documenti relativi al S. Uffizio, a G-iordano Bruno, i
Galileo Galilei ecc. ~ Consulti di fra' Paolo Sarpi.
Bertoldi dott Ant. 1870 - 72 — Scritture del Sammioheli.
Bertoni Stefano 1872 — lUcerca d'un testamento di Baririi-
meo Tataro 1815, e della moglie di lui, 1335, in parte a faTore dsDì
chiesa di S. Stefano di Murano.
Biaal dott. Pietro 1863 — Storia della prostituzione in Yeneai
Blancliliil co. Antonio 1863 — Relazione di FranceBOo Pialli
proYV. a Zara.
Bianchini cav. Domenico 1872 — Appuntì biogprafici di indi-
viduì della famiglia di Ugo Foscolo — Ufficii di Ugo Foscolo orili
Mimicipalità proyyisoria di Venezia (1797), e parte da lui presa ndli
^ Società letteraria „.
Bial Quirino 1863 — Intorno ai Signori di Correggio.
Biadami Enea 1872 — Storia amministratila ed aneddoGci
della Riviera di Salò.
Blxlo generale Nino 1868 — Documenti e memorie sui queliti:
Come andavano le squadre Veneziane nel mar Rosso; rimonti-
vano il Nilo, avevano colonie e cantieri? — Prospetto sinottico degfi
armamenti straordinarii della Repubblica — Nota sul materiale mi-
ri ttimo dei Veneziani p rima del dogado di Francesco Foscarì, e sul p6^
sonale occupato allora nelle costruzioni navali — Nota delle colonie
che aveva Venezia durante la sua floridezza, cenno storico di eae,
orìgine e decadenza — Strade militari romane nel Veneto — Colonie
romane nel Veneto — Inventario del materiale da guerra trovato dii
Francesi alla caduta della Rep. Vcn. — Sul divario fra le opinioni
intorno il commercio veneto, dell' ing. Casoni, e del bar. Vacani.
Bizio prof. Gio. 1870 — Introduzione del caffè in Venezia, e
prima bottega per la vendita di esso.
BlKKarrlnl mons. 1872 — Ricerche intorno il beato Bernardino
Tornitane.
Bocchi dott. Francesco 1868 — Documenti intomo questioni
idrografiche del Polesine.
Boalleli Giacomo 1863 — Storia di Lesina.
Bologna ab. Giacomo 1872 — Documenti relativi a' condottieri
d' arme Manfron — Documenti della soppressione dell' abbazia di S.
Maria in Monto Summano prov. di Vicenza.
Bonniartiiil (de) Silvio 1870 — Confronti fra le note tironiane
e la stenografia moderna.
BoomaMari ab. Antonio 1863 — Rapporti della Rep. Ven. col
principato ecclesiastico di Trento.
Bonlarinl coDs. Giuseppe 18T0 — Scritturi.' politiche dei l'oq-
BUltori ili jiire per la llep. Veneta.
Bordlgnonl QuiriiiP 1869 — Storia della fortezza e dei terrìtori»
di Palma Duova.
Borro prof. Luigi 1870 — Intorno Tautore delie statue collocate
nella sala supcriore dulia Hcuola di S. Rocco in Venezia.
Broam cav. Carlo, Direttore della Biblioteca di Copenaghen.
1870 — Servigi prostati alla Rep. di Ven. da Curt Àdelaer Siversen,
capitano danese (1643-60) come viceammiraglio nell'armata navale
Veneta ai Dardanelli, a Candia, e altrove. Onori a lui conferiti — No-
tizie ed illustrazioni intorno ai cavalieri di 8. Marco, e alla battaglia
dei Dardanelli.
Bresanie cav. de O. B. 1868 — Storia di Tunisi, Algeri, Ma-
rocco e Tripoli dal sec. XVI al XVIII.
Brcsflttn prof. Bartolameo 1867 — Serie dei podestà renetì di
Marostica e Lonigo.
Brevern bar. senatore 1872 ~ Ispezione dei dispacci dei nobili
veneti a Pietroburgo, Foscari, Grìmani, Venier.
Broci dì Plater co. Vladimiro Stanislao 1862 — Stona della
Polonia.
Brown Rawdon 1862 - 72 ^ Prima CommiaaioDe ducale al
bailo di Costantinopoli — Documenti intorno all'Inghilterra, nei suoi
rapporti col Governo Veneto, dai tempi più antichi alla metà del
Kcc. XVI.
Ballo dott. Carlo 1862-68 — Storia fisica di Chioggia e Ca-
varzere — Origini e nobillà di alcuno famiglie di Chioggia { Biillot
Vianello, ecc.). — Dispacci degli ambasc. a Roma e a Costantinopoli
(1586), circa un canale fra il mar Rosso ed il Mediferraneo,
BndRHonl dott. Carlo, redattore AisW Archeografo Triestino
1870 — Documenti antichi relativi a Trieste — Atti diplomatici rela-
tivi all'Istria — Documenti circa l'assedio di Trieste fatto dai Vene-
ziani nel 1468.
Cablnnca Giacomo 1868 — Notizie au Gian Giorgio Trissìno.
CnUonà Qio. 1863 — Genealogia di alcune famiglio nobili di
Candia.
Calxn prof. Carlo 1864 — Legislazione veneta intomo l'igiene —
Leggi venete sulle meretrici.
c'hIzodI dott. Demetrio 1869 — Ricerche sulla famiglia VoUcfa
di Dalmazia. 1870 — Storia dei professori di scienze giuridiche nel-
l'Università di Padova.
Gameronl Frane. 1872 — Fiera dell' ascensione in Venezia.
— 394 -
Campana, marcbeBa di Cayelli 1869 — Storia delle vicende degS
ultimi Stewart nel sec. XYII e nei primi anni del XVIII, in Inghil-
terra e in Francia.
Capasse .... 1871 —Patti tra Federico di Sicilia eia Bep.
Yen. 1257 - 59.
capoiresve Nicolò 1863 — Atti araldici della famiglia Capo-
grosBO.
Cappelletti canon. Giuseppe 1872 — Gesuiti.
Cappelli march. Gino 1869 — Lettere dei suoi antenati.
Carminati nob. Costantino 1867 — Storia della congiura ISe-
polo - Quirini.
Carminati P. Giuseppe 1870 — Commercio fra Venezia e li
Germania per la strada della Pontebba.
Carneinttl Giuseppe 1865 — Legislazione veneta mineraria.
Caresantl Alessandro 1866 — Fraterna dei prigioni in Veneù
Casati C. C. 1869 — Dispacci di amb. veneti alla Corte di Fran-
cia, diretti al Consiglio de^X.
Caume dott. Giuseppe 1872 — Studi sulle antiche relazioni ddk
città di Terraferma colla Rep. Veneta.
Cawrlani Corradino 18 63 — Lettere di S. Luigi Gonzaga.
Ceeehetti Bartolomeo 1865 — Scritture private venete fino
al sec. XII. 1867 — Storia delFarte vetraria muranese — Storia
delle scuole pie laiche dette 'piccole, sotto la Rep. Ven. 1869 — Ap-
))unti di tutti i documenti veneti fino al sec. XIU. — Appunti per uà
lavoro storico intorno le rivoluzioni in Oriente dal sec. XV a tutto il
XVI (Albanesi, Bulgari^ Elioni)^ e degli stabilimenti dei Veneziani
iieir Albania, ora turca, dal secolo XIV a tutto il XV - 1872 — Delle
tonti della statistica negli Archivi di Vonozia Nuove ricerche intorno
alle origini ed allo svolgimento dclFarte vetraria muranese.
Ceeehetti B. e PaMni Li. 1870 — rrimordi della lingua ita-
liana e del dialetto in Venezia sec. XI — XV.
Cérétfole Vittorio 1870 — Lega fra Venezia e la Francia per
gli affari della Valtellina, 162:J - 24 1872 — Vertenze fra la llep.
Ven. ed il Cantone di Garona (C-larona) nell a Svizzera (1619).
Chirico signore ISOO — Notizie sulla famiglia Chirico
di Ragusi.
1 hilariiiy Enrico 1872 — Copia di lettere originali di inonarclii
inglesi e spagnuoli, al Collegio della Kep. Veneta.
Choloin!>«kl co. Ladislao 18(iì) — Storia deMa Polonia.
Ciccliiinowezki Gregorio 1870 - - Storia della Polonia.
Cicz!>»kowski co. xVugusto 1871 - - Documenti relativi alla Po-
— 395 -
Ionia, 1872 — Dispncci tlegli ambage, veneti iti Polonia nel sec, XVIL
— Noti/Je i!i tentativi antichi per lo scaTO di minerali in alcuni luo-
ghi <!l'I Vicentino (Civillina, monte Frisa ece).
cimar» G. M. 1868 — Notizie sulla famiglia Cimara e Vaivi di
Cefalonia.
CKIndrllH Napoleone 1868 — Appuntì su alcuni pittori italiani
nel sec. XVI.
cladA G. Giorgio 1863 ~ Notizie della famiglia Cladà.
Clarjr princ. Edmomlo 1869 — Documenti di un barone Clary
A.ldringer, suo antenato — 1872 — Documenti di Mattia Clario del
Bcc. XM.
c»d«ma cav. Gio. 1872 — Lo scuole in Venezia eotto la Rep.
Ven. e fino al 1818.
Codemo GiTRtenbrand Luigia 1867 — Condanna capitale di
Giulio Barisano dì Treviso, Marco Calvi, e Andrea Matto giuBti/.iati
in Asolo nel 1510 per fellouia.
cologna Veneta (Municipio) 1871 — Toglimonto d'un interdetto
dafd dal Vicario capitolare, nella sede vacante del vose, di Vicenza,
all'esercizio della religione cristiana cattolica nelle chiese di Cologna
nel 1602.
collofto Giacomo IS71 — Documenti commerciali relativi alla
strada della Pontebba, 1872 — Intorno la instituzione delle Accade-
mie Agrarie nella Rep. Veneta — Introduzione, viceriile ed abolizione
ii^M'impoata sul macinato sotto la Rep. Veneta, od altri documenti e
ricerche in materia finanziaria.
Comb» prof. Kmilio 1872 — Processi de! 8. Uffizio contro pa-
rceclii cittadini di Cittadella fprov. di Vicenza) e il vescovo P. P. Ver-
gerin di Capodiefrìa.
• Combl prof, Carlo 1870 — Carte relative al 8. Ufficio ; processo
di eresia contro il vescovo di Capodistria P. P. Vergerio.
CongrrBMlone dei p. p. Filippini in Venezia 1872 — Decreto
del 3»nato 1764, 9 febb. m. v. che dichiarfi protettore di Venezia s,
Filippo Neri.
cantln cav. Emanuele 1867 — Ricerche storielle circa la no-
biltà di varie famiglie — Dispacci di nmb. veneti in Ungheria 1456-91.
€ora«t Enrico 1872 — Lettere Af\ Rettori di Brescia 1603, al
Consiglio dei X, circa Annibale Gambara.
CoMmn .... 1867 — Cittadini originari e forestieri abitanti nei
domini della Rep. -- loro diritti rispettivi.
CrUtofblrdl Luigi cancelliere nell'Archivio notarile di Vicenza
1869 - Notizie genealogiche sugli antirhi possessori del feudo Velo
-^ -
- »96 -
nel Vicentino 1406-1796 — Bando, sentenza ed altre carte d«lt''«
de' X relative a un De Roma e ad altri vìcentim del seo. X\l. -
Carte spettanti alla chiesa di 8. Michele di Vicenza.
Crivcllarl dott. Giulio 1869 - 70 — Diritto penale veneto.
Crovato Natale 1870 — Procesao fatto dal 3. Ufficio di Veneài
a Giulio Trias ino.
Cueva (mediante ilK. Ministero degli Esteri d'Itala)
1871 ~ Copie di documenti rieguardanti Marocco di Barbano.
Cumanu dott. Costantino 1872 — Documenti risgitardautì fi-
stria liei secoli X e XI.
Dalla Libera ab. Osvaldo 1872 ~ Relazione dì Giulio Gftbdcl,
ritornato da capitano dì Vicenza, 27 ottobre 1558.
Barmano Domenico 1872 — Processo fatto dagli Inquisilwi £
Stato ad Alvise Zenobio.
Deslmooi .... 1872 — Documenti relativi a Genova dgà
xmexiv.
Domlré de Ferèt 1865 — Corrispondenza di Napoleone L
Dora d' Istria 1868 -~ Documenti su Mahmud pascià di I
tari, su Alt pascià di Giannina e sugli Albanesi. 1871 — Notizie a.
docum. relativi ai princìpi Ghika e al loro regno in Moldavia e Va-
lacchia nei seo, XVII e XVIII. 1872 — Appunti di documenti risgua^
danti la famiglia Rasponi ravennate — Documenti relativi al doiuiDÌft
in Rumenia dei principi albanesi Ghika.
Orajthl Giuseppe 1872 — Relazione del podestà e capitano di
Rongo Paolo Michiel, 12 aprile 1725.
Drake Guglielmo Riccardo 1869 — Scritture sulle fabbriahe li
porcellana in Venezia.
Drlso, Kamlas e Slcbnl notaio 1868 — Origine, conststeint
ed atteodibilìtà di un legalo (Typaldi - Thierry) di circa 40 milioii!
di lire.
nammel prof. Ernesto di Halle 1869 — Diplomi dei Re d'Italia
Berengario ed Ugo. «
Duraxxo Giovanni 1862 — Cessione del polesine agli Eat«aBÌ.
acquisto di Rovigo fatto dalla Rep. Ven. — Documeoti relatìvi al P»>
lesine, e relazioni dei rettori veneti a Rovigo e Peschiera. I8T2
Processi fatti dal S. Uffìzio di Venezia a rodigini dal 1540 al 1600.
Erixxo dott. Nicolò 1862 — Fabbrica dì porcellane in Venezia
ad uso di Sassonia. - Relazioni della Rep. Ven. col Portogallo.
Krrcra prof. Alberto 1865 — Storia dell'arte vetraria muranew.
1867 — Processo del S. Uffizio di Venezia a Giordano Bruno. IK
Commercio della Rep. Ven. negli ultimi anni del suo domìnio. 1870 —
larte relativo alle costruzioni navali nell'Arsenale, e &\ porto/ranco
di Venezia.
Fnbrh dott. Liberale 1862 — Miniere d'Agordo.
Fabbro Eugenio 1872 — Dedizione di Coneglìano alla Republioa
Veneta.
Fnmbrl Paulo 1869 — Carte relative a sfide e duelli. 1870 —
Ultime vicende del èancojtro/ batterie galleggianti usate nel i785
da Angelo Emo, capitano Btraordinarìo delle navi venete. 1872 —Do-
cumenti relativi al lavoro e al commercio di merletti e cappelli di
truciolo in Burano.
Federigo Federico 1871 — Storia del Comune di Venezia e
costituzione del Municipio di easa, nella prima epoca del dominio
austriaco nelle provincie venete 1798 - 1806.
Ferrarli comra, Francesco 1870 - 71 — Storia dei banchi di
scrìtta e del banco pubblico o baticogiro.
Ferralo prof. Pietro 1867 — Scritture di Marc' Antonio Fosca-
tini nell'archivio dei Riformatori dello Studio di Padova — Scritture
di Gaspare Gozzi in materia di scuole e di Stampa. Scuola dì nautica
Botto la Rep, Veneta.
Ferraxsl Roberto 1872 — Ricerche Bull' epoca dell' invenzione
dell' avventurina artificiale.
VìnKMMl canonico Gio. 1869 — Atti diplomatici antichi relativi
alla Lombardia.
Flneoil Luigi 1870 -- Sulla Marina della Rep. Yen., special-
mente nell'ultimo secolo, e sulle eostruzioni navali.
Forcloll -Colili (de). 1872 ~~ Indagini storiche nei dispacci
degli ambage, veneti a Roma, circa i rapporti politici della Corte dì
Trancia colla Curia Romana nel 1662.
Forila Eugenia 1870 — Intorno una proposta ohe avrebbero fatto
Veneziani al Soldano di Egitto (1502) pel taglio dell' istmo di Suex.
Foneord prof. Cesare 1870 — Copie di capitolari antichi di
corpoFazioni industriali venete; di parti dello statuto veneto; di de-
creti del Magg. Consiglio, del Senato e del Cons. de'X in materia
dell'Arsenale, di commissioni del Senato e del Collegio a Rettori.
Frank dott. Guglielmo 1868 — Dispacci degli ambasc. veneti e
deliberazioni del Senato, sulle condizioni polìtiche dell'Ungheria
nella guerra dei XXX anni.
FreMenra prof. Luigi 1870 — Scritture venete in materia mi-
litare.
Frlcdmann dott. Paolo 1868-69 — Dispacci in cifra degli
ambasciatori veneti in Inghilterra 1553-57.
- 898 -
Fracco Antonio 1867 — Leggi venete intorno gli biìtati di le
nefioenza e di culto.
Fnlln prof. Rinaldo 1863— Dispacci di Paolo Parata da Rodul-
1865 e segg. — Storia degli Inquisitori di Stato. 1867 — Rapporti co»
merciali di Venezia con Trieste nel see. XYIII 1868 — Stadi sa nri
soggetti di storia ven. — Inquisitori di Stato — Dispacci di ambiM.
yen. a varie corti — Vicende di alcune opere artistiche io Venem
1869 — Dazio macina sotto la Rep. Ven. — Studt sulla neotnBi
di Venezia nelF ultimo secolo. 1871 —Documenti relativi alla bil-
taglia di Lepanto. 1872 — Copie e studt sui dooum. più aaikk
del Gens. de^X, sul porto franco, e su altri soggetti di storia pi-
tria — Confronti tra le relazioni degli Ambasc. yen. del sec XVI
stampate dall' Alberi, cogli originali custoditi nelF Aroh. Gtenenk.
«abelll . . . 1870 — Cittadinanza veneta originaria della fiuni-
glia Stefani.
«aehard L. P. 1868 — Dispacci di ambasc. yen. all' ija e
a Madrid. — Ricerche intorno alle imprese di don Giovanni d'Au-
stria.
Galaliti prof. Ferdinando 1872 — Dimora dell' Aretino in Ye-
nezia e scritture di luì inedite.
«alaiitliio co. Frane. 1867 — Storia del Comune di Sondno,
sec. XV.
«alatco Gio. 1872 ~ Ricerche araldiche e storiche dell^ ikim-
glia Galateo, e specialmente d'un Coriolano (1741). — Detto e Scai^
dalli, 1872 — Ricerche (nell'Archivio dell'i, r. Luogotenenza in Zara.
mediante il Consolato austriaco) di documenti araldici delle famiglie
rispettive.
Gallipoli (Comune di) 1871 — Documenti spettanti a quel Co-
mune, nella fine del sec. XV.
Ciar comm. Tommaso 1868 — Esempj di antiche denomina-
zioni di magistrati veneti e di voci amministrative in lingua ita-
liana e in dialetto.
Ganparlnl Cesare pel cav. Ninni 1870 — Leggi venete sulli
pesca nella Lacuna, e specialmente sul roto tecnico che il Governo
chiedeva ai pescatori, in materia dell' arte loro.
<Maffpero (de) Antonio 18()9 — Carte storiche del sec. Xlll re-
lative all'abbazia di Moggio nel Friuli.
4;aPilaldÌN avv. Ant. 1872 — Documenti relativi all' arto dell.i
lana.
Ciieiiiona (Friuli) Municipio di, 1870 — Notizie intorno i pos-
sessi di monti e boschi di quel Comune.
Giacomelli comm. Giuseppe 1869 - Informazione sui documenti
rcstituili dal Governo Austriaco all'Italia nel J868, sulle copie au-
tentiche trasmoBsegU dal Governo Nazionale, d au altre questioni
nella materia stessa, 1870 — Documenti storici e statistici relativi alla
Carnia 1420 - 1797.
nlginel magg. del Genio 1870 ~ Costruzioni nell'Arsenale di
Venezia.
«liberi I8T2 — Processi ad Antonio Foscarini; documenti della
storia inglese — Leggi venete suntuarie.
GloTanellI principe Giuseppe 1869 — Carte di personaggi an-
tichi della famiglia Chigi.
«lovannl Pranceae» (fra') di Venezia 1868 — Storia di alcuni
ordini religiosi regolari di Venezia.
C>luria<o avT. 187 1 — Modi di esazione delle decime e dei quar-
tesi sotto la Eep. Veneta. 1872 — Leggi venete antiche in materia
di beni comunali — Investitura delle acque minerali di Civillina alla
ditta Catullo.
«Inrlato avv. Giuseppe 1872 — Riscontri di un ma. con una
copia di un Diario dell'assedio di Corffi. (Marciana CI. VII., cod.
MDCXES.)
«osai Gaspare 1872 — Scrìtti di Gaspare Gozzi,
«rei^alln Francesco 1865 — Storia delle due Avogarie dì Co-
mmi nella Rep. Ven. secoli XIII - XIV.
Crlmanl co. Gio. Pietro 1868 ~ Uffici publicì sostenuti da
Lodovico Manin prima del dogado. 1870 — Relazioni de'rettori di
Bergamo. 1871 — Relazioni di ambasc. e rettori veneti della famì-
glia Grimani.
«nbernatls prof. Angelo 1871 — Ricerche su Cervantes e il
don Chisciotte.
Hopf dott. Carlo 1871 — Notizie genealogiche dei possessori
antichi e moderni di alcune baronie in Corfili.
Babner (di) barone 1863 — Dispacci degli ambasciatori venetj
da Roma 1585 - 98.
Oaberl Luigi 1869 — Documenti risguardanti la condotta e i
eervigj prestati alla Rep. Ven, da Enrico Goutficr, marchese di Bon-
nivert sulla fine del sec. XVI e XVII.
iHtrla Giunta provinciale 1873 -- Documenti risguardanti l'I*
stria in generalo.
Jaehin Salvatore 1872 — Confronti di documenti riferiti nel
discorso sul Governo della Rep. di G. A, Muazzo, cogli originali
dell'Archivio.
— 400 —
Jarre Carlo 1865 — Storia della Francia nel 1780 — Lrite
dei generali francesi ai tempi di Bonaparte — Storia deiTempU
Jean cav. Guglielmo 1869 — Esame di earte topografiche ddi
Ghrecia antica, della Dalmazia, della Erzegovina, del Montenegro, e
di scritture degli Inquisitori di Stato spettanti a quei paesL
Jesi (Municipio di) prov. di Ancona 1870 — Notizie intorno i
Sultano lachia, della prima metà del sec. XVII, i suoi rappoiti pi*
litici colla Bep. e il suo agente Muzio Marcelli
Joly 1862 — Crociata del 1217.
Joppl dott Vincenzo 1868 — Documenti storioi sul Friuli 18!!
Carte d' Aquileja. 1872 — Documenti relativi al Friuli Beo. XIY.
Jastl dott Carlo 1868 — Storia dei Conclavi degli anni 1721.
24, 30, 40, 58, 69.
Kandler dott. Pietro 1868 — Serie dei provv. veneti in Fob
nei secoli XIV e XY. Notizie sull'Istria. 1871 — Antichità del Go-
verno di Fola — Intorno un Annibale Amerio di Spalato.
Kapnlat 1868 — Memorie araldiche della famiglia KiqiniiL
Klplakl nob. dott. Alberto Stellio 1866 — Storia delie bok
Ionie. 1870 — Rapporti giuridici fra gli abitanti dei Comuni Yeneli
e Lombardi ex veneti, originarli, coi moderni.
Kiackolm 1865 — Ricerche sulla corrispondenza dei prineip
dì Wittelsbach, 1550 — 1650.
Koblenx Oio. i. r. consig. minist. ungarico. 1872 — Dooumeirti
storici risguardanti la città dì Fiume.
Kope madama 1872 — Memorie del conclave raccoltosi nel
l'isola di S. Giorgio in Venezia, per reiezione di papa Pio VII (180»)).
Eiaborde Giulio 1868 — Scritture diplomatiche fra la Rep.
Ven. e la Francia, 1541 — 1572.
liBf^rlère Ettore 1865 — Lettere di Caterina de Medici, e
dispacci di Francia 1554 — 59.
tiHMo cons. Valentino 1869 - 71 — Memorie e documenti ante-
riori al sec. XV per le sue Memorie storiche della Dalmazia.
tiSkmtknhÌLy Vladimiro 1868 - 70 — Documenti relativi agli
Uscocchi — vita politica e sociale delle nazioni Greca, Slava e Al-
banese suddite della Rep. Ven.; sulla Porta Ottomana e sull'attuale
Impero Austriaco cis e trandeitano] sui rapporti politici della Rt*i'.
Ven. colla Turchia coli' Ungheria, coirimpero ecc. — documenti
spettanti all'Albania ex Veneta -- casi di avvelenamenti por motivi
politici. A'otizic intorno il card. Oio. Michiel, morto a Roma con
sospetto di veleno, 1503 10 aprile.
Lianiperdeo comm. Fedele 1802 — Ricerche intorno i beni di
uanomorta nello Stato Veneto sec. XVIII. 1864 — Legislazione cri-
minale veneta. 1869 — Commercio veneto antico dei cereali, e ma-
[iatrati della Rep. Yen. eopra l'amministrazione del Frumento e
delle biade. 1S72 — Ricerche storiche sul castello di Montegalda nel
Vicentino. — Lettere di rettori di Vicenza del sec. XVI, dirette ai
capi del Cena, dei X. in materia eidesiastica — ricerche di notizie
sulle Accademie vicentine Olimpica, Agraria ecc. definizione della
voce e del diritto di piarda.
Lanfranclilnl Giacomo 1867 — Documenti storici relativi a
Verona. 1868 — Processo del 8. Uffizio di Venezia contro Andrea
Ugoni bresciano, sec. XVI. •
L.a(ltMii pro£ Elia 1868 e 1869 — Banchi veneti di scritta e banco
publicu; prestiti pubblici, amministrazione della Zecca veneta come
banco — Appunti di documenti in dialetto veneziano.
l^allea Moisè ISTO - 72 — Condizione degli Ebrei sotto la
Bepub. Veneta, dal seo. XIII al XVIH, specialmente nei riguardi
del commercio.
Lclrbt dott. Michele 1S68 — Dialetti antichi di Venezia e del
Friuli — Rift-rma degli Statuti di Cividale ne! sec. XVI.
■.«•tn (de) prof. Giuseppe 1872^ Santo Uffizio e dispacci diam-
basc. veneti a Roma, diretti ai capi del Cons. de'X, nel principio del
secolo XVI.
litCler dott. 1865 — Corrispondenza dei Principi di Vittelsbach.
lijnlilé ab Simeone 1868 — Documenti relativi al dominio
veneto in Dalmazia. 1869-72 — Documenti pel voi II. dell' opera
Monumenta sjìectanlia ad historiam Slatorum meridionalium.
LorenKl G. B. 1868 — Costruzione e rìstaurì del Palazzo ducale
di Venezia. 1870 — Documoutì intorno alle cortigiane antiche.
l<aelnDl Tomaso 1869 — Processi fatti ad istriani per accusa
d'eroda 1872 — Appunti sulle scuole pie, sugli istitutì d'istruzione
pubblica e su altre materie di erudizione storica dell'Istria.
Mae«lri comm. Pietro 1869 — Istituzioni di beaeticeuza della
Repubblica Veneta.
HiMtsIvnl dott, Antonio 1869 — Scritture del proto veneto Crì-
Btofuro Sabbailiuo intorno alle acque della laguna di Venezia.
■■Itnancanrt (de) . . . 1863 — Guerra dei XXX anni.
Masrlnl ab. prof. Antonio 1866 — Costruzione del ponte di
Rialto. 1870 — Relazione della fortezza di Bergamo del cav. Oro-
logi 1661.
Malnardl avT. Sofoleone 1869 — Notizie della sua famiglia
originaria di Cavarzere.
— 402 -
llakaM>ew prof. Vincenzo 1868 — Storia dei rappoiti dipk*
matici fra Venezia e Ragusa, documenti risguardanti Cattare e TìnIi
di Lagosta^ la Polonia. 1870 — Dispacci dei residenti veneti aPieto»
burgo — Storia degli stabilimenti dei Veneziani in Albania, e drit»
tativi dMndipendenza degli Albanesi.
Malvenl avY. Gius. 1864 — Dispacci relativi ad Enrico V Ca-
notto. 1871 — Dispacci degli ambasc. veneti a Madrid diretti ai cafi
del Cons. de' X.
MalTesal ing. . . . 1869 — Fabbrica della chiesa di S. Salvatole
in Venezia.
ManfirMIiil Camillo 1872 — Documenti risguardanti il Pok-
sine di Rovigo nel 1482.
Manfipeii Gio. 1872 — Ricerche sulle relazioni di Venezia coDe
Provincie dopo la battaglia di Agnadello.
Manin co. Gio. 1869 e 1870 — Elenco cronologico di tatti i
massari della Zecca Veneta sec. XVI-XVIII.
Manin e Bottacln cav. Nicolò 1870 — Sigle dei massari co-
niate su antiche monete venete di rame.
ManiiaetI Mansueto 1872 — Scritture di Miohcde Sammich^
Mann Nicolò, direttore generale degli archivi di Yalaccliite
Moldavia. 1868 — Costituzione e consistenza degli Archivi Veoetì
antichi; scienza archivistica in generalo (conferenze).
Manzini ing. Vincenzo 1868 -—Acque potabili di Venezia 8e«.
XV, e preferenza data dalla Rep. Ven. all' acqua del Brenta, per
approvvigionare la città.
Manzutti Demefrio 1802 - Storia del Cadore.
Mareolini. dott. A. M. 1807 - Decn^ti del Ven. Senato perle
spulsionc? dei Gesuiti da Venezia (iOOG) e la riammissione di essi(lt>5tl|.
1868. — Occupazione od evacua/iono di Ariano da parte dei soldati
della R'^p. Von. 1043 e 1044. — 1871 - - (Jopia di documenti diploma-
tici relativi alla-pace (1 maggio 1044) fra la Rrp. Ven., il duca di Mo-
dena, il gramliu'a di Toscana e il Papa, colla mediazione della Fran-
cia, in seguito alla guerra mossa da Ottavio Farnese contro Urbano
Vili. 1872 - Loggi venete in materia notarile.
llaroiil avv. cav. G. 1870.— Maso di Prechele, dal quale scn-
turisce r acqua detta di Recoaro, ed uso di essa.
llaroiil Alichrl(3 1872 Rcla/ioni comnieroiali tra lo antiche
Repubbliche di Venezia o di Ancona.
MHrMiflk al), \ngelo 1870 Documenti storici relativi a Trieste.
.HarMlcli ing. Pietro 1870 Appunti per una pianta dì Vt^ne/ii
prima del secolo XVI.
- -103 -
Marlcl Carlo 1862 — Notizie sopra Martel o Martello bandito
ppr alto tradimento dalla Rep, Ven, nel ecc. XVI.
Hn«-Lntrlc (de) cav. Luigi 1S68 -- Atti internazionali fra la
£ep. Ven. e gli Stati Barhareschi — Dispacci di ambage, yen. in
Francia. — Carte venete relative a Cipro. 1869 — Documenti sulla
storia delle Crociate, sui possedimenti dei Veneziani in Terrasanta,
dei Lusignani nel reame di Cipro seo. XU-XVI. 1871 — Trattato
fra la Rep. Ven. e Marsiglia 1325. — Documento dei danni recati
dallo galere veneziane a un mercante dì Cipro 1355. — 1872 — Nuovi
documenti intorno a Cipro. A
Miistal co. Luigi 1872 — Consulte di fra' Paolo Sarpi.
Mateovle' prof. — 1869 — Portolani ed itinerari dal sec. XIV
Ri svili. — Notizie di viaggi e delle antiche vie commarciali dei
Veneziani.
iMtNcheg; prof. Ànt. 1872. — Dispacci dogli ambasc. veneti a
Roma e ad altre Corti, 1740— 1757.
i<(«l, colonnello 1870 — Artìglierio venete antiche.
tra. Achille 1869 — Leggi venete per la soppreseiono
delle corporazioni religiose.
HaKlère (de) 1870 — Rapporti della Curia Romana colla Sflo-
ida, coir Irlanda e colla Rep. Ven. — Carte relative a Goncistori, a car
dinali ecc. 1492-1600.
Mnxxexa Gio. 1868 —Costituzione fisica dei Tre-porti aelV v-
Btuario veneto.
HAxxnoll ing. di miniera, capo dell'ulEcIo montanistico di Vi-
cenza 18G9 — Investiture del Governo Veneto anteriori all'istituzione
del magistrato sulle miniere, 1488, e documenti relativi a questioni
giuridiche minerali.
Medici (de) Pietro 1667-69 ~ Titolo comitale e notizie della
famiglia De-Medki — Decreto del Senato Veneto 1764, 7 settembre
aui cittadini originari.
ing. Tommaso 1871 — Scandagli della laguna di Ve-
nezia di Angelo Emo, 1762.
MelKanor prof, a Pietroburgo 1870 — Storia della Persia.
Hrrll A. 1869 — Appunti da lettere di O. A. Dona, e da altre
^ei deputati della Nohillù vecchia di Genova alla Rep. Veneta.
Hppt dott. Luigi 1863 — Carte storiche relative alla Dalmazia
sec. XV.-SVni.
Herrywentber 1868 — Leggi venete circa gli incendi
mehel Augusto 1870 — Esame dei necrologi del magùtrato
alla Sanità.
101 -
Mlchlel CO. Luigi 1863 — Relazione dell' ambasc. a Napoli &
vige Oio. lY Mocenigo 1739, 17 dicembre — Relazione dell' amimi
in Francia Lorenzo II. Morosini 1752, 2 maggio.
Milano. Direzione degli Archivi Governativi 1871 — Cenni deb
prigionia e della morte di don Duarte (Edoardo), fratello delreGk^
IV. di Portogallo.
Ministero delF Istruzione publica 1870-72 — Estratti di don-
menti relativi alla Polonia, dalle serie particolari e dai dispacci ded
ambasc. a Vienna, e a Pietroburgo — Copie e sunti di dispasci i
Antonio Qilytinian ambasc. a Roma 1502-1505, diretti al Senti
Veneto.
Mlnotto prof. Antonio Stefano 1864 — Rapporti della Rep. Tee.
colla Corte di Firenze sec. XVI. 1869 — Regesto delle carte raccdieoB
volumi dei Commemoriali. 1870-71 — Documenti veneti per nn re-
gesto generale delle carte deir Archivio veneto — Atti diplomtiid
spettanti al Friuli e air antica Marca Trivigiana.
Modena Direzione del R. Archivio di Stato e degli Arduri
Governativi. 1872 — Notizie e documenti risguardanti Lodovico An-
tonio Muratori.
Monopoli (Municipio di) — 1868. Documenti storici relativi i
Monopoli durante il dominio veneto, sec. XV -XVI.
Morando dei Rizzoni co. Francesco 1867 — ]!7otìzie araldide
della famiglia Morando di Verona.
Morelli dott. Alberto 1872 — Ricerche intomo il confine italiiM
alla Pontebba.
Morowinl CO. Andrea 18G3 — Leggi sulla pesca nelle valli del-
l'estuario veneto.
Morwolln prof. B 1869 — Notizie su G. Giorgio Trissino. ISTO
— Cart(? relative a Giuseppe Pigafetta e a Leonardo, Alessandro t
Giulio Trissino, nelF archivio del S. Uffizio. 1872 — Processo fatti»
dal S. uffizio a Giovanni Chocozzi.
Motta Antonio 1872 -Documenti turchi.
Maonl Damiano 1868 — Podestà o ca}>itani veneti in Romano.
(* documenti storici su quel Comune. 1860 — Estratti dello statuto
di Romano in Lombardia.
Mulinelli prof. 1«G7 — Lnlustrie venete antiche.
Miitiiit^ill cons. Giuseppe IMOT — Vendita publiea di beni i:i
i^agnolo, di Luchino dal Verme, al co. .Noi^arohj, 1 l.Vi, S a:^osto.
.liaiiiin.4» (iott. Giacinto ISTO - Sulla ])rop(>sia d' un Tiia^i-strat-
veneto di proibire il tabacco per l'iinio fscc. XV II). liS72 — Instici-
zione di uno stabilimento vaccinitero in Venezia bS.Vi-oS - - Kirori i
- 105 —
di licenze accordate dalla Rep. Yen. a donne per V esercizio della
medicina o della bassa chirurgia.
IVanI nob. Giacomo 1870 — Notizie sulla famiglia Nani, sec.
XVI-XIX.
IVaiil-ll€»cenl|K^o co. Filippo 1872 — Fabbrica della Zecca in
Venezia.
nfapoll Sopraintendonza generale dei regi Archivi 1868 — Docu-
menti del sec. XV per corredo al Codice Aragonese] appunti di carte
diplomatiche per la storia di Napoli.
nfaratoFlch cav. Pietro 1870 — Ricerche sui primi proprietari
del Palazzo Bernardi a S. Aponal, e sui traslati di esso in varie
ditte.
nfardo dott. G. D. 1868-71 — Documenti veneti dal sec. XI al
XIU, contenenti voci di bassa latinità e italiane.
nfebosklonoir Alessandro 1872 — Rapporti della Rep. Veneta
coir Ungheria.
nfe^rl Augusto 1867 — Archivio della Scuola grande di 8. Gio.
Evangelista in Venezia. 1870 — Dispacci dell' ambasciator veneto
Daniele Dolfin sul volo aereostatico eseguito a Parigi dai fratelli Mont-
golfier alla fine del secolo scorso.
[Vlcolettl ab. Giuseppe 1864 — Ricerche sulle miniere di A-
gordo. 1869 — Memorie sulla famiglia Cimar a di Gefalonia. 1871 —
Documenti dell' ex scuola di S. Rocco in Venezia. 1872 ~ Relazione
del nobile Mario Soranzo podestà ritornato di Belluno 1735, 5
marzo.
nftniil co. Alessandro 1872 — Leggi venete in materia di pe-
sca — Regesto generale delle leggi antiche e moderne nella ma-
teria stessa (compilato dal signor Filippo Legnani, officiale nel-
r Archivio Generale). — Quesiti circa alle fonti isteriche intorno la
pesca.
IVomI cav. Tommaso 1872 — Circa la nobiltà concessa dal Con-
siglio di Cividale del Friuli alla famiglia Nussi.
Odhner dott Teodoro 1870 — Storia della Scozia prima del 1654.
odorlel cav. Federico 1871 — Statuti dei Comuni di Cimmo e
Tavernole nella Valtrompia 1372.
Oste (dair) ab. Giacomo 1869 — Relazione della città e terri-
torio di Verona, fatta da Alessandro Barbo al Senato Veneto.
Otranto (Municipio di) — Notizie storìco-politico-commerciali
intorno Otranto sotto il dominio della Republica Veneta, e dopo.
Padovan Vincenzo 1866 — Notizie intorno Marc'Antònio Bra-
gadin. 1869 — Origini e svolgimento politico, tecnico ed economioo
— 406 —
della Zecca veneta •— Falsificasioni di mo nete venete negli Staà
della Republica Veneta, loro imitazioni, e falsificazioni altroTe-
Valore della moneta veneziana fino al sec. XIII. 1870 — Doci-
menti e notizie relativi alla numismatica veneta — Appunti di doct-
menti per la storia della Zecca Veneta.
Palassi cons. Giuseppe 1 872. - Intorno la cassa deijwnue^
in Padova.
Palassi Pio Giuseppe 1870. — Dispacci di Barbon Morosiu
relativi al sistema finanziario di Giovanni Law 1723-24.
Palnanao^a (Municipio di) 1870— Vicende del cimitero h
quella città e fortezza sec. XVII e XIX.
Parenso dott Emilio 1867 — Assedio di Candia sec. XVU
Parenso Giunta prov. deir Istria. 1872 — Documenti storiti
deir Istria.
Pasini Antonio 1872 — Nuovi docum. intomo la famigliaRamusio
Pasini Luigi 1866-72 — Scritture in cifra usate dai rappre-
sentanti diplomatici della Republica Veneta all' Estero — Iiutìto-
zione di un Albergo dei poveri in Venezia.
Pasolini co. Pietro Desiderio 1867 — Relazioni di Venezia eoo
Ravenna. 1871 — Scritture venete dei sec. XIV -XVI relative a Ra-
venna. 1872 — Ducale del Senato Veneto 1407, 9 aprile relativa a
papa Gregorio XII.
Passerini Carlo 1869 — Richiesta d' impronte di sigilli italiaoi
Panlovieh co. Antonio 1862 — Storia di Macarsca.
Pazienti dott. Pietro 1869 - Storia delle terme di Aban^
Monte -Ortone, cJ altre nella provincia <li Padova, dal 1554 al 1765.
Pedrint ab. Bartolomeo 1863 — Istituzione di un Consolato
in Marsiglia.
Pennato Papinio 1872 — Ricerche intorno ad Andrea Nava-
gero e a Daniele Barbaro.
Peri ing. P. 1862 — Mappamondo di Agi-Hamed. 1869-
Studì d'idraulica venc'ta.
Pii;orini Luigi, direttore del Museo di Panna 1870 — Valore
delle monete estere in Venezia 1871 — Ricerche su Pompeo Tri-
vul/io capitano di cavalleria della Republica Veneta nella prima
metà del sec. XVI.
Pilat (de) cav. Federico, i. r. coii'^olo generalo d' Austria in
Venezia 1871 - Relazioni d'ainbusciatori veneti in Inghilterra (Ai-
viso Mocenigo 1706 ecc.).
E^HlMj^Sii dott. Taddeo 1863 — Documenti relativi alla storia
della Polonia nei sec. XV e XVI.
l*o|tl«l |jrol", A. lHi)9 — Notizie su Giovanni Zainoy»ki, gran
rauielliere dì l'olonia nel sec. XVI e sulie sud rclazioDÌ colla Rep,
Veneta.
Predelll Riccardo 186S — Relaziono di Andrea da Mula tor-
nato dal reggimento di Zara nel 15tì. — 1872 Regesto del Liber
phgiormi Comunis (1223-53).
Proli dott. Gio. di Danzica 1S70 — Su Fedmco Barbarossn.
Prsexdclckl co. Alessandro 1870 — Lettera di Sigismondo
Ke di Polonia 1489, 26 luglio — Documenti riaguardanti la Polonia
(1440-1562).
R»nke Ernesto 1872 — Liturgia delP antica Chiesa di AquJIoja.
Rnvaliraa 1803 - Storia della ma.irhera di ferro e carceraU
Teneziani nella Bastiglia al tempo di Luigi XIV.
nawivoa Ciardlner Samuele 1865 — Storia d'Inghilterra ai
tempi di Giacomo l.
KebeNCtalal 1872 — Privilegio di nobiltà a Stefano da Narni
(Qattamelata), 1439, 10 luglio.
Reconro (Municipio di) 1870 Dazio sulle acquo minerali dt
Recoaro; origine ed uso di esso,
R«xB<ieo avv. comm. Giulio, capo divisione nel B. Ministero del-
l'Istruzione Publica 1868-72 - Esemi-i italiani dell'uso piil antico
di alcuno voci spettanti agli Ufficìi <.' all'amministrazione dello Stato
durante la Republica Veneta.
RIeoMI sonatore 1867 — Documenti per la sua opera: "Storia
della monarchia piemontese. „
nidolO G. B. 1863 - Relazione di Antonio Maria Friuli po-
destà e capitano di Verona nel 179C.
Hlsobon Alessandro 1872 — Ricerca di documenti relativi al
p. Vincenzo Coronelli.
Rlnibotd Giuseppe 1871 — Servigli prestati alla Republica ve-
neta dal colonnello lletro BaldaBsare di Scipione Rìmbotti nobile
degli Accarigi, nel principio del aec. XVT.
Robcrtelll avv. Giuseppe 1872 — Circa la nobiltà veneta di
individui della Casa d'Este.
HoMk Gabriele 1868 — Elenco delle relazioni dei rettori veneti
a Brescia.
RolKrhlld (de) barone Giacomo 1864 — Dispacci degli amba-
sciatori veneti iu Francia 1760-1770,
RnlBnlavv. cnv. G. B. 1868 — Documenti sull'uso dell'acqua del
Brenta come potabile 1870 — Stato delle carceri criminali in Ve-
nezia alla caduta della Republica.
^'
- 408 -
Raneoiil march. Alberto 1871 — Appunti sui rapporti ià
famiglia Rmca-Rmcln- Rusconi e la Republica Veneta.
Haeeardo dott. Pietro 1864 — Mosaici di San Marco.
flaffredo co. Agostino 1870 — Documenti antichi e recenti, i^
lativi al diritto di vagantivo da parte di quelli di Cavanere-lb
daglia al colonnello Cicavo per sopraintendenza alla lìne« ici
taria dalmata.
Sardairna (de) nob. Giambattista 1869 — Documenti pene
viro alla storia delle milizie venete nei sec. XIY, XV e domteì
guerra di Yonezia contro i collegati a Cambrai. 1871 — DodUBeD
storici relativi a Trieste. — 1872. Altri documenti del sec. XIV:
materia militare veneta.
Sathas prof. Costantino. 1872 — Documenti risg^ardanli
Grecia.
SaTorn^an co. Giuseppe 1868 — Carte storiche e conteuk
intorno confini e feudi del Friuli.
Seandalll Angelo 1862— Notizie storiche della famiglia Sd
dalli di Dalmazia e d'Albania, dal 1630 in seguito.
^Sehlechta (de) barone Ottocaro, direttore deirAccademia Orv
tale in Vienna e consigliere di legazione 1869 — Notizie e fao-fiia
(1446-1514) di documenti con /tìi^ra turco.
Jlellenati cons. Carlo 1872 — Confini Veneto - austriaci (Fé
Aquilcja, Friuli -Istria) — Ricerca di lettere di Stellio Mastraca ce
miHsario della Rop. veneta alla Corte di Vienna per affari di con
(1778). — Pretesa congiura di alcuni feudatari Friulani (Asqu
Partistagno) per consegnare il Friuli a casa d'Austria (1742- 70J
Nel¥atico cav. Pietro 1871 — Notizie sul Collegio veneto
pittori, e su Pietro Liberi.
s^emper Giovanni 1867 — Lavori di Donatello e di scultoi
fonditori in Venezia.
Nerattiil dott. Giuseppe 1872 — Sulla trasmissibilità del dir
ad assegni di provvigione o di graziale nei posteri di persone
nemerite che ne ottennero primitivamente l'assegno.
Siiiiony Ernesto 1866 — Documenti storici relativi alPUnghe
Mkoliino^v«ki doti. Ladislao 1870 — Dispacci di Polonia
XVI-XVU.
^ioave p. Gian -Francesco 1864 — Missioni nei luoghi ve
d' oltremare.
^oraiKii^r'i march. Raimondo Melilu])i, dei principi di 187(
intorno la famiglia dei Meli e MeUlupi.
Sorger Ettore 1868 — Relazione 1602; diG.B. Coutarini, p:
ttdilore alle cento (falere, e ricerche eiilla storia dell' areensle di
Venezia.
Spinelli GiuBcppe Ant, 1868 — Processo d'un prete condaD-
nato alla chthba (gabbia).
Spinelli Luigi Giiiseppe 1867 — RelaKioni del)' ambasciator
Tencto in Francia t a Roma Praaceaco Venier.
Spltxer oons. SigismoDdo 1865 — Ricerche storiche euU'impero
ottomano.
Slcftonl cav. Federigo 1865 — Cavalieri di S. Marco, e Aral-
idica veneta. I8T2 — Ricerche di un procesBo, 1608, per monachiamo,
tt dei decreti relativi del Consiglio dei Dieci.
Sfcitenl cav. Federigo, Ceochetti Bart. 1869 - Scritture intorno
al commercio dei Veneziani nelle Indio, della Gne del seo. XVI.
Stlriluff William (lord) 1867 — Documenti relativi a minia-
tutc, e lucidi di alcune dì esse, 1261-1513.
Storeh Federico 1869 — Ceremoniale per la venuta a Vene-
zia di Federico III, Re dì Danimarca, 1708.
Tacchi nob. Carlo 1867 — Documenti relativi al Trentino, e
epecialmentc ai conti di Lodrone.
Tnlamlal Àntonin 1862 — Ricerche storiche sul Cadore. 1872 —
Documenti della dedizione del Cadore alla Republica veneta, e oa-
pìtuli di eBBa dedizione.
TttMlnl Giuseppe 1868 — Condanne capitali pivi clamorose
della Republica veneca. 1872 — Studi dì erudizione veneta per la
sua opera: " Curiosità Veneziane. ,
TcMler Andrea 1867 — Licenze e prìvìlegli concessi dalla
Republica veneta a stampatori nei sec. XV e XVI. 1870-72 Scrit-
ture del Matematico Anton -Marco Lorgna — Notizia di un incendio,
1769, nell'ex convento di 8. M. dei Servi in Venezia.
TcHiCollnl Marco 1872 — Nuovi documenti intomo Alessandro
Leopardi.
Tesa prof. Emilio 1863 — Promissione del maleficio del doge
Orio Malipiero,
Tbanslg dott. 1870 — Intorno Alberto Durer e- il Fondaco dei
Tedeschi.
Thomns dott. 1864 Storia del Fondaco dei Tedeschi.
Toderlnl nob. oav. Teodoro, Direttore del R. Archivio Ge-
nerale di Venezia 1862 e segg. — Studii sui cittadini veneti origi-
narii per un' opera manoscritta intitolata * Genealogìe dei cittadini
veneti originarìi „ donata all'Archivio stesso — 1862-1872 Mirano e
il suo distretto memoria storica ~ 1865 Cercmoniali per la venuta
— 410 —
in Veneziajdi principi di Baviera — 1866 idem di Sassonia — idem dà
prìncipi di Gasa Savoia^ ed aggregazioni di essi al patrìsiato ddi
Republica Veneta — 1871 Studii di prossima publicazione intorno il
finto re di Portogallo don Sebastiano.
Toni (de) Luigi 1870 -'- Notìzie storiche intorno il fiume Zm
(proY. di Treviso) — Statuti delle IX congregazioni del clero veiietD,
e natura dì tali associazioni.
Trabaadl - Fosoarini, vicecons. italiano a Corfft 1868 — Bapp(ff-
ti diplomatici e commerciali di Venezia colla Danimarca e colla Svem.
Traili (Municipio) 1871 — Documenti spettanti alla città d
al territorio di Trani nei secoli XTTT-XVI.
Trento (Municipio) 1869-70 — Carte illustrative la storia del
Trentino durante il dominio yeneto (1400-1514).
Trieste, Direzione dell' Archivio diplomatico 1863 — Dispacci
degli ambasciatori straordinarii a Carlo V in Trieste Corner e Ca^
pelle 1528. — 1869 — Nuovi documenti diplomatici relativi a Trieste
e air Istria. 1870 — Documenti storici antichi relativi a Trieste.
Urbani oav. Domenico 1870 — Relazione di Padova fatta al Se-
nato da Correr Angelo nel 1611.
Ijslsll dott. Ermanno 1863 — Costituzione storica della legisU-
zione yeneta antica.
Vallerl Gorasimo 1870 — C apostìpitì della famiglia Yalier di
Venezia, ed intorno un ramo di essa tramutato in Candia.
Valiieeclil prof. Antonio 1862 — Privilegi di Loreo. 1865 — ffi-
cerche di codici di statuti italiani. 1869 — Informazione bibliografica
su alcuni codici degli statuti veneti conservati nel R. Archivio Gene-
rale di Venezia. 1872 — Esame di leggi venete manoscritte e a stampa.
¥anuaeei prof. Atto 1869 -- Notizie su Gallipoli nel sec. XM.
Vanzo Celeste 1870 — Intorno la famiglia Vieri ^ toscana, tra-
sferitasi nel territorio vicentino.
¥eeehl (de) Giuseppe 1868 - Genealogia della famiglia vene-
ziana Badoer,
Veludo prof. Giovanni 1867 — Cenni storici sull'isola di Cerigo
nel sec. XV. 1871 — Copia di documenti sulFistituzione del Collegio
Flangini in Padova. 1872 — Fabbrica della Zecca di Venezia.
Venezia, Direzione del Museo dell'Arsenale 1872 — Ricerca di
piante di fortezze veneto anticlu^, e confronti coi inodt^lli in legno cu-
stoditi nell'Arsenale.
Venezia (Municipio) 1872 — Giurisdizione territorial(3 e lagu-
nare dei Comuni di Venezia e Mur ano, sotto la Kcpublica Veneta e i
Governi ad essa succeduti.
l'encsl» (l'refettiira) — Leggi ariti tu ieratiche venete, g giudizi
sulla cHladinama originaria e sulla nobiltà -veneta del M. C. e dei Con-
ligli nobili dello Stato. 1869 — Note statistiche ed informazioni sugli
archivi veneti antichi. 1872 — Consistenza giuridica e tuateriale della
Comunità greca di 8.' Giorgio e della evangelica augustana — Leggi
veneto circa lo processioni religiose pubbliche — Sulla pesca àelpesce
novello.
Venexia, Procura di Stato e Tribunal« Criminale — Sulla pro-
venti;nza di alcuni libri con marche particolari sospette — Vicende dì
codici e libri già esìstcnii nella biblioteca dei padri Domenicani pre-
dicatori ilei convento doi Sh. Giovanni e Paolo in Venezia.
VencclN, Tribanale d'Appello 1870 — Notizie intorno alcuni
cannoni veneti a retrocarica (aec. XV) testé scoperti nelle acque di
Tripoli, fra Dernah e Benghazy.
V«rdlvr Armano 1868 — Edilizia antica in Venezia e lavori dei
Lombardi.
Verona (Municipio) 1869 — Copia e regesto dì tutte le carte
storiche, riaguardauti la città e territorio di Verona, pel periodo ante-
riore al dominio della Republica Veneta — Confronto di motte copie
di documenti storici posaeduW dalla Direziono di quoll'Arcbivio Co-
munale, cogli originali esistenti nel R. Archìvio Generale Veneto.
Vervnese dott. Carlo 1864 — Relazione di Francesco Soranzo
podestà e capitano <tì Belluno.
Vlllnrl prof. Pasquale 1872 — Sunto e copia dei dispacci di
Ant. Oiustinian amb. veneto a Roma (15U2-I505) relativi ad Ales-
sandro VI ed al Valentino.
Vllanovleli pro£ 1872 — Relaziono di Gio. Pisani ritornato
da Podestà di Padova, 9 novembre 1638. Dispacci di Antonio e Al-
vise Pisani 1669, ambasciatori per la Rcp. veneta in Germania.
Viterbo k. 1863 — Rapporti fra la Repubblica veneta e quella
di S. Marino.
Volpi Luigi 18T2 — Scrittura al Senato 1717, 22 settembre,
dei V Savt alla Mercanzia e deputali al commercio, intorno il com-
mercio della Republica Veneta.
Trlnrte Carlo — Dispacci dell' ambasciator in Francia n. u.
Marc'Antonio Barbaro 1562-64.
Zatan (de) Gio., direttore degli arcbìvi provinciali della Sti-
ria 1870 — Copia ili documenti aquileiensi antichi, e ricerche sulle
relazioni politiche e commerciali tra la Stiria e il Friuli, durante la
Repubblica Veneta. 1872 — Documenti relativi ad Aquileja.
Kambelll Antonio 1802 — Arte delle conteric.
Zanetti cav. ab. Vincenzo, direttore dell'Archivio e del ìbm
civico di Murano 1863 e eegg. Studii storici risguardanti Mora
1868 — l'Cggi venete relative all'arto vetraria e alla fabbrìeùa
delle porcellane in Murano. — Venuta di principi di Polonia in Vi
neria nel aec. XVII. 1869 Arte vetraria — Storia della famijfi
Badoer e del diritto di priorato nell'Ospizio di San Giovanni Eni
gelista in Venezia. 1871 — Documenfi dell'arte vetraria rnnran»
1872 — Suppliche e decreti del Conaiglio dei Dieci a favore diQÌi
seppe Briati, pel trasferimento della sua fornace di uristallt a Veou
(1736, 23 gennajo m. v., 1739, 4 oiai-zo).
Eanled«HehI prof. Francesco 1864 — Condotte dì Galileo Qt
lilei, per legger matematioa in Padova (1592-1610).
IV.
SCUOLA DI PALEOGRAFIA
-<i'C^-C5^»<ì
in
I
NOTIZIA DELLA R. SCUOLA DI PALEOGRAFIA
ANNESSA ALL' ARCHIVIO GENERALE DI VENEZIA.
L
Questa Scuola fu instituita per decreto del Ministero del-
rinterno Austriaco, del luglio 1854, a somiglianza di quella di
Milano fondata nel 1842.
Si regge in base al Regolamento Austriaco 8 marzo
1855 ^
L^ insegnamento è diviso in due Corsi.
« Ha per iscopo di preparare esperti candidati agli uffici
» degli Archivi diplomatici e notarili, alle Biblioteche publi-
» che e Comimali, ai Musei ed agli Istituti che provvedono
» alla conservazione ed airillustrazione dei monumenti storici ».
Neir anno scolastico 1863-64 vi fu introdotto V insegna-
mento della storia veneziana^ mediante letture, quando lo com-
porti il numero degli allievi e degli uditori, e con indicazioni
orali di erudizione, secondo che ne oflEre occasione V esame dei
documenti.
Vi esercitarono l'ufficio di docenti dal 1855 a tutto il primo
semestre delPanno scolastico 1859-1860, il sig. cav. Cesare
Foucard; e dal secondo semestre 1860 a tutto il 1872, il comm.
Bartolomeo Cecchetti, caposezione del R. Archivio Generale.
' RoUettino delle ìeg^ì e degli atti ufficiali per le provincie venete anno
1855, parte II. Àntonelli, p. 37.
Neir Vili Congresso Pedagogico riunitosi in Venezia jA
gettcmbre 1872, fa aggiudicata alla Scuola una menzioue odo-
revole; e per la direzione nella esecuzione di alcuni fac-fiimiii,
pubblicati nel 18G2 e negli anni successivi, fu aggiudicatali
prof. Cecchetti una medaglia di bronzo, nella Esposizione re-
gionale di Treviso, 1872.
a
La Scuola possedè buon numero di modelli di scrittuH
del tipo romano (capitale^ onciale, minuscolo, corsivo antico!'
e dei saggi corrispondenti ; fac-simili in litografia o in fóto
grafia di documenti distinti per bellezza tipica, per straorzi
narietà di abbreviazioni, difficoltà di deciferazione e cau
grafia.
È scarsamente provveduta di opere speciali. .
L' insegnamento amministrato a voce, e colla comunic»
zione di svnii delle lezioni, è diviso in tre parti :
A. Mezzi e modi allo scrìvere.
I. Materie sulle quali fu scritto;
II. Scrittura e suoi accessori;
III. Stenografia degli antichi ; ,
IV. Sfragistica; |
V. Illustrazione paleografica di un documento.
3. Specie dei documentì.
I. Diplomi d^li imperatori romani ;
IL Id. ' dei re barbari ;
III. Lingua e stile dei diplomi;
IV. Ducali;
V. Bolle.
C. Crowloffia.
— Si ha specialmente in mira di render gli allievi esper
nella deciferazione, nel giudizio critico dei documenti ; e nel!
— 117 -
conoscenza delle fonti della storia patria, affinchè acquistino
quello cognizioni che sono pili acconcie alla specie ed al numero
dei documenti de' nostri Archivi.
IV.
Tra i mezzi di studio meritano menzione i fac-simili fatti
eseguire per cura e a spese del comm. B. Cecchetti, in fotogrnfia
e litografia.
V.
Statistica di un quinquefiimo.
Neir anno scolastico 1867-68 sostennero gli esami n(»lla
Scuola 3 allievi del I. Corso, 2 del IL ; e 10 la frequentarono
come allievi ed uditori ;
nel 1868-69, 1. Corso, allievi 11 ; — II. Corso, 9; — uditori 5;
» 1869-70, » » » 5; » » 6; » 5;
» 1870-71, » » » 3; » » 2; » 8;
^> 1871-72, » » » 4; » » 2; >n 11.
27
V.
QUESITI
r
%i
QUESITI CONCERNENTI GLI ARCHIVII.
proposti dalla Giunta per la Esposizione Universale
di Vienna del 1873.
1. « Come ha ordinato l'Archivio le sue collezioni, per
for conoscere di ciascnna il cai-attore ufficiale ? »
« È distinta la parte civile dall' ecclesiastica? »
— Il Regio Archivio Generale di Venezia comprende gli
archivi dei magistrati del governo centrale della ex-Rcpublica
Veneta ; quelli delle abolite corporazioni religiose di Venezia ftd
estuario, e di alcune dello Stato, delle associazioni d' arti, di
scuole pie, di fraterne, di siifragi ; e degli Ufticii della Muni-
cipalità provvisoria (1797-98) del Governo Austriaco (1798-
1800), del primo Regno d'Italia (1806-1815), del Governo Au-
striaco nella seconda epoca del suo dominio nel Veneto
(1815-48), del Governo Provvisorio (1848-1849), e ancora del
Governo Austriaco (1849-1866).
Queste collezioni, e le carte di archivi speciali, sono (o ver-
ranno in seguito) disposte secondo l'ordine stabilito nella loro
primitiva costituzione.
Quest'ordine per gli archivi antichi (cioè fino al 1797) è
4i serie speciali^ e di epoca; per gli archivi moderni, di materia
burocratica, sulle basi delle vecchie Registrature Austriache.
Negli archivi veneti antichi la parte cimle non è stretta-
mente distinta da qtiella ecclesiastica ; sebbene v'abbiano intiere
e copiose collezioni di carte affatto ecclesiastiche, o clie in di-
versi modi hanno rapporto alle cose della religione {Senato
Roma, Dispacci da Roma ecc.)
2. « Ha inventari, registri, cataloghi che facilitino le
» ricerche ? Sono stampati e pubblicati ? »
Lo stato degli Archivi Veneti antichi, rispetto all' or^at
mento, è questo :
aj alcuni sono ordinati e muniti di ruòriche (od indiai
materia, di cognomi, od altri registri sussidiari), d' inTentari
moderni e di regesti ;
bj altri non sono ordinati, ma hanno ruòriche ed eltndi'^
di consegna fatta dai Magistrati moderni all' Archino G^'
nerale;
cj altri non sono ordinati e non hanno alcuD india \
guida per la ricerca dei docuniftnti.
Nessun inventario e n s la collezione di rcg-eeti
mai dati alla stampa.
3. « Sono ammessi nell'Archivio i dotti a fare studi, *'•
con quali condizioni? »
4. « Che regolamento si osserva nella comanicazioDedB
documenti?»
A queste domande risponde il «Regolamento per lo
publicAto nel 1865 e modificato nel 1867, altrove riferita (1{
Parte Seconda, I. Andamento delTUffiào a pag. 373).
5. « Dove ha sede T Archivio, e quale è la sua condi-
zione edile? »
Nel fabbricato dell'ex-convento di S. Maria Gloriosa da
Frari, un'ala del quale è occupata dal R. Archivio Notarile;
in duecentosessantaquattro ampi locali (tra sale, stanze per gli
impiegati e luoghi accessori). Non ha grande soUditì^ ed è
bisc^oso di restauro.
6. « Quali ufficiali vi sono, e come si conferiscono i
posti? »
Un direttore con annue lire 6000
un caposezione » » 4000
un s^retario di 1.' ci. » » 3500
- 423 —
un segretario di 2.' ci. con annue lire 3000 ;
un applicato » 1.* » » » 2200;
tre applicati » 2.' » » » 1800 ciascuno;
un applicato » 3.' » » » 1500;
sei applicati » 4* » » » 1200 ciascuno;
un custode con L it. 900 ; un usciere con 1. it. 800 : tre ser-
venti con L it. 760 ciascuno.
In complesso 1. itaL 36780.
I posti si conferiscono da S. M. il Re, su proposta del Mi-
nistero della Istruzione publica, sentito il parere del Direttore
deir Ufficio, il quale fa valere l'anzianità quando sia congiunta
al merito, o preferisce il merito all'anzianità che manchi di esso.
Finora nel personale non v' ha alcuna distinzione di classi
di concetto o d^ ordine.
7. « Che dotazione ha V Archivio ? »
Lire italiane 15,287 . 85.
u
VI.
NOTE E DOCUMENTI
.-v/%AAA <Wn A-'VAAA/'V^—
ti
^
NOTE E DOCUMENTI
APPUNTI DI DOCUMENTI
relativi alla instituzione di alcune serie di carte publiche.
Armar 1740, 10 sett. Ben. {Roano XVUI, 14 t.) Il Magistrato al-
l'armar ha compiuto, in ordine al decreto 24 agosto 1737, la
compilazione di tntte le materie relative alle sue ispezioni.
Aifisi alle Corti 1639, 28 sett. Sen. (Verde lU, 125 t.) 11 Senato
incarica uno de' suoi segretarii " a formar un foglio ogni set-
timana (come già si costuma di fare) delli avvisi che si sti-
merà bene di mandare, per leggerli al medesimo Conseglio,
per inscriryene uno per cadauna delle lettere che occorrerà
quella settimana scrivere alle Corti. „
Bancogiro e Zecca, registri in Secreta 1664, 13 marzo Sen. {Roano
VI, 3) Il registro dei decreti in materia di Zecca e Banco fa
sempre utile. Ma dal 1645 in qua ai è intermesso quest'uso.
Il Cancellier grande adunque incarichi due notai della Can-
celleria Ducale, uno del registro dei decreti passati, l'altro di
quelli che si andranno formando.
Bo/ìa Duca! 1563,28 marzo M.C. {D'Oro XHI, 161). Si insHtnisca
un libro alfabetato in cui si notino le famìglie di quelli cho
dal 1530 in seguito avranno avuto ufficii, aspettative od altri
beneficii dal Maggior Consìglio e dal Senato.
Cariche, Catastico 1662, 7 ottobre Sen. {Roano V, 189). Il Doge no-
mini uno dei tre presidenti del Consiglio dì XL al Criminal
per la compilazione dei catasfirì delle cariche ed oFficii ap-
presi per grazia in Venezia e nella Terraferma. Una copia
dei catastici sia consegnata al magistrato dei presidenti sopra
l'esazione del danaro publico.
Carifhe (rifiuto di) 1530, 12 gennaro C. X (D'Oro XI, 117 t.). II
notaio di Seualo deputato alle voci tenga un libro separato
nel quale faccia Bcriver a tempo debito, il rifiuto « ì'ta
tazionc dell' ofBcio al quale i patrizii saranno stati cititi
Caiastico dei benejic] 1765, 8 giugno 8cn. (Roano XVIU, 172). Si
rUfGcio del Caiicollier grande bì custodiva un catastieo H
beneticii vacanti e dei poaseBBÌ temporali. Con queato deens
fu stabilito di regolarlo.
Ceremoniale di H. Marco 1759,28 aprile, Signorìa (VerdeY^y
Commifisione a don Giovanni Verdura di formar la {Ht^
comptlaziono e registro Jelle cercmonie della Chìraa ii i.
Marco e fuori di casa.
1759, 31 maggio {Verde V, 90 t.). — I tre unifonni lilr;
rcrìmoniali, prodotti dal maostro di coro e di ceremonii', dell»
chiesa ducal di S. Marco, in ordine alla terminaxione ddli
Serenissima Signoria 27 aprilo 1759, siano riposti, uno ii
creta, uno nella procuratia de su/ira, il terzo presso LI
stro delle ceremonie prò tempore.
" Esseudosi dalla Serenissima Signoria per le fatte »
sorvazioni e riscontri rilevato necessario il dare un miglia,
l'iù chiaro e facile metodo alli comandati registri de'pubi)^
ccremoniali, prescrisBe con sua lenninazione 27 aprile ITM,
d'aversi ad osservare nel nuovo impianto de' libri, e la
nologia de' tempi, e la distinzione de' ceremoniali medesimi
onde levare ogni confusione e fai:ilitare con la divisione Mt
categorie l'incontro degli esempii e pratiche corse, a Iuik,
documento e norma delle occasioni; incontrato con benemi-
rita e sollecita attenzione dall' attimi maestro di coro e di «■
rcmonie don Zuanne Verdura, agli oggetti sopraderti, pre-
sentò anche tre gran volumi affatto simili, di sopra cartr
400 in fofi;lio reale per cadauno, da essere conservati, eonw
fu prescrittn, l'uno nella Cancelleria Secreta, l'altro nelli
Procurada de suitra ed Ìl terbio da lui medesimo, come ni fece
degli altri, con altro metodo compilati dal di luì preccssort
Qavazzi. „
CiUadinanze centte originarie. Registro inatituito io seguito alll
leggo del Maggior Consiglio ij luglio 1569 e tenuto dall'Aviv
gariit di ComuD fiao alla oadatA della Republica.
Commissioni di Collegio 1566, 2 marzo M. C. {D'Oro Vili, 94). U
commiBsioni della Signoria agli Avogadori, siano registrate
da un Cancelliere io un volume {memoriale) apposito.
Confini 1712, 23 giugno 9en. (fioatto XI, 157 t.). La Camera dei
confini sia trasferita in un luogo vicino alla Segreta. — lee-
— 429
gretariì di Senato e i Coosultori in jure cooBegnino al Se-
gretario deputato alla Uaiiiera dei Confini qualunque decreto
e scrittura che sarà da loro esteso, in materia di confini.
Conti 1690, 12 agosto. 8en. (Hoam IX, 83). 1 ristretti dì Levante
e di Dalmazia e i disegni, siano conservati dai Segretarii
deputati alla Segreta, i quali dovranno inscriverli in un libro,
e custodirli in un aito appartato della Segreta.
Da Ilio' 17-12, 5 aprile Sen. {Verdi; V, 63). Libro alfabetato nel quale
si registrino gli atti di consegna dei da "to' ai magistrati.
1756, 20 nov. Sen. (Roano XVUI, 1 10). Il Cancellier grande
invigili affinchè i notai della Cancelleria ducale adempiano
le loro incumbenze. Accadeva confusione ufi libri di conse-
gna dei da mo' ai magiiìtrati, con altri.
Esposizioni jirincipì 1574, 6 nov. JI. C. [Roano II, 139) Le esposi'
zioni di ambasciatori dei principi, siano registrate e lette al
Collegio e al Senato.
Oovemadori alle Intrade 1646, 14 sett. Sen. (Roano III, 34 t.) —
Disordini nella custodia dei libri dei Governadori delle in-
trade publiche " sicché oltre li miniutri, li fanti et ogni altro
a sua libertà li può vedere et maneggiare: affare di molto
conseguenze. ,
Lfffi/i, Sommarii 1662, 15 sett, Sen. {Roano V, 185). Si eleggono
due nobili del corpo del Senato, che hanno voto in eeeo,
esclusi quelli di Collegio, con titolo di soprain tendenti alla
formazione del Sommario delle Leggi. " Siccome dal buon
„ ordine delle leggi ricevono il suo buon essere li Governi
» le Bepubliche particolarmente, nelle quali si conosoe mag-
li giormente necessaria la sua puntual osservanza, cosi dalla
„ loro oonfusione et varietà nascono prcgiudizìi gravissimi
„ all'ora massime che non possono aversi così pronti e di-
n stintamente sotto gli occhi di ohi presiedono. Con questo
ir rifiesso si vedono da, maggiori nostri instituiti li tre libri
n d'Oro, Roan e Verde, dopo la formazione de' quali essendo
„ stati fatti nuovi decreti et più leggi, molti de' quali resi
„ inutili per esser andate in dissuetudine, et altre per esser
„ state alterate secondo le vicÌBaitudint che porta eeco neces-
„ sariameute il tempo ecc. „
,ellfre 1631, 8 aprile M. C. (D'Oro XVI, 107). I segretari non la-
scino le lettere publiche in mano di sua Serenità, ma dopo
lettegli, siano ricuperate e riposte a luogo (in Collegio).
Lettere contro giudici 1627, 11 giugno Sen. {Roano U, 216). " Le let-
che non rimangono ad alcuno precluse, delle a
realdizioni et altre, alli magistrati a chi spettano
LUtro d'oro delle nascite dei nobili inetitnito 1506 31 ag
Misti reg. 31, e. 62 t.).
Idem dei matrimonii 1526, 26 aprile (G. X, Partì Com
e. 16 t.).
Libro dei tiobili 1549, 14 lugUo U. G. {D'Oro XII, 201
nohù principali dell' Avogaria, fra 20 giorni notino
alfabetato i nomi dei nobili che hanno 30 anni, e <
sia consegnato al deputato ai debitori, cootumacii
Libro d' oro di Candia 1553, 28 gennaro m. v. C. X (/>' Or-
Regolarità necessaria nella registrazione dei no
nati in Candia.
Note marginali ai docuinenli 1509, 20 dicembre C. X (Soa.
1683 11 sett. Sen. (Roano TUI, 117 (.)• I segreta
legio debbano notar al margine d'ogni parte ci
loro letta, a nome por nome, tutti i aaTÌÌ del Consi
di T. F. o Barii agli ordini, e di più aia fatta es]
del savio di settimana.
Promissione ducale 1658, 6 aprile. M. C. (V. 1595, 8 ap
D'Oro XVII, HO t). " Gonoscendosi d'ottimo se
tosto che diffonderà in ordinazioni quoto che col
degli anni passano in dissuetudine et in dimentic
sistere in meglio assicurarsi della puntualità dell'
di quelle già decretate „ s'incarica il Ganoellier
far approntare sei libri della promissione ducale,
dare alli segretarìi deputati alle leggi, perchè, i
- 431 -
72). È instituito un libro delle provvieioni per l'Armata, Can-
dia e Dalmazia; si cuetodiaca in Collegio; sia tenuto da un
ministro, per incarico dei due esecutori alle spedizioni pub-
bliche (V. anche 1696, 26 settembre Sen. Roano IX, 186 t.)-
limoni. Fra le molte leggi che obbligavano gli ambasciatori e
rettori di far le relazioni al termine della loro carica, citeremo :
1524, 15 novembre Sen. (Roano I, 234) obbligo ai rettori
di scriverle fra giorni 15 dappoi che le averanno fatte in
voce, e consegnarle assieme ai ricordi, consigli
I5flO, 29 giugno Sen. (Roano II, 106 t.). Le relazioni
dopo consegnate dai rettori ed altri rappresentanti nel loro
ritorno dai reggimenti, al segretario della Canoelleria inca-
ricato di registrarle, esso segretario " immediate, sotto pena
„ di privation del loco suo, aia tenuto far saper di aver
I, avuto la detta relazione, et darla ad uno delli savìi nostri
„ da esser eletto per questo effetto, et a questo di tempo in
„ tempo deputato per ballottazione del Collegio nostro n — esso,
ben considerata la relazione, fra tre giorni metterà in consulta
nel Collegio quei capi di essa che meritano provvedimento.
tlttzioni ÌQ20, 11 agosto Sen. (Roano II, 211). Le relazioni siano
fatte subito che Ì rettori sono tornati.
r — 1654, 8 agosto Sen. (Roano IV, 65 t.). I rettori e rappre-
sentanti portino al Collegio, nel loro ritorno, le relazioni.
n — 1651,5 gennaro m. v. Sen. (Roano III, 198 t.). — Gli ambascia-
tori ed altri rappresentanti debbano far le loro relazioni. " Si
T vedo in alcuni passato in disuso così buon istituto, con pre-
n giudizio notabile delle cose pubbliche, in questi tempi par-
^ tìcolarmente che le notizie e le relazioni pl£i esatte si coso-
„ scoQo supremamente bisognose per la buona direzione degli
a affari. „
3choulembourg. Inventario delle earte del fu maresciallo di Schoulem-
hourg 3 giugno 1747; Comunicate del C. X lette, da marzo
1T39 sino tutto febbraio 1769.
ìmaio Secreti registro 42.
A tergo di un foglio intitolato Confronto di libri anliehi
esistenti neW Archivio C. X. segreto, leggesi:
" Arraer segreto in faccia la scala C. X. 1783, 22 settem-
bre — Facta reiatione.
8. Registro 42 secreto del Progadi con indice a principio.
Ila carte n. 135 — comincia de giugno sino febbraio 1509.
Fu posto in questo luogo perchè contiene a carte 12^ li
- -18» —
eiodaCati o BÌsn mandati proouratorìi agli amb. v«u6 ft
riconci lìarai con papa Giulio 2. In essi mandati ri mV
formula lìella convonzione da farsi; la qnal pri (.«ic) noti
fatta almeno per scritto, x^bbirns li Romani ed il OniMs-
dinì la BuppoDgano. Godevano i Veneziani all' appellaci!!
futuro Concilio, alle decime, al benefizi], e ad alooni tea
ani Golfo. Lì sindacati sono in data 15 febbraio. Che >« Im»
seguita la capitolazione, molti pregiudizii sarebbero rhuài
alla Rep. né bì avrebbe dotto in più occasioni ai dudbo i^
la capitolazione non esiate „.
(Da una filza dì frammenti di carte archÌTÌBtiobe
dita presso la Se/icne I. del R. Ardi. Qen.)
Spetlhione di effetti 1652, 27 luglio Sen. (Roano TU, 238 t).
t'ormato e tenuto in Collegio un libro a catti, sul qualt
Bccretariì debbano notare ì decreti relativi a spcdiùi>iiià
effetti in Levante, Dalmazia ecc.
Teslaiimtti 1535, 29 mar-io M. C. (Libro d'Oro XI, 210 t.)
ìnstituìsce un libro in pergamena alfabetato, da serbarsi «Hh
Cancelleria inferiore per notarvi i testamenti relatiri
bili, poHBessionì o n fondi condizionati a Sdui-commw^
1653, 15 marzo Sen. (Roatio IT, 3). Sì regola la formani
dei protocolli, delle rubriche e dei minutarii dei testanKci
I priori del Collegio dei notai tengano un libro alfabcUa.
col nome di tutti i notai, e di sei in sei mesi rivcgguoqiR
protocolli, riferendo dopo quel periodo ai Conservatori dell'
leggi quali siano i trascurati, affinchè possano venir puniti
- 483 -
I.
DOCUMENTI citati a pag. /*, nota 1.
Capitolari dì magistrature venete riformate nel 1376.
« Gapitulare De foris advocatorum Comunis.
^ De intus n »
« Ifotarii ^ ff puerorum (sic).
jf Dominorum de noote
« ^ de contrabannis (1288).
„ Advocatorum per omnes ourias.
^ Judicum per omnes ourias.
jt Advocatorum Proprii (1284, 17 settembre).
j, De rebus portatis ultra sigillum (1280, 29 agosto).
ri De advocatoribus de intus, pertinens offioialibus de Ca-
tavere.
jt Judicum petitionum (1229-1249).
« de magno salario (1272, 3 dicembre).
„ Notarii judicum de magno salario.
„ Judicuni de proprio.
„ „ examinatorum.
ff Massariorum monete argenti (1278 marzo).
» Advocatorum petitionum.
n Notarli judicum petitionum.
„ Salinariorum Gingie (1284, 17 settembre).
yt Supraconsulum (1271^ 8 marzo).
„ Super patarenos et usurarios (1281, 29 agosto).
„ Super canales, rìvos et piscinas (1272, 28 agosto).
„ Super pontibus et viis civitatis rivoalti (1271, 2 maggio).
„ Publicorum Comunis (1297, 7 settembre).
„ Procuratoris sancti Marci super commissariis de ultra
canale. „
(Miscellanea Codici Arch. Oen. n. 133).
28
•> Capitulare ulccUonum Maioria Gonsilii in capitulari
primo Gap. I
fl Advocatornm ptoprii , 51
n ludicum propri! „ 77
B Salinariorum Clugiae « "S
„ Supra consulutn » HS
H Procitratorum super comniissariis . . , 131,1!
Capi talare Secitnduiii.
Capitulare notariorum Yenetiarum ^ 52
« Gaetaldìonum , 01
„ Preconum n 61
„ Illorum super laborerijs litorìs ... « 63
f Electorum '.... , 96
, Capitani contractarum „ 146.
Tertium.
De XL „ 1
n C&pitum do XL v 7
^ Maioris Cooailii . , 3
f, Coneulis Tbeealonice „ 13
n Kotariorum Cancellarie „ 18
De XL „ 27
„ Capitum de XL „ 30
„ Navigantìum „ 32
„ Maioris consilii
„ extraordinariorum rationum ....
B Capitum contractarum
„ „ aexteriorum in facto exetcitu? „ 39
„ eiectorum acni „ 101
„ Notariorum Curie Diaiorìs „ 112
Juramentum Cancellarij » 1 13
Capitulare procuratorum operia S. Marci ... „ 137
„ Kotariorum Venetiarum „ 127
» Super foleo aurì et argenti .... „ 150
, Illorum qui sunt super armis .... „ 160
f Novem electorum „ 160
„ Qettì raminis „ 125 ^
' Queste indicazioni sono tratte da una rubrica de] sec. XV esiat«fit(
nell'Archivio del Ma^rglor Consiglio le cui carte non sono numerate.
- 435 -
Capitolari che esistevano anticamente negli Archivi
della ex RepubUca Veneta \
N. Ili Registro intitolato Capltalarlo, come segue:
« Capitolar della Quarantia.
jt dei Capi di Quaranta.
^ del Maggior Consiglio.
« dei Vice domini alla Ternaria, al qual luogo manca un
quinternetto delle parti relative, e poi infine si legge;
Cancellato questo Capitolare, o sia parte di esso dei
Vice domini alla Ternaria nel 1876, 8 novembre, e
poi riformato.
„ dei Consoli di Tessalonioa.
„ dei Nodarì Veneti Ducali.
„ dei Naviganti.
„ dei Signori sopra le estraordinarie ragioni.
j, dei Capi di Contrada in facto exercitus.
„ dei Capi dei Sestieri in facto exercitus.
„ dei Avogadori di Comun.
„ dei Vicedomini alla Tavola da Mar. Cancellato nel 1876
8 novembre e poi riformato.
ji dei Vicedomini alla Ternaria. Cancellato 1376 8 novem-
bre e poi riformato.
„ dei Avogadori di Comun.
„ dei Vicedomini alla Tavola di Lombardia. Cancellato 1876
22 gennaro e poi riformato.
„ degli Elettori di mezzo anno.
„ dei Nodari della Corte Maggior col giuramento dei Can-
cellieri.
„ dei Camerlenghi di Comun. Cancellato 1376, al penultimo,
di Ottobre, e poi riformato.
„ dei Stimadori dell' oro. Cancellato 1377, 11 maggio e poi
riformato.
„ dei Signori al getto del rame de Isolana e Ragusi. Can-
cellato nel 1377, 15 aprile, e poi riformato.
jv delPoffizio dei Consoli Veneti ed in estero. Cancellato
1376, 17 ottobre, e poi riformato.
„ dei Procuratori sopra la Chiesa di B. Marco.
* Questo elenco è tratto da un mss. del secolo presente che si conserva
in una busta di carte archivistiche presso la Sezione I del R. Arch Geo.
, Capitulare eeoundum Notarìorum Veneloram I>DcsliaiiL
Capitolare dei Signori alla Mesaetaria. Cancellato 1376 e p^ frj
formato.
„ dei Patroni all'Arsenal.
„ dei UfSzìali alla foglia e getto dell'oro- Cancellatola
17 ottobre, e poi rìformato.
„ dì quelli che houd stati sopra l'ArmameDto ■.
N. 112. Registro intitolato Capllnlarlo, come se^e:
" Capitolare dei Avogaiiori di Comun, Cancellato 1376, 22 Betteoiil
e poi riformato.
„ dei Signori ai Contrabaudi scritto nel 1288. CaDcell*
nel 1376 16 agosto e poi riformato.
n degli Avogadori pur tutte le curie ; caacullato I3TB, i'
timo maggio, e poi riformato.
„ dei Signori di Notte. Canoellato 1376, 26 agosto, e fi
riformato.
„ dei Giudici per tutte le Corti. Cancellato 1376, ulbai
maggio, e poi riformato.
n dei Avvocati del proprio.
H dei Giudici al Cattaver. Cancellato 1376, e poi riformilfc
„ d<ù Giudici del Pttizion. Cancellato 1376, e poi riformila
„ dei Giudici del gran salario. Cancellato 1376, 22 agodit
e poi riformato.
„ dei Giudici del Proprio.
„ dei Giudici dell' esaminador. Cancellato 1376 ulL taif
gio e poi rìformato.
n dei Signori sopra ia moneta d'orgeato. CaaoellatO ISiii
25 sett e poi riformato.
I* degli Avvocati alla Corte del Petiùon. CaDcellato ISK
ultimo maggio e poi riformato.
„ dei Nodari delli giudici del Petizion. Canoellato ISA
ultimo maggio e poi riformato.
„ dei Salinieri di Chiozza.
„ dei Sopra Consoli.
„ dei Signori sopra canali, rivi e piscine. Cancellato 137t!,
2 agosto e poi riformato.
„ dei Signori sopra li ponti e rivi di Rialto.
n dei Procuratori di S. Marco sopra le commissarie ».
Jl
~ 437 -
N. 1 13. Registro intitolato Capitolare dei 5 alla pace ed altri come
segue :
*^ Capitolare antico dei 5 alla pace. Cancellato 1376, 4 ottobre e poi
riformato.
^ dei Giustizieri vecchi. Cancellato 1377, 23 maggio, e poi
riformato.
„ dei Giustizieri novi. Cancellato 1376, 22 genbaro e poi
riformato.
yt dei Signori sopra le Rason de Intus. Cancellato 1376,
8 dicembre e poi riformato.
„ dei Signori sopra l'Imprestiti. Cancellato 1377, 18 giu-
gno e poi riformato.
„ dei Nodari Veneti.
„ dei Signori sopra danari. Cancellato 1376, 8 dicembre
e poi riformato.
^ Commissione a ser Marco Giustinian eletto Rettore in Puja.
Capitolare dei Gastaldi del Doge.
„ dei Signori sopra i lavori del Lido.
„ dei Signori sopra Rialto. Cancellato 1376, 25 febbraro,
e poi riformato.
„ Dei Capitani delle Poste. Cancellato 1376, 28 gennaro e
poi riformato.
„ dei Signori sopra il Sai da mare. Cancellato 1376 e poi
riformato.
n dei 9 Elettori.
yt delli uditori delle Sentenze. Cancellato 1376, 1 agosto e
poi riformato.
^ dei Signori al Dazio del Vin. Cancellato 1376, 7 feb-
braro e poi riformato.
„ Degli UiBziali sopra il Fermento. Cancellato 1377, 3 marzo
0 poi riformato.
n dei Vice Domini al Fontico dei Tedeschi.
ff dei Procuratori di S. Marco sopra le Commissario.
^ dei Capi di Contrada.
^ dei U£5zìali sopra le credenze (?).
n del Fontico delle Biave.
Capitolari di alcuni Magistrati della Repiilìhiica Veaeftl
conservati nel R. Archivio Generale di Venezia. '
Acque (savii ed esecutori allo), 1415-1797, nnm. 26.
Armar (provveditori aU'J dal 2. al IO. (1312), 1&42-1797, il 7. bf.
riibrieho dei capitolari 1,2,3, e parte del 4; 4-5; fi -7: iti
Arsenal, provveditori e patroni .... 1276- 1797, num. 55.
Avogadori dì Comun (1200 . . . . ) 1259-1750; 1264- 1676, 2 ii
indice.
„ "di Comun de inttta 1244-1295.
„ ■ • dei notai degli avogadori, secolo ÌCTTy. ^1
n di Comun dei pucri (allievi F) sec. XIII. ^^H
deforis, 1259. ^H
1299. ^B
Auditori Dovo e novissimo .... 1266-1744. ;
, vecchi (1202) 1260-1777. ;
Avvocati del Proprio, * sec. XIII (il capitolare è del XIT). ■
» del petizioo,* sec. XIIT.
„ • per tutte le curie, sec. XIV. |
Banchi (provv. sopra), 1318-1799.
Beccane (provved, allo), 1398-1494; 1662-1768, e teportorìo.
Beni comunali (provved. aopra), 1488 -1768,
„ inoultì (ptowed, sopra), 1556-1765, 3.
„ „ capitolari: Agricoltura, Acque Ritratti e Consorzii, sn
XVI -XVm, 4 e nibr.
Bestemmia (esecutori contro la) 1523-1794, 2.
Biave (provv. alle), 1328-1752.
Bolla ducale (casBÌore alla] -raccolta decreti e scritture- I308-1T9I1
Camerlenghi di Comun, J200, 1324.
• Canali, rivi e pisciae (officiali sopra) sec. XIII.
Capi contrada, sec. XIV 8 (porgara. sciolte).
Capiaostieri . . . 1287 — sec. XIV.
Cattaver (officiali al), 1240-1758 m. v.
„ compendio del capitol. degli avogadori de infuSf ^ndit
dei contrabbandi e cattaver, 1299-1744.
1 Si ommettono in questo catalog-o alcuna Collezioni di decreti che, spf
cialraente nei secoli men remoti, equivalevano » «ipit/jla^l.
' QueBto e tutti gii altri capitolari contrassegnati da ' Airono rìronn*'
nel IS1&, e ai trovano uniti nei codice 133, della MisceltaDea Codici dt qaert
Archivio Generale, Serie I.
- 439 —
Censori, 1517-1762; 1541-1797.
ri Collegio, 1324-1788.
.. Comun (provv. di), 1272-1676; 1303-1661; 1610-1790, 2;
" (delle tasse degli ufficii 1490-1716).
Consiglieri di Venezia (Consiglio minore) 1292-1396; scc. XYI n. 3;
> XVn; 1720; 1749; 1776.
*i Consiglio dei X, 1568-1625; 1550 m. v.— 1763; 1607-1653 m. v.;
W ' 1575 m. V.-1743.
» ,, dei X (Capi del) 1607-1717.
Il „ di XL (o Quarantia) civil nova 1272-1796 ni. v. 8 (il 1." bis)
e sommario.
Consiglio di XL civil vecchio, 1275-1797, 3 e sommari!,
di XL criminal, 1272-1769.
„ „ (presidenti al); capitolar 3., 1769-96 m. v.
„ „ capi .... 1306-1758; 1306-1588; indice del ca-
pitolar 2.''
Consiglio maggiore, 1271-1533.
Consoli e sopraconsoli dei mercanti, 1240-1700;* sec. XTTT-XIV.
l Conti (Savii sopra), 1607-1796, 4.
"^ Contrabbandi (Signori) giudici ai (capitolare del 1288) 1248-1298.
Cottimo (provveditori al) : d'Alessandria 1498 m. v. — 1688 m. v., 2.
„ (prow. al) di Damasco, 1498-1610; 1493-1677; 1569-1684.
y Danaro publico (provveditori sopra) 1571-1779, 4.
Dazi] (provveditori ed inquisitori sopra) 1268-1571; 1271-1512;
1398-1728; 1716 m. v. — 1762, 2.
Decime (dieci Savii sopra le) 1463-1796, 6.
Doge, 1229-1612.
Esaminador, 1204; * 1279-1298; 1781-1797, 2.
Entrade publiche governadori delle), 1443 m. v.— 1507; 1598-1717.
„ * publiche ed uscite del Comune (Stato) inquisitori allo,
1262-1291 (intitolato: de rebus portatis ultra siffilluw).
„ publiche (revisori e regolatori delle), 1653-1715 m. v.
Fontego dei tedeschi (ufficiali al), 1329-1797.
Fermento (provv. al) — in S. Marco e Rialto - 1233 - 1 766 ; 1402 - 1 762,
10, 1518-1753.
Giudici de magno salano,* 1269-1295; * (notai dei), 1284-1295.
* „ per tutte le curie, sec. XIV.
Giustìzia nova (officiali alla), 1269-1795; 1354-1646.
^ Collegio dei VII Savii alla 1263 - 1774 m. v.
Giustizia vecchia, 1565-1794, 3.
Imprestìdi (officiali agli) .... 1254-1533 7.
Leggi (conservatori ed meealorì alle), 1399 • 1790 in. i
Huiegole e meBtieri (cinque eavii sopra le), 15-11 -16(
Mercanzia (cinque Savii alla), 1298-1589; 1306-1719, 14 e rriml
(manca il 2.").
HeBBetari& e qnintello (officiali alla) 1292-1716, 2.
HUiaa da mar (collegio della), 1237-1574.
Miniere, 1488-1525.
Mobile (giudici del), 1288-1399.
Monasteri (provveditori sopra), 1514-1681.
„ (aggiunlo Bopra), 1768-1791 ni. t., 5.
• Moneta d" argento, Intagliatori, maaeeri, aec. XIH.
Notù ducali estraordinarìì, per gli ufficii, e segretanì (
del Senato, 1479-1589.
Offici! (presidenti sopra) 1364-1797, 5 (il 1.° con indici 2).
Offici!, prOTToditori (capì superiori nel Coos. di XL al (
1481 - 1793.
Ospitali e luoghi pil (provr. sopra), 1561-1793.
Pace (ciuqne anziani alla) 1240-1793.
Petìzion (giudici del) 1244; * sec. XIII;
* (notai dei giudici del), sec. XIII.
Fiovego (officiali al) 1254-1568: (Codice 1234. ivi atti del bbc^
• flec. XIII.
pompe, 1562-1786, 5.
* Ponti e strade della città di Rialto, sec. XllL
poste e corrieri (matricola corrieri), 1489-1743, 2; 1525-I?8I,T
1503-1743.
Proeuraior (giudici del), 1269-1794.
Proonratori di s. Marco de etìra; 1257-1699; 1265-1751.
n dì B. Marco de supra, 1258-1592; 1258-8eo. XVUL
„ di B. Marco de ultra, 1249-1712; 1248-1772; * M
xm-xiv.
Proprio (giudici del), seo. Xm-XIV;* 1279 (1279-1384).
Baso» Bore, 1514-1569, 2 e sommario 1295-1612.
„ Teochie, 1260-1796, 3.
Sai (prOTTed. al), 1277-1792 e repertorio.
•Salinieri di Chioggia, sec. XIII -XIV.
Sanità (provveditori alla), 1485 m. v. — 1726, 3 ed indice.
Scansadori alle spese superflue, 1576-1742, m. v., 2.
Scrittura (regolatori e revisori alla), 1549-1708, 4; 1581-1596
1678-1707 m. t.
Scuole grandi (revisori e regolatori alle) 1312-1778, 2.
2)-
il Clinivli
lelHcX};
5-lMr,T
— 441 —
fi Senato (X 1461-1765 poi XX savii del corpo del), 1411-1741;
'4 1492-1723; XII poi XV (raccolte decreti) 1525-1789|
1 1675.-1796 m. v.; XX poi XXV del, 1272-1785.
Signori di Notte al Civil, 1270-1586; 1325-1720.
» di Notte al Criminal, 1232-1797; 1254-1523; * 1266-1299...
Sindico (sindici, giudici) 1369-1773.
Straordinarii, ufficiali (al Lido ecc.), 1302-1528, 2.
Ternaria nova, 1271-1628.
* Usurai ed eretici, officiali contro, sec. XIII.
Valli Veronesi (proyved. e deputati alle (compilazione leggi) 1411-
1700, 3 e rubriche.
I Zecca, provveditori ecc., 1358-1556; 1590-1594 m. v.
„ soprastanti alla foglia d^oro, 1519-1583.
Capitolari di magistrati della ex Republica Veneta
restituiti dal Governo Austriaco ali* Italia nel 1868.
XL." Civile vecchia e ntMva. Capitolare degU Ecc. Consigli di XL
Civil Vecchio e iNuovo. Precedono una tavola dei capitoli e
un calendario delle festività nelle quali la Quarantia non si
congregava.
U codice scritto nel 1533, è in 4., di circa 75 carte, ben
conservato, coir arma Svajer. — Anni 1306, 16 dicembre —
1531, 7 febb. m. v.
XL." Criminale. Indice delle leggi spettanti al Consiglio della Qua-
rantia al Criminal^ disposto secondo T ordine dei tempi, ab-
braccia un centinaio di carte, scritte nel secolo scorso e ben
conservate ; — 1272, 12 aprile — 1769, 31 maggio.
XL." Cimi vecchia^ ntMva e criminale. Rubriche dei capitolari dei
Consigli Serenissimi dei XL Civil Nuovo, CivU Vecchio, Cri-
minale;- 1453 al 1744.
XL." Criminal. Capitularium Dominorum Quadraginta; — 1306, al 7
die. 1393.
Cons. X. Sommario del capitolare del Consiglio dei X. 1314, 12
giugno — YllQ^ 4 novembre.
Cons. X. Sommario deUe leggi del ConsigUo dei X. 1309, 3 febb.
(Maggior Cons.) 1310, 10 luglio (Istituzione del Cons, dei X) —
al 1748 22 settembre.
Consiglio X. OapitoUn che n legge il primo d'ogià meee al 1
nftlo degli Eoo. Cqii del Cona, de' ^— 1575 11 ffmmmh «.*,■(
1794,2 tmv^
CoHS. X. C^itolwe dell' Eci). Comig^o di X; — 167S, 38 éJBamtn
al 1605, 18 margù.
Maggior GonsigUo. Babrìca del Oftpttolara del IL Coih. ItfS, ì»jm.
m.v.el 1V3S, 18 gennaio m. v.
Cmu^ieri. G^iitakre Oonrilierionuo ante anonm 1386. Sapol» XIV.
ingmkHori di Staio. Ce^tdue per gl'Inqninteii È preteiato Ak
nn indice' delle materie; eoiwnda 1411, 4 mano, tardità SI
girile 1798. Buona copia del 0ee.JLVUi dipag. 96ÌBfiigli*.
Saaon Ttfedl». Oqdtolare delle BatOH Vteékie. HembnnMeo éà
•eeolo XTL; 1868, 17 dJc of 1567, b jOb. m. e.
OattoKar. Oa|tttolare del Magistrato del Cattavtr; I960, 13 ^oefo —
1376, 2 dieemire.
Senato. Capìtdare del Conaiglio ài Pre^; 1260 al 1634, 19 oOoiri. •
Peeatori dj Coma». *■ Caintolare Fonderatorom per Sobilem virm
Hiootanm FaHer ambaaatorera et bdnlani TeDetomm in Oo-
■tantinopoU et N. M. Y. T. HermoUnm Yalanaao at SIt»*
atrom Narìpetni Conailìarioa qua ,\ — 1361, 8 gentuii» «. m
al 1546, 17 luglio.
Aeogadori di Comun. Ca[ntoIare degli' ÀTOgadorì dì Comna; Iff^
6 dicembre al 1694, 23 novembre.
Avogadori di Oomun. Capìtulare Advocatorum. È an indice o «o»-
marìo del Capitolare degli Avogadori con un'appendice, in
fronte alla quale bì legge : * Summario del libro d'Oro serre
al Mag^or Confleglio „ ; 1376, 1. agosto al 1426, 18 luglio.
Avogadori di Comun. Capitulare Advooatorum. È od ìndioe o sotoma-
rìo del capitolare degli avogadori con un' appendice, in fronte
alla qnale si legge: " Summario del libro d'Oro Sec. XVI ,.
Auditori Vecchi. Capitolare D. D. Anditomm veterum ab Alexandre
ingeniarìo scriptum; 1374, 20 agosto — 1547, 20 maggio.
Auditori Nuovi. Auditori Nuovi, leggi raccolte da Alessandro inge>
gner figlio di Francesco; 1410, 11 ottobre al 1520, 13 agosto^
Provveditori al Bai. Capitolare dei Provveditori al 9al ; 1306, 17 ago.
sto al 1520, 28/è66. m. t.
Procuratori di S. Marco de ultra. Capitulare clarissimoruni viro-
rum procuratorum sancti Marci super commisaariia de ultra
Canale constitutorura ; 1265, T giugno al ]577, 15gennaio m. r.
Procuratori di S. Marco de ultra. Capitulare commiBs. procurato-
rum sancti Marci de ultra; 1258, 23 seti, al 1563, 3 luglio.
- 443 .-
Notai. Capitolare dei notai di Venezia; 1359^ 7 ottobre al 1542, 29
marzo*
Offici del Levante. Capitolare Officii del Levante ; 1271, 20 ottobre
al 1374, 26 giugno.
Officiali al Sai. Capitolare pegli Impiegati sul sale ed altri Magi-
strati; 1281 al 1416, 28 luglio.
Officiali al Sai. ^ Summario et repertorio di tutte le leze, ordini,
terminationi et mandati spoetanti et pertinenti alFof&tio del
Sai, facto per me Antonio Bosso Kodaro coadiutore del ditto
uffitio „ ; 1286, 23 novembre al 1521.
XL:' Criminal e Censori. Sommario dei Capitolari dei Signori al Cri-
minale e Censori (sec. XYI).
II.
DOCUMENTO citato a pag. 23, Nota 1.
Libri secretorum ex papyro, et Senatns, et Gapitum de XL,
et CoUegii *.
* In primo armario:
Liber negociorum Histrie. caret millesimo
Liber inter Paduam et Montem Sìlicis incipit. 1157-1308 esiste
Liber partium CoUegii prò rebus Bomaniae. • 315-1318 18 ^
Liber ordinamentorum et partium captarum
in Consilio Bogatorum. 1322-1323 B
* Dalle dcnomiD azioni non sembrano compresi fra questi, i volami che
ora esistono:
Liber secretorum CoUegii 1373-85 F.
Scripturae secretae consilii sapientum 1354-63 rogatorum (Secreti) prò
factis Istriae A. MCCCXXXV. Lettere del Collegio 1308-10 (liber dccimus
iionus) liber secretorum (del dogado di Lorenzo Celai) o lettere del collegio
1363, del quale esiste l'originalo nella libreria di Gino Capponi a Firenze ;
una copia poco corretta nella « Raccolta Cicogna » presso il Museo Correr, e
parte di altro esemplare tratto da essa, neirArchivio Generale di Venezia. Li-
ber literarum secrctarum CoUegii et aliquarum C. X, 1436-37.
^ Alcuni di questi codici erano contrasseg^iati da numeri, lettere, o figu-
rine di torri ed altre, convenzionali.
1332-ia^^H
Liber partium sapientum prò factis domioo
^B
rum ()(! la Schala.
1336-1337
CommiesioQCs ambasiatornm.
ÌM3
Liber secundus actorum quaestionia, inter do
minum Patriareham Aquìleiensem et Do-
minum EpUcopuni et Capitulum Cene-
tensem aa Dominos Proouratores San-
cii de CoToluno
1345 (t««k
Imbaxiatorea. Capilanei.
1347
Imbaxia torca. Capita nei
ISSO K
CommiesioDes.
1363 l
Commissioues.
1367 11
Secreta Rogatorum.
1368 ^
Ijiber prò factis Paduae.
I372^^l
Collegium prò factis Paduae.
137S-1S7^H
Motatorium sapientum ordinimi de
1375 ^H
Liber Secundue Begistrì Secreti Guerre terre
■
et maria.
1381 ^H
Liber Gollegii Seoreti ìnoocptus apeoialiter
prò factis Mantuae vigore libortatis Con-
silii Rogatorum.
1397
Litterae et commisaionea Collegii.
1400-1404 Q«
Propofltarum maioria Consilii.
1404 31
Maius Consilium, (sic).
Libri Secrelorum ex pajiyro Coiiailii X e
Collegii.
Littere Collegii.
1405-1406 ?
Liber petitionum conaultarum per conailiarios.
1405 8
Liber ìittcrarum secrctarum.
1406-1411 8 '
Liber Commissìonun sceretarura.
1408-1413Scms
Partea Collegii.
1411-1414
Regiatrum Ìittcrarum.
1412
Commissiones secretae.
1413-1425 CS
Regiatrum Ìittcrarum accretanim.
1416-1419
Scutari Yillae.
1416-1417 €«*
Littore Beerete
1416 12, 1)
Liber parlium Collegii.
1418-1424
Regiatrum.
1421-1424
Jjibri Secretorum ex papyro Conailii X et Col-
— 445 —
Begittrom 16.
Commissiones.
Begìstrum 17 in quo libelli sunt prò illis de
PoUentia D. Bauennea, et de Cotignola
et de Argenta et Lugo.
Begìstrum seoretum 17.
làber 18.
Liber litterarum seoretarum 19 de
Liber seoretarum litterarum et guerre ordi-
natarum perDominium^CoUegium et ple-
rumque per Consilium de X.
liber secretarum litterarum Collegii 20.
Liber secretarum litterarum Collegii et aliqua-
rum Consili de X, 21.
Liber secretarum litterarum Collegii et ali-
quamm Consilii X 22.
n 111 armario.
Liber secretarum litterarum Collegii et ali-
quarum Consilii X 23.
Liber secretarum litterarum Collegii et ali-
quarum Consilii X 23.
Liber secretarum litterarum Collegii et ali-
quarum Consilii X 12.
Liber litterarum secretarum Collegii 24.
Collegium idest partium.
Littore 25.
Liber litterarum secretarum 26.
Littore secreto. 27.
Littore Collegii 27.
Littore 28.
Littore Collegii 29.
I» n 29.
Liber litterarum secretarum 30.
0 (sic)
Commissiones.
Liber litterarum secretarum Collegii 30.
1425 N
1425-1435
1426-1427
1427-1428
1427-1428
1432
1431
1434
1434-1435
1436-1437 esiste
5»
n
r»
n
V
lì
»
lì
TI
ti
T»
lì
Jì
H
31.
32.
33.
34.
85.
1438
1438
1440 S
1441
1441-1455
1442-1443
1443-1444
1444-1445
1445-1446
1447
1448
1448-1449
1450-1451
1450-1463
1450-1465 .Y.
1451-1452
1452-1453
1453-1454
1455-1456
1457-1459
1460-1462
- u& -
^
Partea.
1464-IW ■
Litiere Collcgii 38.
H6T-1«»
™ sa.
1470-1*73
Liber partium et conimÌBBÌonura CoHegii.
U71-U79
Registrum litteraruin CoHegii 41.
1475
In quarto Armario.
Regietnuu litteranim Uollegìi 42.
1476^
V n
1476^
•> «
U78^H
• «
1478 ^H
Littore ot partea et commissioneB.
■
Libri seeretorum CoHegii ex papyro. ^^
CoHegii.
1480
,
1480-I4SS
Collegium.
1481
Per CoIIegium.
1482
1482
Commissione» CoHegii.
1482-1489 ni*
Per CoIIegium.
1483
Collogìum (littóre).
1484-1485 eàa
Partee CoUegii.
1485-1483
1487
Per CoIIegium.
1488
„
1490-1493
Registrum litterarum Bocrctarum CoHegii.
1494-1496
Littere CoHegii.
I49S-I499
CoUegium.
1503-1504
Rubricarum.
P Continet libros XI eecretorum Senatus.
1401-1429
II Complectuntiir IX libroa eiusdem Senatus.
1431-1453
Liber Sontentiarum Conventua Tridentini. 1535
Liber iurìum Ceaetae civitatis. 1546
Altri volumi.
Indices legum Uaiorìa Consilii Placenfinae appellati:
Primus.
Secundus.
Tertius.
Libri officiorum regim
(Ini versimi vetun.
. novum.
1232-1383
1384-1602
1503-1537
( ef connitiorum.
1456-1474
1475-1492
— 447 —
Officiorum vetus.
1492-1523
, norum.
1523-1536
Balletinorum I.
1472-1490
II.
1491-1524
ni.
1524-1536
Regiminum vetus.
1492-1523
n noTum.
1524-1536
Introitus regiminum
vetuB I.
1437-1491
»
vetus II.
1491-1524
»
novum.
1524-1536
Consiliorum vetos.
1492-1521
, noTum.
1522-1536
ìiees Senatus consultorum tutu terrestrium, tum tnaritimorum,
Mixti nuiieupati.
Prìmus.
1332-1367
n.
1368-1388
m.
1389-1412
IV.
1413-1440
Libri mixii Consilii
f RogatùTum continentes res terrestres
et marititìuts.
%
I.
1293
n.
1302
m.
1307
IV.
1313
V.
1317
VI.
1320
vn.
1322
vili.
1324
TX.
1325
X.
1326
XT.
1328
xn.
1329
XTTT.
1330
XTV.
■
1331
XV.
1332-1334 esiste.
Armario I, II, III, prooeasi antichi.
„ IV, colto primo. Libri dei patti originali, psadeUe.
B „ colto secoado. Libri dei patti, copie.
n V, Miati (Senato) registri ed ìndioì.
n VI, colto primo e secondo. Commemorialì, origini
e copie.
, TU, colto I. e 2, Deliberazioni del Senato (Secn
registri dal 1401.
« Vm, colto l.e2. id. 1477.
IX, colto I. 2. 3. id. 1548.
„ X, colto L e 2 id. e registri Senato Corti e fie
tori 1621-1630.
„ XI, colto 1. 2. 3. 1636 Corti e Rettori.
„ XU, colto I. e 2. id. 1657.
„ XIII, coito l.e2. Grazie.
B XIV, colto 1. Grazie e privilegi, sindacati.
n colto 2. Deliberazioni del Mag. Cons. esemplu
contemporanei.
B XV, colto 1. Commissioni; filze e registri,
„ colto 2. Deliberazioni del Senato (Secreta) de
Collegio, del Cena, di XL al Crimìiiaìj
Pieggerie, registri e filze segnate coi
lettere d' alfabeto. Capitolari dell' 0£S
zio di Levante, e dei Conaigiieri i
Venezia.
■ Dall' « Indice della Secreta fatto in tempo del SerenisBimo Prmcipe Do
minico Contarini, e delli illuBtrissimi et eccellentiasiniì signori Battista Nu
kav. e procurator Boprainten dente alla medesima, e Dominico Ballarin CSD
cellier grande, dal circospetto secretarlo Antonio di Negri q. Alberto, rana
MDCLX Villi, scritlti dal fed. Zuanne GaBparini, serittur delle cose antiche, >
Le indicazioni degli armadli aono riprodotte nell'ordine in cut sono nell'imM
tario.
..^r\.
- 449 ~
Armario XYI, colto 1. e 2 Senato Zecca, filze.
^ XVn, colto 1. 2. 3- n
j, XVm, colto 1. 2, 3. ^
^ XIX, colto 1. 2. n
^ XX, colto 1. „
„ XXI, colto 1. Zecca, registri.
„ y, colto 2. Bancogiro^ filze, e 1 registro.
ji n ^ 3. Partiti di denaro, prestanze e crediti
per nobiltà.
« XXn, colto 1. 2. Deliberazioni del Senato Secreto,
filze dal 1510.
„ XXm, colto 1. 2. 3. id. dal 1591.
„ XXIV, colto 1. 2. 3. Corti e Rettori.
„ XXV, colto 1. 2. id. dal 1650.
XXVI, colto 1. 2. 3. id. dal 1663.
j, XXVU, colto 2. 3, filze di Collegio, lettere 1487.
rf XXVIII, colto 1. e 2. lettere dei provv. generali, com-
missarii ed altri pubblici rappresentanti
in Terraferma.
y, XXIX, colto 1. ^
colto 2. Proyyeditori oltre il Mincio,
colto 3. proYT. sopra la fabbrica di Udine.
Altre lettere dei pubblici rappresen-
tanti ( coinmissariL pagatori in campo,
proYY. ai confini, govemador dell'e-
sercito, proYT. a Cividal del Friuli
Cadore, Peschiera, Orzi, Asolo, proTV.
della Cavalleria in Croazia ed Alba-
nia, proYV. sopra boschi, sopra l'e-
stimo ecc.).
n XXX, colto 1. e 2. Lettere dei provy. generali a Palma.
j, XXXI. Avvisi (Genova, Scutari, Napoli, Germania,
Fiandra, Milano, Polonia, Ancona,
Genova, Palermo, Scria, Alessandria,
Brusselles, Palermo, Serraglio di Bos-
sina, Aleppo).
„ jt colto 1. Consoli di Genova, sommarj d'avvisi.
n ,) colto 2. id.
^ XXXn, colto 1. Provveditori e provveditori generali
ed altri rappresentanti in Istria, lettere.
y, y, colto 2. Lettere dei prow. generali ed inquisi-
tori allo tre isole del Levante.
29
? ■ ■■'■■■ .:'y.;v
Jrmofio XXXni) Oevemoniili^ fflxe e r^giiirL ; ;
« XXXIY, oolto. Le 2. Espomoni priii^ragblrL
11
XXXY, eolto 1.2.8- ^,
^ XXXVI, colto. 1. f ^
if XXXVn, colto 1. Lettere replicate vecdiie Ijormabò ((S-
1^, Oandin, ciq^Kiiaiii gjtaierali àm wuKy
$mbé ia Frìmda, Poriogalloy Seggi*
mento di Oaadia. Sentenae dei «odici
in Iienuite; id. in Dftlfflasi% pforr. «
Za»H proTT. gmerale a.Oorft) eoe.
9 j» colto 1. (^) Lettere dei proYT. generali da
in Golfi)) cariche eetraoi^diiupeie de
« 9 * colto 2. Oandia lettere dei. ptOTT. geaenK e
rettoiìi scritte al Senato.
9 » colto 3. Frprreditori generali e pnmreditei li
Oaneai lettore.
9 >f. colto 4. InqnÌBÌtorì m Lovanip, IMbi. e CtaA;
proYT. gen. da m«r, cpmmieMiio tupn
i Tiireri; rassegne in armate e Gaafi^
capitani estraord. déDe galeaoe edcHs
nari, capitani, delle navi, pfOTr. eafi»
narii e straordinaiii dell'amieie.
« XXXYin, colto 1. Capitani generali
^ , colto 2.8. 4. Lettere dei provreditori e Oo»
missarii in Dalmazia ed Albania.
^ XXXDC, colto 1.2.3.4. Lettere di ambasciatori, baili e
segretari in Costantinopoli.
^ XXXX, colto 1. 2. id.
yt XXXXI, colto 1. Registro di lettere dei baili da Costao-
tinopoli. Lettere, comandamenti e scrit-
ture turchesche.
« XXXXn, colto l.e2. Deliberazioni del Senato relatiyea
Costantinopoli, registri.
j, „ colto 3. Costantinopoli, deliberazioni del Senato,
filze.
n XXXXTTT, colto 1. 2. 3. Dominorum (Lettere di papi, cardi-
nali principi al Collegio).
„ XXXXIV, colto 1. 2. 3. Materie ecclesiastiche (Consulte
Sarpi, fra' Fulgenzio, Lonigo, pri^ilegii
della chiesa di S. Marco, mandati di
retenzioni e liberazioni, rescritti a bolle
ed altro).
- 461 —
Armario XXXXY, colto 1. 2. Roma. Esposizioni dei nunzii del pon-
tefice ed altri ecclesiastici, filze.
9 IP colto 3. e 4. id. registri.
ff XXXXVI, colto 3. 2. 1. Deliberazioni del Senato risguàr-
danti Roma, registri.
,, XKXXVII, colto 1. Roma materie expulsis papalistis circa
confini; provveditori e commissarii^ inqui-
sitori in campo, pagatori, prò wediton in
campo.
i» n colto 2. 3. 4. Roma, deliberazioni del Senato, filze.
„ XXXXVUI, colto 1. id.
j, XXXXIX, colto 1. e 2. Inghilterra, lettere d'ambasciatori
e secretarii residenti.
jt ^ colto 3. e 4. Fiorenza id.
j, L, colto 1. Mantova id.
„ ^ colto 4. 3. 2. Savoja id.
ji LI, colto 1. 2. 3. Spagna id.
„ XjII, colto 4. Francia id. 1. 2. 3. Napoli id.
n LIII, colto 1. 2. 3. Milano id.
ji LIY, colto 4. 2. 1. Francia id.
li LV, colto 1. 2. 3. 4. Qermania id.
ji hYIj colto 1. Signori Stati id.
rt ff colto 3. 2. Svizzeri id.
„ „ colto 4. Valtellina, Qrisoni, Mùnster, Polonia.
ff LVULL; colto 1. 2. Annali.
ff lilX, colto 1.2.3. Roma ambasciatori: lettere.
„ LX, colto 1. 2. 3. id.
9 LXI, colto 1. 2. 3. Esposizioni principi (filze).
« LXH, colto 1. id.
„ LXIY, colto 1. Consultori.
n LXV, colto 1. 2. 3. id.
n LXVI, colto 1. 2. 3. id.
j, LXVU, Scritture spettanti agli Avogadori di Comun.
„ LXYIII, id. spettanti ai Riformatori dello studio di
Padova.
ff LXIX, Scritture antiche di ninno valore.
ff LXX, Libro de' primi abitanti di Yenetia.
„ LXXIU, colto 1. Relazioni d'ambasciatori, capitani ge-
nerali ed altri pubblici rappresentanti
al Senato (registri).
^ „ colto 2. 3. 4. registri, relazioni da mar^ da
terra eoe.
-4» --
Armario LXXIY, ooliò 1. Bebudoni CostantìnopaU» Bma% 8«r.
masia^ Grisoni, Sarcja, P^kaSm^ ht
{^tena.
'9 j» oolfto 8. id. FEaaoil^ Spagnai O^pifam genefiS
da mar»
'9 , colto 3. Oaiaaiim di dttà, monaiieri e CSàum.
9^ « odto 1. (4J0) Signori Stati, iéUun0vi d^antah
sdatori Mfinater; vAmm àéFJ^mmì
(éA sarii agli òi^i);
9 LXXIi colto 1. e 2. Materie miste impcrtaiiii: eeofe*
aaatici, fertesBe,, annai»i ^BiMtii dal
SaTOEgnra, del Pallattoiacit éà Ifvfr
HMgo; confini.
9 9 colto 3. libri e di8^ di fortonfe mm^Ommà
faitomo le medésime.
9 LXSIXy colto 1. Altre materie notabilL
« 9 <H^ 3. Oomnnìcaiioni deirSceclM»
diX(ÌBlie).
9 LYH, colto^ 1. Inghilterra, Signori Stati,
V Ionia, niMcarii éA diflpae^
» 9 colto 2* Francia, Spagna, UL .«-
9 9 colto S. Sisf^a, Qermania id.
n 9 odte 4 ScDito deliboraatoni secreto raMohe gii'
nerali.
)7 XXXX, colto 3. Costantinopoli dispacci, rubriche.
„ XLVni, colto 3. Roma, id. rubriche.
ff LVni, colto 3. Armata, rubrìcarli dei capitani gene-
rali, id. dei provveditori generali ei
altri capi da mar.
,) „ colto 4. Candia, rubriche di lettore dei {Hrcrre-
ditori generali.
f9 ji colto 3. Dalmazia, rubriche di lettere dei prò?-
yeditorì generali.
„ yf colto 4. Tre isole, rubriche dei provveditori
generali ed inquisitori.
y, n colto 4. Terraferma, rubriche dei provveditori
generali, inquisitori ed altri pubblici
rappresentanti.
„ LXXIV, colto 3. Paci, (trattati).
n LXXV, Luoco et armario delPEcc. Signor Cancellier
grande, appresso il quale si ritrovano
le materie spettanti alla sua carica.
DOCUMENTO citato a pan. 4o. mia. i.
Norme per l'esame e per lo studio dei documenti custoditi
nella Cancelleria Secreta della Republica Veneta.
/7/6' — 20 w/osk) in Cons. X fSec.retiJ.
Ha in ogni tempo la maturità di questo Consiglio avuta parti-
eolar attenzione alla Cancelleria Secreta nella quale si conservano
le lettere, Bcritture e registri, che contengono le cose della maggior
gelosia ed importanza, provedendo con pronte e salutari ordina-
zioni, rinovando queste, e aggiungendone di nuove a misura che Bon
nati li disordini, o che di esse si è veduto trascurarsi l'essecuzìone.
Osservandosi però, non senza il sentimento che si conviene alla gra-
vità dt:lla materia, ricadute presentemente le cose nell' abuso altre
volte corretto, e dovendosi accorrere prontamente al riparo, rinfor-
zando li decreti preBÌ con quelle maggiori cautelle ohe valer possano
ad assicurare quell'esatta regolazione b) necesBarìa:
L'anderà parte, che ravvivandosi tutte le leggi in tal materia
disponiti, e alla presento non repngnanti, per vigore de quali è già
permesso in detta Secreta l'ingresso a quelli soli che lo hanno in He-
nato, et a Consultori, e vietato a qualunque altro, come effettiva-
mente si osserva, sia fermamente stabilito, che tutti li armari di
ì. Secreta debbano star sempre chiusi, e le chiavi loro sem]ire
appresso li Segretari deputati alla ena custodia, cnsichè chiunque vi
lia r ingresso, come sopra, niuno eccettuato, et avesse bisogno di al-
cuna filza, registro o altro, senza poner caso la mano in detti armari,
debba ricercare alli Segretari deputati quanto gì' occorresse e questi
debbano nel medesimo tempo far nota in un libro a ciò destinato,
non solo dol nome della persona, ma anco ra della precisa filza, re-
gistro, o altro, niuua cosa eccettuata, che consegnassero et essere
attenti alla restituzione, come pure impedire, che da alcuno sia che
si voglia, non siano estratte copie, o note imagtnabili con inchiosiro
0 lapis* o in qualunque escogitato modo, come più volte è stato de-
cretato, e ciò sotto tutte pene statuite a" trasgressori in materia di
Stato, restando gli Inquisitori strettamente incaricati ad invigilare
all' esecuzione.
— 454 —
Sia per vigore del presente a' Segretarii ingionto V oUigo di po-
tare ogni primo giorno di mese il libro predetto al loro Trìbunile
perle necessarie osservazioni, e sia in arbitrio di esai Inquisitori i
farselo presentare qualunque volta a loro parerà, al che anzi ne re-
stino vivamente eccitati, onde dalla frequenza deirosservazioni, ricen
ogn' uno più pressanti gP impulsi all'uso della dovuta pontualità.
E perchè le filze correnti, sempre alla mano de Segretain U
Senato, e de Savij ancora non possono tenersi ohiose nelli armiri,
et il luogo ove ora si tengono è fuori dell'osservazione de' enstodi,
sia per esse destinato il banco in faccia alla porta sopra coi scri-
vono li Segretarii deputati, così che ninno possa toccarle senza estm
da loro veduto, et annotato.
Mentre poi ben si comprende, che la situazione dì esso bimo
per altro necessaria dirimpetto a detta porta impedisce alToedik»
del Segretario la scoperta di tutta la Secreta, deverà un di l(ffo
sedere nella parte più interna di essa in vicinanza delli armari di
Roma. Per quest' importante motivo, e per quello della nuova Sfr*
creta, ultimamente fabricata, come pure a riguardo di vedeni di
qualche tempo cresciuto il concorso de soggetti ohe cercano d^erodinii
scorgendosi insufficiente il numero di due Segretarii deputati, li qui
non possono esser sempre assidui egualmente con la persona, o per
il difetto dell'età, o di qualche indisposizione, è necessario piofe-
dervi in modo che sussistano sempre in eguale osservanza le dispo-
sizioni estese nel presente decreto, e non abbi a diminuirsi la vigi-
lante custodia eh' è desiderabile, però:
Sia ricercata la prudenza della Signoria Nostra a de venire all'ele-
zione d'un altro Segretario deputato alla Secreta, sicché in avvenire
siano tre, e questo pure con tutti gli obblighi, et assegnamento che
viene agli altri corrisposto. Uno dei tre Segretarii suddetti dovere
esser destinato alla Rubrica generale, opera sommamente necessaria,
e da qualche tempo in difetto, e che dal Segretario medesimo, doo
distratto da altre occupazioni et obbligato a fermarsi nella Secreta,
potrà colla diligenza dovuta restar perfezionata, anzi che quella for-
mata nel secolo presente, non potendo veramente dirsi generale per
essere mancante di tutte le gravi et importanti deliberazioni conte-
nute nella Filza militare (.s/f)di Terra Ferma, sarà parte del Magnifici-
Cancellier grande il far rimediare a .sì rimarcabile difetto per il pas-
sato, e per Tavvenire, restando egli parimenti incaricato, tanto in
questa parte, quanto in qui Ila degli Annali, a non rilasciare le fedi por
il lieve de soliti mandati a chi avesse operato, se prima non jittì
fatto un diligente esame delle opere fatte, e se non le avrà trovate
nella dovuta perfezione anco a tenore del presente decreto del quale
sia commessa l'eRsecuzione egualmente al Sopraintendente alla Se*
creta per quanto al raedeaimo incombe anco in tate propoeito. Qua-
lunque volta giungano lettere in cifra, non possa di queste farai da
Deputati alla cifra stessa la traduzione in qualunque altro luogo,
fuorcbò nella soia Secreta, né posaa durante la traduzione medeBÌma
entrarvi chi si sia fuorché quelli del Collegio, il Sopraintendente
suddetto, e li Segretarii, non dovendo 11 cifristi por mano al lavoro, se
non Bara uscito chiunque altro vi fosse.
Le lettere pubbliche, siano in cifra, o senza, non possano da
eegretarii essere date da leggere ad alcuno, né portate fuori di
Collegio, se non dopo che sarauno titate lette al Senato, et allora
solamente, e quando sia consumata la materia ne faran la conse-
gna a quelli Deputati alla Secreta, e non possano né meno esser
date da leggere a parte ad alcuno, oè anco dello stesso Collegio,
ee prima nou saranno state lette nel Collegio medesimo, overo alla
S. N., o alla Consulta de Savi, come in molt' altre deliberazioni,
ma particolarmente in quella dei 23 marzo 1 7 II , è statuito, la quale
rimaner debba in questa et in ogn' altra parte nel suo intiero vigore.
Fuori del Collegio e della Secreta respettive non possano da segre-
tarii, né da chiunque esser si voglia, sia nel corpo del Collegio stesso,
0 del Senato, essere in modo alcuno portate lettere inserte, o altre
carte secrete, sotto tutte le pene, a chiunque lon tra venisse, ohe sono
statuite contro propalatori del secreto, e contro rei in materia di
Stato.
Egualmente necessario poi essendo il regolare la libertà con
ohe talvolta viene ecceduto dagl' eletti nell' ambasciate, o altri mi-
nisteri, nel far estrarre quantità grande di copie dalla Secreta, pir la
restituzione delle quali non si vede esscquìto il decreto 24 aprile ItKK) ;
Sia in avvenire prohibito a chi si sia il far tali copie eccettuato il
segretario, che sarà eletto con quell'ambasciatore o altro rappresen-
tante, che dal Senato colle forme solite ne avesse la permissioae.
Debbano però li segretari! deputati alla Secreta tenere altro libro
parte, e notare in esso all'occasioni tutte le copie, che della na-
tura suddetta veniranno de caetero estratte, dando debito in esso
libro di restituzione a quel segretario che le avrà estratto, il quale
al ritorno sia tenuto restituirle, e ritrarne la ricevuta dai deputato.
Obligo del segretario medesimo sia in oltre in avvenire l'an-
dar nel corso del suo impiego fmendo la rubrica di tutti li dispacci,
che anderà scrivendo al Senato l'ambasciatore, o altro rappresen-
tante presso al quale servisse, per consegnar questa pure in Secreta
- 456 -
ni Buo ritorno, senza la fede delln. quale consegna, tanto d«IU n-
brìca, quanto delle copie, non possano essere al Begretarìo prodotte
proposto parti per alcuna delle provrisioni solite darsi a ehi rìtont
dagl'impieghi di fuori, nò possa il magnifioo Cancellier Orando ni»-
sciare a tate oggetto le necessarie informazioni, né laaciarli poi bil-
lottare ai gradi ai quali aspirassero.
' (Essendo poi nelle prime istituzioni dei quattro deputati aUe bdiÌ»-
rie eecrete, e particolarmente nel 1636 e 1639 stato decretato da qt»
sto Consiglio, che per aoruttinio di esso fossero a tale incombeon
eletti quattro degli ordinari! della Cancelleria Bucai per anni ìm,
il che non viene presentemente osservato, non facendosi nuova tW
zione, se non quando nasce la vacanza per la mancanza d'alcnoo
degl' attualij
Sia preso che il primo giorno che si ridurrà questo Conu^
sia per scruttinio di esso fatta elezione di quattro deputati oofl»
sopra, previa la lettura della nota dei Nodari ordìnarii, che du
eooo impiegati nei scrvigii di fuori, dai quali soli ordinari] debbi»
esser trascielti, o così di due in due anni in avvenire, escluù sem-
pre lì Kodari al Criminal all'Ofticio de capi, che non devono p<f
qualunque causa esser distratti da tale impiego, che richiede tuia
la personale giornaliera assistenza. Possano per altro esser prOTaì
anco quelli che avessero altre volte servito in detto carico, «con-
tata che abbìan la contumacia di anni due, e quelli che di tempt
in tempo saranno eletti debbano il giorno dopo la loro eleti«M
prestare at Tribunale de capi il giuramento dai soprnnominati de-
creti prescritto).
11 presente sia registrato nella Secreta, e fattone un summario
di tutto ciò che la riguarda, sia in caratteri cospicui esposto in mm
in sito visibile air occhio di chiunque v' entra, come pure nella patte
che concerne il Collegio sia affisso all'armare dello lettere, aedo
debba essere da ogn' uno essequito.
Sia pur dato intierament« in copia al Sopraintendente alli
Secreta, et al Magnìfico Canceilier grande, li quali sian vivamente
eccitati ad accudire perchè siano perfezionati li registri che mancu-
sero, dovendo esso Canceilier Grande riferire a questo Consiglio nei-
l'annuali ballottazioni degli ordinarii, li difetti eh' in questa parte >i
fossero nell' adempimento di tale incombenza.
Sopra tutto ne sia raccomandata l'essecuzione agli Inquisitori di
Stato, li quali sian strettamente obligati in tale importantissima m»-
settcmbre, C
La [larte eoiujiresa tra le parentesi, fu sospesa con decreto 1717 ^
yhPB e. \
terìa andare estondendn di tempo in tempo lo più diligenti inquisizioni,
loprendo reità, o trasgressioni in qualunque ordine di pereoue,
portare sollecitamente le relazioni a questo Consiglio per gli effetti
della più rigorosa, esemplare giustizia.
1719, 28 aprile in Consigìio di Dicci.
La prudenza dì questo Consiglio ha prestata ia ogni tempo una
particolare attenzione alla Cancellerìa Secreta per la grave qualità,
et importanza delle materie che in essa vengono riposte. A misura
anche del bisogno sono pure etate prescritte quelle ordinezìODÌ che
furono credute più conferenti et adattate alti riguardi del pubblico ser-
vitÌo,alla cautela, et alla gelosa osservanza del segreto per tutti quelli
che sono capaci dell' ingresso nella medesima.
Fra questi, ritrovandosi abilitati per l'esercizio della loro carica
lì Consultori in jure, conviene parimenti per essi stabilirsi quello
81 reputa più proprio, o che può rendersi uniforme alla mente publica,
aenza che sia loro difficoltato il modo di supplire colla propria virtù
alle particolari incombenze, che di tempo in tempo vengono loro
ingionfe; però l'anderà parte, che salve, e riservate tutte le leggi
questa materia disponenti, et alla presente non repuguanti, e parti-
colarmente quella di 26 agosto 1716, sia à consultori in jure prohibito
di poter leggere, o far alcuna osservazione sopra registri, lettere, e
filze, che in detta Cancelleria Secreta vengono riposte, e quando na-
scesse qualche necessità di vederne, non possano, né debbano Farlo se
non colla ricerca ad uno dei Segretarii Deputati, li quali habbino
l'obligo di far nota sopra il libro, già a tal effetto ìnstituito col bo>
pr' accennato decreto, della filza, lettera o registro che fosse stato ri-
cercato, e nel modo stesso che si pratica colli nobili nostri ohe vi
hanno l' ingresso.
Anche del presente decreto, ne aia raccomandata 1' esecuzione
agi' Inquisitori di Stato, e ne sia data copia alli aegretariì Deputati
perchè sia esaequito e fatto il registro sopra il detto libro.
(Tratta dal " registro de soggetti à quali si somministrano fiht
o altre pubbliche carte da leggere „ custodito nelV Archivio del Con-
siglio dei Dieci),
^ 468 -
V.
DOCUMENTO citato apag. 57 nota 1.
Spiegazione del titolo di alcune serie dell' archlTÌo dd
Consiglio dei Dieci e dei Capi di esso ^
MisH -— Partì ìd materia civile, criminale, e politioa (re^stri e fibe.)
Criminali •— Partì relatìve a crimini, (filze e registri).
Comuni — Decretì in materia civile, e criminale di massima, (fibs
e registri).
Secreti — Materie politiche importanti (filze e registri).
Lettere — Commissioni, mandati, ed altri ordini del Tribunale dà
Capi: Lettere (con questo solo titolo) lettere criminali^ U-
tere secrete^ lettere sottoscritte o filze fanti contenenti afin
civili contenziosi
Notatone — Ordini dei Capi, intromissioni, appellazioni, oostìtnii
annotati da privati, fedi di ministri, polizze (f. e r.).
Proclami — Sentenze criminali emanate dal Consiglio dei X (filie).
Rettori — Sentenze dei rettori sui processi loro delegati coU' auto-
rità del C. X. — Note dei processi consumati, o rimasti ioe-
spediti al termine della carica (filze).
Bolla Clementina — Parti dei Capi e del Cons. X in materia di di-
sciplina ecclesiastica.
Diarii — Note giornaliere di partì del C. X; e in altra serie, dei
Capi.
Mazzetti — Del Tribunale dei Capi. JkfcmoWe delle decisioni verbali
dei Capi del C. X, estese a tergo dei memoriali, dai Segre-
tari (filze).
Cariche — Note delle votazioni dei magistrati eletti dal C. X (filz«).
Offizii — (libri degli). Note degli eletti alle cariche suddette.
Lettere — alle quali non si ri sponde (poste a parte). — Lettere dei
rappresentanti ed altre alle quali non si dà riscontro (filze).
o u
' Per maggiori cognizioni si può vedere il « Catalogo uiss. raprionato
tutti i registri, filze, e carte che si trovano nelT Archivio dell' Ecct-lso ( ol-
siglio dei Dieci, 1786, con l' aggiunta di quanto si andava in seg-uito t\\\>-
nendo in esso sino a maggio 1797 « nel quale sono indicati anche alcuni de-
aumenti più importanti, e i rticu> che si trovano nelle serie.
Co/i' contrada — Rìferte giornalier*^ in materia dì polizia (filze).
ì^'edi di pioFani — Attestati dei parrochi aull' esattezza del servìgio
dei sacerdoti dipendenti da essi (filze).
Titoli di Chiesa — Fedi del Conaervatore della bolla Clementina
sulla promozione ai posti capitolari nelle parrocchie, Eecondo
le leggi canoniche e civili (filze).
Chierici — Memoriali dei parroohi per la Bostituzione di nuovi
ohierici nel caso di vacanze (filze).
~ a ' ~ P*'*! d^l ConB. dei X, in queste materie.
Processi delegati ai Rettori — EBeguiti dai rettori col rito del Con-
siglio d<!Ì Dieci.
Processi — dei Capi del C. X.
Bicordi e denunzie — proposti.' economiche e scientifiche al Gover-
no; denuncie di abusi, di pericoli finanziari, e della sicurezza
pubblica.
Consulti e memorie sui divorsii.
Giudizii dei Capi del Consiglio dei X.
Costituti .
Stanno ora in principio dell'Archivio, e sono capitolari, rubri-
die di leggi, ed altri volumi d' istruzioni del Consiglio dei X, e dei
Capi di esso.
VI.
DOCUMENTO citalo apat^. S3 mia I.
Asporti dagli Archivii veneti antichi.
Sebbene sia stato più volte (veggaeì per esempio. " Le resti-
tuzioni scientifiche ed artistiche fatte dal Governo Austriaco nel 1868 „
Venezia, Cecchini 1870, memoria letta all'Ateneo Veneto nelTadu-
oanza del 1. aprile 1869) indicata la serie delle asportazioni ese-
gnite negli Archivii veneti dai commissari! doUa Republica Frao-
oeee e dagli agenti del OoTemo Anstrìac», tuttavia non ci pare
inutile di (jnì riepilogarle, e di aggiungervi qualche documento.
- 460 —
La storia adunque di quelle asportazioni è questa:
I. 1797. La Municipalità provvisoria di Venezia distrugge nwk
carte degli Inquisitori di Stato, del Consiglio dei Dieci, el
altre dell' aristocratica tirannide.
II. 1797 13 maggio — 1798, 17 gennajo.
Bassal, commissario francese a tutte le carte della Bepok-
blìca, per incarico del generale Serrurier, estrae dagli Ardiin
veneti molti documenti. (Yeggasi la relazione di GKoyuó
Dolfin, 1798, 21 gennaro, pubblicata negli Atti dell' Ateoeo
Veneto delF anno 1866 : ^ Una vbita agli archivii della Repub-
blica di Venezia „ e Bomanin : ^ Storia documentata H Te-
nezia „ IX, 114, 520; X, 220.
— Un Brunetti (che francesò il suo cognome in quello di
Brunet), e un Pavan^ negli ultimi giorni del GoYemo deei»-
cratico di Venezia, guidati dal co. cav. Luigi Giuseppe Boia
che fu poi prefetto generale degli ' archivi! sotto il Beg»
d'Italia, raccolsero nei conventi molti libri a penna e a stampi
— Parecchie scritture fece asportare lo stesso Bossi dagi
Archivi], sotto pretesto di toglier motivo a vendette priTsl?
(Vedi Governo Austriaco, Presidio III Vii del 1816).
— Dopo i preliminari di Leoben (1797, 12 maggio) e il trat-
tato di Gampoformio (17 ottobre successivo), Venezia pu»
sotto il dominio dell'Austria.
III. 1798, 17 dicembre. Alessandro de Traux, capitano degli in|^
gneri di S. M. Austriaca, d' ordine del principe di Grange,
comandante generale in capo dell' armata austriaca in Italia.
asporta dair archivio dei provveditori e soprintendenti alla Ca-
meradei Confini molti disegni e piani dì fortezze (Magistrato Ca-
merale, busta 1. 18 ottobre 1798 — 21 febbr. 1799, fascic. 4S).
IV. 1804, nov.— 1805, 1. maggio. — Francesco Sebastiano Gassler.
archivista aulico, estrae molti documenti dagli Archi vii veneri,
che invia in 44 casse a Vienna.
L'Austria^ nel 1807, ne restituisce all' Ambasciata francese
in Vienna 45, e vengono spedite a Venezia.
Restano colà circa 5000 fra volumi e filze di scritture di
materia diplomatica ed amministrativa.
V. 1804. 11 Capitanato eli Verona manda al Commissario pleiiij""
tenziario co. di Bissingen, alcune mappe e parecchi i!«"U-
menti relativi ai confini dello Stato veneto col Tirolo.
VI. 1830. La I R. Direzione dell' Archivio Generale di Venezia i^ix"-
disce alla I. R. Biblioteca di Cort(^ e Stato in Vienna, aleuD:
autografi d'illustri veneziani.
1836, iaS7, IS42. Dalla Direzione della Biblioteca di Brera in
Milano Sì spediscono a quella di Corto e Stato in Vienna
molti codici a penna spettanti agli Archivii veneti, colà man-
dati dai Commiasarii francesi nel 1 797.
Vili, 186(i. Il dottor Beda Diidick asporta dall'Archivio Generale di
Venezia e dalla Biblioteca Marciana pifl ohe 1300 tra filze e
volumi.
L'Imperatore d'Austria FranceBOO I, con risoluzione del 15 feb.
1816, decretava la reatìtazione a Venezia delle carte esistenti a
UÌISDO.
Fu incaricato di ricuperarle il conte Giuseppe Oiacomazzi. Egli
non potè però riavere molti documenti diplomatici od amministra-
fivi che l'Imperatore Francesco I aveva ilicliiarato che formavano
parte delia Collezione Fo^carini da lui acquistata.
Quellu carte, trasferite nella Biblioteca di Brera, vennero poi
Spedito a Vienna negli anni 1836, 1837 o 1842.
Erano veramente di provenienza dell' asporto eseguito dai fran-
cesi nel 1797 '. Infatti i codici che Ìl Governo Austriaco aveva
ricevuto nel 1799, in compenso del debito complessivo di lice ve-
nete 10,880 montare di tasse ed altro gravezze delle quali erano
debitrici alcune ditte rappresentato dagli eredi di Marco Foscarini '■',
furono nel 1800 inviati a Vienna, e ne rilasciava atto di ricevi-
mento il barone di Thugut addi 2 aprile 1800.
Non potevano quindi essere gli stessi che il Governo Austriaco
Tolle gli fossero spediti dalla Direziono della Biblioteca di Brera negli
anni suddetti 'K
A far poi conoscere in qual modo furono eseguite le asporta-
cioai degli agenti francesi, riferirò la descrizione che ne fece al Go-
Temo Austriaco nel 180a l'archivista Stefano Andrea Guerra che
ri aveva avuto parte assieme a Giovanni Dol&i.
Rimasero nel K. Archivio di Finanie ed Uniti in Milano alcuni regi-
stri di cassa dei Provveditori e depositario al Bancogiro, e dell'archivio
di Zecca, spediti nel 1808 da Veneiia alla Commisaione per la liquidacione
del debito iiubblico io Milano, dovu si custodiscono per motlTÌ di amministra-
■loca.
Giacomo e Nicolò fratelli q. Alvise, zìi, e Gl&como q.
eav. nipote.
,* VegrganBl ^H Btti del Governo Aoatriaoo 1800, busta 0, N, 5
SfiSS: b. 79, N. 6938: — del Magistrato CainerBle, 1149, busta Con Ubi 11 là
N. 9999: e del Governo ■uddettu. 1840-1844 Auoic XXIll 'l,-,-
: b. 66.
- 4«2 -
^ Regio Consiglio di Governo.
Chiamato V archivista Stefano Andrea Guerra a dar conto deb
ricevute, ossia certificati^ che furono rilasciati dal oommissario fast
cesa Bassal al momento che fu a visitare tutti gli Archivii deli
Bepublica,in unione ai Commissari eletti dalla cosi detta Hiu»-
palità, 8Ì trova in necessità di dichiarare come ha procedalo ii
allora T affare. Si son chiamati tutti gli archivisti dal Baddettoeoih
missario francese, e si è fatto deporre da essi medesimi il coote-
nuto del loro Archivio, onde rilevare se in esso yi fossero cose £
politico argomento, oppure documenti relativi a quella parte di Stato
Veneto che, dietro il trattato di Campo Formio, doveva rimaner sog-
getta ad altro dominio.
Dietro un tal esame il giorno 16 dicembre 1797 fu ordinatili
consegna di quegli Archivii, dove se ne trovarono, e fa rilascialo
ai rispettivi archivisti il relativo atto cauzionale di ricevuta, come
pure sotto allo stesso giorno anche in quegli Archivii dove niente
fu tolto si rilasciò un certificato di averlo lasciato intero, e nel suo
primiero stato. Di tutti questi certificati, tre esemplari si fecero, al-
l'oggetto che uno rimanesse presso il commissario francese, F altro
appresso i commissari veneti, ed il terzo finalmente nelle mani del
custode deir archivio, cui apparteneva. Rimasta adunque la raccolta
di questi, cioè di quelli che rimasero presso i commissari veneti,
presso il deputato agli Archivi d^ allora sig. conte Giovanni Bnjo-
vich, resta ignoto al Guerra se questa si trovi fra le carte della
Democrazia, o se sia stata passata al successore del Bujovich n. u.
ser Francesco Dona presidente della cessata Commissione Came-
rale, e deputato agli Archivi. Il Guerra, unitamente al suo collega
Zuanne Dolfin cessarono dalle respottive incombenze al cessare del-
l'Aulico Governo, né vi furono richiamati che nell'aprile del 179S.
Gli archivii però che soffrirono lo spoglio maggiore sono quelli
della Cancelleria Secreta^ donde si asportò tutta la corrispondenza
ossia il carteggio coi ministri alle Corti, fin dal nascere della Re-
pubblica (!?), e quello degli Inquii^itori di Stato, dove pure fu tolto il
carteggio coi ministri esteri, e coi rettori interni dello Stato; oltre
un numero considerabile di manoscritti di letteratura e di storia.
Gli altri Archivi dove si sono tolti i documenti, come fu detto di
sopra, erano relativi alle provincìe venete destinate per il parteg-
gio Cisalpino, e sono quelli del Maghtrato alle Ac(juv^ dell' Advj*^
dei Confini^ dei De/mtafi ed Aygiuìiti alla prorrision clt^/ dinaro, »'
- 469 -
dei Feudi] i certificati relativi giacciono in mano dei rispettivi ar-
ohivisti. Ecco perchè non può il Querra dar conto di quello che ri-
goarda all'archivio degli Inquisitori di Stato, poiché fu esso rila-
sciato air ora q. Signor Gasparo Sederini ch'era il segretario di
quel Tribunale al cader della Republica ....
26 Ottobre 1803.
STEFANO ANDBEA GUERRA
£. Archivista. ^
VII.
BIBLIOGRAFIA
SO
BIBLIOGRAFIA DEGLI AROHIVII
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- 468 -
»9S±4
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— Delle fonti della storia veneziana fino al aec. XIII (ivi degli
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Italia. {Arcliivio storico italiano 1868).
— Gli archivii comunali del Veneto (Comuni di Asolo, Belluno,
Ceneda, Chioggia, Montagnaua, Padova, Rovigo, Udine, Ve-
rona, Vicenza; e su (juelli di Capodiatrìa, Corffi, Pinguente,
Pisino, Raspo e Zara.— Alti dell' Istituto Veneto Venezia,
Antonelli, 1868).
— Appendice alla memoria : '^ Gli arcliivii comunali del Veneto „
Comuni di Forno di Canale, Feltrp, Mei, Pieye di Cadore e
Vallada, nella prov. Ai SfWxmo. {Atti dell' Istituto Veneto,\e-
nezia, Antonelli, 1868).
— Oli studiosi negli Archivii Veneti, dal 1812 al 1868. (Memoria
letta all'Ateneo Veneto nel 1868 inedita).
— Della importanza degli Archivii notarili d'Italia, e prima sta-
tistica di quelli del Veneto. {Atti dell'Istituto Veneto Venema,
Antonelli, 1868).
- Appunti per )a storia degli Archivi! Voueli. (Letti nella inaugu-
razione delle lezioni di paleografia e storia veneta nel R. Ar-
chivio Generale di Venezia, 1868; inediti.)
— Gli Arohivii Veneti, oiJijt<Ìderay.iorii. Venezia, NoratoTÌch, 18raLfl
— Appunti (li storia veneta. (Meuiorta letta all'Ateneo Veneto,!
nel 1869; nedìta).
— Delle reetihizioni ecientificho ed artipticho fatte dal Governo J
Austriaco nel 1868. [Atti dell' Ateneo Veneto 1869).
— Delle scritture occulte nella diploraaiiia Teneziana. (Atti dell'I-
stituto Veneto, Venezia, Antonelli, 1869).
— Appunti intorno l'Arehivio del Municipio di Venezia; msa '
Cérèaole VUtorlo. — La vérité sur les déprédations autriohienncA '
àVenisG, troia lettrea alt. ArniandBaachet, deus edit; Veoisp, 1
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Mlpotlv prof Ani. Stefbno — I Oonimemoriali dell'Archivio Oe-
noralo di Venezia, g aag^io di un regesto di tutti i documenti
fino alla metà del aec. XVI. {Aiti delV Ateneo Veneto, voi. Ili,
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N««rcilo caule AKoatln». — Oell' Archivio pubblico di Venezia e
della Scuola di Paleografia {Archiiio storico ifaliano, nuova
sGfÌG, t. II, p. I, p. 175-192). — Pofiiritto alla lettera suddetta,
12 febbr. 1856; ivi p. 272-273. Firensie, 1855.
— Spogliazioni austriache nella città di Veuexia {Archivio storico
italiano, t IV, p. n, 1866).
— Scioglimoato e termino della vertenza sulla restituzione dei
monumenti storici e artistici italiani {Archivio storico italiano
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ed all'Archivio notarile di Vicenza. Vicenza, Paroni, 1867.
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PARTE TERZA
TAVOLE.
I. Prospetto dei R. Archivio Generale di Venezia.
II. Cliloetro detto deiia Trinità.
III. Saie deli' Archivio.
IV. Planimetria :
1 Pianta terrena ; — 2. Mezutdi del pianterreno; — 3. Primo piano ;
4. Secondo piano.
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